I Cavernicoli vi danno il benvenuto al nuovo episodio di Sentieri Intrecciati, la nostra rubrica in cui trattiamo gli argomenti di storia e storia della filosofia in dieci pratici punti. Oggi è la volta di parlare di una fase cruciale della storia della nostra civiltà occidentale, cioè della Grecia antica. Vedremo infatti le caratteristiche delle popolazioni elleniche, le due civiltà, quella minoica e micenea, parleremo della nascita delle grandi poleis, cioè di Atene e di Sparta, Parleremo delle loro istituzioni, delle più importanti riforme legislative e costituzionali che hanno dato forma alla nostra idea di Stato e di leggi.
Infine vedremo la guerra combattuta tra le poleissi riunite contro l'impero persiano. Questo infatti è il primo di due episodi sulla storia greca. Ci fermeremo infatti poco prima della guerra del Peloponneso, cioè dello scontro tra Atene e Sparta. Ad ogni modo, conoscere questo periodo della storia è di fondamentale importanza per comprendere le radici della nostra civiltà.
Perciò, mettetevi comodi e seguiteci in questo viaggio. La civiltà minoica è il nome dato comunemente alla cultura cretese dell'età del bronzo, sorta... approssimativamente tra il 2700 a.C.
e il 1400 a.C. Questa civiltà, chiamata Minoica in riferimento al mitologico re cretese Minosse, fu riscoperta tra il 1901 e il 1905 grazie soprattutto al lavoro dell'archeologo britannico Arthur Evans. Ora, gli studiosi sono soliti distinguere, all'interno della civiltà minoica, tre fasi. Il cosiddetto minoico antico, che va dal 2500 al 2150 a.C., il minoico medio, tra il 2150 e il 1550 a.C., e il minoico recente, dal 1550 al 1180 a.C. Però esiste anche un'altra periodizzazione che si basa sui progressi, per così dire, in campo edilizio e urbanistico di questa civiltà.
Questa periodizzazione si articola dunque in periodo prepalaziale, che va dal 3000 al 2000 a.C., protopalaziale, dal 2000 al 1700 a.C., neopalaziale, tra il 1700 e il 1450 a.C., post palaziale tra il 1450 e il 1200 avanti cristo ora la civiltà minoica è nota soprattutto per aver creato una scrittura di tipo alfabetico definita lineare a e lineare b una scrittura che tra l'altro non è stata ancora decifrata dagli studiosi inoltre i minoici sono ricordati per aver istituito una vera e propria talasso crazia cioè una sorta di impero marittimo, poiché dominavano tutti i commerci del mare Geo. Il centro, il fulcro della civiltà minoica fu appunto l'isola di Creta e la fine di questa civiltà è avvolta nel mistero, perché è dovuta probabilmente a disastrosi fenomeni naturali come terremoti, maremoti o eruzioni vulcaniche, oppure all'invasione di un... popolo straniero di origine indo-europea, cioè i cosiddetti Achei, detti anche Micenei, che infatti occuparono Creta intorno al 1450 a.C., distruggendo i grandi palazzi che erano un po'il simbolo della civiltà minoica.
Una civiltà che era però al suo interno molto pacifica, prova ne sia il fatto che i palazzi non erano circondati da... mura per proteggersi da eventuali assalti e forse anche questo particolare contribuì alla caduta così repentina di questa civiltà anche se molto probabilmente l'ipotesi più accreditata è che la civiltà cadde per una serie di concause quindi non ci fu una sola causa alla radice insomma della del crollo di questa civiltà direi che è interessante soffermarsi sul personaggio simbolo della civiltà minoica che è appunto il re Minosse. Secondo infatti la mitologia greca dovete sapere che il dio del mare Poseidone, il Nettuno insomma della mitologia romana, il dio del mare Poseidone aveva inviato un giorno a Creta un meraviglioso toro perché Minosse lo sacrificasse in suo onore, solo che Minosse si rifiutò. di sacrificare questo animale lo risparmiò perché rimase colpito dalla sua straordinaria bellezza e quindi ciò fece adirare non poco Poseidone che per vendicarsi insomma di questo affronto che gli aveva fatto Minosse fece sì che la moglie di Minosse, la regina di Creta Passifae, venisse colpita da un folle e totalmente irrazionale desiderio di accogliere accoppiarsi con questo toro e infatti per farlo addirittura la regina si nascose dentro una vacca di legno un marchigegno escogitato dal grande costruttore della civiltà minoica che era dedalo ora l'unione tra passifae e il toro e questo toro generò questa figura mitologica questo mostro mitologico che è il minotauro che era figlio in realtà di due padri, cioè di Minosse, che appunto era il marito legittimo di Pasifae, e del toro di Poseidone. Per questo il mostro portava questo nome così singolare, Minotauros, cioè per metà Minos, cioè per metà di Minosse, e per l'altra metà Tauros, cioè del toro.
Ora, questo mostro, il Minotauro, venne rinchiuso nel labirinto, anche questo costruito da Dedalo, una sorta di intreccio, insomma, di corridoi sotterranei ciechi per rinchiudermi, insomma, questa imbarazzante, crudele creatura che era stata messa al mondo dalla regina. E inoltre dovete sapere che anni prima ad Atene invece, mentre si celebravano le feste panatenee, il giovane figlio di Minosse, Androgeo, aveva vinto, aveva sbaragliato nei giochi tutti gli avversari e ciò... Insomma, aveva fatto un po'arrabbiare gli Ateniesi che non avevano gradito la vittoria di questo straniero, di questo cretese, di questo minoico, appunto, il figlio di Minosse.
