Transcript for:
Seminario sulla Legalità e Libertà

[Musica] [Musica] [Musica] [Musica] [Musica] เ Sempre un piacere veramente accogliere l'associazione traver e Arno che ogni anno propone appunto dei seminari di argomento politico, sociale, storico, soprattutto con un occhio rivolto proprio a voi giovani. Noi diciamo la nostra età l'abbiamo fatta, abbiamo fatto le nostre battaglie che dobbiamo continuare a fare. Io sono stata una delle prime assemblee perché nel 74 ero ancora a fare le scuole superiori, quindi eravamo molto molto motivati e forse oggi loro hanno bisogno di un'ulteriore motivazione. Piacere all ex mag Sì che appunto oggi parlerà eh della legalità con un titolo piuttosto sibillino, vero? Questo sì, garanzia, perché la legalità è garanzia o trappola e poi cercherà di farci capire di capire perché questo trappola, perché verrebbe da dire istintivamente come trappola la legalità eh dovrebbe essere lo strumento. fatti. Quindi questo ci eh proprio vi invito ad ascoltare per cercare di farvi anche una vostra idea, cercare di capire sempre bene eh avere la mente aperta a a chi ha la barba bianca, i capelli grigi, comunque che ha una certa esperienza, quindi che ha conosciuto anche come la legalità è stata incarnata nel bene e nel male. e quindi sicuramente, insomma, sarà un seminario interessante, produttivo per tutti voi e poi invitiamo ovviamente per chi vuole a partecipare a tutte le altre conferenze e perché no a ecco a partecipare anche alle borse di studio. Do ora la parola appunto al presidente della dell'associazione che tutti gli anni in sostanza ci vediamo. Ci vediamo grazie alla vostra scuola, ai vostri insegnanti, alla vostra preside e soprattutto grazie a voi altri. Ragazzi, siete troppo bravi, siete troppo bravi. Non fate punto casino. Troppo bravi. Aspettiamo. Questa ovviamente è una presa di giro. Ovviamente è un'ottima cosa che non facciate troppa confusione che oramai di di relazioni, conferenze, lezioni come questa nelle scuole se ne sono fatte tantissime e devo dire, vi devo fare al di là degli scherzi veramente complimenti perché in nessuna scuola delle scuole superiori della provincia d'Arezzo, dove siamo stati e oramai siamo stati praticamente in tutte non c'è mai stato confusione. quando si andava a scuola noi, io ho fatto il liceo scientifico ad Arezzo insieme a quella professoressa bionda, insieme a questo signore qui accanto a me che è stato fino a pochissimo tempo fa il presidente del Tribunale di Arezzo. Cioè se qualcuno di voi sì, certà ce l'avete. Se qualcuno di voi avesse combinato qualche marachella grossa, probabilmente il giudizio su cosa farvi aspettava questo signore che vedete qui accanto a me. Bene. quando andavamo a scuola noi sicuramente a davanti a conferenze tipo questa un po' di confusione l'avremmo fatta, voi no? Vi prego e chiudo. Eh, vi prego, fate in modo che questa attenzione che vedo anche in questo momento non sia di pura cortesia, della quale ovviamente vi ringrazio molto, ma che sia voglia di capire, che sia voglia di non far decidere il vostro futuro agli altri, a gente vecchia come me o comunque agli altri. Ragazzi, il la ragione di base, la ragione fondamentale di queste incontri, di queste conferenze è una sola. spingere tutti i ragazzi, oramai se ne abbiamo ne abbiamo incontrati migliaia, a ragionare con il bene più prezioso che tutti noi abbiamo e che voi avete e che vi auguro di sviluppare tantissimo, che è la vostra capacità di ragionamento, il vostro cervello, la vostra indipendenza intellettuale. Basta. [Applauso] Grazie, ragazzi. Buongiorno. Buongiorno. Mi presento. Io mi chiamo Gianni Fruganti, ho 69 anni, sono nonno, ho due nipoti, lo dico sempre perché è una cosa che mi piace molto e ho svolto per 39 anni il lavoro di magistrato, quasi sempre, tranne i primi 3 anni, qua in Arezzo, là in Arezzo, scusate, in Arezzo e mi sono sempre occupato di giustizia penale, solo ed esclusivamente di giustizia penale. E una volta che ho deciso di lasciare il lavoro, ho pensato che forse poteva essere utile cercare di trasmettere un pochino le quello che avevo faticosamente, ho faticosamente imparato nel corso di tutti questi anni ai giovani, a voi giovani, perché i giovani sono il presente e soprattutto il futuro. Io penso, come diceva Stefano, il dottor Tenti, che è assolutamente necessario cercare di alimentare il senso critico sempre e che quindi mettere voi ragazzi in condizione di esercitare la vostra capacità di ragionamento che è elevatissima in relazione a tutti gli stimoli che vengono dall'esterno, cercare cioè di recepire la realtà Non in modo critico, come vi prospettata, come vi scodellata, vorrei dire, ma ogni volta esercitare la vostra capacità di critica, prendere posizione e impegnare impegnarvi se ritenete che qualcosa non vada bene perché possa andare meglio. Detto questo, uno mi metto a sedere perché c'ho una certa età, sì. E mi aiuterò con delle slide che ho preparato. Cominciamo parlando delle regole. Le regole cosa sono? Cosa sono le regole, ragazzi? Che dite? Qualcuno vuole oh vuole azzardare cosa sono le regole? Adesso ancora siete un pochino freddi. Le regole sono delle indicazioni sulla condotta da tenere o da non tenere in certe determinate situazioni. Ora, se società è un insieme di persone che sono che diciamo gravitano sulla stessa area spaziale, sullo stesso spazio e che sono legati da da sono da legami di varia natura, ben si comprende come le regole delle regole siano necessarie per evitare che le loro libertà entrino in conflitto tra di loro, che ci siano interferenze, diciamo interferenze nocive e non solo. Si può anche pensare che le regole, cioè indicazioni di di comportamento, possono essere utile affinché la società possa mantenersi e poi possa progredire. Quindi, attenendoci a questo a questo concetto base, si può fare a meno, secondo voi delle regole? Si può fare a meno? No, che dite? No, no, in effetti non si può fare a meno. Sì, non si può fare a meno. Certo che si può fare a meno. Si può fare a meno di tutta. L'eremita che vive da solo non ha bisogno di regole perché non vive in società. Se esiste una società senza regole, che succede? Come si risolvano i conflitti con la legge del più forte? Con la legge della giungla. Quindi diciamo che il la l'esistenza di regole che disciplinino le libertà individuali è necessaria per la stessa esistenza della società. La società intanto può esistere in quanto ci siano delle regole. Ora, quando si parla di società, non bisogna pensare a chissà che cosa, si parla anche di società elementari, come può essere la famiglia, insieme di persone che abitano, occupano lo stesso spazio, convivono e sono legati a rapporti. Società è la scuola è il gruppo di amici. Qualunque società ha bisogno di regole. Ora, quali sono le caratteristiche principali delle regole basiche? sono indicazioni della condotta da tenere non tenerle in determinate situazioni. Devono preesistere ovviamente, no? Perché se la regola non esiste, come faccio io ad adattare il mio adeguare il mio comportamento a una regola che ancora non esiste, che mi viene data a posteriori? Ah, ma te dovevi fare così e che ne so, la regola ancora non c'era. e poi devono essere note o quantomeno conoscibile ai destinatari, che significa che se esistono delle regole che nessuno mi mette in grado di conoscere, non si potrà pretenderne da me e rispetto, ma proprio per un fatto per un per un discorso di natura assolutamente materiale. Ora, una volta che ci siano queste due condizioni, beh, è altresì necessario che le regole vengano rispettate e questo anche questo sembra piuttosto evidente. E come fare per ottenere il rispetto delle regole? Ora abbiamo visto che la regola è funzionale a che la società possa esistere, quindi questo potrebbe indurre il pensiero che vabbè la regola c'è e si rispetta perché se io voglio stare nella società mi devo adattare alla regola. Questo è molto utopistico. Questo potrebbe andare in una società bene, in una società perfetta, ma la società non è perfetta perché è fatta di individui e gli individui, noi individui, io per primo, non siamo perfetti. il la possibilità della trasgressione della regola è sempre dietro l'angolo perché per 1000 motivi 1000 milioni di motivi. La violazione può essere una tentazione perché può dare delle soddisfazioni, può soddisfare dei bisogni, delle esigenze che vengono avvertite come bisogni. Possono essere trasgallite perché non piacciono, possono essere trasgrite perché non tornano comodo, perché trasgredendole ottengo un'utilità che altrimenti non avrei. E allora come si fa? Il meccanismo scoccitato per cercare di rafforzare il contenuto della regola è quella di farla presidiare da una