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Le Isole di Plastica e i loro Effetti

isole di plastica che cosa vi immaginate di fronte a un espressione così evocativa forse le spiagge delle maldive o delle hawaii invase dai rifiuti e in parte non posso darvi torto o trattato il problema in due dei miei video più apprezzati oppure magari qualcun'altro penserà un gigantesco pezzo di lego galleggiante dove si stanno sviluppando una fauna e una flora stravaganti aliena frutto di contaminazione chimica in questo caso per fortuna niente più lontano dal vero almeno per quanto e allora che cosa si intende per isole di plastica nubi l'immondizia che si espandono e si contraggono come enormi meduse a seconda delle correnti che spaziano dalla superficie del mare a metri e metri di profondità che sono talmente ampia da avere complessivamente le dimensioni di un intero continente e che rappresenta una delle più grandi minacce alla vita marina e non solo del nostro tempo io sono alessandro a veroli geografo e docente geografia e questo e geo channel sigla [Musica] vi spiego come procediamo e poi ci tuffiamo nella prima parte del video vediamo nel dettaglio che cosa sono le isole di plastica come si formano dove si trovano quelle più gigantesche e qualità mi provocano nella seconda parte invece scopriamo chi ha in progetto di spazzarli letteralmente via come intende farlo e in quanto tempo mi raccomando restate con me e non dimenticatevi di scrivere via canale di attivare la campanella delle notifiche cominciamo l'uomo inventa la plastica verso la metà dell'ottocento inizia a produrre a vagonate nel secondo dopoguerra pensate che siamo passati dai 15 milioni di tonnellate del 1964 ai 310 milioni di tonnellate del 2018 e proprio solamente nel 2018 di questi 310 milioni di tonnellate almeno 8 milioni sono finiti in mare facciamoci un primo bell'applauso non è vita sommando rifiuti su rifiuti nel corso del tempo attualmente si stima che il mare contenga almeno 150 milioni di tonnellate di plastica ebbene sappiate che seguendo i ritmi attuali di scarico abusivo dell'immondizia si è calcolato che probabilmente nel 2050 nei nostri mari e oceani e avremo il peso più plastica che pesci questo purtroppo avverrà per una serie di concause tra cui il semplice aumento aritmetico della quantità di plastica nel tempo i danni che questo aumento provocheranno proprio la vita marina il progressivo innalzamento della temperatura degli oceani a causa del riscaldamento globale quindi la distruzione ad esempio delle grandi barriere coralline e degli ecosistemi connessi e infine anche la cosiddetta sovrapesca in sostanza l'uomo non lascia più alle specie che consuma il tempo adeguato per riprodursi le pesca ritmo serrato insostenibile depauperando progressivamente gli stock ittici che cosa dite ce lo meritiamo un secondo applauso infine abbiamo le microplastiche ovvero le microparticelle in cui lentamente ogni oggetto di plastica si degrada anche semplicemente a causa dell'esposizione alla luce dello scorrere del tempo le micro plastiche sono state trovate ormai ovunque sul pianeta portate dai venti dall'acqua o dall'uomo stesso sono state scoperte perfino nei posti più estremi della terra dall'abisso challenger in fondo alla fossa delle marianne il punto più profondo degli oceani fino in cima all'everest il monte più alto del mondo sul livello del mare terzo e ultimo applauso ma come ci finiscono i rifiuti in mare anzitutto attraverso i fiumi e quindi è dall'entroterra che dovrebbe partire la lotta contro questo tipo di inquinamento in secondo luogo a partire dalla costa dalle spiagge dalle città che sono ubicate in riva al mare sia per così dire nella quotidianità sia in casi più rari come risultato di mareggiate violente o addirittura di tsunami che trascinano in acqua una quantità enorme di strutture oggetti e attrezzature infine a volte le navi cargo che trasportano i container soprattutto quando il mare molto mosso in tempesta perdono parte del loro carico dopo che sono finiti in acqua che cosa succede i rifiuti beh una parte viene rigettata subito arriva per via del moto ondoso un'altra parte prima o dopo affonda un'altra gran parte invece