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Storia della Prospettiva nell'Arte

Buongiorno, per chi non mi conosce dalle lezioni in presenza, io sono Cristina Candito, docente di fondamenti e pratiche di rappresentazione 1 e in questi filmati vi voglio presentare la storia della rappresentazione, in particolare la storia della prospettiva. Saranno dei brevi video che andranno a selezionare degli argomenti finalizzati ai nostri obiettivi del corso. e vediamo subito una sintesi schematica di quelli che sono gli elementi della geometria antica che possono essere interessanti per quali premesse della rappresentazione prospettica. La geometria nasce come metodo per la misurazione dei terreni nell'ambito della cultura dell'Antico Egitto e viene perfezionata, come è noto, in ambito greco. I protagonisti di queste acquisizioni sono Talete di Mileto, Pitagora, Euclide, che tra l'altro redige gli elementi che nelle varie traduzioni vengono utilizzati come libro di testo per lo studio della geometria fino alla metà dell'Ottocento. E poi per alcuni elementi ci interessano anche gli scritti di Apollonio di Perga, di Archimede di Siracusa e di Erone di Alessandria. Non ci deve spaventare tutto ciò perché ovviamente... gli elementi che ci interessano sono selezionati e li andremo a citare durante questa lezione. Non solo la geometria viene ad essere interessata, ma anche l'optica, l'optiché dei greci, che coincide più o meno con quella che è la nostra disciplina, motivazioni e fenomeni legati alla visione, e che i romani chiamavano perspectiva. interessante intreccio etimologico può essere approfondito insieme ad altri argomenti nella bibliografia che vi viene fornita alla fine della lezione. Un altro termine che rientra in questo contesto disciplinare è la scenografia, ancora oggi disciplina che si occupa della costituzione delle scene teatrali e in antichità teoria delle ombre, della loro rappresentazione e configurazione. Per quanto riguarda la visione Prevalevano due teorie contrapposte, quelle per le quali la luce scaturisce dall'occhio, l'estromissione che verrà adottata da alcuni testi che vedremo e pur assumendo questa errata convenzione non vanno a portarci fuori strada dal nostro punto di vista, e quella dell'intromissione che invece prevede che siano gli oggetti a colpire l'occhio con degli elementi e quindi a suscitare la visione stessa. L'Otica di Euclide, ad esempio, quindi lo stesso autore degli elementi scrive questo testo fondamentale per la disciplina dell'Otica, è basata sulla teoria delle sommissioni, ma qualunque sia il verso di questo elemento la sua direzione è corretta, quindi ci interessa molto aver sottolineato sulla scorta di studi precedenti che vengono però sistematizzati da Euclide la presenza di raggi rettilinei. Un'altra... elemento molto interessante è quello del coro visivo che ha vertice nell'occhio e la base che circonda la cosa veduta. Vedremo come questo elemento ritornerà proprio nella prospettiva quattrocentesca e descrive in varie proposizioni Euclide fenomeni legati alla grandezza, alla posizione apparente degli oggetti. Per occuparsi poi in altre parti del testo alla catottrica, cioè la teoria degli specchi, e anche in un postulato della diotrica. L'ottica di Telomeo, più evoluta, si basa sulla stessa teoria e anche sull'andamento rettilineo dei raggi, ma presenta un'evoluzione soprattutto legata alle applicazioni e alle modalità sperimentali. Questo qui è uno schema che rappresenta lo strumento descritto da Telomeo e che prevede la possibilità di misurare gli angoli di incidenza e di riflessione che si vanno a verificare attraverso una superficie riflettente. Ancora più interessante forse per i nostri studi è un altro scritto di Ptolomeo, La Geografia, che doveva essere corredata, come descritto dal testo stesso, da una proiezione della sfera terrestre del mondo conosciuto. Questa proiezione avveniva a partire da un centro situato su una ortogonale alla Terra stessa. e questo testo sarà fondamentale per la sua riscoperta in ambito umanistico e quindi viene individuato dagli storiografi della prospettiva come uno degli elementi fondamentali per