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Brunelleschi e la Cupola di Santa Maria

La storia di Filippo Brunelleschi ci insegna molte cose. Primo, tra tutti, che la tenacia è una dote da coltivare e che non bisogna mai arrendersi. Secondo, altrettanto importante a mio avviso, che a volte occorre affrontare i problemi cambiando totalmente punto di vista. Soltanto in questo modo a volte si trovano delle soluzioni che ci appaiono inaspettate, che non hanno precedenti. e che davvero possono cambiare il corso della storia. Questi insegnamenti generali che vi sto preannunciando hanno a che fare con la realizzazione della meravigliosa cupola di Santa Maria del Fiore che vedete appunto in questa immagine e vi racconterò adesso la sua lunga storia molto interessante. Allora, partiamo dal nostro Filippo Brunelleschi. Allora... Nella sua presentazione delle vite Vasari ci descrive Filippo Brunelleschi, ricordiamoci sempre che il nostro Vasari va ritroso a recuperare le informazioni, ci descrive Brunelleschi in modo abbastanza impietoso, ci dice che è brutto in sostanza e se ce lo dice porlo d'andro vuol dire che evidentemente era proprio brutto ma nel modo di presentarsi perché usciva dalla regola come vi avevo anticipato un attimo fa anche con la cupola, uscire dalla regola per crearne di nuove. Allora qui vedete un presunto ritratto di Brunelleschi realizzato da Masaccio che era un amico di Brunelleschi quindi non ci sembra neanche così impietoso questo ritratto. Ce n'è un altro che è costituito a Louvre di un anonimo ma al di là delle sue fattezze sentite che cosa diceva proprio Vasari. parlava nella presentazione diceva a volte la natura crea persone sentite con sparutissime forme tanta generosità d'animo e tanta sincerità di cuore quindi diceva a volte chi è nato con questi difetti fisici perciò che si sforzano di abbellire la bruttezza del corpo con la virtù dell'ingegno come apertamente si vide in filippo di ser brunellesco sentite bene come lo descrive sparutissimo della persona ma di ingegno tanto elevato che ben si può dire che egli ci fu donato dal cielo per dare nuova forma all'architettura già per centinaia di anni smarrita nella quale gli uomini di quel tempo in mala parte molti tesori avevano speso facendo fabbriche senza ordine con malo modo con tristo disegno con stranissime invenzioni con disgraziatissima grazia e con peggior ornamento Allora in così poche righe Vasari ci trasmette dei contenuti molto importanti, intanto ci dice appunto che Brunelleschi sparutissimo nella persona e aveva un ingegno così elevato che davvero è riuscito a restituire una nuova dignità all'architettura che per secoli aveva un po'vagato, un po'smarrita, ce la descrive così e ci dice nonostante il denaro speso si costruivano fabbriche, sentite anche gli ideali rinascimentali, senza ordine, cioè occorre invece trovare ordine. con un tristo disegno, stranissime invenzioni, quello che era l'artificio, disgraziatissima grazia e peggioro ornamento. Allora, sono sicuramente delle indicazioni che ci terremo in mente quando approfondiremo l'architettura di Brunelleschi, ma intanto vi devo raccontare un po'la storia della cupola, perché guardate come la descriverà, questo è un piccolissimo estratto, ma nel libro della pittura del 1435 il nostro artista Colto, Leon Battista Alberti, scriverà, parlando proprio della cupola, che la struttura si grande, erta sopra i cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti i popoli toscani. Cioè questa cupola che svettava al centro della città di Firenze, della signoria di Firenze, che in qualche modo diventa il simbolo del Rinascimento. Ecco, sicuramente questo è molto bella come descrizione. Ma che cos'era successo in sostanza? Noi avevamo lasciato il nostro... Filippo Brunelleschi sconfitto al concorso del 1401, vi ricordate che ho raccontato la storia per la decisione della realizzazione della seconda porta bronzea del Battistero di San Giovanni e in sostanza era uscito vincitore Lorenzo Ghiberti. Brunelleschi se n'era andato più volte verso Roma, allontanandosi da Firenze, compiendo dei viaggi di studio che si riveleranno molto importanti, ma diciamo che riuscirà. a prendersi la sua revincita e a sbarazzarsi, diciamo così, una volta per tutte, dell'antagonista Ghiberti, appunto, in occasione del concorso che viene indetto il 18 agosto del 1418. dai consoli dell'arte della lana per decidere chi avrebbe realizzato la cupola di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, la Basilica Cattedrale di Firenze, che era appunto questa chiesa gotica trecentesca che era ancora a cielo aperto. Chi partecipava a questo concorso doveva presentare un modello in legno per illustrare la tecnica costruttiva. Tenete presente che quando questa opera è stata compiuta era la più grande chiesa del mondo, oggi è la terza in Europa dopo San Pietro e il Duomo di Milano. Ma è comunque una chiesa da record perché oggi la cupola resta ancora la più grande cupola in muratura mai costruita, pensate. E all'interno custodisce la decorazione ad affresco più vasta ma è realizzata, la vedete. 