Dopo il successo di Atene, il figlio di Minosse, Androgeo, si era recato a Tebe per partecipare ad altri giochi, ma lungo il cammino gli Ateniesi gli avevano teso un agguato e lo avevano ucciso. Minosse allora, per vendicare l'assassinio del figlio... decise di imporre un tributo terribile agli Atenesi, contando soprattutto sulla superiorità militare dal punto di vista marittimo che avevano i Cretesi, come abbiamo visto prima, infatti la civiltà minoica era una civiltà talassocratica che aveva il dominio dei mari, e quindi il tributo che Minosse impose agli Atenesi fu quello di consegnare a a Creta ogni anno sette fanciulli e sette fanciulle che sarebbero state date in pasto al Minotauro, nel labirinto del Minotauro. E ciò andò avanti per moltissimi anni finché, sempre secondo il mito, come sappiamo il Minotauro fu sconfitto, fu ucciso dall'eroe greco, dall'eroe ateniese Teseo, aiutato poi da Arianna e dal suo famoso Filo. Questo è il mito che sta alla base della storia di un personaggio così importante della civiltà minoica e come tutti i miti però la sua importanza sta nel fatto che ci dà delle informazioni che ci permettono di capire, seppur dietro il velo della mitologia, alcune caratteristiche chiave di questa civiltà come la talassocrazia che i minoici avevano imposto sul mare Geo.
Tra il 2000 e il 1500 a.C. la penisola greca fu interessata da grandi ondate migratorie di popolazioni indoeuropee. Una di queste popolazioni, uno di questi gruppi, fu quello degli Achei, conosciuti anche come Micenei.
La civiltà micenea emerse in particolare intorno al 1600 a.C., cioè quando la cultura della Grecia continentale si trasformò a causa della civiltà minoica di cui ha parlato Ivan nel punto precedente. Queste due civiltà avevano grandi differenze, infatti la civiltà degli Akei, dei Micenei, erano fortissime dal punto di vista difensivo, infatti le loro città erano conosciute per avere delle mura ciclopiche, delle fortissime mura, ed erano sostanzialmente inespugnabili per le altre popolazioni. Inoltre erano governate da un re, che aveva praticamente un potere assoluto su tutta la popolazione. Il Wanax, cioè il sovrano, aveva un'autorità politica, religiosa. ma anche giuridica, anche militare, soprattutto in tempo di guerra, e attorno a lui si accoglievano tutta la nobiltà, i guerrieri, e il lava getas, cioè il comandante dell'esercito.
Quindi la particolarità della civiltà micenea, a differenza di quella minoica, era la grande famiglia. forza militare terrestre, mentre dal punto di vista marittimo e commerciale erano molto meno sviluppati della civiltà minoica dei cretesi. Fu proprio grazie alla loro potenza militare che i micenei riuscirono a sconfiggere e a soggettare la popolazione minoica. La storia della civiltà micenea viene solitamente divisa in tre periodi, il miceneo antico che va da circa il 1600 al 1500 a.C., il miceneo medio che va da circa il 1500 al 1400 e il miceneo. tardo che va dal 1400 a circa il 1100 avanti Cristo, quando praticamente ci fu un grande declino della civiltà micenea e iniziò il cosiddetto Medioevo ellenico.
Il grande sviluppo della civiltà micenea è dovuto in parte, oltre alla loro potenza militare, anche all'influenza della civiltà minoica e successivamente anche alla conquista dell'isola di Creta. Infatti la civiltà micenea assorbì dai cretisi, oltre alla scrittura, la lineare B, anche le tecniche metallurgiche, manufatturiere, agricole e anche quelle commerciali. Infatti i Micenei sostituirono i Minoici di Creta nella supremazia commerciale, nella talassocrazia. Da questo momento i Micenei occuparono le isole delle Geo come Rodi e si affacciarono fino alle coste dell'Asia Minore.
Nonostante la relativa povertà delle terre greche, i Micenei erano un popolo estremamente ricco. Infatti gli artigiani Micenei costruivano armi... preziose con materiali e metalli pregiati. Questa ricchezza proveniva dai materiali importati e anche dalle terre conquistate e il centro della vita micenea era appunto il palazzo, la sede dello stato che organizzava le spedizioni militari e commissionava per così dire le armi e ridistribueva la ricchezza accumulata. Arrivati in Asia minore cioè l'attuale Turchia i micenei si scontrarono con la grande città di Troia.
Questa guerra è stata narrata da Omero nella grande opera Liliade, la quale ha anche ispirato spedizioni archeologiche per ricercare e trovare proprio la sede della città di Troia. Infatti nel 1871 una di queste spedizioni ha condotto degli scavi in Anatolia, appunto in Turchia, trovando effettivamente degli strati che corrispondevano a differenti periodi della storia di Troia. Nonostante la grande potenza militare, nonostante l'impero commerciale e la talassocrazia, La civiltà micenea intorno al XII secolo a.C.
inizia il proprio declino. Come già detto per la civiltà minoica, anche per la civiltà micenea non si conoscono con certezza la causa o le cause che hanno portato a questo declino. In base ad alcune prove archeologiche, un'ipotesi è quella dell'invasione dei Dori, c'è un popolo indoeuropeo proveniente dalla penisola balcanica.
Oppure un'altra ipotesi è quella che i popoli del mare, una popolazione che mise in difficoltà, gli egiziani e che distrusse la civiltà ittita, mise in difficoltà anche la civiltà micenea. Probabilmente influirono anche altri fattori, come quello economico, demografico o anche probabilmente climatico. In ogni caso lo splendore della civiltà micenea restò un esempio, un modello per la civiltà greca successiva.
A partire dal XII secolo a.C., in seguito, come abbiamo visto, al tramonto della civiltà micenea, il mondo greco vive un lungo periodo di decadenza, dei secoli bui, quello che è stato definito il medioevo ellenico. Tuttavia, verso la fine del IX secolo a.C., si cominciano a registrare dei segnali di ripresa, la popolazione aumenta, l'economia inizia a diventare più produttiva. si intensificano di scambi culturali e commerciali e soprattutto con le popolazioni asiatiche.
