in Ebreo, appartenente alla grande famiglia dei banchieri Warburger, a tutt'oggi esiste quella che ormai chiamano all'inglese Warburg Bank, ma allora era Warburger anche se c'erano già delle connessioni molto forti con... gli Stati Uniti con l'Inghilterra e sovrano di quelle banche che spostavano i destini di una guerra mondiale grandi finanziatori di stati lui era il primo genito Abbie o Abbie perché a Lomborgo si parlava un po' all'inglese e leggendo vuole che quando avevano 16-17 anni lui e il suo fratello secondo genito si fossero trovati sulla spiaggia dell'elba e il primo genito lui avesse detto al secondo genito senti, crediti in mano a tu tutta la baracca finanziaria della nostra famiglia io sono disposto a sceglierti il diritto di primo genitore occupatene tu che sei molto più ferrato di me in questioni matematiche e finanziarie grazie sei adatto come carattere, io voglio occuparmi di altro e che cosa vuoi in cambio? gli dice il fratello voglio che tu mi compri tutti i libri che io ti chiederò il fratello si sfrega le mani perché l'idea di ereditare un impero e il diritto di primogenitura che allora vigeva in cambio di, pensava lui, qualche edizione di Goethe, Schiller, di classi tedeschi ha subito stretto la corda non sapeva che in realtà si sarebbe infilato certo, le compi... venuto con un unico, però l'onere di costruire questa enorme biblioteca che il fratello maggiore aveva intenzione di costruire, una biblioteca all'inizio privata e poi pian piano è diventata una biblioteca pubblica, certo pubblica come poteva essere una biblioteca negli anni 10, 20, 1900, ci andavano in elite gli studiosi, gli studenti dell'Università di Hamburgo, una biblioteca che sta potete stare ancora oggi alla Heilwichtrasse 116 di Hamburgo che si chiama Kulturwissenschaftliche Biblioteche cioè una biblioteca di scienze della cultura Van Hamburgo già in quegli anni aveva in mente che cosa? una biblioteca molto particolare che oggi ormai è inflazionato il termine chiameremmo transdisciplinare o interdisciplinare c'era quella dell'arte, storia storia della letteratura, storia delle scienze, matematica la magia insieme con la finta l'astrologia insieme con l'astronomia, quindi gli aspetti della prescienza uniti a quelli della scienza.
E quale parola campeggiava sulla porta d'ingresso di questa biblioteca? Campeggiava la parola greca, menemosyne, cioè la dea greca della memoria, la madre delle muse. E quindi? Cominciamo a intuire cosa ci facessero in questa biblioteca gli scritti di Butler, di Rignano, di Hering, di Zeman, cioè tutti scritti di autori molto vicini sugli scaffali. E adesso fra un momento vi racconterò il modo in cui Marburg sistemava i suoi libri.
Lì avete una sala di seminari e qui avete alcune immagini. Qui era dell'idea che i libri non andassero sistemati in questa biblioteca in maniera cronologica, né tantomeno alfabetica. Aveva un'idea che, il poveretto lo ha mandato anche in clinica psichiatrica in un certo punto, non solo per il problema dell'ordinamento, ma l'idea che lui si era fatto di come sistemare i suoi libri per facilitare la ricerca a se stesso e ai suoi studenti. era la legge del buon vicinato quindi era dell'idea che un problema sollevato da un libro dovesse trovare nei libri che gli stavano di fianco delle possibili risposte e quindi Butler, Rignano, Zem, Herring stavano vicini sullo scaffale e ancora oggi nonostante abbiano adattato la biblioteca a nuovi criteri moderni necessari di indutria economica è ancora possibile fare questa ricerca non ad Hamburgo perché Varbu muore nel 29 e non riesce a vedere la presa del potere dei nazisti, ma la biblioteca era fondata da un ebreo, cioè da Varbu stesso e all'ascesa del potere nazista i suoi allievi caricano tutti questi migliaia di volumi su delle casse...
su una chiatta la trasportano in all'esterno. E lì si salva, riesce a superare la guerra e i bombardamenti dei nazisti a Londra e adesso è un istituto che fa parte da diversi anni della Università di Londra ed è un istituto che è il Barbrogan Institute, il GURBO. e ancora si può andare lì e tu cerchi un libro e intanto che scrivi quel libro ti cade l'occhio sui libri che stanno intorno a destra, a sinistra, sopra, sotto e fai una ricerca sul campo sul campo il problema qual era?
che tutte le volte che arrivava un libro nuovo Il sistema cambiava, perché si inseriva un nuovo problema. Lui passava le notti sul locale a postare i libri, cosa che lo ha fatto abbastanza uscire fuori testa. Cercava con degli schedari di...
di tenere un po'naturalmente con una serie di appunti lui era molto assistematico per cui c'erano tutta una serie di rinvii di rimandi che non riuscivano però a essere contenuti in nessuna forma vera e propria di ordine il suo interesse era proprio capire come non la memoria di un individuo ma nel senso di Zemmone Mnemozion nel senso dei greci come l'occidente si fosse costruito una memoria culturale, in cui confluivano diverse discipline. Lui aveva in modo particolare un'attenzione, una sensibilità specifica per la storia dell'immagine. Quello che lui voleva fare era raccontare come l'Occidente si è espresso in immagine, si è dato in figura, si è fatto vedere in figura.
