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Sintesi Sonora: Lezione sul Suono Puro

Ciao a tutti e ben ritrovati al nostro corso di sintesi sonora analogica. In questa lezione finalmente inizieremo a mettere le mani su un sintetizzatore e a sperimentare in maniera pratica. Per la precisione sentiremo con le nostre orecchie il suono puro delle diverse forme d'onda di cui abbiamo parlato nella precedente lezione, la numero 5. Toglieremo quindi modulazioni, filtri, effetti e qualunque altra componente aggiuntiva del suono. Per fare conoscenza con le diverse forme d'onda, ho deciso di utilizzare e farvi sentire uno dei miei sintetizzatori preferiti, il Moog Subferi. Un Moog non necessita di troppe spiegazioni e di troppi discorsi introduttivi, perché nel nostro mondo dire Moog è equivale sostanzialmente a dire Synth. Anche questo Subferi, nonostante sia per così dire il piccolino di casa Moog, ha comunque il timbro caratteristico di questi sintetizzatori storici. Ovviamente stiamo parlando di un prodotto realmente e interamente analogico. Per prima cosa dovremo raggiungere sul nostro sintetizzatore una condizione di neutralità del suono, ovvero togliere tutto il superfluo e lasciare solamente la forma d'onda pura. Quindi toglieremo l'LFO, toglieremo il portamento, toglieremo eventuali effetti che comunque su questo synth non sono presenti. ma magari in molti altri sì. Dopodiché, per ottenere il suono asciutto di cui abbiamo bisogno, dobbiamo fare altre tre operazioni fondamentali. La prima è quella di regolare il mix tra i diversi oscillatori facendo in modo di sentirne uno solo. La seconda operazione è quella di agire sul filtro mettendo il cutoff al massimo ma la resonance a zero, ovviamente. La terza operazione, quindi sull'envelope, sull'ADSR, Consiste nel settarlo in questo modo, Attack al minimo, Decay al minimo, Sustain al massimo e Release al minimo. In questo modo avremo un suono che parte subito e poi si mantiene costante nel tempo, cioè non cambia durante il tragitto, se così vogliamo dire. Per comodità e per andare un pochettino più veloci ho già fatto tutte queste operazioni su sulferi, anche perché un sintetizzatore di questo tipo, che prevede una... possibilità di sintesi molto più complessa, ovviamente necessita anche di tante altre operazioni che però qui è superfluo dire. Ad ogni modo, una volta compiute queste operazioni, abbiamo un suono di base, siamo pronti possiamo dire, per sentire i suoni nudi e crudi del nostro sintetizzatore. In caso dovesse essere necessario un ripasso delle caratteristiche delle principali forme d'onda, vi rimando, come già detto, alla lezione numero 5. Come anticipato, ho già provveduto ad impostare diversi parametri del Moog Subfety in modo tale da ottenere una situazione di partenza in cui il synth non emette alcun suono. Quindi è come se avessi fatto una sorta di reset dello strumento. Prima di passare all'ascolto, però, devo fare una precisazione molto importante, cioè il synth che useremo oggi, a differenza di molti altri, non permette semplicemente di switchare tra una forma d'on dell'altra. ma al contrario consente di passare gradualmente da una forma d'onda all'altra, come possiamo vedere agevolmente ruotando l'encoder dell'oscillatore numero 1. Come avete potuto vedere il passaggio è molto graduale. Di base però possiamo comunque individuare 4 scalini, o meglio 4 posizioni, che corrispondono alle forme d'onda triangolare, Dente di sega, quadra e pulse. Iniziamo dalla triangolare, che presenta una fondamentale molto forte e gli armonici dispari, quindi siamo di fronte ad una forma d'onda armonicamente ben poco complessa. Per prima cosa però dovremo ovviamente aprire il nostro oscillatore, altrimenti non sentiremo nulla. Ok, adesso passiamo all'ascolto di una forma d'onda triangolare. Andando poi in senso orario con il nostro encoder ci avvicineremo gradualmente ad una sawtooth. Quindi andiamo ad incrementare il contenuto armonico. Una dente di sega è infatti brillante e frizzante proprio perché ha tutti gli armonici. Abbiamo infatti già detto che viene usata spesso come base della sintesi sottrattiva proprio per la sua ricchezza armonica. Andiamo a sentire che cosa succede nel passare gradualmente da una triangolare a una sawtooth. In questa posizione abbiamo una dente di sega. Continuando andremo invece verso una square wave. una square wave ha un contenuto armonico che è inferiore rispetto a quella della sawtooth praticamente il contenuto armonico va a diminuire per via di una progressiva riduzione e poi scomparsa degli armonici pari mentre al contrario vengono rinforzati quelli dispari sentiamo cosa succede Una square wave in pratica è una pulse con una razio di 50 e 50. Continuando andremo appunto verso una pulse wave. In pratica andiamo a variare il duty cycle della nostra forma d'onda. Facciamo però attenzione ad una cosa molto importante. In questo synth, come già detto, abbiamo un continuously variable control, cioè uno spostamento graduale da un'onda all'altra. Su altri synth invece non avremo questa possibilità, ma dovremo appunto selezionare una forma d'onda ben precisa. Quindi nel caso di una Pulse Wave dovremo trovare anche un apposito controllo denominato Pulse Width, cioè quello che ci permette per l'appunto di variare il duty cycle della forma d'onda. La Pulse Wave è una variante dell'onda quadra, contiene quindi anch'essa i soli armonici dispari, ma in questo modo, quindi modificando la Pulse Wave, possiamo cambiare il bilanciamento interno tra di essi. Quindi una Pulse è un'onda molto flessibile e in posizioni diverse avrà sempre un contenuto armonico diverso e conseguentemente molte possibilità timbriche. Nel nostro caso noi andremo verso una pulse wave che è sempre più stretta, quindi modificando il contenuto armonico in modo tale da indebolire tutti i toni relativi alla frequenza fondamentale. Sentiamo cosa succede nell'andare appunto da un'onda quadra ad una pulse wave che è sempre più stretta. Adesso sentiamo il timbro della Sawtooth. Adesso sentiamo il timbro di un'onda quadra. E infine spostiamoci dall'onda quadra per sentire le varie modulazioni di un'onda pulse sino ad arrivare ad una pulse molto stretta. Ovviamente conoscere e riconoscere le differenze timbriche tra tutte queste forme d'onda è fondamentale per evitare di girare a vuoto sul nostro sintetizzatore alla ricerca di un suono senza sapere bene da dove partire e dove andare. Al contrario, conoscendo bene queste forme d'onda, saremo in grado di scegliere la più appropriata in base al risultato sonoro che vogliamo ottenere.