Oggi a Passate e Presente parleremo di Federico II, il più grande sovrano della prima metà del 200 e ci domanderemo, proveremo a dare una risposta alla domanda stupor mundi come fu ribattezzato o addirittura anticristo. Federico II era il nipote di Federico Barbarossa, sua madre Costanza d'Altavilla, per dimostrare che era proprio lei la madre, volle partorirlo in pubblico a Iesi e trovò i suoi grandi problemi con dei papi. Non Innocenzo III che fu suo totore, neanche Onorio III che l'avrebbe incoronato, ma Gregorio IX che l'avrebbe scomunicato e contro di lui avrebbe fatto una dura battaglia, beh per Federico II fu davvero un grande nemico.
Di Federico II parliamo adesso col professor Alessandro Barbero, assediato da tre storiche note al nostro pubblico, Emanuele Lucchetti, Adan Ardacchione e Francesca Fanelli. Perché questo mito che è durato mille anni di Federico II, che ha di diverso da altri pur importanti sovrani di questi mille anni? Ma infatti è una domanda che si fanno anche gli storici e qualcuno di recente ha risposto. non ha molto di diverso, ha la diversità che un grande politico che fa tante cose e che ha molte idee può avere rispetto a un politico mediocre, ma quello in ogni epoca. In altre parole oggi si tende a dire è un uomo del suo tempo, del medioevo.
Però c'è stata un'epoca all'inizio del Novecento in cui la storiografia tedesca si è innamorata di questo personaggio e ha visto in lui il superuomo di Nice e anche di qualcun altro, forse, ecco che è poi venuto dopo Nice. E allora questa idea del super uomo al di là del suo tempo, di uno degli uomini più eccezionali mai vissuti, fa sì che noi siamo ancora qui oggi a parlarne. E allora entriamo nel nostro primo capitolo usando le parole che furono usate per lui, lo stupor mundi.
1194 26 dicembre, Iesi. La sposa di Enrico VI Costanza d'Altavilla ha quasi 40 anni e nel medioevo a quell'età si è considerati vecchi. L'imperatrice per smentire chi non crede alla sua gravidanza partorisce in piazza.
Quando arrivano le doglie Costanza è in viaggio, la donna ordina di fermare la carovana, fa allestire una tenda e invita le donne di Iesi ad assistere al parto. Nasce così Federico II, re di Germania ed Italia, nipote da parte di madre di Ruggero II e da parte di padre del Barbarossa. Il destino di colui che già allora viene definito Stupor Mundi sembra segnato.
La data di nascita, il 26 dicembre, il nome della città, Iesi. Federico la chiamerà la Mia Bethlen. Chi lo ama interpreta quei segni come una predestinazione divina.
Chi lo odia come una maledizione. Gregorio IX, quando lo denuncerà come nemico della Chiesa, citerà l'Apocalisse. E vi di salir dal mare una bestia, piena di nomi di bestemmia.
A tre anni, Federico rimane orfano del padre e un anno più tardi, della madre. L'imperatrice Costanza, prima di morire, nomina Papa Innocenzo III suo tutore. Il fanciullo di Puglia, così lo chiamano, È amato, protetto. Il Papa pensa al suo futuro come re di Sicilia, crede che sia contenti e non rivendichi l'impero.
In Sicilia, intanto, molti pensano di approfittare del vuoto di potere e rivendicano diritti alla successione. Innocenzo, per difendere il feudo della Chiesa dai suoi nemici, organizza una crociata guidata dal cavaliere francese Gualtiero di Brienne. Federico intanto arrivato all'età di 12 anni si è dichiarato maggiorenne e il Papa a 15 anni lo fa sposare con Costanza d'Aragona. La sposa è vedova, ha 10 anni più di Federico e ha già un figlio. Sotto la tutela di Innocenzo, Federico si proclama ma re per grazia di Dio e del Papa.
Ma nel 1216, con la morte di Innocenzo, le cose cambiano. Il giovane Federico, ultimo rampollo degli Stauffen, ora mira all'impero. Il nuovo Papa, Onorio III, non lo considera una minaccia e lo accontenta.
Lo incorona in San Pietro, imperatore del sacro romano impero. È il 22 novembre del 1220. Federico si impegna a intraprendere una crociata entro nove mesi e ad amministrare la Sicilia separatamente dall'impero. Perché la Sicilia?
