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Vita e opere di Carlo Goldoni

Ciao ragazzi, vestitevi eleganti perché oggi vi porto a teatro! Parleremo infatti di uno dei più grandi autori del teatro italiano, famoso in tutto il mondo, le cui commedie vengono ancora oggi rappresentate con un grande successo di pubblico, ovvero Carlo Goldoni. Goldoni è sicuramente il più grande autore del teatro italiano, e è un'altra delle prime commedie che ha fatto un'attività di teatro italiano. Il teatro italiano è un'altra delle prime commedie che ha fatto un'attività di teatro italiano. Il teatro italiano è un'altra delle prime commedie che ha fatto un'attività di teatro italiano. uno degli autori più fecondi della nostra letteratura. La sua produzione letteraria conta più di 160 titoli e fu mossa dall'intento di riformare la commedia tradizionale. A questo proposito il suo pubblico è stato realizzato da un'autore di un'epoca, più grande rivale fu proprio la commedia dell'arte, un modo di fare teatro basato sull'improvvisazione, su maschere fisse e su forme di comicità ormai scontate. Bene ragazzi, oggi vedremo la vita di Goldoni, mentre nella prossima puntata ci concentreremo su una classica domanda da interrogazione, ovvero i punti fondamentali della sua riforma del teatro, raccontando tra l'altro anche una delle sue commedie più famose, ovvero la riforma del teatro. la locandiera. Partiamo con la vita. Goldoni nacque a Venezia nel 1707. Nei primi anni di vita seguì il padre, che era un medico, e il piccolo Carlo lo seguì nei suoi trasferimenti. A Perugia, dove studiò presso un collegio di gesuiti, iniziò ad appassionarsi alla letteratura, in particolare al teatro. Rimase infatti molto affascinato dalle commedie dell'autore latino Plauto. Il teatro entrò di prepotenza nella vita di Goldoni, anche in modo un po' casuale. Infatti nel 1721, mentre si stava trasferendo con la famiglia a Chioggia, viaggiò su una nave dove era presente una compagnia di comici e Goldoni ne rimase profondamente affascinato. Sempre seguendo i frequenti spostamenti del padre, si trasferì prima a Milano e poi a Pavia, dove nel 1723 iniziò la sua vita di compagnia. lo studio della giurisprudenza. Purtroppo dopo solo i due anni venne escurso dalla città per aver scritto una satira contro le donne pavesi. Sono in realtà anni molto difficili per Goldoni, infatti rischiò di cadere in una vera e propria depressione e alla ricerca della sua identità, del suo futuro, finché nel 1729 non decise di dedicarsi interamente al teatro. Inizialmente fu autore e attore di scenari per la compagnia di un'azienda media dell'arte. Tuttavia con la morte del padre fu costretto a cercare una sistemazione anche economica. Riprese quindi a studiare, si laureò finalmente a Padova in giurisprudenza. Tuttavia Goldoni non era nato per svolgere una professione di avvocato e così decise di dedicarsi anima e corpo alla sua grande vocazione, il teatro. Gradualmente iniziò a mettere in atto quella riforma. che lo renderà famoso. Lavorò prima presso il Teatro San Samuele a Venezia. In seguito dal 1737 al 1741 gli fu affidata la direzione del Teatro San Giovanni Crisostomo. Nel 1743 venne rappresentata la prima commedia interamente scritta, dal titolo La Donna di Galbo. Importantissimo a questo punto per la carriera di Goldoni fu l'invitazione di un'altra donna, la donna di Giacomo, che incontro con il capo comico Girolamo Medebac, avvenuto nel 1947 a Livorno. Medebac lo assunse come scrittore stipendiato di opere teatrali nella sua compagnia. A Venezia i due lavorarono presso il Teatro Sant'Angelo dal 1748 fino al 52 e in questi anni Goldoni scrisse e mise in scena un numero altissimo di commedie, circa 8 l'anno, come del resto recita il contratto che stipulò proprio con Medebag. Parallelamente tuttavia Goldoni iniziò a subire una vera e propria strategia del fango da parte dei sostenitori della commedia dell'arte, in particolare venne ferocemente attaccato da Pietro Chiari e Carlo Gozzi, due critici sostenitori del teatro tradizionale. Per via di queste polemiche l'entusiasmo del pubblico nei confronti del commediografo si raffreddò e allora Goldoni decise di stringere una vera e propria scommessa con i suoi spettatori. Per la stagione del 1750 si ripromise di scrivere ben 16 nuove commedie in un solo anno. Non solo riuscì nell'impresa, ma... Addirittura tra queste opere troviamo alcune dei suoi migliori lavori. Tuttavia, disgustato dalla spilorceria di Medeba, iniziò a lavorare in modo autonomo e stipulò un contratto per nove anni con il Teatro San Luca, sempre a Venezia, dal 53 al 62. Ancora una volta però amareggiato e in fondo anche stanco per l'accanimento con cui i suoi nemici continuavano a infamarlo, decise nel 1762 di di abbandonare l'Italia e di trasferirsi a Parigi. Qui ripartì praticamente da zero, ma ancora una volta, gradualmente, a poco a poco, riuscì a imporre anche in Francia la sua riforma della Commedia. Nel 1765 riuscì addirittura a entrare all'interno della corte di Luigi XV, come maestro personale d'italiano delle figlie del re, un incarico che mantenne anche sotto il successivo re Luigi VI. XVI. Un generosissimo stipendio, oltre alla possibilità di poter soggiornare presso la sfarziosissima regia di Versailles, trasformarono completamente la sua vita. In questi anni iniziò la scrittura delle sue memorie, che vennero pubblicate proprio a Parigi nel 1787. Lo scoppio della rivoluzione francese del 1789 lo investì drammaticamente, essendo lui alle dipendenze del re. Gli venne sospesa la generosissima pensione di un'altra persona, e morì in povertà nel 1793. Bene ragazzi, con questo è tutto. E ricordatevi che per fare teatro occorre avere l'entusiasmo della menzogna, perché teatro significa vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male. Grazie Eduardo. Alla prossima, ciao!