Transcript for:
La Scultura Gotica di Nicola Pisano

Nicola Pisano è la prima personalità artistica chiaramente riconoscibile della nuova scultura gotica che si afferma in Italia a partire dalla metà del 200. Egli proviene dalla Puglia dove ha sicuramente partecipato ai cantieri a Puglia. al tempo da Federico II. Poi si trasferì a Pisa dove ha realizzato i suoi maggiori capolavori. Del 1260 è la realizzazione del pulpito per il battistero di Pisa. Questo pulpito ripropone una visione plastica di chiarissima matrice classica. Tra il 1265 e il 68 lavora per il Duomo di Siena. I suoi collaboratori sono il figlio Giovanni e lo scultore Arnolfo di Cambio. La prima opera documentata di Nicola Pisano è il Pulpito nel Battistero di Pisa. Tra le maggiori novità scultore del tempo ci sono l'architettura del pulpito con la sua forma esagonale sostenuta da archetti trilobati poggianti su colonne. Inoltre Nicola utilizza un linguaggio plastico. che mostra importanti segni di rinnovamento. Le forme appaiono tornite e piene, con un senso della gravità, non sono cioè come sospese in aria. Inedito questo nella scultura del tempo. Inoltre le figure, anche se inserite in un basso rilievo, scandiscono lo spazio in profondità. Le principali novità sono quindi il senso del volume e dello spazio. Nelle cinque lastre che compongono il pulpito vi sono narrate delle storie la natività, l'adorazione dei magi, la presentazione al tempio, la crocifissione, il giudizio universale. La sesta lastra dell'esagono manca perché costituisce l'accesso al pulpito. I pannelli sono inoltre separati tra loro da pilastini tristili in granito rosso, così chiamati perché formati ciascuno da tre piccole colonne. Sulle vele degli archi vi sono figure di profeti ed evangelisti, mentre sopra i capitelli si trovano le allegorie delle quattro virtù cardinali. San Giovanni Battista e l'Arcangelo Michele. Queste ultime sculture sono quasi a tutto tondo. Il legio invece è appoggiato su delle ali distese di un'aquila. La lastra con la natività ha in sé 23 episodi, ossia l'annunciazione, l'annuncio ai pastori e il lavaggio del bambino. La protagonista è la figura centrale della Vergine che però appare tutte e tre le volte seduta in piedi. e quindi sdraiata. È evidente il classicismo della scultura di Nicola, ravvisabile soprattutto nella diorarchia delle proporzioni delle figure più grandi, che sono quindi differenziate a seconda dell'importanza che hanno in ogni singola scena. L'artista si rifà ad alcuni modelli romani che conosceva molto bene. Si può dire quindi che tutta l'opera di Nicola sia classica, sia per il volume, la solidità delle sue figure, sia per la pacatezza degli atteggiamenti. Nonostante la pacatezza classica di Nicola, il culmine drammatico di tutto il ciclo lo abbiamo nella crocifissione, che ha un grande rigore compositivo. Tutti i personaggi guardano verso Cristo morto. Nicola relegò al secondo piano l'iconografia tradizionale, dedicandosi invece ad uno schema di emozioni suscitate proprio dalla morte di Cristo. Ma è nel secondo pulpito, quello che realizza per il Duomo di Siena, che Nicola supera a se stesso. Lo realizza tra il 1265 e il 68. Qui troviamo diverse varianti stilistiche rispetto al primo, che fanno pensare ad una più attiva collaborazione sia di suo figlio che di Arnolfo di Cambio. Il pulpito appare meno classicheggiante del primo, ma più gotico. Quindi vi è la perdita della compostezza a favore di un'accentuazione espressionistica delle azioni e delle figure. In pratica, l'artista non cerca più solo l'armonia formale, ma vuole comunicare l'intensità di un sentimento ancora di più, e quindi di partecipazione dolorosa, quel sentimento che avevamo già definito pathos. Questo secondo pulpito e di forma ottagonale. Le storie sono le stesse di quello precedente. Si aggiunge la strage degli innocenti e si duplica il giudizio universale. La forma ottagonale è retta da quattro colonne sorrette da leoni stilofori. Tra una colonna e l'altra vi sono archi trilobati. Le sette lastre sono separate da statue raffiguranti le virtù. In questo pulpito Nicola Abolisce la struttura a pannelli isolati, optando per uno schema più continuo, animato, quindi intervallato, solo da sculture di figure più grandi e rese ad alto rilievo sugli spigoli. Giovanni, il figlio di Nicola, ha una personalità decisamente più interessante del padre. È nato intorno al 48 e morto dopo il 1314. La sua prima attività avviene al seguito del padre, con il quale collaboravano in quegli anni anche altri scultori, tra cui, dicevamo, Arnulfo di