la rinascita della prospettiva stessa. Altri elementi geometrici che possono interessarci sono questi legati alla figura di Eratostene di Cirene e alla misura della Terra. In questo schema vedete un'illustrazione del ragionamento che viene adottato da Eratosme che riguarda la direzione dei raggi solari e la possibilità attraverso questi, attraverso un ognomone, attraverso l'ombra dell'ognomone stesso, quindi un palo piantato per terra, di andare a individuare la misura della circonferenza della terra, con un ragionamento che lascio poi al vostro approfondimento. E ancora una proiezione, questa volta delle ombre. di una cosa veduta, ma che è basata sullo stesso fenomeno, a determinare conoscenza di un qualche cosa che era ovviamente inconoscibile ai tempi e che conduce ad una misurazione effettivamente molto vicina a quella reale che oggi conosciamo attraverso strumenti ben più complessi. La storia di questa misurazione tra l'altro è molto interessante e vi invito eventualmente ad andare ad approfondirla. citare quelle che sono le evoluzioni artistiche di questa grande cultura, la cultura greca. Non posso qui illustrarla ma vi richiamo alla grande bellezza, alla perfezione che viene raggiunta in un percorso che va dalla scultura arcaica a quella classica, quella ellenistica e che prevede delle intenzioni artistiche che hanno... caratterizzato tutta la cultura occidentale appunto fino all'Ottocento, e la pittura vascolare che ci interessa ancora di più proprio perché è rappresentazione bidimensionale di fatti tridimensionali e che ci dà un'immagine almeno parziale di quella che doveva essere la perduta grande pittura greca. Alcuni elementi di questa pittura vascolare ci possono servire per vedere come la rappresentazione della profondità attraverso l'architettura fosse un tema molto interessante per la pittura greca. E questo probabilmente perché è legato a tutte le acquisizioni geometriche e ottiche che abbiamo citato e a delle intenzioni artistiche che ovviamente conosciamo dalla storia dell'arte e che vi chiedo eventualmente di riguardare se vi foste dimenticati. ma comunque legati ad un interesse per il canone, la proporzione, e quindi questo rapporto tra figura e architettura è un qualche cosa che ci riguarda da vicino e che interessava molto anche l'antica Grecia. Anche in questo caso abbiamo un'architettura con delle figure inserite e la profondità viene a essere rappresentata e rispettata in maniera esemplare. con i compromessi che la figurazione richiede. Quindi in questo caso, ad esempio, una colonnina che doveva essere in primo piano avrebbe nascosto una figura. Viene portata in secondo piano, senza però compromettere la visione di insieme e conservare la figurazione. Quindi andiamo a spostarci ad un altro mondo, che è quello dell'antica Roma, per andare a vedere alcuni episodi anche in questo caso in maniera molto sintetica. In particolare partiamo da Tito Lucrezio Caro, poeta noto per il suo Dereron Natura, composto in maniera da illustrare una svariata molteplicità di fenomeni e intenti didascalici. In particolare, in questo mare di conoscenze ci interessano alcuni versi che descrivono un portico e le sue apparenze. E va a descrivere qualcosa che posso illustrare in questa maniera, con una foto di un portico e con la convergenza delle linee in un punto. Questo non è il cono visivo euclideo che aveva il vertice nell'occhio, ma è proprio la rappresentazione prospettica, la convergenza delle linee. in questo caso perpendicolari al quadro, come usiamo dire in termini moderni, in un punto che è il punto centrico. Questo è perfettamente descritto da Lucrezio. La prospettiva era nota e probabilmente era nota già nei secoli precedenti, questa è una descrizione che ci arriva. Vitruvio, noto agli architetti per tantissimi motivi, è anche noto per aver dato una prima definizione di questa scenografia che va a coincidere con, per alcuni studiosi, con quella che è la rappresentazione prospettica. Parlando della rappresentazione dell'architettura, architettura, parla di icnografia, che è la pianta in cui lo caldimento, ortografia, che è l'alzato, e appunto di scenografia, che