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Il punto remoto dell'occhio

Il punto remoto dell'occhio è la massima distanza a cui un oggetto posto sull'asse ottico può essere messo a fuoco sulla retina in assenza di accomodazione. Per usare un'altra definizione rigorosa dal punto di vista ottico che scomodi i concetti di punti coniugati, potremmo dire che è quel punto oggetto coniugato con la retina attraverso il sistema ottico occhio in assenza di accomodazione. Andiamo a vedere i tre casi che si possono verificare e le tre posizioni possibili per il punto remoto in un occhio emetrope, miope oppure ipermetrope. Nell'occhio emetrope i raggi provenienti dall'infinito convergono esattamente sulla retina. Sulla retina si trova quindi il fuoco secondario dell'occhio che qui chiameremo F'O, e quindi il punto remoto è praticamente all'infinito, è un punto all'infinito. Mentre, come vedete qui, nello schema, il fuoco secondario dell'occhio coincide esattamente con la retina. Per quanto riguarda l'occhio miope, invece, i raggi provenienti dall'infinito convergono prima della retina. il che vuol dire che il fuoco secondario dell'occhio è situato davanti alla retina, come nello schema mostrato qui. Ci chiediamo dov'è quindi il punto remoto. Dal punto di vista ottico l'occhio è considerabile come una lente positiva, quindi stiamo dicendo che la retina si trova tra il fuoco secondario e due volte il fuoco secondario, che qui non è mostrato. va da sé che un punto sull'asse ottico che avrebbe immagine esattamente sulla retina cade in quello che è l'intervallo aperto dei fuochi dell'occhio e quindi cade a una distanza finita e non più all'infinito. Quello che si vuole fare normalmente è fare in modo che i raggi che provengono dall'infinito all'occhio sembrino provenire dal punto remoto. di modo tale che il sistema occhio possa creare di quei raggi un'immagine esattamente sulla retina. Questa cosa è fattibile con una lente negativa posizionata davanti all'occhio. Perché questo? Perché una lente negativa, come mostrato in questo schema, cosa fa? Supponiamo di avere appunto una lente negativa in una certa posizione davanti all'occhio, a una certa distanza d dall'occhio, e questa è una lente oftalmica, ovviamente. I raggi provenienti dall'infinito verrebbero deviati divergendo dalla lente, oltre la lente, e quindi all'occhio sembrerebbero provenire da un certo punto, sull'asse ottico, al finito, non più all'infinito. Tarando opportunamente il potere della lente per la metropia da correggere nell'occhio del paziente, è possibile far sì che questi raggi sembrino divergere, esattamente dal punto più distante che l'occhio è in grado di mettere a fuoco sulla retina, che è proprio la definizione di punto remoto. In questo caso, quindi, cosa succede? Che il punto remoto coincide esattamente con quello che è il fuoco secondario della lente e quindi l'occhio sarà in grado, vedendo un oggetto in questa posizione, di rendere una sua immagine esattamente sulla retina. Quello che abbiamo detto ovviamente è fattibile con una lente oftalmica posizionata a una certa distanza dall'occhio, che chiamiamo distanza apice-corneale normalmente, ma questo stesso risultato può essere ottenuto con una lente a contatto che sia posta a distanza zero dall'occhio. La lente negativa contribuisce quindi a far apparire all'occhio quello che è in realtà un punto all'infinito come un punto al finito. La presenza della lente negativa però altera anche la distanza di punto prossimo per l'occhio che ha davanti la lente negativa. Infatti anche il punto prossimo risulterà allo stesso modo più vicino all'occhio, ragion per cui i miopi tendono a rimuovere, a togliere gli occhiali guardando oggetti in prossimità. Per ricapitolare il caso dell'occhio miope, il punto remoto misurato dalla lente correttiva eguaglia quello che è il fuoco. secondario della lente. Supponiamo che il punto remoto di un occhio sia due metri, giusto per fare un esempio. Allora una lente a contatto, che quindi non ha una separazione dall'occhio, dovrà creare dell'infinito, quindi con una posizione s uguale a infinito, un'immagine a distanza di meno 2 metri, quindi un S'di meno 2 metri. Dall'equazione dei punti coniugati per lenti sottili, che ci permette di fare dei calcoli, ovviamente approssimati, ma comunque rappresentativi della situazione, possiamo sostituire in S l'infinito, la posizione dell'oggetto, e in S'la posizione dell'immagine, ovvero dove vogliamo