Vi parlerò della meccanica quantistica. Nessuno ha ancora capito i fondamenti e l'interpretazione vera. Della meccanica quantistica. A parte. La. Bellezza della teoria stessa, non la capiamo, ma funziona. Certo che vi avverto. Non ha niente a che vedere. Con il senso. Comune. Stasera spero di trasmettervi questa sensazione. Che la realtà. Nei suoi costituenti elementari è molto diversa da quello che sembra, da quello che appare. Il telefonino moderno è un concentrato di meccanica quantistica, di relatività generale. Beh, dentro c'è Google Maps, no? Google Maps può funzionare soltanto perché Einstein ci ha detto che il tempo qui sulla Terra scorre in una. Leggerissima mente, ritmo più lento. Che là dove sono i satelliti che da cui noi prendiamo il segnale e che tramite la triangolazione nel tempo riusciamo a dire dove siamo. Bestiale no? Quindi noi con la Google Maps stiamo testando la relatività generale tutti i giorni. Miliardi. Di persone. Poi uno dice ma a cosa serve uno queste cose? Cosa serve la relatività generale? È la luce. Ha un ruolo fondamentale nella nascita della meccanica quantistica. Tutte le grandi scoperte del 1900 hanno come filo conduttore. E filo. Rosso il fatto che sono nate dalla luce e dallo studio della luce. La luce è ha un ruolo fondamentale nella nascita della meccanica quantistica. Vorrei cominciare questa cosa con un'immagine non solo un po romantica, poetica. Voi siete a letto. In una stanza, è l'alba. E dalla finestra della tapparella c'è un buco dove una fessura dove entra un raggio di luce è un raggio di luce abbastanza rossastro. Perché appunto il sole. All'alba, all'alba e al. Tramonto, il sole più. Rosso. Entra nella vostra stanza e illumina tutti gli oggetti. Ma non solo. Se guardate attentamente potete vedere anche quel po di pulviscolo che è messo in evidenza dal raggio. Di luce che. Può diffondere la luce e farla arrivare fino ai vostri. Occhi. Siete lì, nel dormiveglia e pensate da dove viene questa luce? No, è alla luce del sole. Ma chi la fa? Il sole. Questa luce viene dalla superficie? Sì, ma la superficie che scaldata da qualche altra cosa. È l'ora. Rimuginare i ricordi di scuola di cinema sarà fatta nel centro del sole dove si fanno le reazioni termonucleari. E pensate che quella stessa luce che nasce come raggio gamma e poi viene assorbita, diffusa, rimbalzata, che ci mette circa 100.000 anni ad uscire, a vedere la luce sulla superficie del sole ed arrivare e poi in 8 minuti dal sole. Fino a noi. Ma se avete anche un animo, appunto un po artistico, che cosa vi viene in mente con con la luce? Vi viene in mente il Maestro della luce, che non. È mica un fisico, è. Il maestro della luce, è per tutti un pittore che Caravaggio, che per primo ha usato la luce come protagonista. Nei suoi quadri, ha. Colpito i visi, le mani, l'espressione scolpito, queste immagini con la luce per lui, questo questo, questo fascio di luce che vedete sulla parete di questo quadro famosissimo che è la vocazione di San Matteo, è proprio protagonista. Gli altri facevano i paesaggi, ecc. Lui illumina la sua scena come un regista moderno. Usa i riflettori per illuminare i vari personaggi di teatro. Un'altra particolarità è. Guardate il dito, guardate la mano di Gesù e magari non vi ricordate, ma assomiglia molto. Adesso lo lo riflesso. In modo che abbia la stessa direzione. No al dito di Adamo, no al dito di Adamo che sta per ricevere la vita da Dio nella creazione di Adamo. Nella nella grande affresco di Michelangelo. Guardate qui se adesso sovrappongono a questa figura, vedete che le due mani si assomigliano tantissimo. Ecco, questo è stato un tributo che Caravaggio ha fatto a un grande che. Conosceva bene perché era stato a Roma ed è del Caravaggio. E successivamente l'angelo al grande maestro. Michelangelo. Beh. Questo dal punto di vista artistico, ma, come vi dicevo anche dal punto di vista fisico, la luce è fatto nascere e tenuto a battesimo le due colonne dei due pilastri della fisica. Odierna, infatti. Tutte e due nel 1900, la relatività e la meccanica. Quantistica e come vi ho. Detto è si arriva a dire attraverso queste due teorie questa è cattedrale di conoscenza che la realtà è molto, molto diversa da come. Noi la immaginiamo. Sia per quanto riguarda lo spazio, sia per quanto riguarda il tempo, sia per quanto riguarda il comportamento delle particelle della materia. Tutta però la nostra storia parte un pochino prima a qualche assonanza con i nostri tempi. Arriva 1665 la peste, la peste nera che colpisce Londra e tutta l'Inghilterra. Allora come oggi l'Università di Cambridge. Chiude per evitare gli assembramenti. Per cui Newton torna nella casa di sua mamma a Woodstock. Almeno questa qui è la sua casa e ci sta. Due anni in completa solitudine. Quasi solitudine. Vedete, la distanza è un 150 chilometri da Cambridge a Oxford, suo paese natale. E sta rinchiuso lì. E diciamo che invece di lamentarsi, che cosa fa. Newton po tutto. Newton fa le tre leggi del. Della. Dinamica, fa la legge della gravitazione universale e poi gli viene la curiosità. Tanto che c'è di calcolare le orbite dei pianeti. Per calcolare le orbite dei pianeti bisogna fare usare una matematica che allora non esisteva. Bisogna fare le derivate degli integrali. Per vedere che allora non c'erano. E cosa fa Newton? Se li inventa. Costruisce il calcolo differenziale. Perché era curioso, un assoluto genio di quelli che appaiono uno in qualche secolo sulla sulla faccia della terra. Un assoluto genio da solo ha 24 anni, neanche 23 e mezzo. E non contento di ciò, studia la luce e studia i colori della luce. E non contento di ciò, questo gli occupa meno della metà del tempo. La maggior parte del tempo fa alchimia, facendo delle cose astruse e tenendole abbastanza nascoste. Perché. Alchimia anche allora non era ben vista. E che cosa studia? Che cosa fa Newton? Studia i colori perché si sapeva già che facendo passare un raggio di luce del sole attraverso un prisma, il prisma divideva a ventaglio la luce e di faceva nascere i colori, i colori dell'arcobaleno e i sette colori dell'arcobaleno. Non a caso sono stati battezzati, anche lui quantificati da Newton. Perché? Perché sette. Erano i corpi celesti che si vedono. Muovere a occhio nudo nel. Cielo. C'era questa no, questo richiamo. Ora. A quei tempi, non si sapeva ancora che la luce è l'insieme luce bianca e l'insieme dei colori. Fondamentali, i sette colori. Si credeva che fosse merito o colpa del prisma. Il fatto di dare questi colori, cioè i colori alla luce, erano fatti dal prisma e quindi lui fa un esperimento tanto è schizzato in questo disegno di pugno di Newton nei principia credo e fa passare e fa passare la luce del sole attraverso un primo. Prisma. Che li divide in due colori fondamentali. Poi sceglie un colore qui è il giallo arancione e lo fa passare attraverso un altro prisma e si accorge che in questo passaggio la luce rimane dello stesso colore. Conclusione non è il prisma. Che dà il colore, perché se no l'avrebbe dato. Anche al secondo passaggio. È la luce che è fatta da tanti colori, è l'insieme di tanti colori e cosa che cosa succede secondo Newton, quando passa il prisma e dice la luce è in realtà fatta da tante, tante particelle, da tanti corpuscoli, ognuno colorato in maniera differente. E quello che succede è che le particelle sentono la gravità del prisma. Visto che aveva appena inventato lui la gravità. Usa subito no Newton. E sono attratte dalla superficie del prisma. Però le particelle più veloci, che sono quelle rosse. Che qui sono quelle più grandi disegnate. Da me, lo deviano di meno. Ed è per questo che la luce si scompone nei sette colori perché le particelle hanno diversa velocità. Avere diversa velocità vuol dire essere deviati di più e di meno quando passano dal prisma. Ed ecco che io le vedo separate finché erano tutti insieme io vedevo bianco. Quando si separano io riesco a vedere tutti i colori. E cosa succede quando la pandemia la peste finisce. CAMBRIDGE Riapre a Londra, riapre a Newton. Diventa membro della Royal Society che ha delle riunioni periodiche e a quel tempo il segretario della Royal Society era Robert Hooke Roberts, che era probabilmente uno dei primi scienziati ad essere pagato per fare il proprio lavoro e quel lavoro era di