[Musica] [Musica] al mio risveglio Prometeo era sparito il sangue dorato era stato lavato via dal pavimento il foro prodotto dei Ceppi sul muro si era richiuso da una cugina najade udì la notizia era stato condotto su un alto picco frastagliato del Caucaso e incatenato alla roccia un'aquila aveva l'ordine di giungere al mezzo di Dio ogni giorno per strappargli la carne e mangiare il suo fegato ancora caldo una punizione inesprimibile mi disse assaporandone ogni dettaglio il becco insanguinato l'organo devastato che continuava a ricrescere solo per essere nuovamente lacerato te lo immagini chiudi gli occhi avrei dovuto portargli una lancia qualcosa con cui potessero lottare pensai Ma era un assurdità lui non voleva armi lui si era consegnato le chiacchiere sulla punizione di Prometeo durarono a malapena fino al termine della Luna una triade aveva pugnalato una delle Grazie con la forcina per i capelli mio zio Borea e l'olimpico Apollo si erano innamorati dello stesso giovinetto mortale aspettai che i miei zii si prendessero una pausa dai loro pettegolezzi Ci sono notizie di Prometeo si accigliarono come se avessi offerto loro un vassoio con pietanze ripugnanti che notizie dovrebbero esserci mi faceva male il palmo nel punto in cui era penetrata la lama Anche se naturalmente non era rimasto alcun segno padre disse Zeus libererà mai Prometeo mio padre Lancia un'occhiata furtiva alle sue pedine della dama dovrebbe ottenere qualcosa di meglio in cambio di per esempio mio padre non rispose la figlia di qualcuno era stata trasformata in uccello Borea e Apollo Avevano litigato per il giovane che amavano e lui era morto Borea sorrise sornione dal Canapè la sua voce ventosa fece tremare le torce credete che lo avrei lasciato ad Apollo non si meritava un simile fiore ho soffiato un disco sulla testa del ragazzo una bella lezione per la Boria del dio dell'Olimpo le risate dei miei zii esplosero in una cacofonia di acuti strilli di delfino la trati di foca sciabordidacqua contro la roccia delineidi bianche come ventre di Anguilla tornando verso le loro dimore di sale ci passarono accanto perse Mi colpì in viso con una mandorla che ti prende ultimamente Magari è innamorata disse pasifaese perse Nostro padre nemmeno riesce a darla via credimi ci ha provato mia madre ci Lancia un'occhiata da sopra la spalla delicata almeno non dobbiamo ascoltare la sua voce io posso farla parlare guardate per semi pizzico la pelle del braccio con forza dal banchetto ti sei abbuffato troppo lo derise mia sorella Lui arrossiì non è che è una stramba ci nasconde qualcosa mi afferrò per il polso cos'è che tieni sempre in mano a qualcosa lì Aprite le dita così fai me le aprì una alla volta graffiandomi con le unghie lunghe scrutarono nel polso mia sorella sputò niente mia madre partori di nuovo un maschio mio padre lo benedisse ma non pronunciò profezie così mia madre si guardò intorno alla ricerca di qualcuno a cui lasciarlo le mie zie si erano ormai fatte più sagge e nascosero le mani dietro la schiena lo prendo io dissi mia madre mi derise ma non vedeva l'ora di pavoneggiarsi con il nuovo filo d'Ambra bene Se non altro servirà a qualcosa [Musica] a vicenda e niente l'aveva chiamato mio padre Aquila fra le mie braccia la sua pelle era calda come una pietra arroventata dal sole e soffice come un petalo di velluto mai resistito bimbo più dolce Odorava di miele e di fiamma appena accesa mi mangiava dalle dita e non transadiva al suono gracile della mia voce mentre gli raccontavo le storie lui non desiderava che dormir mi rannicchiato contro il collo ogni istante che trascorrevamo insieme il mio amore per lui si traduceva in un fremito nella gola così forte a volte