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Riflessioni su Sant'Agostino di Ippona

Uno dei pensatori più importanti, decisivi della storia della filosofia cristiana è sicuramente Agostino di Ippona, Sant'Agostino. Un padre della Chiesa, forse davvero il filosofo più decisivo per definire i contorni della filosofia cristiana, per delinearli. Poi non l'unico, perché nella scolastica sono arrivati tanti altri pensatori importanti, Sant'Omaso su tutti, però Agostino è stato uno dei primissimi. è uno di quelli che più ha influito poi a posteriori non solo sul cattolicesimo tra l'altro, ma poi anche su altre dottrine religiose, religioni che si sono divaricate, staccate dal cattolicesimo nel corso dei secoli. Penso ad esempio all'uteranesimo, solo per fare un esempio. Oggi presentiamo in un'ora, quindi in forma molto sintetica, ma spero efficace, tutte le cose più rilevanti dei pensieri di Sant'Agostino. Abbiamo già fatto dei video estesi dove siamo andati nel dettaglio, oggi faremo una sintesi per ripassare, per tenere... Sott'occhio tutto il suo discorso. Andiamo a cominciare. Il mostro su di caffè nella solita tazza con la scritta andiamo a cominciare che è la frase che pronuncia un'apertura di ogni video con me ci sono come sempre i compagni d'avventura, il certo Polino, Tostò, il Batman, te andrà il mostro peroso, il cuscino, il bottone dei centomila iscritti e qua dietro un altro mostriciato e lo che si intravede e poi ci sono ovviamente anche Anch'io mi chiamo Emanuele Ferretti, sono un insegnante di storia e filosofia, insegno in un liceo scientifico e da quattro anni ormai superati abbondantemente. Realizzo ogni santo giorno su questo canale o video o podcast o iniziative o comunque varie per gli abbonati per approfondire il discorso della storia e della filosofia sia in termini scolastici, diciamo, quindi col programma che si fa alle superiori oppure col programma di molti esami universitari, ma poi anche ogni tanto per approfondimenti, per... discorsi collaterali che magari non riguardano direttamente il programma scolastico appunto ma si legano comunque alla storia della filosofia quindi se siete studenti o se siete appassionati che vogliono recuperare la storia della filosofia e argomenti collegati date un'occhiata già in descrizione a questo video oppure nella pagina principale del canale dove trovate davvero tante tante risorse al momento in cui registro siamo oltre 1400 video quindi capite che di roba ce n'è per tutti i gusti e per anni e anni da vedere Oggi però parliamo di un argomento che in realtà abbiamo già trattato, abbiamo trattato nei video, l'abbiamo trattato nei podcast ed è il pensiero di Sant'Agostino, di Agostino di Ippona. Un pensiero che abbiamo appunto esplicitato in maniera molto chiara, spero almeno ci ha provato, in molti video, se fate il conto di tutta la playlist dedicata a Sant'Agostino che trovate comunque linkate in iscrizione, credo che in tutto siano tre ore di video o forse qualcosa del genere e i podcast. svariate puntate di podcast perché Agostino è un personaggio importante, un personaggio decisivo, ovviamente ha scritto tanto, ha influito tanto e quindi bisogna anche spiegarlo bene punto per punto visto che il suo pensiero è stato così rilevante. Però appunto avendo tanti video, tutta una serie abbastanza lunga di video, uno può anche un po' perdersi all'interno di tutto questo mare magnum di materiale e magari dopo aver studiato intensamente quando si vuole solo velocemente riprendere in mano il pensiero di questo autore. Può essere utile, l'ho visto, l'ho fatto anche per altri pensatori, un video riassuntivo, non troppo riassuntivo perché un'ora è comunque tanta roba, ma un video tutto sommato che faccia il punto e che riprenda alcune questioni. Ecco, oggi tenteremo di fare questo, cercando di stare esattamente in un'ora di tempo. Diciamo che i primi video che facevo di questo tipo sforavo un po' di uno o due minuti, ultimamente sono un po' più bravo, però chissà se oggi ci riesco. Qui il cronometro che sta segnando quanto tempo ci metto, ho diviso i capitoletti che voglio affrontare minuto per minuto e quindi procediamo, partiamo dalla vita. come sempre con i grandi filosofi teopere. Allora Agostino, noto come Agostino d'Ippona, in realtà non nasce a Ippona. Ippona era la città di cui diventerà poi Vescovo e viene ricordato appunto quella città di cui fu Vescovo. In realtà nacque a Tagaste, che era una città del Nord Africa romano. Siamo infatti attorno al 354 d.C., quindi metà del IV secolo, quando l'impero romano ha già ormai visto i suoi momenti di gloria e sta iniziando una decadenza sempre più netta. Tenete conto che appunto Agostino vive tra il 354, come vi dicevo, e il 430. L'impero romano d'Occidente crollerà 40 anni dopo, sostanzialmente 50 anni dopo, quindi siamo nelle ultime fasi dell'impero, nelle fasi in cui poi l'impero è in crisi da invasioni, da minazzi di barbari, di popoli che migrano e che premono sui confini e ormai spesso anche entrano dentro i confini e saccheggiano a volte anche le principali città. Tenete conto che quando Agostino muore la sua città è... Ippona è proprio sotto assedio da parte dei barbari, quindi la situazione è piuttosto precaria, sta cambiando un mondo, sta finendo un'epoca e Agostino e i suoi contemporanei questo lo sentono molto molto bene. nasce in Nordafrica, nasce in una zona che è vicina al più o meno all'attuale Algeria per intenderci e nasce da padre pagano e madre cristiana. Siamo in quelle fasi in cui il cristianesimo si è ormai abbastanza diffuso all'interno dell'impero romano sta diventando religione principale ma continua a convivere anche in Nordafrica che è una terra molto vivere a questo punto di vista continua a convivere con culti pagani, anche variegati spesso, con cui si contende il primato o comunque l'influenza sulla zona. Quindi lui è proprio figlio di una coppia mista, potremmo dire così. In particolare la madre di nome Monica avrà un ruolo molto importante, è cristiana, il padre è pagano, vi dicevo, però inizialmente Agostino non è particolarmente interessato da giovane, intendo, alle questioni religiose e tutt'altro. Lui stesso ci racconta nelle confessioni che è la sua opera principale, forse una specie di autobiografia ma anche filosofica e religiosa. Ci racconta appunto all'interno di queste confessioni che la giovane aveva avuto una vita abbastanza dissoluta era un ragazzo un po' scapestrato, diciamola così, tant'è vero che a un certo punto divenne anche padre fuori dal matrimonio molto giovane di un certo adeodato che poi l'avrebbe seguito per qualche anno e poi purtroppo sarebbe anche morto piuttosto giovane questo figlio comunque dopo questa vita un po' così da ragazzo ribelle diciamo iniziò a un certo punto a sentire il richiamo della vita religiosa o quantomeno di alcune dottrine religiose. Uno dei temi fondamentali della spiritualità di Agostino sarà infatti il problema del male. Com'è possibile che nel mondo ci sia il male? Com'è possibile anche, potremmo dirla così, che lo stesso Agostino senta a volte il richiamo del male? Questo suo contatto con una vita anche un po' dissoluta effettivamente rende evidente questa lotta interiore che Agostino sentiva, viveva tra un richiamo al bene e un richiamo al male. E guardandoci in giro, cercando di conoscere varie dottrine, a un certo punto, ancora in gioventù, Agostino aderì al manicheismo, corrente religiosa del tempo che aveva anche un certo seguito proprio in Nord Africa e si usa ancora oggi la parola manicheo, non più nel senso religioso, in senso un po' più ampio, però cosa prevedeva questo manicheismo? Era una religione che vedeva due principi alla base del mondo, due divinità, potremmo dire così, per semplificare. Un principio della luce, buono. diretto verso il bene e spirituale e un principio del male quindi