ci sono tantissime cose che si potrebbero dire su carlo magno e io vorrei cominciare parlando di quello che carlo magno ha significato per l'europa per la costruzione di uno spazio politico europeo e di un'identità europea sono temi che oggi ovviamente sono molto di moda ci può stupire che avvenimenti di 1200 anni fa siano stati importanti per quello che è il mondo in cui viviamo noi oggi ma in qualche misura è così e vorrei cominciare proprio osservando che al tempo di carlo magno si è cominciato a parlare molto di europa non che se ne parlasse tanto quanto se ne parla days naturalmente anche i mezzi di comunicazione erano altri ma nell'ambiente di carlo magno negli ambienti intellettuali dell'occidente di allora questo termine europa questo concetto noi europei veniva fuori in un modo abbastanza impressionante un primo esempio significativo sia prima ancora che nasca carlomagno quando suo nonno carlo martello sconfigge gli arabi alla battaglia di poitiers questa è una di quelle date che poi sono rimaste nella memoria collettiva e nei manuali scolastici europei perché in quella battaglia si è voluto vedere il momento in cui l'avanzata araba islamica verso il cuore del continente è stata fermata fermata una volta per tutte quindi una battaglia che ha un significato come dire anche emotivo grosso nella formazione della storia europea ebbene sorprende che un cronista dell'epoca parlando di questa vittoria del nonno di carlo magno contro gli arabi a poitiers ne parla come di un trionfo degli europei in sé gli europei scriveva in latina naturalmente come come tutti allora ma il termine ben chiaro e quando carlo magno prende il potere questa idea che in qualche modo lui è il punto di riferimento di un continente continua a venir fuori gli scrive un prete dall'irlanda addirittura un posto molto molto lontano allora gli scrive annunciandogli che se viola innalzato al trono è senza dubbio per la maggior gloria del regno d'europa e poi e poi carlo magno da re dei franchi che era diventa qualche cosa di più diventa imperatore imperatore d'occidente e anche su questo torneremo perché è un aspetto centrale dell'esperienza politica che vogliamo raccontare ebbene quando carlo magno re sta per essere incoronato imperatore un poeta uno dei tanti poeti che vivevano alla sua corte un poeta di cui non conosciamo neanche il nome come spesso capita con i personaggi di questa epoca scrive un poema per celebrare la sua alleanza col papa e la sua prossima elevazione al trono imperiale e lo definisce con un'espressione che non può non colpirci parla di carlo magno come del rex pattern europa il re padre dell'europa ecco che cosa significa questo padre dell'europa naturalmente europa è un termine che col passare dei secoli ha potuto voler dire tante cose noi oggi lo sentiamo risuonare continuamente e chiaro che non possiamo pensare che per carlo magno e per i suoi contemporanei gente vissuta nell ottavo nono secolo europa volesse dire esattamente le stesse cose che vuol dire per noi ma in qualche misura si in qualche misura è in quel momento che si coagula uno spazio politico che è quello creato da carlo magno che ricorda in modo impressionante quella che l'europa di oggi specialmente prima degli allargamenti previsti lo spazio politico che va da amburgo a barcellona che va dal mare del nord fino a benevento fino ai balcani ecco di questo spazio politico carlomagno è stato uno dei padri e in questo senso è davvero uno dei padri anche della nostra europa che carlo magno sia stato uno dei padri dell'europa è una cosa di cui anche la storiografia e è sempre stata consapevole vorrei citare uno dei grandi storici del novecento ii sia in febbre secondo cui e l'impero di carlo magno che ha dato forma per la prima volta a ciò che noi chiamiamo europa ecco però su questo vorrei fermarmi un momento per che cosa vuol dire ciò che noi chiamiamo europa ma noi oggi questo sembra molto ovvio se mai ci rendiamo conto che per carlo magno più di mille anni fa magari era un concetto un po diverso che fosse un concetto diverso anche per i nostri padri anche 50 anni fa è difficile accorgersene e invece su questo è importante capirci perché è importante capire che anche quello che carlo magno ha fatto per questa europa può essere stato visto in modi diversi a seconda delle epoche proprio febbre alla fine della seconda guerra mondiale venne un corso al collège de france sulla idea di europa dobbiamo immaginarci la scena siamo a parigi nell'inverno 44 45 la città è stata appena liberata dall'occupazione tedesca la guerra continua c'è fame c'è freddo ci sono macerie e la vita intellettuale ricomincia e al collège de france dove si raduna il meglio del mondo intellettuale francese febbre chiamato a tenere un corso sull'idea d'europa e in quel contesto che lui comincia a ragionare su quello che ha significato carlo magno per il nostro passato ma in questo corso febbre dice sull'idea di europa delle cose che a noi oggi sembrano stupefacenti non c'è niente né l'idea di europa evocata da lucien febvre che sia paragonabile all'entusiasmo che oggi è da anni ormai la prospettiva di unificare il continente solleva fra di noi avrà quando dice carlo magno ha dato forma per la prima volta a quello che noi chiamiamo europa ha in mente qualche cosa di molto meno lusinghiero come termine di confronto febbre c'è un'altra frase impressionante cito a memoria di questa e di questo suo testo sulla nascita delle idee d'europa dice come facciamo a continuare la re d europa dopo che abbiamo sentito questa parola pronunciata così spesso da voci che sembravano così poco europee mi spiego siamo nel 44 45 siamo in un momento in cui la propaganda nazista sta battendo da anni ossessivamente sull'idea dell'europa sull'idea di un europa che deve essere unificata che deve essere unificata dai nazisti per difendere la civiltà europea dal bolscevismo dal giudaismo dal capitalismo e siamo in un momento in cui i nazisti con la loro propaganda espressamente prendono carlo magno a esempio a precedente di quello che loro stanno facendo ecco bisogna rendersi conto di questo per capire come mai febbre quando rievoca l'idea di europa non ha quell'entusiasmo che noi possiamo avere oggi nei confronti di questa unificazione di un continente anzi ferro quando pensa all unificazione dell'europa pensa a un continente che troppe volte si è cercato di unificare con la forza con la spada l'ha fatto carlomagno l'hanno fatto i nazisti e ferro si chiede se non sarebbe ora di smetterla con queste utopie militari febbre conclude il suo ciclo di lezioni sulle idee di europa a parigi nel 1945 chiedendosi se non sia una maledizione che l'europa si porta dietro questa idea che ogni tanto viene fuori un conquistatore che cerca di unificarla con la spada e chiaro che l'idea che noi ci facciamo di cosa vuol dire l'europa di cosa vuol dire unificare l'europa pesa poi anche sull'immagine che gli storici possono avere di carlo magno perché la storiografia non è neutra naturalmente storiografia risponde sempre alle esigenze del presente è impossibile per noi che facciamo questo mestiere guardare al passato senza essere influenzati da quelle che sono le nostre priorità da quella che è la nostra agenda e questo il motivo per cui carlo magno oggi in qualche modo sta godendo di una nuova fortuna fra gli storici e anche come immagine perché si associa l'idea di carlo magno a questo processo di costruzione europea che insomma forse proprio adesso in questi mesi comincia a mostrare un pochino di stanca ma che insomma per anni è stata la forza dominante no della nostra politica internazionale e carlo magno di questo è visto davvero come un nume tutelare addirittura viene assegnato dalla comunità europea un premio carlo magno che ogni anno viene dato ad aquisgrana a un uomo politico che si è distinto particolarmente nello sforzo per la costruzione dell'europa ecco di nuovo è impressionante rendersi conto che in altre epoche anche non tanto lontane l'immagine di carlo magno ha potuto sembrare molto diversa proprio perché i precedenti che si avevano in mente erano diversi io vorrei citare ancora una volta un libro veramente fondamentale un grande storico del novecento che si è occupato di carlo magno è una storia che austriaco heinrich von fixed enow che nel 1949 pubblica a vienna quello che forse tuttora è il più grande libro sull'impero carolingio si intitola proprio così l'impero carolingio ecco anche qui immaginiamoci il contesto il 49 a vienna cosa vuol dire occuparsi di carlo magno in quel momento in una città occupata occupate da eserciti stranieri compreso quello sovietico in una città in macerie dove si continua a soffrire la fame il freddo e si continuerà ancora per anni a soffrirli ecco in questo contesto il field now che è uno storico con una fortissima carica morale dà la sua interpretazione di carlo magno e del suo impero non è naturalmente un libro viziato da una posizione come dire troppo soggettiva è un grande libro di storia che analizza molto in profondità quello che carlo magno ha fatto è il modo in cui il suo impero funzionava e poi a un certo punto ha smesso di funzionare e si è sfasciato è però il feel the no non può fare a meno di avere una sua prospettiva morale appunto uno sguardo etico su questa impresa su questa costruzione di un continente è di nuovo agli occhi di questo storico austriaco che scrive negli anni 40 l'impresa di carlo magno l'unificazione di un continente con la forza con la forza delle armi e con la forza dell'ideologia perché anche questo aspetto è centrale in carlomagno un'ideologia poderosa che sta dietro a questo sforzo imperialistico di unificazione di un continente ebbene quando ragiona su questo il fil tena o non riesce ad avere nessun trionfalismo la sua prospettiva è quella di chi guarda alle imprese di carlo magno con tutta anche la pietas il senso di compassione che si può avere verso le grandi imprese del passato che poi però si sono disgregate che sono fallite il suo tema è il fallimento dell'unificazione europea tentata da carlo magno e il discorso di fondo che il tilt enow non è così ingenuo da fare in modo espresso ma che viene fuori comunque si intuisce chiaramente che questo c'è nella sua anima il discorso di fondo è guardate come vanno a finire i conquistatori che cercano di unificare l'europa con la spada eco dal nostro punto di vista oggi nel 2003 cosa vuol dire allora a questo punto lo sforzo di carlo magno di unificare un continente io credo che l'importanza storica di questo evento si possa capire meglio se paragoniamo quello che è stata l'europa di carlo magno con l'impero romano e siamo abituati a pensare che anche l'impero romano sia in qualche modo un progenitore della nostra europa un punto di partenza della nostra civiltà ma cos'era l'impero romano dal punto di vista geografico era un impero che davvero poteva chiamare il mediterraneo marenostrum perché questo mare era il centro dell'impero romano un antico romano era a casa sua non soltanto in gallia in italia in spagna era a casa sua nei balcani era a casa sua in asia minore un antico romano era casa sua in medio oriente in nord africa e il mediterraneo era il centro di questo impero mentre invece va anche detto che quando l'antico romano si spingeva fino al danubio o al reno aveva veramente la sensazione di essere arrivato ai confini della civiltà si metteva le mani nei capelli se pensava quello che c'era oltre questi fiumi ecco paragonato a questo il mondo di carlo magno invece assomiglia molto di più al nostro certo non è soltanto carlomagno che ha fatto questo altrettanto importante è stato maometto se vogliamo riprendere un ultimo grande libro del novecento maometto e carlo magno di henri piran certo sono le invasioni arabe che hanno dato il primo colpo decisivo all'unità del mediterraneo che hanno portato via il medio oriente il nord africa che prima erano parte integrante della civiltà cristiana è però carlo magno e quello che in qualche modo trae le conseguenze di questo e con carlo magno che si crea è che si unifica uno spazio geopolitico che da questo punto di vista non ha più niente del vecchio impero romano e che invece assomiglia in modo impressionante a quello che è la nostra europa quello di carlo magno è uno spazio geopolitico per cui il mediterra anna non è più il cuore è un confine al di là c'è un'altra civiltà che poi quest'altra civiltà sia vista in modo ostile oppure con sforzi di collaborazione questo è un tema interessante di cui magari parleremo ma certamente al di là ci sono gli altri e invece questa europa di carlo magno è uno spazio politico incentrato sul continente incentrato sul reno che è il suo asse commerciale con rapporti economici che vanno verso il nord verso la scandinavia verso le isole britanniche e al tempo stesso è uno spazio geopolitico che si sente molto diffidente verso il mondo dell'europa orientale verso i balcani verso la chiesa greco ortodossa ecco a me sembra che tutti questi aspetti ricordano abbastanza da vicino nel bene e nel male certe caratteristiche dell'identità dell'europa di oggi e allora forse non è un caso se ancora oggi il cuore il cervello dell'unione europea battono in luoghi che sono gli stessi luoghi dove si aggirava carlo magno a bruxelles a strasburgo a maastricht a ginevra ecco questi luoghi che per noi sono in fondo così simbolici della modernità di un europa che si sta unificando sono gli stessi luoghi dove carlo magno risiedeva sono gli stessi luoghi dove radunava le sue assemblee da cui partivano le sue guerre erano il cuore dell'antico paese franco e in qualche modo appunto la continuità di questi luoghi traccia un filo rosso che unisce l'opera e il tempo di carlo magno con l'europa come noi la concepiamo oggi carlo magno nacque il 2 aprile 742 forse in realtà non siamo affatto sicuri che si è andata davvero così bisogna pensare che la gente dell'epoca non stava molto attenta in generale alla propria data di nascita potrebbe pensare che nel caso di un personaggio importante come carlo magno non sia così e invece quando carlo magno nacque nessuno si prese la briga di registrare questo fatto tutto quello che sappiamo sulla sua data di nascita lo ricaviamo dalle informazioni relative alla sua morte quando morì infatti la gente si preoccupa di ricordarsi più o meno quanti anni aveva solo che appunto in generale si ricordarono più o meno è abbastanza impressionante anzi vedere come le testimonianze tutte dello stesso momento divergono l'autore degli annali reggi che sono la fonte più ufficiale che veniva prodotta dal governo dell'impero scrive che l'imperatore morì circa nel 71esimo anno di vita siccome non erano tanto sicuri sulla sua tomba si limitarono a mettere una lapide che diceva che aveva già compiuto i 70 anni era set tua gen arius il biografo di carlo magno eginardo che scrive dopo la sua morte è più preciso dice che carlo morì nel suo 72esimo anno di vita e dando fede eginardo e tornando indietro si arriva al 742 ma appunto non dobbiamo fermarci troppo su questo la gente dell'epoca ripetiamolo non dava importanza cosa di questo genere non si festeggiava il compleanno ea dire la verità all'epoca in cui carlo magno nacque si era appena cominciato a contare gli anni con il nostro sistema a partire dalla nascita di cristo era un sistema inventato da poco e di cui molto probabilmente la grande maggioranza della gente non sapeva nulla e a cui non si dava nessuna importanza noi anzi sappiamo che in generale la gente quando doveva per forza ricordarsi la proprietà approssimava questo noi lo sappiamo perché sia nell'antichità sia nel medioevo capita di incontrare dei testi dei verbali di processi per esempio si chiamano i vecchi del paese perché bisogna stabilire se tanto tempo fa un certo possedimento apparteneva al monastero oppure no quindi si chiamano questi testimoni e gli si chiede di dichiarare la loro età e regolarmente nessuno mai dice ho 73 anni ne ho 57 dicono tutti delle cifre tonde tutti dicono o 50 anni ho 60 anni nel migliore dei casi dicono ne ho circa 55 ecco che a questo punto non ci stupiamo per niente che nemmeno carlo magno si ricordasse esattamente quanti anni aveva e forse se vogliamo capire la gente di quest'epoca dovremmo come dire cominciare a fare i conti con questa vasta indifferenza nei confronti del tempo come ha scritto uno dei più grandi studiosi del medioevo marc bloch noi siamo ossessionati dal sapere in che anno esattamente liviano quanti anni abbiamo compiuto e così via loro prendevano le cose in altro modo per loro il tempo aveva tante dimensioni intanto era qualcosa che apparteneva a dio e non a l'uomo aveva una dimensione ciclica che nella vita di un re specialmente conta molto su questo tornerà in modo vedremo il passaggio ciclico degli anni nel corso dei quali si fanno sempre le stesse cose e quindi appunto forte non dobbiamo ostinarci non sarebbe a questo punto una grande scoperta storica sapere che carlomagno non era nato nel 742 ma per esempio nel 743 siamo più vicini a lui alla sua mentalità se impariamo accontentarci di quello che abbiamo e sappiamo che morì nell'ottocento 14 e aveva più o meno 70 dove nacque carlo magno questo è un altro di quei problemi che a noi oggi sembrano fondamentali nelle enciclopedie si dice sempre di tutti i personaggi dove sono nati e dove sono morti e questo è di nuovo uno di quei casi in cui invece la gente del tempo di carlo magno ragionava in un altro modo e bisogna anche tener presente che quello era un mondo di campagna non di città per un mondo dove la gente viveva tutta in campagna e nemmeno in villaggi ma spesso in piccoli insediamenti in ville isolate quanto ai re e carlo magno è nato figlio di un re giravano continuamente risiedevano a seconda di quello che dovevano fare la guerra da caccia l'assemblea nell'una o nell'altra delle tantissime ville di cui disponevano in campagna residenze padronali il padre e la madre di carlo magno pipino re dei franchi e berta possedevano decine e decine di grandi residenze in campagna sparse un po in tutto il regno franco molto concentrate però in quella che era la zona d'origine della famiglia tra il reno lamosa la mosella e quindi certamente quando berta doveva partorire sarà andata a stare in campagna in una di queste residenze scelta in base al clima al fatto che il raccolto li fosse andato bene e che quindi c'erano buone scorte di grano e di vino e che sia nato carlo magno nel l'uno nell'altra di queste residenze è del tutto irrilevante chiaramente però c'è stata un'epoca in cui invece questa faccenda è sembrata molto importante queste di nuovo una storia curiosa che fa vedere come il nostro atteggiamento nei confronti del passato in realtà è sempre condizionato dalle nostre preoccupazioni la storiografia ottocentesca si è preoccupata moltissimo di stabilire dove esattamente era nato carlo magno e perché se n'è molto preoccupata perché la 800 era un'epoca dominata dal nazionalismo in cui anche gli storici erano profondamente coinvolti da questi problemi e più di tutti gli storici francesi e tedeschi l'ottocento e il secolo in cui francia e germania si scontrano continuamente ripetutamente per il predominio in europa ora sia la francia sia la germania vengono fuori dall impero di carlo magno sia i francesi sia i tedeschi in passato hanno guardato a carlomagno come a un eroe nazionale a cui richiamarsi ecco che allora a questo punto ai loro occhi diventava importante stabilire esattamente dove fosse nato nell'ottocento ci sono innumerevoli pubblicazioni di storici francesi che cercano di dimostrare che carlo magno è nato al di qua del reno in luoghi che adesso appartengono alla francia e ci sono subito le risposte degli storici tedeschi che invece con le speculazioni più azzardate cercano di dimostrare che carlo magno era nato di là dalla loro parte oltre il reno in terra tedesca naturalmente dopo di allora ci si è resi conto non solo che non importa dove e nato ci si è resi conto che al tempo di carlo magno non esistevano né i francesi nei tedeschi esisteva il popolo franco che era un'altra cosa e quindi la questione è completamente uscita dalle preoccupazioni storiografiche ma è interessante vedere che invece c'è stata un'epoca in cui questa cosa era considerata vitale va anche detto che la discussione comunque non ha ragion d'essere anche per un altro motivo abbiamo detto che il grosso delle residenze di re pipino si trovavano fra il reno lamosa la mosella in realtà se uno va a vedere dove si collocano le più importanti quelle in cui risiedeva soprattutto in quegli anni negli anni in cui è nato carlo si vede che molto probabilmente in realtà carlomagno è nato in belgio carlo magno era il figlio di pipino re dei franchi a dire la verità quando carl ona acqua e suo padre e rare in pratica ma non era ancora ray formalmente perché il regno franco aveva una strana forma di governo esisteva un re che non contava nulla ed esisteva un personaggio che era a metà fra il primo ministro e il dittatore che in pratica governava il regno questo era tipino quando nacque carlo magno ma pochi anni dopo pipino decisa che questo ruolo non gli bastava più e riuscì a diventare a pieno titolo re dei franchi questa è una storia che vale la pena di raccontare perché ci dice anche molto sul ruolo per cui carlo magno è stato educato carlomagno è nato sapendo già che avrebbe governato i franchi lo sapeva fin da bambino e quando era un ragazzino è diventato anche chiaro che li avrebbe governati non come primo ministro ma come il loro re e divenne anche chiaro che questo re dei franchi avrebbe avuto una missione precisa infatti se il re pipino quando carlo magno era un ragazzino riuscì a farsi consacrare il re questo fu essenzialmente grazie all'alleanza con la chiesa all'alleanza con il papa e in quel momento prende forma un asse un asse politico fra il regno franco e la chiesa di roma che sarà poi decisivo per tutta la carriera di carlo magno e quindi su questo vale la pena che ci fermiamo perché carlo magno anche se ha preso certamente tante decisioni in vita sua però recitavano ruolo era stato educato per il ruolo previsto sarebbe stato re dei franchi e avrebbe condotto una politica i cui binari erano già in qualche misura fissati e in cui era assolutamente centrale l'alleanza con il papato come mai questo beh dovremmo tornare indietro nel tempo dovremo tornare indietro nel tempo a quando i franchi si erano convertiti per la prima volta al cattolicesimo molto tempo prima di carlo magno quella era l'epoca in cui le invasioni barbariche stavano travolgendo l'impero romano d'occidente e in cui qui i vari popoli germanici si convertivano uno dopo l'altro al cristianesimo in genere abbandonavano molto in fretta e addirittura impressionante vedere la facilità con cui questi barbari invasori abbandonano le loro vecchie religioni i loro vecchi dei odino thor che si convertono al cristianesimo ma in generale la maggioranza di questi popoli germanici si sono convertiti al cristianesimo in una forma che era considerata eretica dalla chiesa di roma al cristianesimo ariano che aveva certe idee particolari su cristo lo considerava creato e non generato contrariamente a quello che i cattolici oggi dicono nel credo e bene quindi la chiesa romana guardava con molta diffidenza tutti i popoli germanici tutti tranne uno i franchi con clodoveo il loro re si convertono direttamente al cristianesimo cattolico tra le benedizioni e l'entusiasmo naturalmente del papa e della sua curia non a caso la conversione di clodoveo al cristianesimo è considerata in francia come una delle grandi date della storia di francia lì nasce questa vocazione particolare dei franchi ma se questa idea che i franchi sono un popolo che ha un legame speciale con la chiesa di roma ea partire da questo momento tutta la politica del regno franco fino a pipino e poi tutta la politica di carlo magno sarà improntata in modo decisivo a questo tema il fatto che cioè esiste un asse solidissimo che unisce i franchi al papa alla chiesa cattolica e su questa base carlomagno costruirà tutta la sua politica di unificazione dell'euro questo tema del cattolicesimo dei franchi della loro strettissima relazione con il papa di roma è un tema fondamentale per capire la personalità di carlo magno questo è un ragazzino che è cresciuto in un ambiente in cui incessantemente si esaltava il popolo franco come popolo eletto da dio con una retorica addirittura impressionante i patti sono i primi a usare questa retorica quando si riferiscono ai franchi in modo addirittura vorrei quasi dire spudorato i papi parlano dei franchi come della gente santa regale sacerdozio popolo chiamato da dio e i franchi non sono da meno nel prologo delle loro leggi concludono con questa esclamazione viva il cristo che ama i franchi ecco in questo ambiente di esultanza perchè il franchi sono un grande popolo un popolo cristiano fino al midollo un popolo da sempre amico della chiesa di roma nasce quello che in fondo è il vero colpo di stato di pipino che da primo ministro del regno franco si trasforma nel suo re quindi questo pone anche le basi per il fatto che poi carlo magno spesso si ha allevato per regnare sui franchi e non solo sui franchi ma in qualche modo su tutto il mondo cristiano proprio per via di questa strettissima alleanza con il papa in effetti anche se il re franco al tempo di pipino contava poco però liquidarlo e prendere il suo posto non era uno scherzo evidentemente i popoli germanici davano molta importanza al sangue dei loro re davano molta importanza al fatto che i rei discendessero da una stirpe carismatica voluta da dio per governare carlomagno non era nato e una stirpe del genere era nato in una grande famiglia che da molto tempo governava il regno ma i re erano degli altri non erano i carolingi la famiglia di carlo ma erano in merovingi e quindi dobbiamo immaginare che sia stata una cosa grossa questa che si è progressivamente pianificata nell'ambiente di pipino quando carlo magno ripetiamolo era un ragazzino per cui il suo padre pipino ha cominciato a tessere le fila di un intrigo che doveva portarlo a diventare il vero ufficiale re dei franchi per questo ci voleva il consenso del popolo innanzitutto consenso del popolo che poi questa non è certamente un epoca democratica era espressa dai suoi capi dai potenti dai grandi latifondisti dai vescovi il loro consenso era fondamentale perché pipino potesse compiere questo passo decisivo togliere di mezzo il re chiuderlo in monastero e farsi incoronare ma non bastava ancora non bastava ancora perché un re è un personaggio sacro è un personaggio messo lì da dio a governare e quindi ci vuole una sanzione superiore bisogna che sia il papa a confermare che tipino davvero deve essere re dei franchi e perciò l'intrigo va al di là della gallia raggiungerò ma noi possiamo solo provare a immaginare quanti colloqui quanti negoziati siano stati necessari per convincere il papa questo passo alla fine il papa è convinto e allora si può compiere il passo ufficiale pipino manda a roma una lettera con un quesito chiede padre santo è giusto che presso i franchi quello che porta il nome di re non governi mentre quello che governa davvero non si chiama re e il papa risponde no non è giusto bisogna che quello che governa davvero i franchi porti anche il nome di re ea questo punto il papa si muove fa un lungo viaggio una cosa assolutamente insolita per l'epoca va in gallia e pubblicamente incorona pipino re dei franchi e lounge e con l'olio santo a partire da questo momento pipino è un personaggio consacrato e carlo magno lo sarà dopo di lui sull'infanzia di carlo magno non sappiamo praticamente niente il suo biografo eginardo dice che non c'è più vivo nessuno che si possa ricordare di queste cose e quindi non ne parla affatto naturalmente trattandosi di un uomo dell'epoca non è strano i bambini all'epoca non erano considerati in modo particolare e comunque prima che si cominciasse a scrivere qualcosa sulle imprese di un uomo bisognava che avesse fatto qualche cosa che valeva la pena di menzionare noi però abbiamo un piccolo elemento che ci permette di aprire uno squarcio su quella che forse ha potuto essere l'infanzia di carlo magno o per lo meno sul tipo di cose che gli venivano raccontate quando era bambino su chi era lui che cos'era la sua famiglia quale sarebbe stato il suo destino uno degli intellettuali della corte di carlo magno un italiano paolo diacono racconta che l'imperatore un giorno gli riferì una vicenda straordinaria che era avvenuta un suo antenato l'imperatore avrebbe raccontato questo il suo antenato era un santo vescovo di mezza arnolfo uno degli antenati a cui la famiglia di carlo teneva di più era un santo ma essendo un vescovo e quindi all'epoca anche un uomo politico poteva pensare di avere qualcosa da farsi perdonare arnolfo anzi raccontava carlomagno era in qualche modo ossessionato dal senso dei suoi peccati e perciò un giorno si rivolse a dio è deciso di fare un patto con lui avrebbe fatto penitenza fino a quando dio stesso non gli avesse detto che poteva bastare e per questo arnolfo gettone la mosella un anello d'oro e si impegnò a fare penitenza fino a quando quell'anello non fosse tornato tra le sue mani molti anni dopo raccontava sempre carlo un cuoco di palazzo trovò quell'anello nella pancia di un pesce che stava cucinando per il vescovo corse immediatamente a portargliela e arnolfo si rese conto che dio aveva perdonato i suoi peccati ecco quello che ci interessa di questo racconto o meglio sono tante le cose che ci interessano che rapporto c'è tra questa storia e il mondo della fiaba il tema dell'anello gettato nel fiume ritrovato nella pancia di un pesce è chiaramente un motivo folclorico e ricorre spesso nelle fiabe ma per carlo magno questa non era una fiaba quello che qui ci interessa di più è il fatto che carlo magno da vecchio si ricordava di questo racconto su un suo antenato che evidentemente gli era stato raccontato quando era bambino si sa tra l'altro che da vecchi si possono a volte dimenticare le cose recenti ma invece le cose che abbiamo imparato da piccoli ce la ricordiamo carlomagno da vecchio ricordava bene questa fiaba che non pensava fosse una fiaba ma che pensava fosse un avvenimento davvero verificatosi e questo è lo squarcio che in qualche modo ci si apre grazie a questo racconto di paolo diacono su quella che ha potuto essere l'infanzia di carlo magno il bambino figlio del capo dei franchi figlio dell'uomo che è un certo punto diventa poi anche ufficialmente il re dei franchi capo di un popolo che dio ha prescelto come popolo eletto come nuovo israele capo del popolo che la chiesa romana ha scelto come il suo alleato ebbene figlio di una famiglia che ha antenati come questo ecco questo è quello che ci importa certamente carlomagno da bambino e vissuto in un ambiente in cui si stava costruendo la leggenda della sua famiglia questo era il genero di racconti che sentiva e non erano racconti fatti soltanto per tenerlo buono e farla addormentare erano racconti che servivano per costruire in lui il senso di chi era a quale famiglia apparteneva e quale era il destino a cui era chiamata nell'anno 769 il re pipino morì probabilmente di idropisia e carlo magno divenne re dei franchi ma non lui da solo perché aveva un fratello un fratello minore questo fratello minore si chiamava carlomanno dobbiamo tener presente naturalmente che a quell'epoca carlomagno non lo chiamava nessuno carlo magno si chiamava carlo e basta magno è un soprannome che gli verrà poi appiccicato in tarda età e soprattutto dopo la morte dunque il re pipino lasciava due figli carlo e carlomanno e vale forse la pena di soffermarsi su questo nome così insistito su questa radice karl che è presente nei nomi di tutti e due i fratelli è una radice che nella lingua dei franchi indicava la forza la virilità la mascolinità questo voleva dire bene due fratelli tutte e due eredi al trono perché nelle usanze dei franchi a quell'epoca non esisteva la primogenitura tutti i figli maschi avevano lo stesso diritto di spartirsi l'eredità paterna è un regno tutto sommato era un eredità come qualunque altra nessuno si sarebbe mai sognato di dire che il regno aspettava tutto al primogenito è che il secondo doveva restare con un pugno di mosche in mano pipino prima di morire organizzò faticosamente una spartizione del suo regno che doveva permettere ai due fratelli di vivere e governare d'amore e d'accordo ecco senza tornare qui al clima delle fiabe si può però immaginare facilmente che due fratelli in quella situazione non sempre vivono d'amore e d'accordo noi abbiamo indicazioni precise del fatto che questi due carli carlo e carlomanno tolleravano male tutte e due il fatto di dover spartire con il fratello il governo sul popolo franco per fortuna però era ancora viva la madre quella berta obert rada spesso i germani di quest'epoca avevano nomi che si presentavano in diverse versioni il nome germanico originario probabilmente era proprio bear trada poi il personaggio è stato tramandato anche nelle canzoni cavalleresche nelle nelle canzoni di gesta ed è diventato un po più facile da pronunciare per noi appunto berta le chanson de geste la ricordano come berta dai grandi piedi per motivi su cui non vorrei qui indagare troppo in ogni caso berta era viva e si trovava nella posizione rara a quell'epoca in cui una donna poteva contare qualcosa all'epoca una donna contava qualcosa nella misura in cui riusciva a influenzare suo marito ma ufficialmente non contava niente anche una donna comune aveva la sua dote i suoi possedimenti ma era il marito che li amministra la e una regina appunto anche lei poteva contare qualcosa se il marito si lasciava influenzare altrimenti no ma per una vedova il discorso era diverso il re pipino è morto i suoi due figli sono subentrati al potere sono giovani tutte e due sono inesperti e la madre che al massimo della sua esperienza li può guidare lì può dirigere li può consigliare i primi anni di regno di carlo magno sono sotto il segno di questa tutela prudente della madre noi la intuiamo da piccoli accenni piccoli accenni dei cronisti agli interventi di questa donna qualche volta anche ai suoi viaggi per stringere accordi diplomatici con i regni vicini certamente è la presenza di berta della madre che impedisce ai due fratelli di scontrarsi perché gli umori intorno a loro erano accesi e molto probabilmente senza berta si sarebbe arrivati a uno scontro aperto invece non ce n'è bisogno questa è un'epoca in cui si muore facilmente anche giovani carlomanno a un certo punto si ammala e muore e suo fratello carlo assume il potere su tutto il popolo franco non risulta che sia stata aperta un'inchiesta sulla morte di carlo ma anno ma certo un cronista dell'epoca elogia carlo per essere riuscito a impadronirsi del regno del fratello morto senza colpo ferire senza mettere nessuna in prigione senza fare morti e insomma certamente si era temuto il peggio a un certo punto chi ce li metteva erano la vedova ei figli del morto perché carlomanno aveva una moglie aveva dei bambini che avrebbero potuto in teoria aspirare a succedere al padre sotto la tutela materna è invece il nostro carlo che qui per la prima ma non l'ultima volta si dimostra un politico spregiudicato e ha preso possesso di tutto tanto che la vedova la cognata gerber gae i suoi figli fuggono dal regno e vanno a cercare riparo nel regno confinante nel regno longobardo ecco qui noi incontriamo per la prima volta un ambiente che noi italiani conosciamo in generale perché è l'ambiente è descritto dalle