Quando si parla di Immanuel Kant, giustamente si pensa soprattutto alla critica della ragion pura, alla critica della ragion pratica, al limite, alla critica della facoltà di giudizio, della fondazione della metafisica dei costumi, cioè alle opere principali, ovviamente, quelle che si occupano di gnoseologia, quelle che si occupano di morale. perché alla fine il grandissimo e rilevantissimo contributo Kant lo diede in quei due settori. Ma ci sono opere secondarie, sicuramente minori di Kant, che in realtà hanno avuto un certo peso nella storia, non solo nella storia del pensiero, ma proprio nella storia anche, storia concreta, della politica, delle società, eccetera. Una di queste opere merita di essere affrontata e oggi proviamo a farlo. Sto parlando della...
piccola, breve opera intitolata Per la pace perpetua, un'opera che è stata vista da vari commentatori come un'anticipazione di alcune speranze, di alcuni tentativi, a volte riusciti, a volte meno, di garantire la pace nel mondo, soprattutto dopo le guerre mondiali del Novecento, quindi un'opera scritta a fine Settecento che anticipava però speranze, aspettative, tentativi messi in atto un secolo e mezzo dopo. Andiamo a cominciare. Un soso di caffè come al solito nella tazza con la scritta andiamo a cominciare che va mostrato perché me l'hanno regalato questa tazza i miei studenti degli anni scorsi a memoria di questi video come ci sono i miei compagni inavventurato Paulino Tolstoi, Batman, De Andrè e le in fondo il mostro peloso, io mi chiamo Ermanno Ferretti, sono un insegnante, insegno storia e filosofia nel liceo scientifico Paleoca, Paldirovigo e da un paio di anni su questo canale.
Realizzo delle video spiegazioni appunto di storia e di filosofia che seguono un po'il filo di quello che si fa alle superiori, il percorso di quello che si fa alle superiori, ma molto spesso si lanciano in alcuni approfondimenti, in alcuni deragliamenti, possono spero e pare da quello che mi dite anche voi interessare a studenti. studenti, professori e anche curiosi, insomma per chi vuole approfondire la storia della filosofia o meglio iniziare ad approfondire perché poi questi video non bastano, lo ripeterò sempre, sono degli avviamenti ma se vanno per partire, per iniziare a studiare allora siete i benvenuti. Oggi parliamo di un'opera appunto come vi ho detto nella premessa di Kant considerata un'opera minore.
perché ha sicuramente avuto nell'ambito della storia e della filosofia un impatto molto inferiore rispetto ad altre opere che abbiamo già affrontato, in descrizione vi metto la playlist completa con tutti i video su Kant e sulle opere maggiori, però tra queste opere mi appunto per la pace perpetua un'opera che d'este interesse che è stata anche ampiamente studiata si è scritto parecchio su questa operetta si continua a scrivere ancora oggi segno che alcune intuizioni di kant sono estremamente attuali e lo sono proprio anche in queste settimane in questi mesi in cui l'europa è di nuovo sconquassata da una guerra la guerra in ucraina e chiederci come evitare queste guerre, come mai queste guerre sorgono e come fare per garantire la pace è un tema attuale. Kant ci dà qualche suggerimento, ce lo dà due secoli fa, due secoli e passa, e mezzo fa quasi. però il suo messaggio può essere, pur tra alcuni distingue, ancora estremamente attuale.
Intanto l'opera venne scritta da Kant nel 1795, la prima edizione, in occasione della firma di una pace che in quell'anno venne firmata a Basilea tra la Francia rivoluzionaria e la Prussia. Visto che era un'epoca anche quella del Settecento di frequentissime guerre, l'abbiamo detto in storia mille volte, in descrizione vi metto un link sulle guerre del Settecento, quelle poi di metà secolo. ma alla fine del Settecento è ancora più un'epoca di guerre, di rivolte, c'è la rivoluzione francese e tutto quello che ne consegue poco dopo iniziano le guerre napoleoniche, insomma era vero un'epoca di guerre continue.
E Kant questa situazione un po'la patisce come tutti gli intellettuali che spererebbero. in una situazione più pacifica, più equilibrata, soprattutto in una pace duratura che all'Europa mancava in quel periodo da molto molto tempo. Per la pace perpetua ho un libro scritto con questa speranza, cioè tentando di rispondere alla domanda cosa dobbiamo fare o cosa dobbiamo cercare di fare per garantire una pace che duri, che sia durevole in Europa e nel mondo.