Nel corso dell'VIII secolo a.C. emerge finalmente una nuova struttura politica, quella che contraddistinguerà in maniera netta la civiltà greca, ovvero la città-stato, in greco polis, la città che si afferma quindi come stato autonomo con un proprio governo, una propria vita politica, senza vincoli di appartenenza o di obbedienza nei confronti di un regno o di un impero. Ora, se fin dal X secolo si erano riscontrati dei flussi migratori, tali per cui gli abitanti della penisola greca si muovevano verso Oriente, in particolare in Asia minore, per fondare nuove città, nuove colonie, nell'VIII secolo iniziò un ulteriore processo migratorio, una seconda colonizzazione. La prima colonizzazione avvenuta tra l'undicesimo e il decimo secolo a.C.
era stata causata principalmente dalla pressione dei Dori, una popolazione notevolmente bellicosa che aveva spinto i greci a colonizzare l'Asia minore, le isole dell'Egeo e le isole dello Ionio. Ogni colonia definita appunto in greco Apoikia, era fondata da una figura detta Ecista. L'Ecista era un po'il capo, insomma il condottiero dei coloni, colui che fondava appunto una nuova colonia.
La seconda colonizzazione invece, quella dell'VIII secolo a.C., fu causata da tutt'altri motivi, cioè dall'esplosione demografica di cui abbiamo appunto... appena parlato alla fine insomma dei secoli bui e questa seconda colonizzazione non avvenne verso oriente come la prima ma verso occidente soprattutto verso l'italia meridionale il che portò alla formazione della cosiddetta magna grecia cioè tutte quelle colonie greche che si svilupparono che nacquero proprio in italia meridionale e ad emigrare erano soprattutto cittadini intraprendenti, operosi, per lo più impegnati soprattutto nel commercio e ovviamente nella madrepatria, soprattutto a seguito dell'enorme incremento demografico, questi cittadini vivevano con profonda insofferenza l'egemonia dei proprietari terrieri e sentivano quindi l'esigenza di un sistema politico che meglio si adattasse al loro crescente potere economico. E quindi una volta giunti nelle colonie, ovviamente liberi quindi dalla madrepatria, i coloni potevano sperimentare forme di governo più intraprendenti, più consone alle loro ambizioni, e governi in cui il potere non era saldamente in mano a una minoranza di famiglie, ma veniva gestito anche da altri cittadini, mediante assemblee, quindi discussioni, negoziazioni tra i punti di vista differenti. Grazie.
E così nelle colonie si affermano le nuove forme politiche che prenderanno il nome di oligarchia, quando il potere è affidato a un numero ristretto di cittadini, e di democrazia, quando invece la gestione del potere coinvolge una quantità più cospicua di cittadini. I nuovi regimi che si affermano in queste colonie mantengono però una certa continuità politica con gli assetti della madrepatria, e si basano infatti attenzione questo valeva anche per la democrazia sull'istituzione della schiavitù che escludeva un numero direi molto significativo di persone dalla condizione di cittadini quindi la schiavitù era qualcosa di profondamente connaturato alla mentalità greca e ad ogni modo le colonie come vedemmo anche nell'episodio di sentieri intrecciati dedicato alle origini della filosofia Alle colonie si deve anche la nascita del pensiero filosofico perché come abbiamo detto anche in quell'episodio la filosofia nasce soprattutto nella città di Mileto e nelle colonie ioniche, le colonie greche appunto che erano state fondate a seguito della prima colonizzazione. Quindi la prima e la seconda colonizzazione fa sì che la cultura greca inizi a espandersi e a crescere. colonizzare sempre più il bacino del Mediterraneo dando un'impronta culturale e politica fondamentale a questi territori. Dopo l'invasione dei Dori attorno al X secolo fu fondata la città di Sparta.
Fu soprattutto nel corso dell'VIII secolo a.C. che Sparta assoggettò le popolazioni nei dintorni In particolare occupò la Laconia, conquistò la Messenia, schiavizzando gli abitanti di queste regioni. Così nel VI secolo a.C. Sparta, a causa della sua grande forza militare, divenne la principale polis del Peloponneso. Le conquiste e anche la schiavitù delle popolazioni limitrofe determinarono la struttura sociale spartana.
In cima c'erano gli spartiati che, sebbene costituissero la classe meno numerosa, con circa 25.000 membri, Erano anche i più influenti, i più potenti a Sparta. Si trattava dei discendenti degli invasori d'Ori ed erano i proprietari delle terre e detenevano tutti i diritti civili e politici. Al gradino più basso c'erano i Perieci, cioè gli abitanti della Laconia.
Si tratta di una classe sociale molto più numerosa, infatti contava circa 100.000 membri e si occupavano di commercio, di artigianato. E sebbene molti possedessero delle terre e tutti godessero di diritti civili, non godevano di diritti politici, cioè non potevano partecipare alla vita politica di Sparta. Tutto questo anche al netto del fatto che i perieci erano anche la classe più produttiva e fossero anche obbligati a combattere per Sparta.
Al gradino più basso della struttura sociale di Sparta c'erano gli iloti, cioè gli schiavi e i discendenti degli schiavi assoggettati durante le conquiste della Laconia e della Messenia. Gli iloti ovviamente si occupano delle mansioni più umili, in pratica lavoravano nei campi degli spartiati per permettere loro di dedicarsi all'attività militare, ma in situazioni di necessità potevano essere anche obbligati a partecipare alla guerra. Dal punto di vista sociale e culturale non si può fare a meno di parlare della gogué, cioè del sistema educativo spartano. Si tratta di un'educazione particolarmente rigorosa e rigida, infatti i giovani spartiati a sette anni venivano sottratti alla famiglia. La goghè aveva la funzione principale di educare alla vita militare i bambini e ragazzi per difendere Sparta e per contribuire alla potenza militare di Sparta.
Tra le varie attività c'era anche la caccia agli loti, cioè i giovani spartiati potevano legalmente assaltare e uccidere gli loti per testare le proprie capacità militari. C'è inoltre la Credenza controversa, più volte confermata e smentita, che i neonati spartiati fossero esaminati dagli anziani per valutare la loro idoneità fisica alla società spartana. Nel caso fosse individuato qualche malformazione, qualche handicap, venivano abbandonati sul monte Taijeto.
Alla fine della Gogè chi non superava le prove non guadagnava la cittadinanza spartana. Chi ci riusciva invece a vent'anni entrava nell'esercito. Ia Trenta poteva iniziare a godere dei propri diritti politici e poteva partecipare ai sissizi, cioè i pasti collettivi quotidiani degli spartiati, in cui si parlava di politica, della vita spartana e in cui i giovani apprendevano dagli più anziani.
