Benedetto Croce: Considerato il più grande statista italiano.
Gaetano Salvemini: Definisce Giolitti "ministro della malavita".
Importanza storica: Giolitti ha posto le basi dell'Italia moderna nei primi del 900.
Età Giolittiana (1901-1914)
Entrata in politica: Febbraio 1901, diventa Ministro dell'Interno nel governo Zanardelli.
Politica italiana: Dominio della figura di Giolitti fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale nel 1914.
Sviluppo industriale: Nascono le maggiori industrie, costruzione di ferrovie, assicurazioni diventano statali.
Scuola: Diventa obbligatoria e gratuita fino a 12 anni.
Il profilo di Giolitti
Carattere e vita: Uomo schivo e riservato, non ci sono filmati di lui.
Origini: Nato in Piemonte, connessioni con Camillo Cavour, ma senza entusiasmo per il Risorgimento.
Carriera: Inizia come burocrate e amministratore; entra in politica a 40 anni.
Politiche e riforme
Organizzazione del lavoro: Giolitti promuove l'organizzazione dei lavoratori.
Discorsi parlamentari: Sostiene l'importanza di mediare tra capitale e lavoro.
Riforme sociali: Introduzione di nuove norme per la tutela del lavoro, limiti di orario e età per il lavoro femminile e minorile.
Agitazioni sindacali e conflitti sociali
Scioperi: Il primo sciopero generale della storia italiana nel 1904.
Posizione di Giolitti: Non invia l'esercito, favorisce la negoziazione e il dialogo.
Critiche: Accusato di essere morbido verso i lavoratori.
Emigrazione e questione meridionale
Flusso migratorio: 9 milioni di persone emigrano tra il 1876 e il 1900, di cui 3 milioni dal sud.
Politiche giolittiane: Leggi speciali per il sud, alleanze discutibili, ma critiche da parte di Salvemini.
Politica estera e colonizzazione
Intervento in Libia (1911): L'Italia occupa Tripoli, ma la guerra si rivela lunga e costosa.
Percezione del colonialismo: Giolitti cerca di bilanciare le esigenze nazionaliste e democratiche.
Crisi del governo e Prima Guerra Mondiale
Ritiro dalla politica: Giolitti si ritira nel 1914, contrariamente all'intervento in guerra.
Opposizione crescente: Emergenza di un'Italia nazionalista e socialista che si allontana dalla visione giolittiana.
Fine della carriera: Giolitti viene emarginato, si ritira a Cavour e vive gli ultimi anni in solitudine.
Conclusione
Lasciato in eredità: Giolitti ha influenzato profondamente la politica italiana, ma il suo approccio razionale viene sopraffatto dalle passioni politiche.
Riflessione finale: La sua figura rimane complessa, simbolo di un'epoca di transizione per l'Italia.