progettare degli esperimenti da fare quando c'erano le riunioni con gli altri scienziati del tempo alla Society. E in una di queste riunioni Newton espone la sua teoria della luce con la luce fatta da particelle ed è presente Robert Hooke, che però Robert Hooke era, insieme ad Hodgkinson, uno scienziato olandese, e pensavano che la luce fosse invece fatta fosse un fenomeno ondulatorio. E alla fine del seminario alzò la manina Robert Hooke, Newton. Dopo la conferenza, però, io e Origins. Pensiamo in un'altra maniera. Pensiamo che la luce non sia fatta di particelle. Ma sia fatta da onde. Non lo avesse mai detto. Newton se se la lega al. Dito non lo sopporta questa cosa. E nello scambio epistolare che comincia tra i due c'è una lettera no, datata il 5 febbraio 1676, in cui Newton scrive ad hoc la frase che è diventata famosa Se io ho visto più lontano è perché sono salito sulla spalle dei giganti che noi tutti prendiamo come una esempio di di lungimiranza, di umiltà. Da parte di Newton. No? Peccato che Luca era un nano e quindi la frase. È uno. Sberleffo, una presa in giro di Newton verso. Poi nel 1703 Newton diventa presidente della. Royal Society. E proprio nello stesso anno UC muore. Cosa fa Newton appena eletto? Innanzitutto toglie la patente all'età delle scoperte di York e dice che sono stati degli altri. Poi ordina che tutti i ritratti che c'erano nella Royal Society venissero presi, tolti e bruciati e da quel momento Hook è rimasto detto come lo scienziato senza volto, perché non c'erano ritratti e non c'erano ritratti. Infatti nel duemilatré, che era il terzo centenario dalla morte, ci sono celebrazioni in Inghilterra e viene dato il lavoro a una pittrice di ricostruire il volto di Hook secondo quello che le piccole descrizioni che c'erano nei documenti dell'epoca e l'ora, questa Rita Guerrier ha fatto questo ritratto che probabilmente è la faccia più probabile di no. È una ricostruzione che abbiamo capito che tipi non era Newton. Il fatto è che probabilmente, quando uno è geniale. Il cervello è quello che non è limitato. E probabilmente se uno è un genio assoluto, in alcune facoltà paga lo scotto di essere un pochino meno geniale, no? Nelle altre. È difficile trovare delle persone geniali e completamente. Equilibrate. Sono tutti un po pazze, ci sono delle. Eccezioni. Un'eccezione. Bora Bora era. Bravo in tutto, lavorava come papà, come nonno, come marito, come procacciatore di fondi, come salvatore di tanti tedeschi perseguitati dal nazismo. In tutto. Un altro che mi sembra molto equilibrato è il. Nostro nuovo premio Nobel Giorgio Parisi, che è proprio bravo ed è molto eclettico e io ho avuto la fortuna di conoscerlo, di ascoltare o di leggere degli scritti suoi. Una logica che 1/2 vasta e anche se ci mette qualche errore di grammatica ogni tanto, ma. Ma il peccato veniale, veniale ha una logica che uno si sente proprio schiacciato nella parete. Va bene, facciamo un salto e nella diatriba la luce è fatta da particelle o la luce è un'onda? Nel 1801 c'è un esperimento di un fisico che si chiama Thomas Young, che dice Ma guarda se io faccio passare la luce attraverso due fenditure succede proprio quello che succede quando cioè il molo no che ha un muretto e magari due aperture. Allora le onde che arrivano passano attraverso una fermata dal muro, ma possono passare attraverso le due mappe aperture e si diffondono a semicerchio e si incontrano e quindi, quando le onde si incontrano, possono fare interferenza. Cos'è l'interferenza? Sono due onde che si combinano onde vuol dire che è una cosa che oscilla e che va in su. Va in giù. Quando vai su abbiamo la cresta, quando va in giù. Abbiamo il ventre. Se avete due onde e le combinate in modo che le creste e i ventri con bacino avete due onde di fase e il risultato è avere un'onda più grande. Quindi avete un'interferenza. Costruttiva? No. È il motivo per cui ogni tanto ogni sette otto onde vedete un'onda più. Grande che arriva anche normale. Queste onde da venti centimetri e dopo un po che aspettate? In riva al mare arriva un'onda che è più grande. Questa qui ha fatto. Interferenza. Costruttiva. Ma se invece le creste combaciano con i ventri, il risultato è che si azzera. Tutto. E quindi avete un'interferenza distruttiva. Quindi qui vedete più luce e qui vedete zero luce e buio. E questa è una particolarità tipica che hanno le onde. C'è poco da fare. Quindi questa la doppia fenditura sarebbe dovrebbe essere l'esperimento che convince tutti che effettivamente l'onda è un fenomeno oscillatorio è cioè la luce è un'onda, è un fenomeno oscillatorio. Ma ancora a quei tempi resisteva la grandissima autorità di Newton, che faceva non aderire a queste teorie e a queste prove, queste evidenze scientifiche, una grande quantità di scienziati e questo è un altro esempio della luce che passa attraverso due fenditure e qui si divide. Queste due parti interagiscono tra di loro facendo interferenza sia costruttiva che distruttiva, quindi avete una serie di chiari e scuri. Poi arriviamo alla metà del 1800 che quando arriva un altro genio che si chiama Maxwell. Se Newton aveva unificato con la gravità la legge di gravità, le cose che succedono sulla Terra e le cose che succedono. Per esempio. Tra la Luna e la Terra, quindi aveva unificato le cose umane con le cose divine. Perché allora si pensava che i pianeti fossero attaccati delle sfere, che Dio girava direttamente? Invece Newton dice. No, è la stessa forza, la forza di gravità. Che fa funzionare la caduta della mela. Palme e la il fatto che la Luna giri intorno. Alla terra e quindi anche tutti i pianeti e così via. Quindi al primo grande unificatore. Cioè a quei tempi, non è mica poco, eh? Voleva dire scalzare un po. Fare arrivare un po più in là il regno dove la religione. Poteva dominare e farlo invece fonte di. Indagine. Oggetto di indagine alla razionalità scientifica. Ecco Maxwell che cosa fa? Beh, a quei tempi c'erano i fenomeni elettrici. Per esempio prendete un bastoncino di ambra o di ceralacca e lo strofinate. E vedete che riesce ad attirare pezzettini di. Carta delle cose piccoline. E l'elettricità? Il nome viene proprio dal nome greco di Ambra. l'Ambra si chiama. Electron in greco e da qui elettrone, elettricità e così via. Oppure prendete una calamita e a tirare pezzettini di ferro la limatura, quello che volete anche qui, ma. Niente calamita. O magnetismo, diciamo magnetismo, viene. Da una regione creato in. Asia Minore, dove era molto facile trovare delle pietre. Non magnetizzata e questo posto si chiamava magnete. Una cosa del genere. E attraverso lo studio di queste cose, Maxwell riesce a unificare queste due classe di fenomeni. Il mondo elettrico e il mondo magnetico, dice Maxwell con le sue equazioni, sono due facce della stessa cosa. Si può fare uno a partire dall'altro. Si può generare campo elettrico a partire da una variazione del campo magnetico e così via. Quindi sono parte dello stesso mondo. È il primo che lo dice e fa queste quattro equazioni che avete visto prima che si fanno fisica. Due. Io ho fatto fisica, ho fatto fisica, quindi ho dato l'esame di fisica. Due. Me ne sono sognate per tre anni queste qui c'è il professore che ne chiedeva e ovviamente io non sapevo rispondere. Quindi era un incubo della mia età universitaria. Vabbè, insomma, dopo. Me ne sono fatto una ragione. Adesso, più o meno potrei. Descrivere le e soprattutto posso dirvi questa cosa che Maxwell ha avuto come premio di avere fatto sistematizzato. Tra tramite le spiegazioni. L'elettromagnetismo ha avuto un premio. Grosso. Perché? Perché si è accorto di una cosa che quando fate variare un campo. Elettrico ha. Generato un campo. Magnetico anche lui variabile, e quando fate variare un campo magnetico. Questo qui genera un campo elettrico. Anche lui variabile, che genera un campo magnetico che genera un campo elettrico che genera un campo magnetico così via. Ma questo fenomeno. Non è stazionari, non può rimanere lì e queste variazioni si devono per forza propagare. Ed è stato capace Newton di calcolare la velocità di propagazione di questo scambio elettrico, magnetico, elettrico. E magnetico. E gli è venuta una velocità di 300.000 chilometri al secondo. E ovviamente ha detto che cosa c'è l'altro che va a 300. Mila chilometri