Probabilmente non lo sai e forse questa cosa ti lascerà sconvolto, ma quando depositi i soldi in banca quei soldi non sono più tuoi diventano di proprietà della banca e c'è poco da ricamarci sopra perché questo è un principio stabilito espressamente dalla legge come vedremo. E certo è una cosa che suona preoccupante e può far pensare che portare i propri risparmi in banca significa perderne il controllo o correre grandi rischi. Quindi in quest'epoca in cui c'è una crescente sfiducia verso le banche, verso l'economia, è sempre più digitale, è comprensibile che molti si pongano domande su che cosa accade realmente ai propri soldi quando vengono depositati su un conto corrente. E per capire il senso di i soldi depositati non sono più tuoi, dobbiamo partire dalla norma chiave che regola il deposito di denaro in banca. Stiamo parlando dell'articolo 1834 del codice civile che recita che nei depositi di una somma di denaro presso una banca questa ne acquista la proprietà. Poi chiaramente è obbligata a restituirla a richiesta del depositante, cioè quindi quando vado a chiedere i soldi alla banca i miei soldi la banca me li deve ridare. Quindi detto in parole più semplici, quando depositiamo del denaro in banca la banca ne diventa proprietaria a tutti gli effetti con l'obbligo chiaramente di restituirci la stessa somma quando la richiederemo oppure alla scadenza eventualmente patuita. Questa regola può sembrare strana perché nell'uso comune pensiamo che depositare significhi lasciare qualcosa in custodia, ma la legge fa una distinzione precisa. Il deposito di denaro in banca non è un deposito qualunque, si tratta di un caso particolare di deposito chiamato deposito irregolare. Vediamo meglio però adesso che cosa comporta e perché il legislatore ha previsto questa regola. nel diritto in generale. Il deposito è un contratto in cui una parte il depositario ricevositante con l'obbligo di custodirlo e di restituirlo. Se tu porti un gioiello in banca per custodirlo in una cassetta di sicurezza, ad esempio, quel gioiello resta di tua proprietà e la banca deve restituirtelo esattamente com'è. quello è un deposito regolare oppure deposito proprio, cioè l'oggetto depositato non può essere usato dal depositario ed è da restituire identico. Ma i soldi sono un'altra cosa, sono una cosa molto particolare. Sono beni fungibili, cioè beni indistinguibili gli uni dagli altri. Una banconota da €50 vale quanto un'altra banconota da €50. Se consegna a qualcuno 10 monete da €1, non mi interessa riavere esattamente quelle stesse monete fisiche, ma semplicemente €10 qualunque. E per i beni fungibili esiste la figura del deposito irregolare che è disciplinato dal 1782 del codice civile. E questo articolo ci dice di fatto che se il deposito ha per oggetto una quantità di denaro oppure altre cose fungibili con facoltà per il depositario di servirsene, questi ne acquista la proprietà e poi è tenuto a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità. Il deposito bancario è proprio un deposito irregolare. Quando noi versiamo dei soldi sul conto di una banca, autorizziamo la banca a servirsene. Di conseguenza, per legge, la banca ne diventa proprietaria e deve restituire al depositante altrettanto denaro della stessa specie, in pratica lo stesso importo e la stessa valuta. In altre parole, il rapporto è assimilato a un mutuo. È come se il correntista presti i suoi soldi alla banca, la quale si obbliga a restituirli quando verrà richiesto. Eventualmente, solo eventualmente, pagando l'interesse concordato. Pensate, per esempio, ai conti di deposito fruttif dove la banca corrisponde degli interessi proprio perché sta usando i vostri soldi. È importante capire che questa è la norma standard per i conti correnti e non è una strana eccezione. È così che funziona il sistema bancario moderno. Se invece desideri tanto che la banca custodisca specifiche banconote oppure specifici oggetti senza però che ne diventi proprietaria, occorre usare degli altri servizi. per esempio affittare una cassetta di sicurezza oppure fare un deposito di custodia di valori. Ecco, in questo caso pagherai la banca per tenere il bene al sicuro e il tuo bene rimarrà sempre e solo tuo in senso pieno. Ma per i depositi di denaro sul conto la regola, la logica è completamente diversa. Quindi ora che sappiamo che il deposito bancario di denaro trasferisce la proprietà del denaro alla banca, vediamo in pratica che cosa succede e quali sono le conseguenze per il correntista. Immagina di entrare in banca con €1000 in contanti e versarli sul conto. Da quel momento quelle banconote non sono più di tua proprietà, diventano di proprietà della banca che le aggiunge la propria disponibilità finanziaria. Ad esempio, potrà usarla per fare dei prestiti ad altri clienti, degli investimenti, altre operazioni finanziarie. Infatti le banche raccolgono il risparmio dai depositanti per poi impiegarlo concedendo credito. Questo è un po' il cuore, no, dell'attività bancaria. I depositi dei clienti sono passività per la banca, debiti della banca verso i clienti che hanno depositato, ma servono a finanziare le attività, prestiti, investimenti, eccetera, da cui la banca trae profitto. Quindi noi diventiamo dei creditori della banca per la somma che abbiamo depositato. Ma quindi chi ha la disponibilità effettiva del denaro depositato? la banca sotto il profilo materiale giuridico che può disporne liberamente nel rispetto degli obblighi di restituzione. Dal punto di vista dell'utente sul conto compare un saldo a suo favore e il correntista può usare quel credito ordinando pagamenti, prelevando banconote al bancomat, facendo dei bonifici, quindi finché la banca è regolarmente funzionante per il cliente non c'è differenza pratica. Può considerare quei soldi come suoi a tutti gli effetti in quanto può spenderli e ritirarli quando vuole. La differenza emerge in