probabilmente è qualche cosa che riguarda elementi esterni di cui alcuni risultano in scorcio, grazie alla convergenza ad un centro, probabilmente il punto centrico. La descrizione è fumosa, ma senz'altro il soggetto è quello, anche se sui dettagli C'è molto dibattito, critico. Un'altra citazione che ci interessa, sempre di Vitruvio, in un altro libro, il settimo, viene descritta la maestria di Agatarco, grande scenografo, ad esempio per la scena e l'ambientazione di una tragedia di Eschio. E cita anche altri studiosi, più che studiosi, artisti dell'immagine apparente appunto che sono... Democrito e Anassagora. Abbiamo un maggior numero di documenti sulla rappresentazione bidimensionale riguardanti la cultura romana che sono anche interessanti perché sono ispirati senz'altro anche ai capolavori greci. Come sapete il grande giacimento in questo senso è quello costituito dalla pittura pompeiana comprendendo in questo termine anche i dintorni di Pompei. I critici hanno spesso classificato gli stili rinvenuti nelle pitture pompeiane in quattro principali, ma ci interessa relativamente questa classificazione se non per dire che in più di uno stile come il secondo e il quarto troviamo un interesse per le architetture, le architetture rappresentate con effetti di profondità. in modalità pseudoprospettiche e nel terzo stile un interesse anche per gli sfondati che vanno a rappresentare ambientazioni di architetture, sì, ma all'interno di scene di paesaggio. Quindi vediamo qualche esempio noto, questi sono i riti dionisiaci, appunto al secondo stile, e il terzo stile, quindi paesaggi, architettura, questo è un dettaglio. di un'architettura inserita in un paesaggio e anche elementi di folklore come ad esempio l'illustrazione di un episodio di cronaca, una rissa avvenuta all'esterno dell'anfiteatro pompeiano dove viene rappresentato l'anfiteatro, quindi sono documenti iconografici anche interessanti proprio per andare a ricostruire le caratteristiche architettoniche. Questo è uno dei ruoli della storia della rappresentazione e ci sono anche qua un po'di contraddizioni prospettiche, di compromessi che vanno però a essere giustificati dalla necessità di narrazione di questo episodio, più che della rappresentazione dell'architettura, che ne costituisce quindi la scenografia. Si parla spesso, a proposito della prospettiva romana antica, di asse delle fughe, oppure di prospettiva a spina di pesce perché le linee prospettiche, le linee principali che possiamo andare a reperire nell'architettura non vanno a convergere in un solo punto come Lucrezio dice di ben sapere ma vanno a convergere lungo un asse. Questo però non va a inficiare quell'elemento, quella suggestione di profondità che forniscono queste pitture. è stato rinvenuto ad esempio in un affresco scoperto nel 1961 a Roma e l'individuazione invece proprio del punto centrico e quindi della convergenza delle linee prospettiche proprio in un centro unico quindi Esiste, viene utilizzato propriamente quando lo si ritiene opportuno a livello figurativo, un po'come faranno anche gli artisti nei secoli che verranno. La prospettiva è uno strumento espressivo per loro e quindi viene utilizzato quando è ritenuto opportuno, nella maniera propria. Ma la prospettiva non è solo la convergenza delle rette tra loro parallele in un solo punto e in particolare delle rette perpendicolari al quale. Vedremo che occorreranno ulteriori passi per poterla chiamare prospettiva e non pseudoprospettiva, anche una sua teorizzazione e una sua estensione a diverse casistiche che non sono appunto sempre riconducibili a questa visione frontale dell'architettura. Quindi questi tratti fondamentali da ricordare riguarda l'antichità che costituiscono la premessa per quello che sarà la prospettiva. Viste le premesse appena introdotte possiamo parlare di nascita della prospettiva o meglio di rinascita della prospettiva quando questa riapparirà dopo alcuni secoli in cui questo non è che venga ad essere dimenticato o ignorato dal punto di vista nozionistico ma semplicemente non considerato come un modo interessante per l'espressività. questo per motivi che esulano dalla presente trattazione