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Filosofia Ionica e Archè

Il nostro mondo ci appare spesso molteplice, cioè ci appare come qualcosa pieno di tante cose tra loro diversissime, diseguali, senza una radice comune, ma è proprio così. Oppure dietro a questa apparente molteplicità c'è qualcosa di unitario, c'è qualcosa che accomuna tutte le cose, noi esseri umani, la materia e il mondo totalmente. questo è un bel quesito, un quesito che ha attraversato la storia della filosofia ma che ha preso avvio proprio nelle prime scuole filosofiche e oggi vediamo proprio la primissima di queste scuole filosofiche, quella che almeno la tradizione ci ha tramandato come la capostipite delle scuole filosofiche, cioè la scuola ionica di Mileto, fondata da Talete e proseguita con Anassimandro e Anassimene. Oggi vi parlerò di tutti e tre questi primi filosofi e cercheremo di capire. che risposte danno al quesito da cui siamo partiti. Andiamo a cominciare. Il caffè, Batman e io perché... E' qui per la prima volta, mi chiamo Ermanno Ferretti, sono un insegnante di storia e di filosofia e in questi video cerco di presentare un percorso, diciamo, proprio come quelli che si fanno a scuola per capire un po' le cose più importanti della storia, della filosofia e della storia in generale. Oggi parlo di filosofia, abbiamo già visto alcuni inizi di questa disciplina, abbiamo detto che cos'è la filosofia e abbiamo visto dove si è originata e in descrizione vi lascio. i link per recuperare quelle prime lezioni. Ma come vi dicevo, in questo video voglio presentarvi la prima scuola filosofica, o almeno quella di cui abbiamo notizia, perché magari forse ne sono esistite anche altre, ma non ci sono state tramandate. La prima di cui abbiamo memoria è la cosiddetta scuola ionica. Scuola ionica perché nasce in una città della Ionia, così era chiamata quella zona, cioè la costa dell'attuale Turchia. dell'Anatolia, proprio della penisola turca, la costa che si affacciava di fronte alla Grecia, una costa abitata da popolazioni greche, da greci, dove erano state fondate colonie greche, da coloni, da mercanti. Come vi dicevo l'altra volta, è importante rimarcare questo fatto proprio perché i primi filosofi iniziano a fare la loro attività, iniziano a pensare anche per il fatto che vivono in città dinamiche. in città aperte, in città democratiche, in città mercantili, in cui si conoscono altre culture, in cui ci si dà da fare, in cui si è aperti anche a nuovi pensieri, nuovi modi di fare, di essere e di riflettere. Mileto è una di queste, è una città molto importante dell'epoca, appunto sulla costa turca, non lontano da Efeso, da altre città greche importantissime di quella zona. E proprio a Mileto abbiamo i primi tre filosofi, quelli che sappiamo essere tre tra i principali pensatori di quell'epoca. Sto parlando di Talete, di Anassimandro e di Anassimene. Perché li mettiamo insieme? Un po' perché vivono tutti e tre a Mileto, un po' perché si conoscono anche, perché stiamo parlando di generazioni successive, Anassimandro è un po' più giovane di Talete, suo allievo, collaboratore, eccetera. Anassimene idem con Anassimandro. Ma poi vedremo più nel dettaglio questi tre pensatori. Ma un po' anche perché tutti e tre questi pensatori hanno uno stesso obiettivo. Cioè si pongono una domanda che è fondamentale, che sarà fondamentale per tutte le prime scuole filosofiche. Quella che vi anticipavo nell'introduzione, cioè il mondo che ci appare così diverso, così mutevole, così cangiante, così molteplice, tutto sembra diverso, tutto sembra molto... Non è che per caso, dietro a questa apparente molteplicità, ha una radice comune, ha una base comune, c'è un qualcosa, un principio, base, da cui poi si sono originate tutte le cose? Questa è la domanda. Questo principio base, che adesso vediamo meglio, lo chiameranno archè. Cerchiamo di capire bene che cos'è l'archè. Useremo spesso la parola greca invece di tradurla in italiano perché se la traducessimo in italiano troppo semplicemente rischeremo di perdere una parte del significato di questo termine. Perché? Perché intanto noi possiamo tradurre l'archè come principio, ma in realtà il principio fotografa solo una parte del significato di questo termine. Vi spiego meglio. e loro intendevano questo archè come qualcosa dal doppio più significato, della doppia valenza. Da un lato l'archè era per questi pensatori il principio da cui tutto aveva avuto origine, cioè il punto di partenza da