3.600 metri quadri di affresco dipinti da Giorgio Vasari, eccolo finalmente che lo vediamo in azione come pittore, e da Federico Zuccheri. Siamo tra il 1572 e il 1579, quindi verso la fine del Cinquecento, però insomma per dirvi che la cupola da quel momento, da quando verrà costruita, diventerà il simbolo del rinascimento della città di Firenze, diventerà veramente il cuore pulsante della razionalità che guiderà la ripresa dell'antica. antico, in versione rinascimentale. Allora, la chiesa di Santa Maria del Fiore, si chiama in questo modo perché era proprio stata dedicata alla Madonna del Fiore, in onore alla città Fiorenza, no? Firenze. La chiesa era stata iniziata da Arnolfo di Cambio nel 1296, per volere della signoria fiorentina, ma sarà conclusa soltanto nel 1436, appunto a completamento della cupola di Brunelleschi. Tra l'altro con una consacrazione molto importante alla quale parteciperà il Papa e ve ne racconterò dopo. Allora, il problema però, voi vedete qui intanto una serie di modifiche, di trasformazioni. Vedete che la pianta stessa riprende la pianta, la forma del fiore, il giglio, simbolo di Firenze ancora oggi. Quindi vedete che la pianta è stata modificata da una precedente chiesa santa reparata, il progetto di Arnulfo e poi gli ingrandimenti attuati in seguito. Allora, nel tempo si erano... succeduti, Arnolfo era morto nel 1302 e quindi in sostanza all'inizio appena morto lui i lavori erano stati sospesi per almeno 30 anni, poi nel tempo si erano succeduti nel cantiere diverse personalità, diversi artisti molto importanti, ad esempio Giotto, vedete sulla destra il suo celebre campanile, aveva preso il lavoro diciamo così dal 1334 con l'assistenza di Andrea Pisano, un altro artista, architetto, scultore molto molto importante. Cos'era successo? Sapete benissimo, 1348 la peste nera che aveva racidiato veramente la popolazione toscana e non solo toscana, portandosi via anche lo stesso Andrea Pisano. E ovviamente i lavori erano stati interrotti, ripresi più tardi, poco dopo, da appunto questo Francesco Talenti che vi nominavo prima e poi da Giovanni di Lappo Ghini. Arriviamo al 1421. tutto era edificato, compreso il tamburo ottagonale che vedete alla base appunto della cupola, tamburo ottagonale ahimè irregolare. Qui cominciano a emergere i problemi che poi dovrà affrontare il nostro Filippo, ma in sostanza mancava la cupola. Voi immaginatevi la chiesa simbolo della ripresa fiorentina, della signoria, dell'onore civico. poteva rimanere a cielo aperto, come dire. Ah, un dettaglio, non vi fate fregare dalla facciata che voi vedete in questo schema, è del 1887 costruita in stile neogotico, quindi è moderna come facciata, ma ovviamente rispettando giustamente lo stile dell'epoca. Allora, quali erano i problemi che doveva affrontare il nostro, o meglio, viene detto questo concorso, il punto è questo, la cattedrale era aperta, a cielo aperto. bisognava costruire una cupola per poterla concludere, ma nessuno sapeva da che parte iniziare. I progetti lasciati in sospeso da Arnolfo erano andati persi, non si sapeva esattamente come l'avrebbe costruita, ma era passato del tempo e le cose andavano per le lunghe. Quindi io vi ho detto che la chiesa era costruita fino qui al 1421, ma già dal 1418 viene indetto questo concorso pensando poi a come trovare l'artista. cioè a trovare l'artista che avrebbe dovuto realizzare. Quali erano i problemi allora da affrontare per gli artisti? che dovevano inventarsi questa cupola. Il primo problema era la mancanza di un modello da copiare, un modello di riferimento, non da copiare in senso negativo, ma ecco, la prima cosa che veniva in mente, lo vedete qui, era ovviamente la cupola del Pantheon, perché dopo la cupola del Pantheon non esistevano esempi di cupole svettanti autonome che non fossero nascoste all'interno di un tiburio. Ve lo raccontavo quando vi parlavo appunto della... L'architettura paleocristiana, vi dicevo, la cupola c'era sì, ma era all'interno di un tiburio che la conteneva e la nascondeva, la conteneva a livello di