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Il Duomo di Milano: Arte e Storia

3.400 statue, 200 bassorilievi, 135 guglie, i 96 doccioni, ma anche 55 vetrate con, pensate, 3.600 personaggi. In tutto 11.700 metri quadrati di superficie interna e 634 anni di storia. Sono proprio questi i numeri di quella che è stata l'ultima. in ordine di tempo delle grandi cattedrali gotiche europee, il Duomo di Milano. Ma non è solo una questione di numeri. Il Duomo ha da sempre affascinato tutti i grandi viaggiatori. Che meraviglia! Così imponente, così solenne, così grande, eppure così delicata. Così eterea, così elegante. Una visione, un miracolo. Un inno intonato nella pietra. Una poesia incisa nel marmo. Il Duomo di Milano è una sorta di relitto del Medioevo. In effetti è riuscito ad arrivare fin qui grazie soprattutto al materiale con il quale è composto, che è un tipo di materiale che è stato usato per la produzione di materiali. di marmo particolare. In effetti è un marmo che col passare del tempo, anche se all'inizio è tenacissimo, tende a sfaldarsi. Ora come accade tutto questo? Perché rispetto ad altri marmi, come per esempio il marmo di Carrara, Al suo interno contiene della quarzite ma soprattutto della pirite che con gli agenti atmosferici e l'umidità tendono a dilatarsi e quindi a sfaldare questo tipo di marmo. Questo vuol dire che ha bisogno di continua manutenzione e anche di ricostruzione. Ma quando venne realizzato nel 300 come mai si decise di usare questo tipo di marmo? Bene, vedete? Nel 300 a Milano il materiale principale per costruire la città e anche i monumenti era il mattone, ma le cattedrali in Europa erano state realizzate soprattutto con dei blocchi di pietra. Qui si decise di continuare una tradizione molto consolidata, diciamo del marmo. In effetti in Italia basti pensare a Dono di Firenze, ma anche a quello di Pisa, di Orvieto, di Marmo. Il marmo è il principale protagonista e così si è fatto. Ma dove si poteva trovare a quell'epoca del marmo qui siamo a Milano? Beh, certamente non era a chilometro zero, si trovava a decine di chilometri da qui. In particolari cave situate all'imboccatura della Valdossola e sono le cave di Candoglia. Candoglia è una piccola frazione tra Piemonte e Lombardia. Qui si trovano le sorgenti vive del Duomo di Milano, le cave da cui proviene quel marmo così particolare, venato di rosa e di grigio. Da qui partivano i grandi blocchi di marmo che arrivavano fino al cantiere della cattedrale, trasportati da enormi barconi. Un lungo viaggio sull'acqua, 100 chilometri. Lo stesso che ancora oggi, con altri mezzi, compie questo prezioso materiale. È dal 1387 che la cava di Candoglia fornisce ininterrottamente la materia prima per costruire quasi questo sogno dell'architettura e c'è però una piccola curiosità. Quando arrivavano a Milano questi barconi, i... blocchi di marmo avevano una sigla sopra AUF cioè si specificava che erano ad usum fabrice cioè per l'uso della fabbrica del Duomo e quindi non dovevano pagare dazzi c'erano tasse da pagare e da lì è venuta fuori quella tipica espressione locale a UFO, cioè deriva da AUF, a UFO vuol dire gratis oggi. Però questa storia oltre a essere tutta attorno a noi è anche sotto i nostri piedi, perché vedete tra le decorazioni, le statue che ci circondano e che stanno anche ai livelli inferiori, bene... Ce n'è una in particolare, è quella del primo duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti. È stato il primo ad autorizzare e a volere l'uso di quella cava per estrarre la materia prima per il Duomo. Che meraviglia la mia certosa! Sembra un luogo incantato. Sembra disegnata da una mano divina, con la sua foresta di guglie, pinnacoli, torrette. E' proprio così che la volevo. Quando, per tener fede a un voto fatto da Caterina, mia moglie, ho posato la prima pietra. Pia Pavia nasce tutto da un voto. A Milano invece il Duomo è colpa di un sogno. Ma che sogno? Di un incubo. Ho sognato il diavolo, Lucifero, in persona. Io che facevo tremare tutti davanti a me. Ho tremato davanti a un sogno. Qui non c'era ancora niente. Tutto questo è successo dieci anni prima di dare avvio alla costruzione della Certosa. Nell'incubo... Il diavolo mi ordinava di costruire un tempio in suo onore, pieno di immagini, di mostri spaventosi e di creature orribili. Ena, le fiamme