La cosa che non lo soddisfaceva assolutamente però era il manuale fra dell'arte che cominciano con le antiche civiltà preistoriche, che finiscono con la modernità e passano per l'Egitto, i Greci, i Romani, il Tardo Romano, il Medioevo, tutte le periodizzazioni in una linea cronologica. Perché non lo soddisfaceva questo? Ma diceva, il Rinascimento è vicino al Medioevo dal punto di vista della periodizzazione. di attrazione cronologica finisce il medioevo, comincia l'umanesimo e il nascimento ma è molto lontano dal medioevo è molto più vicino, dice lui alla Grecia, classica che rinasce nel rinascimento Allora, posso io insegnare nello stesso libro Medioevo e Rinascimento? O non dovrei piuttosto far vedere che sotto il Medioevo è continuata una memoria di quell'antichità greco-romana che riaffiora nel Rinascimento?
Allora io dovrei trattare due periodi che sono lontani sulla linea del tempo ma vicini come affinità culturale insieme. E il Medioevo lasciarlo che è il suo. cioè lui si pone il problema di come a un certo punto, che è il problema anche di Bach, come a un certo punto questa latenza non è più latente ma diventa manifesta, patente, riaffiora.
Come mai il Renascimento si ricorda, tra virgolette, della Grecia? E proprio come i libri dovevano avere i loro buoni vicini, anche le immagini, secondo Farrow, dovevano avere dei buoni vicini. Lui costruiva questi pannelli, se non si vedono male, ma dopo vi vedremo alcuni un po'più in dettaglio, in cui ci sono delle immagini che...
completamente a prescindere dalla loro vicinanza cronologica, che è quello che non gli interessa, perché appunto il Medioevo può essere vicino finché volete, adiacente al Rinascimento, nella linea del tempo, ma molto lontano dal Rinascimento. Si passeggiava in questa sala e si vedevano accostati su questi pannelli delle riproduzioni fotografiche di immagini che si ricordavano. E così facendo si ricordavano l'un l'altra, perché magari c'era un'immagine recimentale e di fianco l'immagine greca, o romana, o ellenistica, o etrusca addirittura, rispetto alla quale quella dell'età moderna, del 4-500, poteva avere una qualche forma di parentela. faceva vedere la memoria così come si incarnava nella storia dell'immagine l'altro progetto non solo per mettere in ordine i libri ma l'altro progetto che lo ha probabilmente mandato lui è stato ricoverato in una clinica sul lago di Costanza da uno dei più famosi psichiatri dell'epoca, uno psichiatra di indirizzo fenomenologico Ludwig Wingswanger e Poi è uscito anche dalla clinica psichiatrica, ha tenuto una conferenza famosa per dimostrare ai pazienti e ai medici che era guarito, che era tornato in sé. Ma non è mai riuscito a finire, forse perché non si poteva nemmeno compiere il suo progetto finale.
Il progetto finale era un atlante dedicato alla Dea della Memoria, a Nemozine. Facciamo un esempio, per entrare per un momento nell'officina di Targou, nel modo in cui lui mette a frutto quest'idea di Samuel Butler, di Haring, di Zemmour, di Rignano, sull'idea della memoria collettiva. La mette a frutto per la comprensione di un'immagine.
Io però qui mi propongo un percorso che è barburgiano nello spirito, anche se non nella ple. perché la cosa importante di questa macchina in computer che lui ci ha lasciato è il fatto che non è un sistema chiuso, è definito, è appunto in computer a contatto con questa macchina Noi impariamo lo spirito dell'accostamento, il montaggio si potrebbe anche dire di immagini. E quindi io mi sono permesso di fare un percorso all'interno di un'immagine che adesso vedrete, che riconoscerete anche subito perché è molto famosa, prendendo spunto dal suo insegnamento, e cioè l'immagine che vi propongo, dalla quale partire è questa. Prima si parlava di un documentario che finito a avere io ho dedicato al Monte Verità, e quindi... anche se la qualità è un po'bassa, c'è Filippo D'Averio che si è fatto ritrarre insieme a due suoi amici in questo quadro di Nicola Artico che è il Végionet sur l'herbe.
