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Riflessioni Sull'imparare a Vivere

buon buon pomeriggio a tutte e a tutti eh beh grazie per avere affrontato vari disagi logistici per venire ad ascoltarmi eh se può consolarvi io sono arrivato da Torino e adesso ritorno su a Milano in serata quindi ci stiamo dando fastidio a vicenda questo è il fatto c'è tutto un fenomeno di spostamenti e transizioni eh fra eh magari uno si può chiedere che senso abbia tutto questo e questo rientra nella questione dell'imparare a vivere eh come tutto del resto voglio prima di tutto ringraziare la professoressa Carmela D'Alonzo per questo invito effettivamente era diventato un po' un gioco come vabbè sono riferimenti d'altri tempi ma come Lucy con Charlie Brown e la palla che gli toglie sempre la palla eccetera che io dicevo sempre che quest'anno venivo e poi e poi invece finiva che facevo online e allora mi sono imposto come eh preciso dovere di essere qua voi direte nessuno te l'ha chiesto cioè me l'ha chiesto la professoressa Alonzo e e quindi grazie grazie e e quindi sono sono molto felice di essere qui sono anche molto felice che ci sia il rettore professor Canfora che ha trovato il tempo per leggere i miei libri i rettori hanno pochissimo tempo e ha trovato il tempo per leggere i miei libri e anche per capirne così bene il senso in particolare di questa faccenda dell'imparare a vivere e adesso visto che voi avrete sentito tante parole non propri posti dove si suppone che io abbia insegnato concetti che si suppone che io abbia inventato o battezzato invece oggi vorrei parlarvi di questa cosa molto semplice che si capisce subito cioè imparare a vivere almeno il titolo si capisce può significare tantissime cose può significare per esempio un manuale di buone maniere ci sono tantissimi manuali che si intitolano saper vivere o imparare a vivere eccetera certi sono anche molto belli ne uscivano tanti negli anni 50 ma sono anche alla fine dell'8 matilde Serao aveva scritto un bellissimo manuale di buone maniere cose di questo genere ora questo non è un manuale di buone maniere neanche di cattive spero ma comunque è un'altra cosa e parte essenzialmente Ah ecco una premessa importante io mi rendo conto che a parlare di vita a dei giovani in maggior parte dei giovani che sono qua in platea eh si parla di una cosa estremamente noiosa ed estremamente astratta perché si capisce che cos'è la vita e la vita comincia ad avere un valore proprio quando la vita si accorcia quando ne hai tantissime di fronte a te non ti sembra che la cosa abbia un valore proprio un principio economico quando poi invece il tempo che ti sta davanti si riduce uno comincia a chiedersi che cos'è che valore abbia tutto quel tempo che hai passato tutti quei posti dove sei stato tutte quelle cose che hai fatto le persone che hai conosciuto che significato aveva tutto questo questa è una domanda essenzialmente senile e quindi io sono in parte imbarazzato a venire a raccontare a voi eh questo genere di cose nel senso che non vi interessano però mi faccio un po' l'idea che magari fra qualche decade vi capiterà di ricordare questa questo pomeriggio e dir già c'era quello là che parlava di imparare a vivere diceva che la vita è una cosa complicata stratificata ci sono tante cose dentro ah sì sì magari niente più di questo ma comunque avrete un ricordo di questo di questo pomeriggio eh non vale molto come raccomandazione ma tutto quello che vi posso dare allora incominciamo con la questione dell'imparare a vivere perché eh vabbè la natura del libro ha già accennato il professor Canfora della natura accidentale di questo libro accidentale nel senso letterale del termine nel senso che ho cominciato a scrivere questo libro con la mano la mano destra eh perché mi ero spaccato l'omero sinistro alla fine di dicembre del 22 scivolando su un sasso a Matera avevo ancora i postumi del Covid mi girava un po' la testa ho messo un piede in fallo son cascato giù mi sono spaccato eh mi sono spaccato l'omero è stato interessante perché ma questo non c'entra con il tema ma c'entra con la tecnologia le l'Apple Watch che ho mi ha detto braccio spaccato proprio così me l'ha detto letteralmente e non è banale nel senso che non è semplicemente la caduta perché po la caduta poteva essere registrata da un orologio che cade senza che ci sia il proprietario dell'orologio che cade e un medico mi ha spiegato che probabilmente aveva registrato il l'interruzione del flusso sanguigno in corrispondenza del braccio e di lì aveva dato una diagnosi immediata ed efficace se poi si dice che la tecnica non serve a niente comunque beh sì c'è un senso in cui la tecnica non serve a niente perché il braccio mi ero spaccato lo stesso ma comunque c'era questo di più ehm nel mh nel nei giorni più malinconici che seguirono a questo evento ho cominciato a riflettere e per non buttare via niente degli scampoli di vita che mi restano ho pensato bene di ehm di cominciare a scrivere tanto appunto la mano destra era salva e eh perlopiù stando a letto con una cosa per scrivere così con una mano ho eh cominciato a scrivere questo libro che voleva porsi una domanda gigantesca che probabilmente se non fossi stato un po' come dire scosso come mi era venuto di essere a causa di questa caduta non avrei fatto mi ero spaccato l'omero beninteso non avevo battuto la testa però comunque qualcosa era era cambiato in me infatti ho fatto un libro diverso da quelli che ho fatto in precedenza e che prometto non farò mai più non perché me ne vergogni ma perché appunto nel lo raccontava lo accennava già bene il professor Canfora eh c'è anche un tono più personale dentro questo libro ora i fatti miei ritengo che interessino poche persone quindi eh mi mi asterrò per l'avvenire non diventerò un memorialista di me stesso ma cercherò di scrivere su cose che possibilmente abbiano interessi più generali per le persone allora imparare a vivere imparare a vivere e lo diceva giustamente sempre il rettore introducendolo dice quando si dice quello non sa campare e si dice una cosa che è paradossale perché uno dice come non sa campare il suo cuore batti sui polmoni respirano ehm mangia eh beve eh dov'è il problema perché dici che non sa campare oppure eh adesso ti insegno io a vivere e eh uno dice come mi insegni a vivere siamo qua io respiro tu respiri stiamo vivendo tutti e due che pretesa puoi avere di insegnarmi a vivere e già da quest una cosa di questo genere tu capisci che la vita non è semplicemente qualcosa eh di