da impedirmi di parlare sembrava ricambiare il mio amore cosa che era la più grande delle meraviglie Circe fu la prima parola che pronunciò e sorella fu la seconda se mia madre se ne fosse accorta ne sarebbe stata gelosa perse e pasifae ci tenevano d'occhio per vedere se avremmo dato inizio a una guerra una guerra non ci tenevamo affatto Ete ottenne il permesso da Nostro padre di lasciare il palazzo e trovò un litorale deserto tutto per noi la spiaggia era piccola e bianca gli alberi a malapena una macchia Ma che a me pareva un'immensa distesa lussureggiante [Musica] in un battito di ciglia lui divenne più alto di me ma continuavamo a camminare tenendoci a braccetto pasifae ci scherniva dicendo che sembrava amamanti che fossimo come quegli dei che si accoppiavano tra fratelli le dissi che se era quello il suo pensiero Allora doveva già averlo fatto lei per prima era un insulto goffo ma è eterise il che mi fece sentire sveglia come Atena brillante idea di arguzia in seguito la gente avrebbe detto che era strano per colpa mia non posso provare il contrario ma nei miei ricordi strano lui lo era già diverso da ogni altro Dio che conoscessi perfino da bambino sembrava capire quello che ad altri sfuggiva conosceva i nomi dei mostri che vivevano nelle fosse più profonde dell'oceano sapeva che le erbe fatte ingoiare da Zeus crono erano chiamate farmaca potevano operare meraviglie nel mondo e molte crescevano dal sangue versato dagli dei iOS potevo la testa come fai a sapere certe cose ascolto Anche io avevo ascoltato ma non ero la pupilla di mio padre e veniva invitata a sedere in ogni suo concilio i miei zii Avevano cominciato a invitarlo nelle loro sale io restavo nella mia stanza ad aspettare il suo ritorno così da poter andare insieme in quella spiaggia deserta e sederci sulle rocce gli spruzzi del mare ai nostri piedi posavo la guancia sulla sua spalla e lui mi poneva domande qui non avevo mai pensato e che a malapena capivo come senti la tua natura Divina cosa intendi Ecco disse Lascia che ti dica Come sento la mia simile una colonna d'acqua che di fluisca incessantemente su se stessa per fare ritorno alla sua roccia Ora tocca a te Tentai qualche risposta comebbrezza su un dirupo come un gabbiano che grida dal nido scrollo la testa No dici queste cose solo per quello che ho detto io come la senti davvero Chiudi gli occhi e ascolta chiusi gli occhi se fossi stata una mortale avrei udito il battito del mio cuore ma gli dei hannovene dal corso lento e in verità non udì nulla Tuttavia odiavo deluderlo mi premetti una mano sul petto e dopo un po' mi parve di sentire qualcosa una conchiglia dissi Ah agito le dita nell'aria una conchiglia tipo vongola o tipo strombo Tipo strombo E cosa c'è dentro quella conchiglia un mollusco niente dissi aria non sono la stessa cosa disse niente è lo spazio vuoto mentre L'aria è ciò che riempie tutto il resto e respiro e vite spirito e le parole che pronunciamo mio fratello un filosofo Sapete quanti ce ne sono tra gli dei uno soltanto oltre a quello che avevo incontrato la volta blu del cielo ci sovrastava Ma io ero nuovamente in quella sala buia con tanto di catena e sangue ho un segreto dissi e diete sollevo le sopracciglia divertito pensava che fosse uno scherzo mai avevo saputo qualcosa che lui non sapesse già è stato prima che tu nascessi dissi mentre gli raccontavo di Prometeo e Ete non mi guardava diceva sempre che senza distrazioni la sua mente lavorava meglio teneva gli occhi fissi sull'orizzonte acuti come quelli dell'Aquila da cui prendeva il nome capaci di scrutare le cose fin nel minimo anfratto come acqua che si infiltri in uno scafo crepato quando ebbe terminato lui restò a lungo in silenzio