Per rimarcare le origini italiane di Federico II, vorrei soffermarmi su questo. Il regno di Sicilia lo eredita dal nonno, dal nonno materno Ruggiero. che aveva unificato il Meridione sotto il nome degli Altavilla nel 1130 e effettivamente è Ruggero II a dare poi al nipote metaforicamente questa sorta di isola multietnica.
una multiculturalità che caratterizza quella terra del Mediterraneo importantissima e che Federico poi svilupperà, lui svilupperà questo aspetto e tra l'altro non rinuncerà, non vorrà mai rinunciare alla Sicilia, al Regno di Sicilia, è importantissimo a parte come crocevia commerciale e culturale del Mediterraneo, ma soprattutto perché lì lui potesse sperimentare le sue visioni di uomo di Stato, fu una sorta di laboratorio. in tutti i posti in cui lo poteva fare, perché la Sicilia? Rifaccio la stessa domanda a lei, professore. Premesso che la Sicilia vuol dire tutta l'Italia meridionale, naturalmente, quindi è un regno che va dal Lazio e dall'Abruzzo fino alla Sicilia.
Ed è un regno ereditario. L'impero è un'altra cosa. All'impero si deve essere nominati, ci deve essere un consenso dei principi, dei vescovi tedeschi.
E come te lo danno te lo possono togliere. E ci vuole il Papa che ti incorona. Mentre...
Mentre se hai ereditato un regno, l'hai ereditato, è tuo. Quindi Federico intanto è molto più sicuro nel suo regno di Sicilia di quello che potrà mai essere nell'impero dove le ribellioni sono continue. Poi c'è anche la dimensione...
Lui intanto incamera la Sicilia, prima di guardare altrove si tiene quella perché la sua sorgente di legittimazione è la Sicilia in qualche modo. È il posto dove comunque lui è il sovrano titolare indiscutibile. Ecco, poi però fa anche parte del suo mito, noi non sappiamo quando Federico si sia reso conto di essere un mito, prima di morire deve averlo capito perché la gente già parlava di lui in termini appunto miravolanti. Ora di questo mito fa anche parte questa cosa, per gli italiani, per i siciliani è pur sempre un principe tedesco, biondo, ma per i tedeschi è il ragazzo del sud, abbiamo sentito Puer Apulie che si traduce di solito il fanciullo di Puglia, ma la Puglia era un termine vario.
poteva indicare tutto il sud e quindi la traduzione corretta è il ragazzo del sud e i tedeschi di fronte all'idea di questo ragazzo del sud che regna su questo mondo leggendario dove abitano arabi, greci, ebrei e un giorno potrebbe essere anche il loro sovrano e beh si sa che ai tedeschi l'idea... del paese dei limoni ha sempre fatto un po'effetto. Ad Arnold D'Acchione tutto sul mito di Federico II.
Il mito di Federico II, come abbiamo visto nel video e come diceva il professore, proprio sin dalla sua nascita viene definito un mito. Il suo definito Puerapulio e Martello del mondo, Cesare e Aquila, è un susseguirsi di aspettative su questa figura che sin dalla sua nascita sembra incarnare quella che era stata la profezia della Sibilla cumana. vide nella figura di Federico il cronista del tempo, Goffredo Daviterbo, che vide in Federico un nuovo salvatore, un uomo capace di governare il mondo e di unificare l'Oriente e l'Occidente.
Ma accadeva anche per altri sovrani, che ci fosse una concentrazione di lodi e di esagerazioni nel momento stesso in cui venivano al mondo? Nel momento in cui venivano al mondo forse no. No, bisogna tener conto che lui viene al mondo e poi si rinuncia.
ritrova rapidamente orfano e quindi erede di queste due cose, di questo regno del sud e del Mediterraneo e della speranza di diventare anche imperatore. E questo la madre quarantenne che lo partorisce in pubblico è verosimile? Quello sì, anche perché la privacy nel Medioevo non era una cosa così importante, erano gente per nulla pudica, per nulla spaventata del corpo, del sesso, degli odori e cose simili. E di conseguenza lì invece è un gesto politico, chiaramente ha effetto, insomma. Io non ho niente da nascondere.
Questo bambino è davvero l'erede del regno e ve lo faccio vedere. Francesca Fanelli, a lei il compito di... Dissacrare ciò che è stato scritto per dissacrare quel mito. Sì, perché a fianco a questo mito positivo c'è anche il peggiore dei miti negativi, penso che si possano affibbiare a una figura storica, l'anticristo, Federico come anticristo.