descrittivo cioè ehm qualcosa che è un inizio che ha una fine e in mezzo a una serie di peripezie e soprattutto la vita non è semplicemente il funzionamento biologico del nostro corpo ma ha anche quello che i filosofi chiamano una dimensione normativa cioè imparare a vivere significa imparare a vivere bene e tra l'altro questa idea del vivere bene è un ideale che tutti quanti si pongono più o meno ma è un ideale che raramente si realizza cioè è molto difficile tranne nel caso di qualcuno che sia probabilmente che abbia dei problemi psichici dire che abbiamo veramente imparato a vivere c'è uno che si dice "Oh adesso ho davvero imparato a vivere e probabilmente uno che non sta bene perché nessuno può seriamente dire "Adesso ho veramente imparato a vivere" ci sono delle frasi famose per esempio Gote che da da dalla Germania arriva a Roma e dice "Oh adesso incomincia a vivere" ma aveva più di 40 anni però lì si capisce dice "Oh è una frase come questa sì che è vita" quindi sono delle cose che si possono dire però la verità del imparare a vivere dire adesso ho imparato a vivere è una cosa difficile da concepire appunto perché la vita insieme la cosa che tutti noi abbiamo e la cosa che tutti noi soggiamo cioè tutti noi vorremmo davvero essere bravi a vivere e tutti noi abbiamo il sospetto che di essere imperfetti imprecisi incapaci netti a vivere e per inciso io credo che questa sia una caratteristica tipicamente umana nel senso che non troveremo mai un castoro depresso che dice "Imparerò mai a vivere" oppure un elefante che dice un altro elefante "Adesso ti insegno io a vivere" o cose di questo genere perché non c'è questa dimensione normativa della vita bene ma allora intanto eh perché questa nozione così strana che noi chiamiamo vita è così terribilmente importante ma eh prima di tutto perché è unica cioè eh eh se eh mi si rompe il telefonino talvolta si dice "Mi è morto il telefonino" e eh a questo si risponde eh portalo a riparare o comprane un altro se uno dice "È morto mio nonno" non si risponde "portalo a riparare o comprane un altro" perché eh quell'individuo vivente singolo eh era soltanto lui e nel momento in cui lui se ne va resta non c'è più lui non c'è più niente di quello che lui era stato e quindi quella sua totale individualità è venuta meno anche perché appunto lui come ogni organismo eh non io voi tutti più tardi ehm ha ha una sola la posizione o è acceso oppure è spento le macchine le puoi accendere le puoi spegnere queste luci si possono accendere e spegnere per un bel po' di volte mentre chiunque di noi nel momento in cui viene spento non si può più riaccendere cosa significa che nel frattempo sei lì di corsa a cercare di dare un senso a quello spazio in cui ti sei trovato senza averlo chiesto e con molta ansietà eh che cosa faccio come faccio eh oddio non c'è tempo per esempio in questo momento molti di voi si staranno annoiando il fatto di annoiarsi è l'effetto del dire "Io non ho un tempo infinito di fronte a me," quindi il tempo per me ha valore se sto passando il mio tempo in una cosa che non ha valore eh basta non mi interessa più non voglio non voglio più saperne e invece c'è questo carattere appunto del della straordinarietà della singolarità del vivere che rende interessante o angosciante un argomento come quello della vita per esempio non sto a tirar fuori tanti nomi di filosofi ma sicuramente uno qua è inevitabile ed è Martin Heidegger che ha scritto un libro famoso nel 1927 adesso fra poco faranno i centan anni di sto libro ehm e questo libro si intitolava Essere e Tempo e dentro questo libro lui diceva tante cose ma in particolare ne diceva una di importante che è il fatto che proprio nella misura in cui noi siamo per la morte cioè veniamo al mondo per morire proprio in questa misura la nostra vita comporta delle decisioni una volontà un bisogno una dimensione storica perché noi siamo nati e poi da quel momento scatta il come dire il timer ma in quel momento noi cominciamo a progettarci decidere di non so laurearsi sposarsi divorziare qualunque cosa uno possa fare lo mette all'interno del di un quadro che chiama la sua vita e che è la sua vita ed è importante proprio perché ha una fine se non avesse una fine non sarebbe così importante in fondo è già un argomento che eh che per esempio Agostino quello il santo usa a proposito di coloro che credevano nell'eterno ritorno cioè che tutte le le cose ritornino eternamente non si poteva riferire a Nietzsche perché Nietzsche è venuto 15 anni dopo di lui però c'erano già delle persone che parlavano dell'eterno ritorno quindi la vita e il tempo non è una linea che ha un inizio e poi una fine la creazione l'apocalisse qualunque cosa ma invece è un circolo che ritorna eternamente e lui diceva "Sì ma se davvero la vita fosse un circolo Gesù Cristo che muore in croce sarebbe una specie di automa che ciclicamente muore e risorge muore risorge muore e risorge" dice e sta roba qua fa ridere non ha più senso tutto l'aspetto drammatico ciò in cui noi crediamo crediamo nella resurrezione crediamo in Cristo che si è sacrificato per noi eccetera invece diventa un attore che ripete la stessa storia tutte tutte le sere eh o magari ogni 3 milioni di anni ma comunque ripete bene heidegger dunque diceva che noi viviamo e che la nostra vita ha importanza proprio nella misura in cui siamo orientati verso la morte c'è questa specie di spinta che ci porta lì ci fa dà senso alla nostra vita not è ancora imparare a vivere nel senso che tutti quanti siamo implicati in questa impresa anche coloro che non stanno lì con un teschio in mano a contemplare la caducità e alla fine di tutte le cose hanno comunque dei richiami sul fatto che sono degli organismi mortali e finiti cioè generalmente un paio di volte al giorno si trovano ad aver fame ebbene la fame che uno prova è il segno che un essere vivente che è un metabolismo questo metabolismo lo porta avanti questo metabolismo cerca di rinnovare le sue cellule ma non ci riesce perfettamente e quindi questo metabolismo lo sta tenendo in vita rispetto al suo destino non vi ho detto niente di originale adesso faccio una profezia tragico drammatica ma io sono abbastanza sicuro che fra 100 anni saremo tutti morti era una famosa profezia che aveva fatto John Mear Kens l'economista inglese quando gli avevano chiesto può fare una profezia sicura perché gli economisti fanno fanno sempre delle profezie che come sapete non si realizzano lui ha detto ve la faccio fra 100 anni saremo tutti morti questa è una profezia