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Analisi di Eyes Wide Shut

Cari amiche e cari amici di Barba Sofia, benvenuti e benvenuti al settimo episodio della rubrica 10 film niciani e siamo di nuovo in presenza di un film di Stanley Kubrick. Oggi infatti vi presento una lettura niciana di Eyes Wide Shut, l'ultima grande opera, l'ultimo grande film. del maestro del cinema del ventesimo secolo, perché poi appunto muore. Non è il primo film di Kubrick presente nella rubrica perché la serie si apre proprio con Arancia Meccanica, che è il film forse più niciano del ventesimo secolo. Oggi invece parleremo di Ice Wild Shat, opera del 1999, l'opera... Di Kubrick dura anche molto, è un film che dura 153 minuti e anche in questo caso siamo in presenza di un film che trae origine da un racconto. In questo caso il racconto è quello di Arthur Schnitzler ed è il racconto intitolato Doppio sogno. Schnitzler dunque è come autore di riferimento per questa opera di Kubrick. E l'ultimo film, dicevo, di Kubrick e anche in questo caso il regista mette in campo tutta la sua maestria tecnica, tutta la sua capacità di raccontare emozioni forti, storie impattanti, rimanendone sempre un po'all'esterno. Questo occhio, anche glaciale, questa telecamera sempre esterna agli avvenimenti è una delle caratteristiche principali. della cinematografia di Kubrick. Il film racconta un viaggio di fatto, un viaggio psicologico e sessuale, dunque un dramma, un thriller per molti aspetti, psicosessuale, un viaggio all'interno di una coppia, di una coppia alto-borghese, urbana, istruita, coppia rappresentata appunto da Nicole Kidman e... Tom Cruise, i due attori sono appunto calati, sono stati calati nel cinema di Kubrick con grande appunto dedizione, sono cresciuti dopo l'esperienza con Kubrick tutti e due gli attori a mio avviso, d'altronde fare un film con Kubrick è un'esperienza totalizzante, alcune scene, ad esempio la celebre scena del bagno di Nicole Kidman con la canottiera bianca, le mutandine, che si siede appunto sul water e con quello sguardo incrocia lo specchio e poi chiaramente la telecamera di Kubrick, ebbene quella scena è stata ripetuta, ci sono voci, leggende, che dicono che è stata ripetuta anche più di cento volte. c'è chi dice 90, c'è chi dice 103, siamo in presenza di una scena ripetuta in maniera maniacale, come sappiamo essere maniacale, la regia ovviamente di Kubrick. La trama è impattante, racconta la storia di una coppia, altoborghese e in crisi, questa crisi si manifesta a partire da una festa a cui partecipano, una festa... tra ricchi borghesi, di ricchi borghesi. Durante questa festa Nicole Kidman incrocia un bell'ufficiale, un bel ragazzo di cui si invaghisce e la notte tornata a casa sognerà questo uomo, sognerà di fare l'amore e gode sognando di fare l'amore. Si risveglia ancora eccitata e pensa dunque che quell'uomo possa essere anche... un uomo per cui valga la pena tradire suo marito. Dunque nella vita di Nicole Kidman si insinua il dubbio del tradimento, la voglia del tradimento, la voglia di uscire dalla coppia, di uscire dal matrimonio, perché quel sogno le è piaciuto, le è piaciuto tantissimo, si è svegliata appunto tutta eccitata, ha provato piacere nel sogno, ha provato piacere nel fare l'amore anche soltanto in una dimensione onirica. A quel punto Tom Cruise, che durante la stessa festa aveva incontrato, conosciuto uomini che partecipano a una sorta di setta orgastia che si incontra fuori città in una villa castello per praticare appunto orge, rituali sessuali con tanto di musica, di parole segrete, di vestiti tratti al carnevale di Venezia. Con tratti questi