cui si era originato il mondo, la materia, le cose. Quindi una sorta di scintilla, chiamiamola così, poi vedremo meglio cos'è, da cui tutto ha avuto origine. Potremmo dire una sorta di big bang. per capirci con un linguaggio scientifico più moderno, qualcosa che ha generato le cose, che è responsabile dell'esistenza delle cose, un principio generatore, ok? Il principio da cui si è originato tutto. Quindi, tante cose che però forse hanno avuto partenza da una cosa sola, come dice in fondo oggi la scienza col Big Bang. Noi diciamo che il nostro mondo è uno tra moltissimi mondi, che dentro il nostro mondo ci sono moltissime sostanze. esseri viventi, esseri inanimati, eccetera, eccetera, eccetera, tutto diversissimo, ma tutto ha avuto origine da qualcosa di unitario, il Big Bang. Quindi, principio generatore. Ma non è solo un principio generatore, l'archè è anche un principio conservatore. Cosa significa? Significa che per questi filosofi antichi, questo principio alla base di tutto, non è solo ciò da cui tutto è nato, ma anche ciò che fa continuare tutto ad essere ciò che è. Cioè qualcosa che conserva le cose, ovvero non è solo qualcosa, la scintilla da cui tutto è partito, ma anche qualcosa che continua ad essere presente dentro le cose. Cioè non è solo il Big Bang, il Big Bang fotografa solo una parte di queste idee di Archaic e anche qualcosa che continua a essere presente dentro ad ogni cosa presente nel mondo e dà vita in qualche modo a questa cosa, fa sì che quella cosa esista. È un principio che dà la vita, che dà l'esistenza potremmo dire. E secondo questi filosofi antichi è ciò che ha dato origine e ciò che mantiene in vita le cose. Capite, per questo il Big Bang fotografa solo una parte di questo discorso. Oggi noi cosa potremmo dire di equivalente? Esiste qualcosa nella scienza moderna di paragonabile all'arche per come lo intendevano loro? Ma forse, che so, l'atomo? o le particelle subatomiche, no? In fondo, i protoni, i neutroni, gli elettroni sono presenti in tutto. Sono presenti in me, sono presenti nella telecamera che mi sta riprendendo, sono presenti in voi, sono presenti in una roccia, sono presenti su Marte, sono presenti ovunque. Sono una sostanza, invisibile a occhio nudo, ma presente, che è presente in tutte le cose. che dà in un certo senso resistenza alle cose, perché l'atomo o le particelle subatomiche danno origine ai conglomerati, alle molecole, alle cellule, eccetera, eccetera, eccetera. Quindi è come il mattoncino più piccolo che forma ogni cosa. Capite? Quindi l'arche per loro è un mattoncino che forma le cose Grazie. e che però ha fatto anche nascere le cose. Per questo si chiedono, esiste qualcosa del genere? E se sì? Se esiste un principio generatore e conservatore, cosa è? Questa è la grande domanda. Per questo dovete capire che questi filosofi, che noi studiamo come qualcosa di lontanissimo, antico, e per certi versi anche molto ingenuo, adesso vedremo cosa trovano come archei, e in fondo sono cose che all'occhio del luogo moderno appaiono ingenue. Ma in realtà erano molto moderni, hanno anticipato alcune idee che poi la fisica, la chimica e la biologia hanno ripreso solo in epoca moderna. Fatto è vero che quando faremo il Rinascimento e poi le varie evoluzioni scientifiche, vedremo che di colpo gli scienziati del 600 e del 700 riscopriranno questi vecchi filosofi greci antichi, presocratici, cosiddetti perché vissuti prima di Socrate, e diranno, ma insomma questi magari in maniera ingenua. Magari senza le dovute prove, le dovute osservazioni, I limpidi che però qualcosa avevano capito del mondo, qualcosa avevano intuito e magari possiamo trarre ispirazione da essi. Effettivamente molti faranno questo, fino nella filosofia del Novecento troveremo filosofi della scienza che diranno beh, questi presocratici, bisogna un po' rivalutarli. Effettivamente erano, da questo punto di vista, molto moderni. Anche perché questo loro concetto dell'archeo va legato strettamente al concetto di physis. La parola greca da cui deriva fisica ovviamente, ma physis era la natura. La natura intesa però in senso più ampio di come a volte la intendiamo noi, perché physis nella sua etimologia, questa parola greca, deriva da un verbo che vuol dire produrre, generare. La natura era, la physis meglio ancora, era ciò che generava le cose, ciò che generava il mondo, era un principio generatore, quindi l'archè era qualcosa di estremamente fisico. nel senso greco del termine. Era qualcosa di