E'una delle fonti... da cui hanno attinto per costruire questo mito negativo è la teologia della storia di Gioacchino da Fiore ed è curioso, Gioacchino da Fiore aveva fatto tutti i calcoli e sostanzialmente la storia si divideva in tre grandi fasi e nella seconda fase, attorno al 1200-1260, proprio gli anni del regno di Federico doveva avvenire l'anticristo purtroppo Federico fu stigmatizzato centrato anche di odi prima, contemporaneamente a quando venne al mondo. Ma che è questo?
Naturalmente fu amato e odiato perché era al centro di un conflitto violentissimo come quello fra il papato e l'impero. Ma era capitato anche a suo padre, suo nonno? Un po'sì, pensiamo al Barbarossa per esempio.
Il Barbarossa è un'esperienza. Però qui c'è anche qualcos'altro ed è la grande passione degli esseri umani per la previsione del futuro, che ogni epoca declina a suo modo. Sono sempre superstizioni e noi crediamo di poter sapere di quanto...
quanto salirà il PIL l'anno prossimo. È chiaramente una superstizione, ma il popolo ha bisogno di quello. Nel Medioevo si erano innamorati di questo Gioacchino da Fiore che, sulla base della Bibbia e della sua interpretazione, era in grado di suggerire come sarebbe andata a finire e quando. Perché lo faceva Gioacchino da Fiore?
Da che cosa era mosso? Dentro di lui era un'autentica previsione o c'erano forze che gliela ispiravano? Era un calcolo.
intellettuale perché non dimentichiamo che i cristiani sanno come finirà il mondo c'è un libro della bibbia che è l'apocalisse che descrive esattamente la fine del mondo quindi noi sappiamo come è cominciato il mondo e sappiamo come finirà solo non sappiamo quando e questa cosa di non sapere quando dispiaceva quindi la spinta è a dire visto che sappiamo che verrà l'anticristo e avrà queste caratteristiche apriamo gli occhi e visto che la bibbia è piena di numeri di calcoli di anni anche se se dice il signore verrà come un ladro nella notte e non potete prevederlo, ma pazienza, noi ci proviamo lo stesso a prevederlo. Il calcolo suggeriva Federico e non sono solo i nemici di Federico che ci credono, ma anche gente che lo ammira e lo apprezza, come frate Salimbene, il cronista francescano, che però dice comunque torna tutto, deve essere lui. E adesso entriamo nel secondo capitolo di questa nostra storia, quando Federico II rimanda.
per anni la crociata e non rispetta gli impegni presi con il Papa. Da quel momento la preoccupazione principale del Papa e di tutti i sovrani cristiani è riconquistarla. Anche Federico è coinvolto nelle crociate in Terra Santa. Lo stupor Mundi, l'uomo che per intelligenza, cultura, curiosità intellettuale, stupisce i suoi contemporanei, viene percepito come il monarca che potrà sconfiggere gli infedeli. Federico però prende tempo e, pressato da altre urgenze nel Regno di Sicilia, lascia che si consumi il fallimento della Quinta Crociata.
Quando la situazione precipita per mancanza di aiuti, la responsabilità della sconfitta ricade in gran parte su di lui. Intenzionato a rifarsi, l'imperatore, nel marzo del 1223, progetta con il Papa nuovi piani per una spedizione prevista dopo due anni. La flotta che si impegna a realizzare è imponente.
50 navi da trasporto per imbarcare in un'area di circa 20 metri. crociati e cavalli e un centinaio di galee. Nel frattempo il Papa tenta di sensibilizzare i sovrani europei e lo stesso re di Gerusalemme, Giovanni di Brienne, giunge in Europa in cerca di aiuti.
Giovanni è in realtà solo il consorte della regina Maria, legittima erede al trono. Dopo il disastro della quinta crociata vuole riscattarsi e nella pianificazione della nuova crociata gioca una carta vincente. La figlia Isabella, diventata regina, alla morte della madre. Nel 1223, Federico è già vedovo dell'amata Costanza. e Giovanni gli offre in moglie Isabella.