e che riguardano la natura della raffigurazione del primo medioevo. Ma abbiamo dei fenomeni che si svolgono sia in Oriente che in Occidente che ci fanno riavvicinare a questa logica. Nella vastità degli studi arabi che si svolgono in questi secoli che vanno dal IX all'XI, cito il picco che è riconosciuto nell'opera di Alazène, nel suo libro di Ottica. I testi arabi di questo periodo derivano direttamente dalle fonte antiche che nell'Occidente in quel momento risultano perdute, non considerate, e vanno ad aggiungere anche delle notazioni e degli interessi particolari. Allora si tratta di tutto quello che è il contenuto dell'ottica antica, la fisiologia, quindi il funzionamento dell'occhio, il discorso della rettilinearità dei raggi e alla Zenz posa la teoria dell'intromissione, quindi la corretta sensazione del verso dei raggi luminosi verso l'occhio. E questo lo fa proprio attraverso... La descrizione di uno strumento che è già di per sé molto innovativo e fuori eroghi grandi, portati a livello figurativo, la camera oscura, come sapete, riproduce il funzionamento dell'occhio umano ed è l'antenato della macchina fotografica. Il suo funzionamento viene descritto proprio per dire come, quando i raggi luminosi raggiungono l'occhio, questi producano una sensazione dolorosa. Questo da parte di Alazè. Il funzionamento è questo, una scatola scura nella quale viene praticato un occhio che oggi viene chiamato foro stenopeico e che portando a convergere i raggi provenienti dall'esterno questi si invertono e vanno a ricostruire un'immagine invertita e capovolta nella parete opposta della scatola stessa. Questa è una raffigurazione moderna, suggestiva di questo fenomeno. e quindi anche interessante vedere come la prima edizione a stampa di questo importante testo si verifichi nel 1572 e sarà portatrice di grandi sviluppi in ambito prospettico e strumentale perché Camera Oscura interesserà, interessa anche quel grande movimento che viene individuato denominato come scuola prospettica nel senso di scuola di ottica di Oxford e che raggiunge il suo massimo con Roger Bacon, la sua Opus Maius del 1268 dove vengono indicate le tre modalità di propagazione della luce, quella diretta, l'ottica, quella riflessa, la catottrica e quella attraverso un mezzo diverso che è la diottica. e viene perfezionato il funzionamento della camera oscura con uno specchio davanti al fuoco che permette l'attrezzamento dell'immagine. e quindi insieme alla tecnica così come curiosità c'è anche l'ottica meteorologica cioè che riguarda le sfere del cosmo e che studia i fenomeni dell'arcobaleno e delle comete, queste ultime ritenute un fenomeno ottico ovviamente in maniera. Ma veniamo al 400 e nel momento dello sviluppo. dell'umanesimo che si rende erede e sviluppatore di tutte quelle che erano le nozioni dell'antichità e dell'eredità che è arrivata attraverso la cultura medievale. Filippo Brunelleschi è un personaggio da studiare sotto vari punti di vista, è un orfo, uno scultore di nascita, cioè di formazione giovanile. Uno scultore lo troviamo coinvolto nel famoso concorso contro il grande e affermatissimo scultore Lorenzo Ghiberti, e perdere in questo caso, e lo troviamo invece vincitore del concorso per la cupola di Santa Maria del Fiore, che come noto è da lui realizzata come grande innovazione tecnologica architettonica, come autore di svariate opere architettoniche, oltre che anche scrittore in versi. Per quanto riguarda la storia della rappresentazione e la storia della prospettiva è individuato come il suo inventore, scopritore, dipende dai punti di vista. Senz'altro viene descritta da più fonti la sua sperimentazione con due tavolette che illustrano appunto la prospettiva e probabilmente queste sono perdute, quindi non sappiamo esattamente che cosa potessero fornire, ma sicuramente qualche cosa. che poteva dare indicazioni circa la costruzione prospettica e senz'altro il suo effetto spettacolare. Ad esempio la prima tavoletta, che può essere illustrata in questa maniera, rappresenta il Battistero di Firenze, ripreso dall'interno della cattedrale stessa. Ponendo uno specchio davanti a questa tavoletta che reca un foro