E Kant affronta per suo questo interrogativo cercando di... trovare delle misure. Addirittura l'opera è scritta quasi come se fosse un trattato, ha degli articoli addirittura, proprio nel tentativo di replicare i trattati di pace che a volte venivano, che a volte, che alla fine delle guerre venivano firmati dai veri paesi.
Infatti consta questo libretto di Kant di sei articoli preliminari, lui li chiama così, e di tre articoli definitivi. Gli articoli preliminari servono a mostrare le ragioni delle guerre, quindi come... evitare che quelle ragioni si ripresentino. Gli articoli definitivi invece sono le strategie che Kant mette in campo per garantire la pace.
Chiaramente evitare le guerre è il primo modo per garantire la pace, ma poi la pace ha bisogno anche di altre misure perché continua a essere garantita di venti duratura. Vediamo di questi articoli, prima li vediamo uno di fila dopo l'altro brevemente, poi commentiamo in generale il senso di tutto questo, cosa intende dire Kant. con queste parole.
Ve li mostro anche a schermo così che li leggiamo rapidamente, non li leggiamo nella forma kantiana ma in una versione un pochino più semplice perché sennò facciamo notte. Ma il succo è questo. Primo articolo, di quelli preliminari.
Nessun trattato di pace, davvero di pace, se presenta dei pretesti per una futura guerra. Secondo articolo. Nessuno stato può essere acquisito da un altro stato per successione ereditaria, per scambio, acquisto o donazione.
Grazie. Terzo articolo, gli eserciti permanenti devono scomparire. Quarto articolo, non si devono contrarre debiti pubblici in vista di un'azione bellica da fare all'estero.
Quinto articolo, nessuno Stato deve intromettersi nella Costituzione e nel governo di un altro Stato. Sesto articolo, nessuno Stato in guerra deve permettersi atti che renderebbero impossibile la fiducia reciproca nella pace futura. Questi primi articoli sono quelli rispettati.
ripeto preliminari mostrano cosa bisogna fare per fare in modo che le guerre durino poco e non compaiano ad esempio gli stati dice non devono immischiarsi nelle faccende interne degli altri paesi perché molto spesso le guerre nascono da questo nascono da stati stranieri che si intromettono nelle vicende interne di un paese Gli esempi sarebbero innumerevoli e anche in situazioni molto recenti e molto vicine a noi guerre del genere sono scoppiate proprio per motivi di questo tipo. Oppure cosa dice ad esempio? Che gli eserciti permanenti devono scomparire perché nell'ottica di Kant gli eserciti permanenti sono un motivo di guerra.
Se gli stati non hanno eserciti permanenti la guerra diventa più difficile, diventa più complicata. Noi oggi diremmo forse... Abolire gli eserciti permanenti è forse troppo rispetto al mondo in cui siamo oggi, ma certo ridurne gli effettivi, ridurre e demilitarizzare i paesi potrebbe aiutare a garantire una pace più duratura, quindi ridurre gli effettivi sicuramente.
Poi dice che non bisogna fare trattati di pace dove già si lascia sottintese delle rivendicazioni che prima o poi verranno a sorgere. Non bisogna in guerra... usare delle misure che poi potrebbero portare a vendette eccetera insomma capite qui Kant sta dicendo attenzione perché molto spesso le nostre azioni di oggi producono guerre di domani quindi bisogna cercare di evitare di fare queste azioni oggi per garantire una pace più duratura Ma ancora più interessanti sono i tre articoli, quelli definitivi, anche questi ve li mostro a schermo.
Primo articolo, la Costituzione di ogni Stato deve essere repubblicana. Secondo articolo, il diritto internazionale deve fondarsi su una federazione di liberi Stati. Terzo articolo, il diritto cosmopolitico deve essere limitato alle condizioni di una universale ospitalità.
E adesso li spieghiamo. Al di là infatti delle questioni storiche, delle analisi del perché nascono le guerre, Kant vuole dare un obiettivo, vuole dire cosa bisogna fare in futuro, da qui in avanti, per evitare guerre, per garantire una pace perpetua, come dice anche il titolo dell'opera. E lui fa questa analisi partendo da, in fondo, una serie di analisi già fatte in precedenza da altri pensatori.
