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Lezione su 'La Cura' di Battiato

Bentrovati. Quest'oggi vi propongo una lezione un po'diversa. Il testo da cui partiamo è un celeberrimo brano musicale, La Cura, composto da Franco Battiato. Si tratta di un esperimento e di una modalità di lavoro che ci proponiamo di utilizzare anche per il prossimo anno scolastico, che consiste in una suggestiva analisi filosofica della canzone da svolgersi in varie tappe.

Questa lezione online rappresenta soltanto una tappa. dell'itinerario didattico. Il resto non potremo documentarlo, dato che si svolgerà in presenza e sarà una pratica filosofica effettiva, come spiego nell'introduzione. Ma, insomma, oggi incontreremo e inviteremo metaforicamente a parlare, oltre al maestro Battiato, filosofi del calibro di Heidegger, Platone, Plotino, Gurgiev. Buon ascolto, allora.

Cari studenti. In relazione al nostro progetto di filosofia attraverso la musica e le parole in musica, vi propongo oggi La Cura, uno splendido brano di Franco Battiato, maestro, cantautore, che immagino, spero, conosciate tutti. Battiato è scomparso nel maggio 2021, ma la sua musica parla ancora per lui.

Ci ha lasciato una eredità bellissima, ancora in gran parte da esplorare sul piano filosofico. Questa lezione vuole essere anche una specie di modello. a rappresentare una fase del nostro lavoro a scuola.

La prima tappa, come sapete, consiste nell'ascolto attivo in classe, in comunità, del brano musicale, avendo le parole sotto mano. Al primo ascolto segue un breve periodo di meditazione silenziosa in cui ciascuno di voi focalizza la sua attenzione su quanto il brano gli ha suggerito, gli ha evocato. Si tratta poi di tradurre in immagini e parole questo vissuto interiore.

condividendo con gli altri la propria esperienza personale lo si può fare sia oralmente seduti in cerchio e parlando uno alla volta sia per iscritto per dilatare i tempi di meditazione potremmo anche decidere di rimandare questa fase dell'attività al giorno dopo permettendo a ciascuno di riordinare e colorare i propri pensieri e suggestioni a casa con calma riascoltando a proprio piacimento il brano attenzione in questa prima fase non è ancora richiesto né consigliabile tradurre le proprie impressioni in termini squisitamente filosofici a meno che naturalmente tali termini non si presentino da soli per altro può bastare una semplice narrazione o la descrizione delle emozioni che si sono provate una metafora anche uno scenario onirico perché no lasciamo un po di tempo al sentimento e al mitos il logos il pensiero propriamente razionale può attendere nel secondo o terzo incontro dipende dal tempo che vogliamo o possiamo dedicare a questa attività dopo aver condiviso comunitariamente le visioni suggeriteci dalla canzone potremmo provare ad organizzare insieme un discorso più propriamente razionale cercando di conferirgli sostanza con l'utilizzo dell'armamentario lessicale concettuale storico filosofico che abbiamo trattato durante il corso di filosofia. Per questo sarebbe opportuno che qualcuno di buona volontà registri i punti salienti della nostra conversazione comunitaria, magari scrivendoli alla lavagna. Va da sé, come vi ho detto tante volte, qualsiasi apporto personale derivante da letture o esperienze letterarie, artistiche, scientifiche, eccetera, purché coerente al tema che si sta trattando, è ben argomentato e il benvenuto. Ricordatevi che le cose belle derivano tutte quante dalla contaminazione, di lingue, di pensieri, concetti, culture, razze, ecc. Il cuore della comunicazione filosofica è costituito dall'incontro, quello con la I maiuscola, incontro che è sempre personale, indipendentemente che avvenga con una persona in carne ed ossa, con un libro, con un'opera d'arte, ecc.

E, di fatto, Non esiste un incontro, un bell'incontro ricco e intenso, che non sia contaminante, perché solo aprendoci all'ascolto dell'altro, ovvero contaminandoci, impariamo per davvero a conoscere noi stessi. E non esiste conoscenza umana che non sia anche autopoiesi, scusate la parolaccia, vuol dire che mentre ci apriamo all'altro stiamo anche facendo, producendo, formando noi stessi. E questo è il significato del verbo greco poieo, da cui per esempio deriva la parola poesia.

