Transcript for:
Analisi della Novella Prima del Decameron

[Musica] cari amici dopo aver seguito e commentato insieme le peripezie di Andreuccio da Perugia voglio oggi presentarvi un'altra Novella è la novella introduttiva la prima delle 100 e quindi segue l'introduzione alla prima giornata con il racconto della peste come sapete ognuna delle 10 giornate del Decameron è dedicata ad un tema tranne la giornata prima e la giornata nona in cui ognuno è lasciato libero di raccontare ciò che più gli aggrada come scrive Boccaccio nella rubrica Ora però per quanto riguarda la prima giornata che è quella che ci interessa ci accorgiamo che nonostante questa libertà di scelta la maggior parte delle novelle hanno a che fare con il tema della religione aon ato Naturalmente in quell'ottica critica E sostanzialmente anticlericale che contraddistingue la visione della religione di Boccaccio di questo vi ho già parlato ampiamente in un video dedicato Ma adesso lo vedremo diciamo applicato a questa storia a questa Novella Dunque abbiamo detto giornata prima Novella prima il narratore è panfilo uno dei tre giovani della lieta Brigata e che fra l'altro farà anche un'importante premessa tra pochissimo Ne parleremo il protagonista è essenzialmente uno questo ser cepperelli appell letto quindi un Toscano pare sia un personaggio storico realmente esistito Naturalmente la vicenda è di fantasia ma appunto l'ispirazione del personaggio è reale e la vicenda si svolge però in Francia nella Borgogna dell'argomento Ne parleremo seguendo la vicenda e quindi cominciamo subito a scorrere le sequenze della novella e però invece di fare prima la sintesi e poi il commento leggiamo e analizziamo contestualmente questo divertentissimo racconto dunque la novella si apre come in realtà quasi sempre accade nel Decameron con una premessa del narratore panfilo in questo caso anche se noi avvertiamo chiaramente che dietro le parole di panfilo c'è in realtà il pensiero di Boccaccio allora panfilo inizia a parlare citando una abitudine molto comune molto diffusa tra gli individui quella di rivolgersi ai santi per chiedere aiuto però continua panfilo ci sono santi e santi Alcuni di loro sono vissuti seguendo la volontà di Dio compiendo opere p e meritamente sono stati santificati altri un po' meno e può capitare che un bisognoso sulla terra si rivolga al Santo sbagliato cioè ad uno di questi individui che indegnamente sono stati fatti Santi malgrado questo Dio al quale scrive Boccaccio ni una cosa è occulta più alla purità del pregatore riguardando che alla sua ignoranza o allo essilio del pregato così come se quegli fosse nel suo cospetto Beato esaudisce coloro che il pregano quindi Dio è capace di guardare dentro il nostro cuore e di esaudirci anche se ci stiamo rivolgendo ad una persona indegnamente considerata Santa ora questa premessa è veramente importante vale la pena di capirne bene il significato prima di andare avanti con la storia perché come dicevo All'inizio ci dà la chiave di lettura de la novella e la chiave di lettura è questa si vuole dimostrare l'esistenza di Dio tramite il suo opposto cioè il divino esiste perché esiste Il diabolico questo è ciò che Boccaccio vuole dimostrare oltre a un'altra cosa la grandezza di Dio che è capace di leggere dentro i nostri cuori senza farsi ingannare naturalmente e di guardare alla purezza della fede ma andiamo a vedere tutto ciò nel il vivo del testo riprendendo il discorso di panfilo che dopo questa premessa incomincia a raccontare Dunque il racconto inizia con la brevissima presentazione di un personaggio che però non avrà parte attiva nella vicenda serve solo a darle avvio un tale musciatto franzesi un ricchissimo mercante Ecco quindi questa è la prima figura di Mer ante che noi troviamo nel de Cameron se ne incontreranno moltissimi è uno dei personaggi più tipici dell'arte boccacciana emblema della borghesia in ascesa ricca e intraprendente Oh questo musciatto franzesi che opera in Francia di ricchissimo e gran mercatante Cavalier divenuto si trova a dover seguire in Italia Carlo di valuis detto senza terra e quindi ha ha la necessità di trovare una persona a cui lasciare il compito di riscuotere i suoi crediti in Borgogna terra i cui abitanti erano famosi per essere malvagi e sleali e per questo motivo decide di affidare l'incarico a serce Perello da Prato noto per essere il peggiore uomo forse che mai nascesse e segue a questo punto una lunga sequenza descrittiva dedicata a questo personaggio è una pagina veramente deliziosa purtroppo non posso leggerla in integrale per questioni di tempo ma insomma mi auguro sempre che voi utilizziate le mie video lezioni come guida e aiuto e non come sostitutivo della lettura integrale a cui quindi vi rimando vi do soltanto qualche cenno testimonianze false Con sommo di letto diceva aveva oltre modo piacere in commettere tra amici e parenti Mali e inimicizie e scandali invitato ad un omicidio o a qualunque altra Rea cosa volenteroso Vava a Chiesa non usava già mai delle Femmine era così vago Come sono i cani dei bastoni e poi conclude Boccaccio perché mi distendo io in tante parole egli era il peggiore uomo forse che mai Nas ora come Vedremo questa descrizione Così particolareggiata oltre che rispondere a quel gusto del narrare che contraddistingue Boccaccio è anche funzionale a preparare il corpo della novella cioè la confessione Ma andiamo per ordine e sintetizziamo velocemente il seguito cepp Perello secondo quanto concordato con Carlo di valuis parte per la Borgogna e va ad alloggiare in casa di due fratelli Fiorentini usurai incomincia a riscuotere i crediti ma poco dopo si ammala quando appare chiaro che le speranze di vita per lui si