Kant si sta inserendo all'interno della corrente contrattualistica, giusnaturalistica, che noi abbiamo già ampiamente visto. Vi metto in descrizione sia un link al giusnaturalismo sia un link ad Hobbes, perché in fondo Kant... Si richiama abbastanza al pensiero di Thomas Hobbes. Ricordate Hobbes cosa diceva?
Sosteneva che gli uomini fondano lo Stato quando capiscono che lo Stato di natura, cioè la situazione prestatale in cui si trovano a vivere, è estremamente rischiosa. Nella situazione prestatale in cui non ci sono leggi, non ci sono ordini, gli uomini infatti si fanno continuamente la guerra. È la guerra di tutti contro tutti. Bellium omnia contra omnes, no?
E quindi è la guerra di tutti contro tutti. in cui ognuno, la situazione in cui ognuno è lupo per l'altro uomo omo, homini, lupus e quindi la vita è sempre a repentaglio proprio per questo motivo, perché non ci sono regole, non ci sono leggi non ci sono neppure norme morali l'uomo accetta di firmare un patto e quindi gli sottomette sia un'autorità forte quella del Leviatano, eccetera, eccetera, eccetera ecco, Kant riparte da qui cioè sostiene quello che ha detto Hobbes sullo stato di natura Oggi lo ritroviamo nel rapporto tra gli stati. E attenzione, anche Hobbes aveva dato un po'questa lettura, non è un'analisi completamente inedita a quella di Kant, perché Hobbes aveva effettivamente anticipato qualcosa in questo senso.
Cioè, è vero che gli uomini hanno lasciato lo Stato di natura, hanno firmato un patto e hanno fondato lo Stato, però questo Stato di natura continua ogni tanto a riemergere e riemerge, ad esempio, nel rapporto tra gli stati, ovvero... All'interno degli stati ci si sono date delle regole, i cittadini si sono messi d'accordo, hanno stabilito una legge, un ordine, delle regole, delle magistrature, delle punizioni e così via, ma non l'hanno fatto al di fuori degli stati. Cioè, ad esempio, in un paese ci sono delle regole, quindi tu sai che non puoi fare certe cose e puoi farne altre, e che se fai certe cose puoi subire la punizione, e così via.
Ma al di fuori degli stati, nei rapporti cioè tra uno stato e l'altro, a livello sovranazionale, queste regole non sono state firmate, e quindi, a livello sovranazionale, è come se i singoli stati fossero gli uomini dello stato di natura di Hobbes. Perché a livello sovranazionale non esistono regole, e quindi di fatto vige una guerra di tutti contro tutti. A livello sovranazionale ogni stato è lupo per l'altro stato, potremmo dirla così, perché vige la legge più forte alla fine come era nello stato di natura di Hobbes. Visto che non ci sono regole, visto che non ci sono accordi, visto che non ci sono patti, chi è più forte?
La forte prevale e chi è più debole si sottomette. C'è una guerra e chi ha la maggior forza da mettere in campo vince. Pertanto, visto che non ci sono regole, visto che non ci sono norme, a questo livello sovranazionale le guerre sono all'ordine del giorno, le guerre sono frequentissime perché servono a stabilire i rapporti di forza, servono a stabilire chi ha diritto su cosa.
perché il diritto lo fa la legge le più forte perché il diritto lo stabilisce chi ha il potere di imporre il proprio diritto ognuno ha diritto su tutto su tutto ciò che è in grado di garantirci con l'uso della violenza quindi, dice Kant ispirandoci a Hobbes alla fine i problemi che Hobbes aveva delineato nello stato di natura quindi guerra civile, quindi disordine, caos, distruzione li ritroviamo non tanto all'interno degli stati dove sono stati grossomodo risolti più o meno bene, ma li ritroviamo a livello sovranazionale. Pertanto, conseguenza di questa analisi, se noi vogliamo risolvere i conflitti tra gli stati, dobbiamo creare un patto, dobbiamo uscire dallo stato di natura tra stati. che c'è e che bisogna superare e quindi bisogna creare un organismo sovranazionale com'è che ha fatto l'uomo uscire dallo stato di natura?
ha firmato un patto il pactum unionis e poi il pactum subiectionis trovate tutto tutto linkato in descrizione, ha firmato un patto così da sottomettersi a un'autorità, a una norma, a un insieme di norme e accettando quell'insieme di norme si è garantito la pace. Questo che si è fatto all'interno degli stati va replicato a livello sovranazionale e quindi bisogna creare anche un organismo sovranazionale che poi supervisioni al rispetto di questo patto. Per questo lui dice A.