Tutto questo rigore fisico e militare aveva lo scopo di formare una società capace di resistere al nemico esterno, ma in realtà anche per tenere assoggettata una classe, quella degli loti, enormemente più numerosa della classe degli spartiati. Dal punto di vista istituzionale lo stato di Sparta fu organizzato secondo la leggenda dal suo primo legislatore Licurgo, il quale ricevette dall'oracolo di Delfi le istruzioni per organizzare la società di Sparta. Si tratta ovviamente di un espediente per giustificare con un'autorità superiore, quella religiosa, una struttura sociale fortemente classista.
In ogni caso le istituzioni spartane comprendevano due re, 28 geronti che insieme formavano l'assemblea della Gerusia, la Pella e l'Eforato. I due re, i Basileis, erano membri delle due più grandi famiglie e dinastie di Sparta, gli Agiadi e gli Euripontidi. Sebbene dal punto di vista istituzionale non detenessero molti poteri, avevano comunque il comando dell'esercito e il summo sacerdozio. con cui potevano interpretare il volere degli dèi e in questo modo influenzare le scelte politiche a Sparta.
Accanto ai re, nella Gerussia vi erano 28 geronti, cioè senatori. Venivano eletti tra gli spartiati di età superiore a 60 anni e per tutta la vita detenevano poteri legislativi e giudiziari. Inoltre la Gerussia aveva il compito di designare e di indicare i nomi di 5 efori per l'eforato. Questi venivano eletti così come geronti dalla Pella, cioè dall'Assemblea degli Spartiati di età superiore a 30 anni.
L'Eforato era un organo che conduceva diverse attività, come quella di radunare l'esercito, di trattare con gli stranieri, di sottoscrivere i trattati e anche di controllare l'operato, le attività dei geronti e perfino dei re. Proprio a causa dei grandi poteri, gli Efori potevano restare in carica solamente un anno. e nessuno poteva ricandidarsi per un secondo mandato. Un altro limite alla loro attività era stabilito dal voto unanime, cioè una loro decisione per avere valore doveva essere condivisa da tutti gli efori.
Inoltre, alla fine del mandato annuale, gli efori entranti potevano giudicare l'operato degli efori uscenti e nel caso fosse stato individuato qualcosa di particolarmente negativo, potevano essere giustiziati tutti e cinque gli efori insieme. proprio perché il voto era stato sempre unanime. Ma qual era la condizione della donna a Sparta? Contrariamente a quanto si possa immaginare, a Sparta le donne godevano di più libertà e diritti rispetto ad Atene.
Le donne spartane infatti potevano vivere all'aperto e non erano confinate nel gineceo, cioè in una zona della casa come ad Atene. Inoltre le bambine e le ragazze spartane venivano educate sostanzialmente come maschi alla vita fisica e alle attività spirituali. È interessante e curioso insieme leggere ciò che scrisse Plutarco, un autore greco vissuto successivamente.
Scrisse infatti che una straniera si rivolse a Gurgo, cioè la moglie di Leonida, il famoso re spartano, dicendo, voi spartane siete le sole donne che comandano i loro uomini. E Gurgo rispose, siamo le sole che generano uomini. La polis di Atene fu fondata nell'Attica, una penisola greca prevalentemente montuosa.
E bisogna dire che nella mitologia degli Atenesi, così come anche nella loro tradizione, nella loro cultura, c'è un elemento centrale, che è la loro identità. Ora, i greci ovviamente non l'avrebbero chiamata così, perché identità in realtà è un termine latino, identitas. anzi appartiene anche a un latino, bisogna dire tardo, filosofico, teologico, infatti neppure Cicerone o Virgilio avrebbero mai usato questo termine.
Ciò non toglie che comunque, seppur usando parole diverse, gli Atenesi fossero molto molto presi dalla loro identità e infatti loro erano convinti che questa identità fosse molto specifica, fosse profondamente ateniese e lo manifesta in primo luogo la legge. perché ad Atene non si può diventare cittadini ateniesi, lo si è, ci si nasce, quindi occorre avere antenati ateniesi e non c'è possibilità che lo si diventi, cioè che chi arrivi da fuori possa mettere radici nella città. Quindi questo carattere così identitario della cultura ateniese viene rappresentato attraverso un intenso rapporto con la terra dell'Attica, appunto la regione in cui fu fondata Atene.
Nella mitologia ateniese, infatti, ci sono vari eroi nati dalla Terra, oppure, ad esempio, eroi che sono per metà serpenti, che poi, a ben pensarci, è la stessa cosa, perché nella mitologia greca il serpente è il simbolo stesso della Terra, della natura Ctonia, perché è un animale che sta sottoterra, striscia sulla Terra e quindi appartiene specificamente alla dimensione terrestre. Quindi avere degli antenati mitici che erano per metà serpenti voleva dire semplicemente noi, i discendenti di questi eroi, apparteniamo a questa terra, siamo questa terra. E del resto gli Atenesi definivano il loro legame con la terra dell'Attica attraverso il termine autoctonia, che significa letteralmente proprio della terra, che poi è un termine che utilizziamo anche noi oggi quando si dice che quella persona è un'autoctonia. autoctono vuol dire che è una persona nata in quel determinato luogo. E ora gli Atenesi, quindi per dire qualcosa di simile alla nostra identità, cioè una caratteristica che lega profondamente una persona o un gruppo di persone a un luogo, a certe tradizioni, a certi costumi, avrebbero utilizzato probabilmente proprio questo termine, autoctonia.
Ora dovete sapere che secondo il mito il primo re di Atene si chiamava Cecrope. ed era appunto per metà serpente, era nato dalla terra. I greci lo definivano infatti generato dalla terra, generato da Gea, che era appunto la terra.