mani sony nel adelchi e quindi tutti noi a scuola abbiamo sentito parlare di queste cose del re desiderio re dei longobardi ebbene è proprio presso desiderio che la vedova i figli di carlo ma anno vanno a rifugiarsi e questa cosa carlo non deve averla presa tanto bene anche se un cronista lo elogia anche in questo caso dicendo a il re la considerò una cosa normale ma sotto sotto non doveva essere tanto normale bisogna dire che il rapporto del regno franco con i longobardi in quel momento era ottimo la vecchia bear tra da oberta si era data da fare proprio per questo per fare in modo che i suoi due figli non avessero un nemico sul confine meridionale carlo magno in particolare aveva avuto un certo punto un eccellente rapporto con re desiderio tanto che aveva sposato sua figlia quella che tutti noi conosciamo grazie al manzoni come ermengarda con può essere carino ricordare a questo punto che non si chiamava fatto ermengarda questo nome l'ha inventato il manzoni e l'ha inventato per il buon motivo che nessun cronista dell'epoca si è degnato di dirci come si chiamava questa donna questa è una bella indicazione di come in certi ambienti specialmente negli ambienti intellettuali della chiesa le donne non fossero esattamente considerate tanto importanti carlo magno sposa questa donna ma nessun cronista ci dice come si chiama chiaramente il manzoni non poteva avere un eroina senza nome e quindi ha inventato per lei questo nome che suona bene fra l'altro ermengarda ecco però noi sappiamo anche sempre dal manzoni e questo è vero che questo matrimonio a un certo punto non è andato bene ed è proprio all'interno di questo contesto politico che stiamo raccontando che naufraga il matrimonio di carlo con ermengarda chiamiamola così anche noi naufraga perché carlo magna non è più così convinto di voler avere buoni rapporti con re desiderio con suo suocero adesso che si è impadronito del regno del fratello adesso che la cognata e i nipotini sono scappati da desiderio e desiderio ne sta anche approfittando perché è una carta importante questa che ha in mano questi bambini un giorno potrebbero rivendicare la loro parte del regno franco e questa cosa per carlo magno e molto scomoda ecco aggiungiamo che per quanto ne sappiamo ermengarda sposato ormai da più di un anno non aveva ancora dato figli a carlomagno non era ancora neanche rimaste incinta e questo per una regina in quell'epoca era molto pericoloso insomma mettendo tutto insieme carlo magno decide che è ora di cambiare politica rimanere amici con il re desiderio non gli conviene più ripudia ermengarda e comincia a pianificare quella che sarà la sua prima grande guerra vittoriosa l'invasione del regno longobardo fare la guerra e longobardi era una cosa abbastanza naturale per un re franco anzi a dire la verità la cosa strana è che sotto bear tra da ci fosse stata una politica di pacificazione e di matrimoni perché invece tradizionalmente il regno franco il regno longobardo erano violentemente ostili e non solo perché confinavano c'era anche un motivo come dire ideologico profondo di questa ostilità longobardi avevano invaso l'italia molto tempo prima avevano conquistato tutto il centro nord si erano fermati davanti a roma poi gruppi longobardi si erano spinti anche più a sud fino a benevento ma non avevano mai occupato roma e non aver preso roma era sempre rimasta una spina per i rei longobardi tutti i rei longobardi quando possono cercano di occupare militarmente roma rom che è difesa dei papi innanzitutto i patti che sono stati praticamente lasciati lì dall'imperatore bizantino con l'incarico di difendere quel poco d'italia che non è stato ancora sommerso dall invasione longobarda quindi i patti sono per tradizione ostili ferocemente ostili ai longobardi e contro i longobardi si sono abituati a ricorrere all'aiuto franco non per niente i franchi sono il nuovo popolo eletto il popolo cattolico prediletto da dio perché aiutano i papi a difendersi dalla pressione longobarda ci sono nelle lettere che i papi scrivono ai principi franchi per esempio al tempo in cui carlo magno era bambino espressioni straordinarie dell'odio contro i longobardi e del bisogno di aiuto che i papi hanno un certo punto papà stefano secondo mandare pipino un appello disperato in cui parla in prima persona l'apostolo pietro correte correte correte aiutateci e i franchi normalmente correvano erano più potenti sconfiggevano i longobardi salvavano roma salvavano il papa e rendevano ogni volta più stretto questo loro legame politico con la chiesa di roma come possiamo immaginare la politica di pacificazione tra franchi e longobardi nei primi anni e del regno di carlo magno non era piaciuta per niente al papa il fatto che carlo magno a un certo punto abbia sposato quella povera ermengarda per esempio suscita a roma scandalo e costernazione c'è una lettera formidabile che papà stefano terzo scrive a carlo magno per sgridarlo di avere sposato una longobarda e vale la pena di citarla perché fa vedere quale fosse il tono della retorica nella corrispondenza politica di quei tempi che non era certo compassata come quella odierna scrive il papa che pazzi è mai questa il vostro nobile popolo franco luce di tutti i popoli e la vostra illustre nobile stirpe regale insozzati dal popolo puzzolente e traditore dei longobardi che non ha diritto nemmeno al nome di nazione ed al quale come noto provengono i lebbrosi ecco sulla competenza medica di papà stefano terza ovviamente non ci pronunciamo ma certamente qui è all'opera una retorica che tende a spingere appunto su questo pedale i longobardi sono i nemici di dio mentre i franchi sono i suoi amici e innaturale che siano alleati ecco che quindi c'erano molti motivi per cui carlo magno a un certo punto poter decidere di cambiare linea politica quando decise di ripudiare la moglie longobarda e di invadere il regno longobardo per togliere di mezzo una volta per tutte questa potenziale minaccia al suo potere il papa naturalmente non poteva che essere molto molto contento e così questa prima grande guerra di carlo magno nasce come poi nasceranno tutte le altre sotto un segno ideologico molto preciso quello di una guerra voluta e benedetta da gijon nella guerra contro i longobardi li vediamo per la prima volta carlo magno in veste di comandante militare che è poi quello che ha fatto praticamente per tutta la vita perché quello era il primo compito di un re dei franchi i franchi erano un popolo militare aggressivo e il compito del loro re era precisamente quello di guidarli ogni anno no in imprese militari se possibile vittoriose di invadere paesi nemici sottomettere popoli riportare a casa bottino è questo che i franchi chiedevano ai loro ora è per questo li seguivano per questo gli hobby divano carlomagno dunque è un militare è uno che tutti gli anni della sua vita conduce spedizioni di guerra non è però un combattente non abbiamo nessuna testimonianza sul fatto che mai carlomagno abbia impugnato personalmente la spada non lo vediamo mai nelle fonti dell'epoca le canzoni dj sta più tarde sono un'altra cosa chiaramente non lo vediamo mai combattere in mezzo ai suoi guerrieri e non è neanche un generale nel senso di un napoleone per dire che sa con il colpo d'occhio vincere le battaglie anche quando magari si trova in situazioni di inferiorità in realtà carlomagno combatte in vita sua pochissime battaglie combatte molte guerre ma pochissime battaglie carlomagno è però un grande e generale ma è un grande e generale nel senso che noi oggi possiamo capire forse meglio e cioè innanzitutto un grande organizzatore carlo magno è uno stratega moderno assomiglia molto ai generali di cui si parla oggi quelli delle ultime guerre americane il generale schwarzkopf o pochissimo tempo fa tommy franks carlomagno è uno che si trova a disposizione enormi risorse perché è il re più potente d'europa e che eccelle nel pianificare l'uso di queste risorse e pianificare le risorse non era uno scherzo perché condurre una campagna militare nelle condizioni logistiche dell'epoca e condurla bene con successo come normalmente fa carlo magno era una sfida in realtà abbastanza difficile noi dobbiamo immaginare che già nel corso dell'inverno carlo magno e i suoi consiglieri decidevano quale sarebbe stata la campagna dell'estate successiva è il regno franco aveva nemici da tutte le parti i longobardi in italia i sassoni al nord gli avari est gli arabi di spagna oltre i pirenei quindi si poteva decidere di condurre la campagna in zona ed europa diversissime fra loro ed era necessario pianificare l'afflusso dei soldati nella zona prescelta con molto anticipo molti mesi prima dovevano partire le lettere per i comandanti locali per i conti e anche per i vescovi che erano incaricati di radunare gli uomini in tutte le province del regno e di condurli poi nel giorno stabilito al luogo fissato per l'incontro era quindi una come dire un impresa anche amministrativa complessa in un paese dove quasi non c'erano strade dove quasi non esisteva un apparato di governo la burocrazia era ridotta al minimo dove tutte le lettere gli ordini si spostavano a cavallo ecco immaginiamo cosa vuol dire in queste condizioni pianificare il movimento di molte migliaia di uomini con i loro cavalli i loro carri di rifornimenti allo scopo di trovarsi poi tutti al momento stabilito alla frontiera longobarda oppure a quella sassone per poi condurre una campagna che durerà tutta l'estate e l'autunno quando poi normalmente si smette di fare la guerra si torna a casa si va a caccia si fanno cose più piacevoli ecco in questo senso carlomagno che combatte pochissime battaglia in vita sua però dovette pianificare ogni anno una campagna militare e in generale lo sapeva fare bene nel caso dell'invasione dell'italia longobarda il problema strategico che carlo magno doveva risolvere non era affatto semplice il regno longobardo occupava tutta l'italia centro settentrionale il che vuol dire che le alpi lo difendevano dai franchi tuttavia il confine non era lo spartiacque come oggi il confine tra francia e italia e questo favoriva in realtà la pianificazione della campagna da parte di carlo magno infatti franchi sostanzialmente erano più forti dei longobardi nel corso di secoli di guerre gli avevano ricacciati indietro avevano spinto il confine dei due regni dallo spartiacque alpino fino giù al fondovalle per essere concreti quando i franchi scendevano in italia potevano passare dalla val di susa ma la val di susa era tutta parte del regno franco il confine si trovava là dove la valle sbocca nella pianura italiana vicino al torino oppure potevano passare dalla valle d'aosta ma anche la valle d'aosta era parte del regno franco il confine si trovava allo sbocco della pianura questo evidentemente era come dire un grosso vantaggio per carlo magno 6 longobardi avessero potuto fortificare le cime alpine probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso invece le valli erano in mano a carlo e i longobardi si potevano fortificare soltanto allo sbocco è però si fortifica vano e si erano fortificati eccome esisteva fin dal tempo dell'impero romano una tradizione per cui venivano fortificati gli sbocchi delle valli alpine nella pianura padana e venivano fortificati con opere difensive che avevano un nome preciso che è rimasto anche nella leggenda le chiuse sono famose in particolare le chiuse della valle di susa tuttora esiste un luogo che ha questo nome le chiuse di san michele allo sbocco della valle ma anche lo sbocco della valle d'aosta era fortificato chi conosce quei luoghi sa che attualmente celi un grande e forte ottocentesco i forte di bard che sbarra completamente il passaggio ecco già al tempo di carlo magno dobbiamo immaginare che esistessero fortificazioni equivalenti in cosa consistevano esattamente queste chiuse e questo questo la storiografia ha molto discusso perché è un certo punto è sembrato che fosse semplicemente una leggenda l'idea che ci fosse davvero un enorme muraglia che sbarrava completamente la val di susa e la valle d'aosta per molto tempo la storiografia ha pensato che queste fossero esagerazioni sembrava più logico pensare che queste chiuse su cui i longobardi contavano per difendersi dall'invasione franca che queste chiuse fossero in realtà un insieme di fortini torri d'avvistamento barriere doganali perché naturalmente si pagavano pedaggi passando da un regno all'altro ecco questo è uno di quei casi in cui la storiografia più recente invece ha dimostrato che le vecchie leggende non erano così sbagliate nel senso che ci sono testimonianze sul fatto che il re desiderio aveva investito parecchio nella fortificazione dei confini del suo regno e si sono testimonianze archeologiche che fanno pensare che almeno la valle di susa fosse effettivamente sbarrata con una grande muraglia certo niente di paragonabile non solo alla muraglia cinese ma nemmeno al vallo di adriano la sun scozia qui si tratta di una muraglia di pochi chilometri quanto basta per chiudere una valle alpina ma quasi certamente si trattava davvero di un muro un grande muro contro il quale desiderio i longobardi potevano sperare che l'invasione franca si sarebbe arenata ecco quindi quando noi cerchiamo di entrare nella testa di carlo magno che deve pianificare l'invasione dell'italia longobarda il problema principale che dobbiamo aver presente e questo ci sono due strade possibili ed entrambe sono sbarrate da muraglie dietro i longobardi lo aspetteranno la prima scelta che carlo magno doveva compiere per organizzare l'invasione dell'italia longobarda e da quella della strada da prendere o si passava per il monginevro il moncenisio e si scendeva dalla valle di susa o si passava per il gran san bernardo e si scendeva dalla valle d'aosta naturalmente questa è una scelta cruciale perché i longobardi lo avrebbero aspettato un intero popolo in armi con tutti i suoi guerrieri radunati dal re in attesa in pianura dietro le loro fortificazioni e lo avrebbero aspettato certamente perché sappiamo che radunare un esercito era cosa che richiedeva mesi e mesi di preparativi quindi sicuramente una volta che carlo magno avesse scelto il luogo in cui radunare l'esercito la notizia in un modo o nell'altro sarebbe trapelata e quindi longobardi avrebbero saputo da che parte veniva il colpo ecco la prima intuizione che abbiamo del fatto che carlomagno non era uno qualunque ma che su queste cose ci ragionava e ci sapeva fare l'abbiamo proprio dalla scelta del luogo in cui carlo magno raduna le sue forze infatti gli ordini che partono dalla corte di carlo magno nell'inverno né che raggiungono tutte le autorità locali e progressivamente mettono in moto tutta questa massa di guerrieri stabiliscono che il punto dove l'esercito deve concentrarsi e ginevra e basta un'occhiata alla carta per capire che da ginevra era possibile sia prendere la strada della val di susa scendendo lungo il rodano sia prendere la strada del gran san bernardo costeggiando il lago e poi risalendo il rodano verso martini questo vuol dire che carlo magno ha scelto per donare il suo esercito l'unico punto da cui il nemico non avrebbe potuto ricavare informazioni in realtà poi carlo magno va anche oltre infatti per invadere l'italia decide di non affidarsi alla sorte di non concentrare tutte le sue forze su un'unica strada organizza per la prima volta quella che poi diventerà la sua manovra preferita e cioè una manovra a tenaglia carlomagno farà scendere una parte del suo esercito dalla val posta sotto il comando di un suo zio bernardo mentre l'altra parte dell'esercito franco guidata personalmente da carlo scenderà per la valle di susa naturalmente non stiamo parlando qui di colpi di genio ma di una pianificazione molto accurata che sfrutta al meglio le opportunità e su questo vorrei fermarmi un momento perché questa faccenda della manovra a tenaglia sarà poi una caratteristica della strategia di carlo magno in quasi tutte le sue campagne militari e vorrei sottolineare che non si tratta soltanto di un intuizione di carlo ma si tratta anche anche qui quasi di trasformare in vantaggio uno svantaggio la manovra a tenaglia è possibile ma anzi addirittura quasi necessaria perché i franchi sono forti sono tanti carlo è in grado di radunare tanti guerrieri tanti intendiamoci per l'epoca probabilmente un esercito franco non contava più di 10 o 15 mila uomini ma per l'epoca erano molti moltissimi una parte di loro erano a cavallo tutti quanti dovevano stare lontani da casa per molti mesi già mesi di marcia prima ancora di cominciare la spedizione e dunque avevano un enorme quantità di bagagli salmerie carri trainati da buoi far marciare un esercito di quelle dimensioni su un'unica strada sarebbe stato un azzardo e avrebbe comportato grossi problemi tecnici logistici l'acqua finisce l'erba finisce perciò carlomagno trae vantaggio da questo che invece potrebbe essere un impaccio un imbroglio e impara organizzare diverse colonne che convergono sull'obiettivo passando da strade diverse cosa che per un capo barbaro dell'alto medioevo non è trascurabile bruno la colonia guidata personalmente da carlo magno dunque scende per la valle di susa scende dalla valle di susa è arrivata in fondo si trova di fronte le chiuse e dietro le chiuse il re desiderio col grosso dei suoi guerrieri ecco a questo punto la sensazione forte che ci danno tutte le fonti è che carlo magno si sia trovato per un momento spiazzato come fare per superare questa muraglia tutti i testimoni dell'epoca ci dicono che il re riuscì a girare le chiuse non fu costretto ad affrontarle alcuni dicono per la sua abilità riuscì ad aggirarle altri come voleva la mentalità dell'epoca dicono con l'aiuto divino riuscì ad aggirare questo ostacolo un cronista molto tardivo però che chiaramente sta raccontando una favola dice che un giullare longobardo traditore raggiunse carlo e gli raccontò che si poteva passare da un altra strada per sbucare alle spalle del re desiderio del suo esercito queste storie piacque al manzoni torniamo sempre a lui perché è attraverso l'adelchi che tutti noi abbiamo sentito parlare per la prima volta di queste vicende la storia piacque al manzoni che però non voleva un giullare traditore voleva qualcosa di un po più dignitoso e che perciò inventa la storia del diacono martino che viene mandato da dio che scopre una strada alternativa e va a insegnarla a carlomagno quello che è certo è che effettivamente i franchi in un modo o nell'altro riuscirono a trovare una via alternativa quale questo è uno di quei problemi di cui gli storici locali si sono appassionati e come per le discese di annibale quando un grande esercito passa alle alpi poi nella memoria collettiva rimane in qualche modo il suo ricordo e se non rimane viene poi reinventato da gli eruditi e allora molti si sono rotti la testa per stabilire esattamente da dove sia passato annibale quando attraverso le alpi e allo stesso modo molti si sono chiesti da dove effettivamente carlomagno i suoi franchi siano passati per aggirare le chiuse cosa poi al giorno d'oggi può avere anche ricadute turistiche credo che in val di susa esiste tanto di sentiero segnato come sentiero dei franchi con i cartelli che invitano i turisti a ripercorrere la strada di carlo magno tanto sicuri non si può essere ma chi conosce la zona sa che effettivamente una strada alternativa c'è si discende arrivati a un certo punto verso destra si piega in una valle laterale la valle del sangone e si va a sbucare in pianura ai laghi di avigliana alle spalle delle chiuse e molto probabilmente è proprio questo il percorso seguito da carlo magno quello che è certo che non ci fu battaglia non ci fu battaglia i franchi comparvero all'improvviso alle spalle dei longobardi e li misero in rotta naturalmente non vorrei escludere che a questa rotta dei longobardi abbia contribuito anche l'altra colonna che scendeva per la valle d'aosta al comando dello zio di carlo magno ma si sa ai cronisti interessava dare il merito al re e quindi è essenzialmente di quello che fece carlo che sentiamo parlare ma appunto l'idea che l'altra colonna discesa da un'altra strada sia comparsa anch'essa alle spalle dei longobardi servirebbe certamente a spiegare ancor meglio la loro rotta improvvisa quello che è certo che appunto ripeto non c'è battaglia l'esercito longobardo si disperde il re desiderio in rotta va a chiudersi con i suoi fedelissimi dietro le mura della sua capitale pavia mentre uno dopo l'altro i duchi longobardi i potenti del regno cominciano a chiedersi se non sia il caso di passare dalla parte dei vincitori e uno dopo l'altro abbandonano il loro re e vanno a fare atto di sottomissione a carlomagno la guerra di carlo magno contro desiderio è praticamente vinta prima ancora che si sia combattuto carlo magno assedio in pavia il re dei longobardi desiderio per più di un anno questo a pensarci straordinario carlo magno aveva invaso la pianura padana senza incontrare praticamente resistenza il regno longobardo si era spazzolato desiderio era stato abbandonato da quasi tutti i suoi buchi si è racchiuso nella sua capitale a pavia e li resiste per più di un anno è impressionante perché ci dà il senso della pochezza tecnica dell'epoca carlo magno nonostante tutto il suo potere non aveva le macchine da guerra le macchine d'assedio per conquistare una città e quindi deve assediarla per più di un anno finché la città non si arrende per fame pavia cade desiderio si sottomette viene spedito in un monastero a scontare i suoi peccati e la guerra questa volta è davvero finita ecco questo assedio di pavia è stato raccontato da un monaco dell'epoca in termini leggendari fiabeschi ma in un passo che vale la pena di leggere ecco adesso vorrei fare una cosa diversa da quella che facciamo di solito vorrei leggere questo brano per intero perché è veramente una testimonianza straordinaria del della leggenda di carlo magno della potenza di carlo magno così come era percepita dai suoi contemporanei ecco questo monaco immagina che quando l'esercito di carlo si avvicina alle mura di pavia il re desiderio sale sulla più alta torre per vedere questi nemici che si avvicinano con lui c'è un franco un traditore che è passato dalla parte dei longobardi ruggeri e che conosce bene carlo e il suo esercito e il monaco raccolta quando comparvero le salmerie che sarebbero state degne delle imprese di dario di cesare desiderio di seul geri c'è carlo in quell esercito così grande gli rispose non ancora vedendo poi la massa dei semplici combattenti radunati dall immenso impero disse con sicurezza uggeri certo c'è carlo in mezzo a queste truppe leggere rispose ma non ancora non ancora allora desiderio cominciò ad agitarsi ea dire che faremo se verrà con forze ancora maggiori disse uggeri vedrai come che verrà quanto a noi non so cosa ci accadrà desiderio ormai spaventato dalla luce e desideroso solo della morte balbettò singhiozzando scendiamo giù e nascondiamoci sotto terra per non vedere il furore di un avversario così formidabile anche gli rispose l'impaurito uggeri che in passato aveva conosciuto il modo di fare e le risorse dell'incomparabile carlo quando vedrai una messe di ferro spuntare nei campi e il poi il ticino neri di ferro inondare le mura della città come i flutti del mare allora forse vorrà dire che carlo sta arrivando non ebbe il tempo di finire quand'ecco che da occidente apparve un temporale simile a una nube nera che trasformò la luce del giorno in paurosa ombra e allora videro il ferreo carlo crestato ad un elmo di ferro alle braccia mani che di ferro il ferreo petto e le spalle protetti da una corazza di ferro il ferro riempiva i campi e le pianure i raggi del sole si riflettevano nella schiera di ferro al gelido ferro si inchinava il popolo raggelato ed echeggiava il confuso clamore degli abitanti o il ferro oem e il ferro ecco in questo racconto di un monaco vissuto pochi anni dopo la morte di carlo magno ci rendiamo conto del modo in cui la potenza guerriera di carlo era passata nella memoria dei suoi popoli nella dell chi il manzoni ci racconta la morte eroica del principe longobardo quando carlo conquista pavia e sarebbe disposto a fare grazie della vita sia desiderio sia il suo figlio ebbene in realtà adelchi sotto l'onta della disfatta ha voluto farsi uccidere ricompare sulla scena moribondo e insomma con una grande uscita da eroe romantico muore sulla scena anche questa storia il manzoni l'ha inventata completamente in realtà per tanto per cominciare adelchi non si è racchiuso in pavia insieme al padre ma si era rifugiato più indietro in un'altra fortezza verona e quando il regno longobardo crolla definitivamente adelchi non si fa ha fatto uccidere sul campo ma fa qualcosa di molto diverso cerca scampo in quello che all'epoca era il paradiso dei profughi dei guerrieri diseredati e in cerca di fortuna a costantinopoli a costantinopoli l'imperatore bizantino manteneva una guardia formata da guerrieri germanici e chiunque sapesse battersi sapeva che lì avrebbe trovato lo stipendio un ingaggio poi naturalmente adelchi non va soltanto a costantinopoli a fare il mercenario adelchi è pur sempre il principe longobardo che è stato spodestato da carlo magno e quindi è una carta che politicamente può essere molto rilevante che può essere utile da giocare anche per l'imperatore bizantino noi sappiamo che adelchi viene accolto a costantinopoli con tutti gli onori e che a un certo momento l'imperatore bizantino pensa seriamente di usarlo contro carlo magno per fare ribellare l'italia contro carlo magno i longobardi del sud dei longobardi di benevento non erano stati completamente sottomessi da carlo magno e a un certo punto noi sappiamo che adelchi venne fatto sbarcare nell'italia meridionale proprio con l'idea di fare ribellare i longobardi italiani contro carlo contro questa nuova dominazione franca in realtà poi risulta che i longobardi si guardarono bene dall insorgere e quindi questa avventura di adelchi fini ingloriosamente dopodiché davvero perdiamo le sue tracce probabilmente è morto facendo il pensionato di lusso a costantinopoli però anche su adelchi la memoria collettiva della gente del tempo ha conservato un racconto un racconto che è affascinante almeno quanto quelli inventati dal manzoni racconta un cronista che adelchi un giorno tornò in incognito in quello che era stato il suo regno entro travestito nella sua capitale dove adesso sedeva carlomagno entrò nel palazzo si introdusse nella sala dove carlo magno banchettava e insieme a tutta la folla di franchi e longobardi si sedette a tavola e mangio dunque carlo banchetta nel palazzo conquistato il principe longobardo travestito in incognito e li mangia e siccome è un principe mangia più di tutti gli altri sotto il suo posto si accumulano le ossa della selvaggina che ha divorato quando poi il banchetto è finito adelchi e scomparso se n'è tornato chissà dove e carlo magno si accorge di questo enorme mucchio di ossa che è rimasto sotto il tavolo e si rende conto che soltanto un principe può avere mangiato così tanto allora in quel momento carlo magno si rende conto che adelchi e stato lì di nascosto e lo ha beffato ecco questo è il modo in cui un cronista non molto tempo dopo inventava ricamava su quella che era stata in realtà la grande tragedia dell'epoca cioè il crollo improvviso e catastrofico del regno longobardo di fronte all'offensiva dei franchi di carlo magno la caduta del regno longobardo fu certamente un evento traumatico magari non tanto per quei buchi che si erano affrettati a tradire il loro re ed erano subito passati dalla parte del vincitore piuttosto per la gente comune dobbiamo sempre tener presente che questo era un mondo povero era un mondo dove la gente viveva comunque in condizioni di sussistenza e quindi una guerra un'invasione era sufficiente per gettare nella miseria intere regioni c'è un documento un documento privato che fu redatto appena un mese prima della resa di pavia in una fortezza dell'appennino emiliano ancora non occupata dai franchi questo documento si apre con una formula senza precedenti che testimonia il senso di catastrofe che si era impadronito della gente questo documento anziché essere datato come al solito è datato in questo modo nel nome di cristo carta scritta in un periodo di barbari avvenimenti ecco i barbari avvenimenti e cioè la calata dell'esercito franco in italia con tutte le devastazioni i massacri che questo ha comportato eco sono bene ben tangibili ben riconoscibili nelle fonti dell'epoca noi sappiamo da una serie di indicazioni per esempio da una lettera del papa adriano che la guerra si era lasciata dietro uno strascico tale di fame e di miseria che il traffico degli schiavi era improvvisamente aumentato molti longobardi vendevano i loro schiavi vendevano i loro stessi familiari al limite vendevano se stessi in schiavitù perché non avevano più niente da mangiare e siccome il traffico degli schiavi era permesso ma non di schiavi cristiani il papa giustamente si inquietava per questa cosa c'è proprio la sua richiesta di intervento presso carlomagno perchè faccia qualcosa perché risulta che i longobardi si vendono ed è pieno di mercanti greci che approdano con le loro navi e sono pronti a imbarcare questa gente per portarla all'estero carlo magno effettivamente intervenne è molto importante ed è proprio collocato in questo momento il primo intervento legislativo di carlo magno per l'italia conquistata è una legge estremamente significativa che più o meno dice questo il re è informato che laddove è passato il suo esercito con le devastazioni conseguenti molta gente è stata costretta a vendere la sua terra è rimasta in miseria molti addirittura costretti dalla fame si sono venduti in schiavitù molti hanno regalato le loro proprietà alla chiesa sperando che almeno a chiesa potesse mantenerli ecco questo il quadro delle devastazioni che hanno seguito la guerra ma altrettanto interessante è l'intervento legislativo con cui carlo magno decide di riportare l'ordine di rimettere in ordine questo regno italiano che ha conquistato carlomagno stabilisce che tutte le vendite di persone o di terre fatte dal momento della conquista siano annullate d'autorità si deve fare un'inchiesta su ogni vendita ogni volta che risulta che il venditore ha venduto spinto dalla fame la vendita e cassata e i relativi atti devono essere stracciati e per ogni vendita e bisogna che una commissione di inchiesta calcoli il prezzo e si accerti che il prezzo fosse giusto tutte le edizioni in schiavitù sono automaticamente annullate ecco questo come dire certo carlo magno stesso era il responsabile di questa miseria di questa fame ma è indicativo che dopo la conquista immediatamente l'ordine del giorno cambia dopo la conquista l'ordine del giorno è rimettere in piedi questo paese conquistato riportare la pace riguadagnare in qualche misura il consenso della gente e anche in questo appunto si vede in realtà la grandezza del politico carlomagno che non è soltanto un generale ma è anche uno che sa poi governare i popoli che ha sottomesso il mondo in cui carlo magno organizza l'italia conquistata a partire dal 774 è estremamente indicativo delle idee politiche di carlo magno ed è anche qualche cosa che ha poi influito in modo notevole sul futuro dell'italia quindi vale la pena di parlarne carlo magno aveva sottomesso e conquistato il regno longobardo potremmo aspettarci che questo regno fosse abolito dissolto che l'italia fosse semplicemente annessa al regno franco invece questo non succede carlo magno fa qualcosa di completamente diverso in buona sostanza carlomagno dice io ho sconfitto il re dei longobardi desiderio che era un traditore un malvagio un nemico della fede ma se volessimo parafrasare in modo moderno questo discorso in fondo quello che carlo ma il messaggio che carlo magno sta lanciando è io non ce l'ho con il popolo longobardo tant'è vero che quando il padrone dell'italia longobarda carlo magno si fa incoronare lui stesso re dei longobardi in altre parole il regno longobardo non viene sciolto tutta la sua struttura amministrativa elementare si capisce i regni di quest'epoca sono strutture molto semplici terra terra però comunque esistono hanno leggi consuetudini un minimo di sistema fiscale un apparato di amministrazione dislocato sul territorio ebbene tutto questo non viene abolito il regno longobardo continua a esistere continua a funzionare semplicemente ha un nuovo re carlo quindi carlo magno a partire da questo momento sarà re di due popoli re dei franchi e re dei longobardi e devo dire che questa politica di carlo magno sostanzialmente a successo magari non tanto con le élite longobarde perché i ricchi ei potenti longobardi ogni tanto si ribellano ci vorranno diversi interventi di carlo magno per liquidare certe frange poco affezionate e in parte l'aristocrazia longobarda alla lunga viene effettivamente sostituita con gente nuova con franchi che vengono importati da oltre le alpi ma il grosso del popolo longobardo viene lasciato tranquillo continua a vivere secondo le sue leggi continua a pagare le tasse ea prestare servizio militare al re longobardo semplicemente questore non è più desiderio ma e carlo e va detto che sostanzialmente i longobardi si adeguano a questa nuova situazione le guerre successive di carlo magno sono spesso combattute con l'intervento di contingenti armati longobardi che combattono per lui senza la minima difficoltà ancor meglio quando a un certo punto carlo magno si trova ad avere un figlio adulto e lo manda a governare il regno longobardo al suo posto uno dei figli di carlo magno argomento questo dei figli di cui parleremo a lungo più avanti uno dei figli di carlo magno pipino a un certo punto viene nominato re dei longobardi nel quadro complessivo dell'impero e quindi longobardi sanno di essere ancor sempre un popolo di avere il loro regno e questo certamente serve a conquistarli alla causa dei conquistatori è anche interessante vedere che lentamente la vecchia espressione il regno dei longobardi lascia il posto a una nuova espressione si comincia a parlare di regno d'italia o di regno italico ed è per questo che poi chi si ricorda qualcosa della vecchia storia medievale studiata a scuola nell epoca successiva a carlomagno incontriamo questi strani personaggi il re d'italia berengario arduino d'ivrea intorno al 1000 e questi possono essere re d'italia perché esiste in qualche modo un concetto politico di italia all'interno dell'impero di carlo magno certo è un'italia limitata tutto il mezzogiorno è ancora in mani bizantine ma quel che c'è il centro nord è un'entità politica riconosciuta come tale e questo evidentemente nella storia d'italia è una cosa che ha contato bene per oggi è tutto ci risentiamo lunedì prossimo lei era l'aspetto fisico di carlo magno lasciamo parlare eginardo che lo conobbe personalmente e che dopo la sua morte scrisse la biografia più importante che noi abbiamo oggi su carlo magno di nardò scrive era di taglia grossa e robusta di statura alta ma non eccezionale già che misurava 7 piedi di altezza ecco questa è già una prima cosa su cui viene voglia di fermarsi cosa diavolo vuol dire 7 piedi di altezza il piede che usavano loro era ancora l'antico piede romano e 7 piedi vuol dire un metro e novanta a prima vista e stiamo un po sorpresi anche perché siamo abituati a pensare che la gente del medioevo fosse un po più bassa di noi e invece ecco che aig nardò ci dice che carlo magno era alto un metro e novanta e ci dice anche che non era poi una statura così eccezionale in realtà è vero che questi germani erano