contenimento, ma anche di contenimento statico, la teneva in piedi, la nascondeva dall'esterno. Allora a questo punto era un grande problema perché non c'erano modelli di riferimento, se non appunto quelli del Panton. Secondo grande problema, lo spazio da coprire della… Il diametro di quell'ottagono irregolare, oltre all'irregolarità, altro problema, era appunto uno spazio enorme. Pensate che all'interno il diametro è di circa 45,5 metri, il Pantheon era 43,44, quindi vedete che davvero è addirittura più grande del Pantheon. Esternamente, quella che realizzerà appunto Brunelleschi, 54,8. Ma l'altro problema era anche l'altezza. dal suolo, pensate che il tamburo arrivava a 60 metri di altezza dal suolo e nel complesso adesso la cupola dal suolo è alta 90 metri all'interno e 116 dall'esterno, per cui davvero qualcosa di molto difficile da progettare, ma anche proprio nella realizzazione. Altro grande enorme problema però era rappresentato dal reperimento di legname. abbastanza grande e resistente per poter costruire le centine. Voi sapete le centine, io qui vi ho messo un'immagine per la costruzione degli archi, o vedete qui una volta botte ad esempio in alto a sinistra, ma le centine sono queste impalcature di legno che servivano appunto per dar forma agli archi. E una cupola non è altro che un arco ruotato di 360 gradi. Quindi immaginatevi, il grande problema di riuscire a reperire del legname abbastanza grande e resistente per riuscire a... costruire le centine, queste impalcature necessarie per reggere il peso della struttura durante la sua costruzione, anche perché c'è un grande problema che bisognava affrontare, cioè una cupola esercita una spinta verso il basso, ma anche lateralmente verso l'esterno, immaginate davvero il peso durante la costruzione, sto dicendo, davvero così gravoso che però rischiava quindi di far crollare la struttura sottostante. Quindi abbiamo già visto una serie di problemi molto importanti. Ancora, non di minore importanza, c'era un problema perché la peste recentesca che mi nominavo prima aveva sterminato tra gli altri anche le maestranze gotiche. Voi sapete che all'epoca si imparava il mestiere d'artista nelle botteghe, il sapere veniva tramandato oralmente da maestro ad allievo e quindi se si erano persi... Se la lavorazione era stata abbandonata per un certo periodo di tempo, se si era persa quindi questa conoscenza incarnata nelle singole persone che erano sparite, che erano scomparse, che erano morte, beh, diciamo che si era persa anche la tecnica, la tecnologia che supportava questa idea e quindi sicuramente con la perte di queste botteghe artigianali, ovviamente svuotati dalla peste, sicuramente nessuno più avrebbe saputo come costruire una struttura in senso gotico. tenendo ancora in mente le regole, anche se poi non c'erano esempi. Qui però vi faccio vedere un affresco di questo Andrea di Buonaiuto, nel cappellone degli spagnoli di Santa Maria Novella, della Basilica di Santa Maria Novella, che ci presenta un'immagine di quella che nel 1369 evidentemente era il progetto della cupola di Arnolfo o dello stesso Andrea di Buonaiuto, perché durante il Trecento... Si erano susseguiti una serie di dibattiti per capire come voltare la cupola, come realizzare questa cupola, quindi davvero vedete che le problematiche erano tante. Ve le ripeto di nuovo così ve le semplifico, mancanza di un modello da copiare, non esistevano precedenti, non c'è niente a cui ispirarsi. Quindi la cupola del Pantone era realizzata con un'unica colata di opus cementicium ed era a base a pianta circolare, qui stiamo parlando di un ottagono, quindi davvero totalmente diverso. Enorme spazio da coprire, dicevamo, anche qui molto difficile, e questo comportava il problema successivo, cioè l'impossibilità di reperire appunto quel legname che serviva per la costruzione delle centine e la mancanza della maestranza in grado di realizzarla in un'opera come questa. Allora, vi dicevo appunto che il Pantheon, riguardiamo un attimo l'immagine anche se ce l'ho qua indietro, ecco, il Pantheon aveva risolto il problema della volta con l'opus cementicum che però venite, vedete, lo spessore della muratura veniva alleggerito perché le dimensioni diventavano via via decrescenti verso l'alto. In più vi ricorderete che nella parte alta della colata gli inerti che servivano per creare la pozzolana dell'opus cementicum erano addirittura fatti con pietra pomice, quindi pietre davvero molto più leggere, ma questo tipo di tecnologia non aveva nulla a che vedere con le problematiche che occorreva affrontare