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Marcuse: libertà, alienazione e rivoluzione

Questa breve video-lezione è dedicata al pensiero di Herbert Marcuse, che è l'esponente di punto della scuola di Francoforte. È colui che ha influenzato anche maggiormente il movimento politico del 68, che si è sviluppato prima negli Stati Uniti, a Berkeley, all'università, e poi a Parigi, e poi in tutta Europa. E le sue due opere principali, che sono Eros e Civiltà del 55 e L'Uomo ad una dimensione del 64, sono diventati poi nel 68 i manifesti, appunto, di questa rivoluzione. studentesche. Abbiamo già parlato brevemente di queste opere, le rivediamo in estrema sintesi, in Eros e Civiltà Marcuse si occupa del rapporto tra civiltà capitalistica e repressione, dice che nel capitalismo c'è un surplus, c'è un eccesso di repressione degli istinti che rende particolarmente infelice l'essere umano e per poter rompere appunto questo meccanismo di controllo Bisogna fare appello all'eros, alla sessualità, una sessualità che sia libera, prorompente, appunto non conforme alle regole del sistema. Mentre il nome ad una dimensione, Marcuse descrive quali sono i meccanismi attraverso i quali il sistema in cui viviamo controlla i nostri comportamenti, ci indottrina e impedisce lo sviluppo di un pensiero utopico che appunto ci consentirebbe poi di... avviare una rivoluzione per muoverci verso un sistema sociale che sia migliore rispetto a quello in cui attualmente esistiamo. Partiamo da una riflessione generale sul tema della libertà, che è centrale per Marcuse. Allora, questo che leggiamo è tratto dalla prefezione politica scritta nel 66 per Ars Civiltà. Non sembra, scrive Marcuse, avere alcun senso parlare di liberazione ad uomini liberi. E noi siamo liberi se non apparteniamo alla minoranza degli oppressi. Ma la verità... è che questa libertà sta trasformando la terra in un inferno. L'inferno è concentrato tuttora in certi luoghi molto lontani, in Vietnam, nel Congo, in Sudafrica e nei Ghetti. Questi inferni gettano un fascio di luce sul mondo intero. Gli uomini liberi non sentono il bisogno di essere liberati e gli oppressi non sono forti abbastanza per liberarsi. Qual è il problema chiave, secondo Marcuse? Di fatto non siamo liberi anche se ci sembra di esserlo. E sentendoci liberi, anche se non lo siamo, non abbiamo più, non sentiamo il bisogno di liberarci. D'altra parte, coloro che invece vivono in una condizione di sfruttamento e di esagio molto forte, nella periferia del mondo, in Vietnam, in Sudafrica, appunto nei ghetti, non hanno la forza per avviare una rivoluzione dell'intero sistema. Quindi, di fatto, non c'è nessun mutamento a livello sociale e politico, anche se il modo in cui viviamo dice Marcuse, è assolutamente contraddittorio. E quello che appunto possiamo osservare nelle periferie, nei ghetti, illumina la reale natura della società in cui viviamo. Ora, perché non siamo liberi? Marcuse distingue... Due situazioni, i regimi totalitari e i regimi democratici. Tenete presente che Marcuse, come altri esponenti della scuola di Francoforte, con l'ascesa al potere di Hitler negli anni 30 si trasferisce prima in Francia e poi negli Stati Uniti e rimarrà poi definitivamente negli Stati Uniti. Quindi si occuperà di un sistema sociale, quello in cui vive, quello statunitense, dove... C'è una apparente libertà, un sistema democratico molto sviluppato a livello industriale, dove emerge un altro problema, molto forte secondo Marcuse, che è appunto quello del consumismo e del conformismo. Allora, i regimi totalitari quali sono? Sono per esempio l'Italia fascista, la Germania italiana, oppure la Russia di Stalin. In questi regimi l'uomo è privato della libertà con la forza. Se qualcuno pensa in modo disomogeneo rispetto al regime, se si sogna di criticarlo, finisce per essere arrestato, torturato e magari anche ucciso. Quindi non c'è libertà, ma questa mancanza di libertà è palese, è evidente. Nei regimi democratici c'è una libertà solo apparente, secondo Marcuse, perché in realtà le persone sono controllate attraverso strumenti più raffinati. E quali sono? Fondamentalmente i mass media. I mass media manipolano il nostro pensiero e quindi ci rendono non liberi, anche se questa manipolazione, essendo invisibile, non viene percepita e quindi crediamo comunque di essere liberi. Questa è una pagina con cui appunto si apre il testo romano di un'emissione di Marcuse. Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non liberazione. La libertà prevale nella società industriale avanzata, segno di progresso tecnico. La società industriale contemporanea tende ad essere totalitaria, perché opera mediante la manipolazione dei bisogni da parte di interessi costituiti. Quindi, viviamo in un contesto in cui non c'è libertà, ma è un contesto particolarmente confortevole, in cui stiamo bene, quindi non ci accorgiamo neppure di essere controllati. E com'è che veniamo controllati? Attraverso la manipolazione dei nostri bisogni, da parte appunto degli interessi del sistema. Secondo Marcuse dobbiamo distinguere due diverse tipologie di bisogni, i bisogni veri e i falsi bisogni. Quali sono i bisogni veri? Sono quelli fondamentali per la sopravvivenza, quindi per rimanere in vita, ma anche per realizzarci come esseri umani. quindi non soltanto il cibo, il fatto di avere una dimora ma anche il fatto di avere un lavoro gratificante per esempio secondo Marcuse è un bisogno vero il fatto di stare con gli amici è un bisogno vero quali sono invece i falsi bisogni? sono quelli indotti dall'esterno che non sono spontanei per l'essere umano ma vengono provocati appunto per controllare il soggetto stesso grazie Quali sono questi falsi bisogni? Allora scrive Marcuse, nell'Uomo ad una dimensione, la maggior parte dei bisogni che oggi prevalgono, come il bisogno di rilassarsi, di divertirsi, di comportarsi e di consumare in accordo con gli annunci pubblicitari, di amare e di odiare ciò che gli altri amano e odiano, appartengono a questa categoria di falsi bisogni. Tali bisogni sono determinati da potenze esterne, sulle quali l'individuo non ha alcun controllo. Quindi quali sono i falsi bisogni? Sono quelli che ci portano a desiderare di consumare. consumare oggetti di cui non abbiamo bisogno, appunto l'ultimo modello di cellulare oppure, non lo so, qualcosa di stratosfericamente costoso e innovativo, anche se finché non esisteva, non stiamo in un momento della mancanza, non avevamo nessun bisogno, poi ci viene indotto e quindi lo acquistiamo, ma anche il bisogno di amare o odiare ciò che altri amano e odiano. Se pensate al meccanismo dei like nei social network funziona appunto in questo modo. Tutti questi sono falsi bisogni. Noi crediamo di essere liberi. i nostri desideri ma in realtà siamo pilotati e controllati dall'esterno. In particolare i falsi bisogni ci orientano verso l'acquisto di merci e il fatto di acquistare merci e riconoscerci nelle merci è una forma nuova di alienazione. Ora ricordate che per Marx l'alienazione è qualcosa come dire che colpisce l'opera. L'operaio, perché l'operaio che lavora in fabbrica, nella catena di montaggio, finisce per essere un ingranaggio del sistema produttivo e quindi ciò che produce non è suo, l'attività lavorativa non è più gratificante per lui ma è penosa e di fatto è un'attività che non è più gratificante per lui ma è penosa. Infatti finisce per essere una bestia rispetto ad un essere umano e anche i rapporti con gli altri uomini sono di pura competizione, non sono rapporti umani, collaborativi. Secondo Marcuse, distrepperà un'altra forma di alienazione, nella città industriale avanzata, quella in cui noi oggi viviamo, che è un'alienazione molto più pericolosa rispetto a quella che Marx aveva descritto, perché è più sottile. E'l'alienazione nella merce. Ci leggiamo a quello che Marcuse scrive. Le persone si riconoscono nelle loro merci, trovano la loro anima nella loro automobile, nel giro di scheda a fedeltà, nella casa a due piani, nella trattatura della cucina. Il controllo sociale è radicato nei bisogni che esso ha prodotto. I prodotti, le merci che noi acquistiamo, indottrinano e manipolano, promuovono una falsa coscienza. Quindi, per noi, essere significa avere. Questo è il consumismo. E attraverso il consumismo non ci