che funziona sempre adesso magari qualcuno di voi sopravviverà perché si eh si si vive di più ma comunque il punto fondamentale era proprio questo cioè eh tu vivi nella misura in cui tu finirai di vivere questo definisce l'unicità della tua vita se vuoi imparare a vivere devi prima di tutto aver chiaro questo e infatti eh Montegner un altro filosofo eh vissuto invece nel 5 eh ha detto che imparare a vivere significa imparare a morire e si capisce che cosa intendeva con questo cioè dice eh noi abbiamo veramente imparato a vivere a stare al mondo nel momento in cui siamo disposti anche ad abbandonare questo mondo ad abbandonarlo senza troppa nostalgia perché perché significa aver capito la finitezza di tutte le cose la relatività di tutte le cose e quindi guardare veramente filosoficamente il mondo e pensare che appunto veniamo privati di poco qui comunque sappiamo bene che cos'è di cui di ciò di cui ci priva la vita e ci rassegniamo a tutto questo sembra un'idea eccellente per inciso è l'idea tipica dello stoicismo nel momento in cui Montegna diceva queste cose si richiamava all'incirca agli insegnamenti di virtù degli stoici antichi che infatti volevano a tutti i costi impassibili di fronte alla morte certi cercavano anche di morire per per propria mano come è successo a Seneca fra l'altro Seneca ha avuto degli enormi difficoltà nel suicidarsi perché non riusciva a tagliarsi bene le vene insomma è stata una catastrofe questo tentato e poi riuscito suicidio di Seneca ma nel diceva: "Io posso decidere di morire perché in questo momento eh non ho più dei seri motivi per vivere eh la vita mi pesa troppo oltretutto tra la libertà e la vita io scelgo la libertà e quindi decido di di morire per liberarmi dei vincoli che mi impone la vita in questo momento e quindi finiamola finiamola qui eh cosa c'è di problematico in questa visione ma che non consola nessuno cioè eh chi mai di fronte alla morte può dire "Va bene oramai ho vissuto" e quindi sì magari uno lo pensa ma resta il fatto che eh la morte fa dispiacere a tutti quanti tant'è e questo è l'ultimo riferimento filosofico che vi faccio per il momento prima di passare all'altro tema quello del sopravvivere perché come giustamente ha è stato ricordato questo libro è diviso in quattro parti cioè prima di tutto vivere poi sopravvivere cosa c'è dopo la morte supposto che ci sia qualcosa poi previvere come ci figuriamo la vita davanti a noi e alla fine convivere cioè come possiamo cercare di vivere con gli altri nel frattempo aspettando l'inevitabile bene questo filosofo importante del secolo scorso che si chiama Jacqu del Ridà si chiamava Jacqu del Ridà e che sopravvive nelle sue opere ehm è morto nel 2004 quindi 21 anni fa e ehm di un cancro al pancreas molto rapido e sicuramente inevitabile due mesi prima di morire aveva dato un'intervista a un importante quotidiano francese in cui parlava di varie cose di attualità politica della sua filosofia eccetera a un certo punto il l'intervistatore dice "Lei sappiamo che lei è malato" e lui dice "Sì sì se veramente malato gravemente malato" em a questo punto ehm dice io lo so che anzi fra l'altro sono talmente malato che so che fra poco morirò però io so che eh morire eh ci insegnano i filosofi e imparare a morire e imparare a vivere e quindi in questo momento io dovrei essere capace di rinunciare a tutti i piaceri dell'esistenza le speranze dell'esistenza all'abitudine che noi ci facciamo intorno all'esistenza e essere stoicamente si dice stoicamente proprio perché erano gli stoici pronto a morire eh dice "Però non è affatto vero" cioè io non sono assolutamente rassegnato non sono affatto contento di stare per morire non mi sono assolutamente rassegnato a morire non credo di avere mai imparato a vivere e credo che a questo punto non imparerò mai a vivere che è una risposta secondo me molto bella molto giusta e molto filosofica perché in fondo non gli sarebbe costato niente visto che tanto sarebbe morto di lì a poco rilasciare un'intervista stoica in cui dice "Io come filosofo Grazie alle mie dottrine sono pronto a morire né mi importa nulla delle attrazioni dell'esistenza lui invece diceva come direbbe probabilmente chiunque di noi che in realtà non era abituato non era contento non aveva nessuna voglia e eh mai e poi mai avrebbe imparato a vivere dunque ehm la vita se vogliamo eh se vogliamo concludere questa prima parte è quella cosa che non si impara eh purtroppo rispetto alla vita continuiamo ad essere dei principianti e per quanto uno sia vecchio continua ad essere sorpreso dalla vita e per inciso questa è una delle cose brutte e belle della vita nel senso che se da un certo momento in avanti la vita cessassi di sorprenderci sarebbe meno interessante di quello che è dette queste generalità intorno alla vita eh vengo invece alla questione del sopravvivere perché una delle cose che le persone fanno molto più che eh in in ingegnarsi a vivere è quello del sopravvivere per inciso l'enorme mercato l'enorme impegno per la sopravvivenza è qualcosa che è più evidente adesso che in qualunque altro tempo questo può sorprendere perché noi riteniamo di vivere in tempi secolarizzati cioè in tempi in cui nessuno compreso il Papa pensa alla resurrezione l'ipotesi della resurrezione cioè l'ipotesi per cui noi moriamo ma poi ci sarà modo di ritornare in vita da qualche altra parte insieme a tutti gli altri che abbiamo conosciuto questa ipotesi non è più presa sul serio da nessuno quello che si celebra a Pasqua è l'idea che non solo Cristo è morto ma è anche risorto e quindi quel morto è resuscitato ma tutti quanti moriremo e questo non c'è una festa non c'è bisogno di fare una festa ma resusciteremo e questo però è una cosa a cui nessuno crede nessuno seriamente crede tra l'altro a crederci è complicato perché uno dice "Va bene risorgo risorgo intanto attenzione quello che risorge non è lo spirito." Per esempio un grande filosofo italiano Massimo Cacciari ha proprio qualche giorno fa rilasciato unintervista in cui parlava di varie questioni fra cui la questione della morte e lui diceva che gli sarebbe piaciuto come dire sopravvivere in un cloud come dire restare ecco eh io non credo che sia interessante è una bella idea ma non è interessante sopravvivere in un cloud perché in In realtà noi non siamo identificati dalle nostre idee noi siamo identificati dal nostro corpo cioè se io resuscitassi come una nuvoletta in un'altra nuvoletta e poi mi facessero vedere una terza nuvoletta dice "Vedi quella nuvoletta è tuo