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Giovanni Giolitti: Politica e Riforme
Apr 11, 2025
Appunti sulla figura di Giovanni Giolitti
Introduzione a Giolitti
Considerato da Benedetto Croce il più grande statista italiano.
Gaetano Salvemini lo definisce "ministro della malavita".
Giolitti è fondamentale per l'Italia del XX secolo.
La carriera politica di Giolitti
Febbraio 1901
: Giolitti diventa Ministro dell'Interno nel governo Zanardelli.
Rimane influente fino alla prima guerra mondiale nel 1914.
Questo periodo è conosciuto come "età giolittiana".
Sotto la sua guida:
Nascono grandi industrie
Costruzione di ferrovie
Le assicurazioni diventano statali
La scuola diventa obbligatoria e gratuita fino a 12 anni.
Giolitti e il suo contesto storico
Durante il suo governo nascono miti della Destra nazionalista e della Sinistra rivoluzionaria.
Giolitti intendeva creare un'Italia stabile e solidale, più legata al popolo.
Governò più a lungo di qualsiasi altro Primo Ministro del Regno d'Italia.
Porta avanti una monarchia legata al popolo.
La vita personale di Giolitti
Era un uomo schivo e riservato, senza filmati o documentazioni visive.
Cresce a Torino, orfano di padre da giovane, e conosce Camillo Cavour.
Inizia a lavorare nel Ministero di Grazia e Giustizia a 20 anni.
Giolitti e il Risorgimento
Non partecipa attivamente alle guerre del Risorgimento, mancando di entusiasmo.
Il suo patriottismo è più pragmatista che romantico.
Non ha partecipato emotivamente al Risorgimento, ma ha un profondo rispetto per lo stato liberale.
Primi passi in politica
Entra in politica a 40 anni come deputato e diventa Presidente del Consiglio a 50.
La sua prima esperienza dura solo un anno.
Sviluppa un approccio riformista e liberale verso le classe lavorative.
Le riforme giolittiane
Introduce nuove leggi a favore dei lavoratori, migliorando le condizioni di vita.
Il suo governo è caratterizzato da un equilibrio delicato tra le esigenze dei lavoratori e quelle degli imprenditori.
Affronta agitazioni sindacali e conflitti sociali.
L'emigrazione italiana
Fenomeno di grande emigrazione italiana nel Novecento, specialmente dal sud.
Tra il 1876 e il 1900, circa 9 milioni di italiani emigra, specialmente dal sud.
Giolitti vede l'emigrazione come un'opportunità per migliorare le condizioni di vita in Italia.
Critiche alla politica di Giolitti
Gaetano Salvemini lo critica come "ministro della mala vita".
Giolitti utilizza metodi spregiudicati per manipolare le elezioni, specialmente al sud.
Sua visione della politica è pragmatica, accettando i difetti umani.
La politica estera di Giolitti
Giolitti avvia la guerra in Libia nel 1911.
La guerra è vista inizialmente come un'impresa semplice ma si rivela costosa e logorante.
La fine dell'era giolittiana
Giolitti si ritira dalla scena politica nel 1914, con l'emergere di nuove forze politiche.
La sua concezione di politica democratica non riesce a mantenere il controllo.
Muore nel 1928, in un contesto di crescente fascismo in Italia.
Riflessioni finali
Giolitti è una figura complessa e controversa, simbolo di una Italia che cambia.
La sua eredità è mista: riformista ma anche criticato per la sua gestione della politica.
Riferimenti Culturali
"I vecchi e i giovani" di Pirandello.
"Policarpo ufficiale di scrittura" di Mario Soldati.
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