molto alti i romani che erano gente mediterranea e tracagnotta erano molto colpiti dall altezza dei barbari e in effetti 7 piedi e la misura che spesso anche i cronisti antichi attribuiscono ai germany detto questo noi potremmo anche pensare che eginardo magari stesse un po esagerando e invece anche questo è uno di quei casi in cui la ricerca moderna ha confermato quello che diceva l'autore medievale nell'ottocento a un certo punto gli scienziati sono andati a aprire la tomba di carlo magno ad aquisgrana hanno tirato fuori lo scheletro el hanno misurato ed era davvero alto un metro e 92 oltre a questo eginardo ci dice che aveva la testa rotonda gli occhi molto grandi e vivaci il naso appena più grosso del normale i capelli bianchi ma ancora belli e gennaro del aveva conosciuto quando era già vecchio l'espressione allegre e ridente il collo corto e grasso il ventre un po sporgente la voce chiara ma un po troppo sottile per la sua stazza ecco questo è uno di quei particolari che ci fanno capire o almeno che ci fanno pensare che siamo di fronte alla verità perché eginardo che sta costruendo un ritratto idea male del suo padrone non ci avrebbe detto questa cosa se non fosse vera quindi questo colosso alto un metro e novanta grande e grosso con anche un po di pancetta aveva una vocina un pochino e femmina tam insomma pazienza abbiamo modo di confermare questo ritratto magari con qualche immagine non è che nell'alto medioevo ci siano tanti ritratti della gente di carlo magno però qualche cosa abbiamo abbiamo per esempio le monete ogni re dell'epoca si faceva rappresentare sulle sue monete in modo che tutti i sudditi quando avevano in mano un pezzetto e d'argento sapessero che quel pezzetto d'argento era garantito personalmente dal re e sulle monete di carlo magno le figlie che troviamo c'è poco da fare è quella è un uomo corpulento col collo grasso taurino i capelli tagliati corti sulle orecchie i baffoni spioventi insomma è sicuramente il carlo magno che ci rappresenta eginardo baffoni quindi non c'entra niente quell'iconografia più tarda a cui tutti siamo abituati del carlo magno con una gran barba bianca i franchi non portavano alla barba e quello era un ep un epoca poco individualista la gente seguiva le abitudini del suo popolo i franchi avevano il mento rasato tant'è vero che quando carlo magno sconfigge il duca longobardo di benevento negli articoli del trattato di pace si mette anche questo che il duca dovrà farsi tagliare la barba e radere il mento all'uso franco a dimostrare la sua sottomissione invece l'uso franco prevedeva i baffoni e non c'è dubbio che appunto di questi mustacchi carlomagno avesse un gran bel paio che lingua parlava carlo magno anche questo è un problema che bisogna porsi i franchi anticamente parlavano un loro dialetto germanico di cui non sappiamo moltissimo ma insomma si rende l'idea se si dice che il discendente diretto e l'olandese però i franchi da molto tempo erano distribuiti anche in mezzo ai romani della gallia e gran parte dei franchi parlavano ormai una lingua romanza come dicono i filologi cioè in sostanza un dialetto del latino l'antenato del francese odierno i franchi quindi erano spaccati una parte parlava in lingua germanica una parte parlava in lingua neolatina ed è proprio in quest epoca che nasce il concetto che poi è destinato avere successo nel mondo moderno di tedesco di lingua tedesca le prime testimonianze sono proprio di quest'epoca il dialetto germanico di quei franchi che sono rimasti più a nord e parlano ancora l'antica lingua nelle fonti del tempo di carlo magno è chiamato lingua teo di ska e questo era certamente il dialetto di carlo magno la lingua materna voglio dire ci sono alcuni casi in cui lo stesso carlo magno nelle sue leggi città delle espressioni in lingua germanica e le commenta proprio in questo modo con la frase come noi diciamo in lingua tedesca quindi da questo punto di vista sarebbero stati contenti gli storici tedeschi dell'ottocento insomma alla fin fine parlava in lingua germanica ma questo è soltanto una piccola parte del patrimonio linguistico di cui un carlo magno doveva disporre tanto per cominciare qualunque rei di quest'epoca parlava latino parlava latino perché il latino era l'inglese dell'epoca era la lingua internazionale era l'unica lingua scritta chiunque volesse scrivere qualche cosa o leggere qualche cosa doveva sapere il latino tutte le lettere tutti gli atti di governo tutte le leggi sono scritti in latino e quindi certamente carlomagno aveva imparato il latino e in latino poteva conversare con intellettuali che venivano dai quattro angoli d'europa perché alla sua corte si trovano intellettuali longobardi intellettuali anglosassoni tutti costoro avranno anche imparato il franco ma in latino potevano parlare fin dal primo giorno con loro re una versione più plebea del latino una versione dialettale era quella che parlavano i franchi della gallia e sicuramente carlomagno re dei franchi doveva essere in grado di discorrere con tutti i suoi sudditi quindi non c'è dubbio che oltre al latino botto quello che serviva per parlare con gli ambasciatori dei papi carlomagno sapeva anche parlare il dialetto show della gente quello che era l'antenato del francese moderno e poi non basta c'era ancora un'altra lingua internazionale dell'epoca difficile maledettamente difficile ma senza non si poteva stare il greco cioè naturalmente tutti quanti ne facevano a meno benissimo ma non il re non il re che doveva ricevere spesso ambasciatori bizantini che doveva gestire una politica estera complicata con l'impero di costantinopoli e che è difficilmente poteva accontentarsi degli interpreti per certe questioni era importante che potesse discutere personalmente con gli ambasciatori eginardo ci dice che carlo magno si impegnò molto seriamente per imparare il greco ci dice anche eginardo che non lo imparo mai proprio bene bene non si azzardava troppo a parlarlo in pubblico ma certamente lo capiva e certamente era in grado di verificare quando arrivavano gli ambasciatori bizantini se le traduzioni degli interpreti funzionavano o se invece lo stavano minando per il naso ecco quindi un aspetto che se vogliamo è facile dimenticare che invece è importante essere un politico anche a quell'epoca significava saper padroneggiare le lingue straniere e p1 le padroneggiava più la sua politica poteva essere poi efficace come si vestiva carlomagno che bisogna pensare che questa è un'epoca in cui ogni popolo così come aveva il suo modo di tagliarsi i capelli baffi la barba allo stesso modo ogni popolo era reso immediatamente riconoscibile dal modo di vestirsi ripetiamolo questo non era un'epoca individualista questa era gente che aveva molto forte il senso dell'identità etnica dell'appartenenza a un popolo che doveva essere immediatamente visibile anche nell'abbigliamento e quindi carlo magno si vestiva alla maniera franca e i cronisti questo lo sottolineano in cosa consisteva poi il modo franco di vestirsi noi abbiamo una descrizione incantevole di carlo magno che si alza all'alba per andare a sentire il mattutino in chiesa e che si mette soltanto la biancheria mutande e camicia questo peraltro non era una raffinatezza dare tutti all'epoca portavano la biancheria è una leggenda il fatto che le mutande sono state inventate molto tardi sopra la biancheria carlo magno si metteva una lunga k lunga fino ai piedi e così se ne andava in chiesa a sentire il mattutino poi tornava e finiva di vestirsi l'abbigliamento complessivamente comprendeva essenzialmente un capo di abbigliamento fondamentale la tunica la tunica fino alle ginocchia che si stringeva alla vita con una cintura e che era praticamente uguale per tutti questo era un'epoca non democratica ma egualitaria sì perché erano tutti abbastanza poveri anche il lusso che poteva concedersi il re non era poi qualche cosa di straordinario quindi anche gli arresti descriva come gli altri certamente la sua tunica sarà stata di tessuto migliore più pregiato magari di seta importata dall'oriente la cintura sarà stata magari ornata d'oro ma alla fine sempre quello era portavano i calzoni che erano come sappiamo un'invenzione dei germani gli antichi romani non li usavano i calzoni però potevano anche non metterli volendo perché la tunica appunto arrivava fino alle ginocchia portavano le calze che spesso avevano una suola di cuoio e quindi sostituivano anche le scarpe quando faceva freddo un pellicciotto e ci dice gen guardo carlomagno aveva pellicciotti di lontra di agnello e di ratto e anche questo è straordinario il padrone di mezza europa che si fa fare una pelliccia di pelli di topo anche questo ci dà il senso della fondamentale povertà materiale di questo mondo e poi naturalmente c'era la lunga k la cappa lunga fino ai piedi che carlo magno prediligeva questa cappa lunga fino ai piedi colpi i contemporanei per un motivo molto preciso e molto semplice che era un capo di abbigliamento fuori moda è però carlomagno che era uno che faceva di testa sua in generale continua sempre a usarla e non solo quando si accorse che la moda stava cambiando e che in giro si vedevano dei mantelli di quelle le cappe più corti e bene carlo magno trovo che quella era una pessima cosa questa novità non mi piaceva per niente introdusse addirittura una legislazione per scoraggiare i commercianti dal mettere in vendita cappe troppo corte e giustifico questa cosa in un modo che è molto indicativo della personalità di carlo magno carlomagno era un uomo sanguigno sensuale ne riparleremo che cadeva spesso anche nella volgarità e nel caso della cappa risulta che afferma chiaramente che le cap dovevano essere lunghe altrimenti quando uno si apparta fuori in campania per un bisogno c'è da gelarsi piedi se la cappa è troppo corta e su questo pretesto intervenne per vietare che i mantelli in vendita nel suo regno fossero troppo corti solo due volte in vita sua carlo magno fu convinto faticosamente a non vestirsi alla moda franca e sono le due volte in cui andò in visita ufficiale a roma e i papi suoi alleati lo pregarono di vestirsi all'uso romano visto che dopotutto era pur sempre l'imperatore romano e sembrava una cosa sgradevole che si facesse vedere in giro per la città eterna abbigliato con un capo barman come si svolgeva la giornata di carlo magno oggi le nostre giornate sono scandite soprattutto dai pasti in realtà all'epoca si faceva un unico pasto principale quella che gli antichi romani chiamavano la cena e che si svolgerà in realtà all'inizio del pomeriggio non era questo che scandiva la giornata di carlo magno sua giornata era determinata in modo molto più importante dai servizi liturgici e questo è un aspetto che se rischiamo di dimenticare pensando a questo re guerriero cacciatore sessuale spesso violento in realtà carlomagno era al tempo stesso il personaggio sacro era il reddito con l'olio santo e che doveva fare da tramite fra il suo popolo ed io e come tale aveva il dovere di colloquiare con dio regolarmente quotidianamente carlo magno si svegliava come i monaci estate inverno all'alba si vestiva alla bell e meglio come abbiamo appena detto è protetto dalla sua lunga k andava in chiesa a sentire il primo servizio del mattino il mattutino soltanto dopo questo primo servizio che poteva essere anche molto lungo e impegnativo tornava in camera e davanti al fuoco se era inverno si vestiva a quel punto era già completamente sveglio forse avrà sonnecchiato un po durante il mattutino ma mentre si vestiva era già in piena attività eginardo ci riferisce espressamente che spesso il re ascoltava i ministri prendeva decisioni a volte addirittura decideva delle cause mentre si stava vestendo era uno di quegli uomini evidentemente che una volta che si sono messi in moto hanno voglia di andare avanti e di lavorare lavorava molto di nuovo pensiamo a volte che un re barbaro passassi il suo tempo tra gozzoviglie e festini c'era anche questo ma carlo magno doveva lavorare lavorava parecchio e lavorava tutta la mattina praticamente finché non andava sentire messa di nuovo questo aspetto questa alternanza fra l'attività politica e il colloquio con dio che sono due aspetti tutte e due indispensabili per il re la messa normalmente concludeva la mattinata che era la parte più lunga della giornata non sappiamo se nel frattempo trovava il tempo di fare colazione questo è uno degli aspetti della vita quotidiana più ovvi che per il passato lontano ci sfuggono facevano colazione e cosa mangiavano naturalmente il caffè non c'era non c'era il tè non c'era la cioccolata alcune fonti parlano di pane inzuppato nel vino o forse avrà mangiato una buona minestra come facevano i nostri contadini ancora fino a non molto tempo fa ha probabilmente quello era il breakfast è il modo per rompere il digiuno di una lunga mattinata poi la messa e dopo la messa finalmente il pasto il pasto principale questi pasti alla corte di carlo magno erano dei momenti impegnativi non che esistesse un etichetta vera e propria come ci sarà poi alla corte del re sole molti secoli dopo ma insomma una certa etichetta in realtà c'era il re mangiava da solo servito da personaggi importanti da vescovio conti del suo regno quando lui aveva mangiato si mettevano a tavola tutti i potenti quando anche loro avevano finito si metteva a mangiare alla gente normale della corte e quando anche la gente normale aveva finito si mettevano a tavola i domestici gli sguatteri un giorno carlo magno fu rimproverato da un vescovo che gli disse non ho capito perché in tempo di quaresima quando le regole dicono che bisogna cominciare a mangiare solo quando fa buio tu cominci a mangiare già prima carlomagno gli disse non hai capito allora d'ora in poi tu mangerà insieme ai domestici con l'ultimo servizio e il vescovo si è resa conto molto rapidamente che i domestici si mettevano a tavola notte fonda solo dopo che tutti gli altri avevano mangiato e quindi era una forma di cortesia di umanità da parte del re decidere che si cominciasse andare a tavola un po prima dell'ora stabilita per la mano piaceva molto mangiare bere beveva ma eginardo assicura che non si ubriacava la cosa dire il vero è un po strana per un barbaro potremmo anche essere tentati di non crederci quanto al mangiare non era soltanto un piacere era quasi un dovere per un re il re dovevano essere alla testa del loro popolo anche dal punto di vista della carnalità della presenza fisica vorrei doveva andare a caccia doveva far fuori molta selvaggina e poi doveva mangiarsela e in questo modo i guerrieri avrebbero saputo che alla loro testa c'era un uomo che meritava di comandarli infatti carlo magno era un grande mangiatore di arrosti e può anche darsi che l'alta statura di questi capi germanici dipendesse proprio dal fatto che erano allevati fin da bambini con questo tipo di dieta gli arrosti per carlo magno diventano un certo punto un problema quando in vecchiaia i medici cominciano a pensare che forse non gli faccia tanto bene questo regime ma su questo il suo biografo eginardo è esplicito faceva di testa sua e non stava a sentire i medici anzi li detestava perché volevano convincerlo a rinunciare agli arrosti per accontentarsi dai bolliti un altro problema per questo tipo di dieta e che in quest'epoca i divieti religiosi dal punto di vista alimentare erano presi molto sul serio la quaresima era rispettata sul serio e non solo tutte le settimane il venerdì e il sabato il cristiano doveva astenersi dalla carne carlomagno lo faceva doveva dare il buon esempio ma certamente ci pativa il piatto che preferiva in assoluto era la cacciagione allo spiedo e possiamo immaginare anche nel suo caso la quantità di ossa che si accumulavano sotto il tavolo il pasto era anche un'occasione in qualche modo intellettuale perché mentre mangiava si leggevano antiche storie si raccontavano le imprese dei suoi antenati ecclesiastici leggevano libri morali sant'agostino per esempio almeno questa è la versione ufficiale poi abbiamo anche aneddoti che ci ricordano le canzoni conviviali e magari anche le barzellette spinte con cui ci si divertiva durante i banchetti d'estate mangiata tutta beveva un ultimo bicchiere e poi aveva l'abitudine di farsi una sana e lunga siesta si svestiva andava a letto e dormiva anche due o tre ore e poi si risvegliava pronto a ricominciare l'etichetta non era rigorosa i franchi si facevano beffe di popoli di più antiche civiltà come i bizantini alla cui corte si osservavano regole molto precise correvano addirittura barzellette sull'assurdità dell'etichetta dei pasti bizantini però anche carlo magno comunque sapeva che il modo di stare a tavola contava e si aspettava che anche nelle grandi occasioni conviviali tutti dimostrarcelo nei suoi confronti il giusto rispetto abbiamo già detto che di solito pranzava da solo a volte capitava che potesse invitare alla sua tavola come segno di particolare favore alcuni dei suoi collaboratori o qualche hype lesia stico di riguardo o ambasciatori stranieri e anche in questi casi però appunto carlomagno che era uno a volte abbastanza suscettibile a cui saltava la mosca al naso stava bene attento a che le forme fossero osservate si racconta che una volta invitò a pranzo un vescovo e che il vescovo cominciando a mangiare bene di una pagnotta poi la prese se ne tagliò una fetta e solo a quel punto offrì la pagnotta all'imperatore carlo rimase piccato gliela restituisce e davis e mangiate l'ha pure tutta parlando di un uomo che è vissuto mille e duecento anni fa è molto difficile pretendere di sapere quale fosse il suo carattere però carlo è uno di quei personaggi che ci sono rappresentati in modo così colorito che quasi abbiamo l'impressione di immaginare davvero invece che tipi erano carlomagno certamente era un uomo sanguigno sensuale che si lasciava andare volentieri molto sicuro di sé con un grande senso pratico capacità d'azione amore per il piacere fisico ma anche una tendenza per esempio a deprimersi nella solitudine carlomagno è certamente uno che non sapeva stare da solo su questo i contemporanei insistono molto intorno all'imperatore c'è sempre folla c'è sempre gente c'è sempre frastuono e lui è l'unico che sembra tranquillo e che non perde la testa in questa situazione non voleva mai stare solo voleva sempre avere per esempio i figli le figlie specialmente con sé amava essere circondato di gente anche in situazioni disparate per esempio carlomagno che amava moltissimo le acque termali le piscine che ha scelto di andare a vivere ad aquisgrana in vecchiaia perché lì c'era una fonte termale che prediligeva ebbene carlomagno andava in piscina insieme a un sacco di gente ci sono lettere del suo consigliere alcuino che raccontano di come certe volte si mettevano a discutere di teologia standosene a bagno in piscina e certe volte l'imperatore ordinava che anche tutte le guardie del corpo scende essere giù nell'acqua per cui c'erano occasioni in cui c'erano 100 persone insieme che facevano il bagno era dunque un carattere da un certo punto di vista aperto solare anche aperto alle spacconate naturalmente un giorno riflettendo sul fatto che il suo impero era separato dall'impero bizantino soltanto dal mare avrebbe detto se non ci fosse questa pozzanghera allora sì che potremmo spartirci i tesori dell'oriente che era molto convinto delle sue qualità e era sensibile all'adulazione uno dei suoi poeti teodulo scrisse che le doti di carlo magno erano più vaste del bacino del nilo più grandi del danubio dell'eufrate maestose tanto il gange me non risulta che carlos si è dispiaciuto un'altra volta questo lo racconta alcuni no uno dei suoi amici più intimi uno dei suoi uomini di fiducia carlo magno riflettendo sui grandi santi del passato di cui sentiva appunto leggere le opere mentre mangiava si sarebbe fatto scappare un'esclamazione di questo genere se potessi avere anche solo una dozzina di chierici dotti come sant'agostino e san gerolamo anche alcuni no gli replicò prontamente ma come perfino dio ne ha soltanto due di quel livello e tu ne vorresti una dozzina certamente era comunque un uomo che sapeva stare allo scherzo i suoi scambi di battute di barzellette di poesie con gli intellettuali della sua cerchia da questo punto di vista sono molto indicativi questi erano uomini che erano pronti adularlo spudoratamente ma che all'occasione vivevano anche con lui appunto su un piede di amicizia e di scherzo una volta alcuino per fargli fare bella figura gli chiese o chiarimenti su una certa questione di calendario liturgico faccende oggi dimenticate ma che per la gente dell'epoca erano importanti carlomagno naturalmente ne sapeva poco ma si fece scrivere una bella risposta da qualche ecclesiastico e la spedì ad alcuno firmata da lui alcuni lo trovo che la risposta era completamente sbagliata e scrisse a carlomagno dicendo che non solo non ne sapeva niente ma che doveva anche imparare a copiare da qualcuno che almeno fosse un po più bravo e anche in questo caso non risulta che carlo magno si sia offeso non era sempre solare il carattere di carlo magno di lui sono ricordati anche gli scoppi d'ira improvvisi i momenti di brutalità anche i momenti di crudeltà sanguinaria certe volte calcolata da quel politico che era certe volte invece probabilmente sfuggiti al controllo nei momenti veramente di irritazione estrema i suoi cronisti naturalmente sono reticenti su questo ma non c'è dubbio che in certi momenti specialmente in guerra carlo magno trascendeva e anche nella vita privata ci sono testimonianze di questa sua mancanza di freni e anche questo un tratto insomma che rientra in modo abbastanza coerente credo nel carattere dell'uomo ci sono aneddoti ripetuti su questo non saranno tutti veri anzi per carità lo storico rigoroso dovrebbe dire che probabilmente quasi tutti gli aneddoti che noi sentiamo raccontare su carlo magno possono anche essere inventati però quello che conta qui e che circolavano che quella era l'immagine che la gente si faceva dell'imperatore e allora appunto in questi aneddoti emerge spesso anche proprio alla brutalità dell'uomo c'è quella negato per esempio per cui un giorno carlo stava ascoltando il servizio liturgico in compagnia di un vescovo ora il servizio liturgico a quell'epoca che fosse la messa che fosse il mattutino i vespri era sempre una liturgia complessa gestita da un gran numero di ecclesiastici che cantavano era uno spettacolo a suo modo è infatti il valore di un uomo di chiesa si misurava anche da questo dal fatto che sapesse cantare bene ebbene ascoltando questa messa a un certo punto carlomagno da una gomitata al vescovo che gli sta seduto vicino e gli fa notare che uno dei chierici canta particolarmente bene ha una bellissima voce il vescovo non sapeva che quel chierico era un parente della regina e quindi scherzosamente risponde ma a me non sembra mica tanto che abbia una bella voce ho sentito dei contadini che strillano così quando pungolano i buoi dietro la l'altro al che l'imperatore per tutta risposta gli dà un pugno che lo sbatte per terra appunto sarà una storiella apocrifa ma è significativo che fosse in circolo e che a metterla in circolo sia anzi un autore che voleva creare un panegirico di carlo magno altre volte aneddoti di questo genere ci mostrano quella volgarità di carlo magno che già abbiamo avuto occasione di ricordare e che egualmente faceva parte integrante del personaggio che di freni inibitori non ne aveva tanti una volta un suo ambasciatore che era stato a costantinopoli tornò e riferì il suo colloquio col basileus con l'imperatore d'oriente l'imperatore d'oriente si era informato di come andava la guerra di carlo magno con i sassoni e questa guerra non andava bene e l'imperatore d'oriente aveva detto a mi dispiace molto che il mio caro figlio debba avere tante difficoltà già in questo modo di rivolgersi a carlo magno chiamandolo il mio caro figlio ce n'era abbastanza per far saltare la mosca al naso a uno come carlo dopodichè l'ambasciatore continua il suo racconto l'imperatore d'oriente ha detto che in fondo questa guerra contro i sassoni non dovrebbe essere tanto difficile da vincere in fondo questi sassoni chi sono quattro disgraziati un popolo insignificante e assurdo che carlo non riesca a sconfiggerli anzi dice l'imperatore bizantino rivolto all'ambasciatore franco stupefatto questi sassoni veramente sono quattro gatti guardateli regalo in questo si legge come dire quella sicumera che i franchi rimproveravano all'imperatore d'oriente che continuavano a comportarsi come se fossero i padroni del mondo ma noi interessa qui piuttosto la risposta attribuita carlomagno che ha un suono inconfondibilmente autentico nella sua volgarità avrebbe fatto meglio a regalarti un paio di mutande per il viaggio quest uomo sanguigno goloso volentieri brutale mangione spesso volgare amava circondarsi di poeti tutti i collaboratori più stretti che carlo magno chiama alla sua corte e di cui fa spesso dei ministri dei consiglieri oltre a occuparsi di politica per esempio della sua politica culturale si occupano di poesia scrivono poesie e carlo magno e compiaciuto di questa attività che fiorisce intorno a lui e lui stesso partecipa a questa cosa ecco questo è un aspetto di nuovo curioso perché ci fa vedere questo mondo intermedio fra una cultura barbarica e lo sforzo di assimilare la cultura classica la cultura del mondo romano che rimane un modello inimitabile per cui un re non può essere soltanto un rozzo guerriero cacciatore divoratore di arrosti ma deve anche avere un suo profilo intellettuale e questa cosa carlo magno la prendeva molto sul serio va detto che la poesia latina che si scriveva la sua corte in genere è una poesia di ottima qualità noi siamo abituati a pensare al medioevo come un'epoca diversa rispetto all'antichità siamo abituati a pensare che la letteratura classica fosse finita morta e che al massimo si potessero fare delle pallide imitazioni ma questa gente non la pensava così se c'era un termine che loro non possedevano era medioevo se c'era una cosa che non sospettavano era di essere medievali loro sapevano di vivere in continuità col mondo antico l'antico impero romano si era molto degradato ma appunto carlomagno lo rimette in piedi e dunque loro scrivevano poesia latina non con la sensazione di copiare gli antichi si sentivano parte integrante di quella cultura e per questo che la loro poesia e viva in realtà ci sono quadri della vita quotidiana di carlo magno che soltanto la poesia appunto potrebbe darci ce lo fanno vedere per esempio che torna a casa stanco dalla caccia e tutti i suoi figli e le sue figlie ragazzini che gli corrono incontro le ragazzine che gli portano fiori e frutta i maschi che gli prendono a spada i guanti ecco quadretti di questo genere che altre fonti non ci sarebbero perché i cronisti non si occupano di queste cose vengono proprio da questa abitudine degli uomini che stavano intorno a carlomagno di scrivere poesia e carlo magno stesso scriveva poesie non le avrà scritte da solo neanche quelle sicuramente se le faceva a correggere si faceva aiutare ma le scriveva e questi suoi scambi poetici con i suoi collaboratori di nuovo a volte ci danno degli squarci inattesi sugli umori sugli scherzi sul privato di questa gente ecco sono il modo con cui noi possiamo vedere il re e i suoi ministri e vedere cosa c'era dietro lo sfondo insomma sostanzialmente cosa c'era dietro l'apparenza della grande politica una volta per esempio carlomagno manda una poesia a uno dei suoi uomini di fiducia paolo diacono l'italiano mando la poesia paolo diacono in cui scherzosamente gli pone questa alternativa gli dice dimmi un po cosa preferiresti o ti mando a convertire i danesi oppure ti metto in prigione dimmi quale delle due cose preferisci i danesi naturalmente sono gli antenati dei vichinghi cattivissimi barbari del nord pagani feroci quindi la scelta non è facile è uno scherzo naturalmente ma allo scherzo bisogna saper stare paolo diacono deve scrivere una risposta con cui cavarsela in qualche modo e per non fare brutta figura di fronte a tutti paolo diacono non è uno sciocco se la cava scrive la sua bella poesia imperfetti esametri latini e la manda all'imperatore e in pratica in questa poesia gli dice ma io ci andrei molto volentieri a convertire i danesi purtroppo non so la lingua la più dura è la più lunga di tutte le guerre combattute da carlo magno fu quella contro i sassoni i pagani del nord carlo magno marciò per la prima volta contro di loro nel settecento 72 quando aveva 30 anni e l'ultima grande deportazione in massa che conclude questa vicenda triste sanguinosa e dell'ottocento 4 quando carlo magno di anni ne ha ormai più di 60 per trent'anni praticamente per tutta la vita carlo magno combatte per sottomettere i sassoni come mai una guerra del genere i sassoni occupavano praticamente tutta la germania del nord fino al mar baltico e all'alba ed erano una grande popolazione ancora pagana questo dal punto di vista di carlo magno decisivo il sassone per il resto erano molto simile ai franchi il livello di civiltà non era tanto diverso la lingua era simile ma il regno franco lo sappiamo era da sempre un regno cattolico che su questa identificazione con la fede cristiana costruiva la sua politica perciò sottomettere i sassoni e cristianizzare lì è uno degli obiettivi centrali di tutta l'attività politico militare di carlo magno questo naturalmente significa anche dal punto di vista delle conseguenze storiche estendere l'impero appunto fino a occupare tutta l'europa centrale e un passo decisivo per la formazione dell'europa come la conosciamo noi oggi la guerra contro i sassoni in realtà a due tipi diversi di motivazioni quelle religiose che sono quelle ufficiali non sono le uniche avere un confine aperto con questo popolo pagano come lo chiamavano loro era un problema costante i sassoni a loro volta detestavano i loro vicini cristiani e la frontiera fra franchi e sassoni non era segnata da montagne da corsi d'acqua era una frontiera aperta nel pieno della germania centrale un paese certo di foreste di paludi ma anche di pianure e costantemente questa frontiera aperta era attraversata da razziatori da banditi ma carlo magno certamente dai suoi predecessori è uno che quando intraprende un impresa la porta fino in fondo anzi queste direi che una delle caratteristiche più spiccate del carlo magno politico la visione la capacità di vedere complessivamente il punto d'arrivo e di non risparmiare gli sforzi per arrivarci carlomagno non si accontenta di sottomettere i sassoni di convincerli a star buoni intende annetterli occupare il loro paese occupare il loro spazio e questo lo può fare perché c'è la giustificazione ideologica rappresentata dal fatto di convertirli questi sono l'ultimo grande popolo germanico sul continente ancora pagano carlomagno li convertirà costruirà in mezzo a loro una chiesa cristiana vedremo poi con quali sistemi e questo significa che anche la sua guerra contro i sassoni è una guerra benedetta da dio un missionario germanico che operava in mezzo i sassoni sun librino di fronte alla loro ostinazione al loro rifiuto di collaborare a un certo punto gli disse proprio questo se non accetterete di credere in dio c'è un re nel paese vicino che entrerà nel vostro paese per conquistarlo e devastarlo e visto che i sassoni si ostinavano a non credere quel re alla fine si mosse la guerra di carlo magno contro i sassoni fu una guerra durissima atroce fu la guerra di conquista e di sottomissione di un popolo che ha nessun costo voleva farsi sottomettere che a nessun costo voleva rinunciare alle sue radici alla sua identità religiosa fu una guerra condotta in profondità con incursioni nel paese nemico rivolte a portare il terrore a stroncare la resistenza con l'esempio fu una guerra di colonne franche che penetravano nel paese sassone in forze con forze così schiaccianti che i sassoni non potevano affrontarle in campo aperto e quindi ovunque i franchi arrivassero i capi sassoni erano costretti a sottomettersi erano costretti a battezzarsi a pagare il tributo è ovunque arrivavano i franchi costruivano fortificazioni fortificazioni primitive di legno come potevano fare allora e ci lasciavano delle guarnigioni e poi veniva l'autunno e il grosso dei guerrieri franchi tornavano in patria e queste guarnigioni e anche i preti che si erano portati dietro restavano soli in mezzo a un nemico che in apparenza si era sottomesso e regolarmente ogni inverno ho qua o là qualche capo sassone si ribellava in una zona nell'altra i sassoni insorgevano aggredivano le fortezze se riuscivano a prenderle sterminavano la guarnigione regolarmente arrivavano notizie di chiese attaccate di sacerdoti uccisi e allora regolarmente cominciavano le rappresaglie appena la stagione lo permetteva nuove forze franche comparivano nel paese si spingevano ancora più in profondità saccheggiavano e distruggevano e bruciavano i villaggi e portavano via il bestiame e portavano via gli uomini in schiavitù per punire le province che si erano ribellate è ancora una volta i sassoni apparentemente si sottomettevano perché non potevano fare diversamente erano più deboli solo molto raramente dei capi sassoni sono riusciti a radunare delle forze per dare battaglia in campo aperto normalmente non lo facevano e anche qui era una guerra di pianificazione dal punto di vista di carlo magno si trattava di avere ben chiaro come fatto il paese dove sono le strade dove sono i fiumi molti riforme 20 potevano essere mandati alle guarnigioni su chiatte che discendeva nei fiumi si trattava di stabilire ogni anno come fare per spingere ancora un po più in là la rete delle fortificazioni ogni anno carlomagno radunava gente entrava in paese nemico riceveva sottomissioni di capi che poi l'anno dopo lo avrebbero tradito e si spingeva un po più in là un po più verso il mare del nord è un po più verso l'elba edificavano e fortezze bruciava qualche villaggio portava via prigionieri alla lunga alla lunga i franchi hanno prevalso alla lunga questa guerra che è diventata in certi momenti quasi una guerra di sterminio fra un regno poderoso e un popolo diviso inferiore alla lunga i franchi hanno prevalso questa guerra si è conclusa con la vittoria dei franchi ma certamente è un impegno con cui carlo dovuto fare i conti per tutta la vita praticamente la svolta decisiva sia quando carlo magno per la prima volta si rende conto che non è possibile continuare a entrare nel paese dei sassoni d'estate e poi ritirarsi lasciando soltanto delle guarnigioni la svolta decisiva sia in quell'anno mi pare che sia i 786 in cui per la prima volta carlo magno sverna personalmente nel cuore del paese sassone si porta dietro l'esercito la famiglia la moglie i bambini la corte costruisce grandi fortificazioni resta lì resta lì tutto l'inverno e questo è un cambiamento decisivo perché fino a quel momento i capi sassoni d'inverno respiravano potevano ad un argento e radunare scorte alimentari prepararsi a riprendere la lotta invece in quell'inverno la cavalleria franca arriva dappertutto disperde i concentramenti di partigiani chiamiamoli pure così brucia i villaggi e le scorte e l'anno dopo i capi sassoni davvero si trovano con l'acqua alla gola assediati nel loro stesso paese e stavolta si sottomettono sul serio di carlo magno della guerra sassone e un carlo che ci appare sotto la luce era meno gradevole non c'è dubbio su questo è il generale che sta conducendo una guerra di annientamento una guerra ideologica contro un nemico che continua a ribellarsi che chissà perché non vuole sottomettersi e il generale che comanda un esercito