zio" non sarebbe interessante per niente cioè la resurrezione l'ipotesi della resurrezione è interessante solo nella misura in cui esorgere è la carne cioè tutti insieme così come siamo ma ovviamente in questo momento si pongono dei problemi per esempio supponiamo che io oltre a battere l'omero avessi anche battuto la testa e fossi morto sul colpo a Matera come risorgevo risorgeva con il braccio al collo e stavo per l'eternità con il braccio al collo questi sono problemi che si sono posti seriamente coloro che si sono interrogati sulla resurrezione fintanto che si è creduto nella resurrezione se adesso non ci si pongono più questi problemi è semplicemente perché nessuno crede nella resurrezione oppure tu in generale purtroppo si muore con dei con con con delle iniezioni qua a destra manca delle cose infilate nel naso e su un let eccetera è così che si muore vogliamo risorgere così ovviamente no uno vorrebbe risorgere in buone condizioni di salute come minimo perché sennò sarebbe portare avanti una pena indescrivibile ehm questa ipotesi questo problema era stato seriamente esaminato da teologi fintanto che si credeva nella resurrezione per esempio una soluzione è stata trovata si dice si risorge tutti a 33 anni l'età di Cristo però ovviamente questo pone dei problemi perché se io risorgo a 33 anni mia madre risorge a 33 anni mio nonno risorge 33 anni e tutti quanti risorgiamo a 33 anni una delle caratteristiche fondamentali della nostra esistenza che per inciso dà senso alla nostra esistenza cioè che ci sono delle persone più vecchie di noi e delle persone più giovane di noi scompare e siamo tutti quanti piazzati lì in questa in questo grande lagger tutti quanti a 33 anni e a fare cosa allora eh poi con un problema supplementare e cioè il fatto che se qualcuno per ipotesi muore a 7 anni risorge all'età virtuale di 33 anni che non corrisponde a niente di quello che lui era dunque se solo ci stiamo ci pensiamo un momento questa ipotesi della resurrezione è impraticabile c'è un'altra un'altra ipotesi che è quella di una vita sempiterna per inciso è l'ipotesi su cui si sta lavorando tantissimo adesso perché voi vedete ma è chiaro che poi a me arriva di più sul telefonino perché identificano la mia età i miei interessi eccetera però queste continue a me poi sono specializzati mi mandano anche per esempio delle cose dice come ci si sente durante la cremazione che è un eh una domanda interessante e così ma e poi mi offrono anche delle prospettive di cremazioni economiche eccetera eh customizzate o o simili eh però tutti quei discorsi che dicono eh come eh come vivere bene dopo i 65 anni come impedire l'invecchiamento delle vostre cellule tutte queste cose qua di cui sono pieni i giornali le scoperte le promesse terapeutiche eccetera eccetera eccetera sono delle forme di resurrezione cioè sono dei surrogati della resurrezione visto che non c'è niente di interessante nella resurrezione perché è banalmente incredibile quando sta male il Papa va al Policlinico Gemelli e tutti gli altri stanno lì a cercare di mangiare e di bere le cose migliori in maniera tale da prolungare il più possibile la loro vita e questa è la grande scommessa e promessa cosa che per inciso ha cambiato radicalmente la nostra democraia non sta a me ricordarvelo ma in Italia presto saranno più numerosi i vecchi che i giovani anzi già sono più numerosi ma poi ci saranno moltissime persone molto vecchie molto più numerose che che non i giovani questo significa che i vecchi si sono tenuti in vita perché la medicina funziona meglio e hanno ancora l'intenzione di continuare a vivere di andare avanti a vivere e poi si fanno le feste per i centenari per i centennari eccetera eccetera eccetera ehm è una cosa interessante allora io sinceramente non saprei ehm perché una volta che tu hai sperimentato tutti i limiti della resurrezione cioè la sua impraticabilità ehm quest'altra idea quella cioè di tirarla per le lunghe il più possibile è una idea criticabile a mio modesto avviso non solo perché che poi appunto gli anni più avanti sono degli anni mediocri di cui magari non ti ricordi niente in cui non ti succede niente di interessante in cui appunto vivi annoiandoti e annoiando il tuo prossimo ma soprattutto perché se davvero si dovesse realizzare un'ipotesi di questo genere avremmo un mondo fatto di centenari bicentenari e cose di questo genere ehm privo di innovazione privo di interesse privo di voglia privo di novità perché effettivamente tutti questi elementi cioè la voglia la novità eh l'interesse sono cose che c'hanno i giovani non c'hanno i vecchi quindi che avete voi e e che non ho io per esempio e quindi il mio modesto suggerimento a tutti voi è godetevi la vita fintanto che siete giovani non è un grande suggerimento e non puntate tanto sull'idea del che poi tanto ne avrete dopo che potrete arrivare fino a 80 anni a 90 anni eccetera non è interessante arrivare fino a 90 anni non ci sono ancora arrivato neanch'io però voglio dire non è così interessante è molto meglio quello quello che c'è prima allora eh una volta che noi abbiamo escluso l'ipotesi della resurrezione e l'ipotesi del più o meno sempiterno per inciso lì nel libro faccio un riferimento a una eh eh una commedia famosa c'è stato anche un film di un l'autore era un giornalista cecoslovacco anzi cieco Carel Kek che aveva scritto questo libro intitolato Il caso Macropulos e il personaggio di questo caso Macropulos era una signora che si chiamava em cioè aveva tanti nomi ma era sempre il nome cominciava con E cognome iniziava con m ed era nata a Creta nel 1500 e poi si era per così dire reincarnata sempre nella forma di una signora intorno ai 40 anni in vari momenti storici allora il punto fondamentale è che questa signora moriva di noia questo era fra l'altro lei aveva una condizione invidiabile che è quella di appunto non arrivare a 120 anni e lei ha 40 anni e come sapete adesso a 40 anni uno è giovane e però appunto moriva di noia perché aveva già visto tutto non è non è assolutamente interessante a un certo punto c'è una discussione una discussione tra lei e un tale che era un grande studioso della rivoluzione francese e in particolare apprezzava moltissimo la figura di Mara sapete quel tizio della rivoluzione che poi è entrato lì nel direttorio eccetera e [Musica] ehm e l'altro fa tutto un elogio di Marà e eh la signora dice no che veramente anche a causa della condizione dei suoi denti Mara aveva un alito pesantissimo e insopportabile dice no ma allora cosa cosa cosa importa