Benvenuti. Il documentario che state per vedere è il primo di una serie di due dedicati all'uomo di Neandertal. Io proverò, nel presentare il documentario, a rispondere ad alcune delle curiosità che ci avete mandato per mezzo dei social.
L'uomo di Neandertal è della stessa specie nostra, l'uomo sapiens, oppure un'altra specie? Questa è una domanda fondamentale. fondamentale e devo dire gli studiosi non sono tutti d'accordo su questo, mi pare che oggi prevalgano quelli che dicono è un'altra specie, il che è un po'inquietante se ci pensate, perché vuol dire che per moltissimo tempo sulla Terra, in Europa, noi, i nostri antenati, hanno convissuto con un altro essere umano che era un uomo a pieno titolo, ma era un'altra specie, non era l'Homo Sapiens. Sarebbe forse più rassicurante pensare che era in fondo una sottospecie perché, capite qual è il problema, se è una sottospecie si può ibridare, vuol dire che facevano sesso fra loro, nascevano dei figli, sangue misto, che si riproducevano a loro volta, ci siamo...
fusi. Invece se sono due specie diverse non si ibridano, anche ammesso che nascano dei figli sono sterili, come i muli che vengono dall'accoppiamento dell'asino e del cavallo. E in quel caso allora diventa un po'più inquietante sapere insomma come hanno fatto a convivere queste due specie diverse e come mai una a un certo punto è scomparsa.
Come si fa a ricostruire la storia dei Neandertal e di quali documenti si dispone? Questa è una domanda fondamentale che bisognerebbe fare sempre, e cioè le cose che ci raccontate voi come fate a saperle? In questo caso abbiamo, beh, come per... tutte le cose della preistoria, le ossa, le ossa parlano, dicono tante cose, dicono ancora più cose da quando è possibile anche fare delle ricerche sul DNA, sul genoma e su questa base che si discute appunto se Neandertal è un'esplosione.
una sottospecie di Homo sapiens oppure no. Ma non c'è solo questo, perché Neandertal comunque era un uomo. Sicuramente parlava, anche se non ne sappiamo niente. I suoi morti non li lasciava lì a decomporsi, come fanno le bestie, o magari non li mangiavano, pare. Li seppellivano, li seppellivano con intorno un cerchio di pietre, quindi ci pensavano su, avevano un'idea dell'aldilà.
Fabbricavano oggetti di pietra, d'osso, rascchietti per preparare le penne. Poi c'è qualche oggetto che uno non vede facilmente in mano a un Neandertal, un flauto. Non siamo sicuri che fosse proprio Neandertal l'uomo che l'ha intagliato in un pezzo di corno, ma è possibile. E coloravano le cose, usavano l'ocra rossa. Insomma, della nostra specie oppure no, erano uomini.
È stata una delle specie umane di maggior successo in assoluto. Per 250.000 anni ha dominato l'Europa, un continente stretto dalla morsa delle ere glaciali e popolato da belve e animali selvatici. Poi, 35.000 anni fa, la sfida decisiva. L'arrivo di un'altra specie umana. Questa è la storia dell'ultima volta in cui due diverse specie umane hanno coabitato sul nostro pianeta.
Ma solo una di esse sarebbe sopravvissuta. Le prime luci dell'alba. La routine quotidiana è già iniziata. I cacciatori formano un'unica società. Una squadra eccezionale, una madre e una figlia, spinte dall'istinto di sopravvivenza.
La preda fornirà loro cibo, e non solo. 35.000 anni fa, la Francia Meridionale è un luogo freddo e inospitale in cui vivere. Oltre 1500 km a nord, una morsa di ghiaccio attanaglia l'Europa settentrionale portando un clima polare su gran parte del continente.
D'inverno le temperature possono piombare a sotto zero, valori analoghi a quelli attuali del nord del Canada. Branchi di mammut coperti da una folta pelliccia attraversano le praterie battute dal vento. Le foreste danno rifugio a bisonti e daini, mentre le cavità nelle formazioni calcare offrono un riparo alla popolazione che abita questa vallata.
Questi uomini appartengono alla specie di Neandertal, la prima specie umana ad essersi adattata al freddo e alla vita in questo continente aspro e gelido. L'esistenza che conducono è tra le più dure che l'uomo abbia mai dovuto sopportare, ma questi gruppi sono bene organizzati per la sopravvivenza. Il loro piccolo clan è tenuto unito da legami molto forti e l'impatto sulle risorse ambientali è limitato.