finisce in circolo nel grande flusso planetario delle correnti marine la cosiddetta circolazione oceanica di cui ho avuto modo di parlarvi in modo approfondito nel video sul rallentamento della corrente del golfo e sui relativi potenziali effetti catastrofici per mondo riassumendo per quel che qui ci interessa si può dire che l'immondizia sia trasportata soprattutto ma non solo da correnti superficiali che nascono e si spostano soprattutto in funzione dello spirare dei verdi e che anche a motivo della rotazione terrestre delle differenti temperature intensità che le contraddistinguono nei diversi punti del loro percorso finiscono spesso per girare in circolo ma non pensate leggi così da niente parliamo di ellissi di migliaia di chilometri ebbene e gira e gira e gira pian piano i rifiuti sfuggono per così dire alle correnti e finiscono o all'esterno del circolo raggiungendo poi corso del tempo di nuovo le coste dei continenti ma anche di isole sperdute disabitate questo dove sei o sprofondano oppure per la maggior parte convergono nella zona l'acqua al centro del movimento circolare che tendenzialmente stazionaria e che diventa così una sorta di prigione interpreta quiete i rifiuti così si accumulano e si accumulano fino a creare le cosiddette isole di plastica ora non dovete immaginare una compattazione tale da generare una sorta di gigantesca zattera di pattume galleggiante sulla quale è possibile camminare ma come dicevo in apertura le isole di plastica sono come delle nubi più o meno dense di rifiuti che a seconda delle condizioni del mare si espandono e si ritraggono e che spaziano dalla superficie dell'acqua metri e metri di profondità le isole di plastica diventano così teatro di un nuovo ecosistema abitato da colonie di migliaia di organismi differenti tra cui spiccano soprattutto di atom cioè microalghe butler purtroppo sia nel contesto delle isole di plastica sia parlando in generale molti animali tra cui pesci mammiferi marini uccelli e tartarughe ingeriscono i rifiuti e muoiono a causa di occlusione del perforamento dell'apparato digestivo d'altra parte in prospettiva il problema maggiore potrebbe essere rappresentato però dalle particelle plastiche più piccole dalle micro plastiche che vengono ingerite soprattutto dagli animali che si cibano di platone ma non è solo e che finiscono direttamente in circolo nell'intera catena tale marina di cui l'uomo guarda un po fa parte gli effetti delle microplastiche sugli organismi sulla nostra salute non sono ancora del tutto chiari è un ambito di ricerca recentissimo tuttavia studi più ampi e generici sugli effetti di alcuni composti chimici usati nel trattamento delle materie plastiche sulla salute umana sulla nostra salute sono molto preoccupanti gli stati ad esempio utilizzati per rendere la plastica morbida e flessibile diminuirebbero sensibilmente la produzione di spermatozoi negli uomini e aumenterebbero il rischio di aborti o parti prematuri nelle donne il bisfenolo invece usato per indurire la plastica comporterebbe dei rischi per la fertilità di queste ultime senza contare anomalie genitali riscontrati sia tra esseri umani sia tra altri animali particolarmente esposti a certi tipi di inquinamento e non voglio ulteriormente allarmarvi ma sì secondo una recente ricerca dell'università australiana di incasso commissionate dal duo vf ciascuno di noi ingerisce mediamente 5 grammi di frammenti di plastica alla settimana l'equivalente di una carta di credito moltiplicatelo e otterrete i due enti e mezzo di plastica all'anno voglio andare all'altare proprio pavia secondo l'università in questione si tratta peraltro di una stima al ribasso che ha considerato solo alcune possibili fonti di ingestione di microplastiche in particolare l'acqua in bottiglia e anche di rubinetto la birra il sale di vivaldi di tante altre potenziali fonti che so spazzolini da denti latte riso pasta non esistendo dati disponibili non si è potuta realizzare alcuna stima insomma per quanto poi le microplastiche che ingeriamo siamo in buona parte espulse parliamo di una situazione davvero allarmante a maggior ragione se consideriamo che si tratta di un problema di portata globale a tal