Quando la usiamo stiamo parlando in greco, anche se non ce ne rendiamo conto. Scusate se mi sono un po'dilungato, ma questo, in ultima istanza, è il senso della nostra pratica filosofica. Giungiamo infine alla parte più propriamente di mia competenza, di cui, come dicevo, questa lezione rappresenta una specie di modello, o piuttosto una semplice proposta aperta. A partire dal brano produco un'analisi filosofica in cui provo ad utilizzare in maniera un po'più ordinata e sistematica quei concetti, quelle nozioni che voi stessi avete evocato oppure che troviamo nei nostri programmi, inserendo anche personaggi che generalmente non si trattano a scuola, ma che possono essere funzionali alla comprensione o dischiuderci scenari inediti. In questo caso specifico, per esempio, utilizzeremo, tra le altre, anche alcune chiavi di lettura tratte, dalle filosofie orientali e dalla concezione spirituale di un maestro del Novecento, Gurgiev.

Insomma, invitiamo brevemente a parlare, attraverso degli accenni che potrete senz'altro approfondire, altre voci che si uniranno a quelle del maestro Battiato e alle nostre per animare uno spazio di riflessione che, spero, possa essere per tutti voi ricco, intenso, stimolante. Dopo questa lunga introduzione metodologico e pratico-filosofica, veniamo alla lezione di oggi. La canzone di Battiato. La cura di Franco Battiato è tratta dall'album L'Imboscata, pubblicato nel 1996. Si tratta, indubbiamente, di una canzone profondamente filosofica e spirituale, un'opera che si presta a molteplici letture. Combinando in maniera originale elementi di diverse tradizioni filosofiche, il testo si configura come un manifesto d'amore, di protezione e di guarigione.

che trascende il piano materiale e abbraccia una dimensione che potremmo senz'altro definire metafisica. La canzone si può leggere come una sorta di dialogo tra il sé superiore e il sé inferiore, tra l'io e l'altro, oppure come un atto di dedizione totale verso una persona amata. Questo dialogo, che si sviluppa in una serie di promesse di cura e protezione, rievoca l'idea di un amore che non è solo terreno, ma che si espande verso l'assoluto.

Leggiamo insieme il testo. La cura. Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie. supererò le correnti gravitazionali lo spazio e la luce per non farti invecchiare e guarirai da tutte le malattie perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te vagavo per i campi del tennessee come vi ero arrivato chi sa non hai fiori bianchi per me più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza. I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi.

La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono.

Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la vita. e la luce per non farti invecchiare. Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì che avrò cura di te. Vi propongo ora alcuni spunti utili per un'analisi filosofica del brano.

Il primo spunto. Ontologia dell'essere e cura dell'altro. La cura, Sorge, è uno dei concetti centrali dell'ontologia esistenziale in Heidegger.

In Essere e Tempo, Sein und Zeit, il filosofo descrive la cura come l'elemento fondamentale che caratterizza l'esistenza umana. Secondo Heidegger, l'essere umano non è un ente isolato, ma è sempre in relazione con gli altri e con il mondo. Mundo.

in cui si ritrova gettato e si colloca come esserci da sein, ovvero ente storicamente determinato, questo è il significato del ci di esserci, è consapevole di essere, sia pure nella prospettiva temporale della morte. Dunque propriamente esistenza, dal greco ex istemi, ciò che sta da, che si sforge dall'essere. Questo legame costitutivo con il mondo e con gli altri esseri umani è quello che Heidegger chiama mit sein, essere con, e la cura ne è la manifestazione più profonda.

In Essere e Tempo, al paragrafo 9, Heidegger scrive L'essenza dell'esserci sta nella sua esistenza. Das Wesen des Daseins liegt in seiner Existenz. E tale esistenza si rivela appunto attraverso la cura di Sorge, il preoccuparsi di, ovvero l'interesse autentico verso il mondo e verso gli altri.