Per proteggersi dal gelo, usano le pelli di animali cacciati che puliscono e usano come abiti. Per prima cosa, la madre separa la pelle dal grasso e dai tendini, servendosi di un affilato raschiatoio di selce. Usa i denti come una morsa.
La conformazione del volto, molto prominente, consente una ripartizione uniforme dello sforzo su tutto il cranio. I denti sono consumati fino alla radice dall'uso prolungato negli anni, soprattutto per ammorbidire le pelli da indossare. Nel clan ci sono solo due donne. Il resto di questo nucleo familiare di sette persone è composto da un anziano, tre maschi adulti e un ragazzo.
Questa caverna è il centro del loro mondo. Entro queste pareti dormono, mangiano, macellano la carne e addirittura defecano. Gli scarti e i rifiuti sparsi sul pavimento delle caverne neandertaliane sono poi stati sepolti e col passare del tempo si sono fossilizzati diventando così reperti preziosissimi che hanno rivoluzionato le nostre conoscenze su questa specie umana Oggi sappiamo che contrariamente alla credenza comune che li rappresentava come esseri scimmieschi e brutali, la specie di Neandertal era composta da individui forti, intelligenti e altamente specializzati.
Recenti analisi scientifiche hanno evidenziato aspetti straordinari della vita che conducevano. Le feci fossilizzate possono dirci cosa mangiavano. La struttura dei denti Può illuminarci su come ripulivano le pelli degli animali per farne indumenti. Le ossa fratturate e deformate sono la testimonianza di una vita tormentata da infortuni e malattie, e in alcuni casi, anche di morti violente e improvvise.
Due generazioni separano l'anziano dal ragazzo di questa famiglia, ma una cosa le accomuna. In questo clima rigido, sono loro i soggetti più vulnerabili. Quello dell'infanzia è il periodo più difficile. Quasi la metà dei reperti fossili neandertaliani è costituita da bambini al di sotto degli 11 anni.
A 5 anni d'età, questo bambino ha appena terminato il periodo di allattamento. Eppure il suo cervello ha una grandezza pari a quella di un adulto dei giorni nostri. Ha capacità fisiche molto sviluppate.
ed è giusto che sia così in un ambiente come questo o si cresce in fretta o si muore Non meno precaria è la vita del membro più anziano del clan. Malgrado l'aspetto, ha appena 43 anni. Ma infortuni e fatiche hanno pesato sul suo corpo accelerandone l'invecchiamento.
Il tempo che vive è rubato alla morte, visto che 4 neandertaliani su 5 non raggiungono i 40 anni d'età. Nel 1957, nella caverna di Shanidar in Iraq, sono state scoperte le ossa di un uomo di circa 40 anni. I segni alle caviglie e le protuberanze sulle rotule ci dicono che già soffriva di artrite.
Presentava fratture multiple al braccio destro. Paralizzato e deforme, aveva una statura ridotta rispetto a quella normale. Qui vediamo un suo osso accanto a uno sano di media grandezza. La metà inferiore del braccio manca completamente, tranciata al di sopra del gomito da qualche evento traumatico. Un esame attento del cranio rivela la causa di queste menomazioni.
Il lato sinistro del teschio mostra i segni di una grave frattura, invisibili ad occhio nudo. La lesione cerebrale conseguente al trauma, probabilmente portò alla paralisi del lato destro del corpo, rendendolo cieco da un occhio. All'anziano, la vita riserva ben poche concessioni in questo mondo selvaggio e brutale. Se vuole restare nel clan, deve fare la sua parte. Quella di Neandertal è una specie territoriale.
Il dominio di questo clan copre circa 70 km2 di superficie, pari al raggio coperto in una giornata di caccia. A qualche distanza dalla caverna, i tre fratelli della famiglia hanno fiutato la presenza di una preda. Il fratello maggiore è il capo, l'individuo più forte e con maggiore esperienza. È lui a dirigere le operazioni di caccia.
Ecco dei cervi nel fiore degli anni. Hanno perso le corna che ricresceranno con la prossima stagione. Dal punto di vista nutrizionale sono più ambiti degli esemplari anziani e malati, ma anche più difficili da catturare.