sanzione. La sanzione cos'è? è una conseguenza negativa che il soggetto subisce in caso di trasgressione della regola. Questa tipo di sanzione può avere natura varia. Tornando alle società semplici, la famiglia, se voi quando andate se fate la terza, vero? E sì, che quando andate a ballare la la notte ci andate? Sì, più o meno. Sì. Eh, che fate? Spegnete il telefonino e al vostro babbo o alla vostra mamma che vi vengono a prendere li fate aspettare smoccolando un'ora nel parcheggio perché voi ritardate perché avete trovato di meglio da fare. Violate la regola per cui bisogna tenere fede ai agli impegni presi. il genitore si investigarirà e voi per lungo tempo, come sanzione, non andrete più a ballare la sera perché non vi ci manderanno più. Ecco, questa è la sanzione ricollegata [Musica] alla al tipo di realtà con la quale si ha a che fare. Vedete? Così io direi che le cose m sembrano possono sembrare abbastanza lineare, abbastanza lineari. Viene da pensare che più più estesa è la società, la comunità con la quale si ha a che fare, più c'è bisogno di regole. Pensiamo a dei fenomeni semplici, banali. Il traffico. Il traffico. Provate a pensare cosa ci cosa accadrebbe se non ci astenessimo tutti alla regola di circolare con le auto, motorini, moto, quadricicli, quello sulla destra, se ognuno facesse come gli pare. e il la queste regole di comunità ampie sono anch'esse presidiate da sanzioni e alla fine certo si oggettivizzano, si concretizzano in delle limitazioni di libertà. Va bene? Perché? Perché se la libertà viene concepita in modo assoluto, libertà è possibilità di fare quello che si vuole, quando si vuole, come si vuole, quando si vuole, certamente la regola che mi dice che certe cose io non le posso fare o certe cose le devo fare in un certo modo me la limita, ma è assolutamente necessario che questo avvenga, come abbiamo visto, nelle comunità semplici e anche nelle comunità ampie a maggior ragione perché perché più ampia è la comunità più la possibilità di conflitti tra le persone è manifesta. Già dicevano agli antichi né Cives ad arma veniant. La legge serve perché i cittadini non arrivino alle armi per evitare per prevenire conflitti. Perché? Perché alla fin fine lo Stato, perché nasce lo Stato? per contemperare la libertà di tutti. È un insieme molto vasto di persone che abitano allo stesso territorio, che parlano la stessa lingua e che si consorziano per poter convivere pacificamente. Non solo, come dicevo all'inizio, anche per far progredire la società. Progredire in che modo? Progredire in che modo? secondo la visione di chi pone le regole, secondo quello che viene chiamato nello Stato l'indirizzo politico, cioè a dire la norma incarna un indirizzo politico, la norma dice che limita la libertà del cittadino secondo una certa visione per affinché la la la libertà di tutti venga contempata E perché la società vada in una certa direzione. Sotto questo sotto questo profilo si potrebbe parlare molto perché abbiamo diciamo due tipi di impostazioni sotto questo sotto questo profilo. Chi ambisce ad uno stato forte che abbia che manifesti una bella volontà di potenza mette lo Stato in primo luogo e i cittadini in subordine. Questa avviene nello stato assoluto, un pochino lo stato di obsete fatto obsiate la terza di manco, siete filosofi greci. Chi invece pensa che il lo Stato sia a servizio del cittadino e debba servire per garantire i diritti del cittadino e per attuare dei principi di solidarietà tra i cittadini, in questo caso avrà leggi che non metteranno lo Stato in primo al primo posto i cittadini in ombra, ma esattamente al contrario metterà i bisogni del cittadino, i bisogni del cittadino, le sue esigenze al primo posto e questo è lo stato liberale di Loc. Ora, comunque lo si metta, comunque lo si metta che nell'uno e nell'altro caso il l'insieme delle regole serve a contempare la libertà di tutti e possiamo dire che serve per delimitare e il perimetro dell'area del entro la quale il cittadino è libero di potersi muovere senza avere timore che il proprio comportamento urti gli altri. E in questo senso, in questo senso la legge, perché a questo punto possiamo cominciare a chiamare le cose con il loro nome, le regole dello Stato si chiamano leggi. In generale si chiamano leggi. La legge ha un presidio di libertà perché soltanto la legge che mi dice quello che io posso fare e quello che non posso fare mi mette a riparo al sicuro, dagli arbitri altrui, dagli arbitri del potere. questo quest'area in quest'area il cittadino è libero di potersi muovere tranquillamente. L'area limitata dalla dalla libertà, dalla dalla legge. Quindi, quindi a questo punto, data questa funzione così essenziale della legge, certamente il si capisce come la necessità del rispetto della legge sia assolutamente necessaria e si dovrebbe pervenire alla conclusione provvisoria. Sono tutte conclusioni provvisorie queste, no? che alla legge si deve comunque obbedire, si deve sempre rispettare la legge perché perché se ne deve condividere in quanto appartenenti alla società la funzione che è quella di delimitare la libertà di ciascuno in funzione della libertà di tutti. Questo porta a ritenere che la legge si debba rispetto in ogni caso, anche se non ci piace, anche se la riteniamo ingiusta. Però sulla gi, ecco, se la riteniamo anche alla legge ingiusta si deve obbedienza. Però bisogna un attimino qui fare fare un po' d'attenzione perché perché quando noi parliamo di giustizia, introduciamo questo concetto di giustizia, la legge giusta, cosa vogliamo dire? Se ci pensate un attimo, questo che noi quando noi diciamo che un qualcosa è giusto o non è giusto, non facciamo altro se non dare un giudizio, un giudizio, una comparazione, una noi compariamo una certa realtà con quella che secondo noi, secondo la nostra impostazione soggettiva dovrebbe essere che perché le cose os vadano nel migliore dei modi per noi abbiamo l'idea di quella che dovrebbe essere la miglior disciplina possibile di un fenomeno e noi riteniamo giusto giusta quella legge il cui contenuto corrisponde alla nostra alla nostra valutazione. Ora, se ci pensate, il giudizio che noi diamo continuamente, ciascuno di noi, eh, io per primo, che noi diamo su una cosa è giusta, non è giusta, è un giudizio che molte volte è di natura emotiva, non è razionale, no? Sentiamo una cosa ci colpisce particolarmente, diciamo, è giusto, non è giusto? Eh, lo sentiamo dire da altri e questo non è giusto perché non va bene così eccetera eccetera. Diciamo "Ma no, ragione, quello non è giusto." Persone alle quali magari noi diamo fiducia, ci dicono che non va bene, noi riteniamo che una certa cosa non sia giusta. Oppure anche così, eh, volevo dire perché la sentiamo al bar, ne parliamo con gli amici, così. Molte volte questi giudizi noi li diamo, non ci transitano proprio per la ragione, hanno natura squisitamente e sola emotiva. Quando noi facciamo questo, noi diamo dei giudizi di tipo morale. La giustizia della quale in questo modo si parla è la giustizia morale. La giustizia morale è la conformità del fenomeno al modello astratto, soggettivo che ciascuno preferisce. Tutto questo con la giustizia giuridica non ha nulla nulla a che vedere perché la giustizia giuridica ha bisogno di oggettività. La legge vale per tutti. Non può, non è pensabile che si possa adottare in relazione alla legge un criterio valutativo di tipo soggettivo. Allora, infatti [Musica] l'unico l'unico standard valutativo che si adatta per la legge, per il contenuto della legge, ovviamente per la legge è quello di verificarne la conformità del fenomeno al modello astratto oggettivo che lo disciplina. Cioè, che significa questo? Bisogna vedere se la legge è fatta nel modo in cui è prescritto che debba essere fatta la legge. Deve corrispondere ai requisiti formali per la formazione che sono previsti nell'ambito del procedimento legislativo. Quindi parlare di giustizia in senso con riferimento alla legge ha un e qualcosa di squisitamente formale. La legge non è noi possiamo dire che una legge è giusta o non è giusta a secondo se il contenuto ci piace o non ci piace, ma questo è una valutazione di tipo morale, etico, personale, soggettivo. Quando noi parliamo della legge giusta o ingiusta, dobbiamo avere riferimento solo ed esclusivamente alla conformità al modello astrato. È un requisito di natura squisitamente formale. Formale e basta. Questa categoria della corrispondenza del fenom della sì dell'atto del fenomeno di comportamento alla legge viene indicata con il nome di legittimità. Avete sentito parlare, no? Un atto è legittimo, un atto è illegittimo. Un singolo atto, una singola condotta, un singolo comportamento può essere è legittimo quando