Dopo Cecrope venne un altro re di nome Erittonio, anche lui per metà serpente, guarda un po'. Erittonio però nacque in un modo singolare, si raccontava infatti che Efesto, il dio Zoppo, si fosse innamorato perdutamente di Atena, Ma Athena era una dea vergine che non concedeva il suo amore a nessuno e tanto meno quindi lo concederebbe ad uno zoppo come Efesto. Athena fugge, Efesto la insegue e preso da questo suo smodato desiderio, per quanto possa sembrare nauseabondo quello che sto per dire, sparse il proprio seme sulla gamba di Athena.
La dea quindi con comprensibile disgusto si pulisce e getta a terra il panno contenente questo liquido. Ora il seme si combina quindi con la terra e così nacque Erittonio. E quindi questo racconto ci mette di fronte a una chiara identificazione simbolica fra la terra e la madre. E'una metafora questa davvero antichissima presente nella cultura greca quasi fin dalle origini.
Infatti per designare la formula del matrimonio ad esempio i greci usavano proprio questa immagine, cioè dicevano che l'unione... si faceva in vista dell'aratura di figli, quindi vedete sempre il richiamo appunto alla terra. Ora dovete sapere che durante il regno di Cecrope accadde un altro fatto molto rilevante per la città di Atene, infatti Atena e Poseidone, il dio del mare, si scontrarono per decidere chi di loro doveva diventare il patrono di quella città.
Ora certo patrono è un termine cristiano che quindi non si adatta... molto al mondo greco, ma per intenderci il concetto è questo. Ora, ogni città ha il suo dio, i suoi dei di riferimento, che la proteggono e che ricevono quindi dai cittadini onori speciali, e la contesa fra Atena e Poseidone si risolve in una gara di doni.
Quale sarà il dono più utile, cioè più gradito, ai cittadini di Atene? Ora, a Atena porta una pianta, che è l'olivo, mentre invece Poseidone, battendo il suo tridente sul suolo, fece sgorgare una sorgente, una sorgente, insomma, meravigliosa. Ora, cosa scelsero i cittadini?
Per decidere questa contesa, gli Atenesi, che avevano, come sappiamo, un concetto piuttosto alto della democrazia, del resto sono proprio loro che hanno inventato questo termine, scelgono appunto un metodo. a carattere molto democratico, cioè si vota. Viene fatta un'assemblea plenaria di uomini e anche di donne e si procede al voto. A quel tempo infatti, come racconta il mito, votavano anche le donne e siccome erano più numerose degli uomini la vittoria andò ad Atena, che quindi diede anche il nome alla città.
Però comprensibilmente Poseidone si adirò, scatenò addirittura un'inondazione terribile per vendicarsi e soprattutto il suo sdegno. provocò una conseguenza di carattere istituzionale, perché da quel momento in poi le donne ad Atene non avrebbero mai più votato. Infatti, nella Atene storica che conosciamo, le donne non votavano in assemblea e in tutto il mondo antico, del resto, le donne occupavano una posizione minoritaria e certo non avevano il diritto di voto al pari degli uomini.
Quindi il mito che abbiamo appena visto, che vi ho appena raccontato... È particolarmente interessante perché è un classico mito di fondazione, cioè un racconto che serve a spiegare e anche a giustificare un'istituzione. Perché immaginiamo un po'che ad Atene fosse sorta questa domanda, una domanda del tutto ragionevole e legittima, ma perché le donne non votano?
Ecco, grazie a questo mito gli Atenesi potevano dare una risposta chiara ed efficace, cioè potevano dire... Le donne non votano, ma non per un capriccio degli uomini, ma per una ragione che fa capo direttamente alla volontà divina, perché un tempo anche le donne votavano, poi però vi furono certi eventi, la lira di Poseidone, l'inondazione, eccetera, e da quel momento in poi non hanno votato più. Quindi questi miti, come questo, servono a naturalizzare un pregiudizio, una discriminazione.
Quindi attraverso il mito un certo costume, una certa legge, assume un valore assoluto. Ecco perché ho ritenuto interessante narrarvi questo mito che sta alla base della nascita, della fondazione di questa polis così importante come Atene. Ora, nei suoi primi anni Atene fu una repubblica aristocratica che veniva detta Arcontato.
I poteri infatti in questa polis erano gestiti dal cosiddetto Arconte Basileus. cioè il sommo sacerdote, poi c'era l'Arconte Eponimo, che aveva invece potere giurisdizionale e dava anche il nome all'anno, e l'Arconte Polemarco, che era il capo supremo delle forze armate. Tutte queste cariche, Arconte Basileus, Arconte Eponimo e Arconte Polemarco, erano cariche vitalizie, poi furono ridotte a dieci anni e poi ancora ridotte ad un anno. In seguito si aggiunsero anche altri sei Arconti detti Tesmoteti, cioè...
custodi della legge ora quali erano le principali istituzioni di atene c'era appunto l'arcontato e poi c'era il consiglio dell'areopago cioè l'assemblea di saggi che controllavano l'operato appunto degli arconti inoltre l'areopago era anche il tribunale che giudicava i reati di sangue ora dal punto di vista invece della composizione della popolazione e Ad Atene c'era una divisione molto radicata tra gli eupatridi, che sarebbero, possiamo dire, i nobili, cioè coloro che potevano accedere alle magistrature, alle funzioni religiose. Il termine eupatridi deriva infatti da eupatridai, che vuol dire ben nati, oppure nati da buon padre, quindi sarebbero appunto i nobili. Poi c'erano i geomori, ovvero i grandi latifondisti, quelli che, insomma... avevano grandi appezzamenti di terreno, e infine i demiurgi, ovvero i membri del demos, insomma del popolo, cioè gli artigiani e i mercanti arricchiti che erano esclusi però da ogni decisione politica.
Inoltre c'erano anche i metteci, cioè gli stranieri liberi ma esclusi dalla partecipazione politica, e infine naturalmente gli schiavi. Queste erano un po'le caratteristiche della popolazione ateniese. e queste caratteristiche furono fissate anche nel 621 a.C. da un severissimo codice di leggi istituito da Dracone, che insomma è considerato il primo legislatore di Atene, anche se è una figura avvolta un po'dal mito, non sappiamo nemmeno bene se è realmente esistito Dracone. Ciò che sappiamo è che il suo codice di leggi era davvero severissimo, tanto è vero che ancora oggi si parla di leggi draconiane quando si vuole sottolinearne la loro severità, la loro gravità.
