Ciao, sono Patrick Sheriff e oggi vediamo in 7 punti il primo canto dell'Inferno. Ti ricordo che per comprendere appieno il significato allegorico del canto è indispensabile conoscere il significato letterale del canto stesso, per il quale ho fatto un video specifico. Cominciamo! La prima cosa da dire riguarda la funzione del primo canto. Il primo canto dell'Inferno, infatti, funge da introduzione, da prologo all'intero.
poema dantesco. Questo è confermato dal fatto che la Cantica del Paradiso ha 33 canti, quella del Purgatorio 33, mentre quella dell'Inferno ne ha 34, in quanto 33 canti appartengono all'Inferno, mentre il primo canto è da considerare come canto introduttivo dell'intero poema. In questo primo canto troviamo tre informazioni esplicite.
essenziali. In primo luogo viene presentata la situazione iniziale ovvero Dante racconta di aver smarrito la diritta via e di essersi perso in una selva oscura per poi cominciare sotto la guida di Virgilio un cammino di redenzione spirituale. In secondo luogo vengono spiegate le ragioni di questo viaggio allegorico, ovvero l'obiettivo di Dante è quello di compiere un cammino di redenzione e purificazione della sua anima in modo tale da divenire un modello per l'intera umanità. Infine conosciamo la struttura dell'intero poema attraverso le parole di Virgilio che dice a Dante che dovrà affrontare un viaggio.
per i tre regni ultraterreni. ossia inferno, purgatorio e paradiso. La seconda cosa da dire riguarda la selva oscura, la quale è allegoria del peccato.
Infatti questa selva è selvaggia, è aspra, è forte, spaventosa al solo ricordo e poco meno amara della morte stessa. Nella selva non giunge la luce divina e per questo è oscura. La selva era un elemento molto... comune nella cultura occidentale e cristiana dove essa era considerata un luogo misterioso inquietante e intricato.
In Dante però essa assume un'ulteriore connotazione negativa, coerentemente con la tradizione biblico-patristica. Ritroviamo l'immagine della selva anche in un'altra opera di Dante, ovvero nel Convivio, più precisamente nel capitolo 24 del quarto trattato, dove si parla di selva erronea di questa vita. in cui l'adolescente rischia di smarrire lo buono cammino se dagli suoi maggiori non li fosse mostrato.
La terza cosa da dire riguarda il paesaggio allegorico. Infatti, oltre alla selva, vi sono anche altri elementi caricati di un significato allegorico, più precisamente il colle e il sole. Il colle è allegoria della via alla felicità terrena. la quale può essere raggiunta con la ragione che permette di ottenere le virtù cardinali, ossia fortezza, temperanza, giustizia e prudenza.
Dante, vedendo dietro la vetta del colle il sole, cerca inutilmente di scalare il colle. ma fallisce, in quanto il sole rappresenta la salvezza e la grazia divina, per raggiungere le quali non basta la ragione, ma servono le virtù teologali. ovvero fede, speranza e carità, le quali non possono essere ottenuti appunto con il solo ausilio della ragione. Il sole è allegoria di Dio che si manifesta nella sua infinita misericordia al peccatore e con la sua luce divina rischiara le cose dando loro il vero senso e facendo così riacquistare la speranza a chi l'aveva perduta. La quarta cosa da dire riguarda le tre fiere, le quali sono allegoria delle tre principali disposizioni peccaminose.
Secondo una tradizione attestata dai commentatori medievali, la lonza sarebbe allegoria della lussuria. Il leone della superbia, la luppa, dell'avarizia e della cupidigia. Tuttavia esistono altre letture di queste tre fiere.
Secondo un'altra interpretazione infatti queste tre fiere sarebbero allegoria delle tre disposizioni del male punite nell'alto e basso inferno, ovvero la lonza sarebbe allegoria dell'incontinenza, il leone della violenza e la lupo. della frode. Secondo un'altra lettura invece queste tre fiere sarebbero allegoria di Firenze, Francia e Roma ovvero delle tre potenze guelfe che hanno causato la corruzione della società.
Soffermiamoci adesso sulla lonza la quale può essere identificata o con una lince o con un leopardo e a sostegno di queste identificazioni vi sono rispettive teorie. L'identificazione della lonza con una lince è legittimata da un ricordo personale di Dante. Infatti si suppone che Dante nel 1285 avesse visto una lince tenuta in gabbia nel palazzo del Podestà. a Firenze.
Inoltre nel primo libro dell'Eneide al verso 518 si parla di Cervier Maculatto in riferimento alla lince. L'identificazione della lonza con un leopardo è invece giustificata da un passo biblico, più precisamente dai versi 6, 7, 8 del capitolo quinto del libro di Geremia che recita Dunque se identifichiamo la lonza con un leopardo Dante avrebbe riprodotto la triade biblica formata appunto da leopardo, leone e lupo. Soffermiamoci infine sulla lupa considerata la più... pericolosa tra le tre fiere, causa di tutti i mali e del disordine politico e morale che attanaglia il mondo.
La lupa è un ostacolo insormontabile e spinge nuovamente Dante all'interno della selva. La quinta cosa da dire riguarda Dante che nella Divina Comedia ricopre un duplice ruolo ovvero è sia protagonista sia autore. Dante in quanto personaggio compie il viaggio ultraterreno e non sa ciò che deve affrontare. Egli è dunque insicuro, pieno di paure, di timori e dubbi ed è sottoposto al tempo della storia, ovvero il passato. Dante autore invece racconta a posteriori il viaggio ultraterreno che ha già affrontato.
