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Federico II: Storia di un Imperatore

Stupor Mundi, stupore del mondo, ha un doppio significato. Vuol dire meraviglia del mondo, ma indica anche l'emozione che si prova di fronte allo spettacolo dell'universo. Tutti e due questi significati si riassumono nella figura di Federico II di Svevia, imperatore curioso, appassionato osservatore della natura, mecenate, letterato, un uomo capace di concepire e di lasciarci eredità come castel del mondo. I contemporanei che lo ammirano Federico II è lo stupor mundi, ma per i papi suoi nemici invece è l'anticristo, la bestia dell'apocalisse, da combattere con ogni mezzo. La cronaca del duello mortale tra papato e imperatore abbraccia decenni decisivi della nostra storia. Lo stupor mundi accompagna Federico fin da subito, fin dal modo davvero stupefacente con cui viene al mondo. Per un monarca medievale la genealogia è tutto e allora cominciamo dalle sue origini partendo dai nonni. Il nonno paterno è Federico I Owen Stauffen, famoso come Federico Barbarossa, duca di Svevia, imperatore del sacro romano impero, re d'Italia. Il nonno materno è Ruggero II della famiglia normanna Altavilla, re di Sicilia, cioè... di tutta l'Italia meridionale. Dopo i nonni vediamo i genitori, il padre è Enrico VI, figlio del Barbarossa, la madre Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II. Il matrimonio tra i due è una questione delicata, la sposa ha dieci anni più dello sposo e poi, secondo alcune fonti, è monaca, vive in convento a Palermo. Il Papa Clemente ordinò all'arcivescovo di Palermo di uscire dal convento Costanza. erede diretta del Regno di Sicilia, di dispensarla dai voti e concederle il matrimonio. L'interesse del Papa per Costanza riflette una faccenda dinastica complicata. In quel momento sul trono di Sicilia c'è un altro Altavilla, Tancredi, che evidentemente non convince il Papa. Il matrimonio tra Enrico e Costanza si celebra a Roma nel 1191. Il significato politico più importante di quell'unione è che sancisce la saldatura tra l'impero, il grande organismo statale a nord, e il regno di Sicilia, a sud. L'erede unico di questa doppia corona sarà il figlio della coppia, Federico. Gli ascendenti regali e imperiali di Federico sono determinanti per il suo futuro, ma ancora più clamorose sono le circostanze della sua nascita. Il 26 dicembre 1194 a Iesi, nelle Marche. Costanza, sua madre, ha 40 anni, un'età in cui nel Medioevo si è vecchi. Così in tutto il regno si diffonde il sospetto che lei non sia veramente incinta, che ci sia un trucco per creare un finto erede. Costanza risponde con un gesto sensazionale. Quando venne a partorire, fece tendere un padiglione in piazza. e permise a tutte le donne di andare ad assistere al parto. Molte andarono e videro. Così cessò ogni sospetto. Il parto pubblico in piazza dell'imperatrice quarantenne ex monaca è già di per sé un fatto eccezionale, fissato nelle miniature del tempo, ma ci sono anche le coincidenze celesti. La data è il 26 dicembre, il giorno dopo Natale. Il giorno dopo l'incoronazione del padre di Federico a Palermo, la città è Iesi. Il nome ricorda quello di Gesù, Iesus, quindi il piccolo centro nelle Marche diventa una sorta di nuova Betlemme. Tutti segni di una predestinazione divina, ma quegli stessi segni per i nemici di Federico sono una maledizione. Nacque Federico II che tanto perseguitò la Chiesa e non senza giudizio di Dio doveva nascere un simile erede. Nato da monaca sacra di un'età in cui è quasi impossibile per una donna avere figli, nacque contro due principi, quello spirituale e anche quello temporale. Dopo il colpo di scena di Iesi, è sempre grazie all'abilità di sua madre Costanza che Federico riesce a passare indenne attraverso i primi difficilissimi anni della sua vita. In un'altra... miniatura si vede l'imperatrice a cavallo che consegna Federico in fasce alla duchessa