Sposandola, Federico acquisterebbe il titolo di re di Gerusalemme e la città santa avrebbe il protettore di cui ha bisogno, il massimo signore dell'Occidente. Mentre i preparativi per la crociata vanno avanti, i tempi si allungano e la partenza viene rimandata. Quando finalmente a Otranto Federico è pronto a imbarcarsi, si ammala.
e resta a terra. È l'estate del 1227. Il Papa non è più Onorio III, ma Gregorio IX, che non crede alla malattia dell'imperatore e lo scomunica. Da quel momento in poi, accanto all'immagine dello stupor mundi, prende forma quella dell'anticristo, come testimoniano le parole di Frassalimbene.
E questo Federico fu uomo pestifero e maledetto, scismatico, eretico ed epicureo, che ha corrotto tutta la terra. Professore, non ci si raccapezza con questa faccenda del rapporto fra Federico e i papi. Prima Innocenzo III che lo prende sotto le sue cure, poi Onorio III che lo insedia o accompagna anche se con qualche esitazione. Ma poi addirittura si passa con Gregorio Nono alla scomunica.
Ma la Chiesa ha una sua continuità nella politica o ogni Papa va per conto suo? Dal punto di vista di Gregorio IX, che sarà stato anche più prevenuto, però delle ragioni c'erano. Qui ogni papa si trova un Federico diverso, innocenzo terzo, si trova un bambino. E allora l'idea, questo bambino me lo allevo io e ne farò esattamente quello che serve a me.
Onorio ci crede ancora, anche se il ragazzino ormai è cresciutello, ma finché è un ragazzino, bisognerà poi metterlo alla prova quando è al potere. Ora Federico alla crociata non ci va. E'difficile. Difficile oggi dire non ci va perché era così moderno che aveva capito che la crociata era una cosa sbagliata. Si è ammalato a un certo punto, invece il Papa in quel momento manifesta che non crede alla malattia, che quello è un traditore, c'è una sorta di prevenuto.
C'è una prevenzione, può darsi che ci sia una prevenzione, può anche darsi che il certificato medico non fosse così convincente, noi quello non lo sappiamo. Non mi prenda in giro. Una crociata era una cosa sbagliata. roba complicata, mentre la prepari non sono più i tempi della prima crociata, che basta dirlo e la gente si mette in cammino e va a Gerusalemme a piedi.
Queste sono spedizioni di un mondo complesso, costano un sacco di soldi, mentre l'altro la prepara, secondo me, ti accorgi già se ci crede fino in fondo. O no, o no. Francesca Fanelli sa tutto di questa crociata.
No, vorrei riconsiderare la figura di Federico all'interno del contesto della quinta crociata, come abbiamo visto anche dal filmato, la responsabilità del fallimento è stata attribuita per la maggior parte a lui. Ma in realtà secondo me bisogna anche riflettere sulla strategia fallimentare del Cardinal Pelagio. Era lui che aveva le decisioni in quel contesto. Oh bravo Fanelli, ecco di chi è la colpa, del Cardinal Pelagio.
Bisogna dire che il sultà neoletto Malik al-Kamil aveva più volte consegnato Gerusalemme ai crociati, perché lui aveva una condizione... E'una situazione disastrosa sul suo territorio, però Pelagio in perterrito negava perché aspettava l'aiuto di Federico e mirava all'Egitto ovviamente. Mi sembra perfetto, una ricostruzione perfetta.
Infatti, diciamo questo, sono in un momento storico in cui non ne possono più delle crociate, quelli che devono organizzarle e combatterle e metterci i soldi non ne possono più. Tanto l'imperatore Federico II da una parte quanto il sultano Al-Kamil dall'altra. momenti in cui compare qualche dubbio nel mondo cristiano, per esempio, sul fatto che l'intero concetto di crociata abbia senso.
Un grande contemporaneo di Federico II è Francesco d'Assisi, il quale va lì durante proprio la crociata precedente e va a parlare con i musulmani, per convertirli ben inteso, perché anche per Francesco noi abbiamo ragione e loro hanno torto, però non con la spada. Allora in questo clima certamente dei sovrani particolarmente intraprendenti, e originali come Federico e Al-Kamil possono concepire l'idea di, ma dopo tutto potremmo anche metterci d'accordo. Tra l'altro i musulmani sono disposti a dare Gerusalemme, che poi se ho capito bene dare Gerusalemme significa dare un gruppo di case.
