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Storia dell'Unità d'Italia

Ciao a tutti e bentornati su LearnAmo! Oggi mettiamo per un po'da parte la grammatica e ci occupiamo di storia, che era una delle mie materie preferite a scuola. Vediamo un po', mi credereste se vi dicessi che l'Italia è un paese giovanissimo che esiste da meno di 200 anni? Va bene, non esageriamo, non intendevo questo. Piuttosto intendevo dire che dalla caduta dell'Impero Romano, avvenuta nel 476 d.C., la penisola italiana è stata costantemente frammentata e divisa sotto varie dominazioni, spesso straniere. Per quanto possa sembrare strano, ora infatti vi mostro una mappa della penisola italiana nel 1815. Incredibile, non è vero? Eppure era proprio così! In questo video, quindi, ripercorreremo insieme tutte le tappe e scopriremo i personaggi più importanti che hanno portato alla nascita dell'Italia Unita come tutti noi oggi la conosciamo. Sono gasatissima, quindi cominciamo subito! Come abbiamo già accennato, l'Italia, prima dell'Unità, era divisa in una serie di micro realtà. Attorno al 1815, tra le entità politico-amministrative più rilevanti della penisola, possiamo citare il Regno Lombardo-Veneto, sottomesso all'Austria degli Asburgo, il Regno di Sardegna, governato dal re Vittorio Emanuele I insieme al Piemonte, lo stato della chiesa, governato dal papa, il regno delle due Sicilie, governato dalla dinastia dei Borbone. E poi abbiamo Ducato di Modena, Gran Ducato di Toscana, Ducato di Lucca e alcune altre realtà piccolissime che, senza offesa, abbiamo preferito non citare. Però, durante il secolo XIX, alcuni patrioti, cioè alcuni giovincelli, che non erano poi così tanto giovani, un po'birbantelli, sentirono il bisogno di unire tutta la penisola e creare un'unica nazione. Ma che bravi! E così diedero inizio a quella fase storica nota come Risorgimento. Sì, avete capito bene, noi italiani siamo così avanti che non solo vogliamo raggiungere l'unità nazionale, ma rinominiamo anche, con un nome super figo, l'int... periodo storico in cui l'abbiamo raggiunta. Risorgimento, wow! Ricorda anche un po'la Fenice, che meraviglia! Ma torniamo a noi. Tra questi patrioti dobbiamo ovviamente menzionare il grande Giuseppe Mazzini, fondatore dell'organizzazione Giovine Italia che, in poche parole, era un'associazione politica che aveva come obiettivo quello di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria, secondo i principi di libertà, indipendenza e unità, appunto. Complimenti Mazzini, che nobili intenzioni! Risorgi! Questi birbantelli di patrioti decisero anche di organizzarsi, perché si sa che l'unione fa la forza, in società segrete, perché avevano paura che li arrestassero e imprigionassero. Così, in questo periodo, nacquero moltissime di queste società, sparse sia nelle regioni controllate dall'impero austriaco, sia in quelle controllate dalla dinastia dei Borbone. Tali società che non potevano basarsi solo sulle parole, Passarono quindi ai fatti e in poco tempo organizzarono le prime rivolte. Tra queste organizzazioni, una delle più attive e famose è sicuramente la carboneria, i cui componenti si chiamavano carbonari. Ma pensate che unificazione e indipendenza siano state una cosuccia da quattro lire? Ovviamente no! L'Italia le ha conquistate solo dopo non una, non due, ma ben... tre guerre di indipendenza contro gli occupanti stranieri. La prima guerra di indipendenza scoppiò nel 1848, in particolare quando, dopo varie insurrezioni anti-asburgiche nelle più importanti città del Lombardo Veneto, Carlo Alberto di Savoia si pose a capo di una coalizione di stati italiani e... boom! Chiaro guerra! all'Austria, con l'intenzione di conquistare il Regno Lombardo-Veneto. Fratelli d'Italia, l'Italia se desta, dell'elmo di scipio se cinta la testa. Il canto nazionale degli italiani, meglio noto come inno di Mameli, dal nome di Romè. dell'autore Goffrido Mamili e l'attuale inno ufficiale dello Stato italiano. Fu composto nel 1847 e diventò immediatamente popolare durante le guerre d'indipendenza. Inizialmente vittorioso, Carlo Alberto pensava di essere un Targaryen, ma poi venne sconfitto, che figura di merda, e così dovette lasciare il regno al figlio di... Vittorio Emanuele II. Nel frattempo, nel 1852, Camillo Benso, conte di Cavour, niente popò di meno, diventò primo ministro del regno di Sardegna e cosa fece? Ovviamente iniziò a pianificare nuove strategie innovative per riuscire a unificare la penisola. Sì, anche lui aveva questo chiodo fisso, ma non era facile. Vittorio! Vittorio! Dimmi Benzo! Ma quale Benzo e Benzo? Lo sai che mi piace esser chiamato Camillo! Ah scusa, me ne dimentico sempre! Vabbè ti ho chiamato per dirti che con quei quattro soldatini che abbiamo, non ce repugliamo tutto quel che è nostro! Ci serve una mano! Cavuri infatti si rese subito conto che senza l'appoggio di una potenza europea, qualcuno con le palle, per intenderci, non sarebbe mai stato possibile sconfiggere l'Iasburgo. Quindi, attraverso una serie di manovre diplomatiche, riuscì a