Buongiorno, questa è la seconda e ultima parte della storia della rappresentazione dedicata alla prospettiva come modulo del corso di fondamenti e pratiche di rappresentazione 1. Dopo avere effettuato le premesse sull'antichità e sullo sviluppo quattrocentesco andiamo a vedere i secoli XVI e XVII in particolare. Anche in questo caso andiamo a toccare degli argomenti molto vasti dal punto di vista della storia dell'arte e della storia delle scienze e che noi vedremo in maniera molto sintetica andando a selezionare quegli eventi che ci interessano per focalizzare il tema della rappresentazione prospettica e del suo portato nella rappresentazione architettonica. In particolare partiamo con Leonardo da Vinci che opera come sappiamo tra 400 e 500 e che conosciamo tutti come pittore e scienziato innovatore e molto attento ai fenomeni fisici legati alla pittura. Per quanto riguarda la prospettiva non si può non citare una delle sue realizzazioni più famose dove questa prospettiva di tipo frontale con punto centrico coincidente con il volto del Cristo assume un carattere simbolico molto particolare che non stiamo qua a indagare ma di nuovo questo come di altri argomenti potrete trovare qualche approfondimento nella bibliografia consigliata.
Leonardo è molto prolifico nella sua produzione scientifica e alcuni suoi scritti vengono raccolti i postumi. È molto complicata la storia editoriale del trattato della pittura, quindi parliamo solo di quelli che sono i contenuti. Senz'altro Leonardo conosce in maniera diretta o indiretta studi antichi e anche un po'più vicini come quelli di Lorenzo Chiberti, di Paolo Dal Pozzo Toscanelli. e Johannes Beckham, probabilmente aiutato da uno studioso umanista più fondato nelle lettere rispetto allo stesso Leonardo che può essere individuato nella figura di Luca Pacioli. Comunque questo trattato della pittura realizzato sulla base di appunti di Leonardo riguarda i precetti per il giovane pittore.
Quindi ci sono premesse scientifiche molto vaste legate a fisiologia, geometria, ottica e poi altri temi che sono proprio attinenti alla prospettiva. Riguardo alla prospettiva in vari luoghi ne parla, in particolare ci interessa la sua descrizione di un fenomeno che è tripartito. La prospettiva...
lineale, la prospettiva di colore e la prospettiva aerea. La prospettiva lineale è quella geometrica che stiamo cercando di individuare, quella di colore e quella aerea riguardano dei fenomeni ottici molto particolari. Tra l'altro per la prospettiva aerea Leonardo è considerato un precursore. Quindi lui non parla solo della diminuzione delle dimensioni, apparenti con la lontananza ma anche del variare dell'intensità dei colori e nella prospettiva aerea della considerazione dell'influenza dello spessore dell'aria interposta tra osservatore oggetto e questa va a creare quegli effetti molto ammirati proprio nei suoi dipinti. Sulla prospettiva lineare non dice tanto di nuovo e introduce uno strumento prospettografico alternativo alveolo albertiano che lo perfeziona.
Viene chiamato il vetro e questa è un'illustrazione di Albert Dürer che vedremo anche in seguito. Il vetro permette di disegnare direttamente sul supporto appunto perché non c'è più quella trasposizione attraverso l'osservazione in un foglio separato dal reticolo ma è lo stesso reticolo a essere appunto con un vetro materializzato per che materializza il quadro prospettico e permette il disegno prospettico direttamente su di esso. Un'osservazione interessante e originale è quella che riguarda le distorsioni marginali.
L'esperimentò nei suoi grandi dipinti, alcuni dei quali sono perduti per varie ragioni, soprattutto legate alla tecnica adottata, ma le sue osservazioni sono molto interessanti. Allora osserva Leonardo che la visione di tre sfere da un occhio Se viene effettuata attraverso l'intersezione della piramide con un piano, come prescritto da Leoni Battista Alberti, si può verificare una distorsione marginale che fa apparire addirittura più larga la sfera più lontana, esterna, rispetto alla configurazione che vediamo. Una intersezione curvilinea, quindi considerata anche il padre della piramide, la cosiddetta prospettiva curvilinea, e che trova ragione anche nella forma dell'occhio, sembrerebbe più fisiologica, ma va a far assumere alle tre sfere la stessa dimensione.
Allora che cosa ci propone come soluzione Leonardo? Beh, nessuna in particolare, parla di una prospettiva composta, che tenga conto di prospettiva lineare e sue costruzioni, e anche di componenti percettive più complesse. Insomma, sempre ci deve essere la scienza, ma la scienza non è fondata solo sulla geometria, ma su varie considerazioni.