Avete già capito? che citazione è questa? che memoria ci sta qui dietro? è la stessa memoria che sta dietro questo qua se vi capite di andare nel New Jersey c'è un museo molto strano si chiama Grounds for School Culture, è un museo all'aperto dove trovate tra le altre statue di questo Stuart Johnson che è questo signore qui, che ha messo in 3D delle famose opere di pittura impressionista, ha costruito dei diorami in 3D. Ma è la stessa memoria che sta dietro anche questo tavolino da caffè di una pop artist che si chiama Isabel Samaras, ma è la stessa memoria che sta dietro questa composizione di John DeAndrea, oppure questa fotografia di Jacques, che sta a Lisbono al Museo di Arte Contemporanea.
Qui, se siete appassionati di arte astratta, quasi, riuscirete forse a riconoscere che è lo stesso motivo compositivo che sta dietro questa scultura di Antoni Caro. Ma possiamo andare anche indietro. nell'Ottocento e trovare un Dejeuner di Monet o di Cézanne, o magari una deformazione picassiana, tutte varianti, in musica le chiameremmo, prima si parlava del festival del jazz, nel jazz si chiamerebbero delle cover di uno standard, e lo standard è questo. Il Manet, il famoso déjeuner sull'herbe che in realtà si intitolava originariamente il bagno, esposto nel 1863 in un salon annexe perché non è stato accettato nel salon ufficiale. Manet quando è uscito con questo quadro e con altri quadri di quegli anni come la famosa Olympia, la gente ha gridato allo scampolo.
Anche coloro che lo difendevano, come il suo amico Emilio Solà, che ha scritto dei testi in difesa del suo pittore preferito, Nanet, erano tutti concordi nel dire che con Nanet era conosciuto qualcosa di nuovo. Sì, è chi? lo criticava, sia chi lo esaltava diceva una roba del genere non si è mai vista perché dicevano qui, anche se questo quadro è figurativo perché io ci riconosco due genti uomini, una donna nuda, un'altra donna sul sfondo una situazione, un paesaggio naturale Cibi, frutta, picnic sull'erba.
Ma diceva Solano, perché ci ha messo lì una donna musa? Ma non per fare scandalo con una provocazione pornografica o erotica, ma perché aveva bisogno di una macchia. aveva bisogno di una macchia bianca siamo nel 1963 Masolla sta dicendo che qui sta nascendo la pittura stratta sta dicendo che Manet non è tanto interessato a farci vedere una donna in quanto donna, un uomo in quanto uomo un albero in quanto albero ma sta giocando con dei cromatismi con delle macchie di colore Questa linea interpretativa ha tenuto botta per decenni, al punto che se voi prendete in mano ancora gli ultimi testi della critica artistica americana contemporanea che ho avanzato, Rosa Dinklaus ad esempio, ci trovate questa idea che... ha iniziato qualche cosa. Qualche cosa, è stato un novum, un nuovo.
Poteva Warburg accettare questa idea? Poteva Warburg accettare l'idea che può apparire sulla faccia della Terra a un certo punto un artista che fa una cosa nuova. Questo sarebbe stato profondamente in contrasto con tutto quello che vi ho detto fin qui.
Perché l'artista è finito. Manet non può essere nuovo e infatti cosa fa? nella sua elaborazione dei pannelli cerca gli antenati di Manet cerca quale memoria si giocasse in questo quadro qua lo monta dentro una tavola la tavola 55 qui usavo delle riproduzioni in bianco e nero un po'magnificate comincia col dire cos'è tutta questa faccenda della grande scandalo che procurerebbe una donna nuda con lui gentiluomini vestiti che sono sull'erba. Ci aveva già provato a farla Giorgione, poi attribuito a Tiziano, nel concerto campestre. Vedete qui, ci avete il manè qua sotto, e lui nella stessa tavola ci monta dentro.
Non analizzo tutte le immagini, scelgo per motivi di tempo quelle che mi sembrano più significative. Già il Giorgione aveva fatto una donna nuda, con due gentiluomini vestiti. 1510-1860. c'è una memoria del 1510. Non è finita. Andiamo a analizzare più da vicino la postura di una di queste tre figure che compongono il gruppo principale del Vigionese d'Oberdo.
Questo signor qui, disposto così, Valvo era molto attento a come i pittori facevano vedere in immagine la postura, la disposizione di corpi. convinto che si potesse raccontare la storia dell'Occidente attraverso la storia delle posture perché le posture dei corpi sono qualche cosa che non è solo corpo nella postura se io sto così io esprimo immediatamente diceva Arnburgan una dimensione spirituale è lo spirito che si mostra nel corpo è l'anima l'anima, la dimensione spirituale che è la corrente emotiva, il pathos, l'emozione. Se io sono depresso, se io sono eccitato, il mio corpo assume delle posture differenti. Attraverso il modo in cui i corpi sono stati raffigurati, si può raccontare una strada dell'arte che è insieme a una strada dell'emozione.