negativo e legato alla materialità quindi nel mondo c'è il male certo ma perché c'è il male perché e perché c'era contemporaneamente anche il bene perché semplicemente esistevano due forze in contrapposizione tra loro la forza del bene e la forza del male a volte prevaleva la forza del bene a volte prevaleva la forza del male agostino rilisce per qualche tempo questa dottrina poi dopo anche un incontro con uno dei capi del manicheismo rimane deluso, si stacca, aderisce per un po' allo scetticismo, corrente filosofica anch'essa abbastanza in voga nel tempo, fino a quando non si trasferisce in Italia, perché nel frattempo, nonostante la giovinezza un po' dissoluta, Agostino ha dato prova anche di essere un personaggio piuttosto intelligente, talentuoso, soprattutto è diventato bravo nel lavoro della retorica, è un abile oratore, scrive discorsi. E proprio per questa sua abilità, che è maturata anche dopo la lettura di Cicerone e di varie opere classiche, si trasferisce in Italia, prima a Roma e poi a Milano, Milano che in quel momento è sede imperiale, città importantissima, la città dove c'è anche Sant'Ambrogio, il famoso vescovo che ha dato un po' un'impronta decisiva alla chiesa milanese e che all'epoca fa a Mari Santo, sembra quasi un papa anche se non è il papa. Agisce quasi come se fosse un papa perché interloquisce con l'imperatore eccetera. Ora, questo Ambrogio viene conosciuto da Agostino e esercita una certa influenza sul giovane Agostino, non solo, oltre ad Ambrogio, su di lui esercita una certa influenza anche la lettura di Plotino, il padre del neoplatonismo, che un po' lo influenza e comunque da un po' da cui un po' si distacca anche, e poi anche la madre, perché Monica la madre lo segue in Italia. la madre, Ambrogio, Plotino, tutto insieme, portano un po' alla volta Agostino ad avvicinarsi all'altra religione, non più il manicheismo, ma la religione che sarà poi la sua religione di vita, insomma la sua scelta definitiva, quella del cristianesimo. Tant'è vero che appunto nel 386 d.C. si converte al cristianesimo, si fa battezzare e aderisce a questa religione. Poi dopo poco tornerà anche in Italia. e tornerà in Africa, tra l'altro muore la madre, muore il figlio, quindi rimane anche un po' solo, qualche lutto familiare importante, ma ritorna in Africa, fonderà un suo ordine, gli Agostiniani appunto, e poi diventerà anche appunto vescovo, vescovo di Ippona in particolare. Negli anni successivi diventa un personaggio di grande rilevo nel mondo cristiano, sia per le sue opere, che continua a scrivere, vi ho detto già, le confessioni, l'altra grande opera è La città di Dio, di cui parleremo tra poco. e però anche perché è una personalità importante nell'ambito teologico perché elabora alcune dottrine che mancano magari al cristianesimo, il cristianesimo si sta definendo ma non è ancora una dottrina completa e soprattutto risponde ad alcune eresie che si stanno rifondendo in quest'epoca proprio perché il cristianesimo non è ancora ben codificato, ci sono interpretazioni diversificate a volte su alcuni dogmi, su alcune teorie, dottrine eccetera e Agostino tenta di tenere la barra dritta, potremmo dire anche replicando ad altre tendenze che si stanno rifondendo, in particolare al pelagianesimo e al donatismo di cui anche qui parleremo muore appunto come vi dicevo nel 430 quando Ippone La sua città è sotto assedio da parte dei vandali, per dire che i problemi con i barbari erano molto forti. Ma detta la vita, detta brevemente le opere, vediamo anche il pensiero. Per partire col pensiero di Agostino dobbiamo partire dalla sua riflessione su quello che abbiamo in parte già detto in vita, perché vi dicevo che è di prima l'americhismo, poi lo scetticismo, prima di convertirsi definitivamente al cristianesimo. E proprio il confronto con queste dottrine, e in particolare con lo scetticismo, ci permette di ... in basso del primo discorso che riguarda la fede in Agostino. Cosa diceva infatti lo scetticismo? Lo scetticismo affermava che non fosse possibile per l'uomo conoscere nulla con certezza, che l'uomo fosse limitato e incapace di arrivare a verità. Agostino si era anche convinto, a parte che questo fosse vero, si era reso conto di quanto l'uomo fosse limitato, cedevole, tendesse a cadere nel peccato, nel male, eccetera. Però, riflettendoci meglio, arrivò a capire che In realtà questo è vero fino a un certo punto, perché se noi guardiamo bene dentro alla nostra anima, o meglio nell'animo, diciamo per il momento, nella nostra mente, ci accorgiamo che c'è qualcosa che invece non è dubitabile. Ad esempio che 3 per 3 faccia 9. Questa verità è vera sempre. È vera sia che si sia credenti, sia che si sia scettici, sia che si conosca tantissimo, sia che si conosca poco. 3 per 3 fa 9. Questo è, dice Agostino, indubitabile. Non solo. Ci rendiamo conto, pensandoci meglio, che anche altre cose ci sembrano molto solide, molto vere. Ad esempio il principio di non contraddizione. Vi ricordate quel principio aristotelico secondo cui una cosa non può essere contemporaneamente vera o falsa. Se una cosa è vera, non può essere falsa. E se una cosa è falsa, non può essere anche vera. Questo principio, che è un principio basilare della logica, sembra vero. Sembra vero assolutamente, magari su quello che percepisco posso avere dubbi, ma su queste cose qui, santo cielo, direbbe Agostino, la verità sembra solida. Non solo, sempre ragionando su quello che pensiamo e su quello che conosciamo, Agostino si rese anche conto che dentro di noi abbiamo delle nozioni, dei concetti, che sembrano molto più solidi di quello che apprendiamo dalla realtà. Prendiamo ad esempio certi concetti matematici come il concetto di retta. Cos'è una retta? Una linea infinita, no? Ora, noi l'abbiamo mai vista in vita nostra una retta? Ovviamente no, nessuno di noi in vita sua ha visto una retta infinita perché nessuno di noi può vedere l'infinito. Abbiamo un occhio limitato e noi vediamo solo sostanzialmente dei segmenti o delle linee insomma, ma con un inizio e una fine. Nessuna linea che noi possiamo osservare è infinita. Eppure abbiamo dentro di noi il concetto di retta infinita, ci facciamo ragionamenti, ci facciamo teoremi, ci facciamo dimostrazioni geometriche, no? Come lo stesso modo abbiamo altri concetti matematici, concetto di punto, di triangolo e così via. Ora, questi concetti nella nostra mente sono perfetti. Io posso immaginare un triangolo perfetto, non posso vederlo però. Dunque dentro di noi ci sono dei concetti che sembrano trascendere la realtà che ci circonda, che sembrano più grandi, più perfetti, superiori alla realtà che ci circonda. Stessa cosa vale per i concetti logici, tipo il principio di non contraddizione, come vi dicevo, come le operazioni matematiche, eccetera. Insomma, abbiamo dentro di noi delle idee che sono più grandi, migliori della realtà. Pensate anche ad altri concetti come all'idea di giustizia. Io nella mia vita ho visto poche forme di giustizia, ho visto molte ingiustizie e qualche cosa ogni tanto somigliante alla giustizia, eppure ho dentro di me l'idea di una giustizia più alta di quelle che ho visto. ho visto. Pensate anche all'idea di bellezza. Io posso aver visto cose belle in vita mia, spero di sì anche per voi, ma tutte le bellezze che avete visto in vita vostra sono bellezze che potremmo definire parziali, limitate, un po' belle, ma insomma non belle al 100%, non meravigliosamente belle. Eppure dentro noi abbiamo un'idea di cosa può essere meravigliosamente bello, di cosa voglia dire meravigliosamente bello. Segno che dentro noi abbiamo un'idea di bellezza che trascende la realtà circostante, che trascende la natura. Bene? Ora questi concetti perfetti, retta, punto, triangolo, bellezza, giustizia eccetera che abbiamo dentro di noi evidentemente non possono derivarci dal mondo, non possono