poderoso continuamente aggredito e molestato da partigiani da ribelli e che risponde di conseguenza guerra di carlo magno in sassonia è una guerra appunto di terrore è una guerra di rappresaglia è una guerra di esecuzioni di ostaggi innumerevoli occasioni una in particolare è rimasta famosa ed è rimasta come una macchia sulla memoria di carlo tanto che gli storici sono rimasti anche turbati da questo episodio c'è un'occasione a verden sulla razer quando nel 782 carlo magno si è fatto consegnare più di 4000 ostaggi sassoni e quando gli arriva notizia di una nuova ribellione fa giustiziare in un solo giorno tutti questi ostaggi ecco di fronte a cose come queste storici come quelli dell'ottocento ma anche del novecento che volevano in qualche modo celebrare la grandezza di carlo sono rimasti impressionati c'è tutta una letteratura che cerca di negare la l'autenticità storica di questo massacro in realtà poi dopo ne abbiamo viste ben altre quindi non c'è da stupirsi che in quest'epoca in particolare un comandante militare assediato in un paese nemico potesse ricorrere a misura di questo genere altrettanto sgradevoli sono le misure di deportazione ci sono più occasioni in cui carlo magno per stroncare le resistenze di qualche capo sassone decide di sgomberare il suo territorio tutta la popolazione viene radunata e deportata in altre zone e nelle zone che sono rimaste libere carlomagno fa affluire coloni fa fluire coloni franchi fa affluire coloni slavi cosa che poi gli storici tedeschi specialmente in epoca nazista non gli perdoneranno caccia via i sassoni che sono dei puri e duri germani e al loro posto fa venire gli slavi ma evidentemente a carlomagno non interessava l'aspetto etnico razziale non era una guerra nazista questa ma era una guerra di religione il sasso dovevano essere sottomessi e convertiti e in questo senso tutti i mezzi erano buoni anche l'emanazione di una legge terribile come il capitolare sassone di carlo magno e la legge che stabilisce come dovranno essere puniti quei sassoni che si ostinano a non accettare il governo franco e che si ostinano a non accettare la nuova religione ed è appunto davvero una legge impressionante nella legge che stabilisce che quando un sassone aggredisce un sacerdote o saccheggia una chiesa deve essere messo a morte e quando un sasso ne viene colto nell'atto di non rispettare il digiuno della quaresima deve essere messo a morte e quando un sassone e sospettato di avere compiuto gli antichi riti pagani o di aver sepolto i suoi morti secondo l'usanza pagana e non quella cristiana deve essere messo a morte è una legge la cui durezza si misura specialmente se noi sappiamo che normalmente le leggi di quest'epoca non condannavano a morte questa è un'epoca dura roccia ma era un'epoca in cui la legge dello stato la legge del re non condannava nessuno a morte la gente poteva cavarsela qualunque cosa avesse commesso pagando delle ammende accettando di fare penitenza se poi uno aveva ammazzato qualcuno se la vedeva con i parenti del morto questa è un'altra faccenda è il re non ci metteva mano ma le leggi del re non condannavano a morte nessuno del suo popolo ecco invece veramente incontrare questa legge sassone che così spietatamente elenca tutta una serie di delitti di colpe di offese alla fede cristiana per cui l'unica pena prevista è la morte ci dà la misura di come carlo magna in certi momenti per disperazione abbia pensato che soltanto un regime di terrore gli avrebbe fatto vincere la resistenza dei sassi abbiamo parlato a lungo degli aspetti più sgradevoli anche impressionanti della guerra sassone ma c'è anche un altro risvolto su cui vale la pena di fermarci questo l'abbiamo detto più volte era un'epoca dura roccia ma questo non vuol dire che la gente dell'epoca non sapesse ragionare non sapesse riflettere e discutere su quello che stava facendo a un certo momento nell'ambiente di carlo magno fra gli intellettuali della sua corte fra gli uomini di chiesa dell'impero si comincia ad avere la sensazione che forse questo non è il modo giusto per convertire un popolo si comincia a dire che forse stanno stiamo sbagliando ecco questo è il discorso che viene fuori con insistenza stiamo attenti perché stiamo sbagliando ed è un discorso che diventa via via sempre più articolato e una critica serpeggiante che viene anche da voci inaspettate da persone molto vicine a carlomagno alcuino per esempio il principale dei suoi consiglieri si cominci a discutere si dice ma siamo poi sicuri che si può convertire la gente con la spada con la forza che si può obbligarli a convertirsi ecco questa non era gente anche gli intellettuali che amasse discutere molto in profondità di teologia è però in occasioni come queste si vede che invece la discussione nasce cosa vuol dire convertirsi e possibile costringere la gente a credere no non è possibile come pure si riflette sul modo in cui in questo paese conquistato si sta costruendo la chiesa perché c'è anche tutto questo aspetto la conquista la conversione non hanno soltanto un aspetto militare ma c'è un investimento grosso per portare fra i sassoni ecclesiastici missionari per edificare una struttura ecclesiastica un investimento grosso e anche costoso perché questi missionari rischiano sul serio la pelle sono i primi che vengono fatti fuori quando i sassoni si ribellano allora a questo punto si dice benissimo noi stiamo costruendo fra i sassoni la chiesa cristiana ottima cosa stiamo costruendo la chiesa la rete delle parrocchie abbiamo impiantato parroci un po dappertutto e naturalmente la prima cosa che abbiamo detto è che adesso la gente deve pagare la decima al parroco è normale perché in occidente nell'impero già da molto tempo è stato stabilito che tutti i fedeli devono pagare una tassa la decima appunto per mantenere il clero è però alcuino e altri cominciano a dire attenzione perché perfino noi che siamo cristiani da secoli ci secca lo stesso pagare la decima adesso noi abbiamo convertito questi sassoni gli portiamo la parola di dio e come prima cosa gli diciamo pagate forse non è la cosa giusta è la cosa più impressionante è che queste discussioni non rimangono confinate ai circoli intellettuali ma a un certo punto cominciano avere una ricaduta politica quando ormai i sassoni sono praticamente sottomessi carlomagno intraprende una guerra contro un altro popolo pagano gli avari questi stanno in oriente in pannonia sono un popolo asiatico una specie di un anche loro pagani anche loro vanno sottomessi e cristianizzati bene nell'accampamento stesso dell'esercito che sta per marciare contro gli averi si riunisce una conferenza episcopale per tracciare le linee per pianificare la conversione degli avari e lì si dice non rifacciamo gli stessi sbagli che abbiamo fatto nel caso dei sassoni bisogna predicare la parola di dio e non chiederle decime bisogna parlare dell'inferno ma anche del paradiso bisogna convincerli perché obbligarli non serve a niente ed è in questo stesso contesto che carlo magno alla fine si lascia convincere a ritirare la legge sassone a ritirare quella legge tremenda che in pratica imponeva lo stato d'assedio in tutta la sassonia ea concordare con i capi stessi dei sassoni una nuova legge molto più moderata ed è in questo contesto che la guerra sassone si conclude davvero le donne hanno avuto un'importanza enorme nella vita di carlo magno basta qualche cifra per accorgersene carlomagno ha avuto in vita sua cinque mogli e almeno sei concubine almeno vuol dire che si tratta di concubine che conosciamo con precisione perché i cronisti ne hanno parlato su tutte le altre di cui nessuno ha detto niente il silenzio ovviamente rimane tutte queste donne 11 donne conosciute ripeto gli hanno dato almeno 20 figli 10 maschi e 10 femmine e questi naturalmente sono soltanto quelli che conosciamo quelli che hanno avuto fortuna e che sono vissuti a quell'epoca un bambino su 2 moriva nei primi anni di vita quindi il numero di figli che carlo magno può aver generato rimane aperto le supposizioni certamente 10 maschi e 10 femmine sono sopravvissuti però bisogna anche andare un pochino oltre queste cifre perché detto così insomma punto 5 moglie 6 concubine è un po impressionante in realtà bisogna fare un dotto discorso su cosa voleva dire il matrimonio e cosa voleva dire il rapporto con una concubina all'epoca di carlo magno perché se vogliamo capire che cosa davvero ha significato per lui per quell'uomo il rapporto con tutte queste donne bisogna rendersi conto di cosa significava nel suo mondo nella sua società il rapporto tra marito e moglie e allora bisogna dire per prima cosa che a quell'epoca il matrimonio era una cosa lontanissima dal matrimonio cristiano come noi siamo abituati a conoscerlo a quell'epoca la chiesa si preoccupava abbastanza poco a del matrimonio e in ogni caso non lo considerava un sacramento e soltanto molto tempo dopo diversi secoli dopo carlomagno che la chiesa comincerà a parlare del matrimonio come di un sacramento all'epoca di carlo magno il matrimonio era un accordo un accordo laico un accordo tra famiglie che si organizzavano e decidevano di far sposare un ragazzo e una ragazza e naturalmente prendevano una serie di accordi dal punto di vista giuridico dote e spartizione del patrimonio tutto questo c'era non era quindi lasciato al caso l'accoppiamento di uomini e donne tutt'altro era il matrimonio un momento giuridico ben previsto e preciso ma in cui la chiesa c'entrava molto poco e però al tempo di carlo magno per l'appunto noi ci accorgiamo che la chiesa comincia a pensare che questa faccenda del matrimonio è troppo importante per lasciarla ai laici carlomagno ha regnato molto lungo una cinquantina d'anni e nell'arco di quei 50 anni l'atteggiamento verso il matrimonio è cambiato ecco questa è una cosa che vale la pena di sottolineare perché quando carlo magno era un ragazzo il matrimonio era una cosa e quando carlo magno era vecchio il matrimonio era diventato un altra cosa è se vogliamo capire cosa ha significato per lui ecco è necessario ripercorrere un pochino questo percorso la chiesa si interessava soprattutto di una cosa alla chiesa non piaceva la promiscuità sessuale la chiesa fin dai primi secoli aveva combattuto nel mondo romano appunto la promiscuità all omosessualità alle relazioni libera e allegre che caratterizzavano le élite del mondo antico alla chiesa importava a cercare di convincere i cristiani che bisogna avere una sola moglie e questa cosa nell'arco della vita di carlo magno la chiesa la porta avanti con sempre maggiore insistenza una sola moglie significa che non bisognerebbe divorziare e che quando uno dei coniugi muore l'altro dovrebbe restare uno stato di castità non dovrebbe risposarsi ecco quello che sappiamo di carlo magno ci dice che era molto difficile far passare questo messaggio presso i laici è però questo è uno sfondo che dobbiamo tenere presenti ecco se la chiesa insisteva tanto che i cristiani dovevano se possibile avere una sola moglie come mai carlomagno ne ha avute 5 e che le cose poi andavano un po diversamente da quello che la chiesa si aspettava intanto c'era il divorzio sembra curioso pensando alla fatica che si è fatta nel mondo contemporaneo per reintrodurre il divorzio nei paesi cattolici ma nel medioevo il divorzio era una cosa assolutamente scontata intendiamoci anche qui il divorzio era il marito che ripudiava la moglie e carlo magno almeno una delle sue mogli l'ha ripudiata come vedremo e poi oltre a questo è il problema è che queste mogli morivano facilmente le donne si sposavano molto molto giovani ed era chiarissimo a tutti che lo scopo era fare figli ci si sposava per fare figli le donne potevano avere anche un ruolo nella vita sociale a seconda dei casi ma sostanzialmente la loro funzione era di fare dei figli allora cosa succedeva a una ragazza che si sposava appena pubere e cominciava a fare figli subito e continuava a farne uno all'anno che prima o poi un parto andava male e moriva carlo magno su cinque mogli che ha avuto una ripudiata e le altre quattro gli sono morte il caso forse estremo e quella della più importante fra tutte le mogli di carlo magno ildegarda che gli diede ben nove figli quattro maschi e 5 femmine e poi muori nell'anno 783 bene questa donna che aveva dato nove figli a suo marito quando morì aveva 25 anni si era sposata 13 e aveva fatto praticamente un figlio all'anno ecco in queste circostanze si capisce che un uomo un uomo che aveva la fortuna di campare come carlo magno che campo fin oltre i 70 anni di mogli potesse anche averne molte certo la chiesa spiegava che sarebbe stato meglio se un vedovo si fosse trattenuto fosse vissuta nella castità non erano cose da carlo queste carlomagno ogni volta tornava a sposarsi ma c'è anche un altro aspetto che va sottolineato prima che la chiesa si preoccupasse di definire il matrimonio come sacramento i germani di franchi di carlo magno avevano due tipi diversi di matrimonio di nuovo mi scuso se entro in dei dettagli quasi tecnici adatti agli specialisti ma se vogliamo capire cosa volevano dire le donne per carlo magno queste cose vanno dette un capo germanico poteva sposarsi secondo tutte le regole con la dote l'accordo familiare la spartizione patrimoniale oppure se voleva poteva sposarsi con un matrimonio diciamo così più leggero provvisorio poteva prendersi una donna e questa cosa era regolare prevista dalla legge onorifica nessun padre di famiglia si sarebbe sentito offeso se il re avesse scelto una delle sue figlie anche soltanto per questo matrimonio diciamo così più provvisorio non c'erano tante formalità giuridiche però il matrimonio era legale a pieno titolo un uomo poteva scegliersi una donna che gli piaceva e vivere con lei fino a quando magari la politica non lo obbligava a fare un altro matrimonio questa cosa è fondamentale per capire carlomagno lo diremo subito ed è fondamentale il fatto che i figli che nascevano da questi matrimoni erano tutti uguali tutti legittimi non esisteva quando carlo magno era giovane l'idea che se il matrimonio non è quello proprio ufficiale previsto dalla chiesa allora il figlio non è legittimo e per esempio non può pretendere di succedere al padre niente del genere un capo germanico poteva sposare parecchie donne in vita sua in modo legale o in modo come dire provvisorio e tutti i figli che nascevano erano figli legittimi ecco durante la lunga vita di carlo magno le cose hanno cominciato a cambiarle la chiesa ha cominciato a spiegare ai cristiani che questa faccenda non funzionava mica tanto mogli legittime di primo grado mogli di secondo grado matrimoni provvisori che poi venivano sciolti questa cosa alla chiesa non piaceva non era ordinato non era regolare la chiesa comincia a dire il matrimonio è una cosa seria e quindi questi matrimoni provvisori leggeri che voi germani avete sempre usato non vanno bene dovete rinunciare e la chiesa comincia anche seriamente a dire i figli nati da questi matrimoni provvisori non ci piacciono non vanno bene non sono figli legittimi non possono essere messi sullo stesso piano di quelli che nascono da un vero matrimonio cristiano ecco questa cosa ha influenzato carlo magno e buffo dirlo fin dalla nascita in qualche modo carlomagno era nato dal re pipino e da sua moglie berta in un momento in cui i due non erano ancora sposati secondo il pieno matrimonio cristiano legittimo era un tipico caso in cui un capo germanico si era preso una donna che gli piaceva secondo forme ben previste dalle consuetudini ci aveva anche fatto un figlio carlo magno ecco solo in un secondo momento il re pipino decise che effettivamente quella e alla donna della sua vita per cui questo matrimonio con berta venne ufficializzato bene è probabile che quando carlo magno era bambino questa cosa non importasse a nessuno la chiesa aveva appena cominciato a preoccuparsi di queste faccende i germani erano abituati all'idea che i figli sono figli e che non stiamo tanto a fare delle differenze in base al matrimonio da cui sono nati e infatti carlo magno che il primogenito di pipino anche dopo che è nato un altro figlio carlo manno e carlo magno è nato da un matrimonio legale ormai pipino ha sposato berta e va bene questo non fa nessuna differenza carlo e carlo ma hanno eredità nel regno sullo stesso livello sullo stesso piano ma quando carlo magno era vecchio i discorsi erano un po cambiati quando carlo magno era vecchio i vescovi avevano convinto un po tutti che ci sono figli legittimi e figli illegittimi che quelli che sono nati da un vero matrimonio hanno tutti i diritti e invece quelli che sono nati da una relazione in qualche modo più informale di diritti non ne hanno ed è qui che noi intuiamo che i biografi di carlo magno si sono spaventati perché fatti due conti si sono accorti che carlo magno quando è nato era nato il legittimo carlomagno è nato quando suo padre sua madre erano sposati secondo il matrimonio di tipo provvisorio all'antica che nel frattempo la chiesa aveva messo fuori legge e invece quando poi era nato l'altro fratello carlomanno i genitori si erano sposati tutto legale ecco secondo la morale in vigore quando carlo magno era vecchio e dopo soprattutto dopo secondo quella morale carlomagno era un figlio illegittimo e questa cosa ha cominciato a serpeggiare nei discorsi questo fatto che carlo magno in realtà non avesse diritto a subentrare al padre come re perché era figlio illegittimo comincia a venir fuori oppure comincia a essere messa a tacere dal punto di vista leggendario nelle canzoni di gesta questo tema ogni tanto salta fuori e invece il biografo ufficiale di carlo magno eginardo se la cava in un altro modo l'abbiamo già accennato nei giorni scorsi ri diciamolo eginardo quando deve parlare della nascita di carlo magno dice mamma non c'è più nessuno che si ricorda di quei tempi perciò non ne parliamo ecco un motivo forse c'era ecco la prima moglie di carlo magno fu appunto una moglie sposata secondo il vecchio sistema una moglie vogliamo chiamarla provvisoria ma non va bene in realtà loro lo chiamavano friedel e matrimonio d'amore voleva dire che ci si metteva insieme le forme erano salve era una cosa onorevole i figli che nascevano erano garantiti però poi se l'uomo per qualche motivo doveva prendersi un'altra moglie poteva farlo il primo matrimonio di carlo magno e di questo tipo e con una donna che certamente gli piaceva e magari non era la più adatta per ora è perché non era magari di famiglia importante ma gli piaceva e quindi la prende si chiamava i mil through the su questo devo scusarmi i nomi dei germani sono di questo tipo non erano nomi graziosi in generale i mil through the diede a carlomagno un figlio e questo figlio venne chiamato pipino ora di nuovo su questa cosa bisogna fermarci perché la scelta dei nomi non era per niente una cosa casuale questa è una società tradizionale in cui le persone sono vincolate dalle usanze non è come oggi che si può dare il nome che si vuole in fondo quelli che danno i bambini il nome dei nonni in fondo sono visti come qualcuno che aderisce a vecchie tradizioni al tempo di carlo magno invece era così e basta il primo figlio se era un figlio destinato a continuare le orme del padre del nonno se era un membro a pieno titolo della famiglia doveva avere il nome del nonno su questo non si discute la e quindi al bambino che nasce dai milt rude carlomagno dà il nome di suo padre pipino questa cosa è estremamente significativa vedremo poi che ci sono delle conseguenze grosse di questa cosa questo bambino viene chiamato pipino ed è chiaro che nelle intenzioni di carlo è destinato a succedere al trono perché altrimenti non l'avrebbe chiamato così il nome per questi germani e il destino di una persona se tu vieni chiamato come tuo nonno il re pipino sarà il re dopo di lui questo è chiarissimo e però un certo punto carlomagno ripudia questa sua prima donna ripudia i mil through the ed è molto chiaro che è per ragioni politiche che hai costretto a farlo ecco forse non sono stato chiaro prima più di una moglie per volta non si può avere comunque su questo la chiesa sta attenta e allora viene un momento in cui il re dei franchi non può più stare con la donna che si è scelto perché gli piace che gli ha dato il suo primo figlio perché deve fare un matrimonio politico viene il momento in cui le ragioni della politica prevalgono su quelle personali sentimentali sono i primi anni di regno di carlo magno quelli in cui c'è lo sforzo di fare accordi di pace con il regno longobardo e il momento in cui carlo magno per ragioni puramente politiche sposa la figlia del re desiderio ricordate quella che manzoni chiama ermengarda ma che in realtà probabilmente non si chiamava così perché nessun cronista si è degnato di dirsi il nome di questa donna per sposare ermengarda carlomagno deve ripudiare i mil truth e che in questo momento sparisce dalla storia e carlo magno fa un nuovo matrimonio questa volta ufficiale con tutti i crismi benedetto dalla chiesa e politicamente significativo con la figlia del re longobardo ecco già in questo momento vediamo come appunto la vita privata di un re non esiste in realtà un re può essere come era carlo magno certamente affascinato dalle donne attaccato a loro ma la ragion di stato c'è già e in qualche modo lo costringe a fare delle scelte che forse non avrebbe voluto fare il matrimonio con la figlia di desiderio è una scelta di questo genere e le conseguenze si vedranno subito il matrimonio di carlo magno pan ermengarda finì malissimo finì malissimo un po perché carlo magno litigò con il suocero con il re desiderio e comincio a pensare che forse era meglio fargli la guerra anziché cercare di mantenere buoni rapporti a tutti i costi e un po sicuramente perché ermengarda non rimase incinta questa era la cosa fondamentale comunque che si chiedeva una donna e specialmente a una regina non per niente si sposavano giovanissime erano lì per quello erano lì per produrre eredi questo chiaramente era una cosa che importava a tutti chiunque voleva avere eredi e far proseguire il suo sangue ma nel caso del re la cosa non era soltanto un fatto privato nel caso del re la cosa era un fatto pubblico carlo magno deve avere eredi perché il suo popolo dipende da quello la pace del suo regno dipende da quello e quindi quando una donna sposata da più di un anno ne ancora rimaste incinta ebbene un uomo impaziente comincia a pensare che sarebbe meglio sostituirla carlo magno ormai lo abbiamo capito aveva tante qualità tanti difetti ma tanto paziente non era ne consegue che insomma un certo punto carlomagno ripudia ermengarda sappiamo poi tutto come dire il profitto che ricava il manzoni da questa situazione tragica di questa donna ma naturalmente carlomagno non è che la ripudia per poi restare da solo la ripudia per prenderne immediatamente un'altra che finalmente gli dia dei figli ne ha già avuto uno ricordiamocelo pipino ha un figlio e poco bambino muore facilmente ce ne vogliono molti perché il re possa essere sicuro che dopo di lui il regno resterà in buone mani quindi carlomagno sposa un'altra ragazzina un ragazzina giovanissima tredicenne hildegard appunto ragazzina giovanissima perché così si comincia subito e ci sono buone possibilità che tanti eredi vengano arricchire la famiglia reale è infatti è così il legarda farà molti figli a carlomagno e fra questi i suoi tre figli più importanti i tre figli più importanti che dopo carlo magno devono proseguire la sua opera c'è sempre il primo pp ricordiamocelo rimane lì sullo sfondo e tornerà fuori fra poco ma intanto ne nascono altri e dei sui nomi di questi figli che ancora una volta ci fermiamo perché sono significativi se il primo figlio di carlo magno si era chiamato pipino come il nonno il secondo ovviamente riprende lo stesso nome del padre carlo il terzo riprende a questo punto cosa rimane di nomi di famiglia c'era lo zio paterno carlomanno quello che era morto al momento giusto così carlos el ha potuto impadronire del suo regno il terzo figlio di carlo rifà il nome dello zio carlo magno e poi nascono due gemellini nascono due gemellini e si capisce benissimo ke carlomagno ha cominciato a ragionare con i suoi consiglieri come li chiamiamo questi i nomi della nostra famiglia sono finiti perché si chiamavano tutti o pipino o carlo almeno quelli che erano stati re gli altri contavano poco ma la famiglia di carlo magno era subentrata alla vecchia dinastia regale ai merovingi con un vero e proprio colpo di stato anche se si cercava di fare finta che non fosse stato un colpo di stato il papa aveva benedetto pipino quando si era fatto consacrare ma prima di loro un'altra famiglia regnava in merovingi ebbene impadronì amoci anche di loro sono nati due gemellini gli diamo i nomi dei vecchi re merovingi i vecchi re merovingi si erano chiamati clodoveo clotario riprendiamo i loro nomi intanto la lingua è un po parlata clodoveo è diventato ludovico ma se proviamo a immaginare la forma germanica del nome capiamo che è la stessa cosa clotario è diventato lotario i due gemelline si chiamano ludovico e lotario e questa è una cosa programmatica vuol dire dopo i merovingi ci siamo noi ed è sempre la stessa dinastia che regna sui franchi bene noi abbiamo detto che durante il lungo regno di carlo magno l'influenza della chiesa diventa sempre più forte e l'influenza della chiesa tende a dire distinguiamo i bambini quelli che sono nati da un matrimonio legittimo sono buoni loro possono succedere al padre il sangue è quello giusto ma quelli che sono nati da un matrimonio leggero provvisorio da una concubina come dicono i preti che non si fanno tanti scrupoli ebbene quelli non hanno diritto di succedere ora ricordiamocelo lo so che questa genia lo jia è complicata la facciamo uno sforzo perché vale la pena di seguire questa vicenda che è pazzesca pensandoci carlomagno aveva avuto un primo figlio da una moglie diciamo così di seconda categoria e l'aveva chiamato pipino come suo padre un nome che era un programma ben a un certo momento succede una cosa pazzesca carlomagno che ha avuto altri figli nel frattempo carlo carlomanno ludovico ecco prende il secondo di questi bambini che si chiama carlomanno va con lui a roma dal papa lo fa ribattezzare gli cambia nome e lo chiama pipino portare un bambino a roma dal papa e farlo battezzare dal papa evidentemente è una cosa che ha un significato politico grosso questa è un'epoca in cui si sa bene cosa vuol dire padrino un rapporto di padrinaggio è una cosa importante se il papa fa da padrino tuo figlio bene questo è una garanzia di alleanza ma non prende un figlio qualunque prende quello che c'era già che aveva già il suo nome e gli cambia nome ecco questa cosa si può interpretare in un solo modo i preti che contano sempre di più nell'ambiente di carlo magno che intanto pian piano sta invecchiando i preti l'hanno convinto che il suo primo figlio il primo pipino siccome non è nato da un matrimonio cristiano ufficiale è nato da quella che i preti che amano una concubina non ha il diritto di succedergli e quindi carlomagno non ha più un pipino non ha più un figlio con il nome di suo padre né fabbrica un altro butta via il nome del fratello che tanto insomma quello era sacrificabile tutto sommato carlomagno non aveva mai avuto una grande passione per questo suo fratello carlo magno si fabbrica un nuovo pipino ecco io adesso vorrei un problema come l'avrà presa il primo figlio come l'ha presa pipino il quale un certo punto si rende conto che anche se tutti continuano a trattarlo con tutti gli onori però pian piano lo stanno mettendo fuori dalla successione al trono al punto che ufficialmente fabbricano un altro pipino per sostituire lui è una situazione ripeto abbastanza impressionante da immaginare stiamo facendo delle speculazioni senza documenti che ci permettono di farlo forse no perché il primo pipino a un certo punto si ribella va anche detto una cosa questo primo pipino i cronisti lo chiamano pipino il gobbo suona bene aiuta a metterlo da parte era gobbo era deforme giusto che non abbia potuto subentrare al padre ma quello che noi sappiamo di pipino il gobbo e che a un certo punto pipino comincia a prendere accordi con dei nobili dell'impero scontenti con la fronda con l'opposizione e a un certo punto viene fuori una vera e propria congiura di pipino il gobbo contro suo padre nel preciso momento in cui ormai era chiaro che gli stavano facendo la festa e lo stavano escludendo dalla successione la congiura e scoperta pipino e i suoi complici sono portati davanti all'assemblea sono tutti condannati a morte dopodiché il padre grazia il figlio a patto che si chiuda il monastero e non vi è più fastidio e pipino il gobbo si chiude in monastero e muore bene torniamo alle mogli di carlo magno la terza la solo la seconda ufficiale però ildegarda muore nel 783 a questo punto carlomagno aveva appena compiuto 40 anni aveva già avuto tre mogli e gli restavano in vita quattro figli maschi certo il primo dovere di un re era di dare un erede al trono ma a questo punto potremmo anche dire che di eredi ne aveva abbastanza e quindi carlo avrebbe anche potuto a questo punto dare retta ai consigli della chiesa e vivere il resto della sua vita in castità ma carlo non piaceva stare da solo pochissimo tempo dopo la morte di ildegarda carlo si risposa e anche noi abbiamo gli elementi per sapere che aveva una gran voglia di risposarsi perché quell estate carlomagno stava combattendo in sassonia e a un certo punto torna indietro dal fronte apposta per sposare questa nuova ragazza giovanissima anche lei che si chiama fa strada e che vivrà 11 anni insieme a lui prima di morire anche lei probabilmente di parto ecco su fa strada i cronisti di corte sono divisi immaginiamoci la situazione c'è questore che appunto ormai ha passato i 40 anni e un uomo maturo anzi comincia a invecchiare almeno per le regole dell'epoca ha già avuto tante mogli questa è la quarta è una ragazzina giovanissima e certamente lo influenza e nell'ambiente di carlo magno girano i pettegolezzi sul fatto che questa moglie non lo influenza mica tanto bene che questa moglie gli fa fare delle cose che non dovrebbe gli fa compiere delle crudeltà forse non è un caso se è proprio durante il regno di fa strada che si ribella peppino il gobbo ed è anche in quest epoca dei cronisti dicono sì il re in certi momenti ha avuto degli scatti ha compiuto degli eccessi ma era colpa della reggina comunque che aveva una cattiva influenza su di lui ecco sarà così non sarà così naturalmente il pettegolezzo di corte è sempre una cosa insomma da prendere con le molle ma quello che è certo è che carlo magno comunque amava stare con questa donna tant'è vero che l'unica lettera privata che noi abbiamo di carlo è una lettera a fa strada scritta dal fronte durante la guerra contro gli avari poi muore anche fa strada carlo magno a questo punto ha passato la cinquantina la posizione ufficiale della chiesa e che i vedovi dovrebbero vivere nella castità che approfittino dell'occasione visto che peccati ne hanno commessi tanti in passato bene carlomagno non ci pensa neanche si risposa e la quinta moglie youth card questo non gli dà figli almeno nessuno che sia sopravvissuto e che noi conosciamo tiravanti sette anni nell'anno 800 muore anche lei siamo poco prima dell'evento più importante della vita di carlo magno l'incoronazione imperatore fino a questo momento ricordiamolo era soltanto il re dei franchi è solo nell'anno 800 che a san pietro viene incoronato imperatore bene la reggina liut garda è morta poco prima pochi mesi prima e carlo magno a partire da questo momento non si risposa più non ci sarà mai un'imperatrice ci sono state cinque regine però intendiamoci questo non vuol dire che carlo magno rimanga solo anzi non c'è più un'imperatrice in titolo ma solo per questi ultimi anni carlo magno ricordiamolo è il periodo che va dai 60 ai 70 anni della sua vita solo per questi ultimi anni noi conosciamo i nomi di almeno quattro concubine ufficiali di carlo magno ognuna delle quali gli diede diversi figli maschi e femmine però a questo punto le regole della chiesa erano chiare ormai si distingueva molto nettamente tra figli legittimi e illegittimi i figli delle concubine avranno tutti delle buone carriere dei posti importanti buoni stipendi ma non potranno pretendere di succedere al trono dunque carlomagno nei suoi ultimi anni aveva con sé tra i figli maschi e a questi tre figli maschi e cerco di costruire una posizione in modo che tutti e tre potessero collaborare con lui nella gestione del regno e poi un giorno succedergli perché non dimentichiamoci che secondo il diritto franco la primogenitura non c'era tutti i figli maschi avevano diritto a una parte dell'eredità paterna poi in realtà carlo magno da questo punto di vista fu un padre sfortunato perché di questi tre maschi che avevano fatto in tempo a diventare adulti che ricevono incarichi di comando anche importanti all'interno dell'impero e di cui carlo magno chiaramente cercava di fare i suoi collaboratori più stretti ecco di questi tre maschi ben due muoiono prima del padre questo è certamente un aspetto che insomma se proviamo a pensare all'uomo e ai suoi sentimenti avrà pesato carlomagno che ormai ha più di 60 anni vede morire uno dopo l'altro due dei tre figli maschi a cui si affidava per la sua successione mi rimane soltanto uno e forse è quello che al padre piaceva di meno vabbè oddio qui stiamo facendo dello psicologismo spicciolo però alcuni elementi ci sono per farlo il figlio che sopravvive e che raccoglierà l'eredità dell'impero e quel ludovico che alla storia è passato come ludovico il pio ora carlo magno era certamente un uomo molto religioso ma forse pio manera non era un uomo pronto ad ascoltare tutti gli ordini della chiesa non era un uomo pronto a subordinare il suo privato a un criterio morale astratto e invece ludovico il pio è così ludovico il pio si chiama così per quello in genere nella storia bisogna diffidare dei sovrani che vengono conosciuti come il buono il santo il pio in genere questi sono sovrani disastrosi che non sapevano governare e ludovico il pio è un caso di questo genere indubbiamente è sicuramente carlomagno negli ultimissimi anni di vita deve avere pensato con un rimpianto agli altri figli che gli erano porti a riempire il vuoto a riempire il vuoto della sua vita quotidiana c'erano però tante donne tante figlie tante concubine naturalmente ma soprattutto negli ultimi anni la sensazione è che quello che riempie la vita di carlo magno sono le figlie carlomagno ha avuto tante figlie sia legittime sia illegittime queste stanno tutte a corte con lui stanno a corte con lui e i cronisti sono perfino stupiti dall'amore che carlo magno a per tutte queste ragazze ecco attenzione non credo che sia il caso qui di fare delle suggestioni come dire imbarazzanti non c'è niente del genere però di sicuro carlomagno amava la compagnia delle sue figlie e anche delle sue nipoti fa venire a corte le bimbe dei suoi figli appena può gli piace stare in mezzo a tutte queste donne giovani ed era talmente attaccato queste figlie che non aveva voglia di lasciarle sposare questa è una cosa che specialmente eginardo nota con un po di sorprese dice le amava così tanto che non voleva che si sposassero e se ne andassero via e pur di tenerle con sé era disposto a chiudere un occhio mi spiego la corte di carlo magno negli ultimi anni dà la sensazione di un post dove si conduce una vita molto libera ci sono tutte queste donne ormai adulte che non si sposano perché papà non vuole ma che vivono nella corte piena di uomini piena di