Lui la chiamava questa struttura che è corporea ma che insieme manifesta un pathos, la chiamava formula. di pathos, pathos form, vuol dire un certo modo di atteggiarsi nel corpo dal quale io ricavo degli indizi per capire qual è il pathos, l'emozione, l'affetto che anima quel corpo. e qual è nel caso di questo signore?
l'Arbus dice qui c'è una memoria qui c'è una memoria che riaffiore in questo corpo e qual è? è la memoria degli antichi dei fluviali che è una delle caratteristiche fondamentali attraverso di posture fondamentali attraverso le quali l'occidente ha espresso in figura e in corpo una passione più specifica che è la melancolia l'antica divinità fluviale appoggiata su un'altra sul gomito e semi distesa è una delle classiche rappresentazioni di una passione, di un'emozione tipicamente umana, quella della malinconia. Non è l'unica postura malinconica, un'altra molto famosa è la postura di un'emozione.
è quella dell'angelo seduto che appoggia la famosa incisione di Buehler della melancolia 1 che cosa interessa a Van Arbor? il fatto che noi quando siamo malinconici adottiamo questa postura certo Io rimetterò a mio modo, così. Tu a tuo, tu a tuo, lui a suo.
Ognuno di noi ha una piccola variazione che è sua propria, individuale. Ma quante volte abbiamo assunto questa postura se presi da malinconia? Naturalmente ciascuno di questi è una variazione individuale, ma tutti variano un tema che è riconoscibile, Wittgenstein direbbe come un aria di famiglia attraverso tutte queste manifestazioni. Pensiamo alla più...
scusate... una delle più celebre che è il pensatore di Rodin. non so se cominciate ad afferrare qual era il problema che si agitava in Barbog vedere la storia dell'arte come la documentazione in sculture, in immagini, in disegni, in incisioni, in dipinti di una storia psicologica dell'occidente ma non è finita qui perchè lui va avanti e dice Giorgione 1510 ma non dimentichiamo Ciro di M. Antonio Raimondi che era un grande incisore in questa incisione che lui monta sempre in questo pannello 55 Fa un'incisione tratta da un disegno purtroppo perduto di Raffaello che raffigura che cosa?
Il giudizio di Paride, la donna più bella del mondo giudizio da cui poi sono scaturite tutte le vicende fatali per... la storia della Grecia ma questo è il giudizio di Paride qui dove c'è lui che sta dando il tomo della discordia ma guardate questo gruppo qui marginale marginale ma Warburg è molto attento ai margini Warburg è uno dei grandi maestri del marginale, dice attenzione quando si guarda un'immagine, non lasciatevi mai sedurre esclusivamente dal motivo principale, andate a vedere in periferia cosa succede. E in periferia succede che cosa?
Che troviamo il gruppo di Manet, ma ancora una volta non si accontenta. Eccolo lì. Mentre qui è il giudizio, vedete, sulla donna più bella del mondo.
Va a cercare una coppia, che c'è a Tivoli, a Vila D'Este, e la monta dentro, lì di fianco. Vedete tutto un montaggio in cui le immagini si richiamano a vicenda. Eccoli lì, sempre sulla destra. che non sembrano avere niente di direttamente a che fare con il motivo principale, ma sono per lui una cosa importante. Lui vede quello che è periferico, vede quello che è stato scartato dall'attenzione della strada dell'arte.
E lo ritrova. va anche in un altro intesore, sempre del 500, buona zona, che monta qui dentro, ma guardate dov'è il gruppo adesso, è sempre un giudizio di paredi, ma il gruppo è finito qui, ancora più in piccolo, ancora più in fondo, purtroppo non... non l'ho esaltato, forse qua si vede meglio, un po'più in grande, vedete che c'è un gruppo che sembra da me, basta arrivare al 500 sarebbe già una bella cosa. la memoria nel 1863 riaffiora in maniera, come chiamarla, unconscious come direbbe Butler qui c'è un grosso problema di analogie e differenze con Butler perché Warburg dice certi artisti hanno studiato la storia dell'arte Magari può essere che Manet non si ricordasse quando ha fatto il Dejeuner, cioè non aveva di fianco Marcantonio Raimondi per ritradurlo in termini moderni, o forse sì. Ma può anche essere che fosse un ricordo che lui aveva acquisito studiando la storia del tarte, che poi fosse rimasto lì in maniera latente, che poi fosse emerso nel momento della creazione sotto forma di un ricordo inconsapevole.