di Spoleto. Il regno è instabile, meglio tenere l'erede lontano dalla mischia, fuori dai pericoli in una città fedele. La situazione si aggrava poi nel 1197 quando Federico ha solo tre anni, muore suo padre e poi a brevissima distanza un anno dopo muore anche sua madre. Ancora una volta Costanza ha un'idea risolutiva, affida Federico alla protezione del Papa Innocenzo III e della Chiesa. Federico, morto il padre, rimanendo piccolino, fu protetto e conservato dalla Chiesa come da una madre e allo stesso modo dalla Chiesa fu difeso il suo regno. Giovanni Villani è un cronista... ostile a Federico e aggiunge che l'imperatore dimostrerà tutta la sua ingratitudine in futuro trattando la chiesa non come una madre ma come una matrigna. Resta il fatto che in quel momento il Papa protegge la causa del re fanciullo, come lo chiama lui. Impedisce che venga tolto di mezzo da avventurieri vari e pretendenti al trono. Federico cresce a Palermo, ostaggio. dei potenti del momento in balia dei feudatari tedeschi in Germania e di quelli normanni in Sicilia, sempre in bilico tra la vita, la morte e la fuga. Questa ambiguità precaria finisce nel 1206. Federico ha 12 anni, ma esce dall'angolo, dichiara se stesso maggiorenne e reclama i suoi diritti. 1208. Papa Innocenzo III riconosce la maggiore età di Federico e i suoi diritti al regno di Sicilia. 1209, con la mediazione del Papa, sposa Costanza d'Aragona, regina d'Ungheria, di dieci anni più vecchia di lui, come già era successo a suo padre. Costanza si rivelerà preziosa per Federico, assumendo saggiamente per lunghi periodi la reggenza del Regno di Sicilia. 1212, dopo un viaggio avventuroso da Genova al Brennero, evitando gli agguati dei nemici, viene eletto Rex Romanorum. a Francoforte. Re dei Romani, titolo conferito dai principi tedeschi, è il passaggio necessario per una successiva consacrazione a imperatore. 1214. Il rivale Ottone di Bruswick viene sconfitto dal re di Francia. Ancora una volta il papa ha manovrato in favore di Federico, spingendo i francesi a combattere Ottone. 1215. Federico viene incoronato re ad Aquisgrana. e promette solennemente di liberare la Terra Santa. In sintesi, ecco il mondo di Federico. In Germania i principi lo sostengono, in Italia la situazione è più complicata. Molte città lombarde, Milano in testa, gli sono ostili. Le repubbliche marinare sono gelose della loro autonomia e la fedeltà dipende dagli accordi commerciali. Ad est, quel che resta dell'impero bizantino, è conteso tra cristiani d'Oriente ed Occidente. Il Levante e il Mediterraneo Meridionale sono in mano a potentati musulmani. Dopo il viaggio in Germania Federico torna nei luoghi della sua infanzia, quelli che gli saranno sempre più cari qui nell'Italia del Sud. Intanto il Papa è cambiato, adesso c'è Onorio III e anche con lui i rapporti sono tutto sommato buoni. C'è l'irritazione per Federico. che annuncia di continuo la partenza per la crociata e invece non parte mai. C'è la preoccupazione per uno Stato pontificio schiacciato tra impero e regno di Sicilia, ma il clima è di collaborazione. Infatti nel 1220 il Papa consacra Federico Imperatore a Roma. Con varie lettere Federico lo ha rassicurato. Finiscano le vostre preoccupazioni sulla riunione della Sicilia all'impero. Perché se anche la Chiesa non avesse diritto a quel regno, noi stessi glielo daremmo, se dovessimo rimanere senza eredi. Nel 1220 Federico ha 26 anni, è un uomo adulto. Le fonti ci dicono che ha i capelli rossi, non è molto alto, non è particolarmente bello, ma è seducente. Più tardi ha i temi... Nel tempo delle crociate un cronista musulmano lo descriverà in modo molto più impietoso. Rosso in viso, calvo, piccolo, debole di vista. Dicevano che se fosse stato uno schiavo, vendendolo al mercato non si prendevano nemmeno 200 dramme. Bello brutto Federico ha però uno stile di vita spettacolare, ha un harem multietnico di concubine. Quando