bisogna che tutti gli stati abbiano la forma repubblicana bisogna creare una federazione di stati liberi. Soprattutto il secondo punto è in questo senso emblematico, perché poi dice, attenzione, la forma repubblicana? Perché lui si rende conto che molto spesso le guerre vengono provocate più facilmente dai sovrani, oggi potremmo dire dei dittatori anche, perché quando il potere in mano ha uno solo, e questo uno solo, il sovrano pensava a lui, noi oggi potremmo dire anche tranquillamente il dittatore, quando il potere in mano ha uno solo e questo non paga, spaga direttamente le conseguenze del conflitto, questo singolo personaggio è più portato a fare guerra. Quando invece a decidere in uno stato è, non dico per forza tutto il popolo, ma una buona parte del popolo che si esprime tramite le votazioni, le elezioni, i propri rappresentanti, quando c'è cioè una forma repubblicana di Cekant, allora il peso della guerra Tutti ne sono consapevoli e tutti lo pagano, chi decide è anche chi subisce per la guerra, perché chi decide se fare guerra è anche chi decide se mandare i propri figli al fronte, se pagare per questa guerra eccetera.
Non è più come negli stati monarchici o dittatoriali in cui uno solo decide e il controllo è il suo. Il costo della guerra lo pagano gli altri, in questo caso chi decide paga anche il costo della guerra e quindi dice Kant è più difficile che si facciano guerre, perché chi deve decidere di muovere guerra è ben consapevole che poi questa guerra lo investirà in toto. direttamente, non è più come per i re per i quali la guerra dice Kant è quasi una partita, è un gioco perché tanto non la fanno loro, è come giocare a scacchi, muovono le piedine ma loro stanno bene al calduccio a farsi le loro partite di cazza dice Kant quando c'è una repubblica la guerra la decide chi poi va a combatterla quella guerra molto spesso quindi meglio la forma repubblicana perché almeno le guerre saranno analizzate in profondità e si stabilirà se ne vale davvero la pena sostanzialmente e sarà più difficile che ne valga davvero la pena solo in casi estremi ne varrà davvero la pena perché il popolo saprà bene cosa rischia di rimetterci in una guerra prima cosa ma poi dicevo l'obiettivo è quello di arrivare a un nuovo ordine sovranazionale un ordine giuridico mondiale addirittura ipotizzacante cioè bisogna creare un organismo che mette in federazione tra loro tutti gli stati del mondo, bisogna che tutti firmino, come nello stato di natura di Hobbes, il patto ha ragione di essere nella misura in cui tutti aderiscono, non si può non aderire al patto, altrimenti il patto salta, quindi tutti gli uomini sono vincolati al patto, così perché il patto di pace perpetua tra gli stati valga, bisogna che tutti gli stati ci aderiscano. Quindi bisogna creare un ordine giuridico davvero mondiale che coinvolga tutti i paesi, per questo è un discorso anche che Kant capisce bene essere difficile, non è facile coinvolgere tutti, è già difficile mettere d'accordo due stati, figuratevi tutti gli stati del mondo, ma questo deve essere l'obiettivo del lavoro anche dei filosofi secondo Kant. Un obiettivo che non è scontato, Kant lo dice molto chiaramente, non è un esito necessario.
quello di riuscire a garantire la pace non è scritto nella storia del mondo nella nello spirito assoluto come dirà poi hegel che si vada verso la pace non è scritto nessuna parte che la pace debba trionfare quindi non è un destino questo che ci attende di pace sarebbe bello se fosse così se la pace ci fosse promessa da dio o da qualche forza superiore dalla provvidenza come un destino ineluttabile ma non è così La pace non è un destino, la pace è tutto da costruire, in questo Kant si rivela un perfetto illuminista, come diceva anche Voltaire in qualche modo, si rievoca qualche pagina volteriana del Candido. Bisogna essere ottimisti ma bisogna lavorare per questo ottimismo, non arriva da solo l'ottimismo, il bene non si realizza da solo, bisogna lavorare. Kant dice esplicitamente che la pace non è un destino ma è un compito. Un compito cosa vuol dire?