In questo senso la cura non è solo un'attività pratica, ma un modo di essere che coinvolge e dà fondamento all'intera esistenza. Esisto, sono quello che sono, in quanto mi prendo cura di qualcuno o di qualcosa. In questo senso la cura rappresenta anche la cartina di tornasole di una esistenza autentica, ricca, consapevolmente vissuta, perché dedicata a, finalizzata a qualcosa, un ideale, o a qualcuno, una persona in carne ed ossa, cui si dà realmente valore. Il modo in cui Battiato tratta il tema della cura nel testo della canzone può senz'altro richiamare questo concetto heideggeriano.

L'io lirico si assume la responsabilità dell'altro. promettendo di proteggerlo da tutte le minacce del mondo. Questa promessa non rappresenta un dato semplicemente utilitaristico, materiale, ma anche, soprattutto, esistenziale, poiché riguarda l'intera esistenza dell'altro come ciò che dà valore alla propria esistenza.

L'esistenza dell'altro dà valore alla mia esistenza. Esso esprime l'essenza del mit sein, dell'essere con. La cura, quindi, diventa un modo di essere, un legame ontologico tra i due soggetti.

Il secondo spunto, l'amore come superamento dell'immanente. Il riferimento a superare le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non far invecchiare la persona amata, può collegarsi alla filosofia di Platone e alla sua concezione dell'amore, Eros, inteso come forza demonica, che, partendo dalla bellezza presente nel mondo sensibile lo trascende nel regno delle idee verso il bello bene in sé nel simposio platone descrive l'eros come un movimento che parte dall'attrazione per la bellezza fisica prima per il singolo bel corpo poi per la forma corpo in sé procede successivamente verso la bellezza presente nelle anime nelle arti nelle leggi nella moralità per culminare infine nella contemplazione dell'idea eterna e immutabile del bello. Si tratta di un cammino al tempo stesso ontologico, riflettendo la struttura stessa della realtà, e gnoseologico, scandendo le tappe attraverso le quali si dispiega la conoscenza scienziva dal piano del sensibile a quello dell'intellegibile, nonché, potremmo dire, iniziatico e spirituale. Esso narra, per allegoria, le vicende dell'anima impegnata nel suo cammino di purificazione spirituale con l'amorevole assistenza, la cura, del daimon per eccellenza, quell'eros platonico intorno al quale è magistralmente costruito il simposio.

Platone sostiene che l'amore autentico è un percorso ascendente che porta l'anima a distaccarsi dal mondo materiale e a dirigersi verso il divino. In questo senso l'amore ha una sua dimensione ontologica. ontologica perché coinvolge l'essere nella sua totalità e lo conduce verso la verità e la bellezza suprema. Battiato sembra evocare questa concezione platonica quando parla di superare le limitazioni fisiche del tempo e dello spazio per preservare la giovinezza e la bellezza dell'amato o dell'amata. Il cammino di purificazione spirituale, in greco catarsi, è esplicitato anche dall'uso di espressioni come Proteggere dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti e dagli sbalzi d'umore.

Quella proposta da Platone e recheggiata da Battiato è una vera e propria terapia delle passioni. Amorevolmente accettare le passioni per comprenderle ed emanciparsene, passo dopo passo. È un cammino di cura amorevole che difficilmente si riesce a compiere in maniera solitaria e autoreferenziale. Occorre essere in dialogo con, occorre un maestro, un essere speciale, come canta Battiato.

Da amare. e che ci ami. Il tema della cura dunque torna prepotentemente al centro della scena.

Il tema dell'ascesa spirituale verso l'assoluto sarà magistralmente ripreso e sviluppato da Plotino nelle sue Enneadi. L'amore come forza ascendente che conduce l'anima verso l'uno, la realtà suprema, liberandola dai vincoli del corpo e del regno sensibile e portandola all'unione mistica con il divino. Insieme ad Eros, l'anima, psichè, percorrerà le vie che conducono all'essenza. Le parole scelte da Battiato a questo proposito sono oltremodo evocative, perché alla dimensione dolcemente, suavemente, passionale i profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi, egli coniuga quella morale e spirituale del silenzio e della pazienza.