infine disse Prometeo era un Dio della profezia doveva già sapere che sarebbe stato punito e la punizione che avrebbe ricevuto Eppure lo ha fatto lo stesso Non ci avevo mai pensato che perfino mentre rubava il fuoco per darlo all'umanità Prometeo potesse sapere che stava andando incontro a L'Aquila e a quell'eterno desolato di Ruvo me la caverò mi aveva risposto quando gli avevo circondato se sarebbe stato bene chi altri lo sa nessuno ne sei certa nella sua voce un'urgenza cui non era abituata non lo hai detto a nessuno no dissi a chi chi mi avrebbe creduta vero fece un cenno di assenso non devi dirlo a nessuno non dovresti più parlarne nemmeno con me Sei fortunata che il Nostro padre non l'abbia scoperto credi che sarà direbbe molto Prometeo e suo cugino sbuffò con sprezzo siamo tutti Cugini compresi gli olimpici faresti fare a Nostro padre la figura dello sciocco incapace di controllare la sua parola ti getterebbe in pasta I Corvi avvertito stomaco contrarsi di terrore e lui nel vedere la mia espressione Rise proprio così disse E a che scopo Prometeo è comunque punito Lascia che ti dia mio consiglio La prossima volta che hai intenzione di sfidare gli dei Fallo per una ragione migliore detesterei vedere mia sorella ridotta in cenere per niente pasifae fu data in sposa aveva tramato a lungo perché accadesse seduta in grembo a mio padre a farle fusa su quanto avrebbe desiderato generare un figlio con un buon sovrano mio fratello perse era stato ingaggiato perché la aiutasse levando cadici e brindando alla sua età da marito a ogni pasto Minosse disse mio padre dal suo giaciglio il banchetto figlio di Zeus il re di Creta un mortale scattò mia madre dicevi che sarebbe stato un Dio dicevo che sarebbe stato un eterno figlio di Zeus e tale è perse soldigno linguaggio da profezia un mortale sì o no un lampo attraverso la stanza ustionante quanto il cuore del Fuoco basta così Minosse regnerà su ogni altra anima mortale nell'oltretomba e il suo nome vivrà per i secoli a venire è deciso mio fratello non osò dire altro E così mia madre e Ete incrociò Il mio sguardo e io udii le sue parole come se le pronunciasse vedi non c'è una sola buona ragione mi aspettavo che su quella sua retrocessione mia sorella si disperasse invece vidi che stava sorridendo non capivo che cosa significasse la mia mente stava seguendo un filo diverso un improvviso rossore mi si era diffuso in viso se Minosse fosse stato lì allora ci sarebbe stata anche la sua famiglia la sua Corte i suoi consiglieri i suoi Vassalli astronomi i suoi Cocchieri i suoi servi e serpenti tutte quelle creature per cui Prometeo aveva dato l'eternità i mortali il giorno delle nozze mio padre ci condusse attraverso il mare con il suo cocchio d'Oro Il banchetto si sarebbe tenuto sull'isola di Creta nel grande palazzo di Minosse a Cnosso le mura erano intonacate di fresco ogni superficie era addobbata con fiori sgargianti e le tappezzerie brillavano del più intenso Giallo Zafferano non avrebbero partecipato soliti Titani Minosse era figlio di Zeus e anche quei leccapiedi degli olimpi sarebbero venuti a porgere i romanzi i lunghi colonnati furono ben presto affollati di dei in tutto il loro splendore risonante di ornamenti e risate che scoccavano sguardi per vedere chi altri era stato invitato il Crocchio più fitto era intorno a mio padre immortali di ogni sorta pigiate gli uni contro gli altri pur di congratularsi con lui per quella sua eccezionale Alleanza i miei zii erano particolarmente compiuti fintanto che il matrimonio avesse letto era improbabile che Zeus Si sarebbe messo contro di noi dal suo baldacchino di sposa pasifae rifulgeva allettante come un frutto maturo aveva la pelle dorata