Quando si studia il positivismo si insiste spesso sul ruolo che la scienza ha all'interno di questo movimento filosofico perché effettivamente per i filosofi positivisti la scienza è il punto di riferimento costante, è il motivo dei grandi progressi dell'umanità. E quindi in realtà non si può più di tanto analizzare il positivismo in sé senza far riferimento anche ad alcune importanti scoperte scientifiche che vennero effettuate nel corso dell'Ottocento e in particolare di quella più decisiva di tutte, cioè della teoria dell'evoluzionismo di Darwin, perché Charles Darwin ebbe in effetti un influsso notevole su questa corrente e direi anche in generale su tutta la cultura occidentale, prima inglese e poi occidentale, da quel momento in poi. Oggi la lezione è verte proprio su Darwin, cercheremo di...
capire in cosa consiste questa teoria dell'evoluzione, perché è così importante e soprattutto quali sono i suoi risvolti filosofici, cioè cosa comporta per la filosofia. Quindi vi darò sì una panoramica biologica, ma in realtà giusto alcuni riferimenti utili a capire di cosa si tratta e poi cercheremo di sottolineare invece la portata filosofica delle sue scoperte, delle sue teorie. Andiamo a cominciare.
caffè come al solito e doppia coppia come vedete abbiamo visto già da un po' Batman e Topolino insieme amici per la pelle compagni di avventura a farci da mascot e io mi presento, se mi conoscete già potete saltare direttamente guardando nel sommario al primo punto, se non mi conoscete mi chiamo Ermanno Ferretti in arte script diciamo così qui su youtube e sui vari social network script, sono un professore di storia e filosofia in segnale superiori già da ormai parecchi anni e però da qualche mese ho iniziato anche a postare video spiegazioni di storia di filosofia ed educazione civica a volte anche dei consigli di lettura, a volte anche dei consigli di visione. Qui su questo canale per chiunque è appassionato o sta studiando appunto la storia e la filosofia seguendo più o meno i programmi che si svolgono alle superiori e che io stesso sto svolgendo con i miei studenti perché questi video sono pensati primariamente per loro e poi per chiunque altro ne possa trarre giovamento. In descrizione trovate, se volete approfondire, lo dico già da subito, tutte le playlist più importanti che ho preparato e poi anche i capitoletti di questo video. Questo video che però oggi si concentra su un aspetto che di filosofico ha solo i contorni, perché parliamo di Darwin che, come ben sapete, è principalmente uno scienziato, un biologo, uno studioso delle specie animali e vegetali, uno scienziato però molto molto importante, tant'è vero che le sue dottrine, le sue teorie... I suoi rilievi effettuati nel corso della sua vita hanno avuto un influsso diretto e fortissimo anche sulla filosofia, tant'è vero che proprio quando si parla del positivismo bisogna anche a un certo punto iniziare a inquadrare una corrente che è quella del cosiddetto positivismo evoluzionistico, cioè di quel positivismo appunto direttamente influenzato da Darwin, che da Darwin ritiene di poter trarre gli elementi principali della filosofia.
Quindi questa lezione su Darwin può sembrare un po' superflua, può sembrare un'invasione di campo forse, perché uno che insegna filosofia non dovrebbe forse trattare gli argomenti più propri della scienza. In realtà io ritengo che in certi casi, per capire meglio la filosofia, bisogna anche capire, diciamo così, gli aspetti filosofici delle routine scientifiche. Chiaramente Darwin, i miei studenti lo studiano bene in scienza, in biologia.
come d'altronde studiano anche Einstein bene in fisica, come studiano Galileo bene in fisica, eccetera, però è bene riprendere alcune dottrine, alcune cose e soprattutto sottolineandone secondo me gli aspetti più propriamente filosofici, in modo che poi anche l'insegnamento diventi in un certo senso multidisciplinare, sarebbe una buona cosa se i vari insegnanti delle varie materie riuscissero poi a riprendersi l'uno con l'altro e far vedere come i Chiaramente le distinzioni di campo sono un po' artificiose, scienza e filosofia in certi ambiti sono strettamente collegate, è inutile dire uno quando finisce la scienza e quando inizia la filosofia. Einstein fu scienziato ma fu in buona parte anche filosofo, Galileo sicuramente e un po' anche Darwin. E allora parliamo di questo Darwin. Come vi dicevo in premessa, io non vi darò chissà quale dettaglio dell'aspetto biologico e scientifico, vi darò alcune linee guida.
Invece mi soffermerò un pochino di più sull'aspetto. Filosofico comunque questa lezione sarà abbastanza veloce, non ci dilungheremo troppo. Prima vi dico qualcosa sulla vita però di Charles Darwin, scienziato inglese intanto. Vive nell'Ottocento, anzi attraversa con la sua vita un po' tutto l'Ottocento perché nasce nel 1809, muore nel 1882, nativo di Shrewsbury, studia a Cambridge, però appena laureato, ancora vent... poco più che ventenne decide di imbarcarsi su una nave governativa che ha il compito di fare una sorta di circomnavigazione del globo per scopi scientifici, cioè vuole andare in giro per il mondo a studiare e il giovane Charles Darwin non vede l'ora di potersi imbarcare, questa nave passerà alla storia perché si chiama Beagle ed è la nave che porterà Darwin a fare le sue più grandi scoperte.
Rimane su questa nave infatti per ben quattro anni in giro per il mondo. e si sofferma in particolare su un arcipelago di isole che appunto proprio grazie a Darwin diventerà famoso, le Galapagos, che a volte sentite citate anche come Galapagos, ma credo che la pronuncia più corretta sia Galapagos. In questo arcipelago Darwin compie i suoi primi studi, le sue prime grandi osservazioni, e poi ne parleremo in questa stessa lezione, e inizia un po' a così... buttare le basi a imbastire quella che poi sarà la sua vera e propria teoria dell'evoluzione.