dell'inferno. Ero terrorizzato. E lo sono ancora quando ci ripenso, soprattutto in questo tempio sacro, dove regnano l'armonia e il silenzio. Temevo di finire agli inferi. E per salvare la mia anima, che cosa fare se non costruire una cattedrale, la più grande, la più maestosa? Un inno al divino, ma con qualche immagine diabolica, spaventosa, tanto per stare tranquilli. Doveva essere la chiesa più bella d'Italia ed oltre alpe. Tutti sarebbero dovuti restare a bocca aperta. Proprio così come resto io nella mia certosa. Il Duomo di Milano ha un'altra particolarità. Pensate, è l'unica cattedrale al mondo nella quale si può camminare sui tetti. E non siete soli, attorno a voi ci sono 3400 statue di persone reali oppure venerate. Ci sono santi, eroi tra l'altro, tra i santi c'è Santa Lucia che è tra l'altro protettrice degli occhi degli scalpellini. E poi ci sono imperatori, papi e re. E siccome è una fabbrica che continua a lavorare, ci sono anche personaggi non per forza legati alla storia del passato. Ma per esempio si può trovare anche Primo Carnera. Non deve stupire la presenza dei mostri a cui faceva riferimento Gian Galeazzo Visconti. Si tratta in realtà di doccioni, se volete, di grondaie, chiamati gargoyle, attraverso i quali scopriamo scorre l'acqua piovana e viene proprio proiettata all'esterno. Queste figure spaventose tenevano lontani i diavoli dalla chiesa. Secondo un'altra interpretazione invece rappresenterebbero gli incubi, il male del mondo, il peggio, peccato che sono lì, aggrappati sulla chiesa, pronti a saltarvi addosso, ebbene, ai quali si può sfuggire riparandosi in chiesa. Marmi, guglie e statue costituiscono qualcosa di unico, un simbolo della città in cui si riconosce anche chi viene da fuori e milanese lo è diventato ormai da tempo. La prima volta che sono venuto a Milano avevo 11 anni, ero qui per l'audizione alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e mi ricordo Mia madre mi accompagnò e come immagine molto forte ho entrare alla Scala di Milano e l'immagine del Duomo davanti a me in Piazza Duomo. Ho visto questo monumento di rara bellezza, grandiosità. maestosità e subito mi ha colpito come nessun altro monumento, nessun'altra cosa aveva fatto prima di allora. Milano sicuramente è stata fondamentale nella mia vita e nella mia carriera, mi ha formato e mi ha ha cambiato come uomo e come artista, devo tantissimo a questa città, all'inizio mi ha intimorito perché io arrivavo da un piccolo paese della provincia piemontese, quindi venire a Milano era per me un grandissimo cambiamento, devo dire che ci è voluto molto tempo prima che imparassi ad amare questa città, ci è voluto tempo prima che Milano mi conquistasse e lo ha fatto grazie alla sua energia, alla sua forza. al fatto di essere una città cosmopolita, aperta, generosa. Milano veramente mi ha dato la possibilità di eccellere in quello che io faccio, nella mia arte, così come lo dà a tanti artisti, ma anche in vari campi, come quello della moda, dell'architettura, del design. Milano ha questo sguardo internazionale molto bello, molto importante. E io, se sono arrivato dove sono arrivato, lo devo a questa città. Noi ora siamo all'interno, nel cuore del Duomo di Milano. È una sensazione... pazzesca straordinaria soprattutto perché la vedete così senza visitatori senza le cerimonie siete solo voi e la maestosità del duomo tutto qui è bellissimo e io so che cosa state provando in questo momento dentro di voi Non vi state chiedendo accidenti? Non sapevo che fosse così grande e così bella questa costruzione. Tutti conoscono il Duomo da fuori, ma dentro è così. Guardate questo pavimento con questa tarsia di marmi, di pietre, che pochi guardano perché in realtà si è sorpresi nel vedere questa foresta di pilastri. Quest'ambiente è così immenso, così bello, ma... Qual è lo stile del Duomo di Milano? Ebbene, questo è del tardo gotico. In pratica si ispira alle grandi cattedrali europee, quelle tedesche, quelle francesi, con le quali però rivaleggia in bellezza... dimensioni pensate che il Duomo di Milano è ben più grande della Cattedrale di Notre Dame e già e non solo è la quarta chiesa al mondo per estensione 11.700 metri quadrati. Attorno a voi c'è la capacità dell'uomo nel generare una meraviglia Soprattutto quello che sembra di avere attorno è una sorta di orchestra