Transcript for:
La Trasformazione di Ludovico tramite il Perdono

In questa lezione parleremo degli effetti che la conversione religiosa di Ludovico ha sulla sua esistenza. Il momento decisivo per la conversione di Ludovico è quello in cui uno dei frati che lo ha accolto nel convento dopo il duello avvenuto con il nobile, in cui ha perso la vita il nobile e ha perso la vita anche Cristoforo, che è l'amico. il tutore di Lodovico, uno dei frati porta a Lodovico questa notizia, diciamo da Tornato. Tornato pochi minuti dopo entrò nell'infermeria e avvicinatosi al letto dove Lodovico giaceva, consolatevi, gli disse, almeno è morto bene e mi ha incaricato di chiedere il vostro perdono e di portarvi il suo. Questa parola fece rinvenire affatto il povero Lodovico e gli risvegliò più vivamente e più distintamente i sentimenti che erano confusi e affollati nel suo animo. Dolore dell'amico, sgomento e rimorso del colpo che gli era uscito di mano e nello stesso tempo un'angosciosa compassione dell'uomo che aveva ucciso. E l'altro, domandò ansiosamente al frate, l'altro era aspirato quando io arrivai. Ecco, Manzoni. ci fa concentrare, come sempre, sulla forza che le parole hanno nella vita degli uomini. La conversione di Lodovico avviene per mezzo di una parola, e non è una parola da poco, è la parola perdono. Perdono ricevuto e perdono richiesto. Questa parola ha un effetto, ha un'efficacia notevole sulla vita di Lodovico e dimostrerà la sua efficacia non solo sull'animo di Lodovico, ma sulla storia in generale. La prima efficacia della parola perdono è che fa rinvenire il povero Rodovico, lo fa rinvenire, gli fa riprendere coscienza di sé e di tutto quello che gli è accaduto. E di fatti risveglia tutti i sentimenti che prima erano confusi e affollati nel suo animo. I sentimenti vengono chiarificati, vengono espressi nella loro natura, non vengono censurati o... ulteriormente confusi e di fatti proprio in seguito a questo fatto straordinario veicolato dalla parola perdono Ludovico decide di convertirsi non più come in precedenza aveva ipotizzato ossia per fuggire alle contraddizioni che era costretto a vivere nella sua situazione situazione per la quale lui cercava di rimediare alle ingiustizie utilizzando gli stessi strumenti dei malfattori, cioè la forza, cioè la violenza, e ora invece gli si apre una nuova via di affrontare i problemi del mondo, una nuova via che ha il suo fondamento nella parola perdono. E di fatti, dopo la sua conversione, questa parola dimostra la sua efficacia nella società del tempo. Infatti, saltiamo una parte. d'altra parte, Lodovico, dopo essersi convertito, decide, con grande stupore di tutti, di andare a chiedere perdono per il suo gesto ai parenti della persona che lui aveva ucciso durante il duello. E così viene avvisata la famiglia del nobile da lui ucciso che padre Cristoforo ha intenzione di andare a umiliarsi. in casa del fratello dell'ucciso. E guardiamo subito che cosa accade in questo luogo. In questo luogo accade che il fratello dell'ucciso raduna tutti i parenti perché vuole ottenere, in altro modo da come aveva pensato all'inizio, vendetta dell'omicidio subito. La vendetta che non può più prendersi il parente della vittima è quella di... uccidere a sua volta Rodovico perché ormai indossa un abito, quello da frate, che lo protegge. Ma l'umiliazione è da lui vissuta come... un'altra forma di ottenere vendetta. Il gentiluomo pensò subito che quanto più quella soddisfazione fosse solenne e clamorosa, tanto più accrescerebbe il suo credito presso tutta la parentela e presso il pubblico e sarebbe, per dirla con un'eleganza moderna, una bella pagina nella storia della famiglia. Fece avvertire in fretta tutti i parenti che all'indomani, a mezzogiorno, restassero serviti, così si diceva allora, di venire da lui a ricevere una soddisfazione comune. A mezzogiorno il palazzo brulicava di signori d'ogni età e d'ogni sesso. Era un girare, un rimescolarsi di gran cappe, d'alte penne, di durlindane pendenti, un muoversi librato di gorgeri inamidate e crespe, uno strascico intralciato di ravescate zimarre. Le anticamere, il cortile e la strada formicolavano di servitori, di paggi, di bragli e di curiosi. Fra Cristoforo vide quell'apparecchio, ne indovinò il motivo e provò un legger turbamento, ma dopo un istante disse tra sé, sta bene, l'ho ucciso in pubblico alla presenza di tanti suoi nemici, quello fu scandalo, questa è riparazione. Così, con gli occhi bassi, col padre e compagno al fianco, passò la porta di quella casa, attraversò il cortile tra una folla che lo squadrava con una curiosità poco cerimoniosa, salì le scale e di mezzo all'altra folla signorile che fece ala il suo passaggio seguito da cento sguardi giunse alla presenza del padron di casa il quale circondato dai parenti più prossimi stava ritto nel mezzo della sala con lo sguardo