mara è stato comunque un granduomo lui dice "No non c'è niente di grande nella storia niente di grande." E questa idea che non c'è niente di grande perché a un certo punto nel momento in cui ti sei tolto tutte le curiosità hai perso tutte le illusioni davvero non resta più niente di grande sulla Terra fa effettivamente riflettere ed è un po' il destino che avremmo primo se vivessimo se rivivessimo tante volte come quella signora Macropulos di Capec sia se eh tirassimo per le lunghe una vita stracca come ci viene continuamente proposto dalle da varie da varie pubblicità da varie cose da Garattini che continua a dirti eh che lui cammina suda fino eh allo sfinimento tutti i giorni così ed è ancora vivo a 96 anni ma vale la pena di sfinirsi tutti i giorni per essere vivo a 96 anni non lo so non non saprei dire comunque non giudico la vita di Garattini però trovo tutto sommato che non valga la pena di invecchiare così tanto soltanto per essere vivi allora una delle cose che si dicono sempre a proposito del sopravvivere e una bella cosa appunto vivere fintanto che hai un'attività intellettuale e effettivamente questo è un po' quello che ho cercato di fare nella mia vita cioè ho sempre pensato la vita del professore è una vita non dico strana ma una vita che ha una caratteristica cioè c'è una parte di questa vita in cui tu devi scrivere ehm obbligatoriamente perché sennò non diventi professore eh per inciso eh anche voi che in questo momento non state cercando di diventare professori siete all'interno di questa macchina che induce le persone a scrivere fra l'altro apprezzo moltissimo la macchina che induce le persone a scrivere però una delle cose che vi trovate più spesso a dover fare se state a scuola è scrivere ehm anche fuori dalla scuola bisogna scrivere per diventare professori bisogna scrivere e io ho cominciato a scrivere dei libri avendo di mira questo però contemporaneamente mentre scrivevo questi libri mi dicevo anche che in fondo questo scrivere era una maniera di fermare il tempo perché appunto è vero che tu scrivi eh e il tempo passa cioè stai eh pensate scrivo ancora a macchina con quei rumori quei ticchetti che voi non avete conosciuto comunque uno scrive e alla fine arriva alla fine della giornata avendo scritto un certo numero di pagine poi dopo un certo numero di mesi ha scritto un libro e dice questo libro io me ne sono l'ho finito ma quello che sta dentro questo libro sopravvive effettivamente questa cosa è interessante sì certo sopravvive per inciso sono ancora impressionato adesso io avevo scritto nell'88 quindi ere geologiche fa un libro di storia dell'ermeneutica quindi il meno originale fra i miei libri e dunque il più apprezzato ehm che è stato ristampato varie volte continua a essere ristampato anche adesso allora io penso lì ero un giovane che eh batteva a macchina eh aveva le schede di carta come si usava in questi tempi remoti e però quella cosa continua a sopravvivere può valere questa idea della sopravvivenza della attraverso la scrittura anche per cose più nobili che semplicemente un fatto individuale pensate il teorema di Pitagora pitagora scopre il teorema però ponete che Pitagora fosse amnesico scopre il teorema se lo dimentica subito come se non fosse stato scoperto poi Pitagora scopre il teorema però non è amnesico però se lo tiene per sé a questo punto Pitagora muore e il teorema muore con Pitagora allora Pitagora ha bisogno di raccontarlo a qualcun altro e a questo punto c'è Pitagora e altri tre suoi amici che sanno il teorema di Pitagora tuttavia tutti questi moriranno prima o poi e quindi e quindi Pitagora ha pensato bene di scrivere il teorema e quel teorema è arrivato fino a noi e tutto quello che è arrivato fino a noi non a caso è stato scritto quindi sembrerebbe che la scrittura abbia questa straordinaria capacità di sopravvivenza è pazzesco cioè tu scrivi questo questa cosa qua ma già semplicemente eh l'effetto che ci può fare di andare a trovare delle nostre vecchie note trovare una cosa che non ci ricordavamo affatto di aver pensato detto scritto e la troviamo lì eh registrata da qualche parte tutto questo ci sembra ci sembra eh strepitoso e ad alcuni eh non tanto furbi come me per esempio eh poteva suggerire una strategia per l'eternità perché dice bene allora se per esempio il teorema di Pitagora ha continuato ad esistere anche al di là della finitezza individuale di Pitagora io nel momento in cui scrivo apro una partita con l'infinito perché eh io Certo perdo il mio tempo e sparirò però quello che ho scritto rimarrà da qualche parte non ho mai pensato di rimanere come sono rimasti i capolavori penso semplicemente che qualche posto in qualche biblioteca resterà anche per qualcosa di quello che ho scritto per inciso e probabilmente questo tipo di ossessione che mi ha spinto a scrivere più di 70 libri che è una cosa un po' assurda anche di che vergognarsi alla fine ma è chiaramente la il desiderio nevrotico di eh di sopravvivenza eh tuttavia funziona questa cosa no non funziona adesso ripeto ho una eh un'intera parete della mia libreria che è piena dei miei libri non soltanto dei miei libri ma anche delle traduzioni dei miei libri se non riesco a riempire una una parete però per esempio quando viene l'idraulico e fa la classica domanda e li ha letti tutti questi libri io dico "No li ho scritti tutti" e questo fa un effetto molto forte all'idraulico ma lo fa anche a metodo dopotutto perché mi dico bah perché andare a scrivere tutti questi libri nel senso che come appunto anticipava il rettore Canfora mi sbagliavo eh essenzialmente su un punto e questo lo dico a tutti coloro che fra voi volessero eh raggiungere l'immortalità attraverso le lettere cioè appunto gli accademici di Francia sono chiamati gli immortali ma sono immortali semplicemente perché non è che non muoiono ma semplicemente e si suppone che la loro istituzione sia immortale tutti i loro nomi siano ricordati quando ne muore uno ne trovi un altro e comunque c'è questo ricambio all'interno di una società gerontocratica perché ovviamente gli accademici di Francia sono tutti vecchissimi comunque il il suggerimento che volevo dare a coloro che tra voi volessero immaginare di di di consegnare la propria speranza di immortalità alle lettere che è un'idea sbagliata e questa idea è sbagliata per il motivo appunto suscitato cioè che eh come diceva Ecco la la letteratura e la scrittura la i libri ci danno l'immortalità al contrario al senso inverso in che senso nel senso che io posso ritornare