qui. A questo punto Filippo Brunelleschi era già attivo nel cantiere, comunque era già sotto pagamento, abbiamo già delle testimonianze di pagamenti che gli venivano fatti per una serie di collaborazioni che lui aveva con la fabbrica. del Duomo, ma a questo punto Vasare ci racconta che ci sono una serie di riunioni in cui appunto anche Filippo Brunelleschi è coinvolto perché bisogna presentare questi modellini appunto del concorso, ma in realtà non si è arrivati a grandi soluzioni. Il turno di Brunelleschi che non presenta il modellino ma sfida i consoli dicendogli io so come fare ma se non vi fidate di me... coinvolgete anche architetti, sentite l'elenco che fa, toscani certo, ma anche italiani che erano considerati stranieri, gli altri francesi o tedeschi. Ora vi voglio leggere però un passaggio sempre tratto dalle parole di Giorgio Vasari, quindi vi premetto che la storia come ce la racconta Vasari è un po'romanzata, mi diverte raccontarvi la mia volta, ma è un po'romanzata anche perché ricordiamoci sempre che Vasari la scrive a posteriori. basandosi in parte sulle parole del Manetti che era stato il primo biografo di Brunelleschi e che però diciamo che Vasari la racconta a modo suo, però sentite mi interessa mettervi in evidenza alcuni elementi perché denotano la personalità di un artista rinascimentale totalmente diverso rispetto a quello che erano gli uomini medievali del passato, sentite. Insomma in queste riunioni Filippo viene consultato e dice così, signori operai, perché si rivolge sia a ai consoli ma anche agli operai, a quelli che erano coinvolti nella costruzione. E non è dubbio che le cose grandi abbiano in sé delle dubitazioni nel dar loro fine. Ed ancorché io conosco questa opera, essere faticosa e difficile a condursi, atteso che maggior difficoltà ci conosco io che non sanno i muratori né le signorie vostre insieme e questi eccellenti ingegneri ed architetti, quelli appunto che lui mi aveva invitato a consultare. Ed ancorché mai né essi né io né... forse gli antichi voltassero una volta sì terribile quanto questa, ho pur pensato molte volte alle armature di fuori e di dentro e di come si possi trovare modo che gli uomini con sicurtà ci lavorino, conoscendo uno espresso pericolo di morte senza rimedio negli sbigottiti dell'altezza dell'edificio più che della larghezza della volta. Perché se ella si potesse girare tonda Si potrebbe tenere in modo che tenero i romani nel voltare il Pantheon di Roma, cioè la Rotonda, ma qui bisogna seguire l'otto facce ed entrare in catene ed in morse di pietre, che sarà cosa molto difficile. Allora, passaggio bellissimo, per quanto dalle parole di Vasari, ma c'è qualcosa di molto molto interessante. Allora, innanzitutto Brunelleschi aveva studiato e ristudiato e ristudiato il problema, cercando soluzioni diverse, e aveva trovato una soluzione assolutamente inedita. Lui diceva appunto... che nessuno di questi architetti, ma nemmeno lui, ma nemmeno gli antichi, avevano realizzato una struttura come questa, terribile come questa, cioè così imponente, così importante. Guardate che sta dicendo che lui si è opposto a un problema, ha studiato, ha cercato modelli di riferimento nell'antichità e non l'ha trovata. E davvero è significativo. E poi l'altro passaggio che mi piace raccontarvi, il discorso della Pantheon ve l'ho già anticipato. Ma vedete che qui si pone un problema di sicurezza sul lavoro. Pensate alla modernità di questa frase. Lui si era posto più volte il problema delle armature all'interno e all'esterno per far lavorare gli uomini in sicurezza, per evitare il pericolo di morte. Davvero è una visione modernissima. Ora, nei mesi che seguirono questi primi tentativi, dal 1418 in poi, insomma, la Commissione si vede presentare i progetti più assurdi. Ma insomma non si trovano grandi soluzioni. Vi faccio vedere, vi racconto sempre tramite le parole di Vasari, alcuni di questi progetti che erano quelli arrivati alla Commissione a me divertono molto. Non ve lo leggo ma vi faccio la parafrasi. Allora ci racconta Vasari che qualcuno aveva proposto di costruire dei pilastri dal piano terra fino in cima per poter voltarli sopra degli archi, una specie di struttura. a piani come dire, qualcuno voleva mettere al centro questo grande pilastrone centrale per reggere la struttura, qualcuno voleva impiegare dei materiali leggerissimi ma improbabili, qualcuno voleva appunto voltarla come la cupola padiglione che era quella del battistero di Firenze, quello più divertente è questo qui ve lo leggo, ci fu uno che propose empierla di terra e mescolare