che stia suonando e attorno a voi c'è una sinfonia della pietra ma anche delle capacità di tante persone che non ci sono più. più. E guardate, qui tra questi pilastri ci sono delle tele del 600 che raccontano la vita e anche i miracoli di San Carlo con Romeo. E soprattutto avete una volta che vi sovrasta come un cielo a 45 metri d'altezza. E poi ci sono quelle volte interne, quelle vele, che sembrano quasi un ricamo scolpito nella pietra, ma è una curiosità. Quelle in realtà sono delle volte dipinte, sono un effetto trompe-l'oeil, come si dice. Però quando si arriva qui vicino all'altare siete circondati da questi alberi di pietra, questi pilastri che sono altri 24 metri. con un diametro di tre metri e più sembrano delle sequoie ma stando qui dentro si ha l'impressione di passeggiare dentro una incredibile foresta di pietra questi piloni sono alti 24 metri e hanno una particolarità che solo il Duomo di Milano ha se guardate infatti i capitelli hanno delle nicchie all'interno delle nicchie ci sono delle statue che rappresentano dei santi, dei profeti Gra E sono enormi perché sono alti più di un uomo, circa due metri e oltre. E sapete quello che è impressionante, perlomeno a me colpisce tantissimo? Che i primi capitelli stanno lassù con queste figure prima ancora della scoperta dell'America. Cioè quando Cristoforo Colombo è sbarcato nel Nuovo Mondo, quelle statue stavano già lassù da più di un secolo. Già ma chi ha realizzato tutto questo? Ebbene potete immaginarlo, è partito tutto la fine del 300 quindi sono più architetti, più ingegneri, maestranze, generazioni di scalpellini è un un lavoro corale, come ho detto una sorta di sinfonia, di orchestra del tempo, delle capacità dell'uomo, però non ci sono solo dei lombardi, ci sono anche degli italiani e anche dei tecnici stranieri che venivano con le loro conoscenze, con le loro capacità conoscenze dai cantieri della Germania e della Francia dove si costruivano queste grandi cattedrali e non solo, anche dalle Fiandre, dalla Bohemia, insomma il Duomo di Milano davvero è una cattedrale d'Europa. Il Duomo è stato costruito partendo dal fondo, dall'abside, per poi proseguire nel corso dei secoli, diciamolo così, a fasi alterne. In certi momenti c'era un grande impulso, in altri invece i lavori si arrestavano. stavano praticamente per mancanza di soldi. Un grande problema è stata la realizzazione della facciata. E sapete perché? Motivo è semplice, lo stile gotico era passato di moda. E così, dalla fine del 1500, la facciata è stata realizzata. vengono presentati svariati progetti di impronta più classica. Ma tra continui ripensamenti e rifacimenti si finisce poi per arrivare, pensate, all'inizio dell'Ottocento, quando la facciata era ancora in mattone. E sarà Napoleone, nel 1805, a imporre che la facciata venga finalmente ultimata, in occasione, ovviamente, della sua incoronazione a Redditalia. E così è stato. Abbiamo visto una cattedrale in continua evoluzione e una cattedrale europea, ma il Duomo ha anche altre caratteristiche, perché, vedete, questa opera è stata costruita in interrottamento. per secoli e ovviamente richiedeva molti fondi. Chi è che pagava per tutto questo? Perché effettivamente magari Visconti aveva concesso il trasporto gratuito dei marmi, ma le maestre stranze, gli architetti, costavano e costavano anche parecchio. Dove si trovavano i fondi? Ebbene, sono stati proprio i milanesi, gli abitanti di Milano a pagare, i cittadini a pagare. Allora, chi era ricco dava molti soldi, chi era meno ricco magari forniva cibo e vino per chi lavorava e chi era povero a volte contribuiva fornendo la forza delle proprie braccia. contribuendo fisicamente alla costruzione. Ecco, questa è una caratteristica particolare che si ritrova ancora oggi, perché vedete, io mi trovo quassù e alle mie spalle, ma anche di fronte, c'è l'organo del Duomo di Milano. Pensate, è l'organo più grande d'Italia, però ha una caratteristica molto fragile, ha bisogno di una continua manutenzione. E quindi oggi, un po' come 600 anni fa, si è ricorsi a una sottoscrizione. I milanesi contribuiscono al restauro di quest'opera. In fondo, proprio in questo, ritroviamo l'anima stessa della cattedrale, una cattedrale del popolo, una cattedrale della città, ma diciamo soprattutto dei suoi abitanti, del popolo. Questo è diventato il Duomo