proposito riallacciandoci all'argomento primo di questo video dove si trovano allora le principali isole di plastica è praticamente ce n'è almeno uno in ogni giorno e la loro dimensione cresce costantemente in particolare le mappature delle correnti marine coinvolte nel processo e le successive verifiche sul campo della posizione delle potenziali isole di plastica sono abbastanza se non molto recenti e riconoscono l'esistenza di varie maxi aree di convergenza verifichi la più famosa è la prima essere scoperta e chiamata alternativamente vortice del pattume del basilico o grande chiazza di immondizia del pacifico e si trova tra il 135esimo 155esimo meridiano ovest e tra il 35esimo il 42esimo parallelo le stime relative alla sua estensione variano da 700 mila chilometri quadrati a 10 milioni di chilometri quadrati da poco più delle dimensioni della francia poco più delle dimensioni degli stati uniti per intenderci e la quantità di plastica ivi presente corrisponderebbe secondo gli studi tra gli altri della marina degli stati uniti ad almeno tre migliori di tonnellate di plastica l'accumulo si è formato a partire dalla seconda metà del novecento sulla spinta dell'azione della corrente oceanica chiamata vortice subtropicale del nord pacifico ed è provocatoriamente salita agli onori della cronaca quando l'organizzazione ambientalista plastic oceans foundation ne ha proposto riconoscimento come vero e proprio stato con tanto di bandiera francobolli valuta e naturalmente di un primo cittadino onorario l'ex vicepresidente degli stati uniti a hong kong insomma avrà il quasi potuto inserirla nella mia lista dei dieci paesi fantasma di cui vi ho parlato qualche tempo fa le altre zone di convergenza si trovano nel pacifico meridionale al largo delle coste cilene almeno una nell'oceano indiano un altro paio nell'oceano atlantico settentrionale meridionale un'altra più piccola vicino al circolo polare artico nel mare di barents e non mancano esempi più piccoli informazioni anche nel mediterraneo e in particolare nel nostro cortile di casa una zona di convergenza dell'immondizia è stata infatti individuata anche nel mar tirreno tra l'isola della l'isola di capraia e la corsica è insomma come spesso accade via riassunto un problema più che serio per cui è necessario trovare al più presto delle valide contromisure beh esistono pare di sì non è il corpo degli occhi sono stati vari gli istituti i centri di ricerca le organizzazioni internazionali gli stati che stanno cercando delle soluzioni al problema è che stanno anche intervenendo in parte già per risolverlo vi faccio uno dei tanti esempi nel corso dell'estate del 2019 dell'estate 2020 una nave dell'auchan voyages insitute ha raccolto quasi 150 tonnellate di rifiuti dal vortice di pattume del pacifico e quest'anno sarà affiancata da una seconda nave che le darà una mano certo considerando che sono state raccolte 150 tonnellate su tre milioni è letteralmente una goccia nell'oceano ma l'organizzazione in questione non è un caso isolato d'altra parte avete ragione è comunque anche considerando interventi simili di altre realtà non è abbastanza ed è proprio qui che entra in gioco la fondazione di auchan clean up la pulizia dell'oceano fondata nel 2013 da uno studente di ingegneria olandese allora diciottenne bojan slot inventore di una metodologia abbastanza semplice ma rivoluzionaria per ripulire gli oceani dalle isole di plastica nel percorso verso il raggiungimento del suo obiettivo dal 2013 a oggi io ho shanklin up ha ricevuto donazioni per più di 30 milioni di dollari vinto prestigiosi premi internazionali e trovati importanti partner di progetto contemporaneamente si è mossa in tre direzioni anzitutto ha svolto approfondite ricerche scientifiche sulle isole di plastica e in particolare su quella pacifico parliamo di numerose traversate ravani durante le quali ha raccolto corretti a traino ampie porzioni di immondizia per comprenderne e concentrazione dimensione scala e distribuzione ed i vari voli di ricognizione grazie a cui ha cercato di mappare i rifiuti attraverso l'osservazione umana e tecniche di telerilevamento per esempio con l'utilizzo di telecamere a infrarossi in secondo