derivarci da quello che abbiamo visto perché non abbiamo mai visto queste cose davvero in realtà. in questo massimo grado. Dunque, dice Agostino, l'unica spiegazione è che derivino da un ente perfetto che ce l'è messo dentro e questo ente perfetto non può che essere Dio. Insomma, Agostino si rende conto che noi abbiamo un'anima, cioè, cos'è quest'anima? Una autocoscienza, una mente, potremmo dire, che si rende cosciente di sé, che sa di esistere, che si pone dei dubbi e che però prova anche a rispondere a questi dubbi. Il fatto di avere dei dubbi non è un male, il fatto di essere scettici non è un male, è un bene. È un bene perché è ciò che ci differenzia animali gli animali non hanno dubbi gli animali non si pongono domande l'uomo si ma oltre a porsi domande l'uomo è in grado di darsi anche risposte se scava bene dentro di sé cioè si interroga la propria anima questa capacità di prendere coscienza dei propri limiti dei propri dubbi e di andare però anche oltre questi limiti e questi dubbi Quindi Agostino arriva a dire, beh, insomma, guardate, ero partito dicendo che non ho certezza di niente e invece mi sono accorto che alcune cose le so bene. So che esistono i triangoli, le rette, la giustizia, la bellezza, cose che sono al di là di quello che è vero, non solo. So anche un'altra cosa che forse è ancora più importante di tutto questo. So di esistere, so di avere un'anima. So di potermi porre delle domande, perché solo chi si pone delle domande esiste. Il latino, perché Agostino scrive in latino... anche così si fallor sum se fallisco se mi pongo delle domande se ho dei dubbi allora significa che esisto sum vuol dire io sono in latino se dubito esisto il fatto che io mi ponga queste domande vuol dire che io esisto cioè che io ho un'anima qualcosa che dio mi ha dato per ragionare attenzione però vi dicevo che quest'anima contiene dei concetti che vanno oltre il mondo me li ha messi dio questi concetti allora dio vuol dire che mi sta dando non solo un'anima, ma mi sta dando anche il modo per orientarmi nel mondo, per conoscere perché quei concetti matematici perfetti quell'idea di giustizia, quell'idea di bellezza anche le regole della logica, come dicevo prima i principi di non contraddizione ad esempio devono avere necessariamente un'origine divina sicché questo vuol dire che Dio mi dà qualcosa per conoscere, mi dà gli strumenti per conoscere, perché io poi il principio di non contraddizione lo uso per capire il mondo, per capire la realtà, perché il concetto di letteri punto li uso per fare i teoremi, per ampliare le mie conoscenze geometriche eccetera eccetera. Quindi Dio illumina la mia anima, illumina la mia mente, mi dà proprio una luce, mi rischiara le idee, quindi si parla proprio di dottrina della illuminazione. Dio mi illumina la mente, se non ci fosse Dio, se Dio mi avesse dato questi strumenti, mi avrebbe dato la mia vita. strumenti io brancolerei nel buio io non saprei orientarmi e infatti a ben guardare quei filosofi che non hanno accettato dio pensa ad esempio agostino al neoplatonismo cosa hanno fatto sono rimasti incerti su molte cose ad esempio hanno detto che di dio non si può parlare se non negativamente vi ricordate plotino un link descrizione vi metto plotino diceva proprio questo dio è talmente oltre le nostre capacità che non ne possiamo parlare possiamo solo dire ciò che dio non è Vero, dice Agostino, però se Dio ci illumina la mente, allora forse quel salto lo possiamo fare, possiamo anche provare a dire ciò che Dio è, perché è Dio stesso che ci aiuta, è Dio stesso che ci trae l'impazzo, è Dio stesso che ci dà gli strumenti per capirlo. E allora, visto che Dio ci ha dato questi strumenti e ce li ha messi nell'anima, è come se noi potessimo trovare Dio non solo cercando di pregare, cercando nella Bibbia, certo anche lì, ma anche cercando dentro di noi. Dio ha lasciato la sua traccia dentro di noi, nell'anima. Quindi il suggerimento che da Agostino è ripiegatevi su voi stessi, guardatevi dentro, perché dentro trovate Dio. Cosa trovate dentro di voi nell'anima? Trovate i criteri di verità. E allora Dio è verità. Infatti proprio dice così Agostino, Dio è verità. Ogni volta che io uso bene i criteri di verità che Dio mi ha dato, in fondo sto incontrando Dio, perché sto usando il suo segno, la sua impronta. Dio è anche amore, se io dentro di me trovo l'amore, un amore più grande di quello che vedo nel mondo è perché questo amore più grande me l'ha dato Dio, quindi quando io amo, quando io amo disinteressatamente le persone, le cose, le situazioni del mondo, mi sto aggrappando a questa impronta di Dio e quindi Dio è amore e quando io amo trovo Dio, quando io dico la verità trovo Dio, quando io ragiono bene trovo Dio, capite? Ripiegandomi su me stesso, usando gli aspetti migliori della mia anima, trovo quel segno di Dio che mi promette di avvicinarmi davvero a Dio. Tutto questo, e concludo per il momento questo settore, questo segmento, dovrebbe farvi venire alla mente quello che è il segno di Dio. l'aveva già detto Platone, perché il fatto che dentro di noi ci siano idee eterne che vanno oltre nel mondo, l'aveva già detto anche Platone. Solo che per Platone quelle idee stavano nell'iperuraneo, erano là e non sapeva bene come si erano create, come facevamo a contattarle, eccetera. Agostino dice, Platone ha detto qualcosa di vero, ma non ha capito che queste idee non sono nell'iperuraneo, in una dimensione strana, chissà dove, ma sono idee nella mente di Dio, che poi Dio ha messo come un amo, potremmo dire, per pescarci dentro di noi. pertanto dovremmo fare un po' come Platone Agostino è molto influenzato anche dal platonismo perché, cosa diceva Platone? che ad esempio la filosofia si faceva col dialogo memore dell'insegnamento di Socrate tutti gli scritti di Platone erano dei dialoghi Agostino cosa fa? sì, anche noi dobbiamo dialogare anche noi dobbiamo parlare ma attenzione, non tanto con gli altri quanto con noi stessi le confessioni infatti, quest'opera importantissima di Agostino sono sostanzialmente un soliloquio cioè un dialogo interiore con la propria anima È solo dialogando che si trova Dio, è solo dialogando che si trova la verità, ma dialogando con se stessi, dialogando con l'anima, perché lì c'è Dio. Ovviamente tutto questo ha delle implicazioni, intanto una grande valutazione positiva data alla ragione. La fede è importante, ma anche la ragione è importante. Infatti Agostino, a differenza di certi filosofi cristiani successivi, dà ugual peso e ugual importanza alla fede e alla ragione. La frase con cui si riassume tutto questo concetto, sempre in latino, è Crede ut intelligas Quindi fede e ragione si devono aiutare a vicenda e devono andare nella stessa direzione come è giusto così perché sia la fede che la ragione derivano da Dio. Questa ragione ha vari ambiti della fede cristiana anche e il primo ambito in cui vale la pena soffermarsi a questa riflessione riguarda il problema del tempo. Perché intanto Agostino si rese conto, ponendo un discorso che poi sarebbe stato ripreso da molti altri filosofi, che il tempo in realtà non esiste oggettivamente fuori di noi. Quello che esiste fuori di noi è solo il presente, il momento attuale. Il passato e il futuro non esistono. In questo momento io sto parlando, cioè questo momento, questo momento, questo momento, il passato non c'è più e il futuro deve ancora arrivare. Piuttosto passato e futuro esistono nell'anima, dice Agostino, il passato come ricordo e il futuro come attesa. Dunque l'idea stessa del tempo, cioè dello scorre... del tempo non è un'idea della realtà è più un'idea dell'anima è l'anima che misura il tempo e senza anima non ci sarebbe forse neanche il concetto stesso di tempo e questo è un aspetto importante ma poi soprattutto agostino iniziò a chiedersi come è strutturato il tempo del mondo soprattutto quando