quattrini fra essa a ciò che volta dessi in un'icenza che chi voleva di quel terreno potesse andare per esso e così in un subito il popolo lo portassi via senza spesa. Vi sto dicendo, questa proposta diceva, il vero problema era come riuscire a costruirla senza farla crollare durante la costruzione, perché il peso dei materiali, finché, vi ricordate il discorso degli archi che vi facevo, finché non si posa la chiave di volta, con la chiave di volta l'equilibrio è equamente distribuito e allora la struttura... struttura si regge in piedi, ma finché non c'è quella senza le centine la struttura non si regge in piedi, allora come si poteva fare? Questo architetto molto estroso aveva proposto di riempire la struttura di terra mentre la si costruiva, ma di mettere in mezzo alla terra del denaro in modo tale che appena finito il popolo sarebbe a corso a scavare via questa terra per portarla via, quindi alla ricerca del denaro, davvero molto divertente, molto curioso. Quando però va avanti il dibattito, sentite cosa dice Vasari, parve a consoli che stavano ad aspettare qualche bel modo e dagli operai e a tutti quei cittadini che Filippo avesse detto, perché lui diceva, scusate vi ho saltato un pezzo, e lui dice solo Filippo disse che si poteva voltarla senza tanti legni, cioè senza le centine e senza pilastri o terra, con assai minore spesa di tanti archi e facilissimamente senza armatura. Cioè prometteva... qualcosa di miracoloso, niente centine, niente pilastri, minore spesa e niente armature, davvero era incredibile, ma parve a consoli che Filippo avesse detto una cosa da sciocchi, se ne fecero delle beffe ridendosi di lui e si volsono e gli dissero che ragionassi d'altro, che quello era un modo da pazzi, come egli era, cioè gli danno del matto. A quel punto Filippo si sente offeso e risponde e dice signori. considerate che non è possibile volgerla in altra maniera che in questa. Allora qui in sostanza, visto per leggere un passaggio un po'lungo, ma in cui Filippo ci racconta il suo progetto, o meglio Vasari tramite le parole che gli mette in bocca Filippo, racconta il suo progetto. Lui dice, considerate che non è possibile volgerla in altra maniera che in questa ed ancora che voi vi ridiate di me, conoscerete se non volete essere ostinati, non doversi, ne potersi fare in altro modo. Diciamo che aveva ragione. È necessario che la voglia condurre nel modo che io ho pensato, ella si giri col sesto di quarto acuto, quindi sesto acuto, facciasi doppia, doppia calotta, l'una volta di dentro e l'altra di fuori, in modo che fra l'una e l'altra si cammini ed in su le cantonate degli angoli delle otto facce con le morse di pietra si incatene la fabbrica per la grossezza e similmente con catene di legnami di quercia si giri per le facce di quella. Poi vi faccio vedere meglio nell'immagine, vi spiego meglio. Ed è necessario pensare a lumi, alle scale e ai condotti dove l'acqua nel piovere possa uscire. E nessuno di voi ha pensato che bisogna avvertire che si possa fare i ponti, i ponteggi, lì dentro per fare i mosaici, i famosi affreschi di Vasare che vi ho mostrato, ed una infinità di cose difficili. Ma io, che la veggo volta, lui ce l'aveva in mente, conosco che non c'è altro modo né altra via da poter evolgerla che questa che io ragiono. E riscaldato nel dire tanto quanto lei cercava a facilitare il concetto suo, che gli lo credessino, veniva proponendo più dubbi. che gli faceva meno credere e tenerlo una bestia e una cicala, la onde licenziatolo parecchi volte e dalla fine non volendo partire, sentite, fu portato di peso dai donzelli loro fuori dall'udienza, lo portano via, lo sbattono fuori, tenendolo del tutto pazzo, il quale scorno focagione che Filippo ebbe a dire poi che non ardiva passare per luogo alcuno della città temendo non fossi detto, vedi colà, quel pazzo. Eh, gli davano del pazzo, davvero è tosta questa... questo passaggio. In sostanza cosa succede? Allora passa il tempo, non si trova nessun tipo di soluzione. A questo punto Filippo se ne era tornato a Roma di nuovo, ma i consoli, visto che l'unica idea sembrava avercela lui, non la capivano, sembrava avercela lui, non aveva presentato un modello, ma insomma lo richiamano. E allora decidono di fare però, di arrivare a un compromesso. lo chiamano di nuovo e qui c'è la famosa storia della disputa dell'uovo. Loro avrebbero voluto vedere questo modello, in cui Filippo avrebbe dovuto dimostrare come stava in piedi, sta benedetta cupola, ma lui si è presentato senza modello e senza disegni e aveva sfidato tutti dicendo che chi sarebbe riuscito