È la biografia di un personaggio, il principe di Metternich, che gli italiani non amano molto, perché è quello che ci definisce un'espressione geografica, l'avversario più accanito del risorgimento italiano. E tuttavia è un uomo che pensò l'Italia, anche con grande affetto in alcuni momenti, e certamente nel quadro di un equilibrio europeo. che è oggi molto attuale, come forse attuale è l'idea che Metternich aveva, o almeno le riflessioni che lui fa intorno alla rivoluzione, in particolare ovviamente alla rivoluzione francese, pensando che essa probabilmente ha prodotto dei risultati che non sono stati né quelli che andavano generalmente desiderati, ma nemmeno i risultati che gli stessi uomini che avevano fatto la rivoluzione forse avrebbero voluto.
E qui naturalmente c'è tutto... l'attualità di oggi, l'idea che noi viviamo in un mondo all'indomani, certamente di un grande sogno, quale è stato quello del socialismo novecentesco, la rivoluzione d'ottobre, ma anche nel piccolo, i sogni che si legano a quella data per noi fatidica, per noi della mia generazione, che è il 68. Un episodio che, peraltro, è famoso, ma che rivisto da vicino e dalla parte del principe di Metternich prende un certo sapore, il famoso incontro in cui a Dresda vede per l'ultima volta prima della caduta Napoleone. Per quattro volte il famoso cappello, il tricorno di Napoleone, vola per aria. Vola per aria perché Napoleone cerca in tutti i modi di convincere Metternich a non abbandonare questa alleanza e a quel punto Metternich che dice di se mi sentì in quel momento la responsabilità dell'intera Europa gli risponde Sire, ora capisco che voi siete un uomo perduto.
E comprende che ci vorrà forse una battaglia, ce ne vorranno due, vi attascio e vi vorrò un po'. po'più di tempo e di battaglia, ma che alla fine la causa di Napoleone è definitivamente perduta e che al contrario la causa di un'Europa in pace e in equilibrio come lui la immagina è del tutto vittoriosa, quando anche sul momento non dovesse capitare questo.