situazioni particolari, come ad esempio un eventuale fallimento, una crisi della banca. In quel caso il depositante, essendo un creditore della banca, dovrà ottenere soddisfazione secondo le regole concursuali. Poi, come vedremo più avanti, ci sono delle garanzie a tutela dei depositanti, ma un'altra conseguenza importante è che essendo la banca debitrice non tiene i vostri soldi separati in un cassetto con il vostro nome, quell'importo diventa parte dei fondi generali della banca. Va da sì che il sistema funziona finché c'è fiducia. Se tutti i depositanti corressero contemporaneamente a ritirare i propri soldi, una corsa agli sportelli, la banca non avrebbe abbastanza contante per accontentarle all'istante. Poi lì dovrebbe richiamare prestiti oppure ottenere liquidità dalla banca centrale, proprio per prevenire a queste situazioni che esistono delle regole di vigilanza prudenziale, degli obblighi di riserva e anche il citato vincolo giuridico per cui la banca deve restituire i depositi a richiesta. Però in situazioni, diciamo, normali non c'è alcun problema. Le banche sanno che statisticamente solo una piccola percentuale dei depositi viene ritirata in un dato momento e in ogni caso tengono delle riserve adeguate per far fronte ai prelievi quotidiani. Quindi dovrebbe essere chiaro a questo punto che la banca nei confronti del correntista non svolge soltanto il ruolo di semplice custode dei contanti, ma diventa debitrice. Questo inquadramento giuridico deriva, come detto, dal fatto che il deposito di denaro è considerato un deposito irregolare e quindi è regolato dalle norme del mutuo. Allora, quindi abbiamo un po' più chiara, no, l'affermazione i soldi depositati non sono più tuoi perché questa cosa va intesa in senso tecnico giuridico, nel senso che abbiamo descritto sopra. Quindi non bisogna interpretarla come la banca ti ruba i soldi oppure in banca perdi ogni diritto sui tuoi risparmi. Al contrario, la legge impone degli obblighi rigorosi alla banca verso di voi. Sti soldi devono essere sempre restituiti a vostra richiesta. Punto. Il vero problema, cioè lo scenario in cui ci si accorge della differenza tra avere i soldi di proprietà ed averli in credito, quando la banca ha dei problemi finanziari estremi. In caso di fallimento di liquidazione, i depositanti rientrano tra i creditori dell'istituto, quindi praticamente potrebbero astrattamente non esserci soldi per tutti i creditori, ma anche in questa situazione la legge predispone delle forti tutele. Per evitare che i clienti perdano i propri risparmi a causa dei default bancari, esiste il fondo interbancario di tutela dei depositi. Questo fondo è un consorzio obbligatorio tra le banche italiane, la cui funzione è quella proprio di risarcire depositanti in caso di fallimento di una banca fino ad un massimale di €100.000 per depositante. Questo significa che se anche la vostra banca dovesse fallire e non fosse in grado di restituirvi i soldi, interverrebbe il fondo a rimborsarvi fino a €100.000. Denaro che viene calcolato per banca e per depositante. Questo limite di garanzia vale per ciascun depositante e per ciascuna banca. Per esempio, se hai €80.000 sul conto A di una banca X ed hai altri 50.000 sul conto B della stessa banca X, quindi nella stessa banca su due conti separati ai €130.000, questo eccede il limite, quindi sarebbe garantita per te soltanto la cifra di €100.000. La restante parte invece è soggetta alle procedure concorsuali. Ma se ipotesi sono in banche diverse, il limite si applica a ciascuna delle banche, quindi 100.000 sulla banca X, 100.000 sulla banca Y ti dovranno essere rimborsate entrambe le cifre. Va sottolineato che la stragrande maggioranza dei depositanti in realtà rientra in questi €100.000, quindi i loro conto correnti sono completamente garantiti dal fondo. Se invece tu hai delle somme superiori, ci sono degli esperti che consigliano di diversificare su più banche in modo appunto da non eccedere il tetto per singola banca e così da essere sempre coperti al 100%. Questo per dire e per rassicurarvi che anche se i soldi in banca sono tecnicamente soltanto un credito che tu vanti nei confronti della banca, non sei alla merce degli eventi. Il sistema punta a proteggere i risparmiatori comuni da eventi catastrofici. Lo dico perché purtroppo frasi come i soldi in banca non sono tuoi, vengono spesso usate fuori contesto su internet e questo per alimentare delle paure ingiustificate oppure delle teorie del complotto. In realtà è facile trovare post sui social che citando l'articolo 1834 insinuano che depositare i soldi in banca sia un errore gravissimo perché perdi la proprietà dei soldi, quindi la banca potrebbe appropriarsene arbitrariamente oppure lo Stato potrebbe confiscarteli. Spesso queste narrazioni omettono volutamente di spiegare tutto quello che abbiamo illustrato finora. Si limitano al titolo shock senza però chiarire che il depositante ha comunque pieni diritti di credito e tutele legali molto solide. Quindi è importante fare chiarezza e non cadere nel panico. Quando qualcuno diffonde dei messaggi allarmistici chiediamoci a chi giova a creare questa paura. A volte c'è gente che spinge altre persone a togliere i soldi dalle banche per investirli in altri strumenti, magari proposti proprio da chi fa paura. Oppure c'è chi semplicemente non ha capito la distinzione tecnica tra proprietà e credito e la ripete in modo sensazionalistico. Quindi io spero che questa spiegazione ti abbia chiarito il significato reale dell'espressione i soldi che depositi in banca non sono più i tuoi. Cioè, adesso secondo me puoi guardare i tuoi conti con maggiore consapevolezza, perché conosci il dietro le quinte giuridico, ma anche quelle che sono le tutele che ti assistono nei rapporti bancari. Quindi continua ad informarti in maniera critica e serena, senza farti condizionare dal rumore mediatico.