si sposta porta sempre con sé il suo zoo personale con tanto di elefante, giraffa e ghepardi. È appassionato di caccia, scriverà anche un trattato sull'arte di andare a caccia con i falchi. Si interessa di tutto, di filosofia, di matematica, di scienza. Fonda l'Università di Napoli, la prima università laica che ancora oggi porta il suo nome, Università Federico II. La sua corte accoglie talenti. di tutte le discipline. Lui parla arabo, greco, tedesco, francese, latino. A lui si deve la nascita della poesia italiana volgare, molte virtù per gli uomini di chiesa, molti peccati. Fu dissoluto e lussurioso, possedeva concubine e schiavi come i saraceni, si abbandonava ai piaceri del corpo, faceva una vita epicurea come se non esistesse un'altra vita. In questa frase ci sono due chiavi per capire i contrasti futuri con la Chiesa. Ce l'accenno ai Saraceni. Federico ha deportato sì gli arabi dalla Sicilia, ma ha concesso loro di vivere qui in Puglia, nella città di Lucera, creando una sorta di riserva di musulmani fedeli all'imperatore. Lui stesso vive come un arabo, fa lunghe discussioni di matematica e filosofia con i dotti arabi, insomma è un filo musulmano, un amico, degli infedeli. C'è poi l'insistenza sullo stile di vita epicureo. Anche Dante ha spedito Federico all'inferno nel girone degli epicurei. Il cronista medievale aggiunge poi un altro motivo di scontro, molto meno spirituale. Divenne nemico dei chierici e di Santa Chiesa, anche per la sua avidità nel prendere e nell'occupare le giurisdizioni di Santa Chiesa. Incassata la nomina a imperatore, Federico procede al consolidamento del suo potere. Affida la Germania al figlio Enrico. Lui preferisce starsene in Italia, dedicandosi alla riorganizzazione amministrativa del regno, dividendosi tra la vita di corte e la visita ai suoi numerosi castelli, che fa costruire o abbellire, come questo di Barletta, trasformato in una reggia. Sono anni relativamente tranquilli in cui però si sommano gli avvenimenti che determineranno lo scontro col papato, a cominciare dal nuovo matrimonio di Federico. Rimasto vedovo di Costanza d'Aragona, Federico nel 1225 sposa Iolanda di Brienne, giovanissima, appena tredicenne, regina di Gerusalemme, e una mossa del Papa per spingerlo ancora una volta alla liberazione della Terra Santa. Federico, come al solito, promette di partire. giuro l'imperatore di difendere il papa e la chiesa e di andare oltre mare con tutta la sua forza affrontando l'impresa ordinata dal papa giuramenti a parte i preparativi per la crociata vanno molto a rilento. Federico però approfitta del matrimonio con Yolanda di Brienne per aggiungere ai suoi titoli anche quello di re di Gerusalemme. Intanto nei comuni italiani si va scavando sempre di più la frattura tra Guelfi vicini al Papa e Ghibellini vicini all'imperatore che Federico appoggia e finanzia. In questo contesto nel 1227 muore Onorio III. Il nuovo Papa è... Gregorio IX da una parte grande sostenitore di Francesco d'Assisi, dall'altra fautore convinto della supremazia del papato. E' lui il protagonista del primo round nel duello tra chiesa e imperatore. Gregorio ebbe con l'imperatore grande guerra, perché l'imperatore in nessun modo voleva riconoscere i diritti e le proprietà della chiesa e aumentava le tasse ai chievici. All'inizio Gregorio non dà segni di ostilità, anzi sembra riconoscere a Federico il ruolo di campione della cristianità e quando finalmente l'imperatore riunisce a Brindisi un esercito crociato, il papa gli scrive Dio vi ha messo al mondo come un cherubino armato di spada fiammeggiante per mostrare la via dell'albero della vita L'estate del 1227 è molto calda, gli accampamenti a Brindisi sono malsani, scoppia un'epidemia, l'esercito è decimato. Federico vuole rimandare ma sull'insistenza del Papa parte lo stesso, si ammala, i nobili attorno a lui muoiono, decide di tornare. La reazione del Papa è