Si tratta di fare una specie, come sempre nella storia sono difficili queste cose, le città libere, le città aperte, che sia fiume o danze. o Gerusalemme di solito portano grandi guai. Però in teoria l'idea era quella, tutti ci possono andare, ma tu non puoi insegnare ai popoli per due secoli che quelli sono i maledetti infedeli, i cani infedeli e li devi sterminare e poi all'improvviso annunciare che abbiamo cambiato idea ed ora in poi passeggeremo insieme per i viali di Gerusalemme. Non ci si riesce oggi a condividere Gerusalemme. Abbiamo visto alcune criticità, mettiamolo così, di Federico II a Donald D'Acchio.
Parliamo degli aspetti positivi, della fioritura di questo mito. Federico è una persona che ha stupito i suoi contemporanei e secondo me ancora oggi tutti quelli che lo studiano. Se pensiamo all'architettura federiciana, mi viene in mente Castel del Monte in Puglia che è uno dei castelli più belli sul territorio italiano. Se pensiamo alla fioritura anche in ambito medico, grazie a lui c'è stato un nuovo slancio alla scuola di Salerno in cui furono studiati anche i test.
testi della sapienza araba. Federico infatti studia anche i testi di Aristotele e di Avicenna che si fa tradurre dall'arabo, parla l'arabo. Sotto di lui, all'interno della corte siciliana, nasce la scuola poetica siciliana che oggi ci ha lasciato il sonetto di Jacopo D'Arentino. Emanuele Rocchetti. Proprio sulla scuola siciliana lui fa sviluppare questo movimento poetico nel suo regno di Sicilia principalmente.
a Palermo e tra l'altro prende le prime mosse proprio nel palazzo della Favara che è una struttura, un edificio stupendo ma islamico e questa scuola porta avanti, celebra l'amore, tantissimo i poeti parlano di amore e basta, non si parla di guerra, di pace, non si parla di altro ma di amore, quindi in questo contesto siciliano è stato anche riletto come allegoria di questo amore incondizionato verso la donna, come allegoria della sottomissione dei vassalli al sovrano. perché in quel periodo Federico stava anche accentrando il suo potere come regnante. Molta carne al fuoco.
Intanto le strutture architettoniche, quelle ci sono, rimangono, sono una testimonianza di qualcosa di eccezionale. E poi l'amore, che tipo d'amore era quello di cui si parlava alla corte di Federico II? È un gioco letterario, però è un gioco letterario che ha un significato politico. Può avere il significato politico che diceva Emanuele Lucchetti? Cioè il fatto che quando il cavaliere si umilia davanti alla sua dama e la serve a costo della vita, in realtà si sta parlando del servizio che deve al suo signore o al re.
E'un discorso che nel commentare la letteratura d'amore medievale si è sempre fatto anche prima di Federico II. Può esserci quindi questo. Ma io direi che c'è anche qualcosa di più. Se Federico II stupisce il mondo è perché non sono abituati a vedere un re che si interessa di poesia, di architettura, di scienze naturali, che scrive un trattato sugli uccelli.
Poi scrive un trattato sugli uccelli perché va a caccia come tutti. tutti i re, ma lui è l'unico che li studia, li classifica, li descrive, li analizza. Il fatto che il re scriva poesie in altre culture è normale, uno scia persiano o più tardi un sultano ottomano. scrivono poesie per obbligo praticamente, poesie d'amore per belli ragazzi o per giovanotti, a seconda dei casi.
Ma nel mondo cristiano occidentale è meno comune la cosa, anche lì c'è forse di nuovo l'eredità araba. Proprio su questo si può dire che Federico II va molto oltre la sua epoca, cioè semina qualcosa che ritroviamo due secoli dopo, tre secoli dopo, in strutture non feudali. Ma questa è appunto la discussione che...
che da sempre c'è intorno a Federico per sapere se sia un uomo eccezionale del suo tempo o un uomo del futuro in un certo senso. Lei che ne pensa? Ogni singola cosa che ha fatto Federico la poteva fare qualcuno del suo tempo. E Federico ha stupito anche, per esempio Federico si interessa di filosofia, ma non è un grandissimo filosofo.
A noi lascia esterrefatti perché pone dei quesiti su Aristotele e scrive al sultano del Marocco dicendo Per piacere, fai parte di questo. parlane con i tuoi dotti e rispondetemi. Dopodiché noi abbiamo anche le risposte dei dotti musulmani, i quali rispondono a Federico dicendo le domande che hai posto sono molto rozze, sono cose che anche un bambino dovrebbe sapere, ma si sa che voi cristiani siete un po'indietro, quindi adesso ti spiego.