è conforme al modello astratto, cioè alla regola che lo disciplina e è illegittimo se non lo è. Quando si parla di legalità il concetto è assolutamente lo stesso, soltanto che è riferito al a dei fenomeni più ampi. Il fenomeno che noi prendiamo in considerazione è conforme, è legale quando è conforme alle regole che lo disciplinano. Facciamo degli esempi. è conforme legalità il comportamento del datore di lavoro che adotta tutte le cautele antiinfortunistiche previste dalla legge per evitare che i propri dipendenti possano infortunarsi. è conforme legalità il comportamento di chi paga le tasse, tanto per intendersi, e quindi possiamo pervenire, diciamo, a delle e quindi e quindi legalità rispetto della legge riguarda tutto e tutti, riguarda i singoli cittadini e riguarda anche il legislatore. legislatore perché anche la legge deve corrispondere ai requisiti che sono previsti per essa. Vediamo un attimo. Allora, riassunto. Riassunto. Sintesi. La legge funzionale a garantire la libertà individuale in funzione di quella collettiva e in quanto tale è condizione essenziale perché possa esserci la libertà. Ci siamo? No, una cosa mi ero dimenticato di dirvi, se c'è qualcosa che mi dovete chiedere che non sono chiaro perché succede certamente. Poi chi ha masticato e mastica diritto per tanti anni poi si abitua a parlare con un linguaggio complicatissimo e che il più delle volte rimane difficilmente un linguaggio un po' esoterico, sicché rimane difficilmente comprensibile. Sì, che se c'è qualcosa, io sicuramente poi non sono chiaro nell'esposizione perché non sono un professore, i professori sono bravi a spiegare, a parlare, il giudice, no, il giudice io cerco di improvvisarmi e sicché se non capite, perché mi spiego male quello che dico, ci sono dei termini, qualcosa che non non capite, alzate la mano e me lo dite, così interrompiamo un attimo e e lo chiariamo. E quindi va bene questo. Poi abbiamo visto che perché la legge possa svolgere la propria funzione è necessario che sia rispettata da tutti, anche se non se ne condivide il contenuto. Il rispetto generalizzato dovrebbe essere garantito dalla condivisione della funzione della legge e comunque adesso contribuisce la minaccia della sanzione. anche la legge deve sottostare alle regole che la disciplinano e quindi questo chiudiamo qua. Abbiamo parlato di legalità. Vi ho spiegato cos'è la legalità. Vi piace? Eh, vi piace questo concetto? O sì, cosa abbiamo detto? Che la legalità in senso oggettivo è semplice conformità alla regola. E quindi che significa? Che alla legge si leva obbedienza e basta a prescindere. Ok? Qualunque ne sia il contenuto. Vi piace questo, ragazzi? Vi piace? Sì o no? Sì. Te ti piace? Sì. Ci siamo. A qualcuno piace poco? Mica tanto, eh. A me per niente, a me per niente, proprio. A me per niente, non mi soddisfa per niente. Ma che discorso è la legge? Eh, legalità vuol dire obbedienza a prescindere. AR qualunque sia il contenuto, se viene se è una legge, poi magari ne parliamo se ciò può essere possibile oppure no, se il legislatore dal legislatore partorisse una legge in cui si dice che chi è biondo e gli occhi azzurri e ha gli occhi azzurri non paga le tasse, che dite? Eh, legge formale gli si deve rispetto, si deve obbedire, obbedienza e basta. C'è un qualcosa che insomma insomma non torna un granché. Vediamo di incominciare a entrare un pochino più al dentro della questione. Il concetto di legalità è un concetto che nasce agli inizi del 700. agli inizi del 700 nasce nasce come reazione al potere assoluto. nasce come reazione al potere assoluto e viene teorizzato per la prima per la prima volta, per la prima volta una parola grossa perché già i gre i filosofi greci dei quali voi avete avuto incominciato ad avere conoscenza se n'erano occupati della cosa, ma diciamo più o meno delle correnti di pensiero c'erano sempre state nel tempo, però si è incominciato a diffondersi questo concetto nei primi del 700 anche in relazione Vedremo quelli che sono i fatti importanti che accadono in quel secolo. Il primo e viene messo nero su bianco da Monteschier. Avete mai sentito parlare di Monteschier? Un nobile, un nobile francese che nel suo celebrimo libello che si intitola l'espuis della della francese, chi la conosce francese? è lo spirito della legge, l'esplois della lo qualcosa del genere, insomma, lo spirito della legge parte da queste considerazioni. Lo stato di lo stato dispotico, dice si differenzia da ogni altra forma perché in esso non vede di legalità. Lo stato dispotico è quello in cui il principe è tuttuno con lo stato e le leggi. Il principio deve essere la paura. Poiché non esistono leggi che possono governare i sudditi senza l'applicazione continua di una forza irresistibile. Si tratta quindi di un ordinamento. Il solo principio razionale è l'applicazione irrazionale della forza. Non esistono leggi come norme generali prefissate oggettivamente vigenti, tutto è affidato al capriccio momentaneo del principe. Il dispotismo è quindi il regno dell'arbitrio. Quindi, dice Monteschi, non più basta con la giustizia amministrata dal re in modo del, secondi dai propri giudici, secondi il proprio capriccio, senza che ci sia una regola. Questo mette i cittadini del terrore. Occorre che vengano fissate delle regole. Occorre che il potere di emanare le regole, cioè di legiferare e il potere di giudicare il potere giudiziario siano separati. Principio della divisione dei poteri. Per la prima volta viene annunciato in questa forma. Il giudice non potrà più fare quello che il sovrano gli dice di fare secondo il proprio capriccio nel momento, ma nel suo giudizio dovrà attenersi alle leggi vigenti. Quindi nascono così quelli che sono i presupposti dello stato moderno che si fonda sul principio della divisione dei poteri dello stato di diritto. Lo stato di diritto presuppone che ci siano regole valevoli per tutti. Ehi, che è dimenticato? Principio di legalità denno no è questo. Vedete la mia capacità non arriva oltre un certo limite che è piuttosto modesto per fare les slade les slide. Il principio di legalità vuol dire sottoposizione anche degli organi, fa proprio schifo la slide, dello Stato a regole prefissate. Principio della divisione dei poteri comporta che i poteri siano bilanciati tra di loro in funzione di equilibrio e di reciproco controllo. Allora, in questa impostazione in questa impostazione si capisce come la legge diventa il sommo baluardo, il baluardo principale per il povero cittadino nei confronti degli abusi di poteri. Siamo nel 700, al tempo il sovrano faceva, poi nasce in Francia questa teorizzazione. Francia c'è stata la rivoluzione apposta per questo motivo, perché il re e la nobiltà opprimevano il popolo in un modo talmente insopportabile che poi è dato luogo alla Rivoluzione francese. Il In questo modo Monteschier riesce a individuare che l'unico modo per frenare l'arbitrio è quello di creare delle strutture nelle quali si abbiano leggi che valgono per tutti. Quindi questo da contezza del perché nasce il principio, il concetto di legalità e perché sia così assoluto, come vi dicevo, no? Eh, perché perché a prescindere, perché la cosa più importante in quel momento storico era che si può avere un po' d'acqua, per favore? Grazie. era che il si riuscisse a contenere l'arbitrio del sovrano. Ora, se si attualizza un pochino, si vedono le cose col con gli occhi de del cittadino degli anni 2000, si capisce come in questo modo il cittadino diventa che cosa? soldatino, non più suddito, non più suddito, perché il suddito è sottoposto all'arbitrio del sovrano. Eh, ma soldatino, sì, io ti dico quello che devi fare, te obbedisci. Punto è chiuso. Ora, per questo dico, lavoriamoci sopra questo concetto, no? incominciamo a vedere che questa obbedienza a prescindere aveva ha una sua matrice storica, aveva una sua ragione storica, però bisogna confrontarsi un po' con quello che fortunatamente è stato lo sviluppo della della situazione dei vari stati, del il progresso della civiltà del tempo, perché alla fin fine andiamo penetriamo un pochino più all'interno della regola della legge. Però cambiamo prospettiva. La legge sì, sono indicazioni, è un comando, ma sono nella sostanza delle manifestazioni di volontà di qualcuno, no? Che ci dice quello che devono essere i comportamenti che possiamo tenere e quelli che non possiamo tenere. Mh. Eh eh mi ci diverto in queste cose e il sono delle manifestazioni di volontà. Ok. Ora, anche a occhio, se questa la volontà che viene incorporata nella legge e che mi dice cosa devo fare per ottenere perché la società possa andare avanti secondo un certo progetto. Se questa volontà è la volontà di una persona sola, il sovrano, o di un gruppo