è iniziato questo tempo e questo porta Agostino a chiedersi come Dio ha dato origine all'universo, perché in realtà precedentemente ad Agostino c'erano dottrine diverse sulla creazione del mondo, ad esempio c'era la dottrina che possiamo scrivere a Platone, quella del Demiurgo, del Timeo, vi lascio un link in descrizione, secondo cui certo Dio ha plasmato le cose ma non ha creato nulla. dal nulla. In realtà Dio aveva una materia, dice Platone, che ha preso e ha plasmato, ma la materia già esisteva, la materia era eterna, questo dice Platone. E questa era un'ipotesi. Poi c'era l'ipotesi invece di Plotino e dei neoplatonici che dicevano che Dio, o meglio l'Uno, vi lascio anche qui un link in descrizione, aveva generato il mondo per emanazione, quindi non scegliendo, ma per sua stessa natura aveva dato origine al mondo. Agostino, dopo averle comunque esaminate, rifiuta entrambe queste visioni. La prima, quella di Platone, perché dire che esiste una materia eterna vuol dire limitare Dio. Se Dio e la materia sono entrambi eterni, Dio non è onnipotente, perché deve fare i conti con una materia che esiste tanto quanto è. lui quindi non può essere perché il dio cristiano invece è un impotente per definizione e poi agostino rifiuta anche la visione neoplatonica perché nella visione neoplatonica l'uno non sceglie di creare l'emanazione non è un processo volontario È un processo naturale, nel senso necessario, che deriva dalla natura stessa dell'uno. Invece il Dio cristiano sceglie, vuole, ama. Non è un Dio che crea perché non può farla meno ricreare. Poteva anche farla meno ricreare, ma per amore ha deciso di creare. Dunque, bisogna che la creazione riceva un temore diverso. E infatti Agostino propende per una terza spiegazione, che è quella che poi fa sua e che diventa la base del cristianesimo, cioè il cosiddetto creazionismo. Dio ha creato tutto dal nulla. Prima c'era solo Dio e a un certo punto Dio ha dato origine a tutto. ok dal nulla e questo è una novità assoluta nel mondo della filosofia perché precedentemente la idea che dominava era quella dell'impossibilità di creare dal nulla ricordate parmenide solo per fare un esempio vi lascio un link in descrizione ora se tutto questo è vero dio ha creato dal nulla ha dato origine al tempo anche creando le cose perché il tempo ha senso solo dove c'è a divenire quindi ha senso solo dopo la creazione del mondo dio è al di là del tempo e ovviamente ha creato un tempo che potremmo anche definire lineare c'è un inizio c'è una linea orientata e ci sarà poi poi anche una fine, la fine del mondo, la fine del tempo. Ovviamente come ha creato tutto questo Dio? Dio ha creato tutto questo con la parola, lo si dice nella Genesi, primo libro della Bibbia. Dio dice le cose e le cose sono, sia fatta la luce eccetera. Ora questo... parlare non è casuale perché Agostino nota che nel Vangelo di Giovanni, questa volta Nuovo Testamento si dice proprio in apertura l'avevamo detto anche in altri video, vi metto un link proprio al Vangelo di Giovanni, un approfondimento che avevamo fatto, dice in principio era il verbo e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio, quella parola che in italiano viene tradotta con verbo in lingua originale, in greco, perché Vangelo di Giovanni viene scritto in greco, è logos che vuol dire parola vuol dire tante cose, logos in greco, ma vuol dire principalmente parola, allora ... quando Dio fece il mondo con la parola lo fece con il logos. Ma cos'è questo logos? Logos può voler dire legge, può voler dire anche Dio forse, ma in questo caso nel Vangelo significa Gesù Cristo. Il verbo, quello il verbo con la V maiuscola è Gesù. Allora dire che Dio ha creato il mondo tramite la parola significa che Dio ha creato il mondo tramite Gesù Cristo. Un altro tema fondamentale nella riflessione di Agostino è quello che riguarda il problema del male, che come vi ho detto lo aveva angosciato anche da giovane. Il problema è questo, se Dio è buono, Dio è amore, abbiamo detto Dio è verità e tutto il resto, è onnipotente, come mai esiste il male nel mondo? Dio non poteva togliere il male? È una domanda che si erano già posti gli picurei, se vi ricordate, che poi aveva attanagliato molti. Ecco Agostino prova a rispondere e dà la risposta che poi diventerà la risposta, diciamo così, ufficiale, principale, dello stesso cristianesimo. Agostino dice, attenzione, qui la domanda in realtà non è come mai esiste il male. Dobbiamo cambiare domanda. La domanda giusta da fare è che cos'è il male? Perché se cambiamo prospettiva e ci chiediamo che cos'è il male, capiamo come risolvere questo problema. Il male, dice Agostino, non esiste davvero. Non ha una sua consistenza ontologica, ma piuttosto il male è mancanza di bene. In questo discorso è molto influenzato dal neoplatonismo che già aveva... un po' inquadrato la questione in questi termini cos'intende dire che il male è mancanza di bene? beh, chiediamoci ad esempio che cos'è il buio il buio esiste? ma in realtà a ben guardare, no il buio è mancanza di luce Ma non è qualcosa, è la luce che è qualcosa, il buio è la mancanza di questo qualcosa. Il silenzio esiste? Ma in realtà, guarda bene, no, esiste il suono. Il silenzio è la mancanza di suono, ok? Allora, allo stesso modo funziona anche il male, secondo Agostino. Il male non esiste davvero, non ha una sua consistenza. Il male è mancanza di bene. Infatti Dio non ha creato il male, un Dio buono non può creare il male, Dio ha creato solo il bene. ma ha creato un bene che si presenta nel mondo in diversi gradi. Il mondo è imperfetto, il mondo non è tutto bene assoluto, ha certe cose migliori, certe cose peggiori, ma questo peggiori vuol dire con un po' meno bene, con un po' meno perfezione ed altre con più perfezione, con più bene. Dunque laddove il bene non è presente al massimo grado si ha il male che è mancanza di bene, come se fosse una luce che illumina una stanza ma ci sono degli angoli che rimangono in ombra di questa stanza, ecco lì non è che la luce abbia creato il buio, è che la luce arriva in misure diverse e dove non arriva tanto... rimane il buio, così si spiega il male quindi il male esiste? Sì e no nel senso che è presente ma non esiste davvero esiste la mancanza di bere poi ad essere più precisi Agostino distingue tra due tipi di mali mali fisici e mali morali mali fisici, il terremoto la malattia eccetera, cose che non dipendono dall'uomo, ma quello si può spiegare in molti modi, quelli si possono spiegare in molti modi ad esempio, semplicemente nel mondo servono cose più perfette e meno perfette per garantire l'equilibrio, oppure a volte Dio si serve anche di cose apparentemente esiste negative per raggiungere i suoi scopi eccetera l'unico vero male che invece colpisce davvero che risulta male anche a ben guardare è il male morale cioè il male commesso dall'uomo ma anche in questo caso quando l'uomo commette il male cioè cade nel peccato lo fa non perché sceglie il male perché il male non è sceglibile perché il male non esiste vi dicevo piuttosto quando l'uomo fa il male è perché sceglie male non è che sceglie il male cosa che è impossibile ma sceglie male cosa vuol dire che l'uomo in fondo a ben guardare come aveva già detto anche Socrate cerca sempre di fare il bene o meglio il suo bene ma a volte essendo libero si fa così prendere da dei beni inferiori pensate al ladro facciamo un esempio molto concreto un ladro va a rubare e fa del male a qualcuno certo ma lo fa perché lui sta cercando di soddisfare uno suo desiderio desiderio sta cercando il suo bene e si fa incantare dal bene materiale in questo caso i soldi senza badare che esiste un bene superiore che la giustizia che la correttezza eccetera quindi chi fa il male lo fa perché non per perché voglia fare il male, perché il male non si può fare, ma vuole fare il bene, ma un bene sbagliato, un