Non è un mostro della filosofia, però è un sovrano così poliedrico che agli occhi dei suoi contemporanei lascia esterrefatti, e lascia esterrefatti anche noi, ma secondo me rimane un uomo del suo tempo. E adesso le farò vedere nel terzo capitolo perché... ci lascia essere fatti o perché anche in seguito alla riconquista di Gerusalemme e i rapporti che Federico stabilisce con il mondo islamico. ...essere Federico Coevo di San Francesco.
Nonostante la scomunica, Federico continua a impegnarsi per la crociata in Terra Santa. Quello che ha in mente per raggiungere il suo obiettivo non è però una soluzione militare. A tempo tratta col sultano d'Egitto Malik al-Kamil, dal quale spera di ottenere una cessione pacifica della città santa.
Gregorio IX ostacola l'azione di Federico e manda messaggeri in Terra Santa per avvertire tutti i cristiani che l'imperatore è scomunicato e non bisogna aiutarlo. Ma alla fine i negoziati di Federico si concludono con un accordo. Al Camille cede Gerusalemme, che viene restituita pacificamente alla cristianità. Si celebra una grande messa cattolica nella città, ma Federico, da scomunicato, non può entrare in chiesa.
Il patriarca di Gerusalemme e il Papa valutano negativamente l'accaduto. Non c'è stata guerra, non sono stati ammazzati i musulmani e Federico II è in ottimi rapporti con loro, quindi è un miscredente. Ad avvalorare questa tesi c'è anche una fitta trama di relazioni che Federico da sempre tesse con il mondo islamico.
Federico ha un maestro di dialettica araba e parla arabo. L'imperatore è curioso, si intende di scienza. filosofia, letteratura, scrive al sultano del Marocco per porre quesiti ai suoi dotti.
Vuole sapere di Aristotele, chiede dell'eternità della materia, dell'esistenza dell'anima. E i dotti islamici rispondono. anche le relazioni di federico con la comunità araba siciliana sollevano spesso critiche dal mondo cristiano da una parte l'imperatore punisce gli arabi in stato di ribellione endemica nelle campagne e montagne siciliane ma dall'altra è molto tollerante tanto che fonda una colonia saracena a lucera in puglia inoltre le sue guardie personali sono arabe il suo stile di vita secondo la propaganda avversa è più islamico che che cristiano e infine promulga leggi che attribuiscono gli stessi diritti a cristiani, musulmani ed ebrei.
E dichiara espressamente. Anche i nostri sudditi ebrei o saraceni hanno il diritto di intentare causa a un altro, come vogliono, in tribunale. Nessuno deve impedire a qualcuno di fare causa per difendere i suoi diritti solo perché non è cristiano.
Crediamo che le vessazioni dei cristiani contro di loro siano attualmente eccessive. Francesca Fanelli, e gli arabi come la vedevano questo attivismo di Federico II? Beh, allora, il rapporto tra il sultano Al-Kamil e Federico II già andava avanti.
ti dà molto tempo, ma dietro questa grande amicizia ovviamente ognuno aveva i propri interessi economici e politici, tant'è che il sultano si sarebbe servito di Federico II nella lotta contro il fratello. perché voleva recuperare l'area di Damasco che era sotto al fratello Al-Muazzam, solo che il fratello muore, quindi sostanzialmente Al-Kamil non ha più bisogno di Federico II che invece non vedeva l'ora di partire al fianco di Al-Kamil per poter poi ricevere Gerusalemme. La cosa che mi domando è, ascoltate tutte le cose che ha detto adesso Francesca Fanelli, in quel momento storico siamo stati a un punto in cui il fratello di Al-Kamil non ha più bisogno di Federico II, un passo da un incontro fra due civiltà che poteva durare nei secoli successivi, sono tutte cose di un fratello che era geloso dell'altro fratello, un re che il Papa lo aveva scomunicato, perché intorno a Federico II si è costruito il mito che è stata un'occasione persa nella storia dell'umanità, perché tutto fra lui, San Francesco… Federico II e i sultani molto disponibili, qual è la risposta?