presente nel mondo e che manteneva vivo il mondo. Il mondo era qualcosa di vitale, di vivo, perché mantenuto in vita dallo stesso principio generatore, dalla physis, dalla natura. La natura dà la vita. La natura è vita. Nella natura dobbiamo cercare la radice delle cose. Questo è il senso generale, capite? Questo è importante perché d'altronde questi primi pensatori saranno tutti dei naturalisti, poi a un certo punto ne parleremo dei cosiddetti fisici pluralisti, fisici naturalisti, ma in generale possiamo già dirlo anche per questi di Mileto, sono dei naturalisti, cioè cercano di capire qual è la base della realtà, la base del mondo guardandosi attorno, guardando la natura, che è d'altronde l'unica cosa che hanno da poter studiare, è ciò che gli si presenta davanti. Ed è chiaro anche perché fanno questo. Fanno questo perché cercano di capire il senso del mondo. Potete pensare che l'uomo dell'antica Grecia era un uomo che viveva in un mondo popolato da forze che non sapeva spiegare. Il mito attribuiva spesso queste forze agli dèi, al volere degli dèi, ai capricci degli dèi. Il filosofo inizia a dire, forse più che... Dire sono gli dei a provocare questo, sono gli dei a provocare quest'altro, dovremmo cercare di capire se ci sono delle leggi dietro a questi fenomeni, se ci sono dei principi dietro a questi fenomeni, cioè se c'è un archè. Capite che qui stiamo passando da una dimensione mitica, in cui gli dei sono la causa delle cose, a una dimensione fisico-filosofica, in cui sono gli elementi della natura la causa delle cose. un po' alla volta ci stiamo avvicinando a una filosofia e a una scienza già un pochino più mature. Prima di vedere i tre filosofi nel dettaglio, quelli che vi ho già citato tra leite, anasimana e anasimene, anche perché non c'è moltissimo da dire, vorrei dirvi un'ultima cosa su questo archè. E cioè vorrei introdurre tre termini un po' strani, un po' particolari, ma che è bene capire, magari poi ad alcuni di essi dedicherò anche un video nello spazio dei dizionari di filosofia che vi linko in descrizione. Ma vale la pena introdurli adesso? Perché normalmente gli studiosi dicono che questi primi filosofi, quelli di Mileto in particolare, sono monisti, ilozoisti e panteisti. Cosa vogliono dire queste parole strane? Sono strane ma importanti, vanno un pochino fatte proprie, perché le troveremo spesso nella storia della filosofia. Monisti, deriva da monos, uno. cioè ritengono che sì il mondo è molteplice il mondo è variegato ma questa molteplicità è soprattutto un risultato o addirittura un'apparenza in certi casi dietro alla molteplicità sta l'unità Alla base di tutto, come vi ho detto, c'è un principio unico, unitario. C'è un'unica cosa che dà vita a tutto. Quindi le cose presenti nel mondo sono rimandi, riflessi, modi di porsi di quell'unico principio. Quindi monismo è un termine che si usa per tutte quelle filosofie che ritengono che la vera radice delle cose sia una. Parleremo invece anche più avanti di dualismo a volte per chi pensa che siano due principi delle cose e così via. Però i monisti un principio e loro sono d'accordo, l'archè è questo principio unico. Questo è il monismo. Vi ho detto poi ilozoisti, cos'è l'ilozoismo? L'apostrofo ilozoismo. L'ilozoismo è quella concezione filosofica che ritiene che dentro alle cose ci sia un principio che dà la vita. cioè che la materia non sia mai veramente materia è inanimata. È vero che guardando me, guardando gli esseri umani, la materia in questi casi è animata. Guardando Batman, che è sempre qui inaguato, che vuole sapere, noi potremmo dire che questo Batman, o Pappetto, è inanimato. Ma è davvero inanimato? Secondo i filosofi di Mileto, no, perché anche lui è il prodotto di quell'archè. E se quell'archè è il principio generatore, conservatore, ciò che dà vita le cose, allora anche dentro a questo battito c'è una traccia quantomeno di quell'archè, c'è un rimasuglio di quell'archè, ci sono gli elettroni, diremmo noi oggi, per usare la nostra metafora, chiaro che i filosofi di Mileto non parlano di elettroni, però c'è un archè, c'è un principio, e questo principio è vivo, lo rende vitale. D'altronde noi moderni diremmo, ci sono gli elettroni che si muovono, sembrano animato, ma in realtà c'è un movimento, una certa animazione, un dinamismo, un'energia, capite? La stessa cosa dicono gli illozoisti. Gli illozoisti ritengono che anche la materia inanimata abbia una certa carica di energia, una certa vitalità. Ok? E' questo. sicuramente