durissima, l'imperatore li ha disobbedito. Fa partire una campagna denigratoria contro di lui, lo accusa di aver provocato apposta la pestilenza pur di non partire, di aver abbandonato Cristo, di usare la malattia per violare il giuramento e lo scomunica. Federico risponde con una lettera ai principi, una lettera rimasta famosa. La Chiesa Romana, ingorda sanguisuga, usa parole dolci come il miele, fluide come l'olio, manda ovunque messi che legano, sciolgono, condannano ad arbitrio loro, non si curano di far germogliare la parola di Dio, pensano solo a riempirsi d'oro, a mietere dove non hanno seminato, veri lupi travestiti da agnelli. Il duello è cominciato, nei mesi seguenti il Papa insiste, il cherubino dalla spada fiammeggiante è diventato il nemico dell'umanità, la scomunica, viene rinnovata in risposta, i sostenitori di Federico costringono il Papa a fuggire da Roma, è uno scambio continuo di colpi bassi, per esempio Yolanda di Brienne, la giovanissima moglie di Federico, muore a 16 anni dopo aver dato alla luce un figlio, l'imperatore. viene accusato di averla tradita la notte di nozze con la cugina e poi di averla picchiata, imprigionata e uccisa. Alla fine Federico scompiglia le carte, riunisce le sue truppe qui a Barletta e annuncia solennemente dall'alto del trono che partirà per la Terra Santa, anche contro il volere del Papa, anche se scomunicato e questa volta parte per davvero. Il 28 giugno 1228 Federico parte da Brindisi per la sesta crociata, la crociata dello scomunicato. Prima di partire ha già preso accordi con il sultano del Cairo, Al-Kamil. Federico appoggerà le sue mire su Damasco, il sultano lo aiuterà a prendere Gerusalemme. Durante il viaggio si ferma a Cipro per affermare il suo dominio sull'isola. 1228, in settembre, l'imperatore sbarca a San Giovanni d'Acri. Il suo arrivo divide i cavalieri cristiani in terra santa. I cavalieri teutonici sono con Federico, i templari e gli ospitalieri gli sono ostili. 1229, febbraio. Dopo mesi di trattative senza combattere, Federico e Al-Kamil raggiungono un accordo. Gerusalemme, Betlemme e Nazareth sono di nuovo cristiane. I musulmani conservano a Gerusalemme la moschea Al-Kaqsa e la cupola della roccia, con annessa la libertà di culto. Viene firmata una tregua della durata di dieci anni. 18 marzo 1229. Federico, ancora scomunicato contro le direttive papali, viene incoronato re di Gerusalemme nella Basilica del Santo Sepolcro. 10 maggio 1229. Federico si mette in mare per tornare in Italia. Mentre Federico è in terra santa, il Papa... Qui in Italia si dà da fare per sabotare la sua impresa. Federico è definito nemico della vera religione perché porta agli infedeli la pace anziché la guerra. È un monarca empio, spergiuro, discepolo di Maometto. La Chiesa non riconosce la crociata, estende la scomunica a tutti i seguaci di Federico, stabilisce l'interdetto sui luoghi santi, cioè il divieto di visitarli. Insomma, fa di tutto per cancellare il successo diplomatico di Federico. Ma il Papa non si limita alle sanzioni religiose, alle scomuniche, agli interdetti. Approfittando dell'assenza dell'imperatore, mette insieme un esercito e attacca. Papa Gregorio, appena seppe della falsa pace fatta da Federico con il Sultano, a vergogna e danno dei cristiani, ordinò agli armati di invadere il Regno di Puglia. per toglierlo all'imperatore. Villani, come già detto, è uno storico guelfo, filo papale e altera i fatti. Non è vero che il Papa agisca solo dopo aver ricevuto notizie da Gerusalemme. In realtà è da tempo che tesse la sua tela, che mette insieme i nemici di Federico, nobili scontenti, alcuni comuni del nord e tutti quelli che riesce a convivere. nel suo accanimento contro l'imperatore arriva addirittura a diffondere la notizia falsa che sia morto. In una lettera all'amico arabo Fakhr al-Din, conosciuto quando era ambasciatore del sultano in Sicilia, Federico esprime tutta la sua rabbia