Egli dunque possiede la la verità ed è sicuro di sé. ed esperto e utilizza il tempo della narrazione ovvero il presente. Questa distinzione è ben evidente nel quarto verso dove il tempo passato era si riferisce al tempo della storia ovvero a Dante che si è smarrito nella selva oscura mentre il tempo presente è si riferisce al tempo della narrazione a Dante autore.
che cerca di descrivere la selva oscura. Dante nel poema è modello per l'intera umanità in quanto compie un cammino di redenzione e di espiazione dei propri peccati per raggiungere la salvezza, un cammino che ogni uomo deve compiere. Dante parte dal basso, ovvero la selva oscura, per giungere in alto e godere della visione di Dio, compiendo così un vero e proprio percorso ascensionale. Dunque emerge l'idea della vita umana come cammino verso la salvezza e ogni uomo, come Dante, è un pellegrino. deve compiere questo cammino di redenzione per ottenere la salvezza.
La sesta cosa da dire riguarda Virgilio che guida Dante attraverso l'inferno e il purgatorio ma non nel paradiso in quanto Virgilio morto nel 19 avanti Cristo non ha fatto in tempo a conoscere il cristianesimo e gli E dunque è pagano ed è relegato nel Limbo, il luogo dove risiedono le anime dei non battezzati e quelle degli uomini virtuosi vissuti prima di Cristo. Virgilio è allegoria della ragione, sufficiente per raggiungere le virtù. cardinali ma insufficiente per ottenere la beatitudine eterna.
Per questa serve Beatrice, allegoria della grazia santificante e della teologia rivelata. A questo punto occorre chiedersi come mai Dante abbia scelto proprio Virgilio e non per esempio Aristotele o Catone uticense. Alla base di questa scelta ci sono molteplici motivazioni. Noi ne vediamo quattro.
La prima motivazione è che Virgilio è per Dante il poeta ideale, il più alto esempio di stile sublime e di perfezione formale. Dante lo considera suo maestro, suo autore e colui da cui ha appreso lo bello stile. Tu sei lo mio maestro e il mio autore. autore.
Tu sei solo colui da cui ho tolsi lo bello stilo che mi ha fatto onore. Inoltre Virgilio con la sua Eneide era nel Medioevo un modello per tutti i poemi epici. E'come se non bastasse, nel sesto libro dell'Eneide Virgilio narra la discesa agli inferi di Enea, divenendo così il ideale.
per un poema come la Divina Comedia che narra appunto il viaggio attraverso l'inferno. La seconda motivazione è che nel Medioevo Virgilio era considerato una sorta di profetta in quanto si riteneva che nelle sue opere avesse profettizzato alcune verità del cristianesimo. Ad esempio, nella quarta e gloga delle bucoliche, Virgilio parla della nascita di un bambino.
che raggiunta l'età adulta porterà al mondo pace e serenità. Secondo molti questo bambino poteva essere identificato con lo stesso Gesù Cristo. La terza motivazione è che Virgilio è cantore dell'impero nell'età di Augusto, impero di cui Dante era fervido sostenitore e proprio sotto l'età di Augusto il mondo aveva raggiunto quella pace e quel bel che secondo il pensiero medievale è erano indispensabili per la diffusione del cristianesimo. L'ultima motivazione è che Virgilio era considerato nel Medioevo un famoso saggio e un sapiente filosofo. Egli dunque era perfetto per rappresentare l'allegoria della ragione.
La settima cosa da dire riguarda la profezia del veltro. Virgilio profetizza a Dante la venuta di un veltro, ossia di un cane da caccia. che ucciderà la lupa.
Questo veltro, dice Virgilio, si nutre di sapienza, carità e amore. Non è interessato ai beni materiali ma solo a quelli spirituali. Egli dunque rappresenterà la salvezza per l'Italia.
In quest'ottica il veltro diviene allegoria di un misterioso personaggio in grado di realizzare un profondo rinnovamento politico e sociale. dell'Italia. Sull'identità di questo personaggio gli studiosi hanno fatto varie ipotesi.
Secondo alcuni il Veltro si potrebbe identificare con un pappa in quanto Virginio dice che nascerà tra Feltro e Feltro e il Feltro potrebbe alludere al panno del saio del pappa. Secondo altri questo Veltro sarebbe un imperatore più precisamente a rigo settimo di Lusatia. Lussemburgo. Secondo altri ancora sarebbe un gran signore italiano, can grande della scala.
A queste identificazioni del veltro ci sono però alcune obiezioni. Infatti il canto primo sarebbe stato scritto intorno al 1307 e dunque troppo presto per identificare il veltro con queste figure, in quanto a rigo settimo scenderà in Italia solo nel 13... 1310 e 1313, mentre Can Grande della Scala ha a quelle. epoca 16 anni e Dante tra l'altro lo conoscerà solo molto più tardi.
Ad ogni modo indipendentemente da queste identificazioni la profezia del Veltro resta ambigua e si suppone che sia volutamente ambigua in modo tale da restare indeterminata. Ciò che è certo è che chiunque fosse il Veltro ci si aspettava da lui un totale rinnovamento. della società italiana.
Con questo concluso ti ricordo che per capire al meglio questo canto è indispensabile conoscerne il significato letterale per il quale ho fatto un video, ti comunico che se vuoi studiare con me sono presente su Doceti, lascio il link in descrizione, iscriviti al canale e noi ci vediamo alla spiegazione del secondo canto. In bocca al lupo!