A me viene in mente quel formidabile... Il film che è Brancaleone alle crociate, che è un film assolutamente di riferimento per chiunque voglia capire queste cose. Alla fine il sultano ha vinto e fa tagliare la testa a tutti i prigionieri cristiani, tranne al re. Tagliare la testa ai re, dice, è da plebei. Allora, i sultani e i re giocano in una categoria a parte.
Fra loro si riconoscono, hanno lo stesso modo di vedere il mondo, hanno degli interessi, degli interessi dinastici, degli interessi familiari. Da sempre al vertice si negozia, al popolo si dice che con quelli mai e poi mai, ma in segreto in realtà si negozia. prevalgono sulle divergenze religiose, quindi è normale in realtà secondo me che un imperatore o un sultano... progettino di fare delle cose insieme se l'occasione spinge in quella direzione poi l'occasione è mancata ma non sarebbe cambiata la storia del mondo la storia del mondo è incarnata dai loro popoli e dal loro clero che da una parte e dall'altra protestano all'idea di fare questo condominio su Gerusalemme e perché Papa Gregorio IX E'così pervicacemente ostile a Federico II, ma lo chiedo prima a Danardacchione. Papa Gregorio IX scomunica Federico e non è estremamente soddisfatto di quelle che sono state le condizioni con cui Gerusalemme è stata...
riconquistata. Allo stesso tempo però, il giorno dopo la conquista di Gerusalemme, viene celebrata una messa per festeggiare presso il Santo Sepolcro il ritorno della città presso i cattolici e Federico in questa circostanza compie un'altra festa. un'azione sacrilega agli occhi del Papa, perché da scomunicato entra in chiesa e si pone sulla testa la corona. Però in questa circostanza ribadisce quello che è il vincolo sacro tra il potere temporale e il potere spirituale, ma lo fa estromettendo totalmente il Papa e quindi questo è un affronto che un Papa teocratico non può tollerare.
Il Papa era così ostile a Federico II, non tutto si spiegava. spiega di questa ostilità di Gregorio Nono? O secondo lei è perfettamente comprensibile? Dovremmo vedere come quell'ostilità si è andata costruendo passo a passo man mano che si convinceva il Papa che Federico lo stava prendendo in giro.
Poi può darsi che si sia convinto a torto, però a un certo punto ci ha creduto senza alcun dubbio. Mi sta prendendo in giro e il problema è che Gregorio Nono ha ereditato un gioco pericolosissimo dai suoi predecessori. Perché rendiamoci conto, i papi da molti anni hanno avuto un'epoca Molto tempo ormai stanno dicendo ai cristiani che è Roma che deve governare il mondo e il Papa che deve dare ordine anche all'imperatore e ai re. Questo ovviamente li ha fatti entrare in urto con gli imperatori, pensiamo a Canossa, Enrico IV, Gregorio VII. In quel caso, la prendo alla lontana ma è fondamentale per capire cosa passa nella testa di Gregorio.
In quel caso Gregorio VII si era salvato quando l'imperatore Enrico IV aveva invaso Roma grazie ai... i normanni del sud che stavano dalla sua parte. Questo regno normanno del sud pronto ad appoggiare il papa contro i tedeschi che vengono da nord è una risorsa formidabile.
Innocenzo III si trova tra le mani questo bambino destinato a ereditare il regno del sud e che rischia di essere anche imperatore. La prima idea della chiesa è di dire facciamogli giurare che l'impero non lo vorrà mai perché li dobbiamo tenere per forza separati. Poi fanno un gioco ancora più sottile. Lo facciamo, oltre che re di Sicilia, anche imperatore e noi corriamo un rischio enorme perché siamo presi in mezzo, ma ci fidiamo che lui sia davvero un fedele amico e servitore del papato.
Chiarissimo. Quando ti vengono i dubbi. Emanuele Lucchetti, come viene questa emancipazione di Federico II dalla Chiesa? Stavo pensando proprio ai dubbi, perché il papato si fece venire dei dubbi. e rischiò tantissimo visto che in realtà Federico tentò in tutti i modi di concretizzare quella sorta di orientamento che poi tutti gli imperatori avevano avuto e i regnanti avranno dopo di lui e cioè di governare senza ingerenze.