per il comportamento del Papa. Il Papa con il tradimento ha preso una delle nostre fortezze, ha diffuso false notizie della nostra morte. ha obbligato i cardinali a giurarlo, ad affermare che il nostro ritorno era impossibile e questi si misero d'impegno per imbrogliare il popolo. Papa Gregorio ha fatto male ai suoi conti. Federico torna sano, salvo, vittorioso e l'opposizione si squaglia in fretta. Con l'aiuto dei saraceni di Lucera caccia gli invasori, passa al contrattacco e costringe il Papa ad un accordo. La pace viene firmata nell'estate del 1230, il Papa ritira la scomunica, la prima fase del duello è chiusa. Federico fa molte concessioni, perdona i nemici. Restituisce alcuni territori allo stato pontificio ma il vincitore è lui, non è più l'empio discepolo di Maometto, è di nuovo l'amato figlio della Chiesa. Seguendo le tracce di Federico siamo arrivati a Melfi in Basilicata, il luogo che forse segna il culmine del suo prestigio. Dopo aver costretto il Papa ad un accordo nell'estate del 1231 Federico raduna qui nella città e nel castello la sua corte e una commissione di giuristi. Lo scopo è creare un nuovo codice che metta insieme il diritto romano e le leggi medievali. Federico partecipa personalmente ai lavori e se una legge non lo convince la fa cambiare. Le costituzioni di Melfi sono valide solo per il regno di Sicilia ma lanciano un messaggio politico. molto forte, tolgono arbitrio ai singoli potentati, ai feudatari, ai baroni e rafforzano il potere dello Stato centrale. Le Costituzioni indicano una giustizia superiore a tutto fuorché alla volontà dell'imperatore. Il Papa sente minacciata la sua autorità, così scrive a Federico. Abbiamo appreso che tu, di tua iniziativa, o sedotto da cattivi consiglieri, ti proponi di emanare nuove leggi. Donde segue che ti si chiami persecutore della chiesa e sovvertitore della libertà pubblica. Questa è la sala del trono del castello di Melfi, noi ci siamo intrufolati mentre sono in corso dei lavori di restauro tra ponteggi e secchi di pittura, ma dobbiamo immaginarla piena di dignitari con Federico seduto sul trono là in fondo ed è in un posto come questo che riceve... la lettera del Papa, la ignora e va dritto per la sua strada. Nel 1231 emette una moneta d'oro, l'Augustalis. Da una parte si vede lui vestito come un antico imperatore romano e con la scritta Cesare Augusto Imperatore, dall'altra l'aquila imperiale con la scritta Fridericus. Il messaggio è chiaro, lui è come Costantino, come Augusto, come i grandi imperatori di Roma, il restauratore della pace. La pace però dura poco, nel giro di qualche anno l'imperatore deve affrontare una ribellione in Germania, guidata da suo figlio Enrico, e la ricostituzione della Lega Lombarda. Federico vince su tutti i fronti, ma non in modo decisivo, in Lombardia subisce una battuta d'arresto a Brescia. E un altro motivo di discordia è la Sardegna, che Federico assegna a suo figlio naturale Enzo. Il Papa protesta, la risposta dell'imperatore è perentoria. Tutta l'Italia è mio patrimonio e la cosa è nota al mondo intero. Il Papa risponde, definisce Federico la bestia che esce dal mare con la bocca piena di bestemmie. Lo accusa di aver detto che Gesù, Mosè e Maometto sono tre furfanti che hanno ingannato il mondo. Alla fine arriva la nuova scomunica, la Domenica delle Palme del 1239. Tutti i sudditi sono sciolti dal giuramento di fedeltà all'imperatore. Federico scrive ai re d'Europa e li invita a fare causa comune. Va sostenuta la causa del più grande sovrano cristiano. Non perché egli non abbia la forza di respingere le offese del Papa, ma perché è in gioco l'onore di tutti i re. quando è colpito l'onore di uno di loro. Federico invade lo Stato Pontificio, non vuole occupare Roma, vuole che i Romani si ribellino al Papa e gli aprano spontaneamente le porte. Ma Gregorio non molla, organizza una cerimonia impressionante, porta in processione