riconosciamo più nei bisogni. negli altri esseri umani attraverso quel meccanismo che già Hegel aveva descritto nella dialettica servo padrone ma ci riconosciamo negli oggetti ora se il nostro interlocutore non è più un altro essere umano ma è un oggetto noi stessi diventiamo oggetti e quindi finiamo per essere alienati non siamo più ciò che siamo realmente dei soggetti ma siamo degli oggetti come è possibile che le merci siano così attraenti per noi allora questo accade dal punto di vista di Marcuse Marcuse attraverso la manipolazione della pulsione sessuale. Scrive in Erosi Civiltà, le merci che debbono essere comprate e consumate sono trasformate in oggetti di libido. Quindi il sistema economico attraverso la pubblicità e il marketing, che cosa fa? Converte la pulsione sessuale e la trasforma in attrazione verso le merci. Ora, questa manipolazione della sessualità è tipica del sistema industriale avanzato, dice Marcuse. Provate anche a pensare alla manipolazione della sessualità. la cosiddetta liberazione sessuale. Noi crediamo di essere liberi. poter appunto ritrarre la sua sessualità come vogliamo, in realtà anche il massimo della libertà sessuale, pensiamo alla pornografia, diceva Marcuse, che cos'è? È un'altra forma di indottrinamento, di fatto la sessualità stessa finisce per essere convertita in un prodotto, diventare un prodotto da vendere. Ora, come possiamo muoverci da questa condizione di assenza di libertà per promuovere un'utopia e quindi una rivoluzione verso un sistema sociale migliore? Secondo Marcuse, la prima cosa da fare è rendersi conto del fatto che il sistema in cui viviamo non è l'unico possibile, anzi genera infelicità. Allora, qui Marcuse fa riferimento a un'opera di Freud importante che è l'Iesaggio della Civiltà. Ricordate che per Freud, nell'Iesaggio della Civiltà, che è l'opera appunto che facciamo riferimento a Freud, riferimento, per l'uomo è inevitabile rinunciare ad una parte delle proprie pulsioni per poter creare un sistema sociale, cioè una civiltà in cui vivere sicuro. Quindi l'uomo rinuncia a soddisfare alcune pulsioni, le reprime e quindi... per forza deve essere un po'infelice, insoddisfatto, per poter vivere con gli altri e quindi avere maggiore sicurezza. Abbiamo barattato parte di felicità, la nostra felicità, per avere più sicurezza, dice Freud. Quest'analisi, secondo Marcuse, non è completamente corretta, perché nella società in cui noi viviamo c'è un surplus di repressione. Cioè c'è una repressione aggiuntiva che non sarebbe strettamente necessaria in ogni città. civiltà, ma che è fondamentale proprio per il sistema economico capitalistico. In che cosa consiste il surplus di repressione? Ora, nella dinamica della psiche che descrive Freud, la repressione si attiva quando il superio, o l'io che è il principio di razionalità, considera una pulsione non adeguata e quindi la spinge appunto nell'inconscio. Ma nella società in cui noi viviamo, oltre al principio di realtà, c'è un altro principio? che determina il comportamento umano, che è il principio di prestazione. Cioè di fatto noi sentiamo dentro di noi l'imperativo a offrire prestazioni lavorative sempre migliori. E in questo ci riconosciamo. Che cosa accade? Che il principio di prestazione riduce l'uomo a semplice entità per produrre, impedendogli di essere felice. Quindi il sistema capitalistico attraverso il principio di prestazione esercita una repressione aggiuntiva sulle nostre pulsioni rendendoci ulteriormente infelici ora questa repressione aggiuntiva secondo marcuse dovrebbe essere cancellata eliminata qual è il problema che non ci rendiamo conto di questa repressione aggiuntiva perché siamo alienati Essendo alienati nelle merci, di fatto non ci accorgiamo più che la realtà in cui viviamo è completamente irrazionale e inumana. Quindi il sistema in questo modo riesce ad amministrare completamente la nostra esistenza, ammantandosi anche di libertà, cioè una libertà apparente che in realtà non è sostanziale. Com'è che il sistema riesce a evitare di collassare, a evitare la rivoluzione? Cancellando l'utopia. Ora, se si cancella l'utopia, cioè l'immagine di un sistema