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HECYRA di Terenzio herr4one

bentornati amici a tutti e sono veramente contento di parlarvi oggi dell'ecira di terenzio una commedia che mi piace moltissimo profonda delicata e soprattutto straordinariamente moderna dai protagonisti che si presentano con una psicologia e delle problematiche che ricordano molto alcuni personaggi di Pirandello o Italo Svevo. Dramma borghese è stata definita ma anche la più terenziana e la meno plautina delle commedie anche perché come vedrete è quasi del tutto priva di elementi comici che era invece proprio quello che i romani si aspettavano ed amavano quando andavano al teatro cioè ridere non riflettere. Ciò creò non pochi problemi al successo dell'Ecira che, come vi ho già raccontato proprio all'inizio del mio video su Terenzio, dovette essere messa in scena tre volte prima che il regista riuscisse a farla arrivare alla fine perché ogni volta il pubblico a metà dello spettacolo si alzava e se ne andava per vedere spettacoli di gladiatori, pugili o funamboli che si esibivano nei paraggi. Se ne lamenta nel prologo proprio il regista a cui Terenzio aveva affidato la messa in scena della commedia, Lucio Ambivio Turpione, uno dei registi e attori comici più bravi e di grido dell'epoca. Egli in veste di prologo si presenta agli spettatori all'inizio della commedia affermando di essere l'avvocato difensore di Terenzio, anzi di più del t... teatro. Egli infatti dopo aver raccontato al pubblico i precedenti fiaschi della commedia lo prega di ascoltare stavolta in silenzio e fino alla fine la rappresentazione e aggiunge non lasciate che per colpa vostra l'arte delle scene si riduca a privilegio per pochi. E allora date ascolto anche voi all'invito di Lucio Ambivio Turpione, andate al teatro, magari a vedere l'Ecira. ma non senza aver prima ascoltato il mio video. Dunque, la vicenda dell'Ecira ruota attorno a tre personaggi principali ai quali si collegano tutti gli altri. Un giovane, Ladulescens Panfilo. Sua moglie, Filomena, personaggio fondamentale nella tessitura della trama, ma non compare mai, viene soltanto nominata. Una meretrix, una prostituta, Bacchide. amica, amante, ex amante, tra un po'la vedremo, di Panfilo. Attorno a questo triangolo ruotano gli altri personaggi. Due padri, due madri, un servo. La suocera, che dà il nome alla commedia, è la madre di Panfilo Sostrata. Dunque, cos'è successo fra questi personaggi? Lo apprendiamo nell'atto primo dedicato alla presentazione dell'antefatto. Panfilo era innamoratissimo di Bacchia. chi dei due si frequentavano ma a un certo punto il padre Lachete incomincia a mettergli pressione affinché si sposi con una brava ragazza. Lui cede e prende in moglie Filomena. Per accorgersi dopo poco tempo di aver fatto un errore madornale, è profondamente infelice, vive il matrimonio come un supplizio, tratta male la moglie, continua a vedere bacchide tutti i giorni. Attenzione particolare importante per capire il successivo svolgimento della trama, Panfilo non ha nemmeno rapporti fisici con la moglie, anzi confida al suo servo Parmenone che si sente talmente soffocato ormai dal matrimonio che ha deciso di rimandare Filomena a casa dai genitori e aggiunge se proprio gliela devo restituire meglio Vergine che dopo essermici divertito. Ma passa un po'di tempo e le cose incominciano a cambiare. Da un lato Bacchide si fa freddina perché è seccata che Panfilo non sia più tutto. suo. Dall'altro il giovane incomincia ad apprezzare questa sua giovane moglie così umile, devota, inizia a legarsi a lei di sincero affetto e, come scrive Terenzio, trasferisce il suo amore da Bacchide a Filomena. E proprio allora viene chiesto a Panfilo di intraprendere un viaggio fuori città per occuparsi di alcune questioni di famiglia. Il giovane parte parte Filomena rimane da sola nella casa dei genitori di Panfilo perché è lì che erano andati a vivere e a questo punto inizia a succedere qualcosa. Dissapori, ostilità non meglio identificate fra lei e lei c'era appunto la suocera, sostrata, la madre di Panfilo. Tant'è che a un certo punto Filomena lascia la casa e se ne torna dai suoi genitori. Nessuno sa cosa sia successo esattamente. Ma, e attenzione a questo punto perché è importante per capire poi il messaggio morale della commedia, viene subito appiccicata a Sostrata l'etichetta della suocera, odiosa che tratta male la nuora. E