Che dobbiamo costruirla noi questa pace, che dobbiamo lavorarci noi per garantire quelle condizioni che possono permettere la pace, quindi dobbiamo ad esempio garantire che tutti gli stati diventino repubblicani, oggi diremmo anche di far cadere le dittature perché le dittature provocano guerre, dice Kant, le monarchie, vecchio stile, provocano guerre, dice Kant, quindi meglio lavorare per fare in modo che i vari paesi si evolvano verso forme repubblicane di governo. Dobbiamo lavorare per creare questo organismo sovranazionale che possa, tramite un patto, regolare in maniera pacifica, col diritto, i conflitti. E quello che si è tentato di fare nel Novecento è stato anche questo, ovviamente.
Quando si è creata prima la Società delle Nazioni con tutti i suoi limiti e difetti e poi l'ONU con tutti i suoi limiti e difetti, si è tentato di fare questo, un organismo sovranazionale, l'ONU davvero che... racchiudesse tutti i paesi del mondo per creare un diritto anche tra i paesi del mondo che si spera tutti i paesi rispettino poi questo non accade e poi è difficile far rispettare questo diritto in effetti non c'è ancora il modo per riuscirci però Pare quasi che l'ottica kantiana sia stata ben accolta dalla storia. Poi c'è anche da dire che su questa federazione di stati i critici, gli studiosi hanno molto dibattuto, nel senso che non è chiarissimo cosa intendesse Kant quando parlava di questa federazione. federazione di stati secondo articolo definitivo perché la maggior parte degli studiosi tra cui anche l'italiano norberto bobbio uno dei più grandi esperti di quest'opera sostengono che l'idea di kant era quella di una confederazione di stati appunto qualcosa di simile all'onu forse qualcosa di un pelino più stretto dell'onu ma in quella direttura in quella direzione cioè un organismo sovranazionale che mette insieme faccia parlare tra loro faccia confrontare tra loro i vari stati e dia delle regole condivise tra i vari stati quindi una confederazione qualcosa del genere ci sono però anche altri studiosi che pensano che in realtà intendesse un vero e proprio super stato, uno stato mondiale unitario in cui i veri stati singoli si sarebbero dovuti in qualche modo fondere, disciogliere, superare la logica degli stati individuali e trovare un'unità.
uno Stato superiore, unitario, forte, che quindi cementasse le volontà individuali con una norma cosmopolita. Questo non è chiarissimo in Kant, è più frequente l'interpretazione di una confederazione di Stati, quindi appunto qualcosa di simile all'ONU, ma se ne può discutere, non è così netta la chiave di lettura di Kant. C'è da dire poi che il terzo articolo, quello che parla del cosmopolitismo, può sembrare un po'strano perché dice appunto che bisogna essere cosmopoliti ma sembra dire anche che non bisogna neppure troppo approfittarsi del cosmopolitismo.
Cosa intende dire con questo articolo Kant? Kant ha in mente la logica europea di fine Settecento perché è vero che bisogna diventare cosmopoliti, cioè sentirsi cittadini del mondo se si vuole garantire la pace. più che solo cittadini del proprio paese, anche del proprio paese ma anche del mondo, allo stesso tempo garantire la propria appartenenza patriottica ma anche sentirsi legati in qualche modo agli altri paesi.
Ma non bisogna neppure approfittarsi di questa tendenza, perché dice questo Kant? Perché molto spesso gli europei a fine Settecento andavano in giro per il mondo, nei paesi asiatici, nei paesi africani eccetera, a dire noi siamo cittadini del mondo e quindi dovete seguirci. Cioè andavano a varare politiche. coloniali, di stampo coloniale con la scusa del cosmopolitismo ecco Kant è critico nei confronti di questo atteggiamento europeo è critico già a fine settecento noi dobbiamo rispettare anche le tradizioni locali, non possiamo andare a imporre i costumi europei, andare a imporre il nostro modo di pensare, di agire, di fare, sulla scorta solo del cosmopolitismo. Cosmopolitismo vuol dire, certo, avere fratellanza, avere unione con gli altri popoli, ma non imporre la nostra visione del mondo agli altri popoli, avere anche tutela e rispetto delle tradizioni degli altri popoli.
Quindi in questo anche qui molto moderno. In più, devo dirvi anche questo, poi abbiamo chiuso, abbiamo finito. Nel 1796, l'anno dopo, Kant varò una seconda edizione di Per la pazza e per... in cui aggiunse un articolo segreto, così lo chiamava. Segreto perché in realtà secondo lui era meglio non renderlo pubblico per non inficiare il prestigio dello Stato, per non indebolire la forza dello Stato.