le teste dei Santi Pietro e Paolo, mette le mani sui teschi e gli implora che siano gli Apostoli a difendere la città. Piange, digiuna, prega alla fine, il popolo è con lui. Per il miracolo dei Santi Apostoli, il popolo di Roma si schierò tutto a difesa del Papa. Perciò Federico, che credeva di prendere Roma senza fatica, si ritirò in Puglia. Gregorio Nono vince il secondo round nel duello, ma muore nel 1241. Si riaccendono. Le speranze di riconciliazione durano pochissimo. Il successore, Celestino IV, è molto malato e dopo solo 17 giorni in carica muore anche lui. Seguono mesi di tensione. Federico è alle porte di una Roma dilaniata dagli scontri tra le fazioni. Tutta l'Italia è sempre più spaccata tra guelfi e ghibellini. Lotte feroci dentro i comuni, città contro città, si combatte ovunque. Dopo quasi due anni senza Papa viene eletto Innocenzo IV e sembra aprirsi uno spiraglio. Lui e Federico iniziano una trattativa, ma è una trattativa segnata dalla diffidenza. Finalmente i due dovrebbero incontrarsi in Umbria, ma con un colpo di scena il Papa scappa a Genova e di lì a Lione, dove indice un concilio. Nel 1245 emana una nuova scomunica, la terza, la più dura, a Federico, viene strappata la dignità di imperatore. Noi, insieme con i cardinali nostri fratelli, abbiamo deliberato su questo principe che si è reso indegno dell'impero. Per i suoi delitti e le sue iniquità, Dio lo respinge. Le accuse sono le solite, spergiuro, blasfemo, amico dei saraceni, eccetera. Ma con Innocenzo IV i nodi vengono al pettine, la vera radice dello scontro, la più profonda è il potere. Il Papa deve comandare, l'imperatore obbedire. Un ciclo di affreschi dipinto a Roma in quegli anni nell'oratorio di San Silvestro illustra bene il punto di vista di Innocenzo IV. Il tema degli affreschi è la donazione di Costantino, cioè quel documento che poi si rivelò un falso con cui l'imperatore Costantino avrebbe dato alla Chiesa la giurisdizione sull'Italia e sull'Occidente. Si vede Costantino fuori dalle mura della città. Senza corona, in atteggiamento sottomesso con il ginocchio piegato di fronte al trono del Papa, lo stesso atteggiamento che dovrebbe avere ogni imperatore, Federico compreso. La scomunica è seguita da un altro provvedimento. Inaudito, il Papa lancia contro Federico una crociata, una crociata ad personam contro un re cristiano. Le lacerazioni... Sono ormai profondissime e insanabili anche dentro la corte. L'imperatore deve affrontare una congiura nata tra i suoi fedelissimi e la reprime senza pietà. Domati i nemici interni, Federico si rivolge contro i nemici esterni, ma la fortuna gli volta le spalle. 1247. Appoggiato dal papa, Guglielmo d'Olanda conquista Aquisgrana e si fa nominare re dei Romani. Corrado IV, figlio di Federico, difende il titolo che gli appartiene. La Germania precipita nella guerra civile. 1248. Federico assedia Parma. Convinto della vittoria, va a caccia con il Falcone. I parmigiani fanno una sortita, travolgono il campo di Federico, mettono in fuga il suo esercito, catturano il suo tesoro. È una sconfitta gravissima. Il mondo capisce che l'imperatore può essere battuto. 1249. Enzo, re di Sardegna, figlio di Federico, affronta i Guelfi di Bologna a capo di una coalizione ghibellina. Viene sconfitto a Fossalta e fatto prigioniero. Federico chiederà in vano la sua liberazione. Il re Enzo morirà più di vent'anni dopo in prigionia. La dispatta di Parma e la cattura di re Enzo segnano la fine del terzo round del duello. La vincitrice... e la Chiesa non ce ne sarà un quarto. Il 13 dicembre 1250 a Castelfiorentino in Puglia, a 56 anni d'età, muore Federico II di Svevia. Con la sua scomparsa si sgretola il progetto di un grande impero europeo. I suoi eredi, il figlio Manfredi, quello che Dante definisce biondo, bello e di gentile aspetto, e il nipote Corradino proveranno a rialzare la testa, ma saranno sconfitti anche loro. Musica