e i capelli del colore del sole sul bronzo lucidato accalcate intorno a lei un centinaio di Ninfa impazienti l'una più ansiosa dell'altra di dirle quanto fosse bella io mi Tenni nascosta lontana dalla mischia passarono davanti a me i Titani mia zia Selene miozione Reo con lo strascico d'alghe mnemosine madre della memoria e le sue nove figlie dall'agile passo io scrutavo fra i volti alla ricerca discorsi infine ai margini del salone una carica indistinta di figure le teste chine e vicine Prometeo mi aveva detto che erano tutti diversi ma ciò che mi riuscivi di distinguere era una folla confusa di individui ognuno con lo stesso incarnato spento e sudato le stesse veste gualcite mi avvicinai i loro capelli cadevano dritti la loro carne pendeva flaccida dalle ossa immaginai di toccarli di posare la mano su quella pelle morente al solo pensiero mi senti attraversare di un brivido a quel punto avevo già sentito le storie che si bisbigliavano fra cugini di ciò che quelli potevano fare alle ninfe sorprese da sole gli stupidi rapimenti gli abusi lo trovavo difficile da credere apparivano fragili come lamelle di funghi tenevano i volti prudentemente abbassati discosti da tutte quelle divinità dopo tutto anche mortai avevano le loro storie su ciò che accadeva quelli che si mischiavano con gli dei uno sguardo inopportuno un piede in fallo cose che potevano portarti alla morte e alla maledizione delle loro famiglie per decine di generazioni era come una lunga catena di terrore pensai Zeus in cima e mio padre subito dietro a seguire i fratelli le sorelle e i figli di Zeus poi i miei zii e nei ranghi più in basso gli dei fiumi e i signori dell'oceano e le furie e i venti e le grazie fino a noi in fondo ninfe e mortali che ci sbirciavamo a vicenda la mano di eete si chiuse sul mio braccio non sono un granché vero andiamo ho trovato gli Olimpico lo seguì con il sangue che mi pulsava nelle vene non ne aveva mai visto uno di quelli che regnavano dei loro Troni celesti e niente Mi condusse una finestra che dava su un cortile inondato dal sole ed Eccoli lì Apollo signore della lira e dell'Arco splendente la sua gemella Artemide illuminata dalla Luna impietosa cacciatrice Efesto fabbro degli Dei che aveva forgiato le catene per immobilizzare Prometeo il minaccioso Poseidone il cui Tridente comanda i flutti e poi Demetra signora dell'Abbondanza i cui messi nutrono il mondo intero di osservai avanzare scivolando eleganti nella loro potenza l'aria stessa sembrava sederti il passo a te non la vedi sussurrarai mi erano sempre piaciute le storie su di lei guerriera dagli occhi grigi dea della saggezza la cui mente era più Lesta del lampo di una Saetta ma non era presente forse era troppo saggia per porgere i propri omaggi come uno dei tanti nella confusione generale o magari era lì ma nascosta anche gli occhi degli altri dei era una delle divinità più potenti dell'Olimpo riusciva a rendersi invisibile e così osservare il mutare delle alleanze e ascoltare i nostri segreti al solo pensiero per te un brivido sulla nuca Credi che ci stia ascoltando anche adesso Non essere sciocca è qui per i sogni dei Guarda arriva Minosse Minosse Re di Creta figlio di Zeus e di una mortale semidei venivano chiamati quelli come lui mortali ma Benedetti da una parentela Divina svettava sui suoi consiglieri i capelli folti come una grovegliata Boscaglia il torace ampio come il ponte di una nave gli occhi scuri e lampeggianti sotto la corona dorata mi ricordavano le pareti di ossidiana delle sale di mio padre Eppure quando posò la mano sul braccio delicato di mia sorella mi apparve ad improvviso come un albero in inverno spoglio e raggrinzito penso che lo capì E avvampò cosa