In realtà, ripeto, questo viaggio lo compie negli anni 30 e dell'800, ci vorranno ancora parecchi anni prima che però Darwin metta per iscritto le sue idee. perché anche lui è molto dubbioso all'inizio, perché sono idee ancora poco circostanziate, ci vuole molto lavoro, però effettivamente dopo il termine del viaggio con la Beagle, dopo varie altre osservazioni, finalmente, vari anni dopo, nel 1859, Darwin si convince e pubblica quella che sarà la sua opera principale, il suo capolavoro, forse l'opera principale dal punto di vista scientifico di tutto l'Ottocento, che è l'origine della specie. che è un'opera che ha un impatto notevole fin da subito, suscita subito da un lato grandi entusiasmi perché c'è una grande attenzione verso queste nuove teorie che adesso vedremo che sono decisamente rivoluzionarie dall'altro però anche grandi critiche perché Darwin ovviamente ha dei forti oppositori che ritengono che abbia sbagliato tutto, non abbia compreso niente quindi è un libro che ha un successo clamoroso perché smuove subito le intelligenze e le coscienze di...
tutto il mondo intellettuale inglese prima e poi di tutto il mondo e però appunto Darwin continuerà i suoi studi pur un po' a volte anche sommerso da alcune critiche terrà fede al suo progetto e anzi approfondirà ulteriormente negli anni successivi le sue dottrine tant'è vero che nel 1871 pubblica un altro libro molto importante che completa un po' l'operazione iniziata con l'origine della specie, questo secondo libro si intitola L'origine dell'uomo e la selezione sessuale, dove in particolare si sofferma più che sulle specie in generale e sull'evoluzione degli animali e delle piante in generale, si sofferma in particolare sull'evoluzione della specie umana, quindi porta a compimento quel discorso che proprio riguardo all'uomo sarà gravoso e gravido di conseguenze. Allora vediamo la dottrina di Darwin, cerchiamo di capirla. prima dal punto di vista biologico, poi anche dal punto di vista filosofico per le conseguenze che ovviamente ha. Questa dottrina dell'evoluzionismo, così viene chiamata di solito, che è già esposta nell'origine della specie, si fonda su due punti chiave, due cardini importanti. Da un lato l'evoluzionismo in senso stretto, cioè l'idea che le specie animali e le specie vegetali non siano immutabili nel tempo ma si evolvano, cambino, mutino, e che quindi l'uomo di oggi non è...
per nulla uguale geneticamente diremmo oggi, ma dal punto di vista biologico, all'uomo di 10.000 anni fa, di 100.000 anni fa. E questo ovviamente oggi è confermato da tutte le dottrine scientifiche. E dall'altro, di fianco all'evoluzionismo, ovviamente l'altro aspetto importante è quello della selezione naturale, perché c'è l'idea, e adesso lo vedremo meglio andando avanti, che queste specie non solo si evolvano, ma si...
si instaura una sorta di lotta per la sopravvivenza, per cui alcune specie o alcune mutazioni, meglio ancora, meno adatte tendano a scomparire e alcune mutazioni invece più adatte all'ambiente in cui si trovano ad operare tendano invece a svilupparsi e a aumentare di numero. Ecco, questi due carri, ripeto, evoluzione e selezione naturale, saranno i cardini del pensiero di Darwin, ma non sono di per sé cose originalissime, non dobbiamo pensare che Darwin sia uno che... Un giorno è arrivato e dal nulla ha tirato fuori tutta una serie di nuove teorie a cui nessuno aveva mai pensato.
prima. Alcune delle idee di Darwin erano in realtà già state anticipate negli anni precedenti. In particolare, per quanto riguarda l'evoluzionismo, cioè l'idea appunto di una non-immutabilità delle specie, bisogna menzionare almeno la teoria di Lamarck.
Lamarck già qualche decennio prima, circa una cinquantina di anni prima rispetto a Darwin, aveva avanzato una vaga idea del genere, uno spunto direi che però non si era poi concretizzato in maniera troppo chiara e ben strutturata. mentre Raffi lo farà appunto in maniera chiara e strutturata. Cosa aveva detto Lamarck?
Lamarck aveva studiato in particolare le giraffe e era arrivato a ipotizzare che il collo lungo delle giraffe probabilmente fosse proprio l'effetto di una sorta di evoluzione, cioè che le giraffe per il bisogno di arrivare a mangiare le foglie degli alberi più alte avessero... temperino in qualche modo ancora non ben spiegato allungato il loro collo e che poi questo cambiamento, questa evoluzione della specie, delle giraffe si fosse trasmessa per via ereditaria ai vari figli della specie e che quindi appunto un'evoluzione fosse possibile, un'evoluzione fosse presente appunto nelle giraffe. Qual è il problema della dottrina di Lamarck? Che questa teoria che pure offriva uno spunto interessante che Darwin conosceva e da cui Darwin in un certo senso parte, lo spiegava però come funzionava il meccanismo dell'evoluzione perché sembrava quasi che semplicemente il tentativo di allungare il collo potesse portare a un allungamento del collo.
Mancava del tutto l'idea della lotta per la sopravvivenza che invece sarà centrale nel pensiero di Darwin. Però ecco, lo spunto c'era e da qui Darwin partirà. E a convincere Darwin appunto della bontà dello spunto Di Lamarck furono le sue esperienze alle Galapagos, come vi dicevo prima, questo archipelago costituito da piccole isole vicine tra loro ma separate l'una dall'altra, perché appunto studiando le specie animali presenti in un'isola piuttosto che in un'altra, Darwin si accorse di alcune piccole ma significative differenze.
