Ciao a tutti, mi chiamo Adriano Di Gregorio e insegno Italiano e Storia al liceo artistico di Acireale. È da vent'anni che insegno e siccome i manuali di storia della letteratura non mi sono mai piaciuti, al momento ancora non ne ho trovato uno buono, ho deciso di scriverne uno io. I manuali, trovo dei manuali di 1200 pagine che costano 40 euro, con un lessico improponibile e che sono dal punto di vista didattico poco funzionali. E quindi appunto, come ho già detto, ho deciso di scriverlo io.
I singoli capitoli diventano delle lezioni orali, così chiacchierate, come se fossi, come se avessi davanti i miei alunni, in maniera semplice e diretta. La prima lezione di oggi è la nascita della letteratura italiana. italiano. Allora, durante il periodo dell'impero romano c'erano due tipi di lingue, il latino scritto e il latino parlato. Il latino scritto era quello ufficiale, quello di Cicerone, dei poeti, dell'imperatore e dei nobili.
Il latino parlato invece era quello parlato dal popolo, solo che l'impero romano era talmente tanto vasto che il latino parlato in Britannia era completamente diverso da quello parlato in Nordafrica. Nel momento in cui ancora l'impero romano resisteva come unità politica unica, e allora la lingua ufficiale appunto era il latino. Nel momento in cui si è rotta l'unità dell'impero romano, ognuno di queste lingue regionali è diventato una lingua vera e propria, fortemente influenzato dalla lingua che si parlava prima della conquista romana, e sono diventate delle lingue che poi gli storici della letteratura hanno chiamato lingue neolatine o lingue romane. e romanze. In Europa ce n'erano tantissime lingue regionali, decine, francese, anche qui francese, c'erano tanti tipi di lingue parlate in Francia, in Italia, in Spagna, in Romania, in tutta quella parte che era sotto l'impero romano.
A un certo punto rotta l'unità dell'impero, ognuno di queste lingue diventa una lingua autonoma. A un certo punto però cosa succede? Mettiamo il caso della Francia, in Francia c'è una lingua che è c'erano parecchie lingue, quelle più famose erano la lingua doilla, il nord e la sud della lingua doc.
Una di queste diventa il francese, la lingua ufficiale, ma non perché era migliore delle altre, perché aveva caratteristiche linguistiche differenti, ma perché a un certo punto il re comincia a scrivere in quella lingua. E quindi i sudditi, la corte, i nobili cominciarono a leggere e a scrivere soprattutto in quella lingua. Quindi quella lingua divenne la lingua francese, appunto, ma non perché era migliore delle altre, ma perché divenne la lingua della corte, del re. In Italia questo processo non avvenne perché non esisteva un'Italia unica, erano ancora molto molto divise e quindi questa formazione delle lingue nazionali in Italia non è stata fatta. Nelle altre parti d'Europa avviene due o tre secoli prima rispetto all'Italia.
In Italia le prime forme di lingua scritta sono qualche decennio prima dell'anno 1000. Quello famoso è il linguaggio di Sardegna, che è un Scusate, ma devo vedere le date, i miei alunni lo sanno, io le date non me le ricordo. Il 960 d.C. abbiamo la carta capuana, che è una sorta di lite, una sorta di, come possiamo dire, una sentenza di un giudice che mette d'accordo un monastero con un contadino che aveva uno litigato con una questione di confini.
E già è una lingua scritta, non più in latino, è una sorta di proto-italiano. Piano piano, soprattutto la borghesia, cominciò a scrivere questa nuova lingua, che non era più in latino, è una sorta di italiano delle origini, che era fortemente influenzato da quel latino parlato. parlato e non dal latino scritto.
Ad esempio, nel latino parlato, cavallo, si diceva caballus, invece nel latino scritto era ecus, da ecus poi abbiamo equino, equestre, equitazione, termini dotti. Invece nell'italiano popolare, nella lingua semplice, volgare, vulgus, volere popolo, si diceva cavallo, proprio perché la nuova lingua, l'italiano, era fortemente influenzato dal latino parlato e non dal latino. non dal latino scritto. Quindi intorno all'anno 1000 l'italiano comincia ad essere scritto piano piano, solo che non era ancora una lingua letteraria.
