Alla favola del falcone. A me la raccontavano da bambina, ma io ci credevo, ci ridevo e ci piangevo. Gli volevo bene a quel falcone, al suo giovane padrone.
Erano amici. Allora, ricomincio dal cavaliere Federico Alberighi, giovane, bello, ricco e stimato in opere d'armi, ma infelicemente innamorato di Monna Giovanna, sposa bella, quanto onesta e affettuosa. Per lei aveva dissipato in feste, giostre e doni tutto il suo patrimonio, ma lei non se ne curò, non divorse lo sguardo.
Musica Federico si ritrovò povero, i creditori gli mangiarono tutto. Il medico non lo avrete mai. Cercò la solitudine nell'unica proprietà che gli era rimasta.
La conoscete? Si E ormai è un anno sta qui da noi Per il bambino Malato Un male strano Va e viene Ma ora sta meglio L'area di qui di Giova Va bene a tutti Anche al padrone avrebbe fatto bene È morto Sì, a noi altri ci ha dispiaciuto. Sì, è Giovanni. Vai tu a portare il nostro saluto.
SIGLA E' il mio migliore amico, e ora anche il tuo. E allora vuol dire che anche io e te ora siamo amici. Se mi prometti che lo porterai qui ogni mattina e mi insegnerai a tenerlo sul braccio.
Sì. No. Fa... ...co... ...e...
...e... Che dice? Fa... Che dice Melinda?
Cosa? Melinda non lo capisco. Benuccio, che dici? Che stai dicendo? Mamma, il falcone lascia guarda!
Se me lo regali io guarderò subito, te lo prometto. E' un cane da caccia anche lui sai, come il tuo falcone. Ma il falcone che vuole accarezzare? Ma questo canino?
Sono qui il mio ranuccio. Scusami, mi vorrei sedere. Fa caldo oggi, vero?
Io sono qui Federico, come dire, per ristorarti del danno che il tuo amore per me ti ha procurato. Ma quale danno Giovanna? Sono bene, tanto, se io sono quel che sono è per l'amore che ho per te.
Io sono qui per desinare insieme Federico, in amicizia. Qui? Da me?
Sì. Da me. Che c'è? Nulla.
Ma come nulla? Sei bianco come un cencio. C'è che io qui vivo solo. E questo lo sapeva? Il desinario lo preparo con le mie mani.
Sì, di selvaggina che cacci col falcone. Anche questo sapeva. Poi sei molto bravo.
Sì, ma ora non è la stagione. Ti aiuto io? No, grazie. Resta qui, ti prego.
Anzi, là. Che la vista è più bella. Io vado a preparare.
Grazie. Aiutami, che faccio? Lei è venuta qui da me e mi chiede una cosa piccina, io...
Lei non verrà più. Ti meraviglierai Federico. Quando ti dirò che il mio bambino...
Ma quando glielo dico? Prima o dopo il desiderio. Grazie a tutti.
Guardare così... È bello questo lino? Anche la tua valle è bella. Cos'hai, il lino di Gubbio? Eh?
Perché non hai mangiato nulla? Non ti senti bene? Federico, ti meraviglierai, lo so, quando ti dirò perché sono qui.
Mi fa piacere, certo, ma sono qui anche per chiederti un dono. Un dono? Io sono un uomo povero, ma per farti felice, che dono? È un dono a te molto caro. Diciamo che è stata la tua unica consolazione nella sfortuna.
È il Falcone. Come? Il Falcone, Federico.
Mio figlio si è talmente invaghito che se non glielo porto io ho paura, ho tanta paura, che lui peggiori nella malattia. Il Falcone. Sì. Qui non c'è nessun falcone. Non puoi, eh?
Ho capito che ti ricordi. Ecco il mio balcone Grazie a tutti. Federico degli Alberichi!
Noi siamo i tre fratelli di Monna Giovanna No, parliamo qui Io sono Ricciardo, il più vecchio e tocca a me parlare per prima Si è venuti qui a malincuore, te lo dico subito Giovanna, la che è morto il bambino, non ha mai lasciato la villa. È passato un anno ormai. Devi maritarti di nuovo.
Tu non immagini quante volte siamo venuti da Firenze con la lista dei pretendenti. I migliori della città, ci puoi credere. Ma che? Lei nulla.
Giovanna un giorno ci ha chiamato. Il maritere O ci ha detto. Come chiedete voi tre.
Ma ne prenderò soltanto uno. Federico degli Alberini. Quel Federico non possiede un pezzo di terra al sole.
Lo sai? Lo so, ha risposto lei. È povero. Ma voi fratelli miei?
Non conoscete la sua ricchetta d'animo? Io sì È un capriccio, è un capriccio da femmina E tu Federico Che stai lì solo soletto in silenzio Che dici? Sì o no?