che si autoqualifichi come comandanti, dirigenti, chiamateli come volete, e decidono per gli altri, oppure se questa manifestazione sia la volontà di coloro che sono i destinatari delle regole, secondo me sarà la stessa cosa. Ora sarà la stessa cosa secondo voi? No. Cosa preferibile secondo voi? Io penso che insomma rispetto a che qualcuno mi venga a dire qualcuno che non so chi, una regola calata dall'alto da parte di chi comanda, chi mi dice quello che deve fare, dico anche no, grazie, se posso, preferisco che la regola venga creata in altro modo, cioè con la partecipazione, cercando la massima condivisione da parte di coloro che ne sono i destinatari. E questo in che modo può avvenire? facendo partecipare il cittadino al procedimento di formazione. Ora, certamente quando si ha a che fare con con comunità, collettività che sono formate da da quantità straordinarie di persone, centinaia di migliaia se non milioni, immagino che ci sia il passaggio dell'ora. e sentellia è difficile pensare che qualunque decisione possa essere presa collettivamente da tutti. Poi c'è anche da considerare che in molti casi la maggior parte sempre diciamo si ha a che fare o molto spesso con questioni di tipo tecnico che richiedono competenze specifiche e allora il meccanismo che è stato trovato è stato quello della rappresentanza, della rappresentatività e abbiamo a che fare in questo caso con la democrazia rappresentativa. Il cittadino sceglie liberamente colui che lo dovrà rappresentare e l'insieme di questi cittadini che rappresentano tutti gli altri. Qualcuno alzava la mano o era un movimento scomposto? movimento scomposto [Musica] e e quindi è ragionevole pensare che sia migliore come procedura, come modalità di formazione questa e in questa in questa prospettiva possiamo anche incominciare a ragionare in altri termini quanto al rispetto della legge, perché il rispetto, abbiamo visto, è funzione della è funzione della funzione della legge, dovrebbe essere garantito dalla condivisione della funzione della legge. Ma se la funzione della legge è quella di circoscrivere l'area della libertà di ciascuno in rapporto alla volontà di non si sa chi, di uno che decide per me oppure dei miei rappresentanti è ben diversa. Quindi possiamo pervenire alla conclusione che la aspettativa la della condivisione volontaria della legge possa esserci solo se ed in quanto il cittadino ha la possibilità di partecipare alla formazione della legge. E quindi incominciamo a differenziare le categorie della legalità democratica da quella della legalità assolutistica. Ora questo, attenzione, non è un uno di quei concetti è uno di quei concetti che si è sviluppato nel tempo lentamente. Perché anche in questo caso? Perché riportiamoci sempre al 700, tanto è da lì che è da lì che parte tutto. Perché a quei tempi l'idea della democrazia nemmeno esisteva. Abbiamo visto che già tanto si è incominciato a farsi strada il principio di legalità, cioè il principio per il quale anche il legislatore doveva sottostare delle regole e dovevano essere il cittadino avrebbe doveva avere delle regole che erano prefissate. Ora il la fonte di provenienza, la fonte di produzione al tempo era completamente irrilevante. Perché? Perché? Perché vediamo. Sì, questo vediamo dopo. Questo vediamo dopo. Ecco perché già è troppo lungo questo. È troppo lungo per legger tutto. Ma anche persone illuminate come Peccaria che al quale dobbiamo l'abolizione della pena di morte davano assolutamente per scontato che il la legge fosse il legislatore fosse il principe c'era questa figura che era mitizzata tra oltre siamo siamo ragazzi nel l'avete fatto l'Illuminismo? No, lo farete lo in quarta. L'Illuminismo è il secolo dei lumi. Il secolo dei lumi il quale eh si riteneva che il lume della ragione, la luce della ragione dovesse prevalere sulle stregonerie e sulle magie irrazionali e quindi tutto era dominato dalla razionalità. La legge non poteva che essere non poteva che essere razionale da chiunque provenisse e da chi proveniva? era il principe, il principe, il principe che era il la persona illuminata che era al di sopra delle parti e era in grado di giudicare cosa fosse meglio per i suoi sudditi, per i suoi cittadini. Ora sta storia, questa storia del principe illuminato che ragiona per i ben dei suoi sudditi, che teorizza Machiavelli, ma che poi viene sviluppata nel nel periodo illuminista, ovviamente è una grande truffa. Questo sem mai se mai è esistito, cosa della quale io dubito, certamente non esiste ora il quindi se queste categorie delle quali parlavamo prima si sono sviluppate in questi contesti storici, passaggio dallo Stato assoluto a un a degli Stati che si attengono al principio di legalità. e situazione in cui comunque la funzione legislativa era riservata a al principe, a una persona, al re, all'imperatore, a una sola persona che comandava. Certamente col passare del tempo e col l'aumento della sensibilità delle persone, queste queste categorie hanno incominciato piano piano a asfaldarsi e soprattutto anche se hanno incontrato storicamente la resistenza del delle varie oligarchie al potere. Comunque, secondo me, già abbiamo fatto dei passi avanti perché abbiamo cercato di evidenziare come il concetto della legalità non possa essere disgiunto dall'accertamento di quello che è la fonte di produzione della norma. Accanto a un concetto di legalità soltanto formale, che è quello tradizionale, incomincia a farsi strada un concetto di legalità sostanziale che è quello che ha tiene prende in considerazione quella che è la fonte di produzione. Tanto più si ha una possibilità di partecipazione reale reale dei destinatari al procedimento di formazione della norma, tanto più la prospettiva di una condivisione della funzione della norma e di un rispetto della norma può essere fondata. Però, però tutto questo di per sé sì va bene, però ancora può lasciare un po' perplessi perché bisogna si collega la legalità in senso sostanziale al procedimento democratico, ma non è automatico. nulla di automatico? No, non c'è nulla di automatico perché perché occorre occorre che il gioco democratico funzioni veramente. Di questo parlavo prima, ho detto realmente deve funzionare perché perché intanto perché possa funzionare la funzione della legge perché possa esserci condivisione, perché si possa essere portati a rispettare di buon grado, ad accettare e a rispettare di buon grado anche la legge che non ci piace. ci deve essere la prospettiva del gioco democratico reale, cioè a dire io che in questo momento sono la minoranza, cioè la parte alla quale la norma non va bene, deve avere la possibilità di concorrere al gioco democratico, deve deve avere possibilità di manifestare liberamente la mia opinione, cercare di diffonderla per far sì che domani ci possa essere io nella maggioranza e quella legge che io avverto come ingiusta la possa cambiare. Questo è il cuore della questione. E solo in questo caso, solo in questo caso la prospettiva della di una condivisione della funzione può essere vera. Certamente in questo momento io devo masticare amaro perché la legge non mi piace, non c'è niente da fare, però un domani la posso cambiare. Non è che devo, come nello stato assoluto, aspettare che che il principe si decida cambiarla così, perché il suo capriccio ritiene che debba essere cambiata. No, io posso concorrere a che si creino delle dei movimenti di pensiero dell'aggregazione che possano possano portare un domani a farmi diventare maggioranza e il occorre che il gioco democratico funzioni. Occorre che la democrazia non sia un simulacro, ma sia reale. Simulacro. simulac quello che sta accadendo ora in questo periodo storico nel quale voi vivete ai voi, ai voi. Perché? Perché si sta assistendo a dei fenomeni si stanno assistendo a dei fenomeni nei quali la democrazia liberale viene messa in discussione di fatto democrazia liberale è quella nella quale a tutti sono riconosciuti i diritti fondamentali, a tutti sono riconosciuti i diritti appunto di di manifestazione del pensiero, libertà di associazione di riunione, chiunque messo in condizione di poter diffondere le proprie idee. Lo stato liberale, quello nel quale è consentito a chi è oggi in minoranza di concorrere ad armi pari, ad armi pari nel gioco democratico, nella prospettiva di poter che ci possa essere alternanza. E quindi occorre che chi è al potere abbia il massimo rispetto per le minoranze e quindi è necessario che vengano tutelati i diritti delle minoranze, anche perché, comeè facile dire, le maggioranze a tutelare i loro diritti ci pensano da loro, non hanno bisogno che qualcuno li aiuti. È possibile questo? Accade questo? Ungheria stretta di Orban sui diritti