giudicando in base a questo luogo comune tutti, pubblico compreso, sono sicuri che sia stata lei a far scappare Filomena rendendosi insopportabile. In effetti la povera Sostrata non riesce a... a capacitarsi e cerca di immaginare possibili motivazioni per la fuga della ragazza, marito mio, ma che ne sai, magari ha fatto finta di odiarmi per poter stare di più insieme a sua madre. Ma niente da fare, è colpa sua. E alla fine dell'atto secondo si sfoga in un breve monologo dicendo sono così convinti che le suocere sono tutte cattive, ma io no, non l'ho mai trattata diversamente che se fosse stata mia figlia. So solo che non vedo l'ora. che mio figlio torni a casa e Panfilo torna. Atto terzo. Certo lo aspetta una brutta sorpresa perché proprio adesso che era riuscito ad affezionarsi e a legarsi alla moglie scopre che in sua assenza è tornata dai genitori. Il mistero continua ad avvolgere la situazione, anche noi siamo molto curiosi ma ancora per poco. Esortato dal servo Parmenone che gli dice se tieni veramente a tua moglie, recati da lei e cerca di scoprire cos'è successo, Panfilo va a casa di Filomena e scopre la verità. Gliela racconta Mirrina, la madre di lei. Filomena è incinta. Ma non è stato lui! Era stata violentata prima del matrimonio! Nessuno lo deve sapere, neanche il padre, dice Mirrina. Panfilo è terrorizzata. Il neonato, appena partorito, verrà esposto. Così... Panfilo non avrà nessun fastidio, deciderà poi lui liberamente se riprendersi in casa la moglie o no. La verità, la verità ha gettato Panfilo nella disperazione. Da un lato vorrebbe riprendere in casa la moglie ma le convenzioni sociali gli impongono di rifiutarla perché aspetta il figlio di un altro. che non si sa nemmeno chi sia. D'altra parte se non riprendesse in casa la moglie dovrebbe giustificare la sua decisione di fronte alla famiglia, alla gente e in questo modo dovrebbe però rivelare il segreto di Mirrina che invece vuole mantenere. E inoltre come spiega al suo servo il rispetto filiale mi spinge a prendere le parti. E sì perché Filomena andando via di casa senza motivo ha offeso Sostrata, l'ha esposta alle accuse e quindi c'è anche per Panfilo la questione dell'orgoglio e del rispetto filiale. Insomma questo povero giovanotto invischiato in una melma di compromessi, falsi obblighi, convenzioni sociali, incapace di prendere decisioni coraggiose, non fa che piagnucolare. Nel frattempo tempo i tentativi di Mirrina di tenere nascosto il parto sono vani. Filomena partorisce e il padre Filippo sente i vagiti del bambino. Molto significativo il dialogo tra marito e moglie. Filippo, che conosce soltanto una parte della verità, non riesce a capire come mai Mirrina gli abbia tenuto nascosto il parto. parto della figlia e la accusa di aver addirittura sperato che il bambino morisse durante il parto poco dopo come accadeva di frequente a quei tempi. e che in questo modo il matrimonio si sbriciolasse perché secondo lui Mirrina non aveva mai sopportato che la figlia fosse andata in sposa ad uno che aveva un'amante. E forse adesso incominciate a capire perché all'inizio vi ho detto che questa commedia è stata definita dramma borghese, vedete come i suoi personaggi si muovono infatti fra considerazioni, preoccupazioni, pregiudizi, ipocrisie che sono assolutamente tipici di un certo mondo piccolo borghese ben pensante per nulla lontano dal nostro. E vedete anche che come lo era stata sostrata anche Mirrina viene accusata dal marito per sospetti basati fondamentalmente su cliché e luoghi comuni. Tutto si risolve nell'atto quinto, quello conclusivo. I due padri, che ricordate sanno soltanto una parte della verità, vengono a colloquio e giungono alla conclusione che il problema è Bacchide. La chete perché pensa che il figlio sia ancora innamorato di lei e che sia per questo motivo che non vuole riprendersi in casa Filomena. E Filippo perché attribuisce a Bacchide l'ostilità. di Mirrina. I due si alleano e decidono di affrontarla. Andiamo! quella cortigiana, accusiamola, facciamole delle minacce serie se avrà ancora a che fare con Panfilo. E in una delle scene conclusive della commedia l'arcano è finalmente svelato grazie all'agnizio, un topos della commedia antica, il riconoscimento. Bacchide porta al dito un anello che Mirrina riconosce come di proprietà di Filomena. A questo punto la cortigiana racconta come mai lo possiede. tempo addietro Panfilo era corso da lei