In particolare si concentrò sulle testugini, tartarughe per capirci, e sui fringuelli, uccelli tipici della zona, e notò studiando le testugini di un'isola. e di quella vicina e di quella vicina ancora e allo stesso modo i fringuelli di un'isola di quella vicina e di quella vicina ancora, che queste specie, che pure chiaramente provenivano da un ceppo comune, da un'origine comune, si erano evolute nel corso dei secoli e dei millenni in maniera levemente diversa, perché ad esempio i fringuelli in un'isola avevano tutti il becco sottile, in un'altra avevano tutti il becco un po' più grosso, in alcune il becco era un po' più arcuato, in alcune meno e così via, e differenze simili si ritrovavano anche nelle testucine. cioè come mai poteva avvenire qualcosa del genere? come mai dei fringuelli che sicuramente appartenevano alla stessa specie in un'isola avevano una caratteristica e ce l'avevano tutti e nell'altra non avevano questa caratteristica ma avevano un'altra caratteristica ancora e ce l'avevano tutti gli esemplari l'unica spiegazione possibile secondo Darwin era che queste specie che pur erano partite appunto da un ceppo comune poi nel corso dei secoli, dei millenni si fossero evolute differenziandosi l'una dall'altra lievemente e quindi Perché? Perché diverso era l'ambiente in cui si trovavano ad operare queste specie.
Chiaramente i fringuelli che avevano il becco più sottile ce l'avevano perché in quell'isola particolare crescevano degli alberi, crescevano delle piante, c'era delle particolari conformità della zona, della flora, per cui il becco più sottile, più minuto, era utile per andare a pescare il cibo. e quindi a vivere e a campare. In altre zone invece c'era, in altre isole, c'era più bisogno magari di un becco più largo e più solido perché il cibo si poteva meglio raccogliere così. Insomma, ci doveva essere in qualche modo un legame tra l'ambiente e l'evoluzione, tra le circostanze in cui i vari esemplari animali si trovavano a vivere e... il modo in cui la loro specie era cambiata nel corso del tempo.
Questo convinse Darwin che effettivamente la marca aveva intuito qualcosa di giusto, anche se poi non aveva portato a termine il suo ragionamento e la sua analisi, e che invece la teoria dominante all'epoca fosse completamente sbagliata. Qual era la teoria dominante all'epoca? Era il cosiddetto fissismo, da fisso, da immobile, immutabile, cioè l'idea che le specie non mutassero nel tempo, ma fossero appunto fisse.
che Dio in persona avesse creato l'uomo così com'è oggi, che avesse creato le testugini così come sono oggi, che avesse creato le giraffie così come sono oggi. Tutte le specie animali vegetali, secondo il fascismo, sono sempre rimaste uguali a loro stesse nel tempo, non si sono evolute, non c'è stato nessun cambiamento. D'altronde, se ci pensate, stando a una lettura letterale della Bibbia senza interpretarla, questo sembra essere anche dalla lettura...
della bibbia del religiosa cristiana Dio ha creato il mondo il cielo e la terra ha fatto l'uomo e l'ha fatto così come oggi quando creò Adamo lo fece così come è oggi e quando creò Eva la fece così come la donna è oggi. Come possiamo parlare di evoluzione se crediamo in quello che c'è scritto nella Bibbia? Come possiamo parlare di evoluzione quando effettivamente anche nella nostra esperienza quotidiana ci sembra impossibile che l'uomo evolva perché sappiamo da secoli che l'uomo è sempre uguale a se stesso? Eppure Darwin sostiene che non dobbiamo tanto guardare ai secoli ma casomai ai millenni e lì l'evoluzione esiste.
Il problema però era adesso capire come avvenisse questo meccanismo, come si realizzasse questa evoluzione, perché una volta capito effettivamente che le specie evolvevano, bisognava capire qual era la modalità che le portava a evolvere e su questo punto Darwin rimase davvero dubbioso per molto tempo, non riusciva a trovare una spiegazione che gli sembrasse plausibile per avanzare delle ipotesi su questa evoluzione, fino a quando non si imbatté in un libro che con la biologia non centrava assolutamente nulla. Era un libro scritto proprio in quegli anni, poco tempo prima, da un economista britannico che si chiamava Malthus, padre del cosiddetto malthusianesimo, magari in futuro, se ci sarà tempo, dedicheremo un video anche a lui perché fu anche in parte filosofo, oltre che importante economista e sociologo. Questo Malthus aveva scritto un libro che si chiamava Saggio sul principio della popolazione, in cui aveva portato alcune importanti riflessioni relative all'andamento, della demografia in particolare. Cioè, lui aveva notato che nella storia dell'umanità c'erano costantemente delle crescite demografiche poi seguite a importanti crisi demografiche. Cioè, se guardiamo anche noi la storia dell'età moderna, ne troviamo parecchie di queste situazioni.
Ad esempio, c'è il benessere del 200 e poi arriva la crisi del 300. c'è la rinascita del Cinquecento e poi c'è la crisi del Seicento e così via. In ogni epoca storica c'è magari un secolo di crescita economica, di sviluppo demografico, aumento della popolazione seguito poi sempre da una grande crisi dovuta alle malattie, alle carestie, a vari motivi e quindi un crollo demografico che poi segue di solito una risalita e poi un crollo, eccetera. questo è l'andamento demografico, dei grafici della demografia tradizionale almeno fino alla fine del Settecento poi nell'Ottocento con l'avvento dei vaccini e delle medicine è cambiato un po' tutto ma fino all'Ottocento così erano state le cose così erano andate le cose e Malthus dice questo avviene, secondo me, perché c'è una differenza tra l'andamento della popolazione e l'andamento dei mezzi di sussistenza, dei beni di consumo del cibo, diciamo così, delle risorse. Perché?
