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Storia del Ghetto Ebraico di Bologna

Ghetto ebraico, Sergio Finelli, Bologna Discovering, guida turistica, riprendono finalmente, sono riprese ormai da diverse settimane le visite guidate, il ghetto potremmo dire è un appuntamento quasi classico forse per la città di Bologna e oltre a essere unico. Sì, effettivamente il ghetto è uno dei quartieri più caratteristici della città, lo dico pensando senza dimenticare qual è l'origine del ghetto che invece in realtà è un'origine abbastanza... Come dire, traumatica, nel senso che il ghetto viene istituito nel 1555-56 dopo una bolla papale che prescriveva il confinamento della popolazione ebraica all'interno di... appositi quartieri da individuare nelle varie città. E quindi questo luogo, che è un luogo che ha un'impronta marcatamente medievale, viene individuato e viene aggiustato per le necessità. Quindi viene creata una sinagoga all'interno di questa zona che adesso da un po' di secoli non esiste più, vengono alzati dei muri, proprio fisicamente si creano dei muri e si creano due ingressi usciti. Uno era esattamente qui, fra via Oberland, l'antica via Cavalliera e la via San Simone, mentre l'altro era sotto le due torri dove comincia via dei Giudei. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la popolazione ebraica doveva rimanere all'interno di questo quartiere. poteva uscire per fare qualche attività lavorativa, ma fondamentalmente alla sera bisognava rientrare, stare all'interno di questo quartiere. Le porte venivano chiuse, quindi era effettivamente un confinamento non solo ideologico ma anche fisico. Da chi venivano chiuse? Le porte venivano chiuse, noi in quel periodo eravamo sotto lo Stato Pontificio, noi saremmo per tre secoli circa sotto lo Stato Pontificio. ai gendarmi e al servizio dell'autorità papale. Venivano a chiudere questi portoni con un duplice motivo. Uno, perché gli ebrei non uscissero, due, perché altri malintenzionati non entrassero, perché quindi era un doppio scambio. All'interno di questo recinto, di queste mura del ghetto, loro potevano muoversi comunque? C'erano anche questi tunnel sotterranei che la leggenda racconta? Più che sotterranei, più che sotterranei erano... Quello è il contrario sotterraneo, sopraelevato, grandissimo. Effettivamente soprattutto vicino alla torre Uguzzoni, che è il luogo forse più caratteristico del ghetto, esistono dei passaggi, dei cavalcavia che... che consentivano alla popolazione ebraica di camminare, erano dei collegamenti soprelevati che evitavano agli ebrei di camminare per strada e di esporsi a eventuali rischi sempre presenti. Può essere interessante capire perché c'era questa ostilità nei confronti... degli ebrei. C'era un motivo più ideologico, teologico e uno invece molto più concreto che forse alla fine quello più rilevante. L'idea era che effettivamente Bologna passa sotto lo Stato Pontificio, c'è un'autorità papale molto forte e agli ebrei era rinfacciato di avere crocefisso Cristo, quindi di avere ucciso il figlio di Dio e questo era un'idea una colpa che dovevano scontare per tutta la loro esistenza. La seconda motivazione, diciamo forse meno nobile, è legata al fatto che gli ebrei soprattutto si distingueranno per la loro attività economica, possiamo dire così, quindi di cambiatori e non solo, di prestatori, prestiti su impegno. Tramite dei contratti che venivano chiamati condotte, stipulati con le autorità locali, gli ebrei si impegnavano a rispettare tutta una serie di condizioni. fra cui se dopo un anno le persone non avessero restituito la somma avrebbero perso la proprietà dei beni dati impegno e i tassi erano più o meno concordati e non erano proprio dei tassi favorevolissimi, si parla di un 20-30%. e questo era un buon investimento per loro sicuramente e rasentava un po' l'usura quindi questo non gli aveva fatti proprio essere simpatici. Il sito di Bologna ha qualche caratteristica diversa, differente rispetto a... quella di altri ghetti in altre città, insieme a Roma. Il ghetto di Bologna è riuscito a conservare una sua identità molto forte, che forse in altre città si è persa. Anzi, negli ultimi anni c'è stato anche un tentativo di dargli un'impronta molto forte. Fra l'altro una cosa che mi ha sempre incuriosito, secondo me è abbastanza interessante, il ghetto sarà ghetto, quindi con la sua funzione di... luogo distretto dedicato agli ebrei sarà per pochissimi anni perché praticamente dal 1556 al 1593 quando ci