contraddistingue i filosofi di Mileto per i quali l'archeia è questa carica. Infine, terza parola che vi ho usato, panteisti. Cosa vuol dire? Cos'è il panteismo? Parola che troveremo infinite volte. Pan in greco vuol dire tutto, teos vuol dire Dio, panteisti tutto è Dio. I panteisti sono quei filosofi, che troveremo dall'antichità fino anche ai giorni nostri in filosofia che ritengono che diciamo Dio non quella di maiuscola, Dio come principio generatore, Dio in astratto il principio delle cose, ciò che ha generato le cose possiamo chiamarlo Dio, possiamo chiamarlo i monotimori ciò che ha generato le cose non è qualcosa di esterno alle cose estraneo al mondo, staccato dal mondo ma è qualcosa che si confonde col mondo stesso è presente dentro alle cose cioè Dio è parte del mondo Dio è tutto Panteismo. Dio è in tutte le cose. Se noi pensiamo all'archè di questi filosofi che dicono l'archè è ciò che genera, allora l'archè è Dio, non è un Dio persona, ma è un principio divino, è un principio generativo, generatore. ok questo principio non sta altrove sta dentro ad ogni cosa dentro me sta dentro al divano sta dentro batman sta dentro a voi e quindi è dentro ad ogni cosa e quindi fantismo ora vediamo questi tre filosofi partiamo dal talete quello che ti tradizionalmente viene posto come primo filosofo della scuola di Mileto, anche perché era il più anziano. Gli anni di nascita e di morte sono un po' vaghi, come sempre, con questi filosofi antichi vanno presi un po' con le molle, cioè più o meno il periodo è quello, ma poi l'anno esatto non è detto che sia così preciso. Comunque la tradizione lo fa nascere circa nel 625 a.C. e lo fa morire circa nel 548 a.C. Quindi vive tra il VII e soprattutto il VI secolo. avanti Cristo, quindi parecchi anni fa, 2600 anni fa. Però un gran uomo, c'è arrivata notizia per molti ambiti, per molte cose, non solo come filosofo. Talete addirittura era dai greci considerato uno dei sette sapienti dell'antichità, uno dei più grandi sapienti della storia greca. Fu un grande astronomo, predisse un'eclissi molto famosa, fu un uomo politico. Fu anche un grande matematico, c'è un teorema, il teorema di Talete, che porta il suo nome, anche se, parentesi, non fu dimostrato da Talete, venne dimostrato qualche tempo dopo da Eudosso, ma Talete lo conosceva in qualche modo, o meglio, abbiamo notizie di come riuscì a calcolare l'altezza delle piramidi usando l'ombra delle piramidi lasciata dal sole, e quindi applicando senza averlo ancora dimostrato, il suo il teorema che poi avrebbe portato il suo nome. Quindi fu sicuramente un uomo tra i più saggi e sapienti del suo tempo, tra i più stimati del suo tempo e tra l'altro ci sono molte storie su di lui, non sempre del tutto elogiative, o almeno alcune sì, alcune no, che vogliono anche mostrarci come i grandi uomini del passato, i grandi filosofi di queste prime fasi della filosofia, fossero molto intelligenti ma a volte non sempre con i piedi ben piantati per terra. Abbiamo due racconti su Talete infatti. Il primo di questi racconti se lo fa Platone, quindi un po' di tempo dopo non è neanche detto che siamo veri questi racconti, sono leggende diciamo, però se lo racconta Platone riguardo a Talete dicendo che Talete era famoso per osservare spesso le stelle, appunto che detto che disse una grande eclissi e questo Se lo portava a volte ad Incham, più una volta cadde in un posto, perché aveva sempre la testa tra le nuvole, potremmo dire in alto, a guardare il cielo, non si accorse di star camminando, come dire oggi cadere in un tombino, cadde in un posto e venne preso in giro da una serva. Questo, Platone usa questo esempio per dimostrare che i filosofi sono bravissimi quando devono parlare di cose elevate come le stelle o i grandi sistemi, ma poi fanno fatica a vivere su questa terra. di cose concrete e banali in qualche modo, un po' come l'Albatross di Baudelaire per certi versi. L'altra storiella invece ha un senso esattamente opposto, ci viene raccontata da Aristotele, quindi anche questa a posteriori, dice che Talete era talmente bravo appunto a osservare le stelle, a capire anche le stagioni, da aver predetto anche un grande raccolto di olive in anticipo e quindi furbo aver diciamo comprato tutti i frantoni in modo poi da poter subaffittarli a chiunque volesse poi usarli per produrre l'olio e fare grandi affari e quindi aristotele parla solamente vuol dire l'esatto opposto di quello che diceva platone per la tonica dice