bene inferiore rispetto a un bene superiore che sarebbe a disposizione e che non riesce a capire, a comprendere, a fare. Tant'è vero che poi Agostino, con qualche amiguità, arriva anche a dire che in realtà l'uomo non è del tutto libero. Perché o veramente libero? Perché l'uomo è incapace, da solo, con le sue sole forze, di fare il bene. Molto più spesso si lascia incantare da questi finti beni e allora serve la grazia di Dio, ma su questo ritorniamo. Detto questo... questo approfondiamo un attimo il discorso sull'anima dove appunto ci sono i criteri di verità abbiamo detto aspetto dove si fanno anche le scelte, dove si sceglie il bene più o meno alto eccetera. Ebbene, vi dicevo prima che l'anima è un po' lo specchio di Dio perché se Dio è amore dentro l'anima troviamo la scintilla di questo amore, se Dio è verità dentro l'anima troviamo i criteri di verità. Ebbene, approfondendo ulteriormente Agostino fa proprio un parallelo tra Dio e l'anima umana perché Dio è uno e trino come l'anima anche a sua volta in un certo senso trina ha tre caratteristiche che corrispondono esattamente alle persone della Trinità. Dio è padre, Padre, figlio e Spirito Santo, come sapete, sulla dottrina cristiana, e l'anima è infatti memoria che corrisponde al padre, nel senso la capacità di essere presenti a se stessi, di ricordare se stessi, di ricordare le proprie scelte. È intelligenza che corrisponde al figlio, il logos, cioè l'intelligenza divina, ed è anche volontà, perché la volontà di amare, lo Spirito Santo è ciò che dà questa volontà di amare. quindi ripeto memoria intelligenza volontà sono le parti dell'anima che meglio corrispondono e meglio ci rimandano anche alla natura divina Signor, ancora una volta, che dentro di noi possiamo trovare Dio e possiamo farci guidare anche da Dio, a patto che ascoltiamo l'anima, perché Agostino ha molto presente anche questa lotta interiore tra la materia e lo spirito, tra il corpo e l'anima. Se l'anima ci richiama Dio, se l'anima ci avvicina a Dio, il corpo invece ce ne allontana. La materia, vi dicevo, attenzione... è presente nel mondo, è creata da Dio, quindi non è male la materia. La materia è bene, però chiaramente è un bene di grado inferiore. Il ladro di cui parlavamo prima si fa incantare dal denaro, il denaro è materia, scordando principi più alti come la giustizia. Ora, anche il denaro è bene, però è un bene di natura inferiore rispetto alla giustizia. Pertanto, il corpo non è male in sé, ma è un bene di misure. inferiore rispetto all'anima. Dunque l'uomo per incontrare davvero Dio dovrebbe guardare di più all'anima, dovrebbe non solo guardare all'anima ma diceva proprio Agostino uccidere l'uomo vecchio e rinascere come uomo nuovo. C'è un uomo che rinuncia o comunque limita molto la corporità in favore invece della spiritualità che permette di avvicinarsi di più a Dio. Questo desiderio di rinascere, un desiderio di nuova forza spirituale, rende anche chiaro il meccanismo che ci porta verso il male o comunque il peccato. il peccato vi ho detto non si sceglie il peccato lo si fa per errore per sbaglio, cercando un bene ma in un certo senso sbagliando mira potremmo dire anche così stessa cosa è il rapporto tra anima e corpo quando si lascia andare ai beni della carne sono sempre beni ma sono beni a livello molto inferiore ed è come se si sbagliasse mira allora anche in quel caso l'uomo che non sa rinascere che non sa rinnovarsi non è che scelga di morire che scelga di rimanere attaccato al corpo è che sceglie male, o meglio, rinuncia a fare la scelta giusta. Per questo motivo Agostino arriva a dire che il peccato non ha in realtà una causa efficiente, ma piuttosto una causa deficiente. Cosa vuol dire questo discorso? Deficiente nel senso di manchevole. Perché quando io scelgo di fare il male, in realtà non sto scegliendo di fare il male. Io non ho una causa che mi spinge a reagire male, perché il male, vi dicevo, non esiste. Esiste solo il bene. Piuttosto si cade nel peccato. per mancanza di adesione alla proposta di Dio. Dio ce lo mette davanti agli occhi il vero bene. Dio ci ha dato i criteri, ci ha illuminato la mente, vi dicevo, ci ha dato la capacità di scegliere il vero bene. Ma siamo noi che a volte rinunciamo a tutto questo. Dio ci ha dato l'intelligenza, ma a volte decidiamo di non usarla. Dio ci ha dato la memoria, ma a volte decidiamo di non usarla. Dio ci ha dato l'amore, ma a volte la volontà, ma a volte decidiamo di non usarla o di usarla poco o di usarla male. Allora... questa nostra deficienza, cioè manchevolezza, mancanza, ci fa cadere nel peccato. Tutta questa riflessione sull'anima, su Dio eccetera, portò Agostino a assumere un ruolo, vi dicevo, molto importante all'interno della Chiesa delle Origini, ma anche a scontrarsi con alcune eresie che invece avevano idee diverse su alcuni di questi punti. Ne citiamo due, la prima molto velocemente e la seconda più importante, perché poi influirono sull'elaborazione del pensiero di Agostino. La prima fu il donatismo. Donato era un vescovo africano del IV secolo, quindi sempre Nordafrica, perché spesso era lì che si originavano tutte queste dottrine e in particolare il donatismo era una discorsi corrente interna al cristianesimo delle origini, molto intransigente, che riteneva che le persone indegne, cioè quelle che si macchiavano di peccati molto gravi all'interno della Chiesa, dovessero essere radicalmente espulse dalla Chiesa stessa. Quindi era una dottrina che aveva un forte aspetto disciplinare, ma soprattutto la questione che fece arrivare allo scontro Agostini e Donatisti fu quella dei sacramenti, perché dicevano i Donatisti che quei sacramenti impartiti dai vescovi e dai sacerdoti indegni non erano validi. Se un prete era un peccatore che peccava tante volte e poi battezzava, il battesimo non era valido, questo dicevano. Agostino controbatté a queste tesi dicendo che non era vero. Cioè, è vero che esistono a volte dei vescovi e dei preti indegni, ma nel momento in cui un sacerdote amministra un sacramento, non è in realtà lui che dà quel sacramento, ma è Dio stesso, lo Spirito Santo, che... interviene quel sacramento e il sacerdote diventa un puro tramite. Quindi se anche il sacerdote è indegno, questo non inficia la validità del sacramento. Questo voleva dire che tutti i sacramenti amministrati anche da preti indegni rimanevano validi secondo Agostino. E quindi già questa polemica fa capire un po' la visione di Agostino, ma ancora più interessante è la polemica con il pelagianesimo. Allora anche qui Pelagio, chi era? Era un vescovo irlandese che tra l'altro poi a un certo punto andò a vivere a Cartagine, quindi sempre in Nord Africa, molto vicino a dove stava Agostino che stava a Ippone. I due, Pelagio e Agostino, erano proprio in polemica diretta, diretta nella loro epoca. E il Pelagianesimo aveva avuto anch'esso una certa fortuna in Nordafrica, quindi la diatriba era molto intensa. Qual era il problema? Il problema riguardava il peccato originale. Perché Pelagio, analizzando la Bibbia, aveva detto, attenzione, noi diciamo che Adamo e Eva hanno commesso il peccato originale e da lì in poi l'uomo è stato macchiato. Pelagio alleggeriva molto la questione perché sosteneva che in realtà il racconto del peccato originale non era davvero una macchia indelebile sull'anima degli uomini e sulla salvezza degli uomini, ma piuttosto era un racconto... diciamo che doveva fornire un buon esempio, anzi un cattivo esempio da non seguire per gli uomini. Nella Bibbia c'era questo racconto di Adamo e Eva per insegnarci come dobbiamo agire, ma poi questo non voleva dire che quello che aveva fatto Adamo si ripercuoteva su tutta l'umanità. Qual era la conseguenza di questo discorso di Pelagio? Che gli uomini quando nascevano non portavano, secondo Pelagio, sulle loro spalle il peso del peccato originale, ma erano