al secondo. È la luce. E lì HP quindi che la luce era un'onda. Elettromagnetica. Già dal fatto che aveva trovato per la velocità di questa oscillazione la velocità della luce ha fatto due più due, ha detto prima loro. La luce non è altro che un'oscillazione. Il campo. Elettromagnetico. Quindi, come tutte le oscillazioni, sarà assorbito o prodotto. Si pensava allora. Da degli oscillatori da campo elettrico che varia il campo medico, che ci deve essere qualcosa che oscilla. E allora si pensava tutte le onde che conosco sono le onde sonore, le onde marine, le onde sonore che. Sono. Onde di pressione. Dell'aria. Le onde del mare che sono vere sono le onde dell'acqua. Quindi si pensava ci vuole un mezzo per far. Pagare le onde. Quindi le onde elettromagnetiche che si pensava allora si devono propagare per forza in un mezzo che hanno cambiato a che hanno chiamato quei tempi etere la veniva. Da questa. Similitudine le onde che si. Conoscevano loro. Avevano bisogno di un mezzo per propagarsi. Poi notate anche un'altra cosa che è importante per quello che vi devo dire è che l'oscillazione quindi questa è un'onda e questo è che qui disegno qua è il campo elettrico che va su e giù, su e giù eccetera. E quello che si credeva è che l'energia trasportata dall'onda no era nient'altro che il quadrato di questo campo elettrico. Quindi quando il campo elettrico aveva un'oscillazione grande avevate un'intensità più grande e più energia. Quindi la forza di un'onda, l'intensità, l'energia di un'onda. Se pensava essere collegata all'intensità di quell'onda stessa, cioè al campo elettrico che aveva un'ampiezza di oscillazione più grande presa dal pendolo? No. Se ha un'oscillazione più grande la sua energia è più grande. No, perché se state nel mezzo vi viene addosso la massa alla fine del periodo con una velocità maggiore no, quindi dovete stare attenti. Se invece. L'oscillazione è minore. L'energia del pendolo è minore. No, potete fermarla con la mano. Va bene e. Quindi si arriva alla fine del 1800, dove la scienza vive un periodo di euforia micidiale perché sembrava che tutto fosse. Spiegabile. No. Attraverso questi tre grandi, che simboleggiavano altrettanti argomenti, c'era la gravità e le tre leggi della dinamica fatta da fatto da Newton, l'elettromagnetismo fatto da Maxwell e il fatto che tutta la realtà era fatta da atomi principalmente fatto da un altro grande di cui non vi ho parlato, che era Boltzmann. Quindi attraverso queste tre questi tre pilastri si credeva di poter spiegare tutti tutto. Erano. Era il periodo della rivoluzione industriale, delle macchine termiche, della. Del fatto che la scienza stava studiando e stava indirizzando il grande sviluppo economico di quel tempo per questo che c'era così tanta euforia sul serio, si pensava che se noi avessimo conosciuto la posizione e la velocità di tutte le particelle che compongono un certo fenomeno, si poteva predire tutto quello che sarebbe successo dopo tutto il futuro, ma si poteva anche sapere andando indietro tutto il passato. Si pensava che quindi la realtà fosse completamente deterministica. Bastava, cioè, magari difficile, sapere quante la velocità e la posizione di tutte le particelle. Ma è un fatto così. Non è un fatto di. Principio non fatto. Se noi lo. Sapessimo o se avessimo un sistema abbastanza piccolino potremmo sapere tutto. Quindi la scienza si credeva, può spiegare tutto, tant'è vero che c'è uno degli scienziati che da allora. Non c'è più niente da fare. Quanto importante no, bisogna fare i dettagli, bisogna fare la terza cifra decimale, cioè scoprire che ha scoperto. Tutto è un po pessimistica. Anche come cosa. Ma la sorpresa era dietro l'angolo. E proprio verso la fine del 1000E80018959697 viene fuori un problema all'apparenza reale. E all'inizio questo problema era abbastanza. Sembrava una stupidaggine, una cosa. Innocente. Non si diceva tutti i corpi. Anche noi emettiamo radiazione e c'è un corpo che è speciale. Bravissimo. Ad emettere radiazione, che per paradosso. Si chiama corpo. Nero. Voi dite prima nero e nero vuol dire mancanza di luce? No? E invece il corpo nero in. Fisica è il. Corpo che emette di più e anche quello che assorbe di più. Ed è per questo che lo chiamano nero. Ma se ci. Pensate un corpo che assorbe la luce che gli viene incontro no e non la mette tutta, potrebbe diventare sempre più caldo, sempre più caldo, fino a disgregarsi. Questo non succede. Perché? Perché il. Corpo è capace di mettere tutto quello. Che gli va addosso. Io sono colpito da quel faro. Ecco il produttore di luce visibile? No. Io però sono. A. 36 e mezzo, appena misurato i. Gradi centigradi e mi metto come un corpo ad una certa temperatura. La mia emissione però non è luce. Visibile, è in infrarosso. E infatti nei telefilm vedete quelli che si mettono gli occhialini per vedere i corpi caldi, tra cui le persone in infrarosso. Tutto tutto quello che ci circonda emette radiazione e la emettiamo con una legge particolare. Vedete, qui c'è la quantità di luce che viene emessa, questa è la lunghezza d'onda. Vedete questa struttura campana? Questa si riferisce al corpo nero più perfetto che conosciamo, che è il residuo. Del Big Bang. Il Big Bang. È un periodo in cui tutto era concentrato in poco spazio e la temperatura era grandissima. Tutto era molto concentrato e caldo. Poi l'universo si è espanso. Però la radiazione che c'è stata allora vive ancora oggi, vive ancora oggi. E siccome l'universo si è allargato tantissimo, la lunghezza d'onda di questi radiazione, questa radiazione originaria si è stirata, stirata fino a diventare l'equivalente di una temperatura di circa. Tre gradi o. Attraverso questo punto di. Dito del pool dell'indice passano circa 300. 400 fotoni al secondo che. Provengono dal Big Bang. Qualcuno di voi si ricorderà le televisioni. Col tubo catodico, non quelle con schermo piatto, quelle di prima. E si ricorderà che quando. Non erano sintonizzate c'era l'effetto neve. No, queste cose bianche, bianche, con puntini neri ecc. È il quattro 5%. Di quelle puntini che vedevate. Erano dovute alla radiazione di fondo. Fotoni che sono stati fatti all'inizio del. Tempo nel Big Bang che c'erano 13,8 miliardi di anni. Nessuno se ne accorge, nessuno lo sapeva allora, ma tutte le televisioni nostre erano dei rivelatori di. Radiazione di fondo. Ovvero quindi questa curva ha un andamento particolare. Che. È stato scoperto da Max Planck. Che per questo vincerà il Nobel anni dopo. E per questo diventerà famoso. Però nessuno riusciva. A spiegarla a quei tempi nessuno. Ci è riuscito dopo un grande. Sforzo. Max Planck che ha detto. Ma somma. Se è una cosa oscillante lo devo prendere. Devo studiare degli oscillatori. E che cos'è l'oscillatore? Più semplice che mi viene in mente un pendolo. Noto l'energia di un pendolo, come vi ho detto e c'è scritto lì no. Dipende da quanto ampia è l'oscillazione. Pensate quanto. Il mezzo non. È grande, ha. Più energia cinetica e così via. Bene. Però è anche vero che invece le oscillazioni del pendolo non dipendono dall'ampiezza dell'oscillazione. E pensate che questo l'aveva scoperto Galileo, andando a messa? Si vede che non era poi. Così grande, bensì. È interessante nelle sue prediche perché Galileo si distraeva e vedeva delle incensiere che guardava delle incensiere che pendevano dal soffitto legata al soffitto con delle lunghe catene. E ovviamente, se c'era un po di vento, questo incensiere oscillavano. E si era accorto domenica dopo domenica, che il periodo di oscillazione quante oscillazioni facevano al minuto non dipendeva dall'ampiezza delle oscillazioni, sia che oscillano piano piano il piano, sia che si facessero delle grandi oscillazioni. Il periodo era sempre lo stesso. E voi vi chiederete ma se non c'erano gli orologi. Come ha fatto a dimostrare questa cosa? Ha usato il suo cuore, le pulsazioni del suo cuore, 60 al. Minuto e con questo ha misurato. I battiti, cioè i battiti. Le oscillazioni del pendolo e ha dato il modo per fare. Di orologio a pendolo. Questa è la curiosità. Quello che dice Planck, al contrario della intuizione. Ecco qua che cominciamo a deviare dal. Senso comune, perché noi pensiamo che piano piano le oscillazioni tramite l'attrito diventino. Sempre più o no più piccoline, e che l'energia del pendolo