che fece risplendere ancora di più pasifae Lì sarebbe stata molto felice pensai o predominante per lei la stessa cosa laggiù disse Ete visbigliandomi all'orecchio guarda stava indicando un mortale un uomo che prima non avevo notato e che non si accalcava quanto gli altri era giovane la testa calda Secondo lo stile Egizio la pelle del viso perfettamente distesa sui lineamenti mi piaceva i suoi occhi chiari non erano offuscati dal vino come quelli di tutti gli altri ovvio che ti piace disse e diete e Dedalo una delle meraviglie del mondo mortale un artigiano la cui arte guaglia quasi quella di un Dio quando sarò re mi circonderò anch'io di simili di Gloria sì E quando sarai re presto disse Nostro padre sta per darmi un regno pensai che scherzasse e potrò viverci anch'io no rispose È mio dovrei procurartene uno tuo continuava a tenermi a braccetto ma all'improvviso tutto fu diverso con la sua voce che mutava si sottraeva quasi fossimo due creature legate a cordoni separati invece che unite l'una all'altra Quando gracchiai dopo la festa ha deciso di portarmi la direttamente lo riferì quasi non fosse che un dettaglio da niente Mi parve di mutare in pietra mi aggrappai a lui come hai potuto tacermelo Non puoi lasciarmi che cosa farò io Tu non sai come ero prima si slacciò il mio braccio dal collo non c'è bisogno di simili scenate sapevi che sarebbe successo Non posso marcire per sempre sotto terra senza nulla di mio e di me che ne sarà avrei voluto chiedergli resterò qui a marcire ma lui si era voltato a parlare con uno degli zii e non appena gli sposi varcarono la soglia della loro stanza da letto lui balzò sul cocchio di nostro padre sparendo all'istante in un turbinio dorato perse partirà alcuni giorni dopo nessuno se ne sorprese senza mia sorella per lui le sale di mio padre Erano vuote disse che sarebbe andato a Oriente tra i Persiani portano il mio stesso nome osservò stupidamente Inoltre ho sentito che allevano creature chiamate demoni e vorrei vederne una mio padre sia domò da quando lo aveva deriso A proposito di Minosse ce l'aveva con perse perché dovrebbero avere dei demoni più di noi perse non si disturbò a rispondere avrebbe viaggiato per le vie d'acqua non aveva bisogno che mio padre lo portasse in volo almeno non dovrò più sentire quella tua voce fu l'ultima cosa che mi disse in una manciata di giorni la mia vita era andata in pezzi ero di nuovo bambina in attesa che mio padre rientrasse a bordo del suo cocchio mentre mia madrepoltriva lungo le rive del fiume di oceano giacevo nelle sale deserte la gola scorticata dalla solitudine e quando non riuscivo più a sopportarlo mi rifugiavo nel ricordo di eete sulla mia vecchia spiaggia deserta scovavo le pietre che le dita di lui avevano toccato percorrevo la sabbia che i suoi piedi avevano smosso Certo che non poteva restare era un figlio Divino di Elios splendente luminoso dalla magnifica voce intelligente e con il desiderio di un trono e io rividi i suoi occhi quando lo avevo supplicato lo conoscevo bene ed ero riuscita a leggervi attraverso quando mi aveva guardata non c'è una sola buona ragione seduta sulle rocce ripensai alle storie di ninfe che piangevano fino a trasformarsi in pietre e uccelli gracchianti in bestia sciocche ed esiti alberelli i pensieri imprigionati nella corteccia per l'eternità a quanto pareva non avrei potuto fare nemmeno quello la vita mi rinchiudeva in mura di granito avrei dovuto parlare con quei mortali gli dissi avrei potuto mendicare un marito fra loro ero figlia di Elios uno di quegli uomini cenciosi mi avrebbe di certo voluta qualsiasi cosa sarebbe stata preferibile alla mia situazione attuale e fu allora che vidi la barca [Musica] [Musica]