Il mondo degli uomini di Neandertal era molto più piccolo di quello che conosciamo oggi. La tundra polare a nord e vaste distese di deserto e di mare a sud restringevano le aree abitabili all'Europa e all'Asia occidentale. Anche nel periodo di maggiore espansione, si stima che all'interno di quest'area siano vissuti non più di 100.000 individui della specie neandertaliana. I confini tracciati dai ritrovamenti di ossa e strumenti disegnano una regione che si estende a sud in Italia fino a Israele, a est in Uzbekistan, Iraq e Ucraina, a nord in Polonia, Germania e addirittura Galles, a ovest in Portogallo. Ma la Francia sud-occidentale era una delle zone più densamente popolate, ospitando almeno 3.000 individui di Neanderthal.
La caccia non ha avuto buon esito. Il sopraggiungere dell'oscurità ha sorpreso i fratelli in una zona marginale, ai confini del loro territorio. Se vogliono sopravvivere lontano dalla loro caverna, devono accendere un fuoco per la notte.
Ciao Gli uomini di Neandertal non furono i primi ad usare il fuoco, che era noto al genere umano da oltre mezzo milione di anni. Ma la loro abilità nel maneggiarlo fu essenziale per la sopravvivenza in questo continente gelido. Il fuoco assicura calore. La notte la temperatura può scendere di una decina di gradi sotto lo zero. Ma all'aperto, il fuoco è anche il modo più efficace per proteggersi.
Questa parte della Francia è terreno di caccia anche per leopardi e lupi, per leoni delle caverne e ursi. Oltre ad essere predatori, gli uomini di Neandertal corrono costantemente il pericolo di diventare anche delle prede. La mattina dopo di buon'ora, la caccia ricomincia. Questa volta, l'obiettivo non è né un cervo, né un bisonte.
Sul confine che divide il loro territorio da quello confinante, i fratelli hanno adocchiato un altro tipo di preda. Una preda più utile per la sopravvivenza a lungo termine del clan. Le dimensioni delle caverne neandertaliane e i resti che vi sono stati scoperti indicano che quegli uomini vivevano in gruppi molto piccoli, probabilmente non più grandi di 25 individui e talvolta addirittura composti da soli 8 membri.
Un numero abbastanza ridotto da impedire una pressione eccessiva sulle scarse risorse ambientali, ma troppo piccolo per garantire la sopravvivenza della specie senza qualche tipo di interazione con altri gruppi. Il rapimento di un'altra femmina adulta consente al clan di raddoppiare le opportunità di riproduzione e quindi le probabilità di sopravvivenza. Il fatto che gli uomini di Neanderthal fossero territoriali porta a pensare che i loro nuclei fossero di tipo patriarcale, organizzati intorno a padri, fratelli e figli maschi. Probabilmente le femmine non rimanevano per tutta la vita nel gruppo dove erano nate, ma passavano da un clan all'altro. Per sopravvivere tanto a lungo, la specie di Neandertal deve avere per forza adottato lo scambio delle femmine.
Alcuni di questi scambi dovevano essere volontari. Ma in una società così chiusa, è probabile che alcuni contatti fossero come questo, forzati e violenti. Un vero e proprio sequestro di persona.
Gli uomini fanno ritorno alla caverna dopo tre giorni di caccia. Hanno con sé una preda inattesa. La femmina dominante vede nella nuova venuta una minaccia alla sua posizione all'interno del clan e sente di dover imporre immediatamente la sua autorità.
Per la sequestrata probabilmente questa è un'esperienza traumatizzante. Ogni cosa di questo clan le è estranea. L'odore, gli indumenti, i capelli, perfino il linguaggio. Per anni gli studiosi hanno creduto che l'uomo di Neanderthal non avesse un linguaggio vero e proprio. Ritenevano che al pari di altri primati, questi uomini preistorici comunicassero tra loro solo con gesti e richiami.
Recentemente, le ricerche condotte su crani neandertaliani sembravano favorire questa tesi, poiché la struttura e l'anatomia di bocca e gola erano troppo diverse dalle nostre per consentire loro di parlare come facciamo noi. Ma nel 1983, un ritrovamento a Kebara in Israele ha rovesciato completamente i termini della questione. Questi tre piccoli resti fossili formano un osso di nome ioide. Lo ioide si trova nella gola e ad esso è fissata la muscolatura dell'apparato vocale.
Il fatto che lo ioide neandertaliano sia pressoché identico al nostro rappresenta tutt'oggi la dimostrazione più convincente che anche la gola di quegli uomini fosse adatta a un linguaggio parlato. Probabilmente si trattava di un linguaggio più limitato rispetto al nostro, ma comunque appare certo che anche l'uomo di Neanderthal fosse capace di una propria comunicazione verbale. La vita di questi uomini è dominata dall'esigenza di procurarsi il cibo.