tutto sommato puri. Il che voleva dire, secondo Pelagio, che l'uomo poteva salvarsi. non aveva bisogno per forza della grazia divina l'uomo poteva tendere al bene se si impegnava, se si dava da fare se pregava eccetera poteva salvarsi perché non era cattivo di natura e quindi C'era una grande fiducia nelle possibilità dell'uomo di raggiungere la salvezza, anche senza l'intervento di Dio, diceva Pelagio. Agostino non è per nulla d'accordo, e anzi si va giù anche un po' pesante, bisogna dire, su Pelagio, perché dice ma se fosse vero quello che dice Pelagio, allora tutto il sacrificio di Dio, di Gesù, non avrebbe senso. Perché mai Gesù sarebbe sceso sulla terra, sarebbe morto e risuscitato, se non c'era nessun peccato da redimere? Secondo la teologia cristiana, ovviamente, Gesù è sceso sulla terra per... lavare i peccati del mondo per redimere l'umanità dal peccato originale di Adamo. Se davvero quel peccato originale non era un gran peccato e non c'era niente da farsi perdonare, allora tutte le sofferenze partite da Gesù Cristo sarebbero risultate inutili. Ma questo sarebbe assurdo ovviamente. Pertanto non è vero quello che dice Pelagio, non è vero che il peccato originale Il male è solo così un esempio. È proprio un peccato, è proprio una macchia che si ripercuote su tutta l'umanità. L'umanità è una massa dannata, dice Agostino, e anzi per rispondere a Pelagio a volte appesantisce anche il suo discorso, dice che proprio l'umanità è votata al male, che l'essere umano è cattivo di natura, non è capace di fare bene se non grazie all'aiuto divino. È solo Dio che salva l'uomo, è solo Dio che perdona l'uomo e gli permette con la sua grande generosità di... poter fare anche qualcosa di giusto ogni tanto perché se fosse per l'uomo da solo l'uomo sarebbe votato esclusivamente al male quindi grande pessimismo da questo punto di vista di agostino e proprio per rispondere a pelaggio arriva anche a dire che alla fine l'anima Non viene creata ogni volta da Dio l'anima individuale, ma l'anima si trasmette di padre in figlio, perché sarebbe un po' assurdo dire che Dio, quando un bambino nasce, gli crea all'anima un'anima già dannata, perché se il peccato originale si trasmette, ogni anima nasce. dice già dannata, già condannata, e viene poi redentata dal battesimo, eccetera, dai sacramenti e così via. Ma sarebbe assurdo che Dio, che è buono, creasse un'anima in principio già dannata. Dunque, dice Agostino, le anime non vengono create di volta in volta, ma si trasmettono... momento della procreazione quando papà e mamma fanno quello che fanno per far nascere un bambino generano il corpo ma generano anche l'anima che quindi si trasmette e così trasmettendosi l'anima si trasmette anche il peccato originale pertanto ogni bambino sulla faccia della terra nasce con questa macchia sulle spalle con questa spada di Damocle che solo Dio grazie alla sua grazia grazie alla sua infinita bontà può in qualche modo redimere questo ci aiuta anche a capire un po' il discorso della libertà che vi dicevo prima del libero arbitrio perché Adamo prima di commettere quel peccato originale aveva la libertà, poteva scegliere dice Agostino aveva una libertà minore, la definisce in questo modo cioè poteva non peccare aveva la capacità di poter non peccare poi dopo che ha fatto il peccato originale questa libertà si è persa perché l'uomo è caduto nel peccato l'uomo è caduto nel male e l'uomo vi dice adesso non è in grado da solo di fare il bene, farà sempre il male è condannato a fare il male perché è incapace è solo Dio che lo salva dunque dopo Dopo il peccato originale l'uomo ha perso quella libertà originaria ed è caduto nel peccato. Adesso l'uomo non può non peccare, non può fare bene di peccare perché è cattivo. Quando però l'uomo viene redento, quando saremo salvati, quando Dio ci salverà e ci farà elevare, ci farà scendere ai cieli, ci salverà, allora in quel caso Dio ci darà una libertà maggiore questa volta, non più quella minore di Adamo delle origini, una libertà ancora più alta, che è il non poter peccare perché in quel momento non potremo più. più peccare, liberi finalmente, vicini alla grazia di Dio. Questo discorso ci permette di fare un attimo il punto su un problema che riguarda sia Agostino ma anche poi le interpretazioni successive del pensiero del filosofo cristiano, cioè il problema della grazia. Quello che non si capisce bene dei testi di Agostino perché non è sempre chiarissimo è quanto pesi questa grazia, nel senso, per il cristiano l'uomo non si può salvarla solo, abbiamo appena detto, Agostino ha un'opinione molto pessimista sull'uomo. Quindi l'uomo da solo non è in grado di salvarsi, ha bisogno della grazia di Dio, cioè di un aiuto che tramite l'illuminazione, tramite questa scintilla d'amore, eccetera, Dio dà all'uomo. La domanda vera però è, questa grazia divina assolve del tutto l'uomo, quindi lo salva completamente, oppure l'uomo deve compartecipare a questa grazia con delle azioni buone, cioè deve anche un po' guadagnarsi la salvezza, e poi Dio a chi dà la grazia? A tutti. o solo una parte delle persone o una parte dell'umanità? Ebbene questo discorso in Agostino non è del tutto chiaro. A seconda delle opere, Agostino sembra oscillare tra posizioni diverse. In certi punti sembra dire che Dio dà a tutti la grazia e che quindi poi il fatto di salvarsi o non salvarsi dipende non solo dalla grazia ma anche dalle opere buone che gli uomini riescono a mettere in campo. In altri testi invece sembra affermare che solo pochi prescelti degli eletti vengano scelti da Dio, appunto, ricevono la grazia e quindi vengano salvati. Segno che quindi le opere buone non abbiano nessun peso o scarso peso. Agostino si è trovato a oscillare anche perché probabilmente nel suo tempo il tema era difficile da discernere. Lo stesso Agostino in certi punti dice che le vie del Signore sono impescrutabili, non è chiaro, non è facile capire come Dio decide di salvare, eccetera. In ogni caso, dice Agostino, da parte nostra non si può tanto andare a disquisire, nel senso che... noi siamo una massa dannata, se Dio salva qualcuno e non salva altri, beh tutto è guadagnato, nel senso che non si può certo andare a fare il pelo nell'uovo a un Dio che con grande generosità dice di risalvare chi non se lo merita. Però ecco, questa ambiguità rimane e sarebbe stata foriera poi nei secoli di interpretazioni diverse. Vi citavo all'inizio Lutero, ebbene Lutero, monaco agostiniano, riprese alcuni aspetti della rotina agostiniana staccandosi dalla Chiesa Cattolica che invece ne riprendeva altri e poi questo sarebbe riprodotto anche poi nel gensenismo in altre dottrine che appunto, magari vi lascio qualche link in descrizione, giocando un po' su questa ambiguità di Agostino caddero in posizioni anche diversificate a proposito di salvezza e a proposito di grazia dobbiamo ora fare un breve riassunto anche di un'altra opera fondamentale perché finora siamo rimasti nell'alveo delle confessioni e di poche altre opere ma l'altro grande capolavoro Agostiniano e la città di Dio, come vi avevo già accennato all'inizio. Un libro tra l'altro composto in parecchio tempo, l'ho scritto tra il 413 e il 426 Agostino e scritto soprattutto in seguito alla crisi dell'impero romano. L'impero romano era ormai preda di molti barbari che penetravano, saccheggiavano anche Roma, c'è il sacco di Roma del 410, insomma varie situazioni che rendono la situazione molto instabile. E soprattutto Agostino, non che gli interesse così tanto la questione di Roma, ma è interessato a intervenire su un dibattito che si è acceso all'interno dell'impero romano in quell'epoca, secondo cui la debolezza dell'impero sarebbe stata da attribuire proprio all'infondersi del cristianesimo. Alcuni commentatori pagani accusavano il cristianesimo di essere una religione che aveva tradito i vecchi usi e