proprio in coincidenza del punto centrico, viene a... riprodursi un'immagine riflessa della stessa che va a sostituire la presenza del battistero stesso, quindi senza specchio vedo il battistero, con lo specchio vedo la tavoletta e oi boh vedo la stessa cosa, grande magia della prospettiva degli effetti speciali del Quattrocento. Qua vedete una riproduzione che è conservata, è stata effettuata e conservata ora al Museo Galileo di Firenze. Questa è una citazione di una delle fonti, l'architetto Filarete, che descrive l'esperimento di Brunelleschi. Leon Battista Alberti è il primo a scrivere sulla prospettiva, ma dedica a Brunelleschi la versione italiana del suo testo, riconoscendo in qualche maniera la paternità del metodo. anche se non viene descritto propriamente. I posteri attribuiranno a Brunelleschi una costruzione legittima, che vedremo in qualche cosa che si può anche riprodurre oggi, anche se non è il metodo migliore per costruire la prospettiva, e ad Alberti la costruzione cosiddetta previa. I tre libri del De Pictura di Leon Mattista Alberti, anche un personaggio poliedrico. anzi è considerato quasi il precursore di Leonardo da questo punto di vista perché è un letterato, un umanista ed è un architetto e tante altre cose, anche un atleta sembra. Nei suoi tre libri delle tre arti maggiori illustra l'importanza delle arti figurative a livello proprio culturale. E questo ha questa proposta. è dedicato il terzo libro del De Pittura dove la figura del pittore è individuata come la figura di un intellettuale quindi con un tema che sarà poi caro anche a Leonardo da Vinci, un intellettuale e un scopritore, come ne sa per Leonardo. Negli altri due libri troviamo delle descrizioni proprio che ci interessano particolarmente legate alla prospettiva. Nel libro 1, ad esempio, c'è la definizione della piramide visiva, che è praticamente il cono visivo descritto da... euclide, potete capire come la figura si distingua solo per l'elemento che va a contornare, quindi piramide o cono è abbastanza simile, ma quello che è interessante è che Alberti va avanti parlando della sua intersegazione, cioè lui interessa il fatto che esista una proiezione, la costituzione della piramide con i fili, i raggi rettilinei che congiungono l'occhio all'oggetto. e della sua sezione, l'intersegazione, sono le operazioni fondamentali della geometria proiettiva. La costruzione abbreviata è questa che permette di costruire il famoso quadrato quadrettato che verrà tanto usato dai pittori e per loro è proprio pensato e ideale. È fatta così in un'interpretazione che possiamo vedere che traspone in linguaggio contemporaneo. Abbiamo un osservatore che viene ribaltato di profilo insieme al quadrato quadrettato. quadro e quindi i fili che vanno a congiungere gli elementi significativi come i punti della base di questo quadrato vanno a intersecare il quadro stesso e a individuare lo scorcio del quadrato correttato, quindi la riduzione delle distanze delle linee con la profondità. Nel secondo libro Alberti illustra anche uno strumento prospettografico il più semplice e forse anche il più efficace visto che è stato utilizzato per tanti secoli dai pittori e ancora adesso può essere utilizzato da chiunque voglia dilettarsi nella coppia dal vero. Si tratta di un semplice reticolo di fili che sono intelaiati in questo caso nel legno, si può usare anche un elemento per permettere all'occhio di... ovviamente un solo occhio e nell'altro va tappato, di andare a traguardare l'oggetto che può stare al di là di questo rettico e quindi andare a riprodurre su un foglio lo stesso rettico e quindi per proporzioni andare a riprodurre dal velo. Il primo autore che dedica un intero libro alla prospettiva è Piero della Francesca, noto credo a tutti come pittore, autore tra l'altro di questa flagellazione, e noto però... negli ultimi decenni anche come matematico, autore di un trattato d'Abaco e del De Perspectiva Pingente, dove cita e descrive la pittura come composta di tre parti e inizia subito ad escrivere la prospettiva in tre libri di stili, la prospettiva di figure piane orizzontali, la prospettiva di solidi, astratti e abitetture e