a Platone ridare una forma di vita a Platone andando a leggere i suoi dialoghi ma Platone non sa niente di tutto questo platone è morto ed è completamente inconsapevole di tutta questa faccenda così come eh io sarò totalmente inconsapevole del fatto che qualcuno sgomberando un solaio eh trovi un mio libro e magari ne leggo una pagina non ne saprò niente lui magari saprà che sono esistito ma io non ne avrò la più pallida idea quindi per quanto riguarda l'idea di adoperare la letteratura per sopravvivere mi sento di sconsigliarla così come mi sento di sconsigliare l'accanimento terapeutico del voler vivere a tutti i costi oltre i limiti che ci sono assegnati più o meno dalla natura così come mi sembra una nozione e sembra a tutti io credo una nozione in larga parte incredibile quella del risorgere vengo a un'altra funzione della letteratura che corrisponde al terzo capitolo del del mio discorso per inciso state tranquilli ho quasi finito cioè non eh ci sarà ancora altra vita dopo questa dopo dopo questa conferenza ehm ed è quella del previvere cosa significa previvere significa che noi spesso adoperiamo la letteratura e questo fa parte del discorso dell'adoperare la letteratura per procurarsi una immortalità al passato perché noi siamo interessati a questa immortalità al passato cioè perché siamo interessati a quello che diceva Platone a quello che diceva Flober a quello che perché pensiamo che tutto questo possa insegnarci a vivere l'idea di cultura dopotutto è questa eh ci sono delle cose scritte queste cose scritte ci insegnano a vivere voi tutti che siete noi tutti che siamo collegati con il sistema dell'educazione siamo sostanzialmente collegato con un gran numero di cose scritte e queste cose scritte si suppone che ci insegnino a vivere ci insegna a vivere non si sa poi se funzioni davvero fra l'altro dentro la letteratura e dentro ai classici ci sono dei pessimi esempi se uno legge Nieticce e c'è dice la mia vita è meravigliosa e poi uno si rende conto questo è un povero pazzo in effetti lo era tecnicamente nel momento in cui stava scrivendo questo libro che peraltro ha del grandioso proprio per il fatto che eh è il grido di disperazione di una persona messa all'angolo che ha perso tutti gli appuntamenti con la vita che non ha più niente da sperare e chi si autoincensi in una maniera impressionante comunque il quindi quello è un cattivo esempio però è strano nella letteratura ci sono dei cattivi esempi che sono anche di buoni esempi altro per esempio Rousse inizio delle confessioni è chiaramente l'inizio di un paranoico che dice per piacere non bruciare questo libro nessuno aveva intenzione di farlo però come prima cosa ci dice non bruciare questo libro non odiarmi che già si vede la paranoia non odiarmi perché questo è l'unico e unico ritratto dell'umanità nella sua verità e nella tua sua autenticità e lì comincia ad odiarlo perché uno dice come perché chi sei tu per pensare di poter darci l'unica l'ultimo e unico ritratto dell'umanità nella sua autenticità comunque eh il eh il previvere il fatto di anticipare la propria vita attraverso eh delle prove attraverso eh delle istruzioni generali è una cosa che caratterizza l'umano molto più di qualunque altro animale perché un gatto a 4 mesi è completamente indipendente un umano a 4 mesi è totalmente dipendente lo è a 40 anni a maggiore ragione lo è a 80 quindi l'umano è un animale dipendente che viene difeso viene attrezzato dal fatto di avere una tecnologia una cultura cioè quello che permette per esempio a noi di trovarci qua in questo momento a parlare di imparare a vivere invece che essere nella savana divorati da animali più forti di noi questo è essenzialmente la cultura allora per entrare dentro a questo mondo che è un mondo fortemente modellato dalla cultura anche se a noi non sembra però in effetti ci rendiamo conto una volta lo si vedeva anche di più basta andare in un paese diverso dal nostro e troviamo di colpo degli usi diversi dai nostri delle forme di vita degli ideali diversi dai nostri quindi ci rendiamo conto che i nostri stessi ideali non erano qualcosa che sorgeva dalla natura ma era qualcosa che noi avevamo ricevuto dalla cultura comunque restando a a questo noi abbiamo riceviamo continuamente delle istruzioni culturali e possiamo deliberatamente cercare di avere delle istruzioni dalla cultura è il motivo per cui almeno ai miei tempi non so ai vostri si leggevano così tanti romanzi dell'adolescenza l'adolescenza regge legge tantissimi romanzi sia perché è interessata come qualunque età alle avventure ma soprattutto perché immagina che dentro a questi romanzi ci siano delle istruzioni utili per la vita o che comunque gli danno forma alla propria vita ed effettivamente a me è successo questo cioè e qui fra l'altro racconto nel libro un'esperienza patologica che è occorsa a me che non è l'omero ma è un'altra cosa cioè io intorno all'età di 14 anni decisi per motivi che tutt'ora mi sono oscuri di leggere la recha la ricerca del tempo perduto di Prust e mi ero dato questo obiettivo sono sette volumi 3000 e qualche pagina così mi ero dato come obiettivo Allora c'erano delle vacanze che duravano più di 4 mesi durante le vacanze gol a Recherch mi ero dato proprio uno schema tot pagine al giorno eccetera effettivamente sono riuscito a portare a termine questo obiettivo ehm non pago eh ho continuato a leggere la reche eh come dire addicted a queste cose diventare dipendenti sono diventati dipendenti dalla rechea sette volte di cui due volte in francese tutto questo non è interessante ma descrivo una patologia che poi cercherò di cui in seguito cercherò di spiegarvi il senso e ehm e poi ho eh scritto eh tutto questo è finito intorno ai 20 anni anche perché avevo da studiare mica potevo passare il mio tempo a leggere la reche poi ho riletto qualcosa della recha ho scritto qualche saggio sulla reche alla fine intorno ai 30 anni ho fatto un corso sulla reche all'Università di Trieste in cui all'epoca insegnavo e da quel corso più da qualche articolo che avevo scritto ho tratto anche un libro sulla sulla recherche che è uscito quando io avevo su Prust che è uscito quando io avevo 31 anni allora qui si è creata una situazione abbastanza interessante perché dopo aver scritto pubblicato quel libro io non ho più aperto Prust eh il che da una parte fa pensare che la prima metà della mia vita io ho praticamente soltanto le toprust e nella seconda metà della mia vita non ho affatto letto Prust ma eh il eh il punto curioso almeno per