civili, presentato un disegno, questo è di lunedì, eh, di un disegno di legge per vietare il pride. Questa è tratta, tanto è da R News, non è una voce su Vai. Il partito ungherese del premier Victor Orban, Fidesc, ha presentato un disegno di legge per vietare la marcia del Pride da parte della comunità LGBTQA Plus e imporre multe agli organizzatori e alle persone che partecipano all'evento che Budapest organizza da tre decenni. Si tratta nello specifico di un emendamento alla legge sugli assembramenti pubblici ad annunciarlo su X il portavoce del governo. Il premier Orban aveva già avvertito che gli organizzatori del Pride non avrebbero dovuto preoccuparsi di prepararsi quest'anno perché sarebbe stato uno spreco di tempo e denaro. Ha ricordato e poi ha annunciato. Ora i partiti di governo hanno presentato una proposta per modificare la legge sui raduni con l'obiettivo di proibire questi eventi. Il disegno di legge vietra il Pride stabilendo che non si possono tenere riunioni che violino il diveto stabilito dalla legge sulla protezione dei bimbi. Secondo Fidez, il provvedimento è necessario perché garantisce che sul territorio dell'Ungheria possano essere tenute solo assemblee che tengano conto del diritto dei bambini a un adeguato sviluppo fisico, mentale e morale. La controversa legislazione ungherese sulla protezione dei minori approvata nel 2021 proibisce la rappresentazione o la promozione dell'omosessualità ai minori di 18 anni. Oltre a vietarla nei contenuti disponibili ai minori, inclusi televisione, film, pubblicità e letteratura, vieta anche la menzione di questioni LGBT QIA plus nei programmi di istruzione scolastica e nella rappresentazione pubblica di genere che si discosta dal sesso alla nascita. Secondo l'emendamento proposto dal governo, verrebbe consentito alle autorità l'utilizzo di software di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti al Pride. La partecipazione a un evento proibito comporterebbe molte fino a 200.000 fiorini ungheresi, circa €500 che lo Stato trasferirebbe alla protezione dei minori. La proposta è l'ultimo passo contro le persone LGBTQ Plus intrapreso dal primo ministro Magaro il cui governo ha approvato una legislazione che i gruppi per i diritti e altri politici europei hanno denunciato come repressiva nei confronti delle minoranze sessuali. Il governo si presenta come un paladino dei valori tradizionali della famiglia e un difensore della civiltà cristiana contro quella che definisce follia del genere e sostiene che le sue politiche sono progettate per proteggere i bambini dalla propaganda sessuale. Orban si è anche impegnato a reprimere i finanziamenti esteri ai media indipendenti, ai politici dell'opposizione e alle Ongi in Ungheria in vista delle elezioni previste all'inizio dell'anno prossimo. Oh, fate un applauso al vostro pare. Eh, com'è che ti chiami? Bravo Giacomo. Bravo Giacomo. Allora, questa è la di qualche giorno fa. Progetto di legge. Che è successo? Chi è successo? Chi è successo? Zac, ieri approvata approvata larga maggioranza dal Parlamento Maggiaro, la legge che veda il pride urban walk pericolo per i nostri figli. Ecco, eh tengo a precisare la fonte, l'articolo che vi ho fatto leggere tratto dal sito R News, non è un sito sovversivo, volevo dire tutt'altro. E questa è la democrazia illiberale e teniamo conto, tanto per avere perché bisogna avere contezza un po' quando si parla di che cosa si parla, no? se ne sente tanto parlare, eh, da c'è anche chi lo porta come esempio Orban, ecco, questa è la democrazia, il liberale, termine questo coniato dallo stesso Urban è la democrazia nella quale si si vuole imporre stile di vita e in cui si eh creano difficoltà alle minoranze per far valere i propri diritti e in cui le minoranze vengono additate come nemici del popolo o che altri traditori o amici del popolo. Quindi [Musica] attenzione attenzione il la democrazia il procedimento democratico e condizione necessaria ma non sufficiente, come si dice in matematica. Occorre che il gioco democratico funzioni. Occorre che chi è il potere faccia legge che garantiscono i diritti delle minoranze e consenta di concorrere a tutti di concorrere al gioco democratico a parità delle armi. Bene. E quindi coma come si fa? Cosa succede? Se questo avviene, bene. E se questo non avviene, che succede? Come si fa? Come si fa? C'è una qualche garanzia? C'è una qualche un qualche modo per ottenere che questo avvenga? Il il tema è uno di quelli micidiali. Perché il tema della tutela dei diritti fondamentali, come si fa a garantire che una forza politica quando va al potere non si comporti poi in modo dispotico, tipo così, e conculti diritto nelle minoranze. Attenzione, attenzione, pensate, Hitler, Hitler, quel simpaticone è andato al potere democraticamente. È stato votato dal 37% dei tedeschi e l'anno successivo è stato nominato cancelliere e è successo quello che è successo. Però dire, quindi le parole, i principi sono una bella cosa, però bisogna vedere come fare poi per renderli concreti. Come si fa a far sì che i chi ha il potere rispetto i diritti fondamentali? Dicevo, un problema immézto parliamo di questi diritti fondamentali. Cosa sono i diritti fondamentali? I diritti fondamentali sono, già già parlarne così non è facile, eh diritti fondamentali sono i diritti che competono all'uomo in quanto esiste, che prescindono da tutte e di tutti, si ritengono si ritiene che siano connaturati alla stessa esistenza della persona umana e sono dei diritti inviolabili e inalienabili. diciamo nella nella storia dell'uomo nascono come diritto naturale, così si diceva. Da sempre si riteneva che ci esistesse questo diritto naturale che era un diritto intrinsecamente giusto che esisteva a prescindere per il fatto stesso che esiste l'uomo e al quale le leggi si dovevano conformare. però era sempre stata una aspirazione, un'aspirazione che piano piano si è fatta strada. si è fatta strada soprattutto perché era una garanzia, cercava di doveva essere una garanzia per i popoli oppressi che si vedevano conculcati i loro diritti da delle leggi che li violavano tranquillamente. E questa situazione è ciò che si è verificata nel 700, sempre il 700, sia in America che in Francia. In America i cittadini si sono ribellati alle leggi inglesi che conculcavano che ritenevano conculcassero i loro diritti fondamentali e alles e c'è stata la rivoluzione americana e il questa aspirazione ha trovato dopo eh dopo la rivoluzione una concretizzazione nella dichiarazione dei diritti del 1776, la prima, nella quale si stabilisce che i diritti il popolo, aspettate da qualche parte ce l'ho, vediamo se riesco a ritrovarla. Eccolo. Dichiarazione diritti nel 1776. I diritti dei cittadini sono basi e fondamento del governo. della i diritti fondamentali sono la libertà di manifestazione del pensiero, libertà il diritto di proprietà, il diritto il diritto all'innocenza, il diritto di riunione, i diritti fondamentali, i diritti della persona prevalgono sulle leggi, questo è stato stabilito, e contro la legge che viola i diritti dei cittadini, ciascun cittadino può rivolgersi al giudice. Il giudice è il tutore dei diritti. Il giudice al quale il cittadino si rivolge contro la legge che ritenga che conculchi i suoi diritti fondamentali, il giudice non applica quella legge. Il giudice è il garante dei diritti. In Francia la situazione era diversa perché il popolo era vessato, dire vessato forse è limitante dalla dal re e dalla nobiltà che aveva raggiunto ormai del eh aveva raggiunto la situazione a raggiunto dei livelli assolutamente insostenibili e contro l'arbitrio del re, la rivoluzione grazie rivoluzione francese venne stabilito che dovesse essere il Parlamento il garante dei diritti fondamentali del cittadino con la conseguenza che il il Parlamento era in funzione con in funzione di garanzia contro il gli abusi del principe sovrano come reco, come in quale oltre in qualunque modo si dovesse chiamare. E nella nella dichiarazione dei diritti del 1793 che si richiama a quella del 1776 è stabilito il principio che se il governo avesse violato i diritti del popolo, l'insurrezione sarebbe stata per il popolo il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri. Quindi da una parte è il giudice il garante dei diritti del cittadino nel nostro continente è il Parlamento. soluzioni diverse per far fronte però a un unico problema che è quello di garantire il rispetto dei diritti fondamentali della persona contro le leggi che le avesse da conculcare. Ora, questo principio questo principio ha faticato ha faticato molto nel corso degli anni ad essere accettato unanimamente e ci sono voluti gli orrori del secolo breve, il 9, la tragedia della seconda