ottenere il sostegno della Francia di Napoleone III, che insomma non era il grandissimo Napoleone Bonaparte, ma era comunque uno che contava. Insieme ci ripigliamo tutto quello che è nostro. Nel 1859, scoppiò allora la seconda guerra di indipendenza. Questa volta il Regno di Sardegna, affiancato dalla Francia, riuscì a ottenere la Lombardia e non si fermò qui, perché questo evento provocò l'annessione al Regno di Sardegna anche di Toscana, Parma, Modena e della parte di Romagna governata dallo Stato Pontificio. Come se non bastasse, l'anno successivo, nel 1860, accade un altro famosissimo e fondamentale fatto per l'unità d'Italia, la cosiddetta spedizione dei mille. Facciamo ordine! Tutto parte da Giuseppe Garibaldi, che non era mica uno qualunque, ma era un generale patriota e condottiero italiano, famoso sia in Europa che in America meridionale per le sue imprese che lo resero noto come eroe dei due mondi. Scanzatevi tutti! Giuseppe Garibaldi, insomma, con circa un migliaio di uomini al seguito, partì da Quarto nei pressi di Genova, in nave, e raggiunse Marsala, in Sicilia. Oh, ma in questa barchetta... Non c'entriamo tutti! Lo so, ma c'è crisi! Ma che schifo di guerra che mi tocca combattere! Nemmeno il budget adeguato! Speriamo solo che non abbiano anche chiuso i porti! Dalla Sicilia, combattendo contro l'esercito borbonico, i Mille conquistarono tutta l'isola e iniziarono a risalire verso nord, vittoria dopo vittoria fino a Napoli. Vitto allora che devi fare ti muovi sono tre giorni che ti aspetto Dai che ci dobbiamo fare il selfie della conquista questo va virale sicuro Così conquisto anche un po di follower dall'asia e dall'america del nord perché di là ancora non mi caga nessuno Wey Giuse hai ragione ma sto avendo qualche problemino con ste guardie svizzere Però non ti preoccupare ci vediamo a teano tra un paio di giorni Nelle stesse settimane, infatti, il re Vittorio Emanuele II mosse l'esercito per conquistare le Marche e l'Umbria, regioni controllate dallo Stato Pontificio, e, evitando il Lazio, scese con i soldati fino in Campania, dove il 26 ottobre 1860 si incontrò con Giuseppe Garibaldi a Teano, vicino Caserta, riunendo così la penisola. Bel lavoretto! Modestamente, mi chiamano l'eroe dei due mondi, però adesso muoviti a fare la tua dichiarazione che devo andarmi a fare un aperitivo a Napoli sul lungomare. Insta, Ape, Friends, Smile, We did it! Italia unita, finalmente! Io, Vittorio Emanuele II della dinastia di Savoia, dichiaro in data odierna, 17 marzo 1861, la nascita del Regno d'Italia con capitale Torino. Era nata l'Italia! Che emozione! Ehi, un secondo! Prima di continuare con la storia, di cui ci sono ancora alcune cosine da aggiungere, volevo ricordarvi che se vi piace la mia maglietta potete acquistarla nel nostro negozio online, LearnAmo Collection. Spediamo in tutto il mondo! quindi potete stare tranquilli. Il link è nella descrizione. Sì, l'ho comprata anche io, è una vera figata! Tuttavia, l'Italia non era ancora del tutto unita e liberata, ma che sfiga, oh! Infatti, alla nazione mancavano ancora il Veneto e il Lazio. Solo con la Terza Guerra di Indipendenza, nel 1866, Vittorio Emanuele riuscì a liberare il Veneto. E quattro anni dopo, nel 1870, i suoi bersaglieri giunsero a Roma. Qui, siccome nessuno può mettere i bersaglieri di Vittorio in un angolo, si aprirono un barco nelle mura, la famosa breccia di Porta Pia. Entrarono in città e misero fine al potere del Papa. A quest'ultimo, infatti, furono concessi solo il Palazzo Pontificio, i Palazzi del Vaticano e un indennizzo annuo in denaro. Nel 1871, Roma divenne la capitale del Regno d'Italia. L'impero è stato ricostruito! Io sono il nuovo Cesare! Vittò, ma ti senti male? Dai, andiamo a farci una pizza e uno spritz! Bene, ora che conoscete la storia dell'unità d'Italia, perché non ripassare un po'di geografia? Ho realizzato un bellissimo video dedicato alle regioni italiane, è veramente molto interessante, quindi ve lo consiglio. Come sempre trovate il link qui in alto nella ca... o giù nella descrizione. Inoltre, sul nostro sito www.learnamo.com potete trovare tutte le nostre video lezioni di italiano, con tanto di esercizi di grammatica e c'è veramente tutto, dalle basi alfabetiche, numero, preposizioni, fino alle cose più complesse, congiuntivo, frase scissa, periodo ipotetico e così via. Quindi, non dimenticate di dare un'occhiata! Infine, se proprio volete essere sempre aggiornati su tutti i contenuti che pubblichiamo giornalmente, allora non dimenticate di seguire LearnAmo anche su Instagram, su Facebook e su Twitter! Io vi saluto però, sappiate che ci vedremo prestissimo con un altro... Favoloso video. A presto. Alla fine ce l'abbiamo fatta. Il nostro piano di controllo totale si sta concretizzando. Certo, ora non ci resta che unire l'Europa e poi il resto del mondo. Cadranno tutti sotto il dominio del nostro ordine. Conquisteremo il mondo facendo credere alle masse di volerle liberare. E tu chi sei? Non avete ancora fatto i conti con me! No, Vittorio! Il mondo è mio!