sarà l'ultima bolla che prevederà l'espulsione definitiva degli ebrei dalle città quindi stiamo parlando di una quarantina d'anni e neanche tutti consecutivi in cui gli ebrei vivranno qui dentro e nonostante questo che nella storia plurimilenaria di Bologna effettivamente è un'inezia, sono pochi anni e comunque ancora adesso si continua a ricordare questo luogo come appunto ghetto o ex ghetto. Questo per dire che si è creata una forte identità, una forte matrice, ci sono per esempio dei logo che lo contraddistinguono, questa zona ha vagamente la forma del palmo di una mano e quindi è stato creato questo simbolo identificativo, le strade sono quasi tutte pavimentate con questi simpatici ciotoli di fiume era leggermente ironico, e quindi diciamo che camminando per queste strade si ha sempre l'idea di trovarsi e quindi in un quartiere con un'identità molto forte. Sergio, so che posso usare, che Bologna era? Intorno a questo ghetto, fuori da queste mura, la chiusura, eccetera, eccetera, Bologna cos'era? Era la Bologna dei commercianti, era la Bologna, che Bologna era? Ma io direi soprattutto era la Bologna dello studio, direi soprattutto quello. Bologna nei tre secoli di dominio dello Stato Pontificio, Si contraddistingue soprattutto come una città abbastanza ricca, una città abbastanza nobile, era anche la città della seta, della canapa, ma era anche la città dello studium, nonostante dovesse... spartire questo con le nuove università che man mano stavano crescendo, non dimentichiamo che noi siamo stati la prima università del nostro mondo e quindi nei primi tempi quando c'eravamo solo noi inevitabilmente gli studenti venivano solo a Bologna e quindi abbiamo creato garantito una grande ricchezza alla città, c'era l'esclusiva praticamente, quindi manterrà questo ruolo, non dimentichiamo che Bologna nel 1530 ospita l'incoronazione di Carlo V, quindi vent'anni prima della definizione del ghetto. Quindi è una città sicuramente rilevante, la seconda città dello Stato pontificio. o se ce la vogliamo tirare ancora di più la capitale dello stato pontificio del nord, quindi Escolo d'Endoro, quindi una città ricca, nobile, sofisticata e con una forte valenza culturale. Sergio ci siamo in qualche modo intrufolati all'interno di una delle tantissime visite che fai, scegli di partire da via San Simone, cioè da questo ingresso del ghetto per qualche motivo particolare e non da sotto le due torri? Diciamo che la scelta è abbastanza casuale, avevo un 50% di possibilità, quindi gli ingressi e le uscite erano due, San Simone e Via dei Giudei, mi piace l'idea di percorrere tutte le strade del ghetto, sono una decina scarse quindi sono facilmente percorribili, mi piace l'idea di entrare da uno dei due ingressi che c'erano un tempo e di uscire da un altro. dall'altro al giorno d'oggi ovviamente esistono tante altre possibilità però mi piace perché è più fedele alla sua origine e alla sua natura. Le persone che porti in giro in questo percorso del ghetto ebraico di Bologna ti hanno mai detto, c'è qualcosa che le colpisce in modo particolare, che uno dice questo non lo sapevo che tante volte non ci capita di girare in questa bellissima città e di dire ah non l'ho mai visto, non lo sapevo. Quella è la mia più grande soddisfazione perché è facile portare turisti in giro che non conoscono la città ma quando si portano in giro i bolognesi che si presume che più o meno conoscano a grandi linee la città e ti dicono questa cosa non la conoscevo, questa mi ha fatto piacere scoprirla e poi magari dopo vanno a raccontarlo ad altre persone. Questo ghetto più o meno tutti hanno percorso queste strade sapendo che è il ghetto? Forse no, forse no, ma sì, quindi percorse magari in maniera non così consapevole forse la cosa che colpisce di più è l'identità che si riesce a ritrovare quindi tutte queste caratteristiche così marcate, così precise che lo definiscono, lo fanno appunto risalire al periodo in cui è stato ghetto Controparte, ahimè anche questo però è un aspetto della città, non è bellissimo vedere che tanti muri sono proprio sporchi, sporchi, imbrattati e questo potrebbe essere veramente un gioiello di quartiere. invidiato da tutti e purtroppo questo fenomeno di degrado ha colpito anche il gate force anche ancora un po' di più perché certe strade si fanno raramente, quindi questo sarebbe un elemento da curare particolarmente per ridare lustro e splendore a questo luogo. Grazie Sergio Finelli, buon lavoro. Grazie a voi. Buone visite.