L'ingerenza più grande era quella della chiesa, quindi estromettere questi elementi alieni che si contrapponevano al potere dell'imperatore o in casi diversi del regnante. Perché rappresentanti di Dio? Ma qui il rappresentante di Dio era anche l'imperatore, quindi la contesa avviene in questo senso e di fatto Federico II vuole emanciparsi dalla Chiesa. Introducendo poi, anticipando, diciamo, quegli orientamenti, quei sentimenti che rimarranno nei secoli ma verranno teorizzati di fatto nella politica del Cinquecento. Certo, e il fatto è che qui siamo davanti a un problema di lunga durata e qualche studioso ha anche detto e forse è proprio per quello che l'Europa si è rivelata così vivace, perché nel resto del mondo noi vediamo un potere regio imperiale in Cina o anche nel mondo islamico.
che non si trova di fronte a una specie di contro Stato organizzato con cui deve continuamente mediare. La Chiesa è una caratteristica specifica della storia del mondo cristiano. Ma l'opposizione, la ribellione a questa caratteristica specifica nasce con Federico II?
Ma nasce, secondo me, già quella mattina dell'anno 800 in cui Carlo Magno esce da San Pietro dopo essere stato incoronato imperatore e il suo biografo Eginardo dice che era di pessimo umore e che disse che se sapeva cosa succedeva... non ci sarebbe neanche venuto in San Pietro. E da quando i papi si fanno vedere dal mondo che loro mettono la corona in testa all'imperatore, che c'è questo problema. Un'ultima domanda, professore. Perché, cosa che accapita spesso, tutto questo regno, questa costruzione di Federico II si dissolve poi fino a Corradino di Svevia nel giro di pochissimi anni?
Ma si dissolve, da un lato si dissolve proprio perché il regno di Sicilia è l'impero... erano uniti in una persona che aveva avuto la capacità politica di metterle insieme, ma erano due realtà separate. Morto Federico, l'impero andrà al candidato che riuscirà ad aggiudicarselo, con i papi che avendo imparato la lezione fanno di tutto perché non ci si metta mai d'accordo e non ci sia mai più un imperatore veramente forte. Quanto alla Sicilia si dissolve l'eredità di Federico perché il papa decide che è ora di finirla drasticamente.
Questo regno in mano a nemici o a potenziali nemici, questo regno che arriva fino alle porte di Roma, non si può più tollerare. C'è un'altra grande potenza in Europa, che è una grande potenza cristiana e cattolica, amica della Chiesa ed è il regno di Francia. Bisogna che il regno di Francia intervenga e spazi via la dinastia di Federico.
E lì sì che cambia la storia, quantomeno la storia della Sicilia. Carlo D'Angiola. Da quel momento in poi... poi sarà un'altra storia. Non creda che la lascio andare via se non mi dà almeno uno o due libri per approfondire la figura di Federico II.
Bisogna sempre leggere il vecchio grande libro del Kantorowicz, non ho mai capito se si pronuncia con l'accento polacco e tedesco, naturalmente, ma comunque Ernst Kantorowicz che teorizzò all'inizio del Novecento Federico come superuomo, Federico II imperatore. Abbiamo anche un grossissimo libro di un altro tedesco, lo Stürner, Federico II e l'apogeo dell'impero, che senza miti, senza leggende, senza Nietzsche, senza Hitler, ma con puntigliosità da erudito tedesco, ha messo insieme tutti i fatti su Federico II. Ce n'è abbastanza da riempire un librone ed è il punto di riferimento.
È un'intera estate di lettura, un intero autunno. Se basta, se basta, sì. Ringrazio il professore Alessandro Puglietti.
Barbero, le nostre giovani storiche Emanuela Lucchetti, Adanardacchione, Francesca Fanelli e passo alle conclusioni. Alessandro Barbero ci ha raccontato come la grande impresa di Federico II si dissolse pochi anni dopo la sua morte avvenuta nel 1250 e si dissolse ad opera di suo nipote, il figlio di suo padre. figlio Corradino di Svevia che era nato nel 1252. Un Papa, di nuovo un Papa, Clemente IV, gli mosse contro Carlo XVI.
Carlo D'Angiò che sconfisse Corradino di Svevia nella battaglia di Tagliacozzo 1268. Lo sconfisse e lo fece decapitare in piazza Mercato a Napoli, aveva solo 16 anni Corradino di Svevia, ma gli rese giustizia Dante Alighieri che nel ventottesimo canto dell'Inferno tenne a sottolineare come la vittoria era stata ottenuta da Carlo D'Angiò. D'Angio grazie all'inganno.