a far stare un uovo ritto, quello avrebbe fatto la cupola, perché si sarebbe visto il loro ingegno. A questo punto ci raccontava Zare, fu tolto un uovo e da tutti quei maestri provato a fare stare ritto, nessuno sapeva il modo, immaginate come si fa a fare stare in piedi un uovo. Fu da loro detto a Filippo che Ehi lo fermasse ed Egli, sentite, con grazia lo prese e datogli un colpo del culo in sul piano del marmo lo fece star ritto. Gli ammessi di tracere tutti, a quel punto rumoreggiano gli artefici che similmente avrebbero fatto essi, rispose loro Filippo ridendo, che Egli avrebbero ancora saputo coltare la cupola vedendo il modello o il disegno e così alla fine ci racconta Vasari che i consoli e gli operai della fabbrica del Duomo decidono quindi di affidare l'incarico a lui. Questo è un modellino che viene attribuito a Brunelleschi ma non ne abbiamo assolutamente la certezza, anzi anche perché non ci restano né disegni né appunto modello vero e proprio di Brunelleschi, pare che abbia distrutto tutto perché la vicenda era un po'complicata, perché cos'era successo nel frattempo? Nel 1420 inizia la costruzione, diciamo che Brunelleschi viene prescelto, visto questi racconti che vi ho fatto, ma ahimè gli viene affiancato il già stimatissimo Lorenzo Ghiberti, ancora lui, ancora lui. Tra l'altro Vasari ci dice che i due percepiscono lo stesso salario, cioè Brunelleschi che ha in mente tutto, Ghiberti che però è quello di cui si fidano, ha già realizzato la seconda porta bronzea. Stanno per dargli l'incarico anche di realizzare la terza porta del Battistero, quindi davvero glielo affiantano. Ma a questo punto c'è il colpo di genio. Ecco, qui chiedo sempre, voi come avreste fatto per sbarazzarvi in modo legale di un antagonista come Ghiberti, che comunque era molto più stimato, quando prima facevo riferimento al fatto che Brunelleschi, come ce lo descriveva Zari, fosse sparutissimo nella persona, ma di ingegno tanto elevato. Essere sparuti nella persona... Voleva dire anche a quell'epoca, certo non un'epoca attenta alle apparenze come la nostra, ma voleva dire che chi non si riusciva a presentare bene, a vendersi bene, forse veniva considerato pazzo, come era il caso di Filippo Brunelleschi appunto. Allora, come avreste fatto voi a sbarazzarvi di Lorenzo Ghiberti? Allora, di solito, ci sono le ipotesi più improbabili che vengono fuori, di solito si ricorre sempre alla violenza, io sono totalmente contrario alla violenza, dico no, no, no, non si uccide, non si fa niente del genere, no. A questo punto, anche qui, bisogna cambiare punto di vista, vi dicevo, bisogna essere caparbi, tosti e cambiare punto di vista. Filippo Brunelleschi fa quello che risulta geniale all'epoca, perché siccome lavoravano entrambi nel cantiere, a un certo punto Filippo Brunelleschi si mette in malattia, diciamo così, dice di avere un problema, dice di stare male, sta male. E allora, Ghiberti. Sono arrivati a un punto in cui occorre veramente partire con la costruzione nei punti delicati, ma Ghiberti non sa da che parte partire, perché non sapeva dirigere i lavori di un progetto tanto ambizioso e innovativo di cui conosceva il progetto, perché appunto Filippo Brunelleschi non l'aveva assolutamente condiviso. Allora, Rui Vasari ci racconta che più volte le persone vanno avanti e indietro dalla casa di Brunelleschi e gli dicono per favore torna perché… Gli dicono, ehi, non vuole fare niente senza te. E qui c'è un'altra bellissima risposta di Filippo, lui risponde dicendo, lo farei ben io senza lui. Cioè sta dicendo, lui non serve a niente, sono io quello che sa come farla. E a questo punto, ovviamente, viste queste pressioni, Ghiberti lascia il cantiere nel 1423. Non male, vero, come storia. Allora, ma dopo questa lunga storia, la famosa parte del racconto, quindi... Cerchiamo di capire meglio, cosa aveva fatto Brunelleschi di così importante? Allora, aveva realizzato una cupola autoportante nella costruzione, cioè non aveva bisogno di ponteggi e centine durante la fase di costruzione, perché aveva deciso di creare non una calotta, ma due, una interna e una esterna. Le due calotte... si sorreggevano a vicenda durante la costruzione e se servivano dei ponteggi erano dei ponteggi minimi perché ovviamente immaginate c'era la distanza di circa due metri tra una calotta e l'altra erano veramente ponteggi di dimensione davvero molto più piccoli. Tra l'altro tra le due, ve lo farò vedere in altre immagini, tra le due calotte, lo intravedete già qui, aveva fatto costruire delle scale e questo permetteva anche un facile... In