guerra mondiale, la tragedia della Shoa per indurre gli stati, per indurre l'Organizzazione delle Nazioni Unite che era sorta dalla vecchia previa precedente organizzazione che è la società della Nazione a consacrare in un testo il la dichiarazione dei diritti dell'uomo. 1948 a cosa ti fa pensare? Mh. Ah, be sì, visto da qui è il secolo scorso, la generazione dei nostri nonni e si racconta che a quei tempi ci fosse ancora qualche dinosauro nascosto nelle grotte, ma di questo non siamo veramente certi. Era appena finita la seconda guerra mondiale con i suoi 70 milioni di morti, il conflitto più devastante in tutta la storia dell'umanità. Nel 1948 era appena iniziato un processo di ricostruzione degli stati e dei valori, con quale obiettivo? evitare che quanto successo si ripeta e riunire tutti i popoli del mondo sotto un simbolo forte. Così è nata la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Il testo fu subito adottato dall'assemblea generale dell'ONU ed è il testo più tradotto nel mondo. Ma cosa sono i diritti umani? Sono i diritti che abbiamo per il semplice fatto di esistere. Sono quindi diritti che appartengono a noi tutti, nessuno escluso. Sono diritti innati e universali, senza eccezioni, senza alcuna distinzione. L'idea è che i diritti sono dei bisogni, sono necessari per poter vivere. Senza di loro, beh, vigerebbe la legge del più forte e chiunque potrebbe essere decapitato, perché il presidente non ha apprezzato il suo ultimo commento su Facebook. Nei 30 articoli della dichiarazione ci sono le libertà civili e politiche come il diritto alla vita, all'integrità fisica, il diritto di voto, la libertà di opinione o il divieto della schiavitù e della tortura. Diciamo che i diritti sono interdipendenti, indivisibili e intimamente legati. Questo vuol dire che se un diritto non è rispettato, una sfilza di altri diritti non lo saranno di conseguenza. Per esempio, se non hai una casa, vivi in strada, dormi male, ti ammali e non andrai a scuola, non troverai un lavoro. La violazione del diritto alla casa, quindi, ha comportato quella del diritto al riposo, del diritto all'educazione, del diritto al lavoro, eccetera. Questi sono i diritti economici, sociali e culturali. Ok, d'accordo, abbiamo scritto un gran bel testo, ma concretamente chi fa cosa? In teoria la missione degli Stati è far sì che quanto scritto nella dichiarazione diventi realtà. In pratica non tutti hanno fatto quanto promesso. La dichiarazione non è un testo di legge, è un ideale. Come suggerisce il suo nome, si tratta di una dichiarazione. Non è quindi valida in tribunale, per esempio. Ma visto che la maggioranza degli Stati del mondo ha inscritto i diritti umani nella Costituzione, allora sono tenuti a garantirli e rispettarli. Conoscere diritti umani è indispensabile per poterli difendere. Il ruolo di tutti noi è di assicurarci che siano rispettati. Ognuno di noi può fare qualcosa per costruire un mondo migliore per il bene di tutti. Per questo possiamo mobilitarci ognuno secondo le sue possibilità per protestare contro le ingiustizie e far trionfare l'ideale dei diritti universali. Quindi, praticamente tutti gli stati riconoscono i diritti universali, no? i diritti universali della dichiarazione. La la dichiarazione non è vincolante, però praticamente quasi tutti gli stati hanno recepito questi diritti nel nel nei loro ordinamenti, ma c'è chi ciò nonostante fa sì che accadano queste cose. amettati caviglie legate, strattonati, spinti fuori da un aereo e messi su un bus da gente in tenuta antisommossa, poi in prigione rasati in ginocchio, costretti ad indossare tute bianche portati nelle celle piegati in avanti. Dagli Stati Uniti a El Salvador, un video shock che ha subito fatto il giro del mondo. Le mosse di Donald Trump che ha promesso la più grande deportazione di massa di migranti irregolari negli Stati Uniti, passano anche attraverso queste immagini che raccontano il rimpatrio di oltre 250 presunti membri della gang venezuelana Trendagua, dichiarata organizzazione terroristica da Washington. Una clip pubblicata anche dallo stesso Trump sul suo social. Questi sono i mostri mandati nel nostro paese dal corrotto Biden e dai Democratici radicali di sinistra", ha scritto il presidente. Per procedere all'espulsione immediata del gruppo Trump ha sfidato i giudici e messo in pratica una legge del 7cisce al presidente poteri straordinari sulle espulsioni quando il paese è in guerra, usata solo tre volte nella storia americana. Una corte distrettuale della capitale aveva appena bloccato il provvedimento per 14 giorni in attesa dell'esame di alcuni ricorsi e ordinando il ritorno immediato negli Stati Uniti di qualsiasi aereo in partenza o in volo con a bordo migranti espulsi. Ops, troppo tardi. Il commento ironico del presidente Salvadore Bele, ma gli aerei sono comunque decollati e il segretario di Stato americano Rubio divertito, ha rilanciato il messaggio di Buchele. Ecco, questa è un video che eh fonte TG24, TGOM 24 e anche in questo caso non è una fonte sovversiva. Questo accade, questo accade nonostante sia nel 2025 e nonostante si sia si abbia a che fare con un paese democratico come gli Stati Uniti. Questo accade e soltanto una parola, non so, non so se ci avete fatto caso, 250 presunti componenti, cioè a dire comportamenti di questo genere sono inaccettabili. a prescindere chiunque ne sia destinatario, fossero anche i peggiori delinquenti, perché ogni persona ha diritto al rispetto della propria dignità, ma in questo caso si ha a che fare con persone che non sono che erano semplicemente sospettate di far parte di una di una banda di criminali e nei quei confronti non c'erano stati né processi né altro. Questo tanto per chiudere il discorso. Nel 1950 è stata adottata dal Consiglio d'Europa la Convenzione Europea e dei Diritti dell'Uomo CEDU si chiama. L'avete sentito ogni tanto questo nome? CEDU la il poi nel 2000 è stata adottata l'Unione Europea, la carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea che è stata aggiornata nel 2009 dal trattato di Lisbona della e scusate ma le mie diapositive fanno un po' non sono un granché. La la Convenzione Europea dei Diritti dell'uomo è stata adottata direttamente anche dall'Unione Europea. Quindi nel nostro ordinamento, nel nostro ordinamento esiste un obbligo giuridico, parliamo del nostro ordinamento, del nostro stato, esiste un obbligo giuridico di riconoscere i diritti fondamentali perché la sopriazione del diritto sovranazionale che è quello europeo, quello comunitario rispetto a quello interno domestico, così chiamato, non è solo principio del diritto internazionale, ma è anche stabilito dall'articolo 10 della Costituzione che vi ho riportato l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Che significa questo? Che esiste un obbligo giuridico, obbligo giuridico di rispettare le disposizioni dei trattati internazionali. non è che sia rilasciato alla scelta discrezionale. Io faccio un trattato, stabilisco per esempio che si debba dare attuazione, aderisco alla Corte Penale Internazionale che è un organismo creato per giudicare sui fenomeni di crimini contro l'umanità. L'Italia aderisce e quindi assume l'obbligo di rispettare tutto quello e di fare tutto quello che c'è da fare perché la giustizia internazionale, la Corte Penale possa funzionare. Se per assurdo, per assurdo, eh, il dovesse essere messo un'ordinanza di cattura dalla Corte Internazionale Penale e un soggetto si e un soggetto colpito da questa ordinanza si trovasse nel nostro paese, sarebbe obbligatorio. Obbligatorio, non facoltativo, obbligatorio, non se mi piace, se la cosa mi torna comodo, se è conforme al mio indirizzo politico, dagli attuazioni. un obbligo giuridico. Questo dice la Costituzione e il Quindi abbiamo questo elemento importante, il lo Stato deve rispettare i diritti, l'obbligo di tutelare anche le minoranze. Tutelare le minoranze. L'obbligo di rispettare i diritti civili di tutti. è stabilito dalle norme internazionali che sono vincolanti, che sono vincolanti ai sensi del diritto internazionale, ma non solo, perché nel nostro ordinamento viva Dio, i diritti fondamentali sono riconosciuti dalla Costituzione. La conoscete la Costituzione, ragazzi, la conoscete? Sì, meno male. Pensate che quando io ho fatto il liceo, allora questo non si sapeva nemmeno che esistesse. Si parla dei primi anni 70, però questa è una cosa io c'ho pensato spesso, no? Ai nostri tempi, latino ci facevano neri, neri neri e la Divina Commedia, i Promessi Sposi e mamma mia qualcuno che ci avesse parlato una volta della Costituzione che è la legge fondamentale dello Stato. La legge fondamentale. La Costituzione cos'è? È una sorta Calamandrei. Calamandrei