grandi filosofi come talete hanno la testa tra le nuvole e non capiscono le cose molto concrete di questa ed essere di questa vita aristotele ci dice no i grandi filosofi sono così intelligenti da capire delle grandi cose e da utilizzarle. nella vita pratica anche per diventare ricchi e importanti. Queste due storie, tentate di ricordarle perché poi vi fanno un po' capire anche il diverso atteggiamento rispetto alla vita e alla filosofia di Platone e di Aristotele. Però vedete su Talete tante leggende, in realtà conoscenze precise sulla sua vita non tantissime. Anche della sua filosofia non sappiamo in realtà tantissimo, abbiamo qualche notizia dai filosofi posteriori, soprattutto Aristotele ci racconta cosa pensava Talete. Secondo Talet, l'archè era l'acqua. Questo principio generatore, questo principio che ha dato origine a tutto e che tutto mantiene in vita, era appunto l'acqua. Lui ritiene che tutti gli elementi abbiano al loro interno anche dell'acqua. La terra contiene acqua, l'essere umano contiene acqua. Questo è vero, in fondo, no? Abbiamo bisogno di acqua per vivere, il nostro corpo è formato anche in buona misura da acqua. i sassi contengono acqua in piccola misura. Ogni cosa contiene acqua, secondo Talete. Addirittura il pianeta Terra poggerebbe sull'acqua. Quindi l'acqua è davvero, per Talete, la radice di tutte le cose. Probabilmente arriva a dare questa spiegazione dalla banale osservazione del fatto che l'acqua è indispensabile alla vita. Noi per vivere abbiamo bisogno dell'acqua, i semi delle piante per generare, per crescere, per vivere hanno bisogno dell'acqua. tutto ha bisogno dell'umido. e quindi dell'acqua. Senza l'acqua c'è eredità e c'è morte. E quindi probabilmente da questa banale osservazione Talete arriva a dire secondo me l'archè non può che essere l'acqua. Su Talete non abbiamo altre notizie rilevanti ma il suo ragionamento fu poi continuato da Anassimandro che fu suo allievo e suo collaboratore, era più giovane di una quindicina d'anni rispetto a Talete sempre abitante di Mileto e però si pose, come dicevo, le stesse domande di Talete. Vive a Nascimano circa tra il 611 a.C. e il 547 a.C. Sempre a Mileto, proveniente probabilmente da una famiglia ricca della città, poteva studiare, fu anche lui tante cose, non fu solo filogio, fu anche geografo, astronomo, studioso, politico e la cosa importante a dire sulla sua vita fu che sicuramente scrisse anche un'opera. Abbiamo un breve frammento della sua opera filosofica, del suo trattato filosofico, chiamiamolo così anche se non sappiamo se era propriamente un trattato, perché abbiamo proprio poca roba, si intitolava Sulla Natura, che come vedremo è un titolo generico che veniva dato a tutte queste prime opere filosofiche, ed era però in prosa, questo è importante, perché vedremo che In questa prima fase, molto spesso, le opere filosofiche saranno in realtà inversi. Segno del fatto che la filosofia, sì, si sta rendendo autonoma dal mito, si sta rendendo autonoma dalla poesia, ma lo è ancora solo fino a un certo punto. Anna Simano è un po' più avanti di altri colleghi sparsi in giro per la Grecia, che vedremo tra poco, e scrive già in prosa, anche se una prosa, da quel che si capisce da questi pochi passi, una prosa per certi versi poetica, quindi sì, un po' avanti fino a un certo punto. E però questo Anassimandro, da grande studioso, prima allievo, poi collaboratore di Talete, si pose la stessa domanda di Talete dando una risposta diversa. Ad Asimandro infatti critica il suo maestro e già qui si vede che la filosofia è non solo seguire ciò che il maestro ha insegnato ma anche metterlo in discussione. Critica Talete perché ritiene che la sua dottrina dell'acqua abbia un difetto. Dovete pensare che per i greci già a quel tempo esistevano quattro elementi naturali, quelli classici che spesso vengono citati ancora oggi, la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco. E Talente aveva scelto... uno di questi quattro elementi, l'acqua, era uno degli elementi naturali, per dargli l'etichetta per identificarlo come l'archè, cioè l'origine di tutto. Allora Simano dice, insomma, dare la prevalenza a un elemento naturale, sì può avere un senso perché l'acqua è sicuramente importante, ma rende difficile poi giustificare l'esistenza degli altri elementi. Come fai a dire che dall'acqua nasce il fuoco? L'acqua e il fuoco nella mentalità greca erano due apposti. L'acqua spegne il fuoco. Come puoi dire che il fuoco non può esistere