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Galileo Galilei: Scienza e Religione

Rendo grazie a Dio per avermi permesso di essere il primo osservatore di uno spettacolo mirabile rimasto nascosto per tanti secoli. Rendendo l'invisibile visibile, il telescopio stava cominciando a rivoluzionare l'astronomia. Fin dai tempi antichi, gli astronomi avevano tentato di spiegare il moto dei corpi celesti, supponendo che i pianeti fossero fissati a sfere di cristallo trasparenti ruotanti intorno al centro dell'universo. L'astronomo greco Ptolemeo aveva elaborato in dettaglio un sistema per spiegare il movimento del Sole, della Luna, delle stelle e dei pianeti, tutto ciò che si poteva vedere ad occhio nudo. Al centro del complesso sistema tolemaico stava la Terra, solida e immobile. Il sistema tolemaico si caratterizzava per ingegnosi calcoli geometrici. Permetteva di stabilire la posizione dei pianeti, cosa utile ad esempio in astrologia. Era valido se si voleva solo essere aggiornati sulla posizione degli astri nei cieli, ma non era perfetto. Sessant'anni prima del telescopio, un ecclesiastico polacco, Nicolò Copernico, rivelò che i calcoli per determinare la posizione dei pianeti in cielo si sarebbero semplificati ponendo il Sole al centro dell'universo, invece della Terra. Copernico descrisse il Sole come su un trono, da cui governava i pianeti che ruotavano intorno a lui. Un'immagine meravigliosa. Per decenni, la maggior parte degli astronomi sospese il giudizio, poiché mancavano prove fondate sull'osservazione del movimento della Terra. Anzi, sembrava assurdo che la Terra si muovesse. Nel sistema copernicano, la Terra non era mai immobile. Aveva due moti separati. Compiva un giro intorno al Sole ogni anno e ruotava intorno al suo asse una volta al giorno. Copernico era piuttosto riluttante a rendere noto il suo sistema perché sapeva che avrebbe incontrato parecchie critiche. Il sistema proposto da Copernico lo avrebbe reso ridicolo in tutta Europa. Sosteneva che la Terra ruotava intorno al suo asse come una centrifuga ad una velocità di 1200-1300 km orari. Inoltre ruotava intorno al Sole a circa 50 km al secondo. Gli avrebbero detto che era assurdo. Bastava osservare la stabilità del suolo. Era chiaro che la Terra non si muoveva, altrimenti ogni cosa sarebbe volata via. I campanili delle chiese sarebbero crollati, gli uccelli non sarebbero riusciti a starle dietro, le nubi sarebbero scomparse dietro l'orizzonte, e così via. Galileo aveva letto Copernico e già sospettava che il sistema copernicano fosse corretto. Ma nemmeno con il suo telescopio vedeva il modo di poter dimostrare che era la Terra a ruotare intorno al Sole. Voleva approfondire le sue ricerche e decise che il miglior modo per farlo... era tornare in Toscana. Firenze esercitava un grande fascino sulla giovane celebrità emergente. Decantata città di Dante e Michelangelo, Firenze era stata governata per secoli dalla famiglia De Medici. Detentrice di grandi ricchezze e potere, la famiglia dominava l'attività bancaria e il commercio, oltre a essere influente anche nelle questioni religiose. Lo stemma dei Medici adornava i palazzi di tutta la città. Per Galileo non poteva esserci onore più grande che avere come mecenate il duca Cosimo de'Medici. Galileo desiderava migliorare la sua posizione sociale. Aveva tentato diverse volte di ottenere il sostegno dei Medici e finalmente si presentava l'occasione. Il granduca di Toscana aveva tre fratelli. Galileo aveva scoperto quattro satelliti intorno a Giove e astutamente li denominò stelle medicee dal nome dei suoi probabili futuri mecenati. Una copia del Sidereus Nuncius, il migliore telescopio di