A volte gli artisti utilizzano intenzionalmente e consapevolmente l'enciclopedia delle immagini che vengono consegnate loro dalla strada dell'arte, a volte le acquisiscono in un momento di difficoltà. maniera che entra in un livello profondo di memoria che poi vengono a riaffiorare senza che ci sia un recupero intenzionale. Allora, nell'Ottocento di Manet, reazione 500. che cosa riaffiora? Riaffiora qualcosa di molto più antico, che Marburg trova, ricordiamoci che tutte quelle incisioni dipendevano da un disegno di Raffaello, Raffaello girava per Roma e gli artisti rinascimentali dove studiavano l'antichità? Studiavano sui sarcofagi.
e un sarcofago murato che potete ancora oggi visitare nei bellissimi giardini di Villa Medici, accadere di Francia, qui tra i monti, sulla sinistra, nel giardino interno sono murati dei sarcofagi e uno raffigura che cosa? Il giudizio di Palide. E cosa c'è lì? C'è il nostro gruppo. basso rilievo e l'unistica ma per definizione anche io non sono storico dell'arco ma sappiamo che L'ellenismo per la definizione è stata una grande riformulazione di motivi classici che a loro volta erano riformulazioni di motivi di agro-eccarcaica.
Allora qui Varvus si ferma. Ma noi possiamo ben immaginare di trovare, a partire dal basso-relievo ellenistico, il suo modello nella Grecia classica, un suo precedente nella Grecia arcaica, e c'è un regresso, sarebbe infinito. perché lui si ferma? questo è un bel problema lui era un grande lettore di Nietzsche e come lettore di Nietzsche aveva conosciuto le due facce della grecità la grecità non era solo Winkelmann la nobile semplicità e la pieta grazie e anche l'ionesia con l'eccitazione l'informe diremmo Il senza forma che viene regolato e ordinato dal principio polinimo.
Però è anche vero che c'è un certo suo classicismo che lo induce a ritenere che la caccia all'indietro sia finita quando è stato trovato il modello greco mentre in altri testi che adesso non posso richiamare nel dettaglio lui dice che qui non basta il modello greco bisogna fare un passo indietro andrà a cercare ad esempio negli Etruschi Etruschi come eredi di una cultura orientale precedente Grecia. Insomma, è stato il problema di capire fin dove si può risalire all'indietro, c'è un bisogno umano di mettere un paletto, ma si sa che quel paletto non è il problema. E'il problema del primo progenitore, che a sua volta deve aver avuto un progenitore, e un progenitore, e un progenitore.
Nessuno si è autodeterminato. Per cui qui abbiamo provvisoriamente una fine, che è già tantissimo se ci pensate. Sapete che noi siamo partiti da un'opera del 1863 che tutti dichiaravano nuova, inedita, e lui con dei montaggi nelle sue tavole fa vedere che in realtà abbiamo un modello che è un modello, nell'epoca dell'inizio, è una memoria. E da qui si potrebbe risalire lì indietro così come si può andare in avanti.
Io all'inizio ero partito da un'immagine che non era di Varvara, come detto che ho preso lo spirito di Varvara, ero partito da Felica Verio, ero partito da delle opere di Popard, cioè ero partito, lui fa così, parte da Manet e passa attraverso le incisioni cinquecentesche per arrivare all'ellenismo, io poi ci ho aggiunto quelle opere che mi sono sembrate appartenere a quest'area di famiglia e che lui se avesse visto Anthony Caro, perché è morto 60 anni prima, se avesse visto Anthony Caro avrebbe montato Anthony Caro e questo che dico è che questo è un dispositivo. non è un'opera, è una macchina che ci insegna a pensare le relazioni menestiche, cioè di memoria collettiva nella storia dell'arte, che in questo caso sono tutte delle variazioni che si raccolgono intorno ad un nucleo pulsante, che è la patosforme, la forma di patos della maniconia. Melanconia, ma Tarborough diceva, c'è una nota di taccuino molto interessante che dice se penso a quello che ho fatto nella mia vita, lo dice nel 29 l'anno in cui sarebbe morto anche se quando lo scriveva ancora non lo sapeva ma è significativo che l'abbia detto nell'ultimo suo anno di vita, da allora dice ho l'impressione di avere lavorato come uno psicostorico, cioè come uno storico della psiche, uno storico dell'anima, ma lui intendeva un'anima, come avete visto, che si fa vedere nel corpo, non una entità metafisica nascosta che sa dove.
