Buongiorno sono Michela Cesarini di Discover Rimini oggi mi trovo all'Arco d'Augusto, un monumento simbolo per la città di Rimini. E' parte infatti dello stemma cittadino insieme al Ponte di Tiberio. Questo monumento è stato edificato nel 27 A.C. come porta urbica, cioè è una porta della città che anche un arco onorario, dal grande fornice, cioè ha un'apertura grandiosa di circa 9 metri e fungeva anche da ingresso monumentale alla città di Ariminum che è stata fondata nel 268 A.C. L'Arco d'Augusto presenta delle semicolonne di ordine corinzio a fianco del grande fornice in pietra d'Istria e vicino ai capitelli sono presenti dei clipei, cioè dei cerchi con dei voti delle divinità. Sono quattro: due rivolti verso Roma e sono legate all'imperatore Augusto e due rivolti verso Rimini con delle divinità legate alla città. Verso Rimini è presente infatti il dio Nettuno, rappresentato con forme bellissime, con una barba fluente, riccioluta, riconoscibile dalla presenza di un tridente e di un delfino. Rimini è una città che ha il mare e quindi aveva necessità di avere la divinità Nettuno dalla sua parte. Dall'altro lato è presente una figura femminile connotata da elementi guerrieri, con un elmo sul capo e una lorica, l'armatura dei romani, e un gladio, una spada a fianco. Questa è stata interpretata come la dea Roma, perché Ariminum era una colonia di diritto latino che nel 90 diventa municipium, quindi il legame con la madrepatria. Verso Roma invece sono presenti delle divinità legata ad Augusto, in particolare Apollo, riconoscibile dal corvo, i romani leggevano il volo degli uccelli, ed è anche la divinità legata alla poesia alla musica, infatti l'altro elemento che lo connota è la lira. Apollo era una divinità molto cara ad Augusto, alla quale Augusto si era rivolto prima di vincere la importantissima battaglia di Azio che ha decretato la sconfitta di Antonio e Cleopatra il suicido di entrambi e poi l'ascesa appunto di Augusto. L'altra divinità presente nella parte dell'arco rivolta verso Roma è Giove, la divinità più importante, capo degli dei. Lui è riconoscibile dalla presenza di un fascio di fulmini sul clipeo. I fasci di fulmini sono presenti anche in una decorazione molto interessante che si sviluppa al di sopra dei capitelli: nei cassettoni sono presenti due aquilotti dalle ali spiegate che serrano tra le zampe dei fasci di fulmini. Proprio qui vicino ci sono poi delle rappresentazioni molti interessanti quali ad esempio la rappresentazione di un volto della gorgone, la Gorgone Medusa, colei che pietrificava con lo sguardo. C'è addirittura un volto della Gorgone che fa la 'linguaccia'. Questo ha un significato apotropaico, cioè serviva per scacciare le cose negative al di fuori della città, infatti questa rappresentazione è presente solo nella parte esterna dell'arco. Rimini fu fondata nel 268 a.C. all'inizio della pianura padana quel territorio che era governato dai celti e che poi piano piano viene colonizzato dai romani. Il senato nel 27 a.C. ha decretato l'edificazione di due archi onorari, uno a Roma, a Ponte Milvio, e uno a Rimini, quando Augusto ha ristrutturato la via Flaminia. Ancora oggi proprio qui davanti all'Arco d'Augusto arriva la via Flaminia, costruita nel 220 a.C., che congiunge Roma con Ariminum. Come facciamo a dire che è stato realizzato nel 27 a.C? Perché nella parte alta c'è un iscrizione, ora lacunosa ma comunque in parte leggibile, che ricorda le cariche di Augusto "cos sept designato ottavom" vuol dire che Augusto viene nominato console per l'ottava volta e console era una delle cariche più importanti romane. Il monumento come lo vediamo ora sostituisce una precedente porta urbica realizzata in pietra arenaria, in pietra locale, inserita nelle mura di cui ancora oggi vediamo delle testimonianze dei resti proprio in una asola archeologica a fianco del monumento. Questa porta urbica presenta degli elementi che rimandano proprio ad Augusto. Intanto il grande fornice, che non si è mai chiuso, non si doveva chiudere, quindi una porta che non aveva dei battenti lignei ha proprio un preciso significato politico: Augusto porta la pace, la pax augustea dopo le guerre civili, dopo Giulio Cesare, quindi avere una città come Rimini collocata all'inizio della pianura padana che di notte non si chiude, non si difende, vuol dire è che si è in pace. Possiamo dire che l'Arco d'Augusto costituiva il biglietto da visita della città romana quando si arrivava dalla via Flaminia, che proprio qui faceva una sorta di curva: si passava al di sopra del ponte sull'Aprusa, il fiume Ausa, e poi si vedeva questo chiarore della pietra d'Istria. Dobbiamo immaginare anche nella parte alta dell'Arco d'Augusto adesso connotato dalla presenza di merli, cioè strutture medievali, una statua di Augusto, probabilmente una statua di Augusto su una quadriga. Questa è un'interpretazione scaturita nell'Ottocento dagli studi di Maurizio Brighenti, ricavati dallo studio di un denario dell'imperatore Augusto, cioè una moneta dove compare un arco molto simile all'Arco d'Augusto con sopra una quadriga. L'isolamento dell'arco ha creato una cesura molto forte nella percezione dell'Arco dAugusto perché quando si arrivava Rimini si vedeva l'arco inserito all'interno del contesto urbano. C'erano numerose case in questa zona perché nel III secolo quando iniziano le invasioni barbariche non si può più stare con una porta che non si chiude quindi la porta urbica della città di Rimini è stata costruita più a ridosso del fiume. Dicevo nel 1937 è stato isolato l'arco e sono stati eliminate non solo le case che sono state abbattute, ci sono delle fotografie interessantissime che documentano proprio questo momento di eliminazione di tutto il tessuto urbano, sono state anche distrutte i resti delle torri poligonali che serravano l'arco fin dall'epoca di edificazione. L'isolamento dell'Arco d'Augusto in epoca fascista era funzionale a un percorso urbano che andava dalla Piazza Giulio Cesare, l'antico foro che oggi si chiama Piazza Tre Martiri, fino allo stadio littorio, che oggi chiamiamo Romeo Neri, che è stato proprio realizzato in quel periodo. Quando si arrivava a Rimini dalla via Flaminia, che oggi è la via XX settembre, si percepiva un tessuto urbano di case che serravano l'Arco d'Augusto e ci sono delle stampe sia del Settecento sia dell'Ottocento che documentano questo Innanzitutto la stampa presente nel libro di Tommaso Temanza dove si vede non solo l'Arco d'augusto inserito nelle mura urbane ma si vede anche la porta che era in prossimità del fiume Ausa Oppure anche le stampe ottocentesche di Rosaspina dove si vede l'ingresso in città animato da persone. Questa apertura così ampio del fornice che in epoca romana sottolineava la pace presente in città e ancora oggi importante e può essere un emblema di una città accogliente come Rimini