trasporto ancora oggi è possibile salire in cima alla cupola percorrendo quella scala pensata appunto da Brunelleschi. Tra l'altro aveva ragionato creando, vedete, esternamente l'abbiamo visto... nella foto di sopra, o forse la vediamo anche da qui, esternamente c'erano dei costoloni in pietra serena, sarà la tipica pietra, il marmo toscano, che lui impiegherà tantissimo nella sua architettura, la pietra serena, che appunto aveva suddiviso la cupola in otto spicchi, quante erano le vie più importanti che si affacciavano nella città e arrivavano al cuore, a quella piazza che diventava, con questa cupola, il cuore stesso della città. Ma a quelli in pietra serena che si vedevano dall'esterno ne aveva abbinati due interni, vi faccio vedere la struttura qui, per ogni lato del tamburo dell'ottagono, che venivano bloccati con delle travi orizzontali creando, come vedete, una vera e propria struttura proprio a scheletro. Ma fa qualcosa di più, perché ogni mattone che aggiungeva, perché lui costruisce usando il laterizio, Ogni laterizio che aggiungeva contribuiva a rinforzare la struttura, a stabilizzarla, a bloccarla, rendendo la struttura ancora di più autoportante. Ma c'è di più, qui vi sto mostrando un'immagine della posa del laterizio a l'isca di pesce. Dovrebbe ricordarvi qualcosa? E'certo, perché Filippo Brunelleschi era stato più volte nei suoi viaggi a Roma e aveva cercato quindi di trarre insegnamento. dai classici non soltanto per la forma per l'estetica ma per la tecnica costruttiva in particolare la posa dei mattoni all'isca di pesce qui vedete appunto una possibile ricostruzione che è stata fatta per capire il funzionamento la posa del mattone all'isca di pesce gli permetteva con un andamento tra l'altro a spirale quindi salendo vediamo se ho messo qualche immagine in cui si intravede no non si intravede bene permetteva in sostanza di scaricare il peso uniformemente sulla struttura sottostante, cioè vedete che i mattoni erano come fissati come modello libreria per intenderci e in questo modo il peso veniva scaricato verso il basso, ogni mattone inchiodava la struttura, la rendeva stabile e solida ma scaricava il peso verso il basso. Davvero una grande novità, ecco qui vedete una foto che avevo messo appunto di un passaggio dell'interno in cui vedete i mattoni a disca di pesce. Tenete presente che rinascimento vuole anche dire... studiare i classici per reimpiegarne le tecniche in modo totalmente nuovo ed è questo l'uomo nuovo del rinascimento, è proprio lui, forse il rinascimento davvero nasce con Brunelleschi anche non soltanto per la prospettiva ma anche per questo. All'interno poi aveva inserito una serie di catene fatte di pietra e di legno bloccate con delle piastre in ferro. Un po'come immaginate un barile di legno di quelli appunto che vengono tenuti insieme, le cui fasce verticali vengono tenute insieme dagli anelli orizzontali in metallo. Tra l'altro aveva studiato, ovviamente tutto quello che vi sto facendo vedere sono possibili ricostruzioni, sono ipotesi, perché in realtà noi sappiamo sì quello che vediamo, ma non sappiamo esattamente come lui sia riuscito a progettarla questa cucola, me ne parlo tra poco. Ma tra le altre cose aveva studiato una serie di impalcature a sbalzo che potevano crescere in altezza insieme alla struttura stessa mentre si costruiva e era appunto, come vi dicevo prima, un modo per rendere ancora più sicuro il luogo di lavoro per gli operai, avevano un luogo su cui mettere i piedi. Tra l'altro aveva progettato una serie di argani e pulegge. di macchinari avveniristici inediti, inesistenti, per portare in alto i materiali. E aveva addirittura studiato una chiatta per la navigazione sull'Arno e il trasporto dei materiali che provenivano da fuori Firenze. Si era occupato della progettazione dei ponteggi, dei macchinari, addirittura dei turni di lavoro dei suoi operai. Pensate che addirittura abbiamo testimonianza del fatto che avesse ha voluto mettere mano anche al menù della pausa pranzo, chiamiamola così, per i suoi maestri, per le sue maestranze, perché voleva che potessero contare sul conforto di un bicchiere di vino. Pensate anche alla modernità di questa scelta. Ovviamente non voleva avere operai ubriachi, ma l'idea era quella che se gli operai, lavorando magari in condizioni anche di tempo atmosferico, non sempre piacevole, un lavoro molto faticoso, se si sentivano apprezzati tanto da avere quel piccolo conforto, bicchiere di vino, forse avrebbero lavorato anche più volentieri, molto moderna questa idea. Nasce con lui davvero l'idea, la figura