All'età di 11 anni la femmina più giovane del clan ha da poco cominciato ad andare a caccia. La preda è piccola ma veloce e la donna deve essere molto abile. Tra dieci anni, sempre che riesca a vivere tanto a lungo, sarà nel periodo di maggior abilità venatoria.
Il mondo neandertaliano è un mondo pieno di pericoli. Quasi tutti gli scheletri fossili adulti scoperti fino ad oggi presentano qualche lesione fisica di una certa gravità. Una minaccia proviene dagli animali selvatici, un'altra dalle insidie ambientali.
L'acqua del disgelo ha fatto alzare il livello del fiume. In acqua e tanto geli della nuova arrivata del clan può sopravvivere solo qualche minuto. L'operazione di salvataggio è dettata da motivi egoistici. Il clan ha troppo bisogno della nuova femmina per lasciarla morire.
E senza di loro la vittima avrebbe ben poche possibilità di salvarsi. Questo rapporto di interdipendenza ha aiutato la specie neandertaliana ad avere il controllo sull'ambiente. Ma adesso la loro posizione dominante in Europa è in pericolo.
Da alcune migliaia di anni è arrivata una nuova specie. E per la prima volta i neandertaliani non sono più soli. Gli uomini sono tornati a caccia.
Poiché le lance dell'uomo di Neandertal non sono concepite per essere scagliate, l'uccisione della preda deve avvenire a distanza ravvicinata. In pratica, con un contatto diretto. Cagli! Cagli! Cagli!
Spingere il cervo giù da una rupe serve anche a non rischiare incidenti e ferite. Iemi, Iemi, tratta macchina. Un grado in... Il fortunio può fare la differenza tra la vita e la morte, non solo per l'individuo, ma per l'intero clan.
Non resta che trasportare la preda fino alla caverna, distante una decina di chilometri. La struttura del corpo neandertaliano è straordinariamente forte. La specie si è evoluta proprio per avere queste caratteristiche.
Oltre a modellare il paesaggio, i ghiacciai europei hanno determinato anche i tratti della specie di Neandertal che viveva qui. Hanno ossa forti, per sopportare grandi sollecitazioni. Lo spessore delle ossa delle gambe è particolarmente forte. Anche le articolazioni di gomito, bacino e ginocchio sono ampie. Sagomate dai carichi e dalle pressioni della vita quotidiana, oltre che da muscoli potentissimi, queste ossa appaiono anche arcuate.
Messe a confronto con quelle della gamba di un uomo moderno, le ossa di un uomo di Neandertal non risultano soltanto più spesse e arcuate, ma anche più corte. Il corpo tozzo e pesante riduce la superficie dell'epidermide e favorisce il mantenimento del calore corporeo. Anche il naso si è evoluto in funzione del clima estremamente rigido. Le cavità nasali sono più larghe delle nostre per contenere più capillari e muco e quindi riscaldare e umidificare l'aria.
In tal modo, si evitano lesioni ai fragili tessuti interni. Questa combinazione di caratteristiche fa di quella di Neandertal la prima specie umana specificamente adattata ad un clima freddo. Anche se ai nostri occhi, il loro volto può apparire impressionante, esso è un capolavoro di adattamento evolutivo.
Ma adesso, l'uomo di Neandertal deve vedersela con una minaccia alla quale l'evoluzione non l'ha preparato. Fisicamente questi nuovi venuti non sono altrettanto bene adattati ad un clima così rigido, ma hanno altri vantaggi. Hanno sviluppato nuovi modi di convivenza e nuovi modi di pensare. Si tratta della specie dell'Homo sapiens, nota in Europa col nome di Cro-Magnon. È lontana parente della specie neandertaliana.
Un milione e mezzo di anni fa, una specie umana denominata Homo erectus aveva fatto la sua comparsa in Africa e in Asia, e si era spinta successivamente anche in Europa. Per migliaia di anni deserti, ghiacciai e basti... I mari interni avevano isolato le varie specie.
Nell'ambiente gelido e inospitale dell'Europa settentrionale, si era sviluppata una nuova specie adattata al freddo, l'uomo di Neandertal. Nel frattempo nell'Africa subtropicale, si era evoluta una specie adattata ai climi caldi. 100.000 anni fa questa specie si era diffusa fino al Medio Oriente.