me di questa faccenda è che poi sono mi è capitato di provare a rileggere Prust abbastanza recentemente visto che dice "Beh sono 40 anni che non lo leggi più prova a vedere che effetto ti fa" non mi è piaciuto non mi è piaciuto per niente cioè mi sono trovato totalmente d'accordo con il parere che aveva formulato Andreid che era eh il eh lettore della casa editrice Gallimara che aveva ricevuto il manoscritto di Prust e eh lui aveva detto non si capisce perché questo signore debba impiegare 50 pagine per raccontarci come si addormenta alla sera effettivamente è così perché devi andare eh 50 pagine per raccontarci come si addormenta ehm e ehm mi è mi è mi mi è capitato poi di avere la stessa sensazione rispetto a Prust che dentro al romanzo di Prust e qui veniamo al punto a Charlesan quando riflette retrospettivamente per sul suo amore per Oded C allora questo è fra l'altro Prust era veramente scriteriato perché inizia questo questo libro eh con 150 pagine che sono fra le peggiori di tutto di tutta l'opera eh perché sono scomposte poi sono dei ricordi di infanzia delle cose eccetera cose fatte sembra fatta apposta per dissuadere la gente da leggere i suoi libri per inciso era un'epoca in cui sembra che proprio la gente facesse il possibile per dissuadere dal leggere i suoi libri se uno pensa i manoscritti stenografati di Usarl ma chi vuoi che legga tutta quella roba lì e comunque facevano così eh buttavano avanti il cuore oltre l'ostacolo allora ci sono queste 150 pagine poco interessanti dove racconta di combredi dove racconta l'infanzia la campagna robe del genere e poi invece c'è un piccolo c'è un piccolo c'è un grande capolavoro cioè c'è questo libro completamente conchiuso in sé che si intitola Un amore di Swan e questo un amore di Swan racconta appunto la vita di questo signore conoscitore d'arte eh molto ben messo all'interno della mondanità parigina duchi principesse tutti lo adoravano eccetera eccetera eccetera che di corpo si innamora di una ehm signora ehm come dire che eh non era certo al suo livello morale e sociale però di cui lui di colpo si innamora poco alla volta meglio si innamora eh questo gli rovina completamente la vita gli fa perdere tutte le amicizie tutta la reputazione sociale e poi alla fine anche eh è sul punto di morire e sul punto di morire però eh si rende conto di non amare più Odet e per lui è una grande liberazione to almeno questo non amo più Odet in questo momento e poi riflette e dice: "E così io ho rovinato la mia vita e la mia salute la mia reputazione per una donna che non era neanche il mio tipo." Io non credo di aver rovinato la mia vita la mia reputazione forse la mia reputazione oggi raccontandovi questa cosa comunque non ho la mia vita leggendo Prust però sicuramente era per un romanziere che non era neanche il mio tipo eh non E allora che cosa andavo cercando in Prust andavo cercando eh il fatto di pensare ma questo libro parla della vita di tantissime persone e della vita di tantissime persone nel tempo se io leggo la vita di tutte queste persone nel tempo posso prepararmi e cominciare ad avere una specie di idea anticipata di questa gigantesca di questa immane muraglia che sta di fronte a me e che il tempo che mi aspetta a 14 anni e voi siete nelle condizioni migliori per saperlo il tempo che vi aspetta non è semplicemente una cosa indeterminata ma è soprattutto qualcosa di pieno di ostacoli di cose faticose da fare di cose che forse non si riusciranno a fare di cose che non si ha voglia di fare eh o o cose di questo genere anche perché poi effettivamente alla vita essenzialmente uno si abitua e da giovane non è abituato quindi la vita è particolarmente faticosa più da giovane che non da vecchio comunque il punto è che noi davvero possiamo imparare a prepararci predisporci come col manuale delle giovani marmotte alla vita leggendo dei romanzi e sicuramente la recherche ha avuto questo effetto per me cioè lo dico per inciso era l'effetto che Prust desiderava che si creasse perché a un certo punto dice io vorrei che un romanzo non facesse vedere semplicemente la vita degli altri ma spingesse chi lo legge a riconoscersi in quelle pagine e a dire "Sì sì è proprio così è successo così anche a me" e io posso dire eh anche se non leggo Prust da tanto tempo e non è neanche il mio tipo ormai ho concluso che sì è così è proprio così è successo così anche a me tante volte delle cose che sono successe nella reche sono successe anche a me non so se sono successe anche a me perché le ho lette nella reche oppure semplicemente perché succedono a tutti sicuramente la forma che hanno preso questi eventi quindi di imparare a vivere ehm derivava dalla forma che a questi eventi dava eh Prust nella reche quindi in un certo senso posso dire di aver imparato a vivere posso av dire anche di aver imparato a morire perché poi soprattutto la prima lettura l'ho fatta al mare e leggevo con la schiena nuda sotto il sole e e allora non si sapeva i danni del sole si pensava che il sole facesse bene una delle tante cose che si sono rivelate false nel tempo e un dermatologo mi ha detto guardi che lei ha un'infinità di processi potenzialmente pericolosi sulla schiena che sono lì per esplodere tutti quanti probabilmente c'è stato un periodo nella sua vita in cui lei ha preso molto sole sulla schiena e io so qual era quel periodo ed era quando ho letto la reche e quindi in effetti ho imparato a morire ho predisposto la mia morte attraverso la lettura della reche a a prescindere da da tutto questo quello che è interessante è che poi ho vissuto un gran numero di volte delle cose che erano successe che avevo letto nella reche ripeto io e credo che sia successo a tutti per vari romanzi cioè non sto a fare non sto a fare la lista prendo ne prendo uno come per tutti del resto sappiamo che anche per Aristotele lo scopo della tragedia è quello di far sì che le persone si riconoscano in quello che avviene e che però stiano tranquilli rispetto a quello che avviene perché tanto non sono loro a essere implicati nell'evento tragico allora ho letto e riletto e questo leggere e rileggere ha fatto sì che io dia continuamente forma alle cose o abbia dato continuamente forma alle cose proprio avvalendosi di questo previvere che mi era stato dato da un libro ehm è stato è servito a qualcosa non lo so so di certo che eh per esempio la cosa che mi attirava di più quando ero molto giovane era il fascino del tempo perduto perché quando hai 14 anni la lo spessore temporale più grande che puoi avere nella