costumi romani, le vecchie tradizioni, il mos maiorum. E proprio l'avvento di questa nuova religione, dicevano i commentatori pagani, aveva infiacchito l'impero, l'aveva reso preda facile di barberi, di popoli stranieri più vigorosi. Ecco, per rispondere a queste polemiche Agostino scrive La città di Dio, dove è rigetta ovviamente tutte queste accuse, non è vero che è stato il cristianesimo a indebolire l'impero romano, anzi i problemi, proprio storicamente lo dice Agostino, i problemi dell'impero erano nati ben prima. che il cristianesimo diventasse religione principale o diffusa all'interno dell'impero, segno che le cause sono altre. Ma la polemica così contingente di quel momento permette poi ad Agostino di ampliare un po' il discorso, perché lui dice, attenzione, come nell'uomo, abbiamo detto prima, c'è una lotta in un certo senso tra spirito e carne, tra l'uomo nuovo che deve rinascere e l'uomo vecchio che rimane attaccato ai beni materiali, così anche nella città c'è una lotta in un certo senso tra due città. La città di Dio, appunto, la città elevata, la città dello spirito, la città che segue i termini evangelici, la città celeste che tenta di andare verso Dio, e la città terrena, invece, che è il regno della cupidicia. che è il regno della materia, del denaro, di tutto ciò che è allontanamento da Dio. Il male non esiste, ma il male è un allontanamento da Dio, è una mancanza di Dio, una mancanza di bene. Allora anche la città può vivere in questa doppia dimensione, una città che si avvicina a Dio e una città che si allontana da Dio. Ma queste due città, quella celeste e quella terrena, non sono in realtà due città antitetiche. Molto più spesso si trovano fra miste, mescolate. nella stessa città, nel stesso impero romano di oggi, si vedono persone che vivono come se fossero nella città di Dio e quindi si elevano verso Dio, e persone che invece vivono nella città terrena, attenti alla cupidigia, al denaro, al sesso, alle ricchezze, eccetera. Quindi le due dimensioni sono mescolate più di quanto non vorremmo. Quindi, in fondo, tutta la storia, sia dell'umanità sia dell'impero romano, può essere... riletta alla luce di questo dualismo, potremmo dire. Agostino tenta poi di dividere anche le epoche storiche e le fasi dell'umanità in periodi particolari per mostrare come questa lotta tra città divine, città celeste e città terrena sia sempre foriera di equilibri. Non ha una buona storia da questo punto di vista, anzi Roma che pur ha avuto dei suoi momenti di grandezza e se li ha avuti evidentemente dice Agostino deve essere stato anche grazie a Dio che ha sfruttato la famiglia. di Roma nel suo progetto provvidenzialistico, ma Roma in ogni caso oggi è la nuova Babilonia, la Babilonia dell'Occidente, è una città del peccato, una città terrena che non ha imparato a farsi guidare, se non per qualche eccezione, se non in qualche ambito, ma non ha imparato a farsi guidare dalle alte sfere celesti, non ha imparato ad avvicinarsi a Dio, è una città peccaminosa nata da un fratricidio. appunto Romolo e Remo che ricorda questo fratticidio, quello tra Caino e Abele e poi appunto sempre preda di vizi, di desiderio di forza, di potere, di vendetta eccetera. Tutto questo non può che condannare Roma a una fine piuttosto tragica che in un certo senso a questo punto sembra presagire. Le sventure di Roma quindi sono sventure legate al suo rifiuto di Dio, non a Dio che ovviamente non ha ruolo in tutto questo, ma di nuovo il dividere la storia in periodi, l'analizzare Roma, l'analizzare la sua storia, permette ad Agostino di fare, proporre anche una nuova idea della storia. Prima vi dicevo, quando vi ho presentato il problema della creazione del mondo, che Agostino cambia prospettiva rispetto ai filosofi precedenti. I filosofi precedenti non erano creazionisti per lo più, vedevano un mondo o almeno una materia preesistente che poi le varie divinità ordinavano, strutturavano eccetera. Dio cristiano, il Dio di Agostino invece, crea da nulla e quindi il tempo diventa una linea che ha un inizio e una fine. Ecco, questa visione lineare del tempo viene ripresa anche nella città di Dio, l'inizio è la creazione del mondo, la fine è la giudizia universale. Ma ovviamente questa linea orientata è una linea che è soggetta al divenire, no? E in fondo la storia è storia del divenire. Tutti i filosofi precedenti avevano invece proposto una visione, spesso almeno, quelli greci, più circolare del tempo. Pensate allo stoicismo, ad esempio, che è proprio una visione circolare pura. Ma pensate anche ad altre dottrine che non guardavano a un'idea di progresso, di cambiamento nel tempo. Sembrava quasi che il tempo fosse immobile, fosse un eterno ripetersi di cose, non ci fosse novità, cambiamento, progresso. Con quest'idea lineare del tempo invece si entra nel mondo di oggi, potremmo dire, nella nostra visione del tempo, con una visione appunto di un passato che non può tornare e un cammino da intraprendere, che può essere un cammino di miglioramento, può essere un cammino di peggioramento, ma un cammino dove il passato è passato e non torna più. Ovviamente questo cammino è una retta orientata, vi dicevo, il che vuol dire anche che c'è un obiettivo da raggiungere, che non si va avanti a caso, che quello che facciamo non è che si ripeterà, appunto ogni momento ha un senso nel cammino, nel tragitto, il che implica anche una visione che potremmo definire appunto provvidenzialistica. Cosa vuol dire? Che per Agostino questa linea del tempo, questa linea della storia non va avanti a caso, va avanti verso una direzione precisa che è la direzione che ha dato Dio e vuol dire che c'è un progetto di Dio sul mondo. Questo progetto viene portato avanti dalla Divina Provvidenza che fa sì che le cose si verifichino nel modo in cui devono verificarsi, secondo un progetto. Quindi qui i mali, che sembrano mali fisici, cose incomprensibili, eccetera, in realtà hanno un loro ruolo, hanno un loro significato nello scorrere del tempo. Se è stato un momento iniziale di purezza, l'Eden, c'è la caduta, il nostro mondo, il nostro tempo, qui dove siamo oggi, in mezzo al peccato, in mezzo alla cupidigia, eccetera, ma c'è anche una redenzione possibile che arriverà alla fine dei tempi e che ci permetterà la salvezza. Ci rimane infine un ultimo tema da affrontare che in realtà tradizionalmente è stato spesso trascurato dai commentatori, dagli studiosi, ma che negli ultimi anni è stato un po' riscoperto e che è anche interessante perché anticipa. temi che poi nel corso della storia della filosofia avranno un certo seguito del tema del linguaggio e dell'educazione che sono poi per Agostino fortemente connessi. Partiamo dal linguaggio. Allora intanto Agostino si rende conto che le nostre forme di comunicazione si basano sempre su segni. Segni che possono essere sia intenzionali sia non intenzionali. Quelli non intenzionali ad esempio sono i sintomi delle malattie, sono segni che veicolano dei messaggi. Quando io mi si arrossa la pelle... vuol dire che c'è qualcosa sotto, quello è un segno per capire qualcosa. Ma più interessanti sono ovviamente i segni intenzionali, quelli che noi non facciamo vedere per sbaglio, per caso, ma proprio volutamente mandiamo a chi ci sta davanti. Questi segni intenzionali, tra questi segni intenzionali, in particolare risalto hanno le parole, che sono appunto segni tramite cui noi cerchiamo di veicolare dei messaggi, dei concetti, no? Anche io adesso in questo momento vi sto mandando delle parole con l'intenzione di richiamare in voi qualcosa. Però attenzione, questo uso delle parole fa notare Agostino, anticipando poi questioni che vedremo più avanti nel corso della storia della filosofia, sono queste parole non solo dei modi per passarvi dei concetti, ma sono dei modi per creare delle connessioni con la realtà. Nel senso che io quando vi