una notte dicendo di aver violentato una ragazza e di averle strappato questo anello. La donna era proprio Filomena e quindi il figlio è di Panfilo, il quale finalmente libero dalle ansie può riprendersi in casa la moglie e la commedia si conclude con il classico plaudito. E ora il messaggio morale, l'insegnamento che Terenzio ci ha voluto dare con questa commedia, insegnamento che rientra in quella humanitas, il nuovo ideale di uomo e di civiltà che in quei decenni si stava diffondendo dalla Grecia a Roma, di cui Terenzio era portavoce e di cui vi ho parlato nel video dedicato. E nell'Ecira l'humanitas si esprime così. La realtà è complessa, l'apparenza inganna, non si può giudicare sulla base di stereotipi e luoghi comuni. Lo dimostrano soprattutto i due personaggi che possiamo definire i più anticonvenzionali della commedia, perché con il loro atteggiamento e comportamento ribaltano il cliché di cui sono vittime. E queste due figure sono la suocera e la prostituta. Sostrata la suocera vittima. vittima del noto pregiudizio a quanto pare antichissimo riguardante le suocere, non solo viene discolpata dalla vicenda ma si rivela anche una donna, madre, suocera, moglie disposta a sacrificarsi per salvare il matrimonio del figlio. Sentite cosa gli dice quando ancora non si sapeva che il figlio fosse effettivamente... di Panfilo. Tuo padre mi ha raccontato di come hai preferito me a tua moglie ma adesso voglio ricambiare il tuo amore. Io me ne andrò in campagna con tuo padre. Ormai è deciso perché la mia presenza non sia d'ostacolo e non ci sia più alcun motivo perché la tua Filomena non torni da te. E Panfilo le dice ma non voglio che a causa mia tu rinunci alle tue amiche, alle tue parenti, alle feste. E lei risponde ormai tutte queste cose. non mi danno più gioia finché avevo l'età, me la son goduta abbastanza e adesso sono stufa di questi divertimenti, la mia vera preoccupazione è che la mia vecchiaia non dia fastidio a nessuno. E così Sostrata libera il suo personaggio dall'immagine di grettezza e di egoismo che normalmente le viene attribuito. Bacchi della meretrice è un'esclusa, una figura che vive ai margini della società. Eppure è proprio lei a consentire l'annizio, il riconoscimento e a permettere la soluzione della vicenda. E lo fa con gioia. Sentite cosa dice a Parmenone alla fine della commedia. Che gioia ho dato oggi a Panfilo, gli ridò un figlio, la moglie, l'ho salvato dai sospetti di suo padre e di Filippo. E così anche lei, la prostituta distruggi famiglie, si rivela invece una persona d'animo nobile. e generoso. E che dire di Panfilo? Beh, un antieroe borghese, lo definirei, è vero, cresce sentimentalmente dall'iniziale passione per Bacchide a proda ad un sentimento più maturo, fondato sul rispetto nei confronti della moglie, ma per tutta la vicenda appare preda delle convenzioni sociali, i suoi sentimenti rimangono soffocati. da altre necessità che gli si impongono, ma dall'esterno, il pudore, l'orgoglio, il rispetto per la madre. Forse leggo un po'sopra le righe, ma questo panfilo mi ricorda molto qualcuno di quei personaggi di Italo Svevo, trascinati dalla corrente e incapaci di prendere la vita per le redini. Non fa una gran figura neanche Mirrina, vittima sì da un lato dei sospetti del marito, ma... quanto è meschina e piccolo borghese nella sua ansia di nascondere tutto, di non far sapere e come si dice di lavare i panni sporchi in famiglia. Non possono mancare due parole sul servus, avrete notato e ve lo avevo anticipato all'inizio che in questa commedia c'è molto poco da ridere e infatti Parmenone... il servo di Panfilo, non ha praticamente nulla del servus callidus a cui ci avevano abituato le commedie di Plauto. Lì maestro dell'inganno, dell'astuzia e anche del comico, il personaggio in bocca al quale l'autore metteva le battute più sagaci e taglienti. Qui è ridotto praticamente ad un confidente di Parmenone, pacato, tranquillo, ragionese. E a proposito di pacatezza su tutti Tutti i personaggi convenzionali e anticonvenzionali, positivi e negativi, domina l'affabilità, un altro tratto fondamentale dell'umanitas. Tutti sono fra di loro cortesi, gentili, dotati di buone maniere e quando alla fine della commedia si rendono conto del loro errore, disponibili a chiedere scusa e a dare agli altri il giusto riconoscimento. Ma quanto sarebbe prospera e molto più vivibile la nostra società se fosse sempre così?