quindi piano piano diminuisca ma. Diminuisca in un. Modo continuo e. Plank per far funzionare la sua equazione, per far, per spiegare come si disponeva. Il corpo nero dice invece No, non è vero che. Continuo. Va a salti l'energia del pendolo non varia in modo. Continuo, ma. Fa dei salti. I salti sono piccoli. E per questo che io non me ne sono mai accorto. Prima, guardando un oggetto. Macroscopico per. Salti quindi da 400521 a 4000, -uno. No. L'energia a salti. Questo era un concetto. Completamente astruso e nuovo. Per la fisica. Planck non ci crede neanche lui. Planck è il campione della fisica classica, il più classico dei fisici classici, e dice che è stato portato a pensare questa cosa per disperazione dopo quattro anni che faceva di tutto. Per spiegare l'emissione del corpo nero. E con questo ipotesi, al primo colpo riesce a fare una equazione che spiega benissimo l'emissione ha sempre la speranza che questo sia stato solamente un artificio di calcolo matematico che con il progredire della conoscenza non andasse via in modo che quella costante lì, quella. No che. Adesso è chiamata costante di Planck, andasse a zero in modo che l'energia non facesse più salti. Cioè l'energia che io posso scambiare è un multiplo di questa cosa. Qua la costante di Planck è un numero molto piccolo e la frequenza. Della radiazione. È come se fosse 0,01€ di. Euro. No? Vuoi aumentare la tua energia. E. La voglio aumentare di mezzo 100.º? Non puoi tu ne vuoi uno, ne vuoi due e poi tre. Di centesimi di energia. È così che funziona e che deve funzionare. Nella mente di Planck. Poi per salvare. Il salvabile dice beh, ma. Non è la luce. Che è fatta a centesimi di euro. È la assorbitore dell'oscillatore che accetta soltanto di assorbire. A salti, paraluce continua frequenza le cose e continua. Questo dura cinque anni. Questo pensiero adesso va. Speriamo di non far. Dura cinque anni quando sulla scena compare l'altro genio assoluto, l'altro. L'altra l'altro mito e leggenda che Einstein Einstein. Nel 1905 a 26 anni, ha 26 anni e lavora all'Ufficio brevetti di Berna, lavorando 8 ore al giorno per sei giorni alla settimana. Perché si lavorava anche il sabato. Deve appunto giudicare i brevetti. Non è stato preso da nessuna università, anche se lui ha chiesto a tutte le università tedesche, svizzere, austriache e così via. Nessuno l'ha preso, probabilmente perché le lettere di referenza scritte dai suoi professori non erano molto buone. Einstein, quando era al liceo, aborriva la scuola tedesca e però era sempre quello. Viene descritto così? No, quello seduto all'ultimo. Banco che sembra sapere tutto col sorrisino non proprio faccia da sberle, era antipatico. D'altra parte i professori erano assoluti e formali e Einstein, in matematica e fisica ne sapeva più di loro. Quindi, insomma, era tanto è vero che scappa dalla Germania e va prima. In Italia e poi va a studiare. In Svizzera. Appena va là si innamora di una compagna di classe, Mileva Maric, che. Poi sposerà nel 1905 senza nessuna avvisaglia della esplosione di creatività che che era, che quel che sta esplodendo fa sei lavori, uno più bello dell'altro, di cui almeno due, due e mezzo meriterebbero il premio Nobel che effettivamente per il primo. Di questi lavori. Nel 1905, Einstein fa la relatività speciale. Cambia la nostra idea di tempo e di spazio, ma non prende il Nobel per questo, per questo lavoro fondamentale, lo prende per un altro lavoro più difficile. Cioè facilissimo. Da descrivere, difficile da far proprio da crederci. Adesso vi dico che viene giudicato il lavoro primo fondamentale che inizia la meccanica quantistica. Si tratta dell'effetto fotoelettrico, nome astruso? No. Ma si tratta solamente di sapere cosa succede quando la luce va su una piastra di. Metallo dove abbiamo lampadina. Un faro, quel faro del metallo. E vedete quello. Che succede. Quello che. Succede è. Che voi vi. Aspettate che se la luce è molto forte, se l'intensità è grande cosa vuol dire? Campo elettrico? No. Che va su e giù con un'ampiezza. Grande campo elettrico, prende l'elettrone di superficie di un metallo no? E il campo elettrico lo accelera questo elettrone e lo. Può accelerare tanto tanto che viene. Sbalzato via dalla superficie. E se c'è un rivelatore di elettroni che spazzano via devo misurare qualcosa. Ed è quello che succede è che se la luce rossa io posso anche aumentarle intensità faccio 100w, faccio 200w, faccio 1.000w di luce rossa di elettroni non misuro neanche uno, ma se la luce non è più rossa ho della luce blu anche se ha 10w Typekit vedo che gli elettroni spazzano, sbalzare via e se aumento il voltaggio invece di 10w. Uso 1.000w. Non è che gli elettroni svolazzano via con più velocità, come se uno si immagina. Perché il. Campo elettrico è meno, lo tira di più, lo spazzano via più elettroni, ma tutti con la stessa energia. Questo era incomprensibile dal punto di vista classico. Nessuno era riuscito a capire il fenomeno. Arriva Einstein e. Ma perché se Planck ha ragione? No, la luce. Non è vero che è. Fatta da un'onda. Non è vero che è un'oscillazione del campo elettrico, ma è fatta da corpuscoli da particelle ognuno a ognuna di queste particelle ha un'energia che è proporzionale alla frequenza e la costante di proporzionalità è proprio la costante di Planck, quella H. Lei è piccola. Quello che volete però è la luce che è fatta. A quanti è la prima volta che si parla di quante. È la luce che è fatta a particelle discrete e in questo modo spiegare questo fenomeno è facilissimo quando dei fotoni no da rossi che hanno una frequenza rossa. Oh che ogni fotone c'è un'energia definita che non è sufficiente a sbalzare via gli elettroni dalla sua superficie. No, io posso anche aumentare il numero dei fotoni, aumentare il numero di proiettili. Ma se i proiettili non hanno abbastanza banane per scalzare l'elettrone e nessun elettrone sarà sbalzato perché il fenomeno è sempre 1 a 1 e non è che l'elettrone vede due fotoni. Che gli vengono addosso, ne vede uno solo alla volta. E quindi è chiaro che io non riesco a estrarre nessun elettrone. Qualsiasi sia l'intensità di luce che incide sulla piastra. Se invece ho della luce blu, anche se ne ho pochi, quei pochi che che ho, cioè l'intensità è poca. Ma tutti quei fotoni, anche se sono pochi, hanno un'energia sufficiente a sbalzare l'elettrone e quindi l'elettrone può lasciare la superficie. Se poi ho aumento l'intensità vuol dire che aumento il numero di fotoni, quindi aumento gli scontri, quindi aumentano gli elettroni ma tutti hanno la stessa energia di prima. Ho soltanto aumentato il numero perché è aumentato il numero di scontri in questo modo lui non è che spiega solo il fenomeno. Capite con grande, con grande semplicità. Non fa solo. Questo. Einstein Einstein dice che la realtà è diversa da quello che ci immaginiamo. La luce non è un'onda. La luce è fatta a proiettili. A quanti la luce è discreta. Nonostante tutto quello che. Era stato scoperto fino a quei tempi. Nonostante. L'interferenza. Nonostante l'esperimento delle due fenditure, Einstein capovolge completamente il quieto vivere dei fisici classici dell'epoca. Ha 26 anni. E per questo vincerà il Nobel. Nel 21 con 22. Mi ricordo più quando questo fenomeno sarà. Riprovato e riprovato. Altre volte perché non ci credevano mica gli altri, cioè lui, Einstein. Continuò a lavorare all'Ufficio brevetti fino al 1909 e dopo due anni, dal 1905, comincio a preoccuparsi. E 1916. Ma qui nessuno si è accorto di quello che sto dicendo. Era cosciente di aver detto delle cose. Lui chiama rivoluzionario. Questo articolo dell'effetto fotoelettrico e ha ragione. È ancora più importante della relatività. Hanno fatto pena per questo. Vabbè, perché? Perché sconvolge di più il nostro sapere? Vabbè. Dopo di che arriva sulla scena un francese. Ci mancava un francese in una storia. E lui, de Broglie. Credo che. Dica de Broglie, anche se in realtà la sua famiglia. Veniva. Ed era emigrata da Broglia. Nel Piemonte, in Francia, quindi era aveva antenati italiani e fa. È un tipo anche lui geniale. Si laurea a 18 anni con la prima tesi in Storia e diritto. Dopodiché ha un fratello maggiore che fa lo scienziato fisico. Che lo convince a. Studiare anche lui, scienza. Lui comincia, si prende gusto e in pochissimo tempo