45.000 anni fa, il clima si fece più mite. e aprì la via per l'Europa. Così, 10.000 anni dopo la loro partenza dal Medio Oriente, i Cro-Magnon arrivano nel sud della Francia. Per ora sono in numero modesto. Questo gruppetto in avanscoperta è alla ricerca di nuovi territori.
Le fertili vallate fluviali della Francia Meridionale sono perfette, ma c'è un problema. Sono la roccaforte dei Neandertaliani. La preda appena uccisa viene bene accolta dal clan.
Per far fronte al lavoro fisico quotidiano, ogni adulto di Neandertal deve consumare fino a 4000 calorie al giorno. In pieno inverno questo fabbisogno può salire anche a 7000 calorie, quasi tre volte il nostro consumo attuale. Nel praticare la prima incisione, il fratello maggiore sceglie la sua parte. Abile nel macellare le prede, si serve di una selce bene affilata per tagliare il ventre del cervo. Oggi la carne rappresenta circa il 12% della dieta europea.
Per l'uomo di Neandertal non era così. Dall'analisi di frammenti ossei polverizzati possiamo sapere molto su ciò che mangiavano quegli uomini. I livelli elevati di carbonio e azoto confermano che la carne rappresentava la parte preponderante della loro dieta.
Le feci fossilizzate note come coproliti, confermano questo dato. Di recente a Gibraltar sono stati scoperti coproliti ritenuti neandertaliani, che sono costituiti quasi interamente di resti di carne. Questa risulta essere stata ben digerita.
E ciò fa pensare che quegli organismi si fossero evoluti proprio in funzione di una dieta di questo tipo. Oggi gli studiosi stimano che l'85% di ciò che mangiava l'uomo di Neanderthal fosse carne, alla pari di altri carnivori come il lupo. Nulla di quest'animale andrà sprecato. La pelle sarà trattata e usata per coprirsi.
I tendini verranno essiccati per farne delle corde. Il cranio verrà aperto per estrarre cervello, lingua e anche i bulbi oculari. Una piccola licornia. L'anziano è affamato. Ma la sua posizione gerarchica nel gruppo lo obbliga ad attendere il suo turno.
Nel frattempo, il membro più giovane del clan ha imparato che l'opportunismo paga. L'interno della caverna è una specie di discarica in cui i fratelli più giovani macellano il cervo, gli spezzano il collo e distaccano gli arti. È un'operazione che lascia molte tracce e rifiuti, sangue, cartilagini e resti di altre carcasse coprono ovunque il pavimento e perfino le pareti. Ma è meglio farlo qui che all'esterno, dove l'odore della carne e del sangue potrebbe attirare altri predatori.
Come in altri carnivori, una speciale combinazione di enzimi presenti nello stomaco neandertaliano permette il consumo di grandi quantità di carne cruda. Ma la carne cotta è più digeribile e nutre con minore sforzo. In effetti, il calore intenso del fuoco scompone le molecole dei grassi e delle proteine, rendendoli più rapidamente assimilabili dall'organismo.
E la carne cotta è anche più sicura. Il calore uccide parassiti e batteri potenzialmente letali. La capacità dell'uomo di Neanderthal di cuocere la carne rappresenta un vantaggio decisivo su tutti gli altri predatori concorrenti. Il grooming, cioè il pulirsi a vicenda, è un collante essenziale per l'unità del clan. È una forma di comunicazione che esprime lealtà, affetto e fiducia.
Il contatto intimo di questo tipo è immensamente piacevole. Il clan può dedicare fino a 4 ore al giorno al rilassante contatto con i propri simili. Questi forti legami emotivi danno al clan unità, forza e autosufficienza. E l'unità ha garantito la sopravvivenza del nucleo sociale, almeno fino adesso.
I punti di forza che per migliaia di anni hanno sostenuto i neandertaliani stanno diventando i loro punti deboli. Ironia della sorte, questa specie è talmente bene adattata a questo mondo da scoprirsi inadeguata a tenere il passo col cambiamento che è in atto. Le dimensioni ridotte del clan lo rendono estremamente vulnerabile. Le povere capacità linguistiche ostacolano la ricerca di alleanze con altri gruppi.
E la condizione di autosufficienza, da sempre un grande vantaggio, ora impedisce di comprendere la minaccia che si sta avvicinando. Musica D'un tratto, due specie umane si trovano faccia a faccia. Quale sarà la reazione?
È possibile una convivenza in questo mondo spietato? Sta per iniziare una lotta per la sopravvivenza.