Perché queste due variabili, la popolazione e i mezzi di sostentamento, tendono a crescere sì, ma a crescere con velocità diverse. Perché? Perché la popolazione tende a crescere con progressione che lui chiamerà progressione geometrica, mentre i mezzi di sostentamento tendono a crescere con una progressione aritmetica. Cosa significa?
Se siete avvezzi un po' alla matematica avete già capito, se no ve lo spiego. La progressione aritmetica è quella progressione in cui c'è una serie di numeri che si succedono uno dopo l'altro e questi numeri sono legati tra loro dal fatto di avere costante la differenza tra un numero e il numero precedente. Faccio un esempio.
1, 3, 5, 7, 9, 11, 13, eccetera. Questa è una progressione aritmetica perché la differenza che c'è tra un numero e l'altro, 1, 3, 3, 5, 5, 7, eccetera, è costante, è sempre 2 la differenza in questo caso, 1, 3, 5, 7, 9, sempre di 2 in 2 andiamo avanti, diciamola così, no? Possiamo anche farla di 3 in 3, di 5 in 5, l'importante è che la progressione, cioè la scala di numeri, sia sempre intervallata dallo stesso valore, 1, 5, 6, 1, 5, 9, 13, 17, eccetera, è un'altra progressione aritmetica, 1, 9, 17...
25, 33 è un'altra progressione aritmetica e così via, ok? è costante l'intervallo, diciamo così la progressione geometrica invece è diversa perché l'essere costante non è la differenza tra due numeri ma è il quoziente tra i due numeri cioè cosa vuol dire? che bisogna non fare 3-1 ma fare 3 diviso 1 Se io prendo la progressione che inizia con 1 e continua con 3, il numero successivo non sarà in questo caso 5 come era nella progressione aritmetica, ma sarà il numero che diviso per 3 da 3. perché 3 diviso 1 fa 3, no? Quindi 1, 3, il quoziente tra 1 e 3 è 3, il numero successivo sarà quel numero che diviso per 3 mi dà di nuovo 3, quindi sarà 1, 3, 9. E se vado avanti, il numero successivo al 9 deve essere il numero che diviso per 9 mi dà sempre 3, e questo numero ovviamente è 27. Quindi la progressione in questo caso sarà 1, 3, 9, 27. 81, 243, 670, 732, una roba così, e avanti, avanti, avanti. Qual è la differenza?
Perché questa è una progressione diversa? Perché c'è sempre un intervallo costante tra i numeri, ma non è... ad essere costante la differenza tra i due numeri, ma ad essere costante il rapporto, il quoziente, la divisione tra i due numeri, capite?
Cosa vuol dire tutto questo discorso matematico, che può sembrare complicato, ma è più complicato da spiegare che da capire. Perché è così importante? Perché chiaramente la progressione aritmetica va avanti a una certa velocità, la progressione geometrica va avanti molto più velocemente. Vi ricordo quello che ho detto prima, 1, 3, 5, 7, 1, 3, 5, 7, 9. Al quinto punto di quella progressione aritmetica siamo arrivati a 9. a 9 con la progressione geometrica abbiamo 1 3 9 27 81 81 è 9 volte 9 cioè se noi facessimo un grafico di questo andamento è chiaro che l'andamento geometrico la progressione geometrica decolla molto prima cresce molto più velocemente di quella aritmetica e questo dice Malthus si verifica davvero nelle varie società perché è vero che il cibo le risorse, i beni e i mezzi agricoli, le cose che noi coltiviamo per vivere e campare crescono, ma crescono a una certa velocità.
Invece la popolazione, il numero di figli per coppia, diciamola così, tende a crescere più velocemente di quanto non crescono i mezzi di sostentamento. Perché se dopo 5 anni i beni agricoli si sono moltiplicati per 9, cosa che è già esagerata di per sé, diciamo che dopo 100 anni... i beni di sostentamento si sono moltiplicati per 9, dopo 100 anni la popolazione non si sarà moltiplicata per 9, ma si sarà moltiplicata per 81, secondo quello schema che vi ho letto prima.
Cosa implica tutto questo? Che secondo Malthus appunto questo strano meccanismo che però lui aveva analizzato studiando la popolazione del New England, cioè i coloni inglesi in America e lì aveva visto che effettivamente la progressione era di quel tipo lì, questo fenomeno porta inevitabilmente le società. ad un certo punto ad avere penuria di mezzi, ad avere penuria di cibo, perché il numero di figli cresce velocemente, il cibo aumenta o aumenta meno velocemente dei figli, il che vuol dire che ad un certo punto ci sono troppe bocche da sfamare rispetto a quello che la terra produce, rispetto al cibo che è disponibile per darla a mangiare alle persone. Questo porta inevitabilmente a una crisi perché si verifica una sorta di...
lotta per la sopravvivenza a quel punto perché il cibo è poco, il cibo scarseggia, tante sono le bocche da sfamare e quindi chiaramente tra queste bocche da sfamare chi è più debole muore. perché semplicemente si mangia tutti meno, ci si indebolisce e chi non ha il fisico, la forza, la fortuna di essere capace di superare questa penuria di cibo, questa carestia, è destinato a morire. Per questo è vero che le risorse crescono piano, la popolazione cresce molto, ma a un certo punto l'equilibrio tra popolazione e risorse si rompe e la popolazione crolla. L'indice della popolazione crolla e ci sono troppe morti? E questo è avvenuto tante volte, arriva una carestia, arriva un'epidemia, arriva qualcosa che fa crollare le persone, il numero di abitanti, la demografia e quindi di colpo il numero di abitanti decresce.