Galileo e una lettera di richiesta vennero inviati a Firenze. Dipende dal nostro sovrano se trascorrerò il resto dei miei giorni qui nella Repubblica di Venezia o se ritornerò a Firenze. Se dovessi ritornare, desidererei che Sua Altezza mi concedesse del tempo libero, senza gli impegni dell'insegnamento. Infine, auspicherei che Sua Altezza, in aggiunta al titolo di matematico, mi attribuisse il titolo di filosofo. Galileo sottolinea quanto si trovi male a Padova. Non ha tempo per i suoi studi ed è troppo impegnato con gli studenti. Vorrebbe servire un grande sovrano e dedicarsi alla ricerca. Qualche settimana dopo, dagli uffizi fu inviata a Galileo una lettera. La famiglia De Medici lo invitava a unirsi alla Corte Medicea come matematico e filosofo. Lì sarebbe stato al centro della vita intellettuale e sociale Fiorentina. Partì dal presupposto che Copernico avesse ragione. Il Sole, non la Terra, era al centro del nostro sistema planetario. Studiò per mesi per poterlo dimostrare. Per lui la dimostrazione era il presupposto della scienza. Affinché una dichiarazione avesse valore scientifico, doveva essere dimostrata. La sua veridicità doveva essere definitivamente provata. Se ciò mancava, era definita congettura o opinione. Mentre cercava una dimostrazione, ricevette da uno dei suoi discepoli, Benedetto Castelli, una lettera in cui veniva suggerito che il pianeta Venere potesse essere la chiave di lettura. Mio caro Galileo, se Copernico avesse ragione e Venere ruotasse intorno al Sole invece che alla Terra, è chiaro che avrebbe le stesse fasi della Luna. A volte sarebbe crescente, a volte no. Ti prego di comunicarmi se con il tuo meraviglioso telescopio... Hai notato questa caratteristica? A occhio nudo, Venere appariva semplicemente come un punto luminoso, ma grazie al telescopio, Galileo vedeva il pianeta come un disco. Nel corso dei mesi, l'aspetto di Venere cambiava, da piccolo disco a luna crescente. Galileo, comprese immediatamente che in un sistema eliocentrico, La mezzaluna appariva quando Venere percorreva l'orbita tra il Sole e la Terra. Venere ruotava quindi intorno al Sole, invece che alla Terra. Non potei fare altro che accettare la teoria di Copernico, secondo la quale Venere ruota intorno al Sole, così come tutti gli altri pianeti, inclusa la Terra. Non era più accettabile. Nessun altro argomento, per quanto debole, da parte di persone la cui filosofia era stata duramente rivaltata da questa nuova disposizione dell'universo. Ma la questione era solo agli inizi. Galileo aveva completamente sottovalutato i suoi oppositori. A Firenze, sacerdoti opportunisti annunciarono dai loro pulpiti che Galileo stava sostenendo nuove idee pericolose. Un coro di accademici gelosi, irritati per l'arroganza dello scienziato, si unì alla protesta. Galileo contava sulla protezione dei suoi mecenati, i Medici, ma il loro sostegno cominciò a venir meno quando la madre del Gran Duca, Cosimo, cominciò a nutrire qualche dubbio. Nel libro di Giosuè, il Signore ferma il moto del sole concedendo agli Israeliti altra luce del giorno per sconfiggere i loro nemici. Questo e altri passaggi biblici Sembravano suggerire che fosse il sole a muoversi e non la terra. La granduchessa Cristina temeva quindi che il nuovo filosofo di corte contraddicesse la Bibbia. Galileo rispose a madama Cristina con una lettera che andava ben oltre l'astronomia. Sono d'accordo con madama Cristina sul fatto che le sacre scritture non mentono mai. Le dichiarazioni contenute all'interno sono assolutamente vere e inviolabili, però devo aggiungere che, sebbene le scritture non sbaglino mai, i loro interpreti e commentatori possono ingannarsi ripetutamente