Cosa diceva questo articolo segreto? Secondo lui per garantire la pace era anche necessario che i vari sovrani o detentori del potere nei vari paesi si consultassero coi filosofi. cosa vuol dire questo discorso? qualcuno ha detto beh sembra quasi sentire Platone per cui i sovrani devono diventare filosofi o i filosofi devono diventare sovrani eccetera cosa che tra l'altro nell'illuminismo, nell'ipotismo illuminato era abbastanza frequente ricordate che Federico il Grande, proprio prussiano vissuto qualche decennio prima era amico poi amico venera contrastata di Voltaire e altri sovrani si erano consultati spesso con i filosofi ecco Kant dice questa è una cosa utile per la pace quando dice filosofi intende gli intellettuali in generale i sovrani devono consultarsi con gli intellettuali poi sapendo che le due I due ambiti sono diversi, i sovrani governeranno e i filosofi intellettuali faranno ricerca. Non è che devono fondersi le due categorie, ma è bene che ci sia uno scambio, un interscambio, che i sovrani ascoltino i filosofi e che i filosofi si facciano sentire dai sovrani.
Perché? Perché il mondo intellettuale può fornire una base di ricerca, di sapere, di interrogarsi sulle ragioni delle cose che può essere utile a... anche stemperare i toni e garantire una pace migliore un mondo migliore un bene comune più solido quindi c'è in questo ultimo articolo segreto un'esaltazione anche del ruolo dell'intellettuale e direi anche della libertà di pensiero ebbene che i sovrani tutelino la libertà di pensiero la libertà di parola perché questa libertà di pensiero è un bene per il paese per lo stato ed è un bene anche per la pace perché può aiutare a trovare una via migliore per risolvere i problemi i conflitti in modo pacifico pacifico senza ricorrere alla violenza e alle armi.
Come vedete quello che abbiamo detto è estremamente attuale ancora oggi ci sono purtroppo guerre per fortuna meno frequenti di quelle del settecento non per forza meno sanguinose perché le armi oggi sono purtroppo molto più drammatiche perché anche nel settecento ci furono guerre molto sanguinose però purtroppo nonostante siano sicuramente calate le guerre nel novecento nel 2000 continuano a fare vittime e quindi interrogarsi su Quali siano i modi per garantire la pace sempre importante? Come vedete la situazione è complessa e canta. Lo ammette, non basta volere la pace, bisogna lavorare per costruirla questa pace, bisogna quindi lavorare anche politicamente garantendo un certo tipo di governo, garantendo certi tipi di trattati, garantendo anche certe forme di organizzazione sovranazionale. La pace non cala dall'alto da sola, la pace va costruita con azioni, la pace a volte passa anche tramite le guerre che vanno risolte in termini equi, quando vi dice che i trattati di pace non devono avere delle rimostranze che poi possono essere usate per altre pace, che in guerra bisogna usare. certi metodi, non altri, che potrebbero creare un tentativo, un desiderio di rivincita, di rivolta, vuol dire che la pace si costruisce anche a partire purtroppo dalle guerre e dagli accordi di pace e poi dalle misure che si mettono in atto.
È chiaro che è un percorso lungo, duraturo, durevole, difficile, Kant lo ammetteva quando gli dice che la pace è un compito, vuol dire che... Bisogna rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare, ci potrebbero volere secoli e Kant si è visto giusto, ci sono voluti secoli e ancora non ci siamo arrivati del tutto. Però penso che questo libro possa essere davvero da stimolo, un libro anche che si legge nonostante lo stile di Kant, spesso un po'pesante nella prosa, ma si legge breve.
Ve lo metto anche in descrizione se volete acquistarlo e provare a leggerlo. Ma per oggi il video si conclude qui, un video abbastanza corto ma... non c'era tantissimo da dire ma spero che gli stimoli siano interessanti in più vi ricordo che sempre in descrizione trovate i titoletti che sono comparsi qui trovate i link agli altri video che ho citato soprattutto la playlist su Kant e poi trovate i modi per seguirci e sostenerci se volete per seguirci ci sono i social network c'è la newsletter settimanale gratuita trovate tutto lì sotto e per sostenerci se vi piace quello che facciamo ci sono modi per fare piccole donazioni modi per comprare libri comprare videocorsi grazie o comprare merchandising addirittura se vi piace la filosofia, la storia, la creatività e tutto il resto. Grazie a tutti quelli che hanno già donato, che hanno fatto dei versamenti e ci vediamo presto per altri video di storia, filosofia ed educazione civica. Ciao alla prossima!