è un grandissimo giurista, è stato uno dei padri costituenti di Firenze, parlava un fiorentino spaccato, fantastico. La chiamava una superlegge che prevale sulla legge ordinaria. prevale sulla legge ordinaria, che significa che la legge ordinaria si deve non può andare in contrasto con le disposizioni della Costituzione in sintesi estrema e stabilisce i principi a quale si ci si deve tenere tutti i compresi il legislatore nel il dare il contenuto alle proprie leggi. La Costituzione italiana riconosce i diritti fondamentali. Guardate che bello questo verbo che è stato usato, non a caso, non a caso. Riconosce, non crea, istituisce, riconosce i diritti perché è una realtà immanente dell'uomo. istono a prescindere, li riconosce e li introduce nel nostro ordinamento come dei diritti inviolabili se non in certe condizioni, ovviamente quando ci si sussistono particolari motivi, esigenze giudiziarie, insomma, lasciamo fare diritti inviolabili. Allora, torniamo, riavvolgiamo tutto il nastro. Avevamo detto che il concetto di legalità è da collegare alla confermità al modello astratto, giusto? Nel modello astratto cosa c'è? Il procedimento formativo della legge, giusto? Ma non solo. A questo punto noi possiamo affermare in modo chiaro che la legge deve conformarsi agli obblighi stabiliti dal diritto internazionale e quindi a tutte le convenzioni, la CEDU, le il trattato diinizza, tutte le norme, tutte le disposizioni trattate internazionali europei sui diritti fondamentali e soprattutto deve essere conforme alla Costituzione perché la Costituzione riconosce i diritti fondamentali. Quindi, quindi il modello astratto della legge prevede non soltanto che il procedimento formativo sia conforme a quello previsto, ma anche che la legge debba avere un contenuto che non sia tale da violare i diritti fondamentali. Quindi a questo punto, quando parliamo di legalità di legge, noi dobbiamo dire, e così vorrei concludere, legalità è rispetto della legge. legalità è rispetto delle regole che rispettano le regole, cioè a dire se il modello astratto della legge prevede certe regole di forma e certe regole di contenuto, se quelle regole di contenuto non ci sono, non si può più parlare di legalità. quella legge non è legittima, non è conforme al suo modello. Questa è il concetto di legalità costituzionale che, se Dio vuole, ormai si è fatto spazio nella non solo nella dottrina giuridica, costituzionalistica, ma anche nella pratica giudiziaria di tutti i giorni. il quindi quindi il concetto di legalità, se Dio vuole, a quello tradizionale dell'obbedienza a prescindere, possiamo dargli un bel calcione perché dobbiamo esercitare il nostro diritto di critica, quello al quale vi sortavo all'inizio, per verificare se la legge sia o no conforme al suo modello astratto, rispetti i diritti fondamentali. Se non rispetta i diritti fondamentali non è conforme a giustizia, perché la giustizia giuridica è la è la conformità al modello astratto. E se la legge non è conforme a giustizia è una legge ingiusta. E cosa si deve fare se la legge è ingiusta? sintesi, senza il rispetto generalizzato della legge che indichi quello che non si può fare, si vivrebbe nella continua e strutturale incertezza su ciò che si può fare e su cosa non si può fare e nessuno sarebbe libero. E sotto tale aspetto il rispetto della legge, quindi la legalità è garanzia di libertà. In uno stato di diritto, in una democrazia liberale, alla legge si deve obbedienza anche se non ci piace, anche se la riteniamo ingiusta e quindi non conforma la nostra visione del mondo e della vita. Soldatini, allora obbedire sempre e comunque siamo in trappola. Il il titolo di questo mio intervento legalità come trappola, come garanzia. Come ci si comporta di fronte alla legge che ciascuno ritiene ingiusta, cioè non conforme al proprio modo di concepire le cose della società o aggiungo ingiusta in quanto viola i diritti fondamentali? Come si reagisce? Domandona: Come si reagisce? Alla legge ingiusta si reagisce con l'impegno politico. Ragazzi, rimbochiamoci le maniche e diamoci da fare. Se avvertite che leggi violano i vostri diritti, alla legge liberticida si reagisce in che modo? Con l'impegno politico, dandosi da fare, rimboccandosi le maniche, impegnandosi, partecipando. Basta. [Applauso] una persona, un extracomunitario che magari magari sporco, eh, ruba un pane al supermercato, lo vede un poliziotto e inevitabilmente credo che sia giusto che lo debba fermare, viene colto in flagranza di reato, si dice così, quando uno ti pizzica proprio a fare un'azione eh contro la legge e lo porta, so dove lo porta a questura, non ho idea dove vengono, secondo voi? E gli viene chiesto, perché hai rubato questo pane? E lui risponde, "Perché avevo fame." È giusto metterlo in prigione oppure no? quello che ruba un pane perché ha fame e magari perché hanno fame la sua famiglia. Ha fame la sua famiglia. È giusto. Ha commesso comunque il reato perché ha rubato. È giusto. Interrogatevi. Se doveste essere voi a giudicare questa persona, ce lo mettereste un par di giorni in prigione o no? Allora, vi rifaccio la domanda. Qualcuno prima ha alzato la mano, vediamo se lo fa uguale. Consapevole che sto dicendo una cosa contraria alla legge, secondo me, a quella persona non dovrebbe essere fatto, se è vero che ha fame, non dovrebbe essere fatto assolutamente nulla. E quel poliziotto avrebbe fatto bene a non fare il suo dovere e a far finta di non aver visto quello che rubava il pane. C'è qualcuno che è d'accordo con me? Chi è d'accordo con me, cioè che non andava punito quello che aveva fame. Chi è d'accordo con me alzi la mano. Vediamo se sono solo. Ho idea che deve essere solo. No, ce ne vedo un altro che è d'accordo con me, però ne vedo un'altra. Se qualcuno c'è un altro ancora. Dai che prima prima di stasera siamo tutti d'accordo. Chi perché una persona che ha fame, quindi che ha avuto una lesione di un diritto fondamentale che è quello della dignità della vita. Perché anche se la legge prevede che ovviamente chi ruba debba essere punito, ma quello aveva fame, perché devi essere comunque punito? Era colpa sua. Se aveva fame può darsi, chi lo sa. Ma allora faccio questa domanda al giudice. Ora penso che scemenze di sto genere forse a lui non gli saranno capitati. Allora, partiamo sempre dalla Costituzione, l'articolo 3 della Costituzione. Fondamentale. Fondamentale. Il vostro quasi concittadino fiorentino Calamandrei diceva che era l'articolo più importante di tutta la Costituzione e lo è. si compone di due commi, almeno. Il primo comma stabilisce il principio dell'eguaglianza. Tutti i cittadini sono uguali, non possono essere discriminati per nessun motivo, eccetera eccetera. Questa è l'eguaglianza formale. Alla secondo comma si stabilisce, ora più o meno lo dico a memoria, però non me lo ricordo di sicuro esattamente, che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che si frappongono anche di fatto alla eguaglianza tra le persone. Ora non più o meno diciamo qualcosa di questo genere. Questo inciso di fatto che dà spessore alla norma anch'esso proviene da queste parti. C'erano una costituente, la più giovane costituente Teresa Mattei, 29 anni c'aveva quando faceva la costituente, ebbe ad insistere perché venisse inserito riuscendoci, ad insistere riuscendo riuscendoci perché nel testo della Costituzione fosse fatto riferimento a questo la necessità che il compito della della Repubblica fosse quello di rimuovere gli ostacoli che di fatto nella vita concreta, nel reale, non gli ostacoli giuridici, gli ostacoli che di fatto si frappongono al dispieamento della personalità di ciascuno. Questa norma, la potenzialità espansiva di questa di questa disposizione è immensa. è immensa perché eh ho seri dubbi sul fatto che il poliziotto non avrebbe dovuto dire niente a quello che rubava il pane. Io l'avrei fatto fossi stato in lui, però non posso dire a uno suggerire una cosa di questo genere. Il queste sono situazioni nelle quali l'ordinamento ha delle valvole di sfogo, se Dio vuole, che preso atto della non completa attuazione di questo principio dell'eguaglianza di fatto perché una persona che arriva a un livello tale di dover rubare un bene essenziale, non è che ha rubato una scatola di caviale. ha rubato un pezzo di pane per sfamare sé e magari la sua famiglia. è una persona alla quale la società non è stata in grado di garantire i suoi diritti fondamentali e quindi e quindi il fatto va inquadrato da questa va illuminato da questa luce che consente appunto delle eh l'utilizzazione di valvole di sfogo del sistema. La valvola può essere, per esempio, quello dello stato di necessità. prevede il codice penale all'articolo 54 che