di Milano. Sì, certo, va bene. Ma anche io avrei dovuto avere il mio tornaconto. Io volevo che il Duomo fosse l'emblema della mia potenza. La chiesa di famiglia. Il mausoleo dei Visconti. Per questo ho elargito somme favolose di denaro. Ho favorito la raccolta delle lemosi. Ho fatto vincere la mia famiglia. ...artisti da tutta Europa, senza contare le cave di marmo e tutto il resto. Ma non c'è stato nulla da fare. E forse lo confesso, è colpa mia. Ho usato un po' di furbizia. Quando ho capito che il Duomo non sarebbe mai stato solo mio, allora ho fermato per un po' il cantiere e ho dato inizio alla costruzione della Certosa. Ho fatto venire il maestro Bernardo da Venezia e glielo ho fatto a progettare. Poi ho chiamato tutta una serie di architetti e maestranze, praticamente tutti quelli che erano impegnati a Milano. Il risultato è che nel Duomo di Milano mi hanno dedicato una sola statua. Certo l'hanno posta sulla guglia più antica. Bella, ma un po' poco. Invece, da più di 500 anni, giaccio qui a Pavia, in questo meraviglioso mausoleo. Certo, è curioso guardare la propria tomba. Ma devo dire... Che alla fine di tutto io non avrei mai potuto desiderare una cosa migliore. Ora noi siamo all'interno del Duomo di Milano per ammirare una delle caratteristiche più impressionanti delle cattedrali gotiche e sono le vetrate. Sì perché... è qualcosa di nuovo. Prima c'erano le architetture romaniche con delle mura spessissime su un'apertura, mura robusta, quasi delle fortezze della fede. con all'interno un buio che era quasi un buio mistico, però certamente un po' tetro. Qui è tutto diverso. Le cattedrali sono luminosi, si slanciano verso l'alto, grazie anche a delle strutture esterne che si appoggiano e rendono le pareti più robuste. E quindi queste pareti possono diventare anche più fini, diventano quasi dei sipari che scendono giù con grandi aperture. Ed eccole queste vetrate magnifiche. Pensate che qui a Milano ce ne sono addirittura 55. E in tutto, guardate... 3.600 figure, ma chi sono? Sono persone, diciamo, ma anche storie dell'Antico Testamento e del Nuovo Testamento e anche dell'Apocalisse. Ora, immaginate, in un'epoca, parliamo dei secoli scorsi, in cui la popolazione era analfabeta, non sapeva leggere e scrivere, e questi erano appunto i racconti religiosi messi con immagini, esattamente come in tante cattedrali avete degli affreschi, qui avete degli affreschi. gli affreschi di luce fatti con queste vetrate. Ora, partono da un'epoca antichissima, parliamo del 400, e le ultime sono state realizzate nel 1988. Certo, nell'800 c'è stato un restauro, da qui i colori molto vivi che vedete, ma immaginate, qui i racconti e anche il nuovo, l'Antico Testamento e l'Apocalisse vengono raccontati con la luce. La voce è la luce. E voi l'ascoltate non con le orecchie, ma con gli occhi. È come un libro messo in trasparenza. E non è finito. Proprio qui, a pochi metri da me, c'è un altro capolavoro. Un altro capolavoro che ci fa fare un balzo nel tempo, verso la fine del Cinquecento. Ed è un capolavoro del manierismo. È la cripta, che si trova proprio sotto l'altare maggiore, ed è un luogo davvero di grande suggestione. 8 colonne di marmo rosso disegnano una sorta di cerchio attorno all'altare ed è spettacolare anche la volta che è interamente ricoperta con... guardate una raffinata decorazione fatta di stucchi e affreschi. Tutto quello che vedete non è un luogo nascosto, ma è ancora oggi il cuore pulsante della vita liturgica. La cripta poi è collegata a un altro ambiente di grande importanza, dove all'interno di una preziosa teca d'argento e di cristallo di rocca sono conservate le spoglie di San Carlo Borromeo. Abbiamo visto come il Duomo tutto sommato sia una sorta di libro di storia con tanti strati uno sopra l'altro e infatti sotto c'è ancora un altro strato che ci riporta a un'epoca paleocristiana. Tre metri sotto il centro della città, esattamente sotto il sagrato, si trovava il Battistero, di cui è rimasta la vasca ottagonale centrale e la struttura perimetrale a forma di ottagono. La forma aveva un forte valore simbolico. Il numero 8, infatti, rappresentava l'ottavo giorno, quello del giudizio, nella speranza della risurrezione, come quella di Gesù Cristo. Questo luogo è davvero un fulcro della storia di Milano, perché proprio qui Sant'Ambrogio ha