gente importante di gente in gamba di guerrieri di intellettuali e tutte queste ragazze queste donne hanno relazioni con questi uomini diverse figlie di carlo magno hanno delle relazioni ufficiali con personaggi importanti della corte nascono anche dei bambini e non si sposano e tutti dicono a carlomagno piaceva così gli piaceva tenersi tutti insieme tutti vicini non dover rinunciare a niente bene sulle donne di carlo magno credo che abbiamo detto abbastanza ci sentiamo lunedì prossimo carlomagno ha avuto rapporti molto variegati con il mondo arabo e islam gli arabi gli aveva vicini erano gli arabi di spagna che prima della sua nascita avevano conquistato tutta la spagna e si erano anche spinti a un certo punto fin nel cuore della della gallia franca era stato proprio il nonno di carlo magno carlo martello a fermarli a poitiers per cui quando carlo magno sale al trono il confine meridionale del suo regno che è segnato più o meno dai pirenei è un confine con l'islam questo islam ispanico questo islam della spagna non va però frainteso non era certamente un islam militante e integralista noi sappiamo che sotto il dominio arabo in spagna la maggioranza della popolazione continuava a essere tranquillamente cristiana le chiese cristiane continuavano a funzionare noi abbiamo notizia di vescovi spagnoli che si fanno i loro ragionamenti teologici e si inventano le loro eresie e poi vengono a partecipare ai concilii in occidente senza che le autorità arabe gli impediscano assolutamente di muoversi quindi è una di quelle realtà oggi un po difficile da immaginare purtroppo ma di quei manuali si parlano spesso insomma dell'islam tollerante del passato però comunque si trattava di un confine e come sappiamo carlomagno sui confini non stava mai tranquillo se non era minacciato lui era più facile che fosse lui a minacciare gli altri e questo è proprio quello che succede sul suo confine pirenaico con gli arabi bisogna anche dire che il mondo arabo di spagna al tempo di carlo magno non era compatto non era unito la spagna araba era divisa in tanti governatorati ciascuno col suo emiro che spesso faceva la guerra al vicino in questo contesto chiaramente un potente regno confinante come quello franco poteva intervenire facilmente e quindi caro magna un certo punto decide di fare la guerra anche a questi suoi vicini arabi di spagna non c'è dubbio che decide di farla soprattutto per ragioni imperialistiche perché gli piace l'idea di espandere il suo potere al di là dei pirenei ma ci sono poi anche motivazioni religiose che magari non sono quelle iniziali ma che vengono buone per la propaganda in spagna vivevano i cristiani e certamente alcune di queste comunità cristiane avranno visto di buon occhio l'idea che il rai franco protettore di tutta la cristianità scendesse giù dai pirenei e venisse a liberarli dal giogo arabo poi magari il gioco arabo non era così pesante ma nella propaganda tornava buona anche questo e quindi che a romagna un certo punto pianifica una grande campagna contro gli arabi nell'anno 778 approfitta del fatto che gli emiri di saragozza di barcellona stanno litigando tra loro che uno di questi emiri chiede aiuto ai franchi contro il suo rivale e immediatamente i franchi arrivano in suo soccorso dopo di che va anche detto che questa guerra va a finire male è una delle campagne più fallimentare di carlo magno non riesce a conquistare saragozza che aveva assediato e alla fine se ne tornò indietro senza avere concluso niente questo però è solo l'inizio negli anni successivi carlomagno non verrà più personalmente in spagna ma i suoi generali e poi suo figlio ludovico che viene incaricato di questo continuano per parecchi anni a guerreggiare al di là dei pirenei e alla fine un piccolo pezzo di spagna viene annesso al regno franco il potere di carlo magno viene spinto al di là dello spartiacque pirenaico fino al libro è quella che è poi rimasta sempre una regione un po speciale della spagna quella regione dove si parla un dialetto che assomiglia molto al provenzale e che si è sempre considerata più europea del resto della spagna la catalogna la campagna condotta personalmente da carlo magno contro gli arabi di spagna nel 778 andò molto male soprattutto per la sua conclusione è un episodio molto famoso su cui vale la pena che ci fermiamo l'esercito franco dunque stava risalendo le valli dei pirenei per tornarsene in patria senza avere combinato niente quando improvvisamente la retroguardia del l'esercito viene assalita a sorpresa è praticamente sterminata e il cronista eginardo ci dice che in questo combattimento morirono parecchi personaggi importanti della corte di carlo magno e fra gli altri uno che eginardo chiama what landus e che era dice il comandante responsabile del confine con la bretagna ora questo road landus per citarlo appunto nel latino di eginardo non è nient'altro che rolando o se preferite orlando il paladino che è protagonista delle canzoni di gest della chanson de roland e che poi è protagonista appunto di tutta l'etica successiva della nostra epoca rinascimentale l'orlando innamorato e l'orlando furioso ecco tutta la saga di questo personaggio che come sappiamo ha un ruolo abbastanza centrale nella nostra letteratura cavalleresca sia quella medievale sia poi quella dei dei primi rinascimentali del boiardo dell'ariosto ecco per non parlare poi dell'opera dei pupi naturalmente questo personaggio che nel nostro immaginario collettivo ha sicuramente un suo ruolo il paladino orlando il suo aggancio storico è tutto qui il racconto di eginardo per cui durante la ritirata dell'esercito franco dalla spagna la retroguardia venne assalita e sterminata e fra i morti ci fu appunto questo road landus cosa sappiamo di più su questo episodio non tanto a dire la verità ma la cosa affascinante e appunto vedere come una vicenda tutto sommato abbastanza secondaria sia poi stata mitizzata lo abbia assunto uno status importantissimo nella nostra letteratura tanto per dire questa è la battaglia che tutti noi conosciamo come la battaglia di roncisvalle c'è la canzone di orlando che appunto racconta l'assalto di questa marea musulmana che aggredisce i franchi orlando che si difende fino all'ultimo non vuole suonare il corno perché non vuole passare per e poi finalmente si lascia convincere suona il corno per chiedere aiuto è troppo tardi i musulmani li sommergono e questo avviene nelle gole di roncisvalle bene già questa è un'invenzione nel senso che le fonti dell'epoca non dicono assolutamente niente su dove sia avvenuta la battaglia è solo dopo quando da molto tempo correvano i racconti le leggende quando i giullari cominciavano a scrivere le canzoni su questa battaglia che qualcuno ha detto beh vediamo un pochino dove sarà avvenuta precisamente è che se individuato questo passo di roncisvalle che da allora è diventato storico appunto come il luogo della grande battaglia ma non c'è assolutamente niente che ci garantisca che sia andata davvero così l'altro aspetto su cui la leggenda si allontana in modo vistoso dai pochi dati storici che possediamo e questo che per quanto ne sappiamo non sono stati affatto gli arabi ad assalire la retroguardia franca ea uccidere il paladino orlando tutto ci indica che questo agguato venne compiuto dagli abitanti delle montagne i baschi che già allora erano evidentemente gente fiera che sopportava poco intromissioni straniere e che quindi al passaggio di questo esercito l'hanno aggredito ma che erano cristiani non ero minimamente musulmani gli arabi per quanto ne sappiamo non c'entrano niente la disfatta di roncisvalle e la morte di orlando avvennero per mano cristiana i rapporti di carlo magno con il mondo islamico non si limitano alle guerre sul confine dei pirenei contro gli arabi di spagna sono in realtà rapporti molto più complessi e anche più pacifici se dio vuole il mondo islamico a quell'epoca aveva un suo leader internazionale che aveva più o meno lo stesso statuto che carlo magno poteva avere tra i cristiani una specie di imperatore con connotazioni anche sacrali religiose era il califfo il califfo di bagdad che gran parte del mondo arabo riconosceva appunto come capo politico e religioso ora al tempo di carlo magno il califfo di bagdad era un altro personaggio leggendario personaggio cioè che è davvero esistito ma che poi è passato nella letteratura è diventata una specie di icona harun al rashid il califfo di bagdad che per esempio nelle mille e una notte ritorna spesso come protagonista di racconti di leggende e che nell'immaginario collettivo e del mondo arabo è rimasto come una figura significativa appunto protagonista di innumerevoli aneddoti anche più di carlo magno se vogliamo eco con il califfo di bagdad carlo magno in generale ha avuto buonissimi rapporti tanto per cominciare non confinavano non avevano confini comuni quindi non avevano nessun motivo di litigare gli arabi di spagna che hanno dato tante scocciature a carlomagno erano ribelli al califfo noi obbedivano e quindi a fare una nascita non importava proprio niente che carlo magno combattesse in spagna anzi gli faceva forse piacere fra l'impero arabo e quello franco c'era una specie di cuscinetto l'impero bizantino odiato da tutti e due altro buon motivo per cui l'imperatore cristiano e il califfo islamico potevano benissimo andare d'accordo è fatto state in effetti d'accordo andavano noi sappiamo che si scambiavano con una certa frequenza ambasciate messaggeri regali su questo poi torneremo e che in generale si riconoscevano rispettivamente l'uno con l'altro come due grandi potenze internazionali abbastanza lontane che non hanno nessun motivo di bisticciare e che appunto si rispettano ma in modo particolare vorrei sottolineare che carlo magno aveva un motivo per cui gli conveniva avere buoni rapporti con il califfo di bagdad l'autorità del califfo a quell'epoca si stendeva anche sulla terra santa su gerusalemme che gli arabi avevano conquistato un po di tempo prima al tempo della loro grande espansione dopo maometto la terra santa e gerusalemme erano in mani arabe siccome appunto in quell'epoca l'islam era una civiltà aperta e tollerante interessante continuavano a esistere comunità cristiane continuava a esserci una chiesa cristiana un patriarca cristiano insediato a gerusalemme e i pellegrini europei andavano in pellegrinaggio al santo sepolcro dobbiamo anche pensare che per i cristiani del medioevo il pellegrinaggio era una cosa importante era un atto di fede molto sentito per cui era importante per i cristiani d'occidente sapere che si poteva andare liberamente in pellegrinaggio a gerusalemme al sepolcro di cristo e carlo magno stringe accordi con harun al rashid proprio in questo senso il califfo si impegna a garantire e proteggere i pellegrini cristiani che vengono in terrasanta anzi a un certo punto fa addirittura di più in segno di buona volontà regala a carlomagno il piccolissimo territorio su cui c'è il santo sepolcro in sepolcro di cristo che quindi va sotto la giurisdizione personale di carlo magno e infatti a un certo punto il patriarca cristiano di gerusalemme manda a carlomagno le chiavi del santo sepolcro riconoscendolo come protettore dei luoghi santi gli scambi di ambascerie fra carlo magno e il califfo di bagdad erano anche scambi di regali questo naturalmente faceva parte dell'etichetta dell'epoca due potenti si scambiavano non soltanto messaggi ma doni per dimostrare ciascuna non solo la sua buona volontà e la sua amicizia ma anche la sua potenza in effetti il regalo era una cosa un po a doppio taglio più e lussuoso il regalo è più in qualche modo guadagna in termini di immagine chi lo fa non chi lo riceve e quindi chiaramente era una gara per chi faceva i regali più sontuosi una gara che il califfo vinceva a mani basse perché non dobbiamo dimenticare che in quest'epoca come dire il livello di vita e di tecnologia dell'occidente e molto molto basso il mondo musulmano è chiaramente una marcia più avanti dal punto di vista appunto della ricchezza e questo si vede nei regali i cronisti occidentali quando raccontano che è arrivato un ambasciatore dal califfo e portava dei regali sono tutti lì con gli occhi spalancati e lungamente si fermano a commentare questi regali straordinari che arrivano scimmie tessuti preziosi aromi orientali unguenti un orologio meccanico con automi e suoneria una tenda da campo cosa mai vista in occidente evidentemente ecco carlo magno si sforzava in qualche modo per rispondere mandava al califfo cani da caccia cavalli muli però non si ha l'impressione che i cronisti arabi fossero molto impressionati da questi regali in generale il regalo più straordinario che a un certo punto a carlomagno riceve e l'elefante questa faccenda dell'elefante mandato in dono dal califfo a carlomagno fece una tale impressione che ne parlano parecchi contemporanei come se fosse veramente un affare di stato aveva anche un nome questo elefante si chiamava abu laban nome arabo che tutti i cronisti franchi devotamente ricopiano con precisione questo elefante abu laban arriva in occidente arriva al palazzo e fa sensazione questo non era un'epoca scientifica abbiamo pochissimi interventi di intellettuali di quest'epoca che abbiano un tono in qualche modo appunto di osservazione scientifica l'elefante fa eccezione nel caso dell'elefante c'è un intellettuale di corte un irlandese di qui che a un certo punto si mette a fare delle osservazioni scientifiche sull'elefante cosa appunto assolutamente inaudita per questi barbari questo irlandese dice beh i geografi romani quando parlano degli animali esotici dicono che l'elefante non si sdraia che dorme in piedi non è vero io ho visto che si sdraia come un bue e tutto il popolo del regno dei franchi ha visto la stessa cosa quando c'era l'elefante al tempo dell'imperatore carlo ecco possiamo solo immaginarsi queste folle che stazionavano fuori dal palazzo per vedere l'imperatore si ma soprattutto per vedere l'elefante che era evidentemente la cosa grandiosa tant'è vero che quando l'elefante muore poco tempo prima della morte di carlo magno la cosa viene visto come un pessimo presagio e gli annali di corte registrano questo fatto è morto l'elefante ecco detto questo dispiace dirlo ma va detto se uno va a vedere il protocollo del governo del califfo dove tutti i regali erano accuratamente graduati in base all'importanza di chi riceveva l'elefante secondo l'etichetta araba era classificato come un regalo di seconda categoria di quelli che si facevano ai sovrani subordinati inferiori questo naturalmente i franchi non lo sapevano e comunque gli ambasciatori di carlo che sono tornati con l'elefante anche se l'avevano capito all'imperatore non l'avranno detto ma cerchiamo un po di capire perché questo fu davvero l'avvenimento più importante non solo e non tanto forse per carlo magno che in fondo aveva già 60 anni aveva già compiuto il grosso delle sue imprese quanto per la posterità quanto per la storia d'europa ecco per capire la rilevanza di questo evento nella nostra storia bisogna tornare indietro bisogna ricordare che al tempo di carlo magno da parecchi secoli non c'era più un imperatore romano in occidente tutti ricordano la data del 476 quando venne deposto romolo augustolo e l'impero romano in europa occidentale cessò di funzionare o naturalmente c'era ancora un imperatore romano quello d'oriente quello che sedeva a costantinopoli ma l'occidente era stato conquistato dai barbari fra cui franchi che ormai ben conosciamo e i capi di questi barbari per quanto potenti non avevano mai osato prendere il titolo di imperatore si chiamavano semplicemente il re un titolo che secondo l'etichetta romana e bizantina era un titolo in realtà inferiore indicava il capo di un singolo popolo ecco era un titolo etnico in qualche modo mentre il concetto di imperatore aveva tutta un altra portata l'imperatore voleva dire qualcuno che può governare una moltitudine di popoli e il concetto di imperatore aveva anche un senso religioso in questa europa che ormai era tutta integralmente cristianizzata imperatore voleva dire uno che può pensare di dominare su tutto il mondo cristiano ecco carlomagno era inizialmente soltanto il re dei franchi ma noi sappiamo che progressivamente la sua attività politica e militare lo porta appunto allargare il suo potere sottomette i longobardi diventa re dei longobardi allarga la sua dominazione in germania su popoli nuovi i sassoni allarga il suo potere al di là dei pirenei sui cristiani che vivono in catalogna in buona sostanza carlo male nella sua maturità anche se continua a essere soltanto un re di fatto si trova a essere il capo praticamente di tutti i cristiani che vivono in occidente con pochissime eccezioni giusto quelli delle isole britanniche sfuggono al suo controllo ma in quel momento si tratta di territori lontani marginali invece per esempio anche tutti i cristiani che vivono in spagna sotto dominazione araba riconoscono in carlo magno la loro guida il loro protettore perfino le comunità cristiane in terra santa anche quelle sotto dominazione musulmana riconoscono nel re dei franchi il leader del mondo cristiano ecco questo nuovo statuto che carlo magno assume a un certo punto viene apertamente discusso dai suoi contemporanei nella letteratura prodotta alla sua corte e anche nelle lettere nella corrispondenza diplomatica si comincia a parlare appunto di carlo magno come del capo di un nuovo israele se ne parla come del nuovo davide ed è nuovo costantino e questo è fondamentale perché costantino era stato l'imperatore che tanti secoli prima aveva traghettato l'impero romano verso il cristianesimo che per la prima volta aveva dimostrato che queste due realtà che fino a quel momento si erano combattute l'impero e il cristianesimo potevano invece collaborare addirittura sovrapporsi ecco quando noi vediamo che ancora prima dell'anno 800 prima dell'incoronazione imperiale intorno a carlo si comincia a parlare di lui come di un nuovo costantino e si comincia a parlare dei suoi possedimenti come di un impero cristiano ecco ci rendiamo conto che qualcosa è cambiato profondamente negli equilibri politici dell'europa l'incoronazione imperiale di carlo magno avviene a roma in san pietro e questo è un dato estremamente significativo diventare imperatore non è qualcosa che ora è anche un re potente come diventato carlo possa fare di sua iniziativa per assumere un titolo del genere e non farsi ridere dietro dalla gente ma al contrario far accettare questo nuovo rango dai popoli sottomessi anche carlo magno ha bisogno di una legittimazione ha bisogno che un potere ancora superiore garantisca che lui davvero è il nuovo imperatore e questo potere ancora superiore soltanto dio che può darlo dio è il suo rappresentante in terra il papa a roma il fatto che i papi a un certo punto abbiamo cominciato a prendere in considerazione l'idea che forse il re dei franchi poteva essere trasformato in un nuovo imperatore romano è una svolta politica enormemente importante è veramente difficile esagerare l'importanza di questa cosa anche per la formazione di una certa idea d'europa perché appunto ricordiamocelo anche se noi in occidente lo dimentichiamo facilmente l'impero romano non era morto continuava a esistere ea prosperare nella parte orientale del mondo cristiano è però questa parte orientale lentamente si stava distaccando dall occidente in occidente si scriveva in latino e in oriente si parlava si scriveva si pregava in greco in occidente più o meno tutte le chiese locali accettavano di riconoscere nel vescovo di roma nel successore di san pietro il loro leader mentre le chiese greche erano molto meno convinte erano molto meno convinte del fatto che davvero si dovesse in qualche modo subordinarsi a un vescovo occidentale latino sia pure prestigioso come quello di roma ora i papi di roma da molto tempo avevano capito di aver bisogno di un forte alleato in occidente da molto tempo avevano avviato un rapporto come dire privilegiato con il re franco sappiamo che le guerre di carlo magno erano sempre state benedette dai papi come guerre contro i pagani contro i nemici di dio però al tempo stesso i papi avevano sempre mantenuto uno stretto rapporto col vero imperatore romano chiamiamolo così perché in fondo è così col vero imperatore romano che stava costantinopoli bene quello che succede a un certo punto è che rende possibile l'incoronazione imperiale di carlo magno e che questo rapporto fra roma e il mondo greco cristiano entra in crisi al tempo di carlo magno i papi non sono più per niente soddisfatti di quello che sta succedendo tra i cristiani d'oriente fra i cristiani dei balcani dell'asia minore perché questo in fondo è l'impero bizantino l'imperatore bizantino si dà tante aree ma non è più capace di difendere l'italia se dipendesse da lui i longobardi avrebbero conquistato roma da un pezzo sono i franchi che l'hanno difesa la chiesa greca certo sono fratelli sono cristiani anche loro ma intanto non si capisce quando parlano e la loro liturgia non è più tanto simile alla nostra se siano loro se siamo noi che abbiamo cambiato chi lo sa ma certo la liturgia della chiesa greca vista da roma comincia a far alzare qualche sopracciglio e viceversa naturalmente le due chiese non si capiscono si parlano poco si vogliono bene sempre meno e in questo contesto sostanzialmente che a roma può cominciare a maturare questo progetto che a questo punto si capisce è destinato avere conseguenze epocali perché vuol dire tagliare il cordone ombelicale con la cristianità d'oriente e con l'europa orientale e decidere che l'occidente l'occidente ha radice latina e germanica d'ora in poi farà da sé tanto da ricrearsi un suo imperatore occidentale e che se dio vuole parla e scrive in latino e non in greco che si possa realizzare un progetto colossale come l'incoronazione del re dei franchi al nuovo imperatore romano nuovo imperatore d'occidente e naturalmente occorrono anche delle condizioni come dire politiche del momento delle condizioni congiunturali e queste condizioni si realizzano appunto con l'avvicinarsi dell'anno 800 a roma è stato eletto un nuovo papa leone iii e questo nuovo papa è un personaggio controverso certamente è un personaggio politicamente debole isolato non ai legami giusti con le grandi famiglie romane e con le fazioni della corte pontificia e questo conta a quell'epoca non ai legami giusti è visto con diffidenza e un parvenu e sul suo conto sul conto di questo nuovo papa leone iii cominciano presto a circolare voci inquietanti accuse di malversazioni di gestione disinvolta dei fondi accuse anche che riguardano la sua vita privata ecco queste accuse a un certo punto arrivano anche alla corte di carlo magno che dopotutto non è ancora l'imperatore ma è già da un pezzo il grande re dell'occidente il leader di tutti i cristiani queste voci arrivano a carlomagno decide che il suo dovere indagare certo non è facile indagare sul papa questo ci dà la misura della statura politica che aveva ormai raggiunto carlo è lui che può assumersi la responsabilità di mandare una commissione di inchiesta a roma per verificare se queste strane voci che corrono sul conto del papa in qualche modo abbiano un fondamento noi ne sappiamo molto poco si può immaginare che una vicenda del genere sia stata insabbiata molto profondamente però qualche cosa che non funzionava c'era di sicuro la commissione d'inchiesta che arriva a roma spedisce un rapporto a carlomagno e carlo magno lo legge insieme con i suoi più intimi con laboratori con alcuino per esempio e poi decide di bruciarlo che nessuno deve vederlo questo rapporto su cosa davvero sta combinando il papa e alcuino risponde ai vescovi della commissione di inchiesta che se ne stanno a roma a continuare un'indagine la risposta di alcuno ce l'abbiamo e l'argomento principale è chi è senza peccato scagli la prima pietra quindi insomma evidentemente qualche cosa sulla moralità di questo papa leone iii c'era bene a un certo punto la situazione precipita a roma c'è un insurrezione dei nemici di leone iii leone iii fugge da roma fugge da roma va a rifugiarsi presso carlo che in questo momento si trova nel cuore della germania nel cuore della sassonia conquistata a paderborn dove sta edificando una nuova città prima che arrivi il papa arrivano voci mirabolanti sul suo conto si dice che i congiurati l'hanno aggredito e prima di lasciarlo andare l'anno accecato e gli hanno tagliato la lingua ecco queste erano simpatiche abitudini bizantine per cui quando non si voleva avere sulla coscienza una morte si toglievano di mezzo i nemici politici impedendogli di continuare a fare politica accecare qualcuno e tagliarli la lingua era in modo garantito per impedirgli di continuare a fare politica senza avere come dire la sua morte sulla coscienza dunque grande aspettativa grande ansia poi il papa finalmente arriva a paderborn attraversato mezza europa in fuga da roma momentanea delusione a quanto pare il papa ci vede benissimo e parla ma leone iii spiega che davvero gli avevano cavato gli occhi e gli avevano strappato la lingua e poi la provvidenza miracolosamente gli ha fatto ricrescere tutto e tutto sommato per cortesia si fa finta di credergli ecco è in questo momento nell'estate 799 nel caldo soffocante di paderborn che carlo magno e il papa cominciano seriamente a discutere di questa cosa grandiosa che vogliono fare l'incoronazione imperiale di carlo magno nel corso dell'anno 800 vengono perfezionati i dettagli della cerimonia possiamo soltanto immaginare perché ne sappiamo poco ma certamente ci saranno voluti negoziati anche intensi fra la corte papale e quelle del re franco per arrivare a stabilire insomma i particolari di una svolta politica così grossa finalmente nell'autunno dell'ottocento carlomagno scende a roma scende a roma il papa gli va incontro con tutte le forme previste per gli antichi imperatori già capiamo insomma qual è il clima è finalmente il giorno di natale dopo che carlo magno ha pubblicamente assolto il papa da tutte le accuse che circolavano sul suo conto finalmente il giorno di natale avviene la cerimonia carlo entra nella basilica di san pietro per pregare e mentre è inginocchiato a pregare il papa gli si avvicina e gli mette sulla testa la corona imperiale il popolo circostante che poi sarà stato essenzialmente il clero della basilica vaticana acclama carlo come imperatore augusto dei romani ecco sono state rispettate notiamo lo tutte le forme classiche previste dal rituale imperiale romano è veramente nelle intenzioni l'impero romano che dopo una sospensione ricomincia a funzionare in occidente la corona per esempio beh noi siamo abituati a immaginare che ogni re abbia una corona in testa e invece la corona a quell'epoca praticamente non esisteva il re barbari non avevano corona la corona o meglio il diadema era esclusivamente un simbolo imperiale quindi possiamo immaginare appunto la rilevanza politica di questo gesto con cui il papa la pone sul capo di carlo però però però in questa faccenda ci sono anche delle stranezze eginardo il biografo di carlo magno sostiene che carlo uscì furibondo da san pietro non era per niente contento di come erano andate le cose e anzi secondo eginardo carlomagno affermò che se avesse saputo che andava a finire così quel giorno non sarebbe andato a san pietro ecco tutti naturalmente si sono scervellati per capire che cosa voleva dire eginardo con questa storia sarebbe ingenuo pensare che il papa abbia incoronato imperatore carlo magno a sorpresa è che carlo mariano ne sapesse niente è chiarissimo che un passo di questo genere era stato lungamente preparato quindi il punto non è questo può anche darsi beninteso noi dobbiamo fare attenzione a fidarci dei nostri cronisti eginardo stava imitando spudoratamente svetonio l'autore delle vite dei cesari e svetonio questo punto antico storico romano regolarmente sottolineava la modestia degli imperatori che non volevano quest'onore che facevano di tutto per respingerlo ecco quindi può anche darsi che quando eginardo dice che carlo magno era scontento stia semplicemente costruendo questo quadretto della modestia del suo protagonista ma può anche darsi che ci sia qualcosa di più e questo qualcosa di più sta proprio nel tipo di cerimoniale che era stato applicato il papa ha messo con le sue mani la corona sulla testa di carlo e questo ha una valenza simbolica e per questa gente la simbologia politica era fondamentale è il papa che l'ha incoronato questo potere carlo lo ha ricevuto dal papa e come sottolineare che il papa in qualche modo sta su un gradino superiore e siccome noi sappiamo bene che per tutto il medioevo gli imperatori successore di carlo magno avranno interminabili fastidi da parte dei papi che appunto pretendono di essere superiori ecco possiamo immaginare che un politico sveglio come carlo magno abbia colto subito queste implicazioni e forse è per quello che dopotutto non era tanto contento quando uscì da san pietro già come re dei franchi e poi ancora di più dopo la sua incoronazione imperatore carlo magno esercitava un potere assoluto sui suoi sui nervi era una figura sacra del resto l'incoronazione comportava anche l'unzione con l'olio benedetto e questa unzione faceva del re è un personaggio diverso dai semplici laici ne faceva quasi un sacerdote tanto che la formula ricorda a proposito di carlo magno re e sacerdote certo calo ma non si è mai messo in testa di dire messa e non avrebbe potuto farlo ma era sacerdote in quanto in qualche modo rappresentava il tramite fra i suoi popoli ed io era una figura sacra e non per niente sappiamo che nella giornata di carlo magno avevano così tanta importanza i rituali religiosi non per niente carlo magno si svegliava ogni mattina all'alba per sentire il mattutino e concludeva la sua giornata con la messa questo colloquio quotidiano con dio era parte integrante dei suoi doveri e da questo deriva va il potere di vita e di morte che il re e poi imperatore aveva sui suoi sudditi normalmente a quest'epoca se qualcuno commetteva un omicidio non era neanche la legge che si preoccupava di punirlo era la famiglia del morto che aveva il diritto di trarre vendetta e il re rispettava questa vendetta era parte delle regole del gioco ma invece sei il re faceva mettere a morte qualcuno nessuno aveva il diritto di vendicarlo questo era stabilito chiaramente nella legge se qualcuno insieme col re avrà ucciso un uomo non sia colpevole di nulla poiché infatti crediamo che i cuori dei re siano nelle mani di dio e questa è una citazione della bibbia dal libro dei proverbi non è possibile vendicare colui che il re ha ordinato di uccidere però dobbiamo fare attenzione perché questo potere di vita e di morte che carlo magno aveva su tutti i suoi sudditi era temperato era moderato da obblighi molto precisi un re un imperatore non poteva essere un tiranno il suo potere doveva essere esercitato con moderazione e la chiesa sorvegliava l'esercizio del potere tutti sapevano distinguere perfettamente un re che esercitava il suo potere assoluto nell'interesse collettivo mentre invece il sovrano che lo esercitava in modo capriccioso perdeva i suoi diritti contro di lui era possibile ribellarsi e anzi in generale i sovrani capricciosi avevano lungo carlomagno dunque si trovava in questa situazione contraddittoria personaggio sacro che faceva da tramite fra dio e i suoi sudditi che esercitava sulla gente un potere di vita e di morte ma che era tenuto a esercitarlo con moderazione con clemenza e questo questo ultimo punto della clemenza vale la pena di fermarci perché ci dà anche il senso delle differenze fra un'epoca e l'altra carlomagno lo sappiamo era un personaggio facilmente collerico che in vita sua ha commesso anche cessi crudeltà ma appunto erano eccessi di cui poi doveva fare penitenza il suo ruolo era un altro è quello che colpisce di più è il fatto che molto spesso i nemici peggiori di carlo magno i ribelli più ostinati quando vengono alla fine catturati non sono messi a morte carlo magno quando ha nelle sue mani il re desiderio oppure tassilo né duca di baviera che più volte si era ribellato contro di lui infrangendo la sua fede li fa chiudere in monastero perché passino lì il resto dei loro giorni meditando sui loro peccati e se possibile salvandosi l'anima ecco la differenza rispetto alle usanze politiche anche soltanto del ventesimo secolo è evidente e ci dà appunto il senso di questo potere che non era una tirannide il potere del reno era moderato dal suo stesso popolo infatti uno degli obblighi principali di carlo magno come re dei franchi e poi imperatore era di radunare ogni anno un'assemblea che in teoria avrebbe dovuto essere e continuava a essere chiamata l'assemblea di tutti i franchi questa era un'usanza ancestrale che risaliva al tempo in quelli franchi erano soltanto una tribù nomade ecco dobbiamo immaginarci li quei franchi dei primi tempi un pochino come gli indiani d'america sostanzialmente pochi tutti i guerrieri liberi tutti sullo stesso piano anche quando eleggono un capo questo capo è tenuto a confrontarsi con l'insieme dei suoi guerrieri tutti i popoli germanici ai vecchi tempi funzionavano così tutti i popoli germanici erano abituati a radunare ogni anno in primavera l'insieme dei guerrieri per discutere tutto ciò che andava discusso con il re ecco naturalmente al tempo di carlo magno la cosa da un pochino cambiata in carlomagno governava un impero immenso in cui vivevano milioni di uomini liberi ovviamente era del tutto escluso che si potesse radunare in assemblea la gente è però l'assemblea come istituzione continuava a funzionare era un obbligo preciso di carlo magno ogni anno in primavera convocare i rappresentanti del suo popolo naturalmente attenzione non facciamoci un'immagine troppo democratica i rappresentanti non erano eletti erano i capi locali i conti che carlo magno collocava a governare le province erano i vescovi come leader spirituali del popolo questa era la gente che carlo magno ogni anno raduna va in assemblea ma questo era comunque un momento indispensabile carlomagno non poteva prendere decisioni non poteva promulgare nuove leggi senza comunicarle all'assemblea e ottenere l'approvazione dell'assemblea no noi sappiamo in realtà molto poco su come funzionavano i lavori e io ho qualche dubbio sul fatto che si potesse per esempio votare contro non era quello il clima credo e tuttavia era come dire un momento simbolico in cui si celebrava la concordia fra il sovrano e il suo popolo questa assemblea si teneva in origine all'inizio della primavera a marzo infatti aveva anche un suo nome si chiamava il campo di marzo e si teneva a inizio primavera perché poi franchi impiegavano il resto dell'anno a fare quello che gli piaceva fare di più e che sapevano fare bene cioè la guerra siccome nell'esercito di carlo magno e ne parleremo poi anche di questo la cavalleria contava sempre di più e quindi le spedizioni militari di carlo comportavano lo spostamento di un gran numero di cavalli e poi di buoi per trainare carrell e rifornimenti col tempo la data dell'assemblea si sposta sempre più avanti perché si deve aspettare che ci sia l'erba nei prati in abbondanza perché subito dopo l'assemblea si parte in guerra quindi le assemblee di carlo sono convocate sempre più tardi in tarda primavera a inizio estate ma il momento rimane è davvero come dire fissa ciclicamente l'andamento degli anni ogni anno c'è l'assemblea e poi la guerra e questa cosa è talmente fondamentale che una volta succede nell'estate del 790 che carlomagno non ha nessun nemico da combattere non è riuscito