l'occidente attraverso il riflesso delle sue immagini l'occidente così come si è dato a vedere nell'immagine un filone l'abbiamo visto, la melanconia ma lui dice, pensate che la melanconia è solo una delle due grandi facce della psiche occidentale che è una psiche schizofrenica scissa guarda caso, Kreppelin e Winswanger, i suoi dottori, gli avevano diagnosticato lui stesso una sindrome malinconica ma ciclotimica cioè bipolare mania è l'altro polo che fa la controcanto alla malinconia la divinità fluviale afflitta depressiva è il polo malinconico che abbiamo visto ma adesso ci rimane da guardare un po'il posto antipodale lui lo chiama, con una figura mitologica, l'estatica ninfa mania, che adesso vedremo di cosa si tratta? Qual è l'idea? L'idea è che i sentimenti dell'essere umano sono una gamma ricchissima, ma ci sono due paletti che li delimitano agli estremi, un po'come colori, lo spettro cromatico quanti colori ci sono nello spettro in infinità, perché tra il rosso e il giallo ci sono infinite e sono due però ci sono dei paletti agli estremi che sono l'ultravioletto e l'infrarosso lui pensa una cosa simile quando immagina la gamma delle manifestazioni sentimentali dell'essere umano la malinconia a un estremo come se fosse l'ultravioletto e la mania come se fosse l'infrarosso grazie Perché la malinconia è quel sentimento di depressione che se si approfondisce è un sentimento vitale, perché appartiene alla vita essere malinconico.
Ma se io lo approfondisco, la vita mi appare sempre meno interessante e degna di essere vissuta, a punto che la malinconia radicalizzata si trasforma in suicidio, cioè negazione della mia vita. Al contrario, l'antipodo opposto, la mania, che cos'è? è l'affermazione di sé a scapito delle altre esistenze che può arrivare, se radicalizzata alla negazione della vita ma non della mia, ma della vita altrui suicidio, omicidio questo è l'arco dentro il quale si tende la manifestazione della sentimentalità dell'espressione del pathos umano abbiamo visto il lato malinconico vediamo il modo in cui ci si ricorda ricorda nella memoria collettiva inconscia di cui parlava anche il nostro Butler della maniera e torniamo all'incisione dell'incisore Raimondi guardando però questa volta non il gruppo che ci interessava che era il manetto ma questa figura che non si capisce bene se si getta addosso o se se lo toglie questo panno Vado del remoto interato e panneggio.
Uno guarda la figura e guarda la figura, lui invece guardava il panneggio, un altro aspetto di questo suo sguardo che alcuni hanno chiamato micrologico, cioè attento ai piccoli dettagli, attento ai particolari. E qui nel Rinascimento rinasce, tra le altre cose, anche una certa passione per i panneggi, per i panneggi che fanno vedere un certo movimento nella figura. Che cosa sono questi panneggi? Che cosa richiamano? A suo avviso richiamano panneggi di antiche statue.
Ma quella figura più in generale, quella ninfa, quella semidivinità acquastica che compare in quell'incisione di Raimondi e che però anche lì è al centro questa volta dell'incisione ma non è un personaggio principale perché il giurista di Parli si trova solo a sinistra Rinasce in quel corpo femminile un sentimento della sensualità dell'eros che il medioevo aveva negato come sensualità tipicamente femminile, peculiare al corpo femminile, che invece la grecia, la grecia arcaica soprattutto, conosceva molto bene ed era la sacerdotessa, la donna sacerdote che danzava fino all'ebbrezza, alla perdita di segni nei cortè di Luisi e nei cortè di Bacchic, la menade. La menade, guardate questi panneggi che accentuano la mobilità, il movimento, rinasce il movimento, il cinetismo nell'arte rinascimentale. che voi se la paragonate all'arte medievale nel suo complesso la trovate estremamente più mobile, estremamente meno statica faccio un piccolo escursus per ricordarvi che c'era già stato Il famoso psichiatra Charcot che studiava la Salpêtrière e le sue isteriche e c'è stato chi ha notato una forte analogia tra i movimenti coreografici delle menaghe dionisiache e il modo in cui l'isterica mette in scena il grande arco, come chiamato, il grande attacco isterico.
Ma perché non guardare, visto che si parla di coreografie, mi spiace per questa, ma a certe immagini di danzatrici, di coreografie come quelle di Isadora Danka. Concentriamoci scendendo dal panneggio verso il basso su questo piedino che vedete che è un po'sollevato da terra, si sta per alzare, per entrare in una vera e propria, come chiamarlo? podofilia di Warburg, ma non solo di Warburg perché aveva contagiato tra gli altri anche uno come Sigmund Freud, uno dei tratti caratteristici della postura corporea della ninfa e della sua antena. è la menade arcaica, è il piede, è il piede sollevato ad indicare un incedere nello spazio, un movimento, un cinetismo, un cinema appunto si potrebbe dire, che si ritrova in tantissimi.