poi di elementi. più complessi come i particolari architettonici dei capitelli o addirittura il teste umane per le quali userà un metodo particolare. Qua si raggiunge per gradi quella che è la costruzione abbreviata albertiana e quindi vediamo la costruzione, questo qui è l'occhio dell'osservatore, qua manca la proiettante ma è la sua intersezione che va a determinare la... profondità del perimetro del quadrato. In altri teoremi va a illustrare la quadrettatura e lo fa ad esempio pure il metodo della diagonale, non è ancora l'individuazione del punto della distanza, ma permette di andare a modulare queste profondità, non più come avveniva nel medioevo con dei rapporti proporzionali legati ai numeri. ma in una maniera grafica, quindi proprio sulla tradizione albertiana. Questo qui è quello che si può riassumere schematicamente dai teoremi XV-XXIII di Piero della Francesca, quindi una costruzione compiuta della prospettiva a partire da una sua misurazione, ma può essere letta anche come la sua restituzione, perché vedete come il percorso... corso della costruzione della prospettiva può nel suo inverso condurre dalla prospettiva alla vera forma del soggetto rappresentato attraverso gli elementi che ovviamente qua sono indicati con notazioni moderne. Questo qui è il confronto dei due mito di Albertiano e Pierfrancescano, quindi vediamo la intersegazione della piramide visiva e quindi la costruzione abbreviata. di Alberti, sul metodo dei raggi visuali si basava anche la costruzione legittima di Brunelleschi, un po'più complessa, un po'più lunga, questo appunto è più facile da individuare, e la costruzione è basata sulla diagonale. di Piero della Francesca. Questa è la costruzione suggerita per gli elementi complessi che abbiamo citato, è basata sui punti ed è una, e senz'altro precorre le proiezioni ortogonali mongiane perché la rappresentazione viene effettuata per pianta e profili a prospetto per poi andare a costituire con queste tre dimensioni l'immagine prospettica del soggetto stesso. Manifestazioni artistiche 4-5 centesche sono veramente innumerevoli quindi citerò soltanto alcuni episodi fondamentali come la Trinità di Masaccio, qua vedete una ricostruzione dello spazio attraverso la restituzione prospettica di questo dipinto che è proprio un manifesto della prospettiva che ai tempi addirittura qualcuno disse che era stato realizzato da Brunelleschi e non da Masari. Episodi minori sono costituiti da una sintesi effettuata dallo stesso Lorenzo Ghiberti che nella sua arte non propone delle grandi innovazioni infatti. prospettico ma è la prima storia dei precedenti della prospettiva e non solo per quanto riguarda la storia dell'arte è uno dei fondamenti. Francesco di Giorgio Martino proprio per il suo interesse all'architettura e all'ingegneria va a riscoprire un metodo antico di misurazione che è basato proprio sul teorema di Talete che nasce proprio in maniera sperimentale e quindi le proporzioni che sono legate in questo caso però alla superficie speculare orizzontale che viene quindi a sfruttare sia le leggi dell'ottica, l'uguaglianza dei raggi incidente-riflesso che quelli della proporzione di Talete. Paolo Uccello noto per essere impazzito secondo la descrizione di Vasal per la prospettive quindi per volerlo applicare sempre con maggiore perfezione e proprio per oggetti e contesti dei suoi dipinti. Qua abbiamo la rappresentazione del mazzocchio cosiddetta che riguardava un copricapo tradizionale fiorentino quattrocentesco e che viene rappresentato per sfaccettature geometriche. Molto moderna questa rappresentazione. Allora questi qui sono gli elementi della rinascita, le premesse e i protagonisti più importanti. Quindi abbiamo a tutti gli effetti una nuova scienza di cui troviamo riflessi nell'arte, come conosciamo appunto dalla storia dell'arte e abbiamo una caratteristica diciamo geografica che va a collocare l'Italia. come centro di studi e di sviluppi e che vedremo nel proseguo sarà di grande importanza. Qua la bibliografia che è essenziale nei testi che si possono citare per approfondimenti e che si possono consultare per andare a studiare i singoli autori e opere. Grazie.