si laureò anche in fisica. Però sta per iniziare il dottorato. Scoppia la guerra. E scoppia la guerra. E e dov'è che qua. Scoppia la guerra? Lui ne fa per cinque anni nell'esercito, quello che deve captare i segnali. Dei. Tedeschi usando l'antenna che era sulla sommità della. Torre Eiffel. E per cinque anni fa quel lavoro lì da soldato. E poi è finita la guerra. Fa la tesi di dottorato ed è come supervisore. Paul, che è molto perplesso, non riesce a capire se il suo studente è un fanfarone o se è geniale. E allora si fa dare una copia della tesi nel 1923 e Nell'indecisione la manda da Einstein per avere un giudizio. Einstein la legge e dice Non ho che fanfarone. Questo è geniale e ha alzato un. Lembo. Del grande velo, dice Einstein che se avesse un complimento così da Einstein ho alzato un grande velo. Mi sono avvicinato alla realtà, alla realtà vera. No, a quello che succede. Non ho fatto un bel esercizio. Sapete ed è vero che cos'era l'idea nella sua semplicità? Cosa dice? De Broglie dice Vabbè. Qui mi avete detto che quello che si pensava fossero onde in realtà la. Superficie c'è stato. Tu, Einstein, odiarlo. Ma vuoi vedere che. Succede anche il contrario? Che quelle che penso siano particelle sono invece onde solo descrivere vili come onde. E con questo pensiero fa la sua tesi. Trova una formula a. Barre per chi è dentro queste cose. Questa qui è proprio banale. La cosa no. Qui c'è la costante di Planck. Questo qui è la massa per la velocità e questa è la lunghezza d'onda. Poi, a parte quello. Che lui dice come l'idea che le particelle possono. Essere onde. Alla discussione di dottorato, che avviene un anno dopo 1900 24, i luminari della fisica classica che siedono nella commissione gli chiedono Va bene, caro quasi. Dottor Broglio, no. Hai detto queste cose interessanti? Ma come facciamo a sapere. Se ha ragione? No? Quali sono. Le conseguenze? Poi lui risponde tranquillo cose che evidentemente non avevo scritto nella tesi. E gli dice Guarda, ci sono due due conseguenze. La prima è che io posso spiegare con questa ipotesi semplice perché nell'atomo di elettroni hanno delle orbite, ma sono orbite, si dice quantizzati. Sono raggi ben distinti le orbite o gli orbitali degli elettroni non possono stare in mezzo. Perché? Ma perché se gli elettroni sono delle onde? No, devono stare dentro la loro orbita con un numero intero di lunghezze d'onda. Altrimenti non si chiudono e fanno interferenza e non esistono. Non possono esistere? No, se se Cocoon, supponendo che ci siano tre lunghezze d'onda in un'orbita, devono essere tre, non tre mezzo, perché se e tre e mezzo no non si chiude. E qui c'è interferenza distruttiva e distruttiva. Vuol dire che va a zero, che non c'è. Quindi gli elettroni non ci vanno, non ci sono. Quindi posso avere no una lunghezza d'onda due, tre, quattro, cinque. Numeri interi di lunghezze d'onda. E questo spiega banalmente perché l'arbitro da arbitro, l'atomo alle orbite quantizzati è r. No, non l'aveva pensata nessuno questa. Seconda conseguenza spettacolare. Lui dice vabbè, ma se sono onde abbiamo visto che le onde fanno attraverso l'esperimento della doppia fenditura no, fanno delle strisce qui no delle strisce parallele, ma non fanno soltanto due strisce in corrispondenza dei buchi ne fanno tante di strisce. Se invece fossero particelle no come questo Marin che spara attraverso questi due buchi io nel muro vedrai due fili no due file di. Buchi distinti in. Corrispondenza di queste. Fenditure. Se invece faccio passare delle onde, le onde fanno interferenza costruttiva distruttiva e quindi ho questo pattern dei chiari scuri. Ma c'è di più. Allora non lo sapevano. Ma adesso noi possiamo fare l'esperimento facendo. Questa è un'altra visualizzazione di quello che succede. Facendo passare un elettrone. Alla volta attraverso questa doppia fenditura, usando per fenditure dei cristalli perché funzionano. Hanno una struttura. Regolare che funziona da aperto, chiuso, aperto, chiuso e così via comunque. Facendo passare elettrone per volta. No, l'elettrone forma questo e piano piano forma queste frange di interferenza. Queste frange dove l'elettrone sbatte contro lo schermo. Il che il che fa pensare dice. Ma come mai prima ha detto che io posso fare questa roba soltanto se un'onda? Ma poi quando si sbatte contro lo schermo l'elettrone mi come un'onda e si vede proprio no il puntino dell'elettrone che colpisce lo schermo come se fosse una particella. Eh sì, è così strano se ci capisce. No, eh, però è così. E adesso vado un po più avanti. Perché qualche cosina si capisce. Però. Quindi cosa vuol dire? Vuol dire che l'elettrone, descritto come un'onda, interagisce con se stesso, perché se funziona l'interferenza con o facendo passare un elettrone solo una volta vuol dire che lui gli succede qualcosa di stranissimo, ma con se stesso è un'onda. Si fa interferenza, sì, ma con se stesso. Vuol dire che l'elettrone passa tra due fenditure. Non sono due elettroni che fanno interferenza o comunque fanno qualcosa di strano tra di loro. No, è il singolo elettrone che deve passare attraverso entrambe le fenditure, dividersi, no, fare interferenza e poi magicamente ritornare come una particella quando spinge sullo schermo. Strano, bizzarro. Ma ci capisce no? Però la realtà non è come ci appare. No, non è come ci appare allora. Il primo grande mistero della meccanica quantistica è che a quello che viene detto no, quando devono interagire le particelle tra di loro, si devono comportare come un'onda. Tra l'altro non è tra di loro e di un elettrone con se stesso. Però quando arriva allo schermo un elettrone si comporta come una particella. Quindi cos'è sta storia? È un'onda o una particella? E da qui nasce il dualismo. Quello che negli studi discussioni viene. Chiamato come. Dualismo. Onda corpuscolo. Il secondo grande mistero è se l'elettrone deve passare attraverso due buchi. Capite bene che non è una. Pallina che ho, un pallone che descrive una bella traiettoria. Descrivere come la traiettoria è qualcosa di diverso? No, dove è passato l'elettrone da dalla fenditura, dalla fenditura p o attraverso tutt'e due. Attraverso tutte e. Due siamo obbligati a deporre le armi e dire non c'è più il concetto. Nel fisica delle particelle elementari di traiettoria non la posso più descrivere come una cosa unita che assume delle posizioni differenti a seconda del tempo. Non è più così. Terzo grande. Mistero. Io ho detto che l'elettrone fa queste frange di interferenza. Eccetera. Che sono però estese. Non corrispondono solo alla direzione no sorgente. Buco e schermo possono essere anche in diversi punti. Quindi se voi sparate un elettrone e vi chiedete bene, io scommetto che arriverà qua vincete sempre. No, perché può andare qui o può andare là con un certo grado di probabilità. Se voi sparate 1.000.000 di elettroni uno alla volta, allora sì, potete dire. Il 10% è nato qui, il 20% in mezzo, il 10% a lato e così via. Ma capite bene che è una cosa probabilistica? Voi non potete sapere che cosa farà il singolo elettrone. E anche questo. Prima vi ho detto no. Se io. Sapessi la posizione e la velocità di tutte le particelle, potrei predire il futuro. E sapere tutto il passato. Non è più vero. Adesso c'è un concetto di probabilità. Dal determinismo assoluto si passa probabilità. Del no di quello che succede poi. E per andare avanti nella nostra storia vi devo dire che il punto 5 dicembre 1901 nasceva un grande, un grande genio. Che è Walt Disney che non c'entra ovviamente niente, scherza. Nasceva Heisenberg anche. Lo stesso giorno, lo stesso mese è lo stesso anno. Werner Heisenberg, tedesco e anche lui un genio assoluto, precocissimo eccetera. Questo particolare, però, allora aveva un fratello maggiore di poco maggiore e il papà si divertiva a mettere in competizione tra di loro. Con questa educazione Werner Heisenberg è cresciuto, volendo vincere tutto a tutti i costi e considerandoli colleghi o avversari se volete, come nemici. Cioè lui voleva arrivare primo, sempre, comunque. Probabilmente perché aveva avuto questa educazione dal padre. Vabbè. Però cosa succede e succede che lui fa tante cose, si fa conoscere, è giovanissimo e si arriva al 1925. Vedete lei 7 giugno, quindi lui è nato in dicembre, cioè a 23 anni, 23 anni e mezzo. E