La lingua letteraria bisogna aspettare almeno un paio di secoli, nella seconda metà del XIII secolo, perché gli intellettuali non... Volevano scrivere in questa lingua volgare perché era considerata troppo popolare del popolo. Nelle altre nazioni il latino viene abbandonato subito, immediatamente, perché era una lingua dei conquistatori. In Italia no, il latino veniva visto come una lingua italiana.
la lingua della cultura e quindi non abbandonarono il latino. La letteratura italiana è stata fortemente influenzata da una letteratura più matura, appunto da quella francese. Nella lingua d'oro La zona di Parigi già si scriveva e si faceva poesia ad alti livelli con caratteristiche differenti. Abbiamo il ciclo carolingio, il ciclo breton e il ciclo classico. Il ciclo carolingio parla degli eroi paladini di Carlo Magno, il ciclo bretono di Artù, re Artù e i tavolieri della tavola rotonda, è il ciclo classico dei grandi del passato.
E invece nel sud, in Provenza, abbiamo la lingua doc, specializzata nella poesia d'amore. Quindi in Francia già c'era una poesia dotta, in Italia ancora no, perché preferivano parlare in latino. Infatti la prima in assoluto poesia della lingua italiana è quella di San Francesco, il Cantico dei Cantici, che è una poesia popolare, scritta per il popolo e scritta in lode di Dio. San Francesco è un personaggio molto importante perché è appunto il primo autore della storia della letteratura italiana ed è anche un personaggio importante per la cultura in generale. Lui nacque nel 1182 ad Assisi, quando si ammalò era figlio di un ricco mercato.
A un certo punto si ammalò e si convertì, regalò tutti i suoi beni ai poveri e cominciò la sua predicazione. E scrisse appunto il Cantico dei Cantici che è la prima poesia in lingua italiana, in dialetto umbro, nella storia della letteratura. Poi all'interno sempre della poesia popolare e religiosa abbiamo un altro personaggio, Jacopone da Todi. Anche lui scriveva delle laude a carattere popolare, le laude venivano cantate in paese. in piazza, nelle feste popolari, erano delle manifestazioni artistiche popolari.
Quindi ancora in Italia la poesia adotta non esiste. Cosa succede? Abbiamo detto che nel sud della Francia, in Provenza, c'era una città, Albi, all'interno della quale si era diffusa un'eresia. Le eresie sono quelle dottrine che sono contrarie alla Chiesa.
Nel 1208 il Papa per debellare questa eresia fece una crociata contro gli albigesi, contro le persone di Albi. rasa al suolo. Molti di questi intellettuali, trovatori, poeti che scrivevano in lingua doc si trasferiscono, si scappano, si trasferiscono in quella che allora era una grande metropoli, era una città che faceva 300 mila abitanti, una città ricca, multietnica ed è Palermo. Quindi nella scuola siciliana abbiamo la prima poesia, la prima scuola poetica dotta. Dotta vuol dire fatta da intellettuali.
intellettuali, perché San Francesco, soprattutto, e in parte anche Jacopone da Todi, sono delle personalità che volevano diffondere la parola di Dio in poesia per il popolo, quindi non è una vera e propria poesia adotta. La scuola siciliana prende spunto dalla poesia, dalla scuola poetica della Provenza, provenzale, e quindi è una scuola aristocratica alla cosa. corte di Federico II di Svevia, un grandissimo personaggio, in quel momento era l'uomo più potente del mondo. Abbiamo indicativamente dal 1230 al 1266, data della sconfitta degli Svevi in Sicilia.
Il motivo è quello personale, scusate, è quello provenzale, l'omaggio d'amore. La donna veniva, l'uomo doveva superare tutta una serie di prove, di prove d'amore per riuscire ad ottenere l'omaggio, cioè dire l'amore della donna. E poi all'uomo era consentito scrivere poesie per quella donna, una sorta di omaggio d'amore.
E' importante anche la scuola siciliana perché scrive per la prima volta in forme metriche, inventa delle forme metriche che poi dureranno fino a... Ad esempio nella scuola siciliana viene inventato il sonetto, che prima non esisteva. Il sonetto che poi diventa famosissimo e praticamente viene scritto fino al Novecento.
Nel 1266 questi poeti siciliani, che appunto provenivano in parte da un'azienda, anche dalla Provenza, sono costretti a scappare, a scappare perché Federico II di Svevia, nel 1266 in realtà viene sconfitto il nipote, già Federico II era morto, però gli svevi vengono sconfitti, al suo posto posto ci vanno dei dominatori che non sono dei mecenati, non amano l'arte, ma amano la guerra, la conquista e quindi questi poeti siciliani si trasferiscono al nord, si trasferiscono in Toscana e viene formata quella che gli storici della letteratura definiscono una scuola di mezzo, una scuola che è tra la scuola siciliana e la dolce stil novo, è una definizione un po'. Un po' così. È sempre un amore cortese, un amore provenzale. Cortese cosa vuol dire? È un amore, diciamo, utilizzato nelle corti, quindi è un amore aristocratico, solo che qui in Toscana diventa un po' più borghese, ha dei temi nuovi, temi civili, l'impegno politico, perché in Toscana c'erano i comuni, non c'era un re.
che decideva per tutto e quindi i comuni erano combattuti tra diverse fazioni e c'era una lotta comunale, politica e anche economica completamente diversa che al sud non c'era. Piano piano la donna siciliana, cantata in maniera siciliana, divenne una donna angelo. Questa donna angelo poi diventa...
famosa e cantata nella scuola, nella prima grande scuola poetica italiana, che è il Dolce Stil Novo. Cosa vuol dire donna Angelo? Un sacco di miei alunni mi hanno chiesto poi, quando la prossima lezione, quando parleremo di Dante, ma perché Dante amava Beatrice se era sposato? Non c'entrava completamente niente.