dell'architetto moderno, un architetto che non soltanto crea il progetto, ma segue le diverse fasi della lavorazione in cantiere passo per passo occupandosi di tutto. Tra l'altro lui aveva voluto creare una cupola che come vedete ha una forma ogivale, a ogiva, a sesto acuto e certamente perché era in perfetta sintonia con l'edificio, la chiesa gotica che aveva al di sotto, quindi c'era un'idea del rispetto dell'insieme che in fondo anche in questo senso è assolutamente rinascimentale. E tra l'altro Si era voluto rifare anche alla tradizione del romanico toscano Bicromo, se voi ritornate all'immagine, poi dopo ce ne sono altre, allora vedete che davvero questo legame anche con il Battistello di San Giovanni tanto amato, romanico toscano, ecco c'era questo grande riferimento, davvero tutto tornava in qualche modo. Vi dicevo che sono state avanzate tra l'altro diverse ipotesi per capire come Brunelleschi sia riuscito a calcolare la correttezza della posa di questi mattoni a lisca di pesce, delle strutture, dei ricostoloni e tutto il resto. Qui vi mostro alcune immagini con i nomi dei teorici che hanno provato a ricostruire le diverse possibilità, perché c'è chi dice che avesse seguito la forma di un fiore appunto in onore di... Santa Maria del Fiore con un sistema di corde, con un sistema di tracciamenti particolarissimi, in realtà nulla sappiamo, ma la cupola meravigliosa svetta ancora oggi su Firenze. Vi racconto a questo punto qualcosa di più. Vi dicevo prima che il 24 di marzo del 1436 ci fu una importante... consacrazione, una cerimonia di consacrazione con la presenza del Papa Eugenio IV. In realtà il 25 di marzo, quindi il giorno dopo, verrà in occasione quindi di queste celebrazioni, verrà suonata per la prima volta una, intanto qui vedete appunto la struttura ossea con anche le scale, i costoloni, tutto quello che vi ho raccontato prima, verrà suonata per la prima volta una composizione che era stata... composta da Guillaume Dufay, si chiamava Super Rosarum Flores, e che cos'era? Era in sostanza questo mottetto strutturato con quattro sezioni, con parti vocali del tenore e del controtenore, secondo un piano aritmetico che... teneva conto delle proporzioni dimensionali dell'architettura della chiesa e della cupola di Brunelleschi in particolare. Io vi avevo già anticipato del legame tra la matematica, la musica, il rinascimento. Ecco, non pretendo di raccontarvelo perché non sarei in grado di farlo in modo rigoroso, ma vi basti sapere che questo bottetto celebrativo che nel frattempo sentirete in sottofondo... Era destinato alla celebrazione sonora di grandi avvenimenti pubblici ed era ripartito in quattro voci, vi dicevo il tenor, contratenor, motetus e triplum. Allora, in sostanza, ogni brano si dividiva in quattro parti, ciascuna delle quali comprendeva un'esposizione del Cantus Firmus con indicazioni metriche sempre differenti. In notazione moderna si passa dal ritmo sei quarti a... senza concentro musicale, diciamo da 6-4 a 2-2 a 2-4 a 6-8. In questo modo, per ciascuna sezione può rimanendo identico il numero delle battute, che sono 56, in cui le prime 28 sono intonate solamente da nottietos e triplum e nel restante si uniscono i due tenores con la melodia dell'entroito. Io sto leggendo un trattato perché ovviamente non potrei farlo da sola. Allora, per ciascuna sezione si ottengono i seguenti valori 168, 112, 56, 84 che divisi per 28 danni rapporti 6, 4, 2, 3. E se si osserva la struttura della cattedrale fiorentina si riscontrano le stesse ricorrenze nei numeri. Innanzitutto la modularità è data dal blocco della misura di 28 braccia. La lavata è composta da 6 moduli. lo vediamo qui, da sei moduli, i transetti da due moduli ciascuno per un totale di quattro, la zona apsidale da due moduli, mentre tre moduli separano il soffitto della cupola dalla quota del pavimento. Ritorna quindi lo schema 6, 4, 2, 3, che diviso 2 fa 3, 2, 1, 1,5. Quindi davvero lo schema del mottetto. In più, tra l'altro, i rapporti tra i due involucri della cupola, quella esterna e quella interna, ricalcavano esattamente le proporzioni tra le altezze delle note dei due tenori. Qui vedete appunto il numero delle battute, come vi riferivo prima, 168, 112, 56, 84, che da 6, 4, 2, 3 o 3, 2, 1, 1,5. C'è chi ha proposto l'ipotesi che oltretutto questa composizione volesse riprendere non soltanto le forme e le misure matematiche della Basilica Santa Maria del Fiore, ma addirittura del Tempio di Salomone di Gerusalemme, il cui rapporti proporzionali sarebbero sempre questi. Davvero è molto affascinante tutto questo.