Ecco, questa era Atene, una città, una polis, che come vedremo nel corso della storia giocherà un ruolo primario, un ruolo fondamentale. Le leggi draconiane avevano dei grossi limiti, soprattutto dal punto di vista sociale. Così, per aiutare in qualche modo le classi inferiori più disagiate, nel 594, quando divenne arconte, Solone decise di attuare una serie di riforme, come quella commerciale, la riforma agraria, con cui abolì la schiavitù per debiti.
Questa era detta seisacteia, cioè scutimento dei pesi, e aveva il grande pregio di essere retroattiva, cioè Valide anche per tutti i casi precedenti l'entrata in vigore di questa legge. La riforma agraria soloneana fu completata con la ripartizione di alcune terre per i contadini più poveri, proprio per permettere loro di non contrarre più debiti. Ma la più importante tra le riforme di Solone fu quella costituzionale. Questa aveva il duplice scopo di creare maggiore mobilità sociale, cioè di dare la possibilità alle persone delle classi sociali inferiori di poter salire e anche di dare la possibilità a tutti di esercitare il diritto di voto. Così Solone divise l'ordinamento atenese non più in classi in base alla nascita, ma in base alla ricchezza posseduta.
Perciò si dice che la riforma di Solone sia stata una riforma timocratica. Così la società atenese fu divisa in quattro fasce censitarie. In cima c'erano i pentacosiomedimni, cioè i grandi proprietari terrieri, che potevano raccogliere almeno 500 medimni di grano, cioè circa 25.000 litri di grano, perché ogni medimno corrisponde appunto a circa 50 litri, o che potevano godere di un reddito di 500 dramme.
Al di sotto c'erano i cavalieri, che erano coloro che potevano raccogliere almeno 300 medimni di grano, o che possedevano un cavallo. o che avevano un reddito di 300 dramme. Più sotto ancora c'erano gli zeugiti da zeugos buoi, perché erano i piccoli proprietari che possedevano almeno una coppia di buoi da aratro, oppure 200 medimni di grano o 200 dramme.
Infine vi erano i teti, cioè tutti coloro che ricavavano meno di 200 medimni di grano, quindi comprendeva questa classe sociale tutti i salariati e anche i nullatenenti. Dunque, i pentacosiomedimni e i cavalieri godevano di pieni diritti politici, infatti potevano votare e anche essere votati per qualsiasi magistratura, anche per l'arcontato. Gli zeugiti potevano votare anche per l'arcontato, ma essere votati ed eletti solo per le cariche minori. Infine, i teti potevano solamente votare per l'arcontato e far parte dei tribunali popolari.
Così Solone divise i poteri del nuovo regime timocratico fra quattro istituzioni. Gli Arconti, l'Areopago, l'Ecclesia, cioè l'assemblea popolare di tutti i cittadini d'età superiore a 20 anni che potevano deliberare sulle proposte di legge degli Arconti, e infine l'Eliea, cioè un tribunale popolare che era composto da tutti i maschi d'età superiore ai 30 anni. Qui si potevano giudicare in appello le cause civili. e anche i grandi processi penali, tranne per i reati di sangue che restavano a pannaggio del giudizio dell'aeropago.
Lo scopo di questa riforma per Solone era di garantire la giustizia ridimensionando il potere delle classi sociali più alte. Ma in realtà le riforme soloniane scontentarono sia le classi più povere che quelle più ricche. I più poveri perché non eliminò le diseguaglianze economiche.
e più ricchi perché estese il diritto di voto e i diritti politici anche alle classi inferiori. Di tutto questo Solone fece vanto di imparzialità perché disse che la sua riforma scontentò allo stesso modo se è più ricchi che più poveri. Ciò comunque non fu sufficiente per evitare nuovi disordini sociali ad Atene, di cui approfittò Pisistrato per diventare tirante. Ad Atene si era istituita nel 560 a.C.
la tirannia di Pisistrato e dei suoi figli Ippia e Ipparco, che furono però poi scalzati e assassinati da due giovani, Armodio e Aristogitone. E quindi tornò la democrazia ad Atene e Clistene nel 508 a.C. si incaricò di redigere una nuova costituzione democratica. Dunque Clistene elaborò un sistema piuttosto complesso ma interessante perché divise innanzitutto la città in tre zone, città, costa e pianura, ognuna composta da dieci unità territoriali, le cosiddette trittie, e dieci tribù suddivise in unità amministrative e territoriali dette demi.
Ora gli eletti di ogni demo formavano la rossa di candidati per la boulet. il consiglio di 500 membri, detti infatti buleuti, che era l'organo supremo, composto da 50 uomini per ogni tribù, sorteggiati fra gli eletti nei demi. La bule era poi divisa in dieci gruppi, le pritanie, ciascuna composta dai 50 rappresentanti di ogni tribù che amministravano per 36 giorni lo Stato, preparando le leggi da sottoporre all'ecclesia. assistendo così gli arconti controllando i magistrati e curando la politica estera interna finanziaria ed urbanistica inoltre nella riforma di clistene gli arconti furono affiancati da un segretario i poteri dell'arconte polemarco furono limitati al tempo di pace fu istituito lo stratega una figura chiave in tempo di guerra e fu istituita soprattutto la pratica dell'ostracismo cioè votando con dei pezzi di coccio, appunto gli ostracon, i cittadini potevano decidere di esiliare qualcuno e vedremo poi che l'ostracismo fu spesso e volentieri utilizzato non solo in situazioni di emergenza ma anche a scopi più biecamente personali per allontanare i rivali politici dalla città.