quando si basano solo sul significato letterale delle parole. Galileo era sincero quando affermava che se la Bibbia sembrava divergere dalla scienza, Era solo perché era stata mal interpretata. Non voleva rinnegare l'essenza stessa della parola di Dio. Io credo che le sacre scritture abbiano lo scopo di persuadere gli uomini delle verità necessarie per la loro salvezza. Non è detto... che è quello stesso Dio che ci ha donato la parola, i sensi, e l'intelletto vorrebbe che ignorassimo queste cose. In particolare ciò che riguarda la scienza, della quale non è fatta la minima menzione nella Sacra Bibbia. Se le Sacre Scritture dovevano insegnare l'astronomia, perché l'hanno trascurata? La lettera esplicita a Madama Cristina, con cui Galileo intendeva risolvere le contraddizioni tra scienza e Bibbia, fu vista come un attacco allo stesso testo sacro. La lettera circolò, i sacerdoti locali la lessero e andarono su tutte le furie. Ne inviarono una copia a Roma e invitarono i responsabili dell'Inquisizione a indagare su Galileo. Secondo loro, quell'uomo era un eretico. Una delle cose che il papato intendeva dimostrare a un'Europa essenzialmente cattolica era la mancanza totale di tolleranza per i dissidenti. I dissidenti venivano banditi e puniti. Un eretico scozzese fu condannato al rogo con una camicia di pece, affinché le fiamme fossero più sfavillanti. Bruno fu arso vivo. Fu una cosa piuttosto insolita, poiché della maggior parte degli eretici venivano arsi i cadaveri. ma la sua morte doveva servire a dimostrare che l'ortodossia sarebbe stata imposta. Giordano Bruno era un sacerdote e all'epoca fu ritenuto un ciarlatano che negava la divinità di Cristo. Come Galileo, aveva esposto una teoria sull'universo in cui era la Terra a ruotare intorno al Sole. G.S.E.L.A. Sono state espresse diverse opinioni sulla misura in cui la vicenda di Bruno abbia inciso su Galileo. Indubbiamente deve aver influito. Naturalmente sapeva cos'era accaduto a Bruno. Dubito che pensasse di correre lo stesso pericolo, ma nello stesso tempo temeva che sfidando l'inquisizione sarebbe in corso in pene molto severe. Dietro l'esecuzione di Bruno c'era il maggiore inquisitore di Roma, il martello degli eretici, il cardinale Roberto Bellarmino. A qualche anno di distanza, lo stesso cardinale Bellarmino ricevette notizie su Galileo. I teologi... valutavano attentamente le possibili implicazioni delle scoperte di Galileo. A Roma, all'Inquisizione, fu creato un fascicolo sullo scienziato. Quando le voci provenienti dai breti e monaci fiorentini giunsero a Roma sempre più insistenti, Galileo si recò nella città eterna per discutere il suo caso. Avevo deciso di affrontare apertamente e da solo il teatro del mondo e testimoniare a favore della verità. Credo che i bravi filosofi, come le acquile, volino da soli, non in stormo. come gli storni. Volevo che la gente potesse comprendere che la natura, oltre agli occhi per ammirare le sue opere, le aveva donato un intelletto per poterle comprendere. Galileo si recò a Roma nell'inverno del 1616. In quanto membro della Corte dei Medici, fu ospite dell'ambasciatore toscano nella sontuosa Villa dei Medici. Collocata su una collina che dominava la città, dal suo balcone, Galileo poteva vedere la cupola del Vaticano mentre ansioso attendeva l'incontro con l'inquisitore, il cardinale Bellarmino. Galileo sopravvalutava la sua capacità di persuasione. credeva che se fosse riuscito ad andare a Roma e a parlare con qualche membro del clero, lo avrebbe convinto facilmente ad avere un atteggiamento di apertura sulla questione del moto della terra. I teologi ascoltavano, mentre Galileo esponeva le ragioni per cui