basso rilievo in tantissime sculture, tra le altre anche in questa, che è una pura riproduzione, è a Moseeva Ticani, ma è una pura riproduzione che ha impiegato nel futuro di Freud, e Freud parla di questo in... quasi angolo che fa questo piede quasi verticale rispetto al piano commentando questo sogno pompeiano questa novella di jensen la vera e vera 1903 in cui c'è questo scrittore che questo archeologo scusate che si innamora di un basso rilievo e poi immagina che questo basso rilievo si animi a una specie di riproposizione del big malione, un malione che scolpisce la sua statua e poi venere gli concede che questa statua si animi. E anche nella novella di Jensen c'è un'insistenza sul piede, Freud riprende questa idea del piede, un piede dice l'arbole che noi ritroviamo anche in contesti di un'esistenza, in un'esistenza figurativi molto diversi quando la menade arcaica potenzialmente omicida perché venivano nei riti orgastici arcaici si commettevano anche segreti umani che poi sono stati progressivamente spiritualizzati ma all'inizio c'era il versamento di sangue quindi siamo all'interno di una tradizione di una memoria del corpo femminile statico, maniaco, potenzialmente omicida che nel Rinascimento è capace di riaffiorare anche in contesti culturali molto diversi, addirittura opposti, come nel caso della Maddalena cristiana che è ai piedi dell'Aproce. Certo, la Maddalena sappiamo che non era uno stinto di santa.
prima di incontrare Cristo. E quindi c'è questo aspetto estremamente erotico, sensuale, molto prima di Dan Brown, no? Qualcuno aveva messo gli occhi su questi problemi. Guardate questo piede. in questo bellissimo fresco che c'è a Santa Marina Bella a Firenze del Irlandaio e ancora una volta dove si trova questa ancella che porta un cesco di frutta?
Si trova alla periferia, la vedete qui, ancora una volta la periferia. di una scena in cui tutto quello che apparentemente è importante si gioca da un'altra parte. Qui c'è la mamma di colui che vive nel garage, Giovanni Battista, che ha appena fatto il ritmo e c'è un'ancella che porta dentro della frutta per portare un po'di ristoro alla poerpera e alle ancelle e parenti che l'ha.
Guardate quanto è statica questa scena e quando dice Warburg questa ancella entra e sembra, dice, gonfiarsi il suo panneggio, il suo velo, da un vento. povera come se ci fosse dire tutto qui in medioevo qui entra figura che si ricorda, ma come si ricorda? E qui Warburg, ci avrebbe discutere con voi anche di questo, dice attenzione perché i irlandaio in bottega lui, ci avevano degli album di disegni archeologici, cioè di disegni tratti dai sarcofagi, dagli archi di trionfo romani, per cui loro avevano dei manuali su come la grecità, la romanità avessero raffigurato il corpo. Quindi lì c'è...
come dire, un'intenzione consapevole di rifarsi a un modello. In altri casi però è vero che c'è un riaffiorato inconsapevole, quello che appunto Pazio chiamerebbe memoria inconscia, questo velo che si gonfia e si gonfia solo per lei, perché qui tutto è fermo, tutto è statico, ma è una donna, dice Varbro, che noi ritroviamo anche nella nostra contemporaneità, e si può fare una storia di questo corpo femminile. in una giocatrice di golf, ad esempio, che lui ritaglia, oppure nella pubblicità Itachi, nella pubblicità di un battello sul mare del nord, Hapag. Vedete come monta dentro la giocatrice di golf all'interno di una tavola, la 77, in cui ci sono anche delle immagini molto antiche.
Ma come ha fatto prima, che sulla scia di Farabò, siamo andati avanti, immaginarci la pop art, i vassoi da caffè, possiamo fare altrettanto, andare a cercare questo piedino in opere che Warburg non poteva vedere perché nel 1939 Masson, lui morò 10 anni prima. La gradiva, che era diventata un mito per i surrealisti, scompare quasi del tutto in quest'opera di Masson e una cosa che resiste è, guarda caso, il piedino in verticale, ma se volessimo giocare su questa linea potremmo fare un'altra cosa, Vi interrogo se riconoscete questo piede, che è abbastanza gradibile anche lui. Invece niente, non è un'immagine molto... l'altra definizione, ma è il piede di Uma Thurman in Fiction, di Mia Wallace che fa una gara di twist con John Travolta. Questo per dire che una volta che noi il piede lo abbiamo identificato come un problema di iconografia e al tempo stesso di memoria corporale, poi ce lo ritroviamo in mezzo ai piedi.
in un nucleo di altre circostanze. E possiamo fare una storia dell'arte attraverso... io ho aggiunto qualche botticella, già che c'era, purtroppo nell'ingrandimento...