Quindi insomma con la riforma di Clistene ad Atene c'erano dieci strateghi, uno per ogni tribù con potere militare, nove arconti più un segretario con potere esecutivo, dieci corti di giustizia, una per ogni tribù con potere giurisdizionale e l'ecclesia che invece aveva il potere legislativo. Quindi quella di Clistene fu una sistematizzazione quanto più democratica possibile della città. tentando in questo modo di far sì che ogni parte della città fosse adeguatamente rappresentata nel governo. Nell'episodio precedente di Sentieri Intrecciati di Storia abbiamo già incontrato l'impero persiano.
Dopo aver conquistato l'impero dei Medi e aver assorbito la classe dirigente e la divisione dell'impero in satrapie, cioè province imperiali, Ciro continuò la sua avanzata verso occidente conquistando la Lidia e assoggettando le poleis dell'Asia minore. Inoltre riuscì ad annettere anche l'impero babilonese, la Siria, la Fenicia, la Palestina, insomma era un grande impero. La tenuta di questo grande apparato statale era dovuta principalmente ad una novità introdotta da Ciro II.
Infatti dal punto di vista sia politico che culturale Ciro non sottometteva completamente i popoli vinti. Lasciava infatti al loro posto le classi dirigenti locali per garantirsi la loro fedeltà e inoltre rispettava usi, costumi e religioni dei popoli conquistati. Per questo motivo Ciro fu chiamato il Grande. Nel 529 a.C.
Ciro morì e lasciò il trono imperiale a suo figlio Cambise II, il quale completò l'opera di conquista del padre annettendo nel 525 anche l'Egitto. Dopo pochi anni però morì e gli successe Dario I. Questi continuò l'opera di conquista, di espansione ad Oriente, adottando la stessa politica dei predecessori, cioè rispettando le religioni e gli usi dei popoli conquistati. Tuttavia commise un errore, infatti caricò i popoli sottomessi di ingenti tributi.
Ecco, questo fu il casus belli che determinò l'inizio delle guerre persiane, cioè tra le poleis greche e l'impero persiano. Infatti le colonie greche in Asia Minore prosperavano, almeno fino all'istituzione di questi tributi di Dario I. La politica fiscale persiana scontentò le poleis che nel 4 Nel 399 a.C. si riunirono nella Lega Ionia, guidata da Aristagora, il tiranno di Mileto, la Polis dove abbiamo visto sono stati attivi i filosofi Talete, Anassimandro e Anassimene. La Lega Ionia si ribellò al satrapo locale chiedendo prima aiuto a Sparta, da cui però ottennero solamente un rifiuto, e dopo con più successo ad Atene.
Nonostante alcuni successi iniziali, la Lega Ionia dovette fare i conti con la reazione di Dario I. Infatti nel 494, nella battaglia navale di Lade, la Lega Ionia fu sconfitta e l'anno successivo la ribellione era in pratica terminata. Nonostante la fine degli scontri e la vittoria persiana, Dario considerava quella di Atene un'intromissione in affari interni. Inoltre fu anche fomentato da Ippia, il quale fu cacciato da Atene.
Così decise di attaccare la Grecia. Da parte sua, Atene aveva avuto dei motivi per rispondere alla chiamata della Lega Ionia. Infatti, l'espansione dei persiani aveva sottratto il controllo e anche il primato dei commerci nel Mediterraneo orientale. Così uno scontro e la vittoria sull'impero persiano avrebbe determinato un'espansione di Atene.
Infine, non bisogna dimenticare, la comune appartenenza si accu... culturale che politica istituzionale al mondo greco sia di Atene che delle colonie in Asia Minore. Così nel 492 iniziò la prima guerra persiana.
La flotta persiana era guidata dal generale Mardonio che però fallì lo sbarco a causa di una tempesta che distrusse la flotta. Nel 490 i persiani ritornarono alla carica con i generali Dati e Artaferne seguiti anche da Ippia Dopo alcune conquiste riuscirono a schierare l'esercito persiano sulla spianata di Maratona, cioè a soli 40 km da Atene. La polis greca comunque era riuscita ad ottenere l'alleanza di altre polis, e inoltre il generale greco Milziade aveva una grande conoscenza delle tattiche persiane. Così, a settembre del 490, si arrivò allo scontro.
Da un lato c'era l'esercito ateniese di circa 10.000 uomini, guidati da Milziade con un supporto di soldati provenienti dalla polis di Platea, mentre dall'altro c'era l'esercito persiano che contava forse il doppio dei soldati. Comunque l'esperienza militare di Milziade riuscì a compensare questa differenza e con la tattica della manovra a Tenaglia riuscì a distruggere l'esercito persiano. Lo storico greco Erodoto racconta infatti che l'esercito persiano perse 6.000 uomini contro i soli 192 morti tra le fila atinesi.
La vittoria a Maratona fece comprendere diverse cose ed ebbe alcune conseguenze. Infatti i greci capirono che potevano battere i persiani nonostante la grandezza dell'impero Achaemenide grazie alla superiorità militare degli opliti pesantemente armati. Inoltre la vittoria di Maratona fece anche nascere la corsa chiamata appunto Maratona perché si racconta che Filippide, un militare atenese, corse i 40 chilometri di distanza tra Maratona e Atene per portare la buona notizia della vittoria sui persiani. Dopo la sconfitta di Maratona i persiani però non si arresero e infatti i greci dovettero combattere una seconda guerra persiana contro la Persia, questa volta comandata dal gran re Cersei. Ora i greci guidati da Temistocle...
costruirono nel 493 a.C. il gigantesco porto del Pireo e soprattutto per ragioni difensive formarono la Lega Panellenica con altre 32 poleis e affrontarono quindi questa nuova guerra contro i persiani che culminò nella famosissima battaglia delle Termopili in cui i 300 spartani guidati da Leonida si sacrificarono per rallentare l'avanzata dei persiani, il che portò poi alla vittoria navale di Salamina del 480 a.C. che fu poi completata da due vittorie terrestri degli Atenesi, cioè quelle di Platea e di Capo Michale nel 479. Ora, la seconda guerra persiana è stata un evento di grandissima importanza nella storia europea.