sosteneva Copernico. Galileo appoggiava pienamente la teoria copernicana. Non dobbiamo vedere la Chiesa come un'istituzione monolitica. Incontrò vescovi, cardinali e teologi. Naturalmente perorò la sua causa con grande fervore, ma l'ambasciatore dei Medici al Vaticano scriveva alla famiglia. Galileo dovrebbe stare più attento e tacere. non dovrebbe argomentare continuamente sul suo caso. L'ambasciatore esprimeva il timore che la famiglia Medici potesse essere coinvolta in una sgradevole controversia. Galileo è fortemente coinvolto in questa disputa e potrebbe facilmente finire in guai molto seri, trascinando con sé chiunque supporti le sue teorie. Questa faccenda non è uno scherzo e quest'uomo è qui sotto la nostra protezione. Credeva di poter convincere i teologi romani di più larghe vedute sui meriti della dottrina copernicana. Credeva inoltre di riuscire a persuaderli, in primo luogo, che le questioni di astronomia non rientravano nelle competenze dei teologi. Anche se conosceva perfettamente i rischi della sua opposizione all'inquisizione, credeva evidentemente che la sua capacità di persuasione fosse tale da convincerli delle sue teorie. Non appena cominciò ad elogiare il sistema copernicano, allarmò i suoi ascoltatori. E la parte conservatrice della Chiesa Cattolica decise che era giunto il momento di intervenire. Galileo, in realtà, era felice di poter esporre il suo caso al cardinale Bellarmino. Aveva saputo che Bellarmino si interessava di astronomia e che era affascinato dal telescopio. Lo stesso Bellarmino, appassionato di scienze, man mano che approfondiva i suoi studi, si rese conto che erano numerose le teorie scientifiche che minacciavano l'ortodossia. Quando capì che la scienza poteva interferire con la teologia, decise di abbandonare le ricerche. Optò per la religione piuttosto che per la curiosità scientifica. Una scelta che non è mai, a mio avviso, una soluzione soddisfacente. ma che può spiegare la virulenza con cui condannava quella che percepiva come eresia scientifica. Il Pio Cardinale Bellarmino aveva approvato il rogo di uomini vivi, ma era etereo e spirituale. Persino le famiglie più potenti d'Italia consideravano il Cardinale un po'troppo rigido. Per Galileo, che contava sull'influenza dei suoi mecenati, De Medici, l'incorruttibile religiosità del Cardinale era abbastanza preoccupante. Ma lo scienziato non ebbe nemmeno la possibilità di convincere Bellarmino. Tre giorni prima del programmato incontro con il Cardinale, il Santo Uffizio dell'Inquisizione si riunì al Collegio Romano per decidere della validità delle teorie di Copernico. Furono coinvolti i teologi. i quali espressero un loro parere professionale sulla questione. Secondo la loro opinione, l'asserzione che il Sole era al centro dell'universo e che la Terra ruotava intorno al Sole era, rispetto alle scritture, eretica. Fino a che la concezione copernicana secondo cui era la Terra a ruotare intorno al Sole veniva presentata solo come un'ipotesi, Una teoria come tante altre, Urbano VIII gli avrebbe concesso di discuterne. Dopo l'incontro, Galileo sentì che era giunto il momento di scrivere quel grande libro di cosmologia che prometteva da tempo. All'età di 60 anni si dedicò alla stesura del suo nuovo libro. Il Papa aveva concesso a Galileo l'autorizzazione a iniziare quella che sperava sarebbe diventata la sua opera più importante. In italiano, non in latino, con parole estremamente convincenti e con uno stile brillante e popolare, Galileo cercò di intrattenere e persuadere chiunque lo leggesse dell'esattezza della concezione copernicana. La stesura del libro si trascinò per mesi a causa di lunghi periodi di