non è punibile chi commette il fatto dalla necessità di essere di di salvarsi, insomma, se od altri da un da una da un pericolo che non è altrimenti evitabile, un'applicazione estensiva illuminata, un'interpretazione costituzionale o costituzionalmente orientata, perché l'interpretazione delle leggi, qui bisognerebbe si potrebbe parlarne una vita Ma e sono argomenti molto complessi, però l'interpretazione della legge deve essere sempre orientata verso nel senso della conformità costituzione. Se ci sono varie possibilità di interpretazione di una stessa norma si deve adottare quella che è conforme a Costituzione. Questo è uno dei principi ormai unanimamente accolti nell'ambito del nostro ordinamento. È pensabile a una cosa di questo genere, a un'applicazione di questo genere. Oppure ancora ancora c'è la possibilità di ritenere il fatto non punibile per irrilevanza del fatto. Se cioè la norma le norme sono generali ed astratte, prevedono una classe di casi infinite. Il furto di una cosa può riguardare il furto il furto di un bene mobile può riguardare il furto di una Ferrari o può riguardare il furto di un pezzo di pane e quindi perché si vengono puniti certi fatti perché c'è la regola che non si ruba, insomma, perché questa questo questo furto viola il diritto di proprietà altrui e quindi è ritenuto incompatibile con un assetto ordinato della società, il che mi sento penso che sia assolutamente condivisibile, ma un altro principio, ora ve ne dico troppi perché so eh stabilito in Costituzione è quello per il quale fatti che comportano conseguenze gravi e la limitazione della libertà personale, quale può essere una carcerazione e una conseguenza non grave ma gravissima, possono e intanto sono ammissibili in quanto siano offensivi, principio di offensività siano portino un danno o una situazione di pericolo concreto alla a un bene giuridico tutelato. Ovviamente, se proprio si dovesse arrivare a un giudizio nei confronti di questo disgraziato, non ci sarebbe nessun giudice che non riterrebbe il fatti rilevante per mancanza di concreta offensività, principio di offensività, tanto per capire come girano le per farvi capire come girano le cose. Non so se, ma sicuramente sì, sapete che recentemente recentemente è stato modificato il codice della strada, ok? È stato dato un giro di vite contro la guida in stato di de ebrezza e la guida sotto l'influsso di sostanze stupefacenti con un con modalità barbare perché da sempre non è la minaccia della sanzione forte che funziona. Quella viene utilizzata dallo stato assoluto, ma è la prevenzione. prevenzione, perché la minaccia, una minaccia terribile, fa sì che venga poi data una pena esemplare e che colui che ci rimane invischiato sia non più un soggetto, ma venga utilizzato come oggetto, come oggetto, come strumento e questo è inaccettabile, è contro il principio di dignità della persona umana, ma tant'è per la guida di stato di librezza che va prevenuta in altri stati, quelli dell'Europa del Nord, dove il fenomeno è stato stroncato. Come è stato stroncato? Con delle pene terrificanti, no? È stato stroncato mettendo controlli capillari. Facciamo controlli capillari in modo che si sappia che ben difficilmente si riesce a scansare, si riesce a comprendere che la cosa non va bene. Ci si organizza, ci si organizza. Chi ci sarà? Uno che si sacrifica, no, si sta a cinque in una macchina, uno non beve e gli altri si se vogliono, se proprio vogliono possono bere quanto vogliono. Ma la cosa della quale volevo un attimo intrattenere è la guida in stato di ebrezza e in stato di sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Fenomeno terribile, chiariamolo. Terribile. Che succede? La norma preesistente puniva il fatto di colui che viene colto alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti per quando si andava a giudicare, quando questo veniva accertato, veniva verificato sulla strada, poi arrivava processo, occorrevano per poter prevenire una condanna due condizioni che fosse il la fosse in stato di alterazione e che fosse l'alterazione fosse dovuta a sostanze stupefacenti, il che comportava che ci fossero necessarie le analisi analisi che però perché attenzione le analisi per gli per il consumo degli stupefacenti hanno questo di caratteristico che rimangono delle tracce di talluni stupefacenti, non di tutti per diversi giorni. per diversi giorni, sicché può essere positivo anche chi ha assunto degli stupefacenti, cosa da non fare un po' tanto per essere chiari anche un paio di giorni prima e che la l'influsso permanente attuale della sostanza stupefacente abbia provocato un qualcosa di visibile. andamento, andatura m sconsiderata m che so cose tipiche occhi midriasi pronunciata midriasi mi sembra il laquio scomposto che l'effetto della sostanza stupefacente assunta fosse permanente. Cosa è stato fatto ora? La norma è stato modificato. È stata modificata nel senso che ora è punito il fatto di chi viene colto alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Punto. Il che interpretando la norma così vorrebbe dire che è suffici sarebbe sufficiente il semplice dato dell'analisi che però non dà contezza del momento dell'assunzione della sostanza stupefacente. Il che e questo cosa comporta? Cosa potrebbe comportare? che una norma così scritta in modo così barbaro, così da m da persone che vogliono colpire la persona, non il fenomeno. Una volta si chiamava diritto penale d'autore. Questo era il diritto penale che colpiva la persona in quanto tale, in quanto re, alla persona e si colpisce colui che fa uso di sostanze stupefacenti perché è una cosa negativa. cosa negativa, siamo assolutamente d'accordo. Ma perché devo condannarlo per un qualcosa che non ha comportato alcun pericolo per la salute pubblica? Perché se la disposizione è funzionale a evitare il pericolo della guida in una situazione di alterazione dovuta alle sostanze stupefacenti, provocando in questo modo un appunto pericolo per tutti, per la per il fenomeno della circolazione e quindi il bene il bene tutelato è quello della vita e della salute delle persone che viene messa in pericolo da questi tipi di fenomeni. Ma se l'assunzione è molto pregressa, che tipo di offensività ha il fatto? Nessuno, nessun pericolo. Quindi chi l'ha fatta questa disposizione ignorante, peggio di un branco di capre, poi si è espresso dicendo "Ah, beh, non mi interessa, lucido non lucido, la patente gliela ritiro lo stesso". Lo trovate su YouTube questo. E ce l'avevo anche in un altro diapositivo, era qui non ce l'ho sottomano questo. Ma chi sei? Ma chi ti credi di essere? Lo sceriffo di Nottingamba. questa norma che esiste nel nostro ordinamento, io penso che verrà immediatamente cassata dalla Corte Costituzionale se ci arriva, ma non ci arriva perché chi la dovrà applicare, il giudice che la dovrà applicare dovrà vagliare la norma alla luce di questo principio di offensività e se dovesse ritenere che non ci sono elementi sufficienti per dire che quel fatto abbia messo in pericolo la collettività e non è quindi il reato conforme al principio di offensività. A questo punto, con un'interpretazione costituzionalmente orientata così come si deve fare, dovrà semplicemente dire che non c'è il reato. Questo tanto per Ecco, il che attenzione ragazzi, io questo ve l'ho detto perché queste cose ci credo fortemente. Purtroppo nella mia vita professionale di processi per questi fatti ne ho fatti a decina centinaia. E succede a volte che a fenomeni di questo genere conseguono anche de ci conseguono conseguenze, so che è brutto, terrificanti, ossia e quindi non vorrei che questo venisse in qualche modo inteso come un strizzare l'occhio al consumo delle sostanze stupefacenti. È un atteggiamento laico nei confronti di tutte e di tutti. Il fatto che l'uso di sostanze stupefacenti sia nocivo per la salute è un dato oggettivo, però poi ciascuno faccia, però una volta che si sa ognuno faccia come vuole, però questo determinare, questo approccio del fenomeno, cioè usare lo strumento, la clava, usare il manganello contro il soggetto, perché perché perché non piace lo stile di vita di questo soggetto, non piace a chi fa leggi di questo genere e vuole imporre uno stile di vita diverso e non è questo lo strumento penale che può essere però utilizzato in un paese civile e democratico e che rispetta i diritti fondamentali come il nostro. Ragazzi, una no, fermi tutti, aspettate, aspettate un secondo solo. Vi vorrei ringraziare, ringraziare davvero perché l'attenzione che mi avete non so se avevate assunto qualcosa che vi ha fatto star più calmi, volevo dire, però siete stati bravissimi. Io vi volevo veramente ringraziare. Grazie e a presto. [Musica] [Musica] [Musica] [Musica]