Pensate che un gran numero di storici sostiene che se la Grecia fosse stata conquistata dai persiani, la cultura greca che sta alla base della cultura occidentale forse non si sarebbe mai sviluppata. Ovviamente si tratta di un'esagerazione, dato che è impossibile sapere cosa sarebbe successo nel caso di una conquista persiana, è uno dei tanti what-if della storia. Però ciò non toglie che anche gli stessi...
greci compresero l'importanza di questo avvenimento. E dunque, per quanto riguarda l'aspetto militare, durante le guerre persiane non fu impiegata alcuna strategia bellica di particolare rilievo e per questo diversi commentatori suggerirono che si trattò di una guerra condotta più dai soldati che dai generali. Spesso appunto le termopili sono indicate come un buon esempio di sfruttamento della topografia da parte di un esercito, perché in quella gola... si riuscirono a trattenere anche a costo del sacrificio dei 300 spartani di Leonida per quanto più tempo possibile i persiani, ma ancora più interessante secondo me è lo stratagemma che ideò Temistocle prima della battaglia di Salamina. Qual è questo stratagemma?
In pratica Temistocle inviò un servo di nome Sicinno al gran re persiano Cerse, con l'ordine di riferire il messaggio. che Temistocle era dalla parte del re di Persia e quindi avrebbe preferito che prevalesse lui e non i greci. Inoltre sosteneva che tra i comandanti greci si combattevano insomma delle lotte intestine, che gli spartani progettavano di andarsene quella notte stessa, e che quindi l'unica cosa che i persiani avrebbero dovuto fare per vincere sarebbe stato bloccare lo stretto, lo stretto di Salamina.
Nel mettere in atto questo sotterfugio, Temistocle sperava, infatti andò a finire proprio così, di attirare la flotta nemica nello stretto di Salamina. E, ad ogni modo, questa notizia era esattamente ciò che Cersei avrebbe voluto sentire e, direi anche con una notevole ingenuità, il gran re persiano ordinò allora alla flotta persiana di bloccare lo stretto presso l'isola di Salamina, convinto di trovarsi di fronte, insomma, delle... delle...
di trovarsi di fronte una flotta ateniese completamente sbandata e forse troppo sicuro della vittoria e non aspettandosi alcuna resistenza la flotta persiana navigò fino allo stretto solo per scoprire però che lungi dall'essere sull'orlo del collasso come invece aveva fatto credere Temistocle con quella lettera la flotta greca era pronta alla battaglia e infatti sbaragliò la flotta persiana Quindi lo stratagemma di Temistocle fu decisivo per far sì che i greci trionfassero nella seconda guerra persiana. Ma direi che la maggiore lezione che deriva da questa guerra è l'importanza anche dello schieramento oplitico che era già stata dimostrata con la battaglia di Maratona della prima guerra persiana, perché nel caso di scontri corpo a corpo, con eserciti armati in modo più leggero, gli opliti insomma avevano la meglio. E infatti comprendendo l'importanza dello schieramento oplitico, i persiani avrebbero in seguito a loro volta cominciato il reclutamento di mercenari greci, però solo dopo la guerra del Peloponneso. Per il momento i persiani erano stati sconfitti per la seconda volta dalla forza militare, ma anche dall'ingegno dei greci. La fine della seconda guerra persiana e la vittoria greca determinò la gloria delle poleis greche, in particolare di Atene.
Ciò nonostante l'impero persiano era ancora molto pericoloso e per questo motivo Temistocle decise di fortificare la città di Atene e anche il porto del Pireo. Ciò fu dovuto anche alla consapevolezza di essere la prima poleis, la prima potenza in Grecia. In funzione antipersiana e anche a causa del progressivo allontanamento, disimpegno da parte di Sparta, nel 477 fu istituita, fu fondata la Lega Delio-Attica, detta anche Lega di Delo. Si trattava di un patto federativo, sottoscritto pariteticamente tra le varie poleis, con cui si impegnavano a mettere da parte alcune competenze, infatto, di politica estera e militare, per far fronte comune. Inoltre era richiesta la riscossione di un tributo per le spese militari.
Alcune polis come Atene, che potevano assicurare una flotta e l'invio di navi, erano esentate. Atene si impegnò a riscuotere i tributi, a creare una cassa comune conservata nel santuario di Apollo, ma progressivamente il ruolo di Atene divenne sempre più ingombrante, modificando lo scopo della Lega Deleuattica, che da mezzo di difesa contro i persiani divenne un mezzo di egemonia di Atene sulle altre poleis e sull'Egeo. Infatti nel 476 divenne stratega ad Atene il figlio del generale Milziade Cimone, il quale oltre a dare un'impronta imperialistica alla Lega di Delo, modificò anche i rapporti interni alla Lega. Infatti le altre poleis erano ormai solamente delle città, tributarie nei confronti di Atene. I fondi raccolti da Atene servivano per potenziare la flotta ma anche per abbellire la città.
Infatti grazie ai tributi delle altre poleis ad Atene fu anche finanziata la costruzione del Partenone. Allo stesso tempo la Lega di Delo modificò anche il proprio obiettivo, il proprio avversario, che dall'impero persiano divenne la Lega del Peloponneso, cioè la lega guidata da Sparta e fondata circa alla metà. del VI secolo a.C.
che in questa fase si pose proprio l'obiettivo di limitare l'espansionismo atenese. La direzione data da Cimone alla Lega Delioattica determinò i presupposti che porteranno alla guerra del Peloponneso, cioè lo scontro tra Sparta e Atene, che vedremo nel prossimo episodio di Sentiri Intrecciati di Storia. Bene, noi speriamo quindi di avervi fatto venire voglia di tornare ad approfondire la storia greca.
In questi dieci punti vi abbiamo presentato la prima metà delle vicende della storia greca. Sotto in descrizione ovviamente potete trovare i link ai testi che vi consigliamo se vi va di approfondire ulteriormente queste tematiche. Noi vi ringraziamo per averci ascoltato fino a qui. Vi diamo appuntamento tra dieci giorni con una nuova puntata. della rubrica Ivaniloqui dove io vi parlerò di un altro libro che ho letto in questi giorni vi ringraziamo ancora e tu, si proprio tu che ci stai ascoltando ricorda che più sei più sei