Come sapete, dal platonismo tardo antico discenderà più di un millennio dopo il neoplatonismo umanistico rinascimentale di marsiglio ficino che darà anima armonia e forma a tanti capolavori della letteratura e delle arti rinascimentali tanto lunga e meravigliosa è la storia della bellezza che ci riguarda tutti da vicino il terzo spunto la spiritualità orientale è la via dell'essenza quando battiato canta percorreremo assieme le vie che portano all'essenza potrebbe evocare anche concetti propri delle tradizioni spirituali orientali in particolare del buddismo e della Advaita Vedanta nel buddismo l'essenza della realtà consiste nella assenza di un sé permanente ovvero l'idea del non-sé anatta la via che porta all'essenza in questo contesto è un percorso di meditazione e consapevolezza che conduce alla realizzazione della vacuità di tutte le cose e al risveglio ovvero al conseguimento della natura buddha, della buddhità, la condizione del risvegliato alle cose come sono. Nella Advaita Vedanta, invece, l'essenza è l'Atman, il sé individuale che è identico al Brahman, l'assoluto, il divino. La realizzazione di questa identità tra Atman e e Brahman, è il fine ultimo della vita spirituale, e la via per raggiungere questa realizzazione si attua attraverso la conoscenza, yana-yoga, la meditazione e il distacco dalle illusioni del mondo materiale, maya, con la conseguente liberazione dal ciclo del samsara, il ciclo delle rinascite. L'amore che spinge a percorrere assieme le vie che conducono all'essenza acquista allora una connotazione diversa. L'amore più grande, al di là delle passioni terrene, consiste nel percorrere il sentiero che porta a perdersi assieme nella vacuità, ossia nel trascendere il proprio piccolo illusorio sé, nell'oceano di coscienza dal quale tutte le cose provengono, come gocce d'acqua che, indistinte, la gravità lascia precipitare verso il mare.

Veniamo infine alla interpretazione del testo secondo la concezione di Gurgiev. Franco Battiato è noto per il suo profondo interesse verso le filosofie esoteriche spirituali e tra le sue principali influenze vi è sicuramente Giorg Ivanovic Gurgiev, filosofo, musicista e mistico armeno, 1872-1949, una delle figure più originali ed enigmatiche della tradizione spiritualista sviluppatasi tra 800 e 900. Lo stesso Battiato ne ha parlato in molte occasioni. Memorabile l'intervista del 1992 con Corrado Augias, in cui Battiato ed Augias discutono del libro di Petr Uspensky, un filosofo russo divenuto allievo di Gurgiev, intitolato Frammenti di un insegnamento sconosciuto, la testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di Gurgiev. Per chi fosse interessato, ho riportato il link a questa intervista nella descrizione sottostante alla presente lezione. Gurgiev ha elaborato un sistema di pensiero complesso e articolato, noto come la quarta via, che si concentra sullo sviluppo della consapevolezza e sull'evoluzione interiore dell'essere umano.

Vediamone insieme i punti essenziali. Il lavoro su di sé e l'evoluzione interiore. Uno dei principi fondamentali della concezione elaborata da Gurdjieff è il concetto pratico di lavoro su di sé, che implica, prescrive, un costante sforzo di autoosservazione e di sviluppo della propria consapevolezza.

Per Gurdjieff, la maggior parte degli esseri umani vive in una perenne condizione di sonno, ossia di inconsapevolezza, intrappolato nelle abitudini meccaniche e nei condizionamenti mentali. quelli per esempio che la psicologia moderna definisce bias cognitivi oppure uno scenario simile a quello evocato dal mito della caverna di Platone. Il risveglio della coscienza, secondo Gurgieff, richiede uno sforzo deliberato e continuo per diventare vie più consapevoli dei propri pensieri, delle proprie emozioni e azioni.

Nel testo dibattito la promessa dell'io lirico di proteggere l'altro e di prendersi cura di lui o lei può essere interpretata alla luce del lavoro su di sé di Gurdjieff. L'io lirico non si limita a offrire una protezione esteriore, un'assistenza puramente materiale, ma suggerisce esplicitamente un cammino condiviso verso la consapevolezza e l'evoluzione interiore. Quando Battiato canta «Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono», sembra riecheggiare l'insegnamento di Gurdjieff sulla necessità di comprendere le leggi universali che governano l'esistenza per potersi liberare dai vincoli della meccanicità inconsapevole e della ripetizione automatica in cui i più sono intrappolati, siamo intrappolati.