La donna Angelo era come se io dedicassi una poesia alla Madonna. Descrivo la Madonna, bella, luminosa. che incute serenità, gioia, ma è chiaro che è un amore completamente diverso di quello che può essere l'amore terreno.
I due piani sono completamente diversi, la donna aggingelo è un mezzo attraverso il quale l'innamorato giunge a Dio, vede quel modello, quel modello di perfezione, canta le poesie, scrive le poesie e giunge a Dio. Dolce viene chiamato perché il tema era quell'amore. doloroso, stile perché è in poesia e nuovo perché era una corrente letteraria completamente nuova, diversa, molto più aggraziata, molto più musicale, molto più pura dal punto di vista anche linguistico. La donna qui è una donna angelo, perde la sua parvenza terrena, non è una donna in carne e ossa, ma è appunto un mezzo attraverso il quale si... si giunge in paradiso.
La donna ricambia la cortesia di essere amata attraverso il saluto. Quando la donna saluta vuol dire che è consapevole di essere amata e di essere cantata ed è un segno di accettazione. Sì, va bene, se la donna non saluta, allora vuol dire che il poeta non può nemmeno scrivere delle poesie per lei.
I poeti più importanti abbiamo Guido Guinizelli e Guido Cavalcanti, chiaramente Dante è un altro pianeta, Dante poi ne parleremo in seguito. Guinizelli era bolognese, era borghese e introdusse i temi della scuola di mezzo in Toscana. Guido Cavalcanti è un poeta completo, un poeta moderno perché oltre alla donna angelo in lui c'è un tormento umano. un tormento passionale che negli altri poeti non c'è. Chiaramente, attorno a dire, il più grande poeta della scuola del Dostoevsky, il norma, non solo di questa, di tutta la storia della letteratura italiana, è Dante, ma il discorso è talmente tanto compresso che per Dante dedicheremo un'altra lezione.
Solo che la poesia del Trecento non era soltanto una poesia stilnovistica, angelica. C'erano tante cose. Ad esempio c'era la poesia comica. La poesia comico-realistica Il più grande poeta era Cecco Angiolieri, la critica moderna sta rivalutando la poesia di Cecco Angiolieri. Cecco non era un poeta popolare, era un poeta anche lui aristocratico, dotto, solo che appositamente parlava in maniera provocatoria della donna umana, terrena.
Per lui la donna era in carne ed ossa, dove essere amata e posseduta. Non c'entrava niente con la donna. Anzi lo faceva apposta per ridicolizzare la donna Angelo ed era una tradizione anche linguistica completamente diversa. Dante dell'Inferno adotterà molto spesso i termini della poesia comico-realistica, famosissima di Cecco Angeliere e Sifossi Foco, che addirittura ridicolizza il Papa, l'Imperatore e le donne in genere.
E' un poeta moderno, un poeta anche un po' emarginato, però creò una scuola. Quindi, ricapitoliamo, come faccio sempre con i miei alunni. Una cosa è la storia della lingua, una cosa è la storia della letteratura. La storia della lingua italiana nasce dal latino. In Europa nasce...
perché si distaccano prima dal latino, invece in Italia si è più attaccati al latino e gli intellettuali cominciano a scrivere nel 1200 in lingua italiana, quando già mezzo millennio prima in le altre. le altre nazioni d'Europa avevano già cominciato ad abbandonare il latino. Nasce la lingua italiana come esigenza pratica e poi piano piano diventa letteraria.
Invece la parte della letteratura italiana nasce popolare con San Francesco, poi a Palermo diventa poesia adotta, colta. Prendono i modelli provenzali della donna, li trasferiscono a Palermo, dopo da Palermo se ne... ne scappano in Toscana e poi in Toscana abbiamo il Dolce e Stil Novo.
Quindi questo è un quadro molto veloce, chiaramente poi nel primo capitolo del mio manuale che ancora deve essere completato sarà un poco più dettagliato, però questo è il quadro della nascita sia della lingua italiana che della letteratura italiana. Grazie.