luogo boia nella sua squadra hanno progettato e testato un sistema di raccolta dei rifiuti sempre più efficiente efficace e flessibile pensate che attualmente siamo già al terzo prototipo realizzato e che a meno di sorprese dovrebbe essere quello definitivo con una messa in opera entro la fine di quest'anno 2021 immagino siate curiosi di sapere come funziona ve lo racconto a partire dai contenuti del sito internet della fondazione dove peraltro potete trovare un sacco di altre informazioni grafiche e animazioni utili il metodo progettato per la raccolta dell'immondizia e passivo e sfrutta una struttura a tubo galleggiante lasciata andare alla deriva nelle zone dell'isola di plastica il sistema una forma how e lungo 12 chilometri ed è rallentato nel suo spostamento dettato da venti correnti e onde da una ancora galleggiante una sorta di paracadute che si trova a circa 600 metri di profondità un pannello rigido al di sotto del tubo galleggiante compie quindi la maggior parte del lavoro permettendo la cattura degli oggetti dei frammenti di plastica che stazionano in superficie o poco sotto la superficie i quali non essendo rallentati nel loro modo da alcun freno come accade invece per il sistema di raccolta si accumulano piano piano all'interno della struttura ovviamente mari di questi sistemi vengono per così dire rilasciati nelle zone contraddistinte dalle ci sono di plastica e hanno modo di spostarsi liberamente una volta che uno di questi ha raccolto abbastanza immondizia da non potere svolgere più al meglio la sua funzione navi ausiliarie possono con grande facilità recuperare i rifiuti e portarli sulla costa per il loro definitivo smaltimento grazie a questo processo la fondazione ha stimato di poter ripulire 50 per cento per esempio del vortice di pattume del pacifico nel giro di cinque anni e in associazione all'altro sistema di cui sto per parlarvi di poter estrarre il 90 per cento della plastica presente negli oceani entro il 2040 veniamo allora la terza direzione intrapresa da boy ad un intervento a monte all'origine per diminuire la portata cultura del problema nel suo complesso la fondazione infatti sta lavorando e ha già messo in funzione i tre progetti pilota un in indonesia un in malaysia e un altro nella repubblica dominicana un sistema per fermare la plastica che dai fiumi giunge al mare attraverso uno più lunghi tubi galleggianti i rifiuti che sono trasportati nei corsi d'acqua vengono progressivamente condotti a un'imbarcazione di stoccaggio chiamata interceptor è alimentata a pannelli solari che distribuisce immondizie varie recipienti al suo interno i quali una volta riempiti possono essere facilmente raccolti e sostituiti con contenitori vuoti anche in questo caso bojan e la sua squadra hanno individuato il millefiori più inquinanti del pianeta e voglio rieter venire il prima possibile con l'obiettivo di installare almeno un interceptor in ognuno di essi entro i prossimi cinque anni il lavoro da fare come potete intuire è impegnativo è vastissimo e le voglio importante sostenerlo per cui se voleste dare una mano magari candidarvi per ricoprire una posizione lavorativa nella fondazione vi ho messo in descrizione il link del loro sito internet dove potete trovare tutte le informazioni necessarie in ogni caso sappiate che qualsiasi azione decidesse di intraprendere non genera profitto però sanguigna bensì viene reinvestito dalla fondazione nel progetto dato che si tratta di un'organizzazione senza fini di lucro che dire rispetto alla situazione sempre più drammatica che coinvolge i nostri oceani e anche noi direttamente direi che possiamo chiudere la puntata augurandoci che tutti gli interventi atti a risolverla vada letteralmente importo il video di oggi termina qui fatemi sapere se vi è piaciuto lasciando ben line condividendolo il più possibile con i vostri contatti iscrivendovi al canale attivando la campanella nelle notifiche inoltre se avete qualche domanda o considerazione su qualsiasi argomento che ho trattato vi aspetto per uno scambio di battute qui sotto nei commenti come sempre non mi resta che ringraziarvi di cuore per avermi seguito fin qui e che rimandarvi alla prossima puntata a presto