malattia. Finalmente, dopo cinque anni, si riusciva a intravedere la fine. Per grazia di Dio sono sulla strada giusta. Il libro sarà molto grande e pieno di novità. Scrivendolo sotto forma di dialogo, potrò presentarlo senza ostentazione né fatica. Se riuscirò a sopravvivere a questo inverno, lo porterò a compimento e lo pubblicherò. immediatamente. Galileo terminò la sua imponente opera La Vigilia di Natale del 1629. La intitolò Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. È un capolavoro di retorica in cui Galileo espone la nuova concezione dell'universo. È una discussione sui sistemi del mondo. È il sole oppure la terra? al centro dell'universo. Presenta le meravigliose scoperte fatte con il telescopio. Si rimane conquistati dalla narrazione. Galileo crea tre vivaci personaggi nobiluomini di Venezia. Il primo, il padrone di casa, esorta al dialogo due suoi loquaci ospiti. Uno è chiaramente il portavoce di Copernico e Galileo, mentre l'altro è Simplicio, il sempliciotto. che espone in modo enfatico e ingenuo le dottrine della Chiesa sulla scienza e la filosofia, mettendo in risalto la figura del primo. Galileo ottenne da un censore amico l'autorizzazione a pubblicare il libro a Firenze. Sapeva che convincere i censori di Roma sarebbe stato molto più difficile. Inviò alcune copie al Vaticano, ma prima di poter conoscere le reazioni, Firenze fu colpita da una terribile catastrofe. Nel 1630 la peste bubonica colpì tutta la Toscana. Nel giro di poche settimane morirono 6.000 fiorentini e Galileo perse i contatti con Roma. Per mesi Galileo non ebbe notizie dai censori romani. Il manoscritto era forse andato perduto durante la quarantena? La sua opera era stata rubata? Il censore fiorentino aveva approvato il libro, ma a Galileo serviva l'autorizzazione di Roma. Il padre mi ha detto più di una volta che gli sono venute le lacrime agli occhi mentre leggeva. Ha riconosciuto che dovrei essere pregato per pubblicare un tal libro. Intanto viene lasciato da parte, mentre la mia vita si logora. Ciò che vorrei sapere, mentre sono ancora vivo, è quale sarà l'esito del mio duro lavoro. Mentre Galileo attendeva, le copie del suo dialogo circolarono tra i potenti ecclesiastici romani. Stranamente il Papa, grande ammiratore di Galileo, non lesse il libro. Però a Urbano VIII giunse voce che Galileo aveva messo le tesi della Chiesa in bocca a uno sciocco e che non aveva scritto un discorso scientifico, ma una satira letteraria. Galileo scrisse un'opera di grande letteratura. La scrisse in forma di dialogo, in modo che avesse sia un carattere scientifico che letterario. Lo scienziato si aspettava che questo Papa adotto, cosmopolita e progressista, l'apprezzasse, dimenticando forse momentaneamente che aveva messo in bocca a Simplicio affermazioni del Papa. Simplicio, il sostenitore del sistema tolemaico, dice «Se Dio voleva creare il mondo in qualche altro modo, ma farlo apparire a noi così com'è, avrebbe potuto farlo. Perciò nessun argomento sulla semplicità del sole o della terra può essere decisivo. Anni prima, quando aveva passeggiato con Galileo nei giardini vaticani, il Papa aveva fatto lo stesso ragionamento, con un altro significato però, che le opere di Dio possono andare oltre la comprensione umana. I consiglieri di Urbano convinsero il Papa che era stato lui il modello per Simplicio e che quindi era stato messo in ridicolo. Urbano si infuriò molto per la pubblicazione del libro e ruppe i rapporti con Galileo. Il Papa convocò una speciale commissione per esaminare il caso di Galileo e per analizzare il manoscritto. La commissione ordinò l'avvio di un processo da parte dell'Inquisizione. L'Inquisizione notificò una