La trasformazione dell'essere è il superamento delle limitazioni. Gurgiev parla spesso della possibilità di trasformare la propria essenza passando da uno stato di uomo macchina a uno stato di uomo reale che ha acquisito un'anima vigile. e vitale attraverso il lavoro interiore. Questo processo implica il superamento delle limitazioni del corpo e della mente e la conquista di una forma superiore di esistenza. In questo contesto il riferimento dibattito al superamento delle correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare, può essere visto come simbolo della possibilità di trascendere le limitazioni materiali, conquistando uno spazio di coscienza superiore.

Un'anima vitale, impegnata lungo il sentiero dell'autoconoscenza, metaforicamente non invecchia. Gurgiev enfatizza anche l'importanza di sviluppare una presenza a se stessi continua e di vivere in modo cosciente e intenzionale. Questo sviluppo richiede disciplina, pazienza e una volontà forte, tutte qualità che l'Io lirico promette all'amata di aiutare a coltivare, quando dice ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Il silenzio in particolare è un tema centrale nel lavoro di Gurgiev, associato alla necessità di creare uno spazio interiore per la riflessione e la crescita spirituale. La cura come atto di amore cosciente.

Secondo il mistico armeno, l'amore autentico è strettamente legato alla consapevolezza e alla volontà. Non è un'emozione automatica, un riflesso meccanico generato da una pulsione istintiva, bensì un atto di amore. deliberato e cosciente di cura e protezione verso l'altro.

Questo tipo di amore richiede un risveglio interiore e un riconoscimento della natura essenziale dell'altro, in perfetto spirito di reciprocità. In La Cura, l'io lirico non solo esprime un amore profondo e l'assunzione di responsabilità affettiva e sollecita che da esso discende, ma anche una consapevolezza della natura speciale dell'altro. Perché sei un essere speciale, dice Battiato, che potrebbe essere interpretata come un riconoscimento della potenzialità evolutiva dell'amato o amata, della sua capacità di risvegliarsi e di svilupparsi spiritualmente. Per concludere, la cura di Battiato si presenta come una sintesi di alcune tradizioni filosofiche occidentali e orientali, unendo il concetto heideggeriano di cura esistenziale con la visione platonica e neoplatonica dell'amore come forza trascendente, e con la spiritualità orientale che mira alla realizzazione dell'essenza e alla liberazione spirituale.

Questa canzone quindi non è solo un testo poetico, ma anche una riflessione profonda sul significato dell'esistenza. sull'eros come forza poetica e ontologica e sulla cura come via per la realizzazione spirituale. Attraverso la fusione di queste diverse tradizioni, Battiato offre una chiave di lettura di grande impatto lirico, che trascende i confini della filosofia come logos razionale e si avvicina alla spiritualità, proponendo un ideale di amore e protezione che abbraccia l'interezza della persona e dell'esistenza. Se, nell'interpretazione della cura, Ci poniamo dalla prospettiva di Gurdjieff, allora la canzone di Battiato si trasforma in un vero e proprio manifesto di amore cosciente e di evoluzione interiore.

L'io lirico non è solo un amante, ma diventa una guida spirituale, un mentore, che promette di accompagnare l'altro lungo un cammino di crescita e consapevolezza. Questo cammino richiede il superamento delle limitazioni materiali e il risveglio della coscienza. Temi cari a Gurdjieff e profondamente presenti nella spiritualità di Battiato. E con questo terminiamo la lezione di oggi. Spero di essere stato, allo stesso tempo, il più possibile sintetico ed esauriente.

Si tratta, come avevo premesso, soltanto di spunti di riflessione che andrebbero ulteriormente indagati e approfonditi. Magari qualcuno o qualcuna di voi ci darà una mano, se lo desidera. Oppure proporrà, perché no, altre chiavi di lettura.

Un caro saluto e buone... Meditazione