diciamo le risorse rimangono abbastanza stabili e si arriva a un nuovo equilibrio perché a quel punto il cibo diventerà abbastanza per tutti perché ci sarà meno bocche da sfamare e a quel punto si ricomincerà superata la crisi a crescere perché ricomincerà a crescere il cibo ricominceranno a crescere gli abitanti però con velocità diverse e dopo qualche decennio di nuovo gli abitanti saranno diventati troppi rispetto alle risorse si arriverà a una nuova crisi di nuovo un crollo mortalità, moriranno in tanti e di nuovo un nuovo equilibrio e poi si ripartirà. Questo è secondo Malthus l'andamento della demografia ed è secondo lui una legge scientifica della società perché è legata proprio a queste diverse velocità di crescita della popolazione e delle risorse. Aveva scritto questo saggio Malthus che poi è ancora in parte studiato, c'è anche qualcosa di in parte vero in queste analisi di Malthus poi oggi in buona parte anche superate per vari motivi, però il Malthusianesimo è stata una corrente che ha avuto grande successo nell'Ottocento e in parte esiste ancora oggi come il Neo-Malthusianesimo, a volte se ne parla, se ne è parlato anche perché oggi ovviamente il problema demografico è un problema diverso da quello di Malthus, ma attualissimo perché siamo forse troppi su questo pianeta, troppi non solo per il cibo, non tanto per il cibo, ma quanto per l'ecosostenibilità di questo pianeta e però affrontare il problema è molto complicato. Però ecco, nell'Ottocento queste dottrine di Malthus ebbero un fortissimo impatto su Darwin, perché Darwin lesse il libro di Malthus e disse, ma non so se questo Malthus abbia ragione dal punto di vista sociale ed economico, ma forse dal punto di vista biologico ha ragione, perché forse, forse, e Darwin se ne convince rapidamente, nella evoluzione delle specie si verifica qualcosa di simile a quello che Malthus aveva ipotizzato per l'andamento della crescita demografica e delle risorse.
perché effettivamente anche tra le specie, secondo Darwin, si instaura una lotta per la sopravvivenza, alimentata da motivi diversi, adesso li vedremo, però una vera lotta per la sopravvivenza che porta all'estinzione di certi rami evolutivi e invece allo sviluppo di altri rami evolutivi. Come funzionava questa selezione naturale in concreto? Come Darwin arrivò a teorizzarla?
Allora, secondo lui il meccanismo era strutturato in questa maniera. Prima di tutto doveva esserci... un qualche cambiamento nell'ambiente in cui la specie animale o vegetale si trovava a vivere. Questo cambiamento poteva essere dovuto al fatto che la specie si spostava, cambiava ambiente, oppure ci fosse un mutamento climatico di qualche tipo, un nuovo predatore, qualcosa del genere.
Un cambiamento radicale delle condizioni di vita dell'ambiente. A quel punto, per cause completamente casuali, si verificava una mutazione nella specie. In realtà mutazioni nella specie, secondo Darwin, si verificano molto di frequente, quasi quotidianamente, quotidianamente no, però per capirci, molto spesso nel corso dei secoli si verificano magari piccole mutazioni.
Anche nel nostro caso umano può darci che alcuni di noi abbiano delle piccole mutazioni genetiche che non emergono o che non sono rilevanti più di tanto nella vita concreta e di cui non ci accorgiamo particolarmente. Però in certi casi appunto quando questo ambiente cambia e pone la specie animale o vegetale davanti a nuove sfide diciamo, una particolare mutazione può rivelarsi, può rivelarsi, non sempre si rivela ma in certi casi può rivelarsi particolarmente utile. utile a sopravvivere in quell'ambiente.
Prendiamo ad esempio i fringuelli che dicevamo, è chiaro che i fringuelli a un certo punto, quelli che si sono trovati sull'isola diversa dall'isola di partenza, ne è nato uno col becco diverso magari, col becco elevamente diverso e questo nuovo fringuello. col becco diverso dai fratelli, dagli altri esemplari, e riusciva meglio a catturare le prede e quindi ad alimentarsi. Ecco, questa mutazione che si è originata in maniera completamente casuale, perché non c'è stata nessuna volontarietà, nessun intervento divino, eccetera, ma semplicemente una mutazione qualsiasi, si è rivelata efficace davanti al nuovo ambiente.
Allora questa mutazione tende a stabilizzarsi quando si rivela efficace, cioè... Non compare un solo esemplare che poi muore e questa mutazione va perduta, ma la mutazione si stabilizza, cioè entra nel patrimonio della specie perché gli esemplari più adatti iniziano a riprodursi in numero sempre maggiore, mentre gli esemplari meno adatti, quelli che hanno il becco fatto in maniera poco utile, poco funzionale per il nuovo ambiente, iniziano a riprodursi sempre meno. E chiaramente un po' alla volta in un meccanismo molto graduale e molto lento.
Quelli che hanno la mutazione utile tendono appunto a soppiantare in un certo senso quelli che non hanno questo tipo di mutazione perché loro si riproducono sempre di più e prosperano perché appunto si possono alimentare meglio, sopravvivono meglio all'ambiente eccetera. Quelli che invece non hanno questa mutazione o ne hanno una che è dannosa addirittura tendono a vivere meno e quindi a riprodursi di meno. Un po' alla volta ripeto la specie si evolve perché tutti gli esemplari in vita finiscono per avere questa mutazione perché ormai... è entrata nel corredo genetico della specie, o almeno di quella specie mutata presente in quell'ambiente particolare e in questo modo la mutazione viene passata ai figli e diventa un elemento caratteristico della specie. Ovviamente quando queste mutazioni sono piccole e invisibili, che ci sono magari, ma non portano a un'evoluzione vera e propria della specie, quando però sono più visibili, più fondamentali, più importanti, allora sì che possiamo parlare di evoluzione della specie.