citazione a Galileo in cui gli ordinava di presentarsi a Roma in ottobre. Lo scienziato chiese un rinvio adducendo motivi di salute e a Natale... ricevette di nuovo l'ordine di presentarsi in tribunale. Poteva farlo volontariamente, oppure in catene. Il giorno della sentenza, Galileo fu di nuovo portato davanti all'inquisizione. Questa volta indossava l'abito bianco dei penitenti. Questa è la sentenza. Si dichiara che voi, Galileo Galilei, vi siete sottomesso al giudizio di questo santo ufficio. Per i fatti esaminati durante il processo, siete fortemente sospettato di eresia, avendo sostenuto e creduto in una dottrina falsa e contraria alle scritture. Secondo questa dottrina, il Sole è immobile e al centro dell'universo, mentre la Terra si muove e non è al centro dell'universo. Vi condanniamo quindi formalmente alla prigione, in questo santo uffizio, a nostro piacimento. Probabilmente si giunse a un compromesso. A Galileo fu concessa la possibilità di avviurare piuttosto che trascorrere il resto della sua vita in prigione. L'anziano si inginocchiò, come gli fu ordinato. Galileo, figlio di Vincenzo Galilei Fiorentino, settantenne, mi inginocchio al vostro cospetto e giuro di avere sempre creduto, di credere adesso e con l'aiuto di Dio di credere sempre in tutto ciò che è stato insegnato, sostenuto, predicato dalla Santa Madre Chiesa. Abiuro con... Fede genuina, cuore sincero. Io maledico e condanno qualunque errore ed eresia. Che Dio mi aiuti. Amen. Il processo di Galileo era terminato. Nell'ambasciata toscana, egli attese per mesi prima di sapere quando gli avrebbero concesso di ritornare a casa. Il dialogo sopra i due massimi sistemi fu aggiunto all'indice dei libri proibiti e sarebbe stato vietato per 200 anni. Galileo aveva creduto che Papa Urbano lo avrebbe protetto dalla censura. Ma ciò non avvenne. Quando Galileo era giovane, la maggior parte della gente era convinta di vivere nel centro immobile dell'universo. Armato del suo telescopio, lui cercò di convincere i suoi contemporanei che la Terra era solo uno dei tanti pianeti in orbita intorno al Sole. L'inquisizione mise all'indice il dialogo di Galileo, ma non poté cancellare le idee dello scienziato. Ho sempre pensato... che il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo sia stata un'opera efficace. Ha reso l'idea del movimento della Terra e della concezione eliocentrica in un modo intellettualmente rispettabile. La Chiesa Cattolica finì con l'accettare dopo molto tempo le idee scientifiche di Galileo e solo nel 1981 una commissione papale ha considerato l'idea di rivedere la questione galileiana. Lo scienziato è stato riabilitato totalmente nel 1992. Giovanni Paolo II dichiarò che nel processo a Galileo erano stati compiuti degli errori e riprese le parole dello scienziato per parlare del rapporto tra fede e ragione, tra religione e scienza. Dichiarando che la fede non doveva mai entrare in conflitto con la ragione, Papa Giovanni Paolo II riprese le stesse parole che Galileo aveva scritto in propria difesa. Il Papa, come Galileo, ritiene che le scritture non sbaglino mai, ma che i teologi possano fornire un'interpretazione errata. Il Papa ha espresso il rammarico della Chiesa in merito alla questione di Galileo perché quell'episodio ha contribuito a un tragico errore nei rapporti con la scienza. Alla fine del XX secolo, Galileo è stato riabilitato. Forse consapevole di un suo futuro ritorno in auge, Galileo, nella sua copia del dialogo, aveva scarabocchiato un ammonimento ai suoi avversari. I teologi stiano attenti. ma che un domani non siano indotti a perseguire come eretici coloro che al pari di essi sostengono che la terra sia immobile.