Appunti sulla Filosofia di Karl Marx

Introduzione

Karl Marx è un filosofo tedesco dell'ottocento (1818-1883).
La sua filosofia mescola economia, politica, società e filosofia.
L'obiettivo della presentazione è riassumere i punti chiave del pensiero di Marx.

Nativo di Treviri, in Germania, proveniente da una famiglia ebraica.
Il nonno era un rabbino, ma il padre si convertì al protestantesimo per ragioni sociali.
Marx viene educato in un ambiente laico, influenzato dagli ideali illuministici.
Studia giurisprudenza ma si avvicina alla filosofia, laureandosi con una tesi su Democrito ed Epicuro.
Inizia a lavorare come giornalista e si trasferisce a Parigi nel 1843 a causa di problemi politici.
Incontra Friedrich Engels, che diventa un collaboratore e amico.

Manifesto del Partito Comunista (1848): scritto con Engels, è un'opera fondamentale per i movimenti socialisti e marxisti.
Il Capitale: pubblicato per la prima volta nel 1867, considerato il capolavoro di Marx.

Marx critica l'idealismo di Hegel, ritenendo che la storia non segua una sintesi automatica dei conflitti.
La storia è un percorso di lotte e conflitti, non sempre risolti pacificamente.
Critica il "misticismo logico" dell'idealismo, sostenendo che la storia è guidata da condizioni materiali concrete.

Marx accusa la società liberale di essere ipocrita, promettendo uguaglianza mentre perpetua disuguaglianze.
Sottolinea che i diritti fondamentali difendono interessi individuali e non il bene collettivo.
Analizza l'alienazione del lavoratore, definendola come la perdita della propria umanità nel lavoro.

Alienazione rispetto al prodotto: il lavoratore non possiede ciò che produce.
Alienazione rispetto all'attività: il lavoro è imposto e non creativo.
Alienazione rispetto all'essenza: il lavoro non permette di esprimere la propria creatività.
Alienazione rispetto al prossimo: il lavoratore è in una relazione di dominio con il datore di lavoro.

Marx propone la "concezione materialistica della storia", secondo cui la storia è guidata da rapporti materiali e necessità economiche.
Introduce i concetti di forze produttive e rapporti di produzione, che evolvono nel tempo.
Sostiene che ogni epoca storica ha una base economica (struttura) che determina leggi, cultura e arte (sovrastruttura).

Marx analizza il conflitto tra classi sociali, in particolare tra borghesia e proletariato.
La borghesia controlla i mezzi di produzione, mentre il proletariato è in crescita, ma non ha ancora il potere.
Prevede che la rivoluzione sarà necessaria per far cadere la borghesia e instaurare il socialismo.

Marx distingue tra valore d'uso e valore di scambio, enfatizzando che il valore delle merci deriva dal lavoro.
Introduce la teoria del plusvalore, che è il valore creato dagli operai e non pagato loro.
Analizza i difetti strutturali del capitalismo, come la crisi di sovrapproduzione e la caduta tendenziale del saggio di profitto.

Marx propone che il proletariato deve unirsi e lottare a livello internazionale per rovesciare la borghesia.
Delinea due fasi post-rivoluzionarie:
1. Dittatura del proletariato: controllo statale sui mezzi di produzione.
2. Fase comunista: superamento della mentalità borghese e creazione di una società senza classi.

La filosofia di Marx offre una critica profonda delle strutture sociali ed economiche del suo tempo.
Le sue idee continuano ad influenzare il pensiero politico e sociale contemporaneo.