succede che soffre tremendamente di raffreddore da fieno e li lì dove lui faceva la spola a quei tempi tra la Danimarca, perché era assistente, se volete ti porto. E poco più grande danese di. Quei tempi e Gottinga, dove c'era un altro suo. Diciamo mentore che era Born e quindi Bohr e Born. Però ad un certo. Punto soffre troppo e deve. Andar via e sceglie di passare 15. Giorni circa in un'isola sperduta che si chiama Helgoland, da cui il titolo del libro di Carlo Rovelli. Che è questa roba qua, che è grande un chilometro quadrato. E la particolarità di questa isola. È che non ci sono alberi e quindi chi soffre di raffreddore da fieno c'è il polline, quindi sta meglio. Quando va alla locanda. C'è la signora della locanda che lo guarda. Questo qui le ha prese tante, anche perché era completamente tumefatto. La faccia, però, in qualche ora o giorno si ristabilisce. Si ristabilisce, tanto che lei sta solo in solitudine. Riesce a pensare. E riesce a fare una nuova versione di tutto quello che succede, di bizzarrie. Del dell'atomo. E della meccanica quantistica, attraverso uno strano procedimento di moltiplicazione che si lui si inventa delle strane tabelle che adesso vengono. Chiamate matrici, ma lui non lo sapeva. Questa roba qui no? Le strane colonne e lui c'ha inventa proprio un metodo per moltiplicare le colonne, cioè queste tabelle con queste colonne, e riesce a trovare tutti i risultati che si conoscevano della meccanica quantistica. Quando torna Gottinga ha ormai ristabilito, cioè Bohr, Borna che gli dice ma Werner? Ma tutti sanno che queste sono le matrici e tutto quello che hai fatto il calcolo matriciale. Ma allora i fisici in generale non. Sapevano, non. Gli veniva insegnato. Adesso si insegna. Al primo anno e le matrici e così via. Ma e quindi la sua meccanica quantistica, che prende il nome di meccanica matriciale. È molto ostica perché nessun fisico comprendeva le matrici. Però i pochi che la comprendevano si erano accorti che poteva predire i risultati. Bene. Quindi lui no. Tutto inorgoglito da questo risultato. Pensa che la sua chiodo fisso, che è quello di dire guarda che la realtà, la fisica, non può descrivere tutto, no, la fisica deve descrivere quello che viene fuori da un. Esperimento. Il risultato di un esperimento, quello che c'è in mezzo. No, no, no. Non è come se non esistesse. Noi non possiamo conoscere, ma non ci interessa. E quindi lui attacca frontalmente il concetto proprio di. Traiettoria. Di quello che succede tra quando la particella qui viene. E qui. Da quando la particella viene rivelata qui e quando la particella viene rivelata, la dice Io ti so dire che ha proprietà qui e che proprietà avrà. Ma non mi metto neanche a dirti o a studiare quello che fa in mezzo, ovvero pochi mesi dopo c'è un austriaco che si chiama Erwin, quello del gatto di Schrödinger che verrà però molto dopo no, che è un bel tipo, è allora vedete che trova il suo risultato principale. Che è l'equazione che porta il suo nome 1926. Vedete che è nato. Nel 1887, quindi 27 a 39 anni. Tutti quelli che vi ho detto prima ci avevano 24, 23, 24, 25 anni. No, quando io ho fatto il dottorato sono andato alla stessa che è una scuola di dottorato di Trieste. Perché l'ho fatto? Ho cominciato nell'84 e non c'era ancora il dottorato in Italia. Pensate un po voi quanto sono vecchio e tutti eravamo. Cioè io ero abbastanza vecchiotto e. Un po depresso dal. Sapere che tutti i più grandi fisici del secolo prima. Avevano fatto la loro scoperta. A 23 24 anni io ne avevo 27 28, quindi ero già fuori. Ma l'unica consolazione era shooting shooting. Ha fatto qualcosa di bello a 39 e quindi c'è ancora speranza. Pensate che il capo della della sezione astronomica della fisica della stessa era Dennis Sciama, astrofisico cosmologo di fama internazionale. Pensate che è stato. Il supervisor. Di Hocking, Martin Rees Penrose? Penrose non è stato supervisore per aver collaborato. Ore, roba, roba grossa. No, beh. Lui quando ha compiuto trent'anni ha dato una. Festa in. Inghilterra. Un party d'addio alla ricerca attiva. Pensate che tristezza ha. E quindi la nostra speranza va beh, dovete anche sapere un'altra cosa. Carina vedere che lui aveva gli slanci creativi quando era innamorato, quando. Aveva un amante era sposato. Sua moglie però ci aveva l'amante che lei era un collega di Ringer. Nello stesso istituto erano amici, sapevano anche. E soffriva di una forma di tubercolosi leggera, per cui tutti gli anni è nata a Capodanno natale andava qui, in questo chalet nelle Alpi svizzere. No, che si chiama Frisia, in un paesino che si chiama Rosa. E quell'anno lì però almeno -126 non ci va con la moglie con cui c'era stato gli anni prima. Ci va con una sua ex. E qui i biografi. Si scatenano per sapere chi. Non lo sanno, anche perché non ce n'era solo uno di ex. Ce ne ho tante. Vabbè. E lì, in questo slancio amoroso creativo. Fa la sua equazione che è diventata famosissima. Che l'equazione d'onda della meccanica quantistica. Tutto nasce ancora da de Broglie. C'è lui che ha dato un seminario perché ha letto la tesi di de Broglie e sta spiegando ai suoi colleghi. E c'è uno di questi che gli dice Sì, va bene. De Broglie c'era tempo un po poverello, però, cioè grande. Idea, eccetera. Ma se le particelle sono le onde devono essere descritte da un'equazione d'onda. E dove questa equazione d'onda non c'è. Allora questo gli ha messo la pulce nell'orecchio. Tutto bene, ci provo io era. Era vero, bravo nel tempo libero. E invece se un'onda no è primo problema è un'onda, un'onda di che un'onda di cosa è? Un'onda di materia, è un'onda di materia sbriciolata. È un binario dove la materia può scorrere, che va su e giù. Che cos'è quest'onda? Siamo abituati le onde sonore a onde del mare. No, questa è l'aria, questa è l'acqua. Ma. Ma nel caso della meccanica quantistica che cos'è questa onda? E lui dice decide di dire questo lo decidiamo dopo. Chi se ne frega? Per ora no. Io dico che questa è una funzione d'onda, una generica funzione d'onda. Adesso ti trovo l'equazione e la trova e la trova grande successo. E però rimane il problema di capire che. Cos'è questa funzione d'onda. E qui entra in scena ancora Max Bohr, lo stesso che aveva detto a esempio Ma guarda che questa. Matrice. Io dice guarda che l'equazione che che questa strana psi, oxy è il nome. Internazionale di tutti e. Gli scienziati del settore che descrive la funzione d'onda se nata su un tram. E vi sentite dire mai trovato hamiltoniano della tua CSI? Sapete che stanno parlando. Di meccanica quantistica? Ma tutti, proprio in tutto il mondo si inglese. Sai, ma va bene? Sì. E lui dice che il quadrato di questa quantità descrive niente di meno che la probabilità di esistere di una particella nel punto in un dato punto qua per esempio, no ad un dato tempo. È però questa questa cosa è una cosa tridimensionale, occupa tutto lo spazio. Quindi una particella ha una probabilità. Maggiore di zero, quindi un po. Di probabilità di esistere dappertutto. Tra l'altro, siccome è tutta sparsa, non c'è mai una probabilità uguale a uno. Quindi la certezza che la particella sia lì no è come se fosse sparpagliata in un grande volume di spazio. Ora lì ognuno. Io penso sia libero di. Immaginarselo a questa funzione qua. E quindi, siccome è libero, io vi do la mia idea che è quella proprio di una roba che sa di ectoplasma. No, di un Dio, di una roba che. Fluisce fluida nel tempo. Che però, quando interagisce con il rivelatore, con lo strumento. Sa che te. Diventa un punto tra tutte le varie possibilità della particella di esistere qua. Resistere, resistere qua. Quando colpisce un rivelatore dice Io sono dovrei dire io sono io. Mi chiamo Jorge e sono una particella. Ma questo fenomeno richiede che la funzione d'onda che era tutta Nobel sparsa. Nello spazio Typekit no. Diventa no, collassa e fa diventare visibile la particella in un certo punto. Solo che voi se fate seri fate l'esperimento con lo stesso particella nelle stesse condizioni, con lo stesso rivelatore no? E la particella dopo prova la mica qui va da un'altra parte dove c'era un po di probabilità di esistenza e così via. Se voi fate l'esperimento con milioni di particelle, la cosa questa se volete superficie del mare no. La particella può essere dappertutto. Attenzione, non