Per questo... Darwin parla di lotta per la sopravvivenza, non perché in realtà ovviamente le specie entrino in lotta tra loro o i fringuelli o le testugine entrino in lotta tra loro, ma semplicemente perché l'ambiente costituisce una nuova sfida che chi è più adatto, chi ha i geni giusti in quelle circostanze può vincere e chi è meno adatto può perdere. Ovviamente, attenzione, questa dottrina dell'adattamento dell'individuo più adatto non bisogna pensarlo e solamente come l'individuo più forte, non è la forza in sé l'elemento chiave, è l'adattabilità, cioè avere quella particolarità che è fondamentale in quel dato ambiente. Per i fringuelli avere un becco più piccolo in certi casi può essere un grande svantaggio. ad esempio, però in un certo ambiente, nell'ambiente in cui quel becco particolare è fondamentale per approvvigionarsi il cibo, lì anche una debolezza diventa una forza, quindi quando parliamo di individuo più adatto, non parliamo di individuo più forte o individuo migliore, perché è tutto molto relativo, migliore per quell'ambiente, più forte o meglio direi meglio ancora più adatto per quel particolare.
particolarissimo ambiente, magari un ambiente diverso quella stessa caratteristica sarebbe fonte di morte e quindi sarebbe uno svantaggio evolutivo e non un vantaggio, quindi dipende dalle circostanze e dipende dagli ambienti. Ecco questa è la teoria di Darwin, quindi un cambiamento ambientale che porta a un mutamento della specie, certo questo è un processo molto molto molto lungo che non avviene oggi e domani ma avviene in millennie, in migliaia di anni. che però secondo Darwin è presente.
La sua in origine era solamente una teoria, ovviamente non aveva grandi prove, aveva alcuni dati osservativi, alcune ipotesi. Nel corso degli anni però, e anche poi dei secoli, sono state trovate delle prove indirette, direi, cioè non delle conferme complete dell'autorità di Darwin, cosa che è probabilmente impossibile perché non abbiamo possibilità sempre di fotografare tutte le evoluzioni della specie, ma abbiamo i cosiddetti anelli di congiunzione, cioè abbiamo... grazie ai fossili spesso dei campioni, degli esemplari di specie in evoluzione, diverse da come sono oggi magari, perché appunto questi fossili ci fanno vedere come certe specie animali o specie vegetali siano cambiate nei millenni, perché sappiamo che centinaia e centinaia di anni fa erano diverse da come sono oggi, segno che effettivamente un'evoluzione c'è. Ovviamente questa dottrina ha tutta una serie di conseguenze importanti per quanto riguarda La concezione che si aveva dell'uomo e della vita, della società, dell'universo all'epoca. In primo luogo, la dottrina di Darwin è una dottrina profondamente laica.
Laica perché ovviamente presuppone che l'uomo non sia il frutto della creazione divina in maniera almeno diretta. Contrarice tutte le dottrine creazionistiche, quelle che cioè ritengono che sia vero quanto dice la Bibbia, cioè che Dio abbia creato l'uomo esattamente così com'è. Sì. Se l'uomo, come tutte le altre specie animali, come tutte le specie vegetali, è frutto di un'evoluzione, allora questo implica che questa evoluzione non sia un effetto di Dio, o almeno non un effetto diretto di Dio. Non è Dio che ci ha messi sulla terra così come siamo oggi, non c'è Dio che ci spinge a revolverci eventualmente o a cambiare nel tempo.
A spingerci a cambiare nel tempo è eventualmente l'adattabilità, la laudazione. per la sopravvivenza, il fatto che l'ambiente ci spinga a cambiare, l'ambiente ci spinga a far emergere certe caratteristiche che sono più adatte allo sviluppo dell'umanità o di qualsiasi altra specie su questo pianeta. Quindi è una dottrina in cui Dio non c'entra, questa è la cosa importantissima. Se prima si riteneva che Dio fosse l'unica spiegazione possibile per l'esistenza dell'uomo, ora Darwin propone una soluzione diversa, l'uomo si può spiegare anche senza Dio. se mai il problema sarà spiegare l'universo, ecco quello è un altro paio di maniche ma l'uomo in quanto specie si può spiegare benissimo senza dover ricorrere a Dio d'altronde, come vi dicevo lo stesso Darwin approfondì poi negli anni successivi le sue dottrine e in particolare studiò l'uomo anticipando quello che poi oggi la scienza ritiene ormai assolato che l'uomo cioè deriva in qualche misura dalle scimmie o comunque abbiano un antenato comune con le scimmie ecco se l'uomo è frutto di una lunga evoluzione che è passata attraverso l'australopiteco, gli ominidi, le scimmie antropomorfe e così via.
Questo significa che appunto l'uomo non è una specie privilegiata su questo pianeta, non è l'essere che Dio ha creato per dargli in mano le chiavi del pianeta, cosa che già era stata messa in crisi con la rivoluzione scientifica nel 500-600. No, Darwin dice che l'uomo è una specie, certo che ha delle caratteristiche importanti, che ha... delle qualità importanti, ma è una specie in tutto simile alle altre. Si è sviluppato l'uomo e ha preso il dominio del mondo, ma l'uomo è molto più animale che non diverso dagli animali.
Tra l'uomo e gli animali non c'è tutta questa gran differenza, l'uomo è un animale evoluto. Contrariamente a quanto diceva anche solo Cartesio, se vi ricordate, Cartesio che pure vive un paio di secoli prima di Darwin, non millenni prima di Darwin, sosteneva che tra l'uomo e gli animali ci fosse un abisso, perché l'uomo aveva la coscienza, aveva l'anima, aveva la res cogitans, mentre gli animali no. Ecco, ovviamente Darwin non se la prende con Cartesio, non gliene frega niente di Cartesio, ma se noi dovessimo trarre le somme da quello che dice Darwin, troveremmo in Darwin Darwin una decisa negazione di quanto affermato da Cartesio, perché?