sull'acqua? Come puoi dire che dall'acqua si genera il fuoco? Come puoi dire che dall'acqua si genera l'aria? È difficile, è complicato. No, non può essere questa la soluzione, pensa Anassimandro, riflettendo su quello che Taleta ha detto. E arriva a pensare che non può essere l'acqua, non può essere il fuoco, neppure uno degli altri elementi l'archè, perché se dicessimo è il fuoco saremmo di nuovo lo stesso inghippo, dal fuoco come può originarsi l'acqua? Capite? Non può essere uno di questi quattro elementi. Bisogna che l'archè sia qualcosa che viene prima di questi quattro elementi, cioè qualcosa che sfugga a questa molteplicità. Già i quattro elementi sono qualcosa di molteplice, bisogna andare un passo più indietro, a qualcosa di più primordiale. E lui ritiene che questo archè, qualcosa di più primordiale, sia qualcosa che nel nostro mondo non è naturalmente presente. Cioè, cosa voglio dire? L'archè è qualcosa che è dentro alle cose, ed è dentro a tutto, ma che non si vede. una traccia dentro le cose che però non vedi mai compiutamente nel mondo. È qualcosa di indefinito, che lui chiama proprio con il termine greco per indefinito, aperon. ok ricordatevi sta parola aperon non come dicono a volte i miei studenti aperon che non c'entra niente aperon ok cos'è questo aperon è la radice di tutto ma non è un elemento naturale che noi conosciamo non è l'acqua non è il fuoco non è la materia non è la pietra non è questo o quello qualcosa che noi non vediamo in natura anche se è dentro ad ogni cosa presente in natura Ok? L'atomo è come quando dicevo l'elettrone o il protone o l'atomo non è qualcosa che noi vediamo ma è presente dentro ogni cosa. Bene, in fondo il nostro anassimandro ha anticipato qualcosa, no? Ci ha detto guardate tutto è formato da un unico principio e questo principio però è presente ma è invisibile all'occhio. È un discorso modernissimo. Questo apiron è qualcosa di indefinito, ma è qualcosa anche di infinito nello spazio e nel tempo. Viene prima del nostro mondo. Era presente da prima, l'altro non è un principio, anche il generatore, no? Cioè, Anastimandri arriva a dire, prima che il mondo si generasse, esisteva questo apiron, che era un miscuglio indefinito di tutto. Come a volte per far capire, dico una specie di brodo primordiale, un caos in forme, dove tutto era già presente ma non ancora definito. C'era anche l'acqua, c'era anche l'aria, c'era anche il fuoco, c'era la materia, c'era tutto, ma chiaramente non distinto, tutto mescolato. Appunto brodo primordiale da quest'idea di qualcosa di mescolato senza differenziazione. Ecco, l'apere non era questo. Un miscuglio indefinito e infinito, che però non stava fermo, secondo Nassimano, si muoveva. Era in movimento rotatorio, girava, girava vorticosamente e continuamente. E qua dovete pensare che in fondo quando guardiamo l'universo oggi, no? Le galassie, come si girano, come hanno questo... i pianeti come girano, ma anche le galassie che hanno queste code a volte strane. La Siamana sembra aver anticipato clamorosamente 2600 anni fa, cose che diciamo oggi. Questo aprile era qualcosa di... di indefinito immovimento vorticoso e caotico. Costante, un movimento talmente forte per cui da questo aprile o non certo punto hanno iniziato a staccarsi le cose. come se gira gira gira gira, pum, scappano via le cose e si generano scappando fuori da questo apero. Queste cose che si staccano dall'apero si staccano tramite una legge che viene di solito chiamata legge della separazione e vanno a formare il mondo. Però attenzione, queste cose non si staccano singolarmente, si staccano sempre a coppia. Perché? Perché il mondo si genera sulla base di contrari. Dice Anasim Mar, si staccano il giorno e la notte, si staccano il caldo e il freddo, si staccano il secco e l'umido, eccetera, eccetera, eccetera, la vita e la morte. Tutto ciò che esce dall'amido e va a formare il mondo si stacca a coppie di contrari, perché il nostro mondo è formato da coppie di contrari. E questo è un elemento che troveremo spesso nella mentalità greca. Elementi contrari, forze contrarie. che sono in lotta tra loro Perché il giorno e la notte sono in lotta, il freddo e il caldo sono in lotta, si sconfiggono vicendevolmente senza però mai eliminarsi del tutto. Pensate al giorno e alla notte. Oggi adesso è pomeriggio, il giorno ha avuto la meglio per molte ore sulla notte, ma tra poche ore il giorno inizierà a essere sconfitto dalla notte, fino a che non scomparirà e