è che noi. Non. Sappiamo dove e lei si palesa in un certo punto. Quando la facciamo interagire, però la particella lì. Siamo noi che non sappiamo dov'è. Non è così. Se no. Quando passa attraverso le due. Fenditure non potrebbe interagire da una parte con sé. Stessa. La particella è sparsa. Non è colpa nostra che non sappiamo dove è. Sicuramente la sua esistenza è distribuita con varie probabilità, eccetera. Questa dura da digerire, si capisce perché no? Però è così, altrimenti non potete spiegare il passaggio attraverso la doppia fenditura. Che fa, diceva il vero mistero, l'unico mistero della meccanica quantistica. Prima grandissimo fisico del 1950 in poi. Vabbè, va bene, stiamo arrivando quasi alla fine. Abbiate coraggio. Allora c'è un'altra situazione che è addirittura abbastanza imbarazzante che la meccanica quantistica dice ma guarda che una particella in certe situazioni può avere due proprietà, no? Per esempio ha una certa proprietà magnetica. Gli elettroni hanno certa proprietà magnetica, che non è vero, però si può immaginare come se particella elettrone ruotasse. Questo è palesemente falso perché l'elettrone, una particella elementare e nessuna particella elementare. È una pallina che ruota. Però se lo immaginiamo così, possiamo intuire perché abbia un po. Di campo magnetico. Perché? Perché è una carica che gira come se fosse una spira, che gira e forma quindi un campo magnetico. Se non lo sapete, ve lo dico io. Se avete della corrente. Che spira in un filo si nasce un. Campo magnetico. Ora però la particolarità è che lo è questa questa cosa che in gergo viene chiamata spin. Che in inglese vuol dire trottola, che non pensa che giri. Eccetera Il senso di rotazione può essere orario o antiorario, quindi lo spin può essere o in su o in giù. Ok. Quello che succede però è che se voi non avete una particella che può avere lo spinse giù e se sia su non è che lei ce l'ha o su o giù. Lei ce l'ha tutte due, fino a quando non lo misurate. Lei possiede, possiede entrambi gli spin. Con una certa probabilità non è colpa nostra che non sappiamo. Che cosa fa e lei che ce li ha tutte e due. Ora questa cosa è difficilissima da ingurgitare. Ma io vi faccio un esempio. Ora ognuno di noi. Penso a una parte buona e una parte cattivello. E ce le ha contemporaneamente. Dentro di sé. E quando interagiamo con. Qualcuno. Questo qualcuno. Ci fa tirar fuori la rabbia dentro di noi, oppure. La bontà. Dentro di noi? No, reagiamo a questo facendo emergere una delle due parti. Per le particelle è una cosa molto simile loro hanno sono sia buone che cattive, sia rosse che blu. Si è in giù che sia Spini, Spini. E quando interagiscono non decidono cosa essere, solo quando interagiscono. Quindi le particelle sono sia buone che cattive. Ora andiamo verso la fine dicendo che c'è un altro tassello importante, uno dei più importanti che proviene dal giovane esempio. Il giovane Heisenberg continua a macinare dentro di sé il fatto che i fisici, alle prese con la funzione d'onda. Tinker. Si sentivano più. A proprio agio. E quindi una maggior parte dei fisici decide. Di seguire quella strada invece che la enigma atomica meccanica matriciale che aveva inventato lui. Questo qui gli rode un po. E decide di affrontare il problema. Si fissa sul problema. Della traiettoria che aveva in testa dice Ma come? La funzione di DICE è proprio una cosa che descrive qualcosa. Dovrebbe fare la particella andando da qui alla no e quindi è vicina all'idea di traiettoria che io aborro. E poi ci sono degli esperimenti recenti. Che attraverso. La camera a. Nebbia che questa cosa qua alla camera nebbia è una scatola con un vetro davanti in cui c'è del. Gas sovra saturo e quando passa un raggio cosmico, una particella molto veloce, capace ionizzare lungo la sua. Traiettoria gli. Atomi che diventano centro di condensazione per della nebbie quindi si vedono delle goccioline e quindi sembra proprio di vedere. Delle traiettorie. Queste qui no. Per queste qui sono un problema per Heisenberg di come? Per cosa? Tutto quello che ho pensato quindi no, non è giusto. E poi pensa che ti ripensa? Però in realtà se guardiamo bene non è una cosa e continuo quello che sono. È una descrizione. Grossolana di dov'è la particella? Perché queste cose di condensazione sono delle nove enormi rispetto alla particella. Poi ci sono anche i buchi. E quindi il fenomeno della traiettoria è una approssimazione. Della realtà, deve essere un'approssimazione. Allora, a quel tempo. Siamo nel. Febbraio 1920 sette, quindi al riparo dai raffreddori da fieno, ad esempio. A quel tempo. Vivevo qua nella soffitta mansarda. Se volete, non lo so. Dell'istituto di. Copenaghen. Proprio qua e. Era reduce da una due settimane estenuanti di discussioni con i. Reporter che l'avevano spossato. Finalmente era rimasto solo perché era venuto in America per dei seminari e poi era andato in Norvegia in vacanza. E proprio in quel in quel periodo fa una passeggiata nel parco dietro all'istituto per l'illuminazione. Torna alla sua soffitta, fa dei conti e trova che il principio, quello che va sotto il nome di principio di indeterminazione di Heisenberg. Che è una delle capisaldi della meccanica quantistica, cosa dice? Sta roba? Allora dice che prendiamo la posizione e la velocità di una particella. Lui dice Vabbè, è lui. Trova che misurando la posizione bene di una particella, misurare bene la posizione della particella. Implica. Pagare un conto, pagare lo scotto. E questo. Conto è che immediatamente non puoi sapere bene la velocità della. Stessa particella. E al contrario, se vuoi sapere bene la. Velocità di una particella. Allora ti è preclusa la cognizione della sua. Posizione con assoluta certezza. C'è sempre un. Errore inerente. E più errore, meno errore fai su una quantità e sei più sei obbligato ad ammettere che più ne fai nell'altra. Quindi se puoi sapere bene la velocità di una particella, allora non sei la posizione. Se vuoi sapere bene la posizione, allora non. Sai bene la velocità. È un'altra coppia di quantità, è l'energia. Del tempo. Puoi sapere bene, benissimo l'energia della particella. Allora non sai, non saprai bene per quanto tempo la particella ce l'avrà. Vuoi sapere bene il il tempo per cui vive una particella? Allora non puoi sapere bene quanta energia ha. Ciò che sembra un po astruso, ma. Lui. Stesso fa un esempio chiarirsi è bravo, era un bravo didatta, è un bravo divulgatore, ad esempio, che è quello di un microscopio che da allora viene il microscopio di Heisenberg. Supponiamo di avere una particella. Io lo voglio guardare con un microscopio. Cosa vuol dire guardarla con un microscopio? Vuol dire che devo raccogliere. La. Luce da questo nodo a questa particella. Vuol dire che devo mandare dei fotoni in modo che interagiscono con l'elettrone e che il fotone viene deviato e entra nel microscopio. Ma se la particella è molto piccola e quindi voglio sapere bene la sua. Posizione. Non posso usare un fotone grosso, cioè dalla lunghezza d'onda. Grande, perché questo. Lo scavalca senza colpo ferire. E non viene diffuso. Non interagisce mica. Devo usare un fotone dalla lunghezza d'onda piccola perché. Il bersaglio è piccolo, quindi da. Usare un proiettile piccolo ma un proiettile piccolo della lunghezza d'onda piccola ha una frequenza grande, ma la frequenza vuol dire energia h1 e quindi è come se il proiettile che gli devo mandare avesse un'energia grandissima e quando interagiscono il proiettile lo sposta l'elettrone e quindi mi frego la possibilità di sapere bene dov'è. Capite è un limite. Secondo esempio mio. Del misuratore è un limite intrinseco a come faccio la misura non è. La realtà che è così secondo questa prima versione, ma quando tutto contento, Heisenberg manda. Alla rivista. Il lavoro e dopo poco tempo torna a bordo. Idem, gli racconta tutto, infervorato dei suoi, la sua scoperta che è veramente grande e gli dice Ma sei scemo. Ma è sbagliato tutto. Non è così. Che bisogna interpretarla. Cosa? Uno Il tuo esempio del microscopio. Sbagliato. Non è per quel motivo che dici tu che. Tu hai linee. Per via della diffrazione del fotone dentro le lenti del. Telescopio. Quindi è sbagliato. Proprio. Due Nella tua volontà di. Andare contro Cyrus Ringer. E contro le onde. Di Schrödinger? No, questo