Cambio. Giovanni è esente da qualsiasi equilibrio e cerca una scultura più... carica di tensioni dinamiche ed espressionistiche. Di certo nelle sue scelte stilistiche si avvertono forti componenti gotiche sia per un suo viaggio in Francia sia per aver operato soprattutto a Siena dove il gusto gotico era maggiormente di casa. Tra le sue prime opere vi sono le collaborazioni al Pulpito di Siena e alla Fontana di Perugia. Nel 1285 si trasferisce a Siena, dove lavorò alla facciata del Duomo. Realizza un pulpito per la chiesa di Sant'Andrea di Pistoia tra il 97 e il 1301. A Pisa esegue diversi lavori, tra cui il Pulpito per il Duomo tra il 1302 e il 1310. Il primo pulpito, quello per la chiesa di Sant'Andrea di Pistoia, è di forma esagonale e ricorda molto l'opera del padre nel Battistero di Pisa, ma qui solo due delle sei colonnine perimetrali poggiano su leoni stilofori, una su un uomo ricurvo, il Teramone, le altre direttamente a terra. Gli archi qui sono acuti e trilobati, le figure sono più minute di quelle di Nicola e alcune sono a tutto tondo, i gesti sono espressione del dramma, l'anatomia è sintetica. Molto umano il gesto di Maria nella Natività. di coprire il bambino. In generale le scene sono molto affollate ma a paragone di quelle del pulpito di Siena hanno una ritmica e un'organizzazione dell'insieme incredibile. Le figure di Giovanni sembrano emergere improvvisamente dal fondo, con dei giochi bruschi di luce e di ombra che scaturiscono da un livello diverso di rilievo di ciascuna figura e da una ricerca di dinamismo incredibile. Uno dei riquadri più notevoli e più intensi è quello del massacro degli innocenti, dove è posto in scena un vorticoso movimento di tutti i personaggi con un espressionismo accentuato. I personaggi sono deformati dalla pena, dalla paura, dalla costernazione. Giovanni è bravissimo nel contrapporre figure con dettagli molto rifiniti ed altre appena sbozzate, con effetti notevoli di contrasto drammatico. Mai era successo, fino a questo momento, per un artista medievale, di rendere così vivo un dramma. Giovanni si ispirò dai modelli tedeschi o alle scene più toccanti della colonna traiana. Anche Giovanni, come suo padre, lavorò a un secondo pulpito. Questo è collocato tutt'oggi nel Duomo di Pisa. Questo pulpito è il più ricco e grandioso fatto sino ad allora. Presenta cariatidi, figure accostate a un'altra parte del corpo, e un'altra parte di un'altra parte del corpo. le colonne, mensole a motivi vegetali al posto degli archetti e lastre curve nel parapetto ottagonale. Anche la narrazione delle storie è più complessa. Vi sono l'annunciazione, la visitazione la nascita del Battista, la Natività, l'annuncio ai pastori, il viaggio, l'adorazione e il sogno dei magi, la presentazione al Tempio e la fuga in Egitto, la strage degli innocenti, il bacio di Giuda, la passione di Cristo, la crocifissione e il giudizio universale. Il carattere dinamico dell'opera è evidenziato dalla grande varietà delle pose dei personaggi e degli animali e dalla presenza tipicamente gotica di ritmi eleganti e curvilinei. Secondo l'uso medievale, scene cronologiche successive sono inserite nello stesso riquadro. Per esempio nella scena dei tre magi possiamo vedere contemporaneamente i tre svegliati dall'angelo alla ricerca del messia neonato e già giunti alla capanna della sacra famiglia. famiglia. Lo svolgimento della storia è anche animato da cani, cavalli, nonché da animali esotici come i cammelli, mentre sullo sfondo si osservano brani di paesaggio aventi un gusto naturalistico. Una delle cariatidi simboleggia l'ecclesia e dà alla base la serie delle quattro virtù cardinali, giustizia, fortezza, temperanza e prudenza, tra le quali spicca la temperanza, nuda, che riprende la posa della meno spugnata. pudica, ma queste virtù, come recita l'iscrizione di Giovanni stesso, hanno un significato più grande, più ampio. Le quattro parti del mondo, quattro fiumi del paradiso, quattro età della donna, Giovanni creò quindi una summa dell'universo enciclopedico dell'epoca. Ma è senza dubbio la Madonna col Bambino della Cappella degli Scrovegni di Padova fra le maggiori creazioni di Giovanni. Una rarità ritrovare infatti in questo periodo statue isolate, non addossate alle rive. architetture. Giovanni studia la statuaria classica ma si lascia influenzare dallo stile francese molto come dimostra la forma complessiva ad arco delle pieghe della veste e il gesto della mano che solleva un lembo. Gli sguardi di Maria e del piccolo Gesù si incrociano amorevolmente e le due figure sembrano colloquiare.