Perché l'uomo e gli animali sono in tutto e per tutto simili, sono fatti allo stesso modo e infatti Darwin fa notare questo, quelle caratteristiche che noi troviamo spesso nell'uomo sono in fondo presenti anche negli animali, l'intelligenza è presente anche negli animali, il linguaggio, un qualche tipo di linguaggio, certo meno evoluto di quello degli uomini, ma un qualche tipo di comunicazione del linguaggio è presente anche in alcuni animali. l'amore per la famiglia è presente anche in alcuni animali insomma tutte quelle virtù, tutte quelle caratteristiche positive che noi siamo soliti esaltare nell'uomo non sono proprio solo dell'uomo sono ben presenti anche negli animali magari in grado diverso, quello sì perché chiaramente il linguaggio umano è di grado molto superiore a qualsiasi linguaggio animale e però forme di comunicazione esistono, segno che l'uomo è un animale È un animale che si è evoluto, che ha avuto la fortuna, l'ambiente e le circostanze che gli hanno permesso di evolvere in una certa direzione, sviluppando un linguaggio, sviluppando una società, sviluppando al massimo grado quelle virtù che però erano presenti anche già di per sé nel mondo animale. E quindi capite, la visione religiosa tradizionale viene fortemente scossa da queste analisi di Darwin, perché ovviamente A non c'è bisogno di Dio per spiegare l'uomo sulla terra. B, l'uomo di per sé, che dovrebbe essere l'essere che più somiglia a Dio, a immagine e somiglianza di Dio, l'uomo di per sé è un animale tanto quanto gli altri, addirittura si dice che l'uomo deriva dalle scimmie, quale più grande offesa si potrebbe fare all'idea dell'uomo a immagine e somiglianza di Dio, dire che l'uomo è sostanzialmente una scimmia evoluta, che l'uomo stava sugli alberi, era uno scimmione che un po' alla volta ha iniziato a scendere dagli alberi e ha iniziato a camminare eretto.
Ecco, chiaramente le retoriche di Darwin trovarono fortissime opposizioni, soprattutto non di per sé per la teoria scientifica in sé, ma soprattutto per le conseguenze a cui portavano. Portavano conseguenze estremamente laiche, estremamente pericolose per chi voleva rimanere fedele a una visione molto tradizionale e oggi francamente arretrata della religiosità. Da qui in poi non si potrà più ritenere che la Genesi sia un racconto storico.
Bisognerà metterne in dubbio ovviamente, casomai sarà un discorso metaforico, un discorso allegorico, un simbolo, non certo storia, non certo storia biologica quantomeno. La storia biologica sembra dirci altro e le varie prove che sono state trovate sull'evoluzione delle specie, noi abbiamo oggi esemplari da Lucy a altri esemplari simili di uomini in evoluzione nel corso dei, uomini e donne ovviamente, in evoluzione nel corso dei... millenni ovviamente sembrano dare ampiamente ragione a Darwin. Quindi questa è una cosa importante che va ben rimarcata.
Da qui in poi si apre una pagina nuova, una pagina più laica, di ricerca scientifica, ma di ricerca che sa mettere in dubbio anche quelli che erano i dogmi della fede per quanto riguarda l'evoluzione umana. C'è un'ultima conseguenza da sottolineare che si lega benissimo al positivismo. Ovviamente se tutto questo è vero, se la teoria di Darwin è vera, se è vero che...
l'uomo deriva dalle scimmie, che l'uomo è frutto di un'evoluzione, che non è stato creato così com'è da Dio e quindi che non è neppure forse creato in immagine e somiglianza di Dio, allora ovviamente l'uomo può migliorare nel tempo. La natura, il mondo, l'universo può migliorare nel tempo. In fondo tutta la storia del nostro pianeta è una storia di evoluzione per essere sempre più adatti a sopravvivere. La vita, intendo non del singolo uomo, ma la vita della...
delle specie è una vita di lotta per la sopravvivenza, è un continuo adattarsi e cercare di superare gli ostacoli che la natura ci mette davanti e quindi diventare più forti, diventare più adatti, diventare migliori, sempre da quel punto di vista che dicevamo prima, dell'adattabilità. Questo implica da un lato una grande fiducia nel progresso ovviamente perché è vero che la natura ci mette in bastone tra le ruote molte volte, è vero che ci pone delle sfide, ma se noi siamo qui vuol dire che la nostra specie queste sfide le ha vinte. in fondo, ha dovuto affrontare molti problemi, molte fatiche, molti drammi anche ovviamente, ma le ha superate. Quindi i problemi vengono superati e sembra tutto andare per il meglio, potremmo anche dirla così, questo è il primo aspetto. Secondo aspetto, se noi siamo qui oggi vuol dire che noi siamo gli individui più adatti che ci siano mai stati, vuol dire che noi oggi, esseri umani ad esempio, portiamo il patrimonio genetico, il corredo genetico di...
varie specie che si sono evolute fino ad arrivare a noi, noi siamo il punto d'arrivo di un lunghissimo percorso ma in quanto punto d'arrivo siamo anche il punto migliore della storia e lo stesso si può dire ovviamente anche per gli animali, per le piante, per molte altre specie che sono presenti sulla Terra, non solo per l'uomo. Tutte le specie sono evolute migliorandosi continuamente e quindi oggi è il miglior momento della storia in fondo dal punto di vista biologico e genetico per tutte queste specie. Segno anche qui di un profondo ottimismo in fondo della teoria darwiniana, di una aspettativa positiva, di una evoluzione positiva che guida la storia, che guida la storia degli esseri viventi di ogni genere, dalle piante agli animali all'uomo.