sociale migliore rispetto a quello in cui viviamo, non c'è più nessun modello. di società verso il quale muoversi e per il quale combattere e per il quale cambiare la realtà attuale. Quindi il capitalismo per sopravvivere promuove il pensiero unico, riduce l'uomo ad una dimensione. il titolo di una delle opere fondamentali di Marcuse. Che cos'è l'uomo di una dimensione? È l'uomo che è appiattito sul puro presente, sulla realtà sociale così com'è, che non riesce a proiettarsi in un'altra dimensione che quella dell'utopia che gli consentirebbe appunto di modificare il sistema sociale in cui attualmente vive. Il pensiero unico che cos'è? La perdita della fantasia, dell'immaginazione, cioè di pensare un mondo diverso e migliore. Proprio fantasia e immaginazione sono due concetti chiave che compaiono spesso negli slogan del 68, per esempio l'utopia o la fantasia del potere, uno slogan tipico degli studenti del 68. Come si fa a sovvertire il sistema sociale capitalistico? Allora, Marcuse, riprendendo anche alcune riflessioni precedenti di Horkheimer e di Adorno, ritiene che i soggetti rivoluzionali non possono più essere gli operai, come pensava invece Marx, perché gli operai sono integrati nel sistema. Ormai vivono comodi con i loro beni di consumo di massa e non vogliono sovvertire il sistema. Gli unici che possono essere i soggetti rivoluzionali sono i soggetti rivoluzionali. non volerlo sovvertire, che possono manifestare dissenso verso appunto il capitalismo, sono I suoi atti del terzo mondo, che sono puramente sfruttati e quindi vorrebbero cambiare la realtà esistente, gli emarginati, i vagabondi, le persone che appunto vivono ai limiti della società, e gli studenti. Perché gli studenti? Perché non sono ancora pienamente integrati nel sistema e quindi possono avere ancora uno sguardo critico. Marcuse parlerà a lungo con gli studenti e appunto sarà uno dei fari, degli ideologi del 68. Che tipo di rivoluzione ha in mente Marcuse? Questa la descrive molto in Rosse Civiltà. Una rivoluzione della sessualità, cioè libera la sessualità dai vincoli appunto del controllo, del potere, in modo che il corpo torna ad essere un organo di piacere non solo di produzione industriale o economica, questo è l'obiettivo appunto di Marcuse, una sessualità che sia creativa, che non sia appunto semplice acquisto di beni appunto come accade nel sistema consumistico. L'altra ingrediente fondamentale per la rivoluzione e l'altra strada per il progresso della rivoluzione è l'arte. L'arte dovrebbe potenziare la creatività dell'essere umano, permetterci di pensare mondi nuovi che attualmente non esistono, quindi di fatto delineare delle utopie e contemporaneamente provocare, esprimere dissenso verso... le ingiustizie della società attuale. Infine c'è il gioco. Cos'è il gioco? È il contrario del lavoro. Cioè, se il lavoro è un'attività fisica destinata alla produzione, il gioco è un'attività fisica che non ha nessuno scopo, nessun obiettivo, se non appunto il puro divertimento. È l'unica azione che ha lo scopo in se stessa. Esattamente come l'arte e la sessualità, cioè non hanno un obiettivo esterno da raggiungere. Il gioco ci consentirebbe di fare un uso diverso del tempo. Ora, paradossalmente, secondo me, secondo Marcuse, proprio lo sviluppo del capitalismo e quindi l'incremento della produttività grazie alle macchine, ci consente questa rivoluzione, perché avendo una produttività maggiore oggi, possiamo ridurre le ore di lavoro e riducendo le ore di lavoro possiamo dedicarci all'arte, al gioco e alla sessualità, cosa che invece non sarebbe possibile se fossimo costretti a lavorare tutte le ore del giorno. per sopravvivere, come accadeva prima della rivoluzione industriale. Quindi la rivoluzione industriale e capitalistica ha reso possibile un mondo migliore, ma di fatto impedisce questo sviluppo finale. E come lo impedisce? Instillando in noi, diciamo, dei fatti che non sono più alzi bisogni, desideri di merci di cui non abbiamo bisogno, per produrre le quali si continua a sfruttare l'uomo e si continua a lavorare molto più del dovuto, direbbe Marx. Detto ciò vi lascio rispondere ad alcune domande.