battezzato Sant'Agostino. Ora, noi ci troviamo sul fondo del Duomo, nel cosiddetto Retro Coro, ed è proprio qui che si trovano le vetrate più antiche, magnifiche, che risalgono al Quattrocento. E le vedete con questa struttura molto complessa. Ora noi guardiamo ogni volta le singole vetrate, non l'intero finestrone, perché è l'opera in sé che bisogna guardare. È come quando guardate la facciata dal Duomo, non dovete guardare i dettagli, ma l'opera complessiva. E in effetti, guardate, si scopre che al centro c'è questo grande rosone, un sole raggiante. che si trovava all'interno dell'emblema araldico dei Visconti assieme al Biscione. E infatti questa è un'opera complessiva, progettata. Gian Galeazzo, Visconti assieme alla veneranda fabbrica del Duomo avevano progettato ogni singola grande finestra. E erano stati aiutati anche dal resto della società di allora, le varie corporazioni avevano commissionato alcune finestre, quindi c'era quella degli speziali, degli orefici, dei notai eccetera. Insomma queste vetrate in realtà rappresentano la società di Milano di quell'epoca, perlomeno la parte che contava. Poi ovviamente sono passati i secoli. E ogni tanto alcune di queste finestre si rompevano e c'è una curiosità perché quando bisognava ripararle si prendevano i pezzi più grandi ancora utilizzabili e venivano messi in un modo un po' disordinato tant'è che non sempre la figura iniziale aveva la stessa verità per così dire dell'origine ma queste opere complessive inondate di luce hanno sempre impressionato e suggestionato tutti gli artisti che le hanno ammirate nel tempo Io ho poi avuto il privilegio di ballare in piazza Duomo sul Sagrato del Duomo con la scenografia del Duomo alle mie spalle, un momento veramente unico, particolare, indimenticabile. della mia carriera. La sensazione già di ballare in Piazza Duomo era più quella di essere una pop star o una rock star e non un ballerino di danza classica, quindi già quella era una sensazione molto speciale per me. Poi la prima volta di uno spettacolo in Piazza Duomo e soprattutto la consapevolezza di essere riuscito a conquistare Milano, il cuore di Milano. Questa città che mi aveva regalato così tanto, in quel momento stavo restituendo altrettanto quella mia arte e quella bellezza della danza. Ecco, ora siamo usciti, siamo fuori dal Duomo e ci troviamo proprio di fronte alla sua magnifica facciata, così bella, anche se non antichissima, ma comunque di grande suggestione. E in cima, in cima c'è la Madonnina, il simbolo ormai di Milano, che permette a tutto il Duomo di raggiungere i 108 metri e mezzo. Ed è luminosa, lucente. Di cosa è fatta? Beh, l'interno ha uno scheletro, una struttura che prima era di ferro, oggi è d'acciaio, e la statua è stata realizzata con 33 lastre di rame dorato. Dorato con ben 7000 fogli di oro zecchino. Ecco perché è così luminosa e lucente. È oro. Ed è talmente luminosa che durante la seconda guerra mondiale è stata ricoperta con dei teli per imparare a rinforzare. impedire così di rappresentare un punto di riferimento ai bombardieri. Ecco noi ci stiamo allontanando abbiamo concluso il nostro viaggio e però permettetemi di fare una considerazione è davvero incredibile se ci pensate che chi ha concepito il Duomo sapeva benissimo che non l'avrebbe mai visto concluso terminato E questo fa pensare. Che cos'è che ha spinto tutti questi uomini a lavorare così tanto per qualcosa che non avrebbero mai visto? Beh, certamente la fede è stato il motore principale, però poi anche, diciamo, uno spirito di comunità. Il Duomo ha rappresentato quasi un simbolo per tutta Milano. E ancora oggi lo è, pensate alla Madonnina. Ma forse c'è anche qualcosa di più. Si è voluto rappresentare qualcosa che potesse durare nel tempo, certo. Il corpo svanisce, la vita finisce, ed è comodamente pensare a persone che comunque vivevano poco, soprattutto in passato, ma avevano... la speranza che questo Duomo potesse andare avanti sfidando il tempo. E che cosa rappresentava il Duomo? Certo la fede, ma forse qualcosa anche di molto più... Come dire, più umano, perché vedete, quando si guarda questa facciata si rimane abbagliati dall'armonia, si prova un senso di serenità interna. Qui c'è la bellezza e forse c'è anche qualcos'altro che si è voluto che attraversasse il tempo, quasi per l'eternità. L'amore per la vita.