regnerà la notte, però dopo qualche ora... il giorno ricomincerà e la notte verrà sconfitta e così via, e così via, e così via, in un ciclo infinito apparentemente. Stessa cosa che ha il freddo, le stagioni, adesso siamo in estate, c'è caldo, ma il caldo lascerà spazio al freddo e poi il freddo lascerà di nuovo spazio al caldo. I contrari sono in lotta tra loro, ma non si sconfiggono mai definitivamente e si ricambiano ciclicamente. Non è vero che Anassimando dice che i contrari si commettono reciproca ingiustizia. C'è una terminologia quasi religiosa nell'escrivere questo comportamento dei contrari. Si macchiano nella colpa di sconfiggere il loro contrario e poi verranno a loro volta sconfitti dal contrario e così via. Una sorta di colpa, di peccato continuo che si commetta una vicenda e quindi un'onta. che smacchieranno, che puliranno solo quando ritorneranno nel Lapiron, perché tutto ciò che ha avuto origine nel Lapiron porta Lapiron con sé, perché viene da questo miscuglio, questo miscuglio è ciò che tiene in vita il mondo, ma tornerà nel Lapiron. Quindi è anche ciclica del tempo, no? Tutto nasce dal Lapiron, poi vive una sua vita ciclica e poi prima o poi ritorna. E questo, anche questo è molto moderno, perché cosa dice la scienza oggi? Il Big Bang, l'autorigeno universo, l'universo in espansione, che poi si fermerà e tornerà, per l'entropia, a restringersi via via via via via via fino a collassare su se stesso, forse, questo dicono le teorie più accreditate. Anassimandro la pensava in qualche modo, certo in maniera molto più ingenua, però in qualche modo alla stessa maniera. quindi la Simandro Era una testa mica da poco, certo ha avuto anche fortuna, possiamo dire, perché non aveva prove per sostenere quello che diceva, aveva intuizioni, aveva ragionamenti, ma ragionamenti che segnano, mostrano una mente vivace. D'altronde non solo riguarda l'arche ha anticipato grandi cose, anche riguardo ad altri temi ha detto cose interessanti, soprattutto considerando che le diceva. sei secoli prima di Cristo. Ad esempio fu il primo, almeno di cui abbiamo notizia, a sostenere che la Terra, il pianeta Terra, non fosse sostenuto da alcunché, cioè non fosse appoggiato, come diceva Talet, sull'acqua o appoggiato su un elefante o su altre cose, che il pianeta Terra, cioè in un certo senso galleggiasse nello spazio. Cosa molto innovativa, oggi lo sappiamo, galleggiare per non dire oggi... grazie alla legge di gravitazione universale sappiamo che è in equilibrio tramite i suoi movimenti attorno al sole e gli altri pianeti eccetera però di fatto Arnasimandro è considerato quasi un anticipatore molto vago e molto generico proprio della gravitazione universale c'è da dire che lui non pensava che la terra fosse una sfera, pensava fosse un cilindro però insomma almeno qualcosa si è azzeccato. Poi ad esempio è stato il primo a parlare anche di infiniti mondi cioè il primo a ipotizzare che la nostra pianeta Terra non fosse l'unico pianeta diciamo così abitabile nell'universo ma che ci potessero essere altri mondi in questo universo e poi soprattutto è stato anche il primo ad abbozzare una vaga idea di evoluzionismo perché ha sostenuto che gli uomini non fossero comparsi sulla terra così come sono oggi ma che siano derivati da altri animali che si sono poi in un certo senso evoluti nel corso dei secoli. Non è ancora Darwin, sia chiaro, però c'è questa idea ancora vaga di un uomo che è cambiato nel corso dei millenni e che ha assunto la forma attuale dopo vari cambiamenti. Lui in realtà non pensava che l'uomo derivasse dalle scimmie, dice dai pesci, immaginava che l'uomo fosse nato dentro i pesci, dall'acqua in qualche modo un po' in omaggio a Talete. Però, però, insomma, già l'idea di un uomo mutevole nel tempo, evoluzionisticamente mutevole, è molto importante per l'epoca. Chiudiamo con il terzo di questo gruppo di filosofi di Mileto, Anassimene, un po' più giovane degli altri due, vive tra il 586 a.C. e il 528 a.C., quindi stesso secolo a.C. fu allievo di Anassimandro e anche egli scrisse un testo, si chiamava anch'esso Sulla Natura, come vi ho detto è un titolo che troveremo spesso perché era un titolo diciamo così quasi d'ufficio che veniva assegnato a testi di questo tipo, in prosa anche sua, di tronco da quei pochi frammenti che abbiamo, in un linguaggio un pochino più semplice rispetto al linguaggio di Anassimandro. Solitamente si ritiene che Anna Simene abbia tentato di eh trovare una sorta di compromesso