E così come possiamo fare una storia dei piedi estatici, possiamo anche fare, come abbiamo fatto prima, una storia della donna estatica che oltre alle immagini che abbiamo già visto, che avrei potuto anche aggiungere, la menade arcaica, la minfa rinascimentale ma perché non la pubblicità di Libero? siamo autorizzati lui aveva montato nelle sue tavole una pubblicità un ritaglio di giornale degli anni venti noi possiamo pensare a un eccetera possiamo pensare di leggere la storia delle nostre immagini nelle quali viviamo pubblicità Picasso Concludo tornando per un momento dopo avervi proposto questo percorso duplice dentro nella barinconia a partire dal Degione Suleiro di Manet e dentro nella mania. parlando di di Menadi e di Ninfe, come delle due grandi polarità, della polarità, dei due estremi polari tra i quali si tende la storia dell'immagine in Occidente, volevo tornare per un momento alla questione della mandalena cristiana.
La mandalena recupera l'antica Menade, ma non la può recuperare così com'è, la deve risignificare all'interno del racconto cristiano, deve diventare una donna pia, deve diventare una donna che ha abbandonato il vizio e il peccato e risignificarsi e rifunzionalizzarsi nella narrazione cristologica. Com'è possibile questo? Zemon Aveva parlato di questo concetto che si chiama ecforia, che vuol dire venire fuori.
Lui era un zoologo, che cosa pensava? Alle larve, alle larve delle api. le larve delle api sono qualcosa di neutro e indifferenziato se io le alimento con un determinato elemento o con un altro può saltare fuori la regina o l'operaia una cultura alimenta una forma corporea in modo tale che possa saltar fuori addirittura un'immagine connotante in una certa direzione piuttosto che il suo opposto altro esempio che Varpo stesso indaga, il serpente cosa vuol dire serpente? Questo è il famosissimo Loco Unte, il sacerdote troiano che aveva detto ai troiani non tirate in casa il cavallo perché sarà la vostra fine.
Ma gli dèi avevano già deciso che... il cavallo doveva entrare in Troia, e quindi spediscono, per punire il sacerdote che stava mettendo i bastoni tra le ruote all'andamento, già deciso degli eventi, gli spediscono dei serpenti di mare per aggredire lui, metterlo a tacere, e ucciderlo insieme con i suoi figli. Il serpente, in questo racconto greco, è... una potenza negativa, una potenza di morte noi sappiamo anche che la Grecia ha raccontato il serpente in maniera polarmente opposta perché il serpente è l'attributo che s'attrocilia al caduccio di Asclepio Esculapio, il dio della salute Quello che voi vedete ancora oggi come simbolo davanti a tutte le nostre farmacie. Farmacon è un termine greco che può indicare sia la medicina che il veleno.
E infatti ogni medicina... noi prendiamo, se sbagliate la corologia, se troppo troppo poco, nei momenti sbagliati o avandera è potenzialmente qualcosa che vi può uccidere allora che cos'è il serpente? diceva Arbor è un po'come quella melade che può diventare maddalena cristiana, può diventare figura della speranza cristiana di redenzione di remissione dei peccati anche qui il serpente nella cultura greca si divarica e si divarica per diventare il serpente del male o il serpente del bene ma anche nella cultura vettero-testamentaria abbiamo il serpente di Adam e Eva l'origine della tentazione non dovrai mangiare dell'albero del bene e del male e loro ne mangiano e da qui tutti i nostri guai sono derivati ma abbiamo anche un episodio molto meno nuovo in numeri, Mosè per difendere il suo popolo da un attacco di vita del deserto, che cosa fa? Proprio lui, quello che passa a fil di spada migliaia di suoi... migliaia di uomini e donne del suo popolo che mentre lui si faceva dettare le leggi sulle tavole fratello Ronne aveva organizzato il festino attorno al vitello d'oro lui che aveva negato che si potesse dare un'immagine appunto il vitello d'oro non ha nessun problema a costruirsi perché glielo ordina il Signore un serpente di bronzo guardate l'analogia anche nella raffigurazione qui siamo nella cultura vettura testamentaria con il serpente di Asclepio o Esculapio, la cultura greca si costruisce un serpente di bronzo quindi un idolo vedete che ambiguità anche nell'Antico Testamento rispetto alla produzione libri di immagini per guarire i suoi, come vedete in questo pastore dio di Vincenzo Dante, il suo popolo da morso dei serpenti.
Anche nella cultura ebraica e poi cristiana questa ambiguità, questa duplice valenza, questa bipolarità del simbolo del serpente che sta ad indicare il fatto che nell'immagine simbolica noi non possiamo mai decidere qual è il suo significato, perché è il momento in cui la racconta. in una direzione è il male, è il bene, è come se in filigrana ci fosse sempre l'altro senso, la memoria dell'altro senso, dell'altro potenza significato, proprio come in ogni medicina c'è la memoria del suo vedeno. Mi fermerei qui, ho parlato anche più di un'ora, quindi mi dispiace se ho messo la dura prova, ho fatto pazienza.