ti ha fatto. Deviare da un corretto pensare che la realtà è diversa. Adesso te lo dico. Dice Bohr e guarda che facciamo un altro esempio. Prendiamo un fotone di cui sappiamo benissimo la lunghezza d'onda, quindi la frequenza. Ma per saperlo benissimo non basta misurare due lunghezze d'onda eccetera per cui ci potrebbe essere avere lunghezza potrebbe essere annullarsi al di fuori di una certa cosa, no? E non esserci più. Quindi tu devi andare avanti tantissimo per misurare tante lunghezze d'onda, per essere sicuro che addio che ha quella frequenza lì. Ma se misuri quindi bene la frequenza e quindi la. Per i fotoni, la. Frequenza è anche sinonimo di momento. Del fotone. Qui c'è voluto tanto spazio per misurarla, quindi ti chiedi dov'è il fotone? E qui o qua no? Ed è in uno spazio grande. Quindi, se sai bene, per il momento la velocità. Non è la velocità. Nel caso della luce del. Momento, allora deve rinunciare a sapere. Bene la posizione. Se invece se invece tu vuoi sapere bene la posizione, cosa devi fare? Devi fare un fotone che sta in poco spazio. Come fai a farlo? Devi mettere insieme tante lunghezze d'onda, tanti fotoni della frequenza diversa che interagendo tra di loro, facendo interferenza costruttiva soltanto in una certa zona dello spazio, ti definisce dove il fotone è. Ma che cosa hai fatto? Hai aggiunto no, hai fatto una somma di tanti momenti, di tante energie, del fotone. Quindi non sai più bene il momento del fotone. Quindi sapere bene la posizione di un fotone implica immediatamente non sapere bene il momento, perché ne hai tanti e questo non è colpa del tuo microscopio, del tuo fotone che interagisce, eccetera. È la natura che fa così. E la natura fa così perché è un misto tra particella e onda ed essendo un misto rifugge dalla precisione, rifugge dal dirti sicuramente senza errore dove e quanta energia c'è. È la natura che. È fatta così. È indeterminata ed è indeterminata proprio per questa doppia origine. Doppia natura. La particella è onda. E quindi comincia nella sua testa. Bohr a rimuginare e a convincersi sempre di più che è questa la base della meccanica quantistica. E questo è il principio fondamentale che lui chiama principio di complementarietà. Che è quello che vi ho appena detto. Ed è aiutato in. Questo dal fatto. Che lo stemma della. Sua famiglia, per esempio, è qui c'è scritto. Contraria sunt complementarità. No, cose contrarie non sono così lontane, sono complementari. Cioè a noi, nei suoi geni c'è il fatto che deve. Insieme cose che sembrano opposte. Onda. E particella. Perché soltanto l'unione fa la descrizione completa della realtà. E arriva il Congresso di Como nel nell'agosto settembre 1927, dove potrebbe e vorrebbe dire queste sue scoperte che se ci pensate bene fanno da cornice a tutto? No. È una è una cornice teorica in cui mettere tutti i risultati. Però non c'è. Perché appena preso il posto deve traslocare occupato. E Einstein si rifiuta di mettere piede in Italia. Perché ci sono i fascisti, non sapendo che pochi anni dopo in Germania arriverà di peggio. Quindi è e quindi? Einstein non viene però dopo pochi mesi a nemmeno 27. A fine settembre c'è il 5.º congresso Solvay, fatto da un industriale del bicarbonato Solvay. È proprio lui che ogni tre anni organizza un grande congresso dove ci sono i maggiori fisici del mondo per discutere su un argomento a scelta. Questo qui del 27 è particolare perché ci sono 29 partecipanti. C'è una donna sola e ci sono 17 premi Nobel. Oddio, ma chi ne ha due? Il premio Nobel in Fisica e chimica e chimica e fisica, quindi, vale doppio. Però va. E lì lui e Eisenhower descrivono le novità con enfasi sulla cornice di un quadro. Teorico. Tutti sono abbastanza attoniti, ma loro riescono a rispondere a tutte le domande e a rintuzzare tutte le critiche. E sembra che siano abbastanza convinti tutti e per questo. Che qui ci sono tutti i nomi sono tanti. E per questo questa spiegazione va sotto il nome di Inter. Prestazione di Copenaghen in onore al grande guru che è Niels Bohr, che i biografi hanno descritto come il danese tranquillo che gli ha detto che uno che non ha degli scompensi nel cervello è bravo in tutto. Ed è veramente così? E in onore. Suo tutti i. Fisici del mondo di quel tempo andavano a Copenaghen per qualche tempo, per per assistere a lui e alle discussioni che venivano lì. Era il centro mondiale della fisica, almeno quantistica. E adesso elenchiamo di nuovo tutti i capisaldi. C'è Borna che dice. Guarda che la funzione d'onda che ha detto indica. Questo ectoplasma. Che indica la probabilità di. Esistere, di esserci. O di avere una certa proprietà che è estesa. Nello spazio. E nel. Tempo e cambia nel tempo. Non è una cosa sola. Però, quando interagisce con lo questa cosa in un modo mistico, magico, non capito ancora adesso, non si. Sa che cos'è che fa collassare la funzione d'onda. Diventa. Una particella, collassa la funzione d'onda. Il terzo. È che c'è. La particella cattiva, sia cattiva sia buona. E in generale meccanica quantistica non c'è mai. O. Non può essere così, oppure cosa c'è sempre è così e anche cosa sia. Sia. E sia così, sia. Cosa. Con diverse probabilità, poi, c'è. Il principio di indeterminazione che la natura rifugge dalla dalla precisione. Non può essere precisa il principio di complementarietà, che è un tentativo di rispondere al principio di indeterminazione. Poi il fatto che probabilistica non c'è più il determinismo assoluto, cioè soltanto la. Probabilità. Questo cozza tutto l'insieme di queste cose fanno della meccanica quantistica una teoria che, anche intuitiva, non capita completamente. In logica strana, bizzarra. E cosa volete che vi dica? Però finora ha funzionato sempre il mondo moderno. E retto meccanica quantistica. Questo qui è un laser. Il laser è l'applicazione della meccanica quantistica che Einstein fatto nel 1917, che è la base del laser. Questa roba qua. Il telefonino moderno è un concentrato di meccanica quantistica, di relatività generale, ma dentro c'è la Google Map. No? Google Map può funzionare soltanto perché Einstein ci ha detto che. Il tempo. Qui sulla Terra scorre in una. Leggerissima mente, ritmo più lento. Che là dove sono i satelliti che da cui noi prendiamo il segnale e che tramite la triangolazione nel tempo riusciamo a dire dove siamo bestiali? No? Quindi noi con la Google Map stiamo testando la relatività generale tutti i giorni. Miliardi. Di persone. Poi ognuno dice ma cosa serve o no queste cose? Cosa serve la relatività generale? Lo sapeva Einstein? No. È utile adesso a Google Map di Google che ricorrono poi anche a noi. Io sarei perso senza Google, ma per dire e quindi è utile. E la relatività generale? I circuiti integrati qua dentro funzionano perché sono retti dalle leggi della meccanica quantistica che sono vedete sempre, in ogni e in ogni modo. Quindi il nostro mondo moderno non può. Prescindere dalla meccanica quantistica. Siamo pieni di meccanica quantistica. Rimangono però delle delle cose molto, molto strane. Cioè noi siamo fatti di particelle. Le particelle, in realtà. La meccanica quantistica. Allora siamo quantistici anche noi, in certe parti. Sì. Certo. Però quello che succede che quando si raggiunge una certa di particelle il mondo classico prende il sopravvento, la visione classica prende il sopravvento. Si può chiedere ma dove mettiamo il limite? C'era 1000 particelle, 10.000 particelle, 1.000.000. In realtà le stelle di neutroni sono rette. Dalla meccanica quantistica della nostra lepre in piedi e sono stelle. Noi abbiamo degli esempi di robe macroscopiche che funzionano perché c'è la meccanica quantistica, quindi è molto difficile. E poi cos'è. Che fa collassare la funzione d'onda? Abbiamo detto che quando arriva lo strumento la funzione. D'onda collassa e definiamo strumenti. Cos'è? È un conglomerato grosso di cose. È l'osservatore. Ci vuole qualcuno che. Interpreti per fare collassare. Da qui il gatto di Schrödinger e tutte le altre cose e così via. Quindi rimane un alone. Di mistero, sicuramente, e rimane il fatto che i fondamenti della meccanica quantistica si vedono, sono applicati, tutto funziona benissimo, ma non sono ancora capiti e chissà se riusciremo a capirne. Arrivederci. Si merita un grande applauso. Ma anche lui, come tutti i fisici.