uomini pensa che sia giunto forse l'ora di vivere un'esperienza sessuale di questo tipo. Tanto sua moglie gli ha confessato questo amore onirico, questo potenziale tradimento, è come se appunto Tom Cruise non aspettasse altro allora per sdoganare questa sua voglia di orgia, questa sua voglia di sessualità liberata, libera, di liberarsi appunto da freni inibitori. E dunque cosa fa? Ha saputo dalla moglie. che questo ipotico tradimento si sarebbe potuto anche realizzare, decide di andare in questa casa, castello, villa, e con tanto di parola segreta che riesce ad ottenere si immerge in questa ritualità. Orgiasti, io ripeto, anche qua la telecamera di Kubler, nel rappresentare l'orgia, nel rappresentare la danza, nel rappresentare questi corpi nudi e vestiti, queste maschere veneziane, questi interrogatori, questa veramente villa. In questo caso Kubrick ha il meglio di sé, ancora una volta la telecamera costruisce geometrie, architetture veramente impressionanti, sguardi, silenzi, musiche, spazi vuoti, spazi pieni. Kubrick secondo me anche in questo caso si dimostra di essere, se non il più grande, per me il più grande della telecamera, uno dei 3-4 grandi maestri del cinema del XX secolo. Ecco un po'la storia, la storia di una coppia. di una coppia in crisi, di una coppia che sdogana a un certo punto questo tipo di sessualità, una sessualità onirica, una sessualità orgastica. All'interno c'è anche il tema delle droghe, c'è il tema di questa altissima borghesia, avvocati, notai, medici, un medico che viene appunto chiamato durante la prima festa perché c'è una ragazza, una prostituta chiamata alla festa, una escro, una prostituta di alto bordo che entra in coma, in overdose. Dunque c'è... tutto il tema di questa anche borghesia annoiata, di questa borghesia che si abbandona a queste pratiche di droga, di alcol, di ritualità. Ebbene, cosa ci racconta questo film di un pustaniciano? Perché è un film niciano? Questo è un film niciano per almeno due motivi. Il primo motivo è che ci descrive Nice una società in cui Dio è già morto. Dio è già morto, non ci annuncia questo film la morte di Dio. ma ci annuncia una società in cui Dio è già morto. E il fallimento della coppia Kidman-Cruise, il fallimento di questa coppia borghese, è la testimonianza della morte di Dio. Perché questa coppia vive in un mondo a suoi fatti, un mondo di noia, di assenza di valori, un mondo in decadenza, di un mondo vuoto, di un mondo nichilista, il nichilismo che sorge dopo la morte di Dio. Ma questa coppia... Fatica ad accettare questa morte di Dio, fatica ad accettare la nuova realtà, fatica ad accettare questa fine dei valori. No, sono degli alto borghesi, hanno il loro mondo, il loro stile di vita, la loro eleganza, i loro soldi, la loro bellezza. Sono due belli, Cruz e Kidman. La loro bellezza, l'eleganza, il tenere la coppia, la loro figlia che affidate quando vanno via ad una tata. Ma quella è... in realtà ormai decadenza, quello è nichilismo, quello è vuoto, anche se non lo accettano, quelli sono dei simulacri ormai di senso, di divinità, dunque le feste, il denaro, la droga non permettono di colmare il vuoto lasciato dalla morte di Dio, la carcassa potrefatta di Dio è lì che ricorda loro l'assenza, il vuoto, la noia, la ripetitività. la carenza di valore, essere disorientati senza appunto un polo nord, un sud, un est, un ovest. Dunque non basta la villa, le feste, i riti, le droghe, il sesso, il sodio, l'orgasmo real, l'orgasmo lirico a colmare appunto quello. Ma al contempo ci racconta che cosa? Ci racconta il fatto che il Dionisiaco è scelto come via di fuga. La morte di Dio c'è, ma il tentativo di