assottigliano i due fratelli si chiudono in una stanza della casa a discutere sono però ignari del fatto che cepparello sta sentendo tutto ciò che li spaventa anzi li terrorizza è la prospettiva della confessione essendo Infatti consuetudine rito che un moribondo si confessi i due fratelli sono non solo preoccupati del fatto che nessun prete udendo le sue malefatte lo assolvere ma anche terrorizzati dall'idea che se si spargesse nel paese La Voce Di che razza di individuo hanno ospitato i Borgognoni già esasperati dalle loro usure si precipiter bero in casa loro ad assalirla Ma come dicevo prima Cerello ha udito tutta la conversazione e comanda così ai due fratelli di far venire sicuramente un santo frate promettendogli che sistemerà tutto e che loro non avrebbero avuto nessun problema e a questo punto la novella prosegue con la scena madre della confessione che è veramente il corpo della vicenda non solo in termini di lunghezza ma anche di signific Ecco attraverso una sequenza che si sostanzia in un lunghissimo dialogo cepperelli a farsi passare mentendo spudoratamente non come il peggiore uomo che mai nascesse ma forse come il migliore il frate Infatti entra nella stanza del moribondo e come dirito inizia ad interrogarlo chiedendogli se abbia commesso qualcuno dei sette peccati capitali e così scorrono davanti ai nostri occhi Lussuria gola avarizia ira eccetera e la cosa divertente straordinaria di questo dialogo è che Cerello nel rispondere non si limita naturalmente a dire No io non ho mai mangiato oltremodo No non ho mai ucciso nessuno perché insomma sarebbe stato un dialogo abbastanza banale no Cerello in maniera straordinariamente furba Mostra di avere scrupoli di coscienza E finge di essere consapevole di aver peccato ma Paradossalmente il frate non è dello stesso parere Ecco vi faccio un esempio dal passo in cui il frate chiede a cepperelli abbia mai commesso Peccati di gola e cepperelli forte rispose del sì ecco vedete lui risponde di aver Peccato non di non aver Peccato che come dicevo prima avrebbe reso il tutto estremamente banale e privo di significato Il paradosso è proprio questo che Cerello dice di aver peccato ma il frate gli risponde che in realtà non ha peccato e sentite Infatti come prosegue perciò che nonostante fosse Quaresima e almeno 3D fosse uso di digiunare in pane e in acqua con quello di letto E con quello appetito la acqua bevuta A Vea che fanno i gran bevitori il vino e molte volte aveva desiderato d'avere cotali ins salatu d' erbucci come le donne fanno quando vanno in villa al quale il frate disse Figliol mio questi peccati sono naturali e sono assai Leggieri e perciò io non voglio che tu te ne gravi più la Coscienza tua che bisogni e così domanda dopo domanda da confessione dopo confessione il frate Va cercando peccati e trova solo Santità addirittura al termine di questo lungo dialogo quando scrive Boccaccio il frate già voleva procedere alla soluzione ser Cerello aggiunge Messere io ho ancora alcun Peccato che io non Vho detto e continua riuscendoci benissimo a prendere in giro il povero frate gli dice per esempio eh Messere io non AV vedendo Men sputai una volta nella chiesa di Dio il frate cominciò a sorridere e disse figlio al mio cotesta non è cosa da curarsene noi che siamo religiosi tutto il di vi sputiamo poco dopo ser Cerello muore e il finale della novella è un'altra scena magistrale che suggella il capolavoro la buona riuscita dell'ultimo inganno del protagonista il santo frate che confessato la vea udendo che egli era trapassato Alli frati raguna mostrò ser ciappelletto essere stato Santo uomo secondo che per la sua confessione conceput avea E la sera andati tutti là dove il corpo di ser ciappelletto giaceva sopra Esso fecero una grande e solenne vigilia e la mattina tutti vestiti coi amici e coi piviali coi libri in mano e con le croci innanzi cantando andarono per questo corpo e con grandissima festa e solennità il recarono alla Lor chiesa seguendo quasi tutto il popolo della città Uomini e Donne e nella chiesa Apostolo il santo frate che confessato la vea salito in sul Pergamo di lui cominciò e della sua vita dei suoi Digiuni della sua virginità della sua semplicità e innocenzia e santità maravigliose cose a predicare e intanto crebbe la fama della sua Santità e devozione a lui che quasi niuno era che in alcuna avversità fosse che ad altro Santo che a lui si votasse e chiamarono e chiamano San ciappelletto e affermano molti miracoli Dio aver Mostrati per lui e mostrare tutto giorno a chi divotamente si raccomanda a bene per concludere Non ci resta che chiarire la morale della novella anche se in realtà ne abbiamo già parlato in parte ho già detto infatti all'inizio che il proponimento di Boccaccio è dimostrare come Dio sappia leggere nel cuore degli uomini anche quando questi vengano ingannati ma A tal fine utilizza un exemplum a contrario un esempio alla rovescia cioè il peggiore uomo forse che mai nascesse e quindi tutta la dimostrazione è basata su un paradosso abbiamo anche detto che a risultare stigmatizzate non sono assolutamente la religione e la Fede ma l'ingenuità e la credulità Del Frate e dei suoi confratelli naturalmente è presente nella novella anche una Chiara sa rivolta a certe forme e a certe ritualità della religiosità tradizionale In primo luogo il rito della confessione che è un po' il centro della della storia ma anche il culto delle reliquie il culto dei santi e la processione tutte forme di religiosità e di credulità popolare che Boccaccio aveva particolarmente in uncio bene Io mi fermo qui voi però mi raccomando ricordate se il video Vi è piaciuto e vi è stato utile regalatemi Un bel like e iscrivetevi al canale Ciao [Musica]