tra le visioni di Talete e di Anassimandro. Cioè, lui accoglie l'idea di Anassimandro che il principio generatore, che l'arcaic, debba essere infinito. Non può essere qualcosa di finito, deve essere qualcosa di infinito. Ma ritiene anche che non lo si possa catalogare come qualcosa di non presente nel nostro mondo. Che sia più logico pensare a un elemento naturale. Perché? Perché... Qualcosa di non esistente nel nostro mondo, chi lo sa se esiste, chi lo sa dov'è, dove sta, è più complicato da gestire dal punto di vista concettuale. Molto più semplice tentare di spiegare le cose partendo da un elemento naturale che però deve essere infinito, quindi cerca di tornare agli elementi naturali di Talete tenendo però presente questa caratteristica dell'infinito di Anasimane, quindi trova come soluzione l'aria. Secondo Anasimene l'archè è l'aria. Perché? Perché l'aria è di nuovo un elemento naturale, però, secondo Anna Simene, è infinita. Circonda tutto, circonda anche il mondo e sostiene il mondo e dà la vita. Perché l'aria si infonde dentro alle narici, tra virgolette, degli uomini e del mondo, soprattutto, e infonde la vita. Il mondo è come se fosse un organismo vivente che respira. Anche la materia, apparentemente inanimata, anche le rocce, eccetera, respirano. E l'aria è alla base di tutto. tanto è vero che lui tenta anche di spiegare in che modo sono generati gli altri elementi un po' per rispondere ad Anassimandro, dice che l'aria quando si riave fa diventa fuoco, quando invece si condensa diventa nuvola, diventando nuvola diventa acqua e l'acqua scende sulla terra e da vita alla terra e quindi roccia, pietra eccetera, cioè tutto alla fine è riconducibile all'aria e quindi l'aria secondo Anassimeno è l'archè. è ciò che ha generato tutto e ciò che continua ad essere presente in tutto facendolo respirare, facendolo vivere. Faccio notare una cosa importante, questo meccanismo che può sembrare ingenuo, l'aria che si rarefa, l'aria che si condensa, è una fisica ancora molto primordiale, sicuramente, però una cosa importante da rimarcare è questa, questi meccanismi sono appunto dei meccanismi. Cioè, il fatto che l'aria diventi nuvola e dalla nuvola scenda l'acqua e l'acqua vivifichi la terra, non è un qualcosa di voluto dagli dèi. Non è un gli dèi ci hanno donato l'acqua. È un meccanismo fisico che dà origine all'acqua e alla vita. Capite? Segno che qua, proprio nella simile, si nota ancora particolarmente il tentativo di spiegare la natura, i fenomeni naturali, facendo ricorso non più agli dèi, agli agenti soprannaturali, ma facendo ricorso a leggi, a meccanismi naturali, a qualcosa che è quello che fa la fisica moderna, certo la scienza moderna lo fa con maggior cognizione di causa sicuramente, ma il meccanismo è modernissimo. e da tornare a Simene effettivamente apre la porta a una serie di studi, di ragionamenti molto importanti che poi vedremo un po' più avanti, nei cosiddetti fisici pluralisti. Ecco, questo è quello che sostengono i tre grandi, primi grandi pensatori della scuola Ionica di Mileto, Talete, Anassimandro e Anassimene. Come vedete, filosofi che abbiamo trattato velocemente, perché abbiamo proprio davvero pochissimi frammenti, sappiamo poco di quello che sostenevano, e di cui abbiamo dato un flash, una prima immagine, qualche prima idea. ancora certo molto ingenue, banali, superatissime, e però per essere gente del VI secolo, VII secolo a.C., era gente che insomma vedeva molto in avanti. Proseguiremo con il nostro percorso a breve, vedendo come questa ricerca dell'archè si evolve nei primissimi decenni della ricerca filosofica, e vedremo visioni diverse. non abbiamo finito di vedere l'archè, ne parleremo con Heracliton, ne parleremo con con vari altri pensatori e vedremo con i pitagorici e vedremo cosa troveranno e identificheranno come principio ispirandosi in parte anche a questi filosofi di mileto come al solito in descrizione ve l'ho già detto trovate gli argomenti che abbiamo trattato oggi con il link per pescarli all'interno del video in più vi metto alcuni link a video che ho già fatto che magari si richiamano a quello che abbiamo detto oggi e alcuni altri link per seguire queste lezioni di storia e filosofia e altri temi anche così più ampi, sempre culturali, legati ai libri e alle varie passioni culturali che mi prendono e magari prendono anche voi. Ci troviamo qui presto per altri video e sapete, se avete dei dubbi, come contattarmi anche nei commenti. Ciao, alla prossima!