a mettere in piedi una guerra è l'unica volta in vita sua ve ne scrivono i cronisti che il re quell'anno per non dare l'impressione di intorpidirsi nell'ozio e buttare via il tempo navigò lungo il fiume meno fino al suo palazzo di sense e da lì ridiscesi il fiume e se ne ritornò a bonus ecco finché la vecchiaia nolo inchioderà il re non può fermarsi perché tutto il popolo franco vive in lui una caratteristica fondamentale del potere di un rai franco come carlo magno era anche il fatto che il re dove va continuamente spostarsi all'interno del suo regno non esisteva in quest'epoca nemmeno il concetto di una capitale altri stati ben più antichi come l'impero di costantinopoli per esempio avevano una capitale perfino i longobardi in italia avevano una loro capitale a pavia i franchi non avevano la capitale carlo magno passa tutta la sua vita spostandosi incessantemente all'interno del suo regno dove possiede grandi proprietà fondiarie ville in campagna e carlo magno col suo seguito si sposta da una di queste ville all'altra oppure visita le diverse città va a controllare e sorvegliare i vari vescovi sorveglia il funzionamento degli uffici periferici dell'impero non si ferma mai ecco una volta si credeva che questo dipendesse dal fatto che l'economia era talmente primitiva che non era possibile neanche l'approvvigionamento della corte e quindi carlo magno con tutti i suoi uomini si doveva spostare da una zona all'altra come un branco di cavallette per consumare sul posto le scorte alimentari i sacchi di grano i porci salati le botti di vino quando tutto era finito si spostavano da un'altra parte in realtà questa è un'immagine in qualche misura anche esagerata spostarsi era parte dell'arte di governo il re doveva farsi vedere doveva far sentire fisicamente la sua presenza farsi vedere dai sudditi in un'epoca senza massmedia evidentemente è soltanto dove lui era presente di persona le cose funzionavano dunque non c'era una capitale vera e propria questo può entrare in contraddizione con l'immagine che abbiamo di solito della capitale di carlo magno aquisgrana ma in realtà aquisgrana non è una vera capitale aquisgrana è semplicemente un posto dove carlo magno specialmente negli ultimi anni ama tornare molto più spesso che altrove e per un motivo semplicissimo aquisgrana era un centro termale aquisgrana c'erano le acque calde che fin dal tempo degli antichi romani erano famose in tutta europa ea carlo magno queste cose piacevano carlomagno ha sempre amato stare nell'acqua la piscina le acque calde le terme e quando trova questo posto che ha appunto degli impianti termali formidabili decide che quello il posto dove vi piace stare specialmente nell'età appunto matura e poi in vecchiaia quando gli acciacchi si fanno sentire carlo magno sempre più spesso torna ogni anno dopo la guerra ad aquisgrana a riposarsi a passare l'inverno in piscina e quindi aquisgrana naturalmente anche un grosso o sviluppo urbanistico carlo si fa costruire un palazzo e naturalmente siccome queste cose hanno una valenza simbolica manda degli architetti a costantinopoli per vedere un po come sono i palazzi dell'imperatore bizantino e poi se li fa copiare manda gente in italia a roma a portar via statue marmi preziosi però comunque questo palazzo è una residenza non si tratta di una capitale nel senso di governo il governo e ovunque si trova in re con i suoi collaboratori lo stesso termine di palazzo che loro usano molto non indica tanto l'edificio il palazzo nelle fonti dell'epoca di carlo magno e l'insieme dei collaboratori del re di quelli che fanno andare avanti la macchina amministrativa sono la gente del palazzo i palatini e questa parola è quella che poi in italiano con pronuncia modificata ha dato i paladini ecco i paladini che noi immaginiamo appunto in un'aura gloriosa il paladino orlando solo in origine semplicemente il gruppetto la squadra dei collaboratori amministrativi del re che si spostano con lui e da qualunque sede sono in grado di far funzionare l'impero la preoccupazione di mantenere come dire un filo diretto con il popolo con la gente è molto forte in carlo magno e ci sono alcuni momenti della sua vita in cui questo rapporto diretto con i sudditi emerge in modo che è abbastanza impressionante anche per noi oggi se poi pensiamo ai mezzi dell'epoca la cosa è ancora più impressionante ecco in primo luogo carlomagno che come sovrano emanava leggi le faceva approvare dall'assemblea lo sappiamo ma sappiamo anche che questa approvazione insomma non era difficile da ottenere e bene però quando queste leggi andavano a cambiare le consuetudini tradizionali dei suoi popoli perfino carlomagno il sovrano che dominava tutti i cristiani d'occidente perfino lui sente il bisogno di far approvare queste novità dalla gente ci sono alcuni momenti straordinari in cui carlo magno emana nuove leggi che cambiano magari anche gli aspetti marginali le leggi tradizionali ancestrali per esempio dei bavari ebbene in questo caso carlomagno manda disposizioni ai suoi funzionari in baviera dove dice adesso voi convocate tutti gli uomini liberi ognuno nella sua zona ognuno nella sua provincia fatte queste grandi assemblee leggete alla gente le nuove leggi e poi per iscritto io voglio che ogni uomo libero della baviera venga a firmare o più facilmente a mettere il suo segno di croce perché la grande maggioranza dei laici erano analfabeti in modo che si sappia che queste nuove leggi sono state approvate ancora più impressionante è l'occasione anzi sono due occasioni in cui carlo magno organizza un giuramento di fedeltà a lui come sovrano e impone che tutti gli abitanti dell'impero si presentino a prestare questo giuramento di fedeltà di nuovo attenzione pensiamo le condizioni dell'epoca un impero che si estende da barcellona amburgo quasi senza strade o comunque con strade miserabili senza mezzi di comunicazione che non siano corni perché a cavallo portano le lettere ebbene in queste condizioni carlo magno organizza due volte un giuramento di fedeltà collettivo in cui chiede che attraverso le autorità locali tutti gli uomini liberi o si intende i maschi maggiorenni le donne tanto obbediscono ai maschi e quindi non c'è bisogno di farle girare ma tutti i maschi maggiorenni sono convocati dalle autorità locali e tutti in tutto l'impero pronunciano pubblicamente con la mano sul vangelo una stessa formula di fedeltà a carlo e con l'organizzazione di questa cosa e forse come dire l'aspetto più sbalorditivo dell'attività amministrativa di carlo magno noi conosciamo le formule anche ci sono rimaste io tale prometto nei confronti del mio signore il re carlo e dei suoi figli che gli sono fedeli non po sgrammaticato ma anche nel latino originario è così e lo sarò per tutta la mia vita senza inganno e cattive intenzioni e a noi sono rimaste le lettere che dicono tutti i monaci convocati dal loro batte devono giurare tutti i preti convocati dal vescovo tutti i servi convocati dai loro padroni e così via insomma qualche anno dopo dopo che carlo magno diventa imperatore decide che non basta più bisogna far rifare il giuramento questa volta menzionandolo come imperatore e non più soltanto re è un'altra volta si rimette in movimento tutta questa faticosissima macchina amministrativa e tutti gli abitanti dell'impero sono chiamati a giurare con la mano sul vangelo e quindi impegnandosi la loro anima e questa era gente che a queste cose ci credeva tutti sono chiamati pubblicamente a giurare fedeltà al sovrano il potere di carlo magno si reggerà in gran parte sulla collaborazione con la chiesa non dobbiamo pensare che a quell'epoca la separazione tra stato e chiesa come la conosciamo noi praticamente non esisteva il re si considerava il capo non soltanto del suo popolo ma anche della chiesa del paese il ruolo del papà era importante sì ma da un punto di vista piuttosto onorifico chi controllava poi davvero la vita della chiesa fino al punto di nominare i vescovi era il re e naturalmente la chiesa a questo punto era considerata come parte integrante dell apparato di governo carlo magno abbiamo detto aveva una sua ristretta squadra di collaboratori che formava il palazzo e che lo seguiva dappertutto in questa squadra di collaboratori una parte importante era formata dai crisi astici naturalmente dobbiamo anche pensare che gli uomini di chiesa erano non gli unici ma quasi che per mestiere dovevano saper leggere e scrivere e ovviamente per governare un impero personale che sa leggere e scrivere fa comodo e quindi gran parte degli uomini che governavano per conto di carlo erano naturalmente uomini di chiesa ma se ancora qualcosa di più qualcosa di più sottile se vogliamo qualcosa che ha a che fare con la natura sacrale della persona di carlo questore che ogni giorno lo abbiamo già detto ma ripetiamolo perché è fondamentale che ogni giorno sente messa e non solo la messa ma il mattutino all'alba e i vespri alla sera deve essere sempre accompagnato da una squadra di ecclesiastici che sono addetti a questa liturgia e non è una pura forma è fondamentale perché le cose vadano bene perché il regno prosperi perché le guerre si vincano perché non ci siano epidemie perché i raccolti vadano bene è fondamentale che dio sia contento del re e perché dio sia contento di carlo bisogna che lo veda ogni giorno seguire con devozione gli uffici di vini quindi la squadra degli ecclesiastici che accompagna il re in tutti i suoi spostamenti e che ogni giorno mette in piedi per lui la messa e le altre liturgie ha una funzione in realtà fondamentale nel governo è uno di quegli aspetti su cui mi fermo perché insomma la nostra mentalità è diversa ovviamente se noi vogliamo provare a capire chi era come uomo carlo e che gente era quella che gli stava intorno queste cose dobbiamo dirle la squadra degli ecclesiastici che accompagnava il re tutti i giorni si chiamava la cappella e questi uomini di chiesa si chiamavano i cappellani cosa abbastanza ovvia vista da oggi perché questi termini di cappella e cappellani sono entrati nell'uso comune oggi per noi qualunque chiesetta di campagna e una cappella e di cappellani ce ne sono tanti compresi i cappellani militari e interessante notare e credo che pochi lo sappiano che queste espressioni cappella cappellani nascono proprio alla corte del re franco e hanno un'origine molto curiosa il santo protettore di carlo magno il santo protettore di tutto il regno franco era san martino il più grande santo della gallia lo conosciamo san martino quello che con un colpo di spada ha tagliato in due il suo mantello per darne meta al povero il mantello come si chiamava questo mantello nelle fonti dell'epoca in latino si chiamava la k ora la reliquia più preziosa che i re franchi possedevano e che li accompagnava sempre per garantirgli la protezione di san martino era appunto un frammento della cappa di san martino avevano questo frammento lo conservavano gelosamente questo frammento della cappa era conservato in quella che veniva chiamata appunto la cappella e gli uomini addetti a conservarla gli uomini addetti a conservare questa cappa erano i cappellani quindi in origine cappellani sono soltanto gli ecclesiastici della corte di carlo magno che custodiscono la cappa di san martino [Musica] la sorveglianza di carlo magno sulla chiesa era molto stretta e carlo magno era quello che nominava i vescovi lo abbiamo detto ma anche questo vale la pena di ripeterlo perché è qualche cosa che entra in contraddizione con le nostre abitudini noi oggi siamo abituati a una chiesa cattolica in cui è il papa che da roma nomina e sorveglia tutti i vescovi della cattolicita allora era un po diverso il prestigio del papa non si spingeva fino a permettergli di nominare i vescovi era l'imperatore che li nominava oddio se volessimo essere veramente precisi l'imperatore si limitava a suggerire i candidati giusti in modo che poi il clero di ogni città potesse procedere a un elezione ma tutto quello che sappiamo ci fa pensare che questi suggerimenti di carlo magno dovessero essere presi molto sul serio questo vuole anche dire che la squadra dei cappellani intorno a carlomagno era un po come il vivaio dove lui sceglieva le persone che lo avevano colpito e gli faceva fare carriera essere cappellano del palazzo voleva dire essere ben avviati per diventare un giorno vescovo possiamo immaginare che quando arrivava la notizia che un vescovo era morto si mettessero subito il movimento parecchi candidati tra la soddisfazione generale si era liberato un posto e quindi era il momento di far intervenire le amicizie importanti chi era ben piazzato presso la reggina la pregava di dire una parola buona al marito che aveva amici importanti si faceva raccomandare e carlo magno sceglieva su questa sua capacità appunto di promuovere gli uomini della sua corte e di creare i vescovi c'è un gran numero di aneddoti e chiaramente questa insomma è una facoltà che colpiva i contemporanei questore che di sua iniziativa nomina i vescovi per esempio si racconta di quel chierico della corte che venne informato chi sarebbe stato nominato vescovo la nomina era già pronta solo da firmare il chierico naturalmente comincia festeggiare invita tutti gli amici fanno una grande bevuta questa è la gente che beveva molto e che si ubriacava volentieri fanno una grande bevuta finiscono tutti sotto il tavolo all'alba carlo magno si alza e va in chiesa per il mattutino come al solito tutti i chierici sono presenti il mattutino dobbiamo tener presente anche questo era una liturgia complessa cantata richiedeva la presenza di molti preti ed ecclesiastici che dovevano cantare a turno i vari pezzi della liturgia benissimo carlo magno e li avvolto nel suo lungo mantello forse sonnecchia anche un po ma intanto segue quello che sta succedendo tutti cantano a turno improvvisamente la liturgia si interrompe costernazione generale carlo magno si scuote comincia a guardarsi intorno con aria seccata ovviamente quando carlo magno era seccato il clima non era dei migliori cosa succede manca 1 la liturgia sia interrotta perché manca un chierico e naturalmente era proprio quello che era stato appena nominato vescovo e che aveva passato la notte a bere e che in quel momento giaceva ubriaco sotto il tavolo carlo magno definitivamente stizzito grugnisce benché qualcuno canti e a questo punto un ecclesiastico molto povero sconosciuto appena arrivato a corte prende il coraggio a due mani e canta il versetto giusto il finale naturalmente possiamo immaginarselo il poveretto appena arrivato viene nominato vescovo è quello che si era ubriacato e non era intervenuto perde il posto naturalmente alla gente piaceva pensare che l'imperatore fosse come dire un uomo si emotivo come tutti noi simile a noi ma in fondo buono e giusto e probabile che dietro le nomine dei vescovi ci fossero appunto scelte politiche calcoli di amicizie di raccomandazioni ben diverse però tutto sommato anche a noi piace immaginarci che ogni tanto episodi di questo genere potessero succedere davvero carlo magno sfruttata molto liberamente le ricchezze della chiesa da dire la verità le considerava un po roba sua e i vescovi li considerava un po come gente sua che veniva piazzata nelle varie diocesi che doveva amministrare le ricchezze della chiesa e tenerle sempre a disposizione del sovrano che le usava appunto con la massima libertà in modo particolare l'abitudine era che ogni anno ogni vescovo e ogni abate di un monastero doveva trasmettere al palazzo dei regali non dobbiamo però immaginarsi dei regali del tipo punto di oggetti o pensierini no regali erano i carri carichi di provviste le mandrie di bestiame gli uomini armati pronti a combattere tutto un insieme di risorse che erano indispensabili per il funzionamento dell'impero e specialmente delle sue guerre questi regali che carlo magno si aspettava dalla chiesa erano una parte istituzionale strutturata nel funzionamento dell'impero e curioso notare che la parola stessa regalo che noi usiamo nasce da questo gli antichi romani non usavano la parola regalo dicevano donum dono come mai noi usiamo poco la parola dono è invece la parola che è entrata in usa normalmente è appunto regalo qual è l'origine regalo viene dare il regalo è ciò che spetta al re ogni vescovo ma anche ogni notabile dell'impero sa che il re ogni anno vuole grossi regali da lui sa che l'impero funziona grazie a questi regali grazie a queste risorse quindi il regalo è ciò che spetta al re e da qui la parola entra in uso si diffonde sostituisce la vecchia parola latina dono questi regali come potete immaginare non erano a questo punto granché spontanei e abbiamo conservato una lettera di carlo magno a un abate che nell'anno 806 gli dà istruzioni di indica il luogo in cui si radunerà l'assemblea e gli dice quanto ai regali che ci devi portare all'assemblea mandalay entro la metà di maggio e se per caso potrai organizzare il tuo itinerario in modo a portarceli di persona preferiamo che tu faccia così e vedi di non essere negligente se vuoi conservare la nostra grazia ecco come si vede originariamente il concetto di regalo non prevedeva la spontaneità e a questo carlomagno teneva molto ci sono aneddoti in cui lo vediamo anche come dire nella sua versione più spiacevole e implacabile quando qualche vescovo lo delude va dal punto di vista dei regali per esempio si racconta di una volta che carlo magno arriva improvvisamente in una città naturalmente cosa fa si insedia a casa del vescovo il vescovo sta lì anche per quello per poter ospitare l'imperatore ogni volta che passa sperando che se ne vada presto perché ovviamente è piuttosto costoso ospitare carlo e il suo seguito e venerdì non si può mangiare carne il vescovo non trova neanche pesce si riduce a servire a carlomagno un formaggio carlomagno comincia a mangiare questo formaggio il vescovo che assiste al pasto non è seduto a tavola naturalmente ma insieme con i domestici sta lì in piedi ad assistere vede che carlo magno tagliavia la crosta del formaggio e non si trattiene gli dissi ma cosa fai guarda che quella la parte più buona carlo magno era uno che a volte stava lo scherzo a volte invece gli saltava la mosca al naso stavolta si offende assaggia la crosta dice però è vero hai ragione benissimo d'ora in poi ogni anno mi manderà in regalo due carri di questi formaggi vescovo costernato fa e ma io non sono sicuro poi ritrovarli sempre di questa qualità sempre così buoni ma carlo e implacabile gli spiega tool i tagli a metà controlli se sono buoni gli richiudi e me li mandi se non sono tanto buoni puoi anche tenerli per te finora abbiamo visto un impero in cui l'economia era molto più naturale che monetaria in cui perfino le tasse si pagavano in natura carri carichi di grano bestiame la moneta esisteva però naturalmente non circolava moltissimo perché la moneta era preziosa al tempo di carlo magno si coniava una monetina d'argento chiamata il denaro e con 12 denari si comprava un bue quindi come si può immaginare per le transazioni spiccioli denaro non serviva però comunque il denaro c'era circolava e anzi la riforma monetaria di carlo magno è uno degli aspetti più interessanti del suo governo e anche di quelli che hanno avuto conseguenze più di lungo periodo potremmo quasi dire fino a oggi tanto per cominciare carlomagno unifica la moneta del suo impero l'impero l'ha costruito conquistando nuovi reni nuovi territori prima in ciascun regno correvano monete locali carlomagno sente l'importanza di dare alla sua europa una moneta unica e stabilisce che in tutto l'impero dovrà essere coniato un unico tipo di moneta appunto il denaro d'argento secondo specifiche ufficiali che devono essere uguali in tutte le zecche a questo punto non ci stupisce che qualcuno un po scherzosamente ma non troppo abbia parlato del denaro di carlo magno come di un proto euro effettivamente è la prima volta dopo i tempi dell'impero romano che in europa un'unica moneta corre in tutto il continente il significato politico di questa misura è evidente le monete passavano di mano in mano ed erano garantite dal fatto che sopra c'era il faccione dell'imperatore e il suo nome il nome la gente non sapeva leggere ma il faccione lo riconosceva e quindi sapeva che quella moneta era di buon argento e del peso giusto perché l'imperatore lo garantiva evidente quindi la funzione appunto politica di stabilità di garanzia che la moneta da non è un caso se nelle leggi di carlo magno al sahri sono puniti in modo estremamente feroce raramente lo sappiamo le leggi del tempo condannavano a morte i delinquenti per i falsare si fa un'eccezione ma appunto perché falsificare una moneta non è soltanto un reato economico falsificare una moneta vuol dire far perdere la faccia al re vuol dire che la gente non si può più fidare che quella moneta con sopra la faccia di carlo magno sia buona e quindi il falsario è colpevole di lesa maestà ed è condannato a morte dopodiché particolarmente importante per le sue conseguenze durature e il fatto che carlo magno stabilisce delle regole precise per la coniazione di questi denari d'argento carlomagno vuole che questi denari abbiano tutti lo stesso peso e quindi manda questo tipo di istruzioni alle zecche ogni zecche deve prendere un certo peso d'argento una libbra e da questa libra d'argento deve collegare 240 denari non uno di più non uno di meno in questo modo è garantito che ogni denaro avrà il peso giusto ecco perché questo interessante perché in realtà in questo modo si uniscono il concetto del valore del denaro con quello del peso la libera per l'appunto col tempo quando il denaro si svaluta c'è l'inflazione anche nel medioevo non soltanto oggi la gente comincia abituarsi a usare il termine libera come se fosse una cifra monetaria 240 denari uguale una libbra se io ti devo 250 denari diremo che ti devo una libbra e 10 denari perché mi sto affermando su questo perché la libra e la parola libra comincia a essere usata per indicare un valore monetario ed è per questo che molto tempo dopo in italia questa parola libra semplificata nella pronuncia comune è diventata lira diventerà il nome della moneta nazionale uno dei compiti principali di carlo magno come re dei franchi e poi come imperatore la giustizia questo non è un epoca che conosca la separazione dei poteri il re incarna nella sua persona sia il potere di fare le leggi sia quello di farle rispettare sia il potere giudiziario carlo magno e il giudice supremo del suo popolo questo vuol dire molto concretamente che chiunque almeno in teoria ha il diritto di sottoporre le sue cause all'imperatore chiunque sia stato giudicato dalle autorità locali e voglia fare ricorso ha il diritto di ricorrere personalmente all'imperatore naturalmente carlo non può gestire davvero lui di persona tutte queste cause ha bisogno di collaboratori a palazzo che in qualche modo devono filtrare istruire queste cause ma certamente una delle funzioni principali che ogni giorno carlo era chiamato a svolgere era di dare sentenze noi sappiamo che appunto a volte già al mattino mentre si vestiva quando c'era molto lavoro arretrato cominciava ad ascoltare le cause e a sentenziare in quanto giudice supremo il supremo giudice d'appello soprattutto del suo impero carlomagno poi doveva disporre di collaboratori da mandare in giro in tutte le province di questo immenso impero a sorvegliare il funzionamento dei giudici locali su questo abbiamo abbastanza informazioni e in genere sono informazioni che ci fanno mettere le mani nei capelli la sensazione è quella di una giustizia incredibilmente corrotta dove dappertutto le amicizie le raccomandazioni le bustarelle sono quello che fa vincere le cause carlomagno ne è consapevole in qualche misura cerca di intervenire ma non è facile farcela i missino minici che sono una di quelle istituzioni dell'impero di carlo magno di cui abbiamo tutti sentito parlare a scuola che ci ricordiamo di missy dominici sono innanzi tutto questo sono delle commissioni di inchiesta che vengono spedite nelle province quando si è accumulata una quantità esagerata di ricorsi di proteste per andare a vedere un po cosa sta succedendo e in genere appunto succedevano cose tremende noi abbiamo una circolare che una commissione di missy mandata da carlo magno spedisce ai giudici della provincia dove sta per arrivare e dicono i missy dominici di carlo magno ai giudici locali badate bene non dovete dire a quelli che vogliono presentare una querela state zitti finché i misti non se ne saranno andati e poi ci faremo giustizia fra di noi perché in questo modo che i processi vengono insabbiate sforzatevi piuttosto di concluderli prima che veniamo da voi ecco se non altro non si può dire che a palazzo si facessero delle illusioni su quello che succedeva nella giustizia delle province in realtà però anche i mici dominici erano facilmente corruttibili quando carlo magno manda nella francia meridionale uno dei suoi collaboratori più stretti il vescovo teodulo teo dolfo scrive a casa dicendo ma appena arrivato mi hanno offerto dei regali io ho detto che non li volevo e sono rimasti tutti stupiti sì mi hanno detto ma tutti gli altri giudici che vengono da palazzo li hanno sempre accettati abbiamo notizia di una causa fra due abati in cui uno dei due avati protesta perché dice come il giudice ha accettato i regali dell'altro e non ha accettato i miei e come se è in sostanza accettare regali dalle parti per i giudici dell'epoca non fosse un abuso ma al contrario era quasi un obbligo i litiganti ci rimanevano male se i loro regali non venivano accettati quello sì che era un cattivo segno contro questo carlomagno come vedremo tra poco faceva quello che poteva ma certamente la giustizia non era l'aspetto più brillante dell'impero di cave e vogliamo capire contro cosa l'ottava carlomagno nei suoi sforzi di fare funzionare un minimo la giustizia dobbiamo pensare che non esisteva un personale specializzato ogni conte che veniva piazzata in una provincia con l'incarico di governarla di riscuotere le imposte e soprattutto di radunare i guerrieri ogni anno e condurli in guerra ebbene era la stessa persona che doveva giudicare i processi molti conti erano analfabeti avranno avuto qualche collaboratore che era in grado di leggerli i codici ma insomma sostanzialmente si trattava di guerrieri anche piuttosto rozzi che decidevano le cause come possiamo immaginare le lagnanze sono innumerevoli i conti quando si presentano finalmente in tribunale molte ore dopo che la gente li sta aspettando sono ubriachi e allora carlo magno pubblica una legge nessun conte deve presentarsi in tribunale dopo pranzo devono andare prima i conti si informano se c'è qualche causa che coinvolge personaggi importanti quelle le decidono le chiudono e poi se ne vanno a caccia la povera gente può anche aspettare e questo il meno perché ci sono anche storie di malagiustizia che sono degne di un romanzo nero per esempio un certo punto salta fuori questa storia c'era un giudice in italia che era stato nominato tutore di una ricca vedova donne meglio che da sole non stiano devono avere qualche uomo che si occupa dei loro interessi questo poi è un giudice funzionario pubblico viene nominato tutore e amministratore dei suoi possedimenti il giudice falsifica i titoli caccia via la vedova dalle sue terre e se ne impadronisce la vedova qualche amico evidentemente ce la manda un ricorso al palazzo ma hanno ricorso a carlomagno spiegando cosa è successo carlo magno manda subito un misso dominico per verificare miss oh domenico arriva convoca i testimoni e tutti i testimoni dicono ma no non è vero quel è una pazza assolutamente questi possedimenti di cui si parla appartengono al giudice non sono mai stati di questa vedova cosa viene insabbiata a questo punto la vedova parte personalmente per aquisgrana lascia l'italia attraversa mezzo impero raggiunge carlomagno passando le alpi nel cuore dell'inverno arriva a supplicare personalmente carlomagno dice guarda che i testimoni che sono stati ascoltati erano pagati e io sono povera non sono in grado di farmi giustizia allora carlo magno nomina un nuovo giudice suo cugino va là a quel livello in genere si può fidare il cugino altri modi per fare soldi può anche darsi che non accetti regali e che giudichi come si deve ma la viene in italia quando arriva in italia trova che la vedo è morta indaga e scopre che l'avversario il giudice l'ha fatto ammazzare poi ha fatto ammazzare anche i sicari in modo che non si ri sapesse niente e quando va la faticosamente fa saltar fuori questa storia e comincia a intervistare testimoni tutti quelli che parlano dicono no ma guarda che quello io non vorrei dire niente non mi fido a pronunciarmi contro di lui quello è uno potente quello quindi l'amministrazione ha troppi amici noi non sappiamo niente di questa storia insomma è il cugino dell'imperatore ma ci mette mesi per tirare fuori i retroscena di questa vicenda e per riuscire finalmente a incriminare questo assassino che aveva appunto così tanti amici influenti e così tanti mezzi di pressione da poter insabbiare una vicenda come questa questo è il caso limite ma la sensazione è che il livello di funzionamento della giustizia nell'impero di carlo nonostante tutti gli sforzi personali dell'imperatore non si allontanava molto da questo quando pensiamo all'amministrazione della giustizia nel medioevo spesso ce ne facciamo un immagine violentemente barbarica e irrazionale in genere quando in un film per esempio si rappresenta un processo medievale di solito vediamo subito il ricorso all'ordalia al giudizio di dio in realtà non si tratta di questo l'ordalia esisterà ne parleremo subito ma non dobbiamo immaginare che questa gente fosse più stupida di noi questa è la gente che aveva modi di ragionare in parte diversi dai nostri ma che aveva un suo concetto di razionalità e questo si vede molto bene quando noi vediamo carlomagno impegnato a decidere una causa normalmente carlomagno sapeva benissimo che innanzitutto se c'erano dei documenti scritti i documenti scritti erano quelli che stabilivano i diritti e quindi carta canta se ci sono documenti scritti il processo si chiude e non c'è bisogno né di giudizio di dio né di nient'altro anche la gente sapeva questa cosa i documenti scritti erano importanti tanta gente magari non li sapeva leggere ma ci restava attaccata perché lì c'era la prova che quella proprietà quel possedimento emilio e non di qualcun altro al tempo stesso lo scritto aveva anche una sua sacralità forse proprio per il fatto che tanti non lo sapevano leggere e così ecco che intorno all'esistenza o alla soppressione di documenti scritti spesso vengono fuori storie curiose carlo magno a un certo punto si trova a dover giudicare un prete che era accusato da un altro prete di avergli fregato la chiesa sostanzialmente mettiamola così per semplificare diciamo pure che le chiese a quel tempo potevano essere di proprietà privata allora qui siamo a lucca fra l'altro non so perché vengono sempre fuori dall'italia le storie più nere di malagiustizia il prete possedeva una chiesa aveva promesso di cederla a un altro gli aveva anche fatto un documento scritto di cessione poi non si sa come questo documento sparisce carlo magno a via l'inchiesta intero dai testimoni finalmente viene fuori che il documento è stato rubato e distrutto ed è stato rubato da un altro prete che voleva impadronirsi e lui di questa chiesa e questo prete dice sì io effettivamente sono andato a prendere la carta il documento l'ho portato al primo prete lui mi ha detto benissimo adesso che abbiamo questa carta in mano siamo a posto basta distruggerla e allora però non sapevamo bene come fare perché sapevamo che forse poi ci avrebbero interrogati non volevamo d'aver giurare il falso abbiamo aspettato un po abbiamo trovato uno straniero un pellegrino britanno che passava di lì gli abbia detto diritto al momento gli abbiamo dato questo documento e gli abbiamo spiegato che doveva buttarlo nel fuoco il pellegrino ha bruciato questo documento è così noi abbiamo pensato che fosse tutto a posto la storia viene fuori naturalmente poi questi due furfanti la causa la perdono ma è interessante appunto questo doppio atteggiamento nei confronti del documento scritto che da un lato e una fondamentale prova e al tempo stesso appunto a questa dimensione irrazionale sacrale quasi dopodiché quando c'è bisogno si ricorda il giudizio di dio ma non dobbiamo immaginarci giudizi cruenti in cui appunto la supposta strega viene buttata nel fiume se viene a galla e colpevole se invece affoga innocente come a volte si vede nei nostri film non è così il giudizio di dio nella forma più tipica consisteva in questo che i due avversari si mettevano in piedi con le braccia larghe contro una croce e quello che resisteva più a lungo ebbene quello aveva avuto da dio la forza di dimostrare che la sua causa era quella giusta dopodiché appunto irrazionalità forse ma questa è la gente convinta che dio era lì e controllava quel che succede sulla terra e interveniva per far trionfare il buon diritto all'interno di questa convenzione anche il giudizio di dio aveva una sua razionalità in tutta l'attività di governo di carlo magno si riscontra la capacità di fare interventi che anche noi giudichiamo perfettamente razionali mirati allo scopo e al tempo stesso di dare fiducia a una sfera invece del soprannaturale del sacro che noi vedremo in contrasto con la razionalità degli interventi politici invece di nuovo se noi vogliamo capire carlo magno dobbiamo sapere che nella sua mente e nella mentalità collettiva questi due aspetti non erano in contrasto voglio chiarire questa cosa con un esempio molto concreto al tempo di carlo magno di tanto in tanto delle carestie investivano il paese questo era un mondo che viveva a livello di sussistenza dove anche nell'annata buone la massa dei contadini aveva appena da mangiare e quindi era abbastanza facile che un cattivo raccolto portasse la fame tra la gente i cronisti parlano in almeno due occasioni durante il regno di carlo di carestie molto violente in cui la gente ridotta dalla disperazione al cannibalismo in cui si segnalano allucinazioni collettive per cui gli affamati in pieno inverno credevano di vedere il grano crescere nei campi e anzi addirittura nelle foreste e nelle paludi e avevano addirittura l'impressione di toccarlo questo grano e il cronista conclude ma nessuno poteva mangiarlo ecco in queste situazioni in cui la fame devasta intere province il governo naturalmente deve intervenire e che cosa faceva in questi casi carlomagno è proprio qui che vediamo questa mistura di motivazioni diverse normalmente quando c'era la carestia o quando c'era il rischio di carestia carlo magno per prima cosa stabiliva che si dovevano fare preghiere collettive per chiedere a dio di allontanare dalla gente questo flagello così per esempio nel settecento 92 quando la carestia forse più grave del suo regno si sta avvicinando carlomagno ordina che ogni prete del regno deve celebrare tre messe e oltre a celebrare le messe tutti gli ecclesiastici devono digiunare per due giorni e anche tutti i conti ai loro vassalli devono digiunare per due giorni per ottenere da dio la remissione di questo flagello e questa cosa è fatta con senso pratico non mistico con l'idea che questo è un intervento che davvero ha probabilità di riuscire tanto che in un'altra occasione carlo magno manda in giro una circolare dicendo guardate che quando c'è il rischio di epidemia non bisogna aspettare l'ordine del re ognuno deve cominciare a pregare per conto suo rimboccatevi le maniche e datevi da fare fate qualcosa di