a terra e il mento in aria impugnando con la mano sinistra il pomo della spada e stringendo con la destra il bavero della cappa sul petto. C'è talvolta nel volto e nel contegno di un uomo? Un'espressione così immediata si direbbe quasi un'effusione dall'animo interno che in una folla di spettatori il giudizio sopra quell'animo sarà uno solo. Il volto e il contenuto di Fa Cristoforo disse chiaro agli astanti che non si era fatto frate, ne veniva a quell'umiliazione per timore umano. Questo cominciò a conciliarglieli tutti. Quando vide l'offeso affrettò il passo. gli si pose in ginocchione ai piedi incrociò le mani sul petto e chinando la testa rasa disse queste parole io sono l'omicida di suo fratello sai dio se vorrei restituirglielo a costo del mio sangue ma non potendo far altro che farle inefficaci e tarde scuse la supplico d'accettarle per l'amor di dio tutti gli occhi erano immobili sul novizio e sul personaggio a cui egli parlava tutti gli orecchi erano tesi Quando fra Cristoforo tacco e s'alzò per tutta la sala un mormorio di pietà e di rispetto, il gentiluomo che stava in atto di degnazione forzata e di ira compressa fu turbato da quelle parole e chinandosi verso l'inginocchiato, alzatevi, disse con voce alterata, l'offesa, il fatto veramente, ma l'abito che portate, non solo questo, ma anche per voi, salzi padre, mio fratello, non lo posso negare, era un cavaliere, era un uomo un po'impetuoso, un po'vivo. Ma tutto accade per disposizione di Dio, non se ne parli più. Ma padre, lei non deve stare in codesta positura. E presolo per le braccia, lo sollevò. Fra Cristoforo in piedi, ma col capo chino rispose, io posso dunque sperare che lei mi abbia concesso il suo perdono. E se lo tengo da lei, da chi non devo sperarlo? O se io potessi sentire dalla sua bocca questa parola, perdono, perdono, disse il gentiluomo, lei non ne ha più bisogno. Ma pure, poiché lo desidera certo, certo, io le perdono di cuore e tutti, tutti, tutti, gridarono a una voce gli astanti. Il volto del fate s'aprì a una gioia riconoscente, sotto la quale traspariva però ancora un'umile e profonda compunzione del male a cui la remissione degli uomini non poteva riparare. Il gentiluomo, vinto da quell'aspetto e trasportato dalla commozione generale, gli gettò le braccia al collo. e gli diede e ne ricevette il bacio di pace. Un bravo bene scoppiò da tutte le parti della sala, tutti si mossero e si strinsero intorno al frate. Intanto vennero servitori con gran coppia di rinfreschi, il gentiluomo si raccostò al nostro Cristoforo, il quale faceva segno di volersi licenziare, gli disse, padre gradisca qualche cosa, mi dia questa prova d'amicizia, e si mise per servirlo prima d'ogni altro. E così il parente della vittima offre a padre Cristoforo un pezzo di pane, il pane che sarà poi del perdono, che il padre porterà con sé continuamente in tutti i suoi viaggi. Come abbiamo visto, la parola perdono genera un cambiamento, un cambiamento in chi si aspettava di provare quel giorno una grande soddisfazione, la soddisfazione della vendetta. E di fatti, guardate come commenta Manzoni al termine dell'episodio, il fratello dell'ucciso e il parentado, che si erano aspettati da assaporare in quel giorno la trista gioia dell'orgoglio, si ritrovarono invece ripieni della gioia serena del perdono e della benevolenza. La compagnia si trattenne ancora qualche tempo con una bonarietà e con una cordialità insolita in ragionamenti ai quali nessuno era preparato andando là, invece di soddisfazioni prese. Di soprusi vindicati, di impegni spuntati, l'elodio del novizio, la riconciliazione, la mansuetudine furono i temi della conversazione. La parola perdono genera una società nuova, cambia i cuori di chi sperimentano questo sentimento. E l'umiliazione di padre Cristoforo, all'inizio confrontata con la superbia del parente del nobile ucciso, si trasformano. e cambiano di segno. Quando padre Cristoforo viene invitato ad alzarsi da terra, vediamo che l'umiltà del frate è l'unica vera forma di umanità e la superbia del fratello dell'ucciso si smorza e si trasforma in benevolenza. E qui potete notare quindi le parole con cui Manzoni descrive questo cambiamento, questa conversione che ha preso tutti i parenti della vittima. La trista. gioia dell'orgoglio. Nell'orgoglio, dice Manzoni, c'è una gioia, ma è una gioia triste, mentre la gioia del perdono e della benevolenza è una gioia serena. Come vedete Manzoni ci fa vedere la complessità dell'animo umano. Si può provare gioia anche dall'orgoglio, ma è una gioia diversa da quella che si prova per il perdono e per la benevolenza. Concludendo, la parola perdono non ha cambiato solo l'animo. di padre Cristoforo. Ha cambiato e può cambiare anche quei luoghi in cui sembra che il male sia l'unico modo di concepire i rapporti. La parola perdono può generare una società nuova.