che la lente crei l'immagine. Ne ricaviamo così la focale di questa lente a contatto, che è meno 2 metri, pertanto il potere della lente a contatto sarà meno 0,5 diottrie, mezza diottrie. Questo ovviamente succede se la lente è posta a diretto contatto con l'occhio. Se invece la lente è una lente oftalmica, bisogna tenere conto della separazione che c'è tra la lente e l'occhio, e quindi della distanza apice-corneale, che è... può essere considerata come 13-12 mm. Sui testi si trovano entrambi i numeri. Pertanto il potere della lente dovrà tenere conto del fatto che esiste questa distanza, a differenza del caso della LAC. E quindi il potere della lente verrà dato da questa formulina qui, ovvero dal potere della LAC fratto 1 più il potere della LAC per d, dove ovviamente d deve essere espresso. in metri facciamo un esempio ponendo che la lacca abbia un potere di meno 6 diottrie e che d sia di 12 millimetri ovviamente nel calcolo questo potere meno 6 diottrie deve essere diviso per 1 meno un certo numero che deriva da questo prodotto quindi il denominatore sarà necessariamente un valore più piccolo di 1 il che vuol dire che il risultato come modulo sarà maggiore del Φ della LAC. Quindi come risultato abbiamo meno 6,47, il che vuol dire che il modulo del potere della lente oftalmica, e dico modulo perché chiaramente qui c'è anche il discorso del segno essendo una lente negativa, ma ragioniamo in termini esclusivamente di modulo, quindi il valore assoluto del potere della lente deve essere maggiore del valore assoluto del potere della lacca. Invertendo e ricavando la relazione tra le focali si vede che la focale della lente oftalmica in modulo deve essere più piccola della focale della lente a contatto. Una conclusione che ovviamente si evinceva anche dal disegno precedente, ovvero da questo disegno qui. in cui si vede chiaramente che il modulo di FL è minore del modulo di FLAC. Andiamo avanti e trattiamo l'ultimo caso, che è il caso di occhio emmetro. Andiamo avanti e trattiamo l'ultimo caso, che è il caso di occhio ipermetrope. Nel caso di occhio ipermetrope i raggi provenienti dall'infinito vengono focalizzati dall'occhio che non ha un potere sufficiente per metterli a fuoco sulla retina in un punto che è oltre la retina. Ciò vuol dire che il fuoco secondario dell'occhio cade dietro la retina. Dov'è quindi il punto remoto per un occhio ipermetrope? Nell'occhio ipermetrope il punto remoto cade sempre oltre la retina, è un punto virtuale ed è un punto in cui noi vogliamo porre tutto il risultato. in qualche modo quell'oggetto che sia all'infinito in qualche modo vogliamo che l'oggetto all'infinito venga trasportato in quello che è il punto remoto dell'occhio in modo tale che l'occhio stesso possa produrne un'immagine a fuoco sulla retina a questo scopo è necessario quindi usare una lente positiva per quale motivo? una lente positiva che abbia il fuoco secondario esattamente esattamente in quello che è il punto remoto dell'occhio, in pratica produrrà dell'infinito un'immagine proprio lì, su F'L. L'occhio quindi cosa farà? Vedrà un oggetto nel punto remoto che per lui è un oggetto ovviamente virtuale e di cui creerà un'immagine reale a sinistra dell'oggetto e quindi sulla retina. In questo caso possiamo dire quindi che il fuoco secondario dell'occhio si trova esattamente tra la retina e il punto remoto. In questo caso però il potere da dare alla lente oftalmica rispetto al caso della lente a contatto sarà un potere minore, poiché già dal disegno si evince che la focale della lente oftalmica è maggiore della focale della lente a contatto. Vediamo un esempio anche qui. Consideriamo che qui la lente è positiva e quindi non abbiamo necessità di scorporare il segno perché sia i poteri che le focali sono numeri positivi quindi ragioniamo in termini assoluti guardiamo il caso in cui il potere della lacca sia di 6 diottrie la distanza abice corneale sarà sempre di 12 mm il potere della lente oftalmica sarà data dalla formula precedente e quindi 6 diottrie fratto la somma tra 1 e questo prodotto il che vuol dire che 6 sarà diviso per un numero maggiore di 1 e quindi il risultato sarà un numero minore di 6, ovvero 5,60. Ciò vuol dire che il potere della lente oftalmica sarà minore del potere della lacca iniziale, qui i moduli appunto sono superflui come dicevo, e invertendosi a che la focale della lente oftalmica, in caso di ipermetropia, sarà maggiore della focale. della rispettiva lente a contatto.