Ecco, tutto questo avrà un effetto fortissimo anche sul positivismo ovviamente, perché il positivismo, lo abbiamo detto fin dall'inizio e in descrizione se volete trovate anche il link al video in cui parlavo del positivismo in generale, il positivismo è una filosofia profondamente ottimista. che ha grande fiducia nella scienza, che ha grande fiducia nella possibilità di migliorare le cose in futuro, progredendo con un avanzamento continuo e costante delle scienze, delle società e della vita umana. Ecco, Darwin ci dà la conferma che è così davvero anche da un punto di vista biologico. Non sono solo le società a evolvere, ma è tutto l'universo a evolvere, tutta la Terra a evolvere ed evolve verso una migliore adattabilità.
Quindi sarà facile per i filosofi positivisti, quelli che verranno dopo Darwin, a riprendere queste idee di Darwin, potenziarle e portarle all'interno dell'ambito più prontamente filosofico, tant'è vero che, come vi dicevo, nascerà una vera e propria corrente chiamata positivismo evoluzionistico, che da Darwin prenderà gli spunti per poi parlare di un'evoluzione anche delle società, della vita umana e così via. Ecco, questo era quello che più o meno volevo... Spero di sottolinearvi la dottrina di Darwin, spero che sia abbastanza chiara sia la dottrina dell'evoluzione della specie, sia poi siano chiare abbastanza le conseguenze filosofiche, non sono tantissime, però sono molto rilevanti ovviamente perché è una rivoluzione copernicana, potremmo dire alcuni ritengono che questa di Darwin sia davvero una rivoluzione paragonabile per peso e per importanza a quella di Copernico di un paio di secoli prima, tre secoli prima.
e poi a quella einsteiniana del novecento, anzi forse addirittura più rilevante di quelle due messe assieme, perché Darwin cambiò davvero il modo di intendere il posto che l'uomo occupa in questo mondo. Le speranze e le aspettative che l'uomo ha in questo mondo, aprendo a una prospettiva laica, che da qui in poi troveremo spesso nei filosofi, perché vedremo che i filosofi d'ora in poi agiranno sempre meno in una prospettiva provvidenzialistica divina, sempre più in una prospettiva laica. L'uomo andrà studiato in sé per sé.
al di là che possa esistere Dio, perché anche ammettendo l'esistenza di Dio, questo Dio potrebbe non aver pensato all'uomo, potrebbe non aver voluto l'uomo in sé, potrebbe aver semplicemente creato l'universo, potrebbe aver creato certe forze, certi sistemi, ma non necessariamente l'uomo, l'uomo non è il padrone del mondo, l'uomo non è il padrone dell'universo, questo già lo sapevamo da Copernico, ma adesso Darwin ce ne ha dato forse l'estrema conferma. Dal punto di vista religioso devo dirvi anche che Darwin non si espresse mai più di tanto in realtà. Queste conseguenze che vi ho elencato sono conseguenze che noi traiamo e che i contemporanei di Darwin trassero dalla sua teoria. Ma Darwin fu sempre restio a trarre conseguenze dal punto di vista religioso, ad attaccare la chiesa o certe visioni religiose del tempo.
Si tenne per sé molte sue idee da questo punto di vista, sappiamo qualcosa dalle sue lettere private. in cui a volte espresse qualche parere. In generale, in questi pareri appunto mai pubblicamente mostrati, Darwin si rivelava abbastanza agnostico, cioè riteneva di non avere i mezzi per poter dire se Dio c'era o non c'era.
Certo, aveva capito con la sua teoria che eventualmente Dio era diverso da come gli era sempre stato presentato, su quello era abbastanza certo, però se poi in questo mondo ci fosse un Dio che aveva dato origine a tutto, oppure... oppure non ci fosse niente e tutto fosse così frutto di un'evoluzione abbastanza casuale o comunque legata alla sua dottrina, su questo preferiva non pronunciarsi troppo esplicitamente perché anche lui aveva i suoi dubbi, le sue perplessità, non sapeva propendere per una... ipotesi oppure per l'altra, sicuramente l'ipotesi fissista, cioè la creazione del mondo da parte di Dio così come esso è oggi, era da scartare, secondo lui era una idea superata, sbagliata, errata e d'altronde sosteneva che in fondo non è possibile neppure pensare che ci sia un fine nel mondo, un fine esplicito nel mondo, perché c'è troppo dolore in questo mondo, troppa commistione di piacere e dolore per pensare che ci sia un fine chiaro e netto in questo mondo, quindi se anche un Dio c'è, forse c'è, non lo sa dire, però le idee che la religione propone di solito di un fine ben chiaro, di un progetto di Dio sull'uomo, secondo lui sono illusioni.
Può darsi che ci sia un Dio, ma questo Dio rimane per noi impescutabile e lontano, è difficile capire che senso abbia questo mondo, difficile e quindi forse anche impossibile. Ecco, la lezione è conclusa. In descrizione, come al solito, trovate, come vi dicevo in premessa, anche l'elenco dei punti che ho trattato oggi, quei vari titoletti che ho usato e di fianco i minuti cliccabili per poter far ripartire il video dal punto in cui magari volete riascoltarlo.
Vi trovate anche dei link ad altre risorse che ho citato che potrebbero essere comunque interessanti per approfondire le varie questioni. Vi ricordo che potete sempre appoggiarvi anche al vostro libro di testo, qualunque esso sia. in genere qualche paginetta a Darwin anche in libri di filosofia viene dedicata e se il vostro libro, il vostro manuale non lo fa appoggiatevi a quello di storia perché magari lì sicuramente almeno un paio di paragrafini brevi, sintetici per capire la portata delle teorie di Darwin ci sono di sicuro poi se avete anche dei libri di biologia meglio ancora e ci troviamo presto per nuovi video di storia, filosofia, educazione civica book club, video club, un sacco di roba ciao alla prossima Grazie a tutti.