parlo di, che so, anima, o vi parlo di sentimenti, o vi parlo di peccato, luce, ombra, come abbiamo fatto tutto questo tempo, non sto solo mettendovi nella testa delle cose, no? Ma vi sto creando tra di voi e il mondo delle connessioni, dei rapporti, e rapporti anche tra cose nel mondo. Il che vuol dire che il linguaggio è sempre un passaggio dal piano concettuale al piano reale, È un tramite tra la mente e la realtà, tra la mente e il mondo. Questo è importante perché significa dare un certo peso importante al linguaggio, ma significa anche che usare il linguaggio, usare la parola e quindi anche educare, significa scoprire il mondo e scoprendo il mondo scoprire Dio. Perché Agostino tutto questo discorso poi lo declina in chiave ovviamente cristiana. Lui stesso arriva a dire che l'educazione, lo studio eccetera non hanno senso se non in chiave cristiana. Cosa intende dire? Che io potrei certamente mettermi a studiare, che so, l'astronomia, potrei mettermi a studiare la matematica, prima vi parlavo di rette, punti, all'inizio di questo video, certo, si può fare benissimo. Ma se tutte queste cose le studio in loro stesse, cioè parlando solo a matematica pura, senza interessarmi delle connessioni con Dio con una dimensione più alta, tutto questo studio può risultare inutile, poco proficuo, non serve a niente, dice Agostino. Studiare la matematica serve nella misura in cui questo studio della matematica mi richiama a concetti più alti e quindi mi richiama a Dio. Studiare l'astronomia non serve a niente in quanto sono mia in se stessa, ma mi serve in quanto mi permette di passare dalla... natura dei pianeti a dio tutto deve essere in ogni caso diretto verso dio quindi anche la parola come dicevamo prima che permette questo contatto con la realtà deve permettermi passaggio verso dio dicevamo all'inizio che quando io dico la verità In un certo senso incontro Dio, perché Dio è verità. Quando uso la ragione, i criteri di verità, la logica, eccetera, che ho dentro di me, visto che queste cose me le ha date Dio e derivano da Dio, io incontro Dio. Certo, verissimo. Quindi quando io studio incontro Dio. Sì, a patto che questo collegamento con Dio mi sia sempre presente. Non mi devo dimenticare sostanzialmente che studiare gli astri, la matematica, la logica, eccetera, sono un modo per avvicinarmi a Dio in primo luogo. Se mi ricordo di questo, lo studio ha senso e ha significato, e l'educazione ha senso e ha significato. Se mi dimentico di questo, cioè se trascuro questa dimensione divina, allora è una pura perdita di tempo. Questo fa sì che anche il ruolo del maestro, dell'educatore, per Agostino sia molto importante e delicato. L'educatore non deve solo informare, cioè darvi delle nozioni, ma deve formare, cioè deve farvi capire che quelle nozioni Ce l'avete un po' già dentro, perché questi criteri di verità ce li avete dentro nell'anima, ma queste nozioni vi rimandano a Dio. Cioè, l'educatore deve sempre aiutare il discente a fare questo collegamento, a fare questo passaggio, a fare questo salto dal mondo, dalla storia, dalla scienza, dalla lingua, dalla parola, dalla logica, a Dio. Ultima cosa da dire, se l'educazione vera è non tanto l'informazione ma la formazione e se l'educazione vera si deve basare su quello che troviamo dentro all'anima allora forse addirittura la più alta forma di educazione è l'auto-educazione. forma di formazione è l'autoformazione, cioè quella che ogni uomo può fare da solo, guardandosi l'anima. Vi dicevo che Dio si incontra nell'anima e Agostino ci dice ripiegatevi in voi stessi perché lì troverete la chiave. Questo vuol dire anche autoeducatevi. Se voi vi guardate dentro, se voi vi guardate l'anima, trovate tutto quello che c'è da sapere. Il maestro aiuta, per carità, può aiutare, può indirizzare, può dare una mano, ma la vera fonte di sapienza e di contatto con Dio è già presente dentro all'anima. Quindi bisogna ripiegarci su se stessi, bisogna cercare, dice così Agostino, il maestro interiore. Chi è questo maestro interiore? È Dio che è nell'anima. Quindi di nuovo vedete, alla fine hanno una sorta di platonismo, perché stiamo parlando di innatismo in un certo senso, ma un platonismo cristiano, un platonismo in cui certo io devo guardarmi dentro per trovare le idee, ma queste idee sono... il punto di tramite per arrivare a Dio, per arrivare a questa dimensione più alta, per uscire dalla caverna, ma fuori dalla caverna non c'è il sole, la natura eccetera, fuori dalla caverna c'è Dio. Questo si sta dicendo Agostino in tutta la sua filosofia, ma ce lo dice anche nell'ambito educativo. Ecco, questo era sostanzialmente in estrema sintesi, saltando anche delle parti un po' secondarie, ma per forza di cosa bisognava farlo, questo è il pensiero di Agostino di Ippona, importante padre della Chiesa. il più importante, sicuramente esponente della patristica, cioè la prima fase della filosofia cristiana, nei primi secoli di diffusione del cristianesimo, prima all'interno dell'impero romano e poi dopo la caduta dell'impero romano, e mi pare aver detto più o meno tutto. Vi ricordo che Agostino è esponente dell'ultima fase dell'impero romano, quindi IV-V secolo d.C. ovviamente, Italia-Nordafrica, soprattutto Nordafrica, e lotta alle eresie, eccetera. Poi chiaramente Agostino ha anche avuto un ruolo storico importante. perché queste sue riflessioni hanno influito pesantissimamente sulle prime. i concili della chiesa, i primi dogmi della chiesa e poi la formazione della chiesa cattolica nel suo complesso e però vi dicevo, le sue riflessioni hanno influenzato per secoli la riflessione, il dibattito, vi ho citato velocemente prima il luteranesimo vi ho citato il jansenismo e insomma questi argomenti tornano ogni tanto in tanto, quindi capire bene per quanto in questa sintesi Agostino era utile, vi ricordo comunque che in descrizione trovate la playlist completa con tutti i video dove dico le stesse cose in maniera più espansa più calma più con più esempi e magari anche con qualche dettaglio in più quindi se volete poi approfondire lì trovate tutte le risorse utili in più in descrizione trovate anche qualche consiglio di lettura come sempre nei video tento di mettere sempre o quasi sempre anche una bibliografia per poi poter comprare qualcosa leggere qualcosa e e approfondire, tra l'altro se comprate i libri tramite i link che trovate nella descrizione di questo video e degli altri video ci date anche una mano come progetto basta ho detto tutto vi ricordo che in descrizione trovate i titoli con cui ho diviso questo video in varie parti così che sia anche più funzionale, trovate anche i link a tutti i video che ho citato, menzionato e linkato e poi trovate i modi per rimanere in contatto col canale quindi ci sono la newsletter gratuita settimanale che consiglio che alla mente è gratis vi racconto tutti i video che ho fatto i podcast che ho fatto in settimana e i film che sto vedendo, i libri che sto leggendo, consigli di lettura, cioè tanta tanta roba, è gratis, quindi poi ne fruite come volete e poi trovate anche i link ai social network se volete rimanere in contatto, sapere quando escono i video, tutte le iniziative, facebook, twitter, instagram, eccetera, in più, e questo è importante perché come capite bene questi video, 1400 video non si fanno in due giorni il progetto è molto impegnativo, è molto anche dispendioso da un certo punto di vista di energie, di tempo e anche di risorse tecniche se volete darmi una mano a farlo sempre meglio, a farlo ancora di più e a sostenerlo, questo progetto sono dei modi per aiutare, questi modi sono appunto i libri che potete comprare per voi e danno una piccola mano anche a noi donazioni ma anche l'abbonamento al canale youtube l'abbonamento è una cosa specifica, particolare anche simpatica, credo. 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