tua memoria sono 10 anni le cose di prima dei 4 anni non si ricordano quindi vedere poi delle cose che hanno una proiezione temporale di 30-40 anni persone che si ritrovano dopo 50 anni questo fa un effetto straordinario molto più dei viaggi su Marte perché ti dà un esotismo un esotismo assoluto per inciso mi mi è capitato tantissime volte poi in seguito di avere questi effetti di profondità temporale che erano descritti nella reche mi attraevano tanto quando lo leggevo a 14 anni e che adesso per me sono la norma dell'esistenza e per inciso Prust è morta a 51 anni cioè un'età giovane anche per i suoi tempi ma comunque io Io ho ampiamente superato il tempo di vita di Prust e quindi a questo punto colui il quale mi faceva da insegnante su che cosa significa essere vecchi e cosa significa essere tempo perduto apparei miei occhi un bambino con poca esperienza perché ha vissuto meno di me vengo all'ultimo punto quindi adesso riassumo soltanto rapidamente quello che ho detto vivere e questa doppia nozione che sembra descrittiva tutti vivono è normativa bisogna vivere bene ma chi ci riesce va a sapere poi sopravvivere ossia le varie strategie che vengono fatte per immaginare una vita dopo la vita e per inciso questa è una cosa che non avevo segnalato ma è importante considerare molto spesso queste strategie di immaginare una vita dopo la vita non erano semplicemente delle strategie per porre un tampone rispetto all'ipotesi della morte ma anche delle strategie per lenire i pesi dell'esistenza se tu sei un contadino nel Medioevo con una vitagama dormi con gli animali e eh hai freddo caldo lavori come una bestia e muori giovane pensare che questo è soltanto una specie di antipasto rispetto al pasto vero e proprio che consumerai in paradiso può essere estremamente consolante ovviamente poi le cose cambiano e questo non funziona più però questa è l'idea del sopravvivere poi ho descritto quell'esercizio tecnico che è così comune in tutte le persone anche se non lo sappiamo perché del previvere fanno parte anche le canzoni che ascoltiamo i film che vediamo i racconti che sentiamo i racconti che ci facciamo i pettegolezzi che facciamo sulla vita nostra altrui eccetera tutto questo è una forma di previvere perché chi ascolta si proietti in avanti rispetto alla vita e cerca di prendere degli esempi o di evitare delle dei dei pericoli c'è un ultimo punto che è quello del convivere allora tutto quello che ho detto fino adesso è qualcosa di poco consolante di poco piacevole nel senso che ho detto che la vita è una cosa difficile sei che scoperta che ci sono severi dubbi rispetto all'opportunità alla convenienza della resurrezione poi ho fatto un cautelogio della cultura e alla fine che cosa che cosa cava tutto questo allora ehm riflettendo e questo se vogliamo è un po' eh la scoperta dell'acqua calda che sta al centro di tutto questo libro eh noi il convivere cioè noi invece di cercare improbabili trascendenze nell'ald cioè pensare un al di là in cui noi eh chissà come vivremo e poi con chi eh dobbiamo pensare all'al di qua cioè effettivamente ciò che principalmente dà valore alla nostra vita nell'al di qua sono le relazioni che noi abbiamo con altre persone eh questo può apparirci non evidente eh per una parte importante della nostra vita ci può sembrare che solo alcune persone sono importanti per noi eh cose come grandi amori o cose di questo genere ma la verità è che eh eh molto spesso ehm la scomparsa di una persona per esempio ci fa capire quanto importante era per noi allora ragionando su una cosa di questo genere noi diciamo: "Va bene ma allora effettivamente vivere cos'era era vivere insieme a questa persona avendo in mente questa persona e avendo in mente questa persona vivente e in fondo l'unico modo in cui noi possiamo trascendere noi stessi cioè l'idea che siamo un puntino disperso nell'universo che vaga per l'universo senza aver senso che è un'idea che noi legittimamente possiamo avere ma che è tutt'altro che rassicurante che in realtà questo puntino sia collegato da legami più o meno solidi ma certe volte solidissimi terribili con con altri puntini e che questo dia sia senso per quanto senso possa avere all'esistenza per illustrare questo punto e qui e qui chiudo ma è solo per dar l'idea di questo che ho definito come una trascendenza nella di qua faccio riferimento in quel libro a un passo famoso che si può trovare tranquillamente su web ed è una lettera che Leonard Cohen che è stato un importante cantautore canadese eh morto ormai credo nel 16 comunque eh già vecchio che aveva ricevuto negli ultimi anni della sua vita l'informazione che Marianne Idel che era stato un grande amore della sua vita in gioventù per inciso è quella di quella canzone che forse avrete sentito So Marian eh quel addio Marian eccetera eccetera eccetera eh perché poi in effetti si erano lasciati però comunque era rimasto questa idea del grande amore della vita di Leonard Cohen e eh dice "Vedi in Marian siamo eh giunti a quell'epoca della vita in cui i nostri corpi cadono a pezzi e ehm so che tu sei molto vicino ma guarda che io ti sono vicino eh più vicino di quanto non pensi tanto che se tu alzi la tua mano e la metti dietro alle tue spalle sentirai la mia mano allora questa immagine di questi due che attraversano il limite tra la vita e la morte e lo attraversano eh come tendosi per mano vabbè questo è proprio eh è un patetico da due soldi però è effettivamente il significato che spesso ha il legame con altre persone all'interno della nostra vita un po' come quelle cose improbabili che si trovano a Pompei vedi delle persone che sono insieme in effetti erano insieme chissà si sono strette insieme nel momento in cui sono state coperte dalla lava è stato il movimento della lava che ha fatto sì che si stringessero insieme non si sa però effettivamente un'esperienza abbastanza comune è quella per cui eh morire da soli non è non è affatto bello tanto che per esempio eh durante il Covid in molti casi è stato permesso ai morenti di avere un tablet con cui potevano parlare con i loro parenti nel momento del trapasso tutto questo è visto dal negativo se lo guardiamo dal positivo ci rendiamo conto che il senso della vita se c'è consiste nel convivere con altri esseri viventi possibilmente non soltanto gatti o cani perché è facile aver ragione con un cane e o un gatto e eh tutto questo ci suggerisce che Aristotele non aveva poi sbagliato nel definire l'umano come un animale sociale vi ringrazio per la vostra pazienza [Applauso]