concreto senza aspettare che sia sempre io a dirvelo dopo di che al tempo stesso senza nessuna soluzione di continuità in queste stesse ordinanze carlomagno stabilisce che ognuno si dia da fare per nutrire i poveri che tutti i ricchi ei potenti che hanno dei mezzi distribuiscano questi mezzi ea un certo punto ammaestrato dell'esperienza carlomagno comincia a mettere in piedi anche proprio delle riserve di cereali governative e stabilisce che in caso di carestia queste riserve devono essere messe sul mercato stabilisce dei prezzi massimi per calmierare il mercato ecco questo è lo stesso uomo che dice pregate e datevi da fare perché in questo modo forse combatteremo la carestia i due aspetti nella loro mentalità non sono in contrasto ci si aspetta che se noi facciamo tutto quello che possiamo tutto quello che è nei nostri mezzi anche dio che è lì e questa gente carlo magno e la gente del suo tempo dio lo sente presente si sente sempre sorvegliata da dio dio che li se noi prendiamo le misure giuste interverrà per aiutarci ne ho parlato spesso delle guerre di carlo magno ma come funzionava come era organizzata la macchina militare franca il principio di fondo è che tutti gli uomini liberi erano tenuti a contribuire questo risaliva ancora i tempi antichi in cui franchi erano una tribù guerriera simile ai simpson cheyenne in cui ogni uomo era anche un guerriero questa cosa almeno sulla carta non era cambiata ancora carlo magno aveva il diritto di convocare tutti i franchi e tutti i longobardi tutti bavari tutti i sassoni quando li abbia sottomessi per fare la guerra naturalmente questa è una cosa che funzionava sulla carta in pratica non era tanto semplice da organizzare ancora una volta dobbiamo immaginare questo immenso impero che occupa quasi tutta l'europa in cui le comunicazioni sono ridotte al minimo e in cui ogni anno il re convoca i guerrieri per fare la guerra e certe volte la guerra si fa sui pirenei e certe altre volte invece si fa sull'elba e tutto questo deve essere previsto con molti mesi di anticipo perché bisogna mandare alle autorità locale degli ordini di convocazione che permettono di far trovare poi i guerrieri al momento giusto nel luogo in cui devono cominciare le operazioni carlo magno si appoggiava largamente non soltanto sulla rete dei suoi funzionari locali dei conti ma anche come al solito sulla chiesa anche in questo vediamo bene che la chiesa con la sua struttura territoriale ben organizzata serviva in qualche modo a supplire alle mancanze alle lacune dell'apparato di governo tutti i vescovi ogni anno si vedevano arrivare degli ordini dell'imperatore che stabilivano che i guerrieri dovevano essere mobilitati e dovevano partire in tempo per trovarsi in un certo giorno nel luogo stabilito ecco citiamo per esempio una lettera che un arcivescovo l'arcivescovo di tre ieri e ti scrisse a un certo punto ha uno dei vescovi suoi subordinati ci è pervenuto un terribile ordine del signor imperato per cui in tutta la provincia in cui lo rappresentiamo dobbiamo avvertire gli abitanti di prepararsi per la guerra tutti per partire per l'italia perciò ti ordiniamo da parte del signor imperatore di comunicarlo con zelo e senza perdere tempo a tutti gli abati le badesse i conti i vassalli ea tutto il popolo della tua e diocesi di prepararsi tutti quanti ecco questo sulla carta poi le cose andavano un po diversamente tanto per cominciare le autorità locali scremava non sceglievano quelli che dovevano partire sul serio e quelli che invece potevano starsene tranquillamente a casa sappiamo già che questa era un'epoca in cui la corruzione era piuttosto radicata nell'amministrazione dappertutto arrivano lamentele i conti convocano continuamente per la guerra le persone che gli stanno antipatiche quelli che gli hanno fatto degli sgarbi i loro amici stanno a casa tranquilli gli altri invece continuamente sono convocati e devono partire inoltre l'idea di convocare la massa del popolo i semplici contadini aveva sempre meno senso man mano che in qualche modo l'esercito di carlo magno si trasformava in una forza più professionale il semplice contadino povero aveva poco da fornire all'esercito a un certo punto carlomagno è costretto a fare una legge in cui stabilisce che chi è convocato non deve presentarsi armato solo di un bastone bisogna che abbiano qualche cosa di più ecco questo ci dà anche il senso di come in un impero di quelle dimensioni il vecchio sistema la vecchia idea che tutti gli uomini liberi devono partecipare alle guerre del re ecco cominciava a essere in qualche modo anacronistica carlo magno di questo si rese conto e prese le sue contromisure la massa dei combattenti a piedi armati con arco e frecce o magari appunto soltanto di bastoni in realtà contava sempre meno al tempo di carlo magno anche se i livelli tecnologici erano sempre molto modesti non dimentichiamocelo mai però comunque si erano già i mezzi per armare dei guerrieri come dire qualitativamente migliori al tempo di carlo magno era già possibile mettere in campo dei cavalieri che avevano non dico l'armatura ecco quando noi vediamo nei musei e nei castelli le armature medievali dobbiamo sempre ricordarci che è roba che viene molto più tardi alla fine del medioevo se non addirittura nel rinascimento al tempo di carlo magno l'equipaggiamento era molto più modesto però che erano già stati abbastanza progressi nella metallurgia per esempio perché un combattente a cavallo potesse essere coperto da una cotta di maglia o magari da un giaccone di cuoio tutto ricoperto di scaglie d'acciaio e con combattente a cavallo armata in questo modo con la spada con la lancia contava molto di più di una dozzina di contadini appiedati e armati a malapena di bastoni di conseguenza carlomagno sceglie di puntare molto più che in passato su un piccolo gruppo di cavalieri specializzati e questa è una svolta importante tutti quanti noi associamo al medioevo l'idea del cavaliere la cavalleria no ecco bene e al tempo di carlo magno che nasce la preponderanza militare del cavaliere che dall'alto del suo destriero può guardare con con disprezzo alla massa dei combattenti a piedi al di là dell'aspetto ideologico la cavalleria il glorioso eroe a cavallo ecco tutte queste sono belle cose ma concretamente quanto costava tutto questo in realtà costava enormemente l'epoca ripetiamolo e primitiva tecnologicamente primitiva già un cavallo da guerra è una cosa che costa secondo le leggi dell'epoca possiamo più o meno ricostruire questi prezziari un cavallo da guerra costa come tre o quattro buoi costa come 7 mucche è un possedimento cioè considerevole la corazza la cotta di maglia anch'essa costa quasi come un cavallo un elmo costa come diverse pecore in altre parole per armare un cavaliere ci vuole il lavoro di un sacco di contadini che zappano la terra e che con quel poco surplus che riescono a produrre possono armare il cavaliere da qui l'importanza enorme di queste armi perché fabbricare delle armi è l'unica industria veramente importante dell'epoca anzi è curioso notare che già allora c'è in qualche modo una vocazione dell'occidente alla fabbricazione di armi in generale gli arabi i greci non compravano niente prodotto in occidente non gliene importava nulla l'unica cosa che gli arabi avevano voglia di comprare in occidente perché gli occidentali gli europei le fabbricavano bene erano le armi le spade e ci sono leggi di carlo magno che proibiscono di esportare armi verso il mondo islamico per esempio dopodichè appunto dati i costi armare dei cavalieri non era uno scherzo l'intera struttura sociale dell'impero di carlo magno tende a organizzarsi a favore di un'elite di un'elite di grandi proprietari terrieri di latifondisti ed i loro amici i quali hanno tanti contadini che lavorano per loro e quindi sono in grado di armarsi di armarsi con questo equipaggiamento che benché primitivo rispetto al mercato dell'epoca è costosissimo ecco che quindi progressivamente sotto carlomagno noi vediamo il passaggio dall antico popolo germanico di guerrieri liberi alla struttura sociale aristocratica dominata da un'elite di cavalieri che invece è poi tipica del medioevo la prevalenza della cavalleria al tempo di carlo magno e anche in qualche modo l'origine del feudalesimo che feudalesimo in fondo vuol dire questo vuol dire che il re distribuisce terre a un gruppo ristretto di guerrieri specializzati di professionisti questi non lavorano hanno i contadini che lavorano per loro passano il tempo a esercitarsi per usare queste armi anche perché diciamocelo sarà una tecnologia elementare ma combattere a cavallo con queste armamento pesante saper usare la lancia e la spada insomma non è uno scherzo e quindi evidentemente sempre più si passa al tempo di carlo magno dal popolo egualitario in armi all'aristocrazia feudale parlando di tecnologie una delle tecnologie più interessanti di quest'epoca è la staffa sulla stampa si è discusso moltissimo diciamo pure che nell'antichità la staffa non esisteva può sembrare strano ma è un'invenzione tardiva è un'invenzione medievale sono i popoli delle steppe gli unni i mongoli che inventano questo genere di attrezzo allora il problema è questo non sarà che magari proprio l'introduzione della staffa ha permesso a carlomagno di costruire un esercito di cavalieri in grado di sconfiggere tutto i loro nemici questa è un'idea che è stata portata avanti seriamente dalla storiografia a un certo punto negli anni sessanta uno storico americano che si chiamava lingua it ha scritto un intero grosso libro appunto per dimostrare che in pratica dall'invenzione della staffa era venuto fuori l'impero di carlo magno la cavalleria il feudalesimo in definitiva tutta la storia dell'europa medievale era il frutto di questa invenzione la staffa ecco era un'idea forse un po all'americana oggi tutto sommato siamo più diffidenti rispetto a queste spiegazioni che a partire da un unico elemento tecnologico si costruiscono tutta la storia dell'umanità e poi soprattutto oggi noi abbiamo il forte sospetto che al tempo di carlo magno la staffa praticamente non si usasse ancora siamo andati a vedere le miniature dell'epoca per esempio le raffigurazioni di guerrieri in qualche raro caso in epoca in cui carlo magno era molto vecchio magari dopo la sua morte ci sono dei cavalieri franchi che sono raffigurati con le staffe nella grande maggioranza delle illustrazioni sono senza e poi ci sono piccole indicazioni nei racconti della gente che ha conosciuto carlo magno che ci fanno pensare che forse tutto sommato la staffa non c'era per esempio c'è la storia di quando carlo magno a un certo punto annuncio a un giovane ecclesiastico della sua cappella che intendeva nominarlo vescovo il giovane ecclesiastico è entusiasta corre fuori dal palazzo esce dal cancello salta a cavallo e il monaco che ci racconta questa storia dice salto a cavallo era talmente felice di essere stato nominato vescovo che non rimase ad aspettare che arrivasse il servo con lo sgabello per montare in sella come si fa di solito ci mise le mani sopra e saltò purtroppo per lui carlo magno era alla finestra stava a guardare lo richiamo subito indietro e disse senti 1 atletico come te secondo me è sprecato a fare il vescovo resta con me accompagnami in guerra perché preferisco averti tra i miei guerrieri piuttosto che nominarti a fare il vescovo al di là di questo rimane il fatto che aneddoti di questo genere ci fanno pensare che effettivamente la staffa al tempo di carlo magno non si usasse ancora e ciononostante carlomagno era in grado di mettere in campo eserciti di cavalieri pesantemente armati e professionali ed è questo non è solo l'abilità strategica di carlo che pure c'era e la forza di questo materiale che spiega le sue incessanti vittorie contro tutti i suoi nemici parlando di tecnologie ci sono molti casi in cui noi siamo colpiti dal divario fra le concezioni che carlo magno poteva avere che spesso erano molto avanzate e la povertà dei mezzi tecnici che aveva a disposizione per esempio guerreggiando contro gli avari che erano un popolo asiatico stanziato più o meno nell'ungheria attuale sul danubio in sostanza carlomagno aveva preso molto seriamente il problema di come dire portare i rifornimenti ai suoi eserciti che combattevano in questa zona aveva organizzato convogli di chiatte lungo il danubio è però alla lunga anche questo non era bastato tenete conto che sul danubio e non c'erano ponti ecco uno dei grandi esempi dell'arretratezza tecnologica di quest'epoca è che sui grandi fiumi i ponti non c'erano i cronisti ricordano come una delle grandi imprese di carlo magno il fatto che fece costruire un ponte di legno sul reno che poi brucia a un certo punto e carlo magno dice g nardo aveva progettato di farlo rifare di pietra ma non ci riuscì mai ecco questo di nuovo ci dà il senso impressionante del divario fra la potenza dell'uomo e la scarsità dei mezzi dell'epoca sul danubio ponti non ce n'erano carlo magno a un certo punto per queste sue guerre contro gli avari fa costruire un ponte di barche sul danubio e questa cosa e jaguar data quasi come un prodigio ecco in questo contesto fa ancora più impressione scoprire che a un certo momento carlomagno proprio perché sta pianificando queste sue spedizioni offensive contro gli avari quindi lungo il corso del danubio bene a un certo punto carlomagno comincia seriamente a prevedere di scavare un canale tra il reno e il danubio un canale che quindi gli permette di collegare lungo la via d'acqua la sua base di operazioni sul reno dove c'è il cuore del suo impero dove ci sono le città i possedimenti fondiari le scorte di alimentari e il danubio per quasi un anno carlomagno rimane impegnato a far scavare da un'enorme quantità di operai questo canale è passato alla storia come la fossa carolina lo scavo di carlo questo canale che doveva unire il bacino del reno a quello del danubio e anche qui vediamo che appunto come dire l'arditezza delle concezioni non era poi come dire paragonabile ai mezzi a disposizione gli ingegneri di carlo non erano tanto avanti i progetti per lo scavo del canale si rivelano fallimentari per di più sono anche sfortunati quell'autunno piove piove continuamente il terreno è troppo molle il canale continua a cedere dopo mesi e mesi in cui ha mobilitato enormi risorse per scavare questo canale carlomagno rinuncia un altro esempio della pochezza di mezzi tecnici di quest'epoca che è impressionante se si pensa a comunque al fatto che la gente non era diversa da noi era gente intelligente sveglia carlomagno era un grande politico ma doveva fare i conti con la povertà dei mezzi sono le macchine d'assedio quando carlo magno o uno dei suoi eserciti deve assediare una città è una tragedia perché non hanno macchine in grado di sopraffare le mura di una città c'è un aneddoto interessante di un cronista che racconta di quando il figlio di carlo ludovico e pio combatteva in spagna assediava non so più se saragozza o un'altra città araba e non riusciva a prenderla ea un certo punto per la rabbia sale a cavallo con la lancia in pugno cavalca sotto le mura e scaglia la lancia contro queste mura in un gesto che al tempo stesso appunto di sfida e di rabbia impotente si vede qui appunto il divario di nuovo fra la potenza militare di carlo e la debolezza dei mezzi che non gli permetteva nemmeno di prendere d'assalto una città murata conosciamo carlomagno come un uomo sanguigno carnale spesso anche violento e volgare e al tempo stesso come un grande politico ecco era anche intellettuale sembra strano dirlo per un personaggio di questo genere ma carlo magno aveva delle passioni intellettuali spiccatissime di cui tutti ci hanno parlato va beh ovviamente bisogna anche farci un pochino la tara perché i contemporanei lo adulavano volentieri però abbiamo troppe informazioni che vanno tutte in questo senso che studi aveva fatto bene naturalmente come figlio di un sovrano non è che andasse a scuola avrà studiato da principio qualche cosa a casa bisogna anche pensare che per l'epoca gli studi elementari volevano già dire imparare il latino perché praticamente a quell'epoca non si poteva scrivere o leggere se no in latino e quindi o non ci andava a scuola per niente si era allegramente analfabeti come la grande maggioranza della gente ma se si andava a scuola a cinque sei o sette anni si doveva imparare il latino da quello si cominciava è certamente carlomagno imparò da bambino a leggere e scrivere in latino o meglio leggere scrivere non proprio ma di questo parleremo più avanti era già adulto quando decise che voleva fare degli studi un po più approfonditi quegli studi che oggi chiameremmo diciamo di livello iniziale e che a quell'epoca si chiamavano del trivio e del quadrivio sono espressioni come dire sofisticate ma in pratica vogliono dire imparare la retorica la grammatica la dialettica quindi la capacità di parlare in pubblico per esempio cosa che per un politico evidentemente conta mentre invece il quadrivio erano gli studi scientifici la musica la matematica la geometria l'astronomia ecco l'astronomia in particolare era importante noi sappiamo che carlo magno era appassionato di astronomia e studiava con grande curiosità il corso delle stelle e anche qui dobbiamo stare attenti prima di come dire sorridere e di recco la superstizione medievale non era proprio così questa gente era convinta che niente succede per caso erano convinti che l'universo dio l'ha creato con un progetto preciso e quindi il cielo con i movimenti dei pianeti e delle stelle è un messaggio che dio ci manda questa gente era convinta che il cielo è un immenso manoscritto in cui dio scrive i suoi messaggi all'umanità e quindi saper interpretare questi movimenti è un aiuto prezioso negli affari di questo mondo dopodichè l'aspetto della cultura a cui carlo si è appassionato di più sembrerebbe essere la linguistica buffo anche questo tra noi già sappiamo che carlo già solo per poter governare il suo impero doveva conoscere e parlare parecchie lingue bene carlo e vissuto in un'epoca in cui le antiche tradizioni del popolo franco si stavano perdendo in cui la grande maggioranza dei franchi ormai stavano cominciando a parlare in lingua romanza sarebbero diventati presto i francesi e carlo magno era angosciato perché si stavano perdendo le antiche tradizioni del suo popolo ci dice il suo biografo eginardo che il re a un certo punto comincio a comporre una grammatica della lingua franca una cosa in cui noi di nuovo vediamo l'intellettuale molto innovativo molto all'avanguardia perché chiunque a quel tempo avrebbe detto grammatica il latino l'unica lingua che vale la pena di studiare e il latino è invece carlo magno è affascinato dal tentativo di far sopravvivere la lingua del suo popolo far accogliere le antiche canzoni dei franchi è una specie di etnografo insomma sostanzialmente che percepisce che tutta l'antica cultura barbarica sta scomparendo e che si dà da fare per quello che può per salvare dall'oblio tutto questo insieme di tradizioni del suo popolo gli intellettuali che formavano la cerchia di carlo magno naturalmente un po erano affascinati da quest uomo grande e grosso da questo capo guerriero e politico spregiudicato che al tempo stesso era così appassionato della cultura era una figura fatta per piacere chiaramente a uomini di chiesa uomini di libri e quindi naturalmente tutti loro fanno a gara nel dello già re carlo magno per la sua passione intellettuale poi si capisce che insomma non si rischiava di esagerare gli elogi non erano mai abbastanza carlomagno era uno a cui piaceva essere adulato e quindi ecco che gli intellettuali della corte parlano del re come di un dottore in grammatica maestro di retorica eccellentissimo dialettico superiore a catone a cicerone a omero anche qui non ci risulta che carlo si offendesse il piace la e ho detto tutto questo forse potrà far sorridere l'ascoltatore di oggi sapere che in realtà carlomagno non sapeva scrivere ma qui di nuovo vale la pena di fermarci per misurare la distanza fra le epoche noi oggi diamo assolutamente per scontato che leggere e scrivere sono la stessa cosa i bambini vanno a scuola e nello stesso momento imparano a leggere e scrivere ebbene per molto tempo non è stato così per molto tempo i due insegnamenti erano nettamente separati carlomagno sapeva leggere non ci voleva poi molto tutto sommato si imparava già da bambini ma scrivere era tutta un'altra faccenda non dobbiamo immaginare saper scrivere per carlo magno per un nome della sua epoca un po come sarebbe oggi conoscere la programmazione dei computer ecco tutti usiamo i computer ma pochissimi sanno programmarli scrivere a quell'epoca era la stessa cosa sostanzialmente nessuno scriveva nella vita quotidiana anche perché non dimentichiamocelo la carta non l'avevano ancora inventata e scrivere sulla pergamena non era uno scherzo non si prendevano appunti da buttar via sulla pergamena che costava nissim e quindi nella vita quotidiana nessuno scriveva scrivere era come dire una tecnica complessa e anche molto faticosa perché parti un po dalla pergamena dalla penna d'oca il raschietto la sabbia ci vuole tutta un'attrezzatura che bisogna saper padroneggiare allora chiaramente un re deve produrre documenti scritti ma mica li scrive lui sarebbe ridicolo che dovesse preoccuparsi di questo aspetto banalmente tecnico un re è circondato di collaboratori alcuni fra questi sanno scrivere ea loro viene demandato questo incarico l'unica cosa che il re deve saper fare e il suo monogramma in calce alle lettere perché questo è come dire la garanzia di autenticità è l'equivalente di quello che oggi è il timbro di un ministero il re deve saper fare il suo monogramma tutti i re dell'epoca sanno fare il monogramma in calce alle loro lettere le ordinanze alle loro leggi questa è una cosa che si impara farà memoria non vuol dire saper scrivere per il resto carlomagno appunto era questa cosa che a noi oggi può sembrare strana è che allora invece era normale sapeva leggere sapeva leggere in latino e non sapeva scrivere detto questo è ancora più interessante scoprire che a un certo punto carlomagno già anziano ha deciso che questa cosa gli interessava ha voluto provare anche a imparare a scrivere che è davvero come se oggi un uomo di governo volesse imparare a programmare i computer ci si è messo e ci dice eginardo si dava da fare sul serio si teneva la pergamena e la penna sotto il cuscino di notte si svegliava provava allenarsi ma era già troppo anziano alla fine non c'è mai riuscito veramente al di là della sua cultura personale carlo magno come uomo di governo ha fatto un grosso investimento nella scuola e nell'insegnamento però anche qui naturalmente dobbiamo stare attenti a non fare confusione con la nostra epoca la scuola non voleva dire la scuola per tutti non c'era nessun bisogno che la gente sapesse leggere non ce n'era bisogno per i contadini e non ce n'era bisogno neanche per i nobili e per i governanti in fondo bastava che ci fosse qualche tecnico che sapeva fare queste cose ma c'era una categoria di persone nell'impero di carlo magno che dovevano saper leggere e scrivere e dovevano capire quello che leggevano perché da questo dipende va la prosperità dell'impero erano gli ecclesiastici naturalmente di nuovo caliamoci nella mentalità di questa gente cerchiamo di pensare come pensavano loro la liturgia ecclesiastica è una specie di assicurazione sulla vita il mondo va avanti il regno prospera il re vince finché dio è contento e dio è contento se sa che sulla terra la chiesa gestisce la liturgia in modo corretto carlo magno all'angoscia che in qualche provincia sperduta del suo impero magari i preti sono troppo ignoranti non sanno leggere bene il vangelo quando dicono messa sbagliano le parole guai perché se nella mail si sbagliano le parole il rito non vale se si battezza un bambino e si sbagliano le parole quel bambino non andrà in paradiso se si prega per la vittoria del re e si confondono e citazioni dal vangelo dio non sarà contento ecco che quindi diventa necessario per quell'uomo di governo che è carlo garantire che l'apparato ecclesiastico sia servito da personale qualificato carlomagno fa un grossissimo investimento nella scuola nei libri scolastici dei ragazzini francesi fino a non molto tempo fa non so se ancora adesso carlomagno aveva un suo ruolo importante era addirittura presentato come l'inventore della scuola cosa che naturalmente lo ha fatto odiare da generazioni di scolaretti francesi e nei libri scolastici francesi sia appunto si ripeteva questo aneddoto di carlo magno che a palazzo thiene una scuola e che va a visitare questa scuola e interroga i ragazzini scopre che i figli dei nobili siccome si danno molte aree sono abituati comunque avere la strada aperta e la pappa fatta non studiano e invece i figli dei servi studiano eccome perché quello è l'unico modo per sottrarsi alla loro condizione è appunto il vecchio aneddoto racconta che carlo magno sgrida severamente i figli dei nobili e promette che li metterà sul lastrico e che tutti i posti saranno dati ai ragazzini che studiano anche se non sono figli di famiglie importanti ecco però al di là di questo al di là di questo aneddoto che appunto nei libri di scuola delle elementari francesi è sempre ripetuto quello che importa chiarire che le scuole sono per i preti sono per i preti e per i monaci sono loro che nel sistema dell'epoca devono saper leggere e scrivere e guai se non sanno farlo a un certo punto c'è una lettera di carlo magno che spiega molto chiaramente qual era il suo atteggiamento dice noi spesso riceviamo delle lettere da qualche monastero in cui si assicurano che i monaci passano il loro tempo a pregare per me con grande zelo e purtroppo certe volte queste lettere sono scritte in cattivo latino per cui ci viene il dubbio che come non sono tanto capaci a scrivere così magari non capiscano neanche tanto i testi sacri che leggono e se pregano per il mio successo in questo modo dio ci scampi perciò è assolutamente indispensabile che d'ora in poi i preti ei monaci siano andati a scuola l'impegno l'investimento di carlo magno nella cultura si misura anche forse soprattutto da quello che fa per la circolazione dei libri teniamo presente che i libri all'epoca sono scritti a mano sono scritti a mano e su pergamena che è un materiale costosissimo in queste condizioni potremmo pensare che i libri praticamente non ci fossero ed effettivamente un libro aveva un costo enorme e tuttavia carlomagno era consapevole del fatto che i libri erano indispensabili perché l'impero funzionasse erano innanzitutto i libri sacri e chiaro bisognava che ogni cattedrale ogni monastero avesse la sua bibbia in un testo controllato corretto per essere sicuri che le preghiere che salivano a dio da tutti gli angoli dell'impero fossero tutte uguali tutte giuste e quindi gradite a dio questo vuol dire che carlo magno fa un enorme investimento nella produzione di libri ecco non vorrei dare troppe cifre perché così alla radio insomma le cifre non sono facili da memorizzare ma questa voglio darla nei primi 800 anni dell'era cristiana fino a carlomagno noi possediamo in tutto 1800 codici manoscritti per il secolo di carlo magno ne abbiamo più di 7.000 in altre parole carlo magno ha rappresentato una svolta drammatica sotto di lui la produzione di libri conosce un'accelerazione enorme e va anche detto che gran parte degli autori classici che noi studiamo li conosciamo perché al tempo di carlo magno in qualche scuola in qualche monastero qualcuno si è preso la briga di copiarli naturalmente appunto i libri più importanti di tutti erano le bibbie e la bibbia è un testo complesso la bibbia un testo maledettamente lungo c'era un no intero monastero il più importante di tutta la francia san martino a tours dove il grosso dei monaci era addetto alla produzione industriale di bibbie dico industriale perché noi sappiamo che appunto in modo sistematico organizzato per anni e anni quel monastero lavorato soltanto a produrre bibbie tutte uguali che poi venivano spedite ai quattro angoli dell'impero e bene però attenzione si producevano due bibbie all'anno e per fare una bibbia già soltanto per la pergamena era necessario macellare qualche centinaio di pecore questo ci da l'idea del prezzo di un libro e di quello che voleva dire per il re promuovere questa produzione libraria non parliamo poi della rilegatura rilegatura in pelle era costosissima carlo magno a un certo punto a regala all'abbazia di saint denis presso parigi una foresta con tutti i serbi che vivono in questa foresta perché le loro pelli possano essere usate per rilegare i libri dell'abbazia l'altro aspetto su cui mi pare che valga la pena di insistere e lo sforzo di carlo magno per standardizzare la produzione sotto carlo magno si diffonde anche una nuova scrittura che tutti gli scriptoria tutti gli atelier dove si fabbricavano libri nell'impero adottano e questo vale la pena di sottolinearlo anche perché la scrittura carolina come viene chiamata è una scrittura molto chiara e precisa con le lettere separate una dall'altra quando i primi tipografi nel quattrocento appena inventata la stampa devono scegliere i caratteri di stampa si ispirano alla minuscola carolina che è ancora quella in cui noi oggi stampiamo i nostri libri in altre parole i libri nostri sono stampati con caratteri che sono sostanzialmente quelli che sotto carlo magno si sono imposti come la scrittura standardizzata di tutta l'europa cristiana dei suoi ultimi anni di vita carlo magno sembra preso da un affanno crescente come se sentisse che il tempo gli sta mancando e che non ha fatto in tempo a fare tutto negli interventi nelle leggi emanate negli ultimi anni si vede molto vistosamente questa preoccupazione del fatto che la chiesa franca non funziona ancora bene che il clero non è ancora abbastanza preparato che la gente continua a essere ignorante superstiziosa ed è come se carlo magno disperatamente negli ultimi anni cercasse ancora di tamponare tutto quello che non ha potuto tamponare prima c'è una preoccupazione crescente di sorvegliare l'ortodossia per esempio di evitare che si diffondano idee sbagliate e disastrose anche questo peraltro somma va collocato nel suo contesto quando noi parliamo in ambito medievale di lotta contro l'eresia di repressione è facile che ci facciamo un quadro impressionante tempo di carlo magno le cose non andarono proprio così un esempio concreto a un certo momento viene fuori che certi vescovi spagnoli hanno elaborato una nuova teoria una nuova teoria sulla natura di gesù cristo per cui sostengono che gesù cristo è sì il figlio di dio padre ma è un figlio adottivo e questa cosa oggi può sembrare come dire incomprensibile ma dobbiamo pensare che all'inizio del medioevo la gente era seriamente preoccupata perché faticava a capire il significato della figura di cristo contemporaneamente dio e uomo figlio ma uguale al padre ecco su questo si discuteva moltissimo la teoria dell'adozione era una proposta astuta per aggirare certi problemi carlo magno sente parlare di questa teoria si preoccupa consulta i teologi decide che questa teoria è sballata e che questi vescovi spagnoli vanno convocati e gli si deve spiegare che si sbagliano e questo è quello che succede ci sono alcuni aspetti abbastanza sbalorditivi di questa vicenda primo se ci pensiamo il fatto che questi vescovi spagnoli operavano nella spagna musulmana dove tranquillamente facevano il loro mestiere di vescovi cristiani insegnavano scrivevano e se vogliamo altre sbalorditivo e il fatto che quando vengono convocati tranquillamente possono uscire dalla spagna islamica andare da carlo magno e poi tornare in patria ma la cosa veramente stupefacente di questa vicenda è che è carlo magno in persona che si preoccupa di combattere l'eresia di combattere gli insegnamenti sbagliati e il papa non esiste un qualche santo uffizio incaricato di reprimere queste forme di devianza e il governo e l'imperatore che lo fa o se vogliamo il santo uffizio c'è ma è a palazzo ea palazzo alla presenza dell'imperatore che i vescovi sono invitati a presentarsi per spiegare le loro teorie dopodiché l'ultimo aspetto sorprendente della vicenda è che questi vescovi spagnoli si presentano a carlomagno spiegano la loro teoria di cristo come figlio adottivo del padre gli viene detto che l'idea è sbagliata e che guai a loro se continuano a dire cose del genere dopodiché si lasciano andare a questi se ne tornano tranquillamente in spagna dove peraltro continuano poi a predicare le stesse cose ea scrivere trattati su questo ecco rispetto agli standard di repressione che l'inquisizione invece avrà nel tardo medioevo e nell'epoca moderna naturalmente qui evidentemente siamo veramente in un altro mondo la preoccupazione di carlo magno di evitare che si diffondano fra i fedeli idee perniciose non ha comunque niente a che fare con quell'atteggiamento di repressione cupa sanguinaria che invece sarà caratteristica non di quel medioevo rozzo e barbarico ma di altri momenti molto più civilizzati della storia d'europa [Musica] ultimi anni di vita di carlo magno la preoccupazione di educare la gente di educare il popolo diventa un vero chiodo fisso diventa quasi un angoscia da parte del vecchio imperatore si moltiplicano le leggi per esempio contro la superstizione leggi che per noi sono preziosissime perché ci fanno capire quali erano gli atteggiamenti e le idee della gente comune da queste leggi noi impariamo a certe cose sembrano abbastanza innocue si apriva il vangelo a caso per indovinare il futuro per ricavare un auspicio ma questo è un uso improprio e carlo magno lo proibisce si leggeva il futuro nello sterco dei buoi o dei cavalli si battezzavano le campane per scongiurare la grandine si appendevano ai pali delle carte con degli incantesimi eccoti tutte queste cose carlo magno si spaventa e con insistenza non con ferocia perché non si parla di processi e condanne è piuttosto un atteggiamento pedagogico quello del vecchio imperatore come se appunto sentisse che in quel poco tempo che gli rimane deve ancora cercare di fare questo naturalmente poi e soprattutto il clero che dovrebbe guidare il resto del popolo a essere preso di mira ci sono interventi di carlo magno nei confronti del clero radunato in assemblea feroci per il sarcasmo con cui appunto il vecchio si rivolge ai suoi vescovi e dice ma voi credete di stare facendo il vostro lavoro credete che sia davvero dare il buon esempio il modo in cui vivete spiegateci un po sappiamo di assemblee che sono convocate con all'ordine del giorno proprio questo tipo di problemi abbiamo a volte gli appunti fatti dettati da carlo magno per queste assemblee ai vescovi bisogna chiedere è possibile che uno che è diventato prete continua arricchirsi o non dovrebbe essere povero per dare il buon esempio che ce lo dicano ecco gli storici sono rimaste abbastanza colpiti da questo atteggiamento insistente di carlo magno vecchio e in genere lo hanno giudicato anche abbastanza negativamente perché in fondo è come se in qualche modo rincorresse un'utopia l'operatore è come se andasse dietro a un suo sogno che non aveva niente di concretamente realizzabile si è detto in fondo il vecchio si era rammollito evidentemente anziché pensare ai problemi concreti del governo inseguiva questo ideale di purezza di perfezione che la realtà intorno a lui smentiva continuamente ed è vero che nelle ultime leggi di carlo magno c'è questo tono per cui non sono solo provvedimenti concreti ma sono proprio esortazioni morali è un programma di vita quello che lui ossessivamente