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Firenze e Dante nel Trecento
Mar 8, 2025
Note sulla Firenze nel Trecento e Dante
Contesto storico
Firenze nel Trecento era all'avanguardia nello sviluppo mercantile e bancario.
Fiorino
: moneta corrente negli scambi in tutta Europa.
Banchieri fiorentini prestavano denaro ai re europei.
Atteggiamento di Dante
Dante ha un atteggiamento ostile verso la Firenze mercantile.
Considera Firenze "la mala pianta del demonio" perché produce avidità e corruzione.
Critica altri fenomeni economici e sociali del tempo.
Punti di vista di Dante
:
Nostalgia per i poteri universali (Impero, Chiesa).
Rimpianto per i valori cavallereschi e cortesi (amore, cortesia).
Idealizzazione della Firenze "del buon tempo antico".
Critica all'aviditÃ
L'imperatore ha abdicato alla sua funzione di garante dell'ordine universale.
Questo ha portato a vizi come avidità , sopraffazione e discordie.
Avidità è il vizio più pericoloso, rappresentato nella figura della
lupa
nel primo canto dell'Inferno.
La lupa è la più pericolosa delle tre fiere, impedendo a Dante di salire il colle.
L'avidità genera altri vizi e rappresenta un pericolo per l'umanità .
Riflessioni sull'epoca di Dante
Avidità non è un vizio atemporale, ma tipico della sua epoca.
Dante menziona questo tema in vari punti del poema:
Incontro con i tre fiorentini nel sedicesimo canto dell'Inferno.
Discussione su "gente nuova" e "subiti guadagni".
Critica alla nuova classe mercantile e alla sua ambizione.
Condanna dei banchieri
Dante critica anche nobili che maneggiano denaro per interessi (un peccato mortale).
Atteggiamento sprezzante
verso i peccatori:
Paragoni animali per descrivere i banchieri in pena sotto la pioggia di fuoco.
Condanna di barattieri e politici corrotti:
Pena dell'immersione nella pece bollente.
Differenze tra Firenze antica e moderna
Firenze antica: pacifica, sobria, pudica.
Firenze moderna: dilaniata da discordie e fazioni; ostentazione di lusso da parte della classe dominante.
Riferimenti a elementi di ostentazione:
Assenza di modestia nei vestiti e nelle gioie.
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