colmare la morte di Dio qual è? È il Dionisiaco, c'è la fuga nel Dionisiaco, è un film che mette in scena il Dionisiaco, ma un Dionisiaco non liberatorio, un Dionisiaco in realtà proprio illusorio. Per me c'è il Dionisiaco a una dimensione illusoria, ma anche una dimensione autentica, direi. di radici profonde della durezza della vita, ma come ricordo sempre io quando faccio conferenza o quando spiego ai miei allievi, dice non devo confondere il Dionisia o il consueto con un ballo, con l'assumere sostanze, pasticche, droghe o ballare tutta la notte, quella è una dimensione anche dionisiaca, la festa, la liberazione del piacere, del godimento, l'ubriacarsi per i greci o le sostanze per noi. ma non è quello Dionisiaco a cui pensa Nice. È chiaro? Il discorso è complesso, ma è questa cosa qua la riflessione che fa Nice, questa la riflessione che fa Nice. Il Dionisiaco non va banalizzato in queste pratiche, il Dionisiaco per Nice è l'accettazione della durezza della vita, il Dionisiaco è la morte di Dio che è avvenuta, il Dionisiaco è la medusa che ti guarda negli occhi e che ti può paralizzare, cristallizzare, il Dionisiaco è il peso, è anche l'accettazione del peso. peso. Dentro poi c'è anche il godimento della terra, c'è il costruire la casa propria nel mondo che è la terra, che è il sangue, che è appunto la forza, che è l'energia, ma c'è dentro anche il dolore. Invece qua il Dionisio che è la fuga dal dolore, qua il Dionisio che è una fuga illusoria destinata a uno scacco matto. Il tentativo di ricomposizione, infatti finale di Cruz Kidman, sarà la frase E adesso scopiamo. Quello scopiamo finale, facciamo l'amore, facciamo sesso, poi in base a traduzioni dei vari film, nelle lingue appunto dei vari paesi, ma quello scopare finale vuol dire che la tentativa della coppia di superare la crisi, la decadenza, la caduta, il tentativo è il sesso, ma un sesso che di fatto non gli ha. appagati, non li ha appagati perché la coppia è stanca e ha cercato fuori dalla coppia il sesso, ma anche il sesso onirico di Chilmo, il sesso orgastico di Cruz non hanno prodotto una sintesi, un equilibrio, perché forse l'equilibrio non è più possibile dopo la morte di Dio, non è più possibile un equilibrio e sicuramente quell'equilibrio non lo si cercherà, non lo si troverà per quanto si possa cercare nella fuga dionisiaca che ti lascia comunque sempre un vuoto. una senza, una fragilità, una decadenza. E allora soltanto una via, ce la sappiamo, è l'oltromismo. Ma l'oltromismo non è una scopata, non è un orgasmo, l'oltromismo non è una droga, l'oltromismo non è soltanto una danza, l'oltromismo non è appunto onanismo, l'oltromismo non sarà ovviamente una ritualità massonica, non sarà sogno, ma l'oltromismo sarà l'accettazione. La proiettazione della morte di Dio è il contempo, la produzione di se stessi come corde tese sopra l'abisso, ma devi essere consapevole che quello è l'abisso. Per farti corda tesa verso il superuomo, dunque l'oltruismo è sempre una prospettiva, non è un punto di arrivo, devi essere consapevole che c'è la bestialità, che c'è il vuoto, che c'è l'abisso e da lì proiettarti, come sempre dico, poi questa prospettiva. l'oltromismo, il farsi dio di se stessi, rimane appunto una sorta di idea limite che Nice ci dà e tutte le idee limiti noi dobbiamo poi dipingere, interpretare, leggere, costruire, in parte a partire proprio dalla nostra sensibilità e dalla nostra lettura di Nice che rimane sempre una miniera d'oro da cui estrarre pepite e lingotte. a volontà ci vediamo alla prossima lezione su Nietzsche ci vediamo poi per l'ottavo film iscrivetevi al canale buona visione a tutte e a tutti