vorrebbe proporre alla gente ci vuole la concordia i cristiani devono vivere in pace fra loro ci vuole la carità ecco utopia molto probabilmente sì utopia tutto quello che sappiamo sulla vita concreta di questa gente ci dice che non era fatta per realizzare un programma cristiano di questo tipo è però il tempo stesso io credo che prima di parlare della debolezza e del rammollimento del vecchio imperatore dobbiamo anche pensare al senso profondo che lui aveva sempre avuto della sua missione e che adesso che non era più solo il re ma era l'imperatore cristiano si era ancora accentuato carlomagno un uomo che ha una missione e che sente che questa missione è stata confidata da dio e in qualche modo è come se dicesse bene io regno su tutti i cristiani d'occidente lì o pacificati ho sconfitto tutti i nostri nemici dappertutto i pagani chinano il capo davanti alla mia spada dappertutto si diffonde la fede cristiana e allora qual è allora che si dovrebbe provare a realizzare sul serio il cristianesimo come se carlo magno negli ultimissimi anni dicesse in fondo se non ora quando tempo di carlo magno stava finendo davvero negli ultimissimi anni si moltiplicano i presagi della sua morte o perlomeno gli avvenimenti infausti che i contemporanei interpretano come presagi questa era un'antica tradizione non è una superstizione medievale anche nel mondo romano la morte di ogni imperatore era regolarmente preceduta da questi segnali da questi segnali soprannaturali che i cronisti registrano accuratamente anche in questo carlomagno dunque è un imperatore romano i presagi sono tanti e ti contemporanei si inquietano naturalmente è facile interpretare come presagio anche un avvenimento del tutto naturale per esempio brucia il grande ponte sul reno a magonza che carlo magno aveva fatto costruire c'erano voluti dieci anni per costruirlo ed era di legno un'altra indicazione di nuovo dell'estrema povertà tecnica di quest'epoca in cui questo ponte di legno che poi brucia in poche ore può essere presentato come una delle grandi realizzazioni dell'imperatore più sinistri sono altri segnali scosse di terremoto che fanno tremare il palazzo di aquisgrana rumori sinistri che provengono dai soffitti delle stanze in cui si trova l'imperatore certo noi possiamo pensare che probabilmente il palazzo fosse costruito con materiali scadenti e però appunto il senso inquietante di questi segnali per i contemporanei era evidente poi si sono episodi che invece sono sicuramente di cattivo augurio su questo non c'è discussione in particolare durante l'ultima campagna militare di carlo magno nell'ottocento 10 contro i danesi bisogna pensare che carlo magno che a quel punto andava per i 70 anni da diversi anni non combatteva più di persona da diversi anni non si muoveva più da aquisgrana mandava i suoi figli e i suoi generali a combattere le sue campagne ebbene a un certo momento la situazione sul confine danese si deteriora tal punto che carlo magno per l'ultima volta in vita sua decide di partire personalmente di andare a condurre i suoi uomini ancora una volta in una campagna militare la campagna che come al solito viene accuratamente pianificata e che in effetti non ha nemmeno bisogno di andare fino in fondo perché appena cominciano alle operazioni militari sapendo che di fronte a loro c'è l'imperatore in persona i danesi si sbandano si ribellano al loro stesso re chiedono immediatamente la pace quindi l'ultima campagna militare di carlo magno non conosce grandi episodi militari in senso stretto è certamente un successo dal punto di vista politico ma i contemporanei sono più colpiti dai cattivi presagi che anche in questo momento si addensano durante la spedizione carlomagno è a cavallo in mezzo ai suoi uomini a un certo punto appare in cielo una torcia fiammeggiante il cavallo si spaventa inciampa cade e carlo magno cade con lui di nuovo è un vecchio a quasi settant'anni niente di naturale i contemporanei non ragionano come noi durante la stessa campagna succede un'altra cosa che oltre al dispiacere a tutti e interpretato come un presagio muore all'improvviso l'elefante abu la bassa il regalo del califfo di bagdad che da dieci anni carlo magno si portava sempre dietro e anche in questo caso la morte improvvisa di questo elefante in cui si concentravano così tante connotazioni simboliche questa bestia straordinarie mai vista il regalo del favoloso oriente il regalo del califfo un simbolo in qualche modo dell'eccezionalità di carlo magno ecco la morte dell'elefante evidentemente anche quella non è fatta per fare un impressione favorevole alla gente l'ultimo atto politico di carlo magno pochi mesi prima della sua morte nell'ottocento 13 e di associarsi nell'impero il figlio ludovico l'ultimo figlio che gli è rimasto perché gli altri maschi legittimi sono morti tutti negli ultimi anni ludovico che sarà poi ludovico il pio viene ufficialmente incoronato imperatore insieme al padre anche questa è un'usanza che era già degli antichi imperatori romani che serve a garantire una successione indiscussa non contrastata ecco saremmo tentati di pensare visto che carlo muore pochi mesi dopo che in qualche modo con l'incoronazione del figlio carlo magno abbia sentito che la sua opera era conclusa e si sia lasciato morire peraltro questa interpretazione romantica è contraddetta dalle fonti perché risulta che immediatamente dopo aver incoronato ludovico carlomagno lo rispedì verso il confine dei pirenei dove doveva governare quella zona e se ne andò a caccia nella foresta delle ardenne come faceva tutti gli anni era l'autunno l'autunno dell'ottocento 13 la stagione ideale per la caccia e carlo magno che ricordiamocelo era anche un grande amante della selvaggina alla sua stagione di caccia non era disposto a rinunciare ma caccia prese freddo e dovette tornare aquisgrana e mettersi a letto si tende a digiuno pensando che così la febbre se ne sarebbe andata dicono i cronisti che già altre volte era stato malato e siccome i medici di sopportava poco volevano metterlo a dieta preferiva fare di testa sua qualche giorno di digiuno integrale e poi di nuovo in piedi ricominciare a mangiare arrosti e spiedini e però questa volta non andò come era andata a tutte le altre volte era letto gli e non dolore al fianco certamente una polmonite e alla fine il fisico non regge morì il 28 gennaio 814 alle 9 del mattino dopo aver chiamato il prete e ricevuto l'eucaristia il corpo rimase lì e non si sapeva bene che cosa farne perché non c'erano disposizioni su come seppellirlo a occuparsene furono le donne carlomagno negli ultimi anni si era sempre circondato delle sue figlie e delle sue nipotine aveva fatto venire accorte anche le bambine dei suoi figli morti era sempre circondato di donne e di donne giovani furono loro a occuparsene non c'erano istruzioni il nuovo imperatore ludovico il pio era lontano ci vollero settimane perché gli arrivasse la notizia e altre settimane perché a spron battuto arrivasse anche lui ad aquisgrana nel frattempo carlomagno era stato già sepolto e anche molto in fretta all'epoca si usava fare le sepolture subito le donne le figlie le nipotine lavarono il corpo e poi venne deciso che anche se non c'erano disposizioni in proposito lo si sarebbe seppellito nella cappella palatina di aquisgrana quella che ancora oggi esiste in gran parte immutata rispetto all'epoca perciò si aprì il pavimento della cappella palatina il corpo venne lavato e preparato secondo le usanze e venne sepolto lì in un sarcofago di marmo antico che carlo magno aveva fatto venire da roma già da molto tempo nella previsione di usarlo per la sua sepoltura e poi con il tempo sulla tomba venne apposta un iscrizione latina con l'avviso che li giaceva il corpo di carlo grande e ortodosso imperatore così carlo magna era morto dopo aver regnato per 46 anni ma il personaggio carlomagno non era morto anzi cominciava in quel momento una nuova vita attraverso la storia e attraverso la leggenda attraverso la propaganda attraverso l'ideologia politica la morte di carlo magno fa pensare alla morte di altri sovrani che in epoca più vicina a noi sono scomparsi dopo aver regnato per moltissimo tempo penso alla regina vittoria o al kaiser francesco giuseppe ecco noi sappiamo che in questi casi la morte di un vecchio sovrano che ha regnato per mezzo secolo in genere lascia un senso di vuoto di smarrimento fra la gente al quando carlo magno muore la stragrande maggioranze dei suoi sudditi non si ricordava di aver vissuto sotto un altro sovrano e certamente questo spiega anche perché è molto in fretta dopo la sua morte si sia creato il mito di carlo magno per l'appunto di un sovrano grandissimo il cui regno era stata un'età dell'oro perché le cose cominciano abbastanza in fretta andare peggio e in questi casi naturalmente il rimpianto per come si sta la prima diventa l'atteggiamento dominante però noi sappiamo anche che ci fu qualcuno che invece dalla morte di carlo magno non trovo affatto smarrimento e costernazione anzi ludovico il pio per primo che finalmente dopo tanti anni si trovava a governare lui l'intero e ludovico il pio era un uomo abbastanza diverso da suo padre tant'è vero che a quanto sappiamo non appena arrivo al palazzo trovando naturalmente che era già tutto fatto e le sepolture era già avvenuta da molte settimane non appena arrivò al palazzolo dove i colpi si preoccupa di spedire via tutta quella folla di donne che aveva circondato il vecchio fino all'ultimo e i suoi cronisti lo elogiano per questo fa pulizia finalmente non era decoroso che ci fossero tutte queste donne queste ragazze intorno al sovrano ludovico il pio è fatto in un altro modo lui si circonderà di preti non certo di ragazze di cronisti deludo dico il pio dicono anche altre cose dicono che la gente fu entusiasta che finalmente ci fosse un uomo nuovo governare e anche in questo può darsi che qualcosa di vero ci sia certamente il vecchio al potere aveva mantenuto negli uffici i suoi uomini di fiducia certamente aveva un pochino perso il polso della situazione chissà in quante posizioni di potere c'erano uomini che erano stati messi lì tanto tempo prima da carlo magno e non erano più stati spostati chissà quanti giovani mordevano il freno intorno al principe ereditario aspettando che arrivasse il loro momento quindi certamente ci fu anche questo certamente la morte di carlo magno l'avvento di ludovico volle dire carriere che si sbloccavano gente che finalmente aveva la sua occasione il sospiro di sollievo sembra quasi di sentirlo ecco il vecchio finalmente è morto e adesso cambia tutto più difficile è stabilire se è vero quello che dicono i cronisti de ludovico cioè che il nuovo imperatore trovò subito innumerevoli ingiustizie da correggere torti da raddrizzare trovo gente in prigione che non si sapeva più perché ci stava e la liberò immediatamente trovo gente a cui erano stati fatti dei torti sotto il vecchio carlo e che aveva perso ormai la speranza di avere giustizia e ludovico fece giustizia ecco se noi leggiamo i cronisti di ludovico il pio è tutto un entusiasmo nei confronti di questa ventata di novità nei confronti di questo nuovo regime che spazza via il vecchiume putrido negli ultimi anni di carlo magno naturalmente i cronisti medievali hanno la stessa attendibilità che possono avere oggi i giornali di partito cioè scrivono perché devono celebrare quello che li paga e quello da cui dipende la loro carriera quindi attenzione non dobbiamo mai prendere alla lettera niente che venga scritto da un cronista medievale quello che possiamo pensare appunto e che ludovico all'inizio come dire rappresentasse i sentimenti di una nuova generazione che da un po di tempo pur con tutto il rispetto per la grandezza di carlo magno aveva cominciato a dire certo che è vecchio certo che sarebbe ora che si facesse da parte la vita postuma di carlo magno è molto lunga ed è strettamente intrecciata alla politica possiamo dire che da quando è morto all'indomani della sua morte fino fino a ieri fino al tempo di adolf hitler carlomagno è stato un simbolo che uomini politici di tutti i colori in certi momenti hanno usato e strumentalizzato la cosa è cominciata già nel medioevo l'impero di carlo magno come noto è andato abbastanza rapidamente in decadenza ma nel corso del medioevo più volte degli imperatori energici hanno cercato di rimettere in piedi un governo imperiale funzionante e ogni volta che un imperatore medievale prendeva sul serio la sua posizione e cercava davvero di far rispettare la sua autorità era inevitabile che guardandosi indietro vedesse il modello a cui ispirarsi la figura con cui identificarsi carlomagno il primo esempio molto vistoso di questo sia nell'anno 1000 quando regna ottone iii ottone iii è giovanissimo e poco più che un ragazzino ed è stato educato dalla madre che è una principessa bizantina nell'idea della gloria dell'impero della gloria dell'impero romano la sua idea fissa e riportare l'impero romano alla sua antica gloria come al tempo di augusto come al tempo di costantino come al tempo di carlo magno ottone iii a un certo punto questa è una storia che ci racconta un cronista e sarà anche questa molto romanzata ma vale la pena di raccontarla comunque ottone iii a un certo punto decide di scendere nella tomba di carlo magno per confrontarsi con il corpo o quello che ne resta del suo predecessore dov'è la tonda di carlo magno ma gli dicono tutti nella basilica di aquisgrana si sa ma dove esattamente questo non lo sa più nessuno non c'è rimasto niente assegnare il punto preciso in cui carlo magno è stato sepolto sapete che a quell'epoca specialmente i personaggi importanti si seppellivano ali terna delle chiese sotto il pavimento ottone iii va ad aquisgrana fa sfondare il pavimento trovano la cripta in cui è sepolto carlo magno e chi ci racconta questa storia o chi sta abbellendo se non inventando questa storia dice che ottone scende e carlo magno e lì sepolto ma non nel suo sarcofago è seduto in trono e il suo corpo si è conservato perfettamente intatto tranne per un solo particolare gli è caduto il naso per il resto è come se fosse vivo anzi è così vivo che le unghie hanno continuato a crescere hanno bucato i guanti e si allungano come artigli a dalle mani ecco una visione abbastanza terrificante da un certo punto di vista ma per i contemporanei ma è un va specie di vampiro come sembra a noi questo cadavere al contrario questa conservazione vuol dire che è un uomo eccezionale che era un santo e infatti nella cripta ottone sente l'odore della santità dopo di che prende la croce che carlo magno aveva al collo gli far rifare un naso d'oro con cui sostituisce il naso che gli era caduto e poi esce fare chiudere tutto ecco racconto immaginario in gran parte certamente ma è vero che ottone ha fatto questa specie di scavo archeologico ed è vero soprattutto che carlo magno era in qualche modo il punto di riferimento nella memoria collettiva per un imperatore che voleva come dire far prendere sul serio la sua posizione quello che bisognava fare era fare i conti con carlo magno e in qualche modo far passare alla gente il messaggio che da carlo magno ci siamo fatti investire che la nostra legittimità sta in quella croce che abbiamo preso al collo di carlo e che ci siamo appesi al collo nostro un altro imperatore per cui carlo magno è un punto di riferimento fondamentale e federico barbarossa questo noi italiani lo conosciamo bene e quello che nel xii secolo cerca di mettere fine alla autonomia dei comuni e quello che provoca la formazione della lega lombarda e che poi dalla lega lombarda viene sconfitto a legnano federico barbarossa aveva un grosso progetto di di restaurazione dell'autorità imperiale e quindi anche lui deve fare i conti con il suo carlomagno federico barbarossa lo fa a suo modo l'idea geniale se vogliamo dire così del barbarossa e di organizzare la santificazione di carlo magno questa è l'epoca in cui ormai per fare un santo ci vuole come dire un processo di canonizzazione e un'autorizzazione del papa non è più come una volta nel medioevo all'inizio i santi erano semplicemente quelli che venivano così venerati dal popolo spontaneamente il tempo di barbarossa invece bisogna coinvolgere il papa e il barbarossa coinvolge il papa si rivolge a lui spiega la situazione e il papa ben contento di venirgli incontro organizza la santificazione di carlo magno si sceglie un giorno se non sbaglio il 15 agosto ma di questo non sono più sicurissima della verità e grado in modo quello è il giorno di san carlo magno se non che alla lunga nasce un problema questa era l'epoca in cui imperatori e papi litigavano facilmente e il papa che santifica carlomagno era un papa che era stato messo sul trono di roma dal barbarossa stesso dopo aver cacciato via il papà legittimo di conseguenza questo papa che ha santificato carlo magno in seguito non è più stato considerato come un vero papà ma come un antipapa ora capite il groviglio giuridico che si è creato cosa ci facciamo adesso con questo san carlo magno che è stato creato con tutte le forme ma dal papa sbagliato è una situazione imbarazzante la chiesa peraltro come sappiamo è abituata a gestire le situazioni imbarazza perciò la cosa viene progressivamente messa a tacere con molta arte il giorno di san carlo magno non viene più ufficialmente celebrato dalla chiesa romana e alla prima occasione devono aspettare per un po veramente ma poi dopo qualche secolo c'è un nuovo santo che si chiama carlo che si può sostituire a lui è san carlo borromeo anche lui personaggio ben conosciuto quando viene canonizzato san carlo borromeo viene applicato nel giorno che prima era riservato a carlomagno così non ci si accorge granché del cambiamento ma siccome appunto la chiesa romana è maestra anche nei compromessi san carlo magno non viene abolito completamente viene semplicemente degradato a livello di beato come sappiamo o forse non sappiamo perché anche se il nostro paese è sostanzialmente cattolico poi queste cose non è detto che il singolo credente le sappia bene il beato non è un santo vero e proprio il cui culto è approvato in tutta la cristianità il beato è una specie di santo locale il cui culto è autorizzato soltanto nei luoghi a cui era più direttamente collegato perciò ancora oggi il conto di carlo magno e praticato è autorizzato ad aquisgrana e in poche altre città del regno nel paese dove carlo magno per tutta la vita si era trattenuto più volentieri e così in questo modo appunto finisce il tentativo di federico barbarossa di guadagnarsi definitivamente la protezione di carlo magno e di fare in modo che carlo magno promosso santo possa intervenire presso dio per aiutare come merita l'imperatore che ha fatto tanto per lui passa molto tempo rispetto all'epoca di ottone iii e del barbarossa un altro imperatore in occidente decide che carlo magno per lui è un modello importante e un imperatore molto più vicino a noi che conosciamo bene napoleone per napoleone la figura di carlo magno e ancora una figura politicamente rilevante teniamo presente che anche se sono passati tanti e tanti secoli l'impero di carlo magno ufficialmente esiste ancora non è mai stato sciolto ha avuto tanti cambiamenti è diventato impero che occupa soltanto una parte della germania e dell'europa orientale alla sua testa ci sono d asburgo ma e ancora sempre formalmente il sacro romano impero fondato da carlo magno il sacro romano impero di carlo magno viene abrogato da napoleone e napoleone in persona che decide che siccome adesso c'è un altro imperatore lui questo vecchio impero non ha più ragion d'essere e napoleone che nell'anno 1806 ordina all imperatore del sacro romano impero francesco d'asburgo di abolire sciogliere il vecchio impero se poi francesco d'asburgo vuole continuare a chiamarsi imperatore faccia pure ma che si chiami imperatore d'austria ecco così come l'impero di carlo magno attraverso tanti cambiamenti il medioevo l'età moderna ha continuato a esistere così la leggenda di carlo magno continua a essere una leggenda politicamente importante e lo si vede bene nel momento in cui appunto e napoleone dopo la sua rapidissima carriera decide di farsi incoronare imperatore è un impero nuovo questo l'impero dei francesi non c'era niente del genere prima come fare per organizzare la cerimonia dell'incoronazione di questo nuovo imperatore napoleone vede immediatamente che l'unico precedente possibile e l'incoronazione imperiale di carlo magno anche lì c'era uno che all'inizio non aveva nessun diritto di essere imperatore e che invece si è conquistato questo diritto con la spada perciò napoleone fa organizzare la propria incoronazione studiando in dettaglio tutto quello che si sa dell'incoronazione di carlo magno nell'anno 800 si fa fare l'abito imitando i ritrovamenti archeologici nelle tombe dei vecchi re franchi si fa fabbricare la spada e lo scettro imitando quelli che si conoscevano anche lì attraverso ritrovamenti archeologici dell'epoca di carlo magno ma soprattutto è affascinante la procedura che napoleone decide di applicare carlomagno era andato a roma a farsi incoronare dal papa perché era indispensabile che ci fosse la presenza del papa per legittimare questo nuovo potere imperiale napoleone che per quanto ne sappiamo in dio ci crede poco che con la chiesa non ha mai voluto aver niente a che fare per farsi accettare dai suoi sudditi sente che è necessario avere il papa però primo cambiamento napoleone non va a roma per farsi incoronare dal papa ma fa venire il papa a parigi e il papa obbedisce altro cambiamento questo assolutamente centrale che ci fa capire come i problemi politici fossero ancora gli stessi da certi punti di vista noi sappiamo che gli imperatori medievali avevano avuto tanti problemi perché papa leone iii aveva messo con le sue mani la corona sulla testa di carlo magno e quindi i papi avevano potuto rivendicare una superiorità su gli imperatori napoleone non fa lo stesso errore una volta che la corona è stata benedetta dal papa la prende e se la mette in testa da solo dicendo dio me l'ha data guai a chi la tocca l'ultima incarnazione di carlo magno nella storia politica dell'europa sia nell'epoca dei nazionalismi tra otto e novecento l'epoca cioè in cui la storia d'europa è dominata dagli scontri fra nazioni opposte e in modo particolare sul continente dallo scontro tra il nazionalismo francese e quello tedesco sappiamo bene che gran parte della storia dell'ottocento e fino alla seconda guerra mondiale è stata determinata nel bene e soprattutto nel male da questo scontro di nazionalismi bene era inevitabile ne abbiamo anche forse già parlato in una puntata precedente che i nazionalisti francesi e tedeschi nell'ottocento cercassero di appropriarsi in qualche modo di carlo magno e buffo constatare che a livello di cultura collettiva questa cosa è ancora viva il professor werner che dirigeva fino a pochi anni fa l'istituto storico tedesco a parigi racconta che a un certo punto l'ambasciatore tedesco a parigi doveva tenere un discorso sui grandi tedeschi della storia e il professor werner fece una gran fatica per convincere l'ambasciatore a non comprendere fra i grandi tedeschi della storia carlomagno perché sapeva benissimo che i suoi ospiti francesi si sarebbero offesi effettivamente nell'ottocento il dibattito che infuria sulle due sponde del reno e dobbiamo dire charlemagne oppure dobbiamo dire calder grosse era francese o era tedesco ed è anche interessante vedere come il dibattito fosse condizionato dalle vicende politiche e al tempo stesso dai progressi della scienza quando regna in francia per esempio napoleone iii gli storici francesi sono molto convinti che carlo magno era un francese e la politica ufficiale del governo francese e di annettersi carlomagno napoleone iii naturalmente nipotino di napoleone primo segue le orme dello zio e a un certo punto commissiona una grande statua a cavallo di carlo magno dopo di che cosa succede napoleone iii viene sconfitto dai prussiani l'impero cade la francia diventa repubblicana è già in questo contesto repubblicano celebrare gli imperatori non è più una cosa che piaccia tanto ma quel che è peggio è che nel frattempo la scienza storica e dominata dai tedeschi alla fine dell'ottocento c'è un grandissimo rinnovamento della storiografia i tedeschi sono all'avanguardia sono sicuramente i più bravi sono i più conosciuti e quindi questo vuol dire che riescono anche a imporre in qualche modo il loro punto di vista anche in francia si comincia a pensare che forse dopo tutto hanno ragione loro e che dopo tutto questo carlomagno era davvero un germano e non una specie di antenato dei francesi c'è però il problema della statua che era stata commissionata da napoleone iii e che nel frattempo lo scultore ha finito panico dello scultore quando il governo rifiuta di pagare queste statua costosissimo oltretutto discutono ragionano alla fine arrivano un compromesso la statua non la buttano via il governo accetta di pagarla la mettono sul sagrato di notre dame ma in un angolino nascosto nei giardinetti in modo che praticamente non si veda e infatti io ho sperimentato spesso molta gente che è stata parigi e che ha presente benissimo la facciata di notre dame e il sagrato che lì ci sia nascosta questa statua di carlo magno a cavallo non se ne ricordi all'inizio del novecento gli storici tedeschi hanno vinto la partita carlo magno viene ufficialmente accolto nel pantheon degli eroi germanici progenitori del rais naturalmente gli storici tedeschi cercano anche di dimostrare che carlo magno è stato un grande imperatore da ogni punto di vista e di ripulirlo da quelle macchie che si possono anche trovare nel suo carattere qualcuno ricorderà perché ne abbiamo parlato che uno degli atti più atroci di carlo magno e l'esecuzione in massa di 4.000 ostaggi sassoni in uno dei momenti di esasperazione di questa sua interminabile guerra contro i sassoni ecco gli storici tedeschi del novecento sono un po dispiaciuti che questo grande eroe germanico debba avere una macchia simile specialmente gli storici cristiani cattolici ma anche protestanti sono molto dispiaciuti da questa cosa perché carlo magno funziona così bene come grande eroe tedesco e cristiano al tempo stesso negli anni venti e trenta c'è tutta una storiografia tedesca che cerca di dimostrare che forse questo massacro degli ostaggi sassoni non è mai avvenuto e ci sono autori che si spingono molto in là che vanno a rileggere le fonti suggerendo che forse una certa parola va letta in un altro modo e quindi in realtà carlomagno non ha ordinato di decapitare ma di deportare questi ostaggi naturalmente decapitare 4.000 persone in un giorno ha senso deportare 4.000 persone in un solo giorno ha già molto meno senso come affermazione è tuttavia ci si prova ci sono anche aspetti più inquietanti di questa discussione storiografica c'è chi si mette molto seriamente a calcolare se con i mezzi dell'epoca era davvero possibile ammazzare 4.000 persone in un solo giorno è fatto sulle riviste accademiche tedesche negli anni 30 un dibattito di questo genere un pochettino inquietante effettivamente suona e tuttavia questi storici che si davano così da fare per riabilitare carlomagno come grande eroe tedesco e cristiano non avevano fatto i conti neanche loro con quello che stava succedendo nel loro paese e germania degli anni trenta e la germania in cui prende il potere hitler e con hitler vanno al potere nell'accademia nell'università storici nuovi storici giovani spesso storici che non vedono l'ora di liberarsi dai vecchi maestri dai vecchi padri padroni della storiografia l'avvento di hitler e l'arrivo nelle università tedesche di una nuova generazione di giovani storici nazisti rampanti e molto aggressivi cambia drasticamente anche il dibattito su carlo magno infatti cosa succede succede che i giovani storici nazisti tutto sommato non sono mica tanto convinti che carlo magno sia davvero un grande eroe germanico che razza di eroi germanico e questo che ha spinto il suo impero fino a roma ed è andato a roma a farsi incoronare imperatore dei romani che razza di eroe germanico e questo che ha condotto una politica così sistematicamente cristiana in strettissima alleanza con il papa ecco i giovani storici tedeschi degli anni 30 dicono ma questo non è mica un vero germano un vero eroe teutonico anzi usano una parola che si usa ancora oggi in tedesco per designare in modo sprezzante i meridionali i latini vers ecco negli scritti dei giovani storici tedeschi dell'epoca nazista carlomagno non è un vero teutone è un mezzo welch è uno che si è fatto corrompere dal sud dal mondo latino dal cristianesimo e quindi come eroe germanico non va bene per niente allora se carlo magno nella germania degli anni 30 non è più puro eroi germanico chi sono gli eroi è facile trovarli i sassoni il tastoni che erano germani sul serio loro e che hanno combattuto 30 anni proprio per non cristianizzare sì per restare fedeli ai loro antichi dèi della guerra odino a tor questi sono gli eroi scelti dai giovani storici nazisti e allora ecco che carlo magno e un massacratore e un massacratore di veri tentoni i giovani storici nazisti non sono affatto d'accordo che bisogna cercare di dimostrare che forse il massacro degli ostaggi non è mai avvenuto anzi i giovani storici tedeschi degli anni 30 sono convintissimi che carlo ha fatto questo è peggio anche come quel mezzo romano mezzo italiano corrotto che era la conseguenza e mi scuso se qui mi inoltro nei dettagli di una controversia storiografica ma è una controversia che ha dei risvolti abbastanza appassionanti visto il momento storico in cui si colloca ecco possiamo immaginarci la costernazione dei vecchi dignitosi storici tedeschi che per tutta la vita aveva cercato di dimostrare che carlo era un grande eroe e che non aveva massacrato davvero i sassoni possiamo immaginarci la loro costernazione quando cominciano a comparire articoli scientifici sulle riviste prestigiose delle università tedesche che dicono basta con questo tentativo di riabilitare carlo magno questa non è una storiografia nazionale non è una storiografia popolare fra il kitsch come piace a noi nazisti remano contro questi storici che cercano di riabilitare carlo magno questa è una storiografia degenerata ecco i giovani storici nazisti che attaccano la vecchia generazione usano la stessa terminologia che il dottor bells usava per attaccare l'arte contemporanea degenerata di nuovo sapendo che siamo in germania nel pieno degli anni trenta sapendo cosa stava per succedere c'è da sentirsi lizza re i capelli in testa a vedere usare questo tipo di linguaggio nella discussione storiografica e il linguaggio è una cosa ma le cose non si fermavano lì noi sappiamo di gente che ha avuto attacchi cardiaci ed è morta dopo essere stata attaccata in questo modo sulle riviste scientifiche sappiamo di storici che hanno perso il posto sappiamo di storici che quando è scoppiata la guerra sono stati spediti al fronte perché erano rimasti indietro non avevano capito che la moda non era più difendere carlomagno ma che adesso la moda era attaccarlo e però anche i giovani storici né visti a un certo punto incontrano la loro nemesi anche loro un certo punto battono la testa perché hitler che fino a un certo momento si era abbastanza disinteressato della controversia ha un bel momento decide di occuparsene e hitler come forse potete immaginare era uno a cui tutto sommato carlomagno piaceva perciò alla fine hitler interviene in questa controversia scientifica e stabilisce che carlo magno si ha commesso degli errori tutte queste guerre contro i sassoni è però l'impero di carlo magno è stato un momento decisivo per l'unificazione del popolo tedesco anche gli errori elettricità che carlo magno può aver commesso vanno compresi vanno perdonati ci sono discorsi di hitler in cui si dicono queste cose guardate un po di cosa si occupava in mezzo alle altre sue preoccupazioni anche di errore di carlo magno vanno perdonati perché nelle circostanze storiche della sua epoca quello che ha fatto era giusto serviva all'unificazione del folk del popolo germanico e così anche i giovani storici come dire anti carlomagno vengono pian pianino messi a tacere negli ultimissimi anni del regime nazista negli anni della seconda guerra mondiale carlo magno conosce ancora una trasformazione ha ancora un ruolo diverso dal punto di vista propagandistico gli ultimi anni del regime nazista sono quelli in cui hitler combatte contro mezzo mondo contro gli aerei anni contro i sovietici per difendere quell'impero europeo che ha costruito con la spada l'identificazione fra hitler e carlo magno è sempre più chiara sempre più evidenti nella propaganda nazista si ricomincia a parlare con insistenza di carlo magno ma in che termini si parla di carlo magno a questo punto non più come dell'eroe germanico carlomagno serve a hitler e goebbels alla loro propaganda per dire ai popoli sottomessi dell'europa che tutti loro hanno una causa comune ecco ricordiamoci anche se è sgradevole ricordarlo oggi che in quegli anni l'insistenza sull'europa sulla difesa dell'europa sull'unità europea era un tema della propaganda nazista erano i nazisti che presentavano i tedeschi come la guida di un unione di popoli francesi belgi olandesi scandinavi tutti che dovevano difendere la civiltà europea in questa prospettiva carlomagno tornava buono era l'eroe internazionale che aveva unificato i popoli d'europa e in modo particolare tornava buono quando si doveva rivolgersi ai francesi noi oggi sappiamo che durante la seconda guerra mondiale la germania nazista ha avuto un consenso abbastanza vasto in certi settori della società francese abbastanza vasto da permettere a un certo punto di reclutare una divisione di ss francesi che viene spedita a combattere questa divisione dss all'inizio sembrava che dovesse andare a combattere contro gli inglesi perciò dovendo darle un nome hanno pensato a un certo punto di chiamarla giovanna d'arco poi invece viene spedito sul fronte russo allora giovanna d'arco non serve più questa divisione dss francesi viene ribattezzata charlemagne in francese e in qualche modo come dire il punto d'arrivo di questo tentativo di recuperare sotto la direzione nazista le forze degli altri popoli europei e su questa divisione charlemagne e c'è un aneddoto curiosissimo hitler a un certo punto fa fabbricare a serre un servizio di piatti di porcellana per la mensa degli ufficiali della divisione charlene e su questo servizio di piatti hitler fa raffigurare carlo magno e sul retro ci mette una straordinaria iscrizione latina che io adesso vi traduco a memoria e che sostanzialmente dice così l'impero di carlo magno che fu diviso dai nipoti nell'anno 843 ora lo difende adolfo insieme con tutti i popoli d'europa nell'anno 1943 ecco come vedete siamo arrivati abbastanza vicino ai nostri tempi e carlo magno ha rivelato una capacità insospettata di tornare fuori nei momenti più diversi di servire alle cause più diverse chissà cosa avrebbe detto lui se avesse saputo che il suo nome la sua immagine sarebbe stata usata in questi modi probabilmente sarebbe stato comunque soddisfatto di sapere che di lui si continuava a parlare aveva tante qualità ma anche tanti difetti era certamente un uomo vanitoso gli piaceva che si parlasse di lui probabilmente sarebbe anche contento se sapesse che noi per un mese abbiamo continuato a parlare di lui adesso però abbiamo davvero finito e stato bello vi saluto [Musica] abbiamo trasmesso alle otto della sera carlo magno di alessandro barbero regia di vittorio amante [Musica]