Le apparenze sono alla base di questo strano disegno, che oggi noi possiamo chiamare anamorfosi, anche se il termine verrà cognato poi nel Seicento, e che costituisce la prima documentazione grafica di questo tipo di prospettiva, cioè una prospettiva fortemente distorta. e visibile soltanto da un'angolazione particolare. Anche in questo secolo, a maggior ragione in questo secolo, rispetto al precedente troviamo veramente un numero di manifestazioni pittoriche davvero impressionanti legate alla prospettiva.
La prospettiva è un linguaggio, la prospettiva è il linguaggio moderno e vuol dire... Gestione dello spazio pittorico in maniera scientifica non ci si può sottrarre, pur trovando anche in questo momento storico degli opportuni compromessi che cercano di valorizzare sempre la priorità della figurazione rispetto alla regola. Qua abbiamo la scuola di Ateneo, uno degli affreschi del Vaticano di Raffaello, che è senz'altro una delle prospettive. più interessanti nella storia dell'arte e qua vedete un'esercitazione ad esempio compiuta da alcuni studenti degli anni passati riguardanti la prospettiva, la possibilità di reperire il disegno ad esempio del primo tratto di pavimentazione di questo spazio. E spostandoci per la prima volta all'esterno dell'Italia troviamo Albrecht Dürer.
Ma non è un caso perché Albert Bührer, famoso credo il più solo come incisore, esattamente come Piero della Francesca, è anche un grande matematico. Decide che per i suoi motivi, i suoi interessi professionali, sia molto importante effettuare dei viaggi di aggiornamento in Italia, che compie almeno in due occasioni. Proprio ha lo scopo di istruirsi sulla prospettiva. Questo è il suo testo che costituisce...
che costituisce anche il primo testo di matematica in lingua tedesca e che contiene anche la trattazione sulla prospettiva. Quindi i libri riguardano tanti argomenti legati alla geometria e ad esempio nel libro sulle linee descrive le sezioni iconiche che abbiamo giusto accennato essere state tramandate soprattutto attraverso l'opera di Apollonio. La cosa interessante di questo disegno è proprio la sua somiglianza con quella che verrà chiamata poi proiezione mongiana, quindi è un precursore di questa modalità di rappresentazione a tutti gli effetti. L'abbiamo citato a proposito di questo nel modulo legato alla storia del disegno dell'architettura e alle proiezioni ortogonali.
Poi parla di poligoni regolari, problemi... geometrici di vario tipo e nell'ultimo e quarto libro si occupa dei solidi geometrici e quick. introdurrà una trattazione sulla prospettiva.
E vedete come già da subito si pone in maniera originale, non ripercorre come tanti autori che abbiamo anche tralasciato e che citeremo anche in seguito, sempre nelle costruzioni di tipo Albertiano o Pierfrancescano. Lui fa vedere una configurazione solida, la posizione dell'occhio, l'oggetto da rappresentare e il piano su cui rappresentare. e tutto ciò è legato alla schiagrafia, cioè alla teoria delle ombre, perché questo elemento che può rappresentare la prospettiva di un cubo è anche la costruzione delle ombre del cubo stesso. C'è un errore o quantomeno un'omissione di una linea di costruzione che viene segnalata dall'elettra sciuttura scientifica.
probabilmente andando a non influire nel contorno apparente di questo tracciamento proiettivo non è così importante. Verrà ripreso come tanti errori che si possono trovare nelle varie incisioni. Queste sono le quattro incisioni che si trovano in una delle edizioni del testo di Dürer, sono nella prima edizione soltanto lo sportello.
che è una variante rispetto al reticolo e un po'complessa, vedete è articolata appunto con uno sportello snodato e il vetro invece di Leonardo da Vinci. Nell'edizione successiva vengono aggiunti il velo albertiano con il suo reticolo e il visore di Kessler con un mirino che potete vedere. che fungono da dispositivo per puntare con migliore precisione il soggetto da rappresentare.
Ci sono degli autori che sono famosi, ad esempio come architetti o come trattatisti di altro genere, che non hanno introdotto delle grandi novità, ma che fanno capire dalle grafici le loro fonti, ad esempio Sebastiano Serlio. nel libro secondo del suo grande trattato sull'architettura tratta anche la prospettiva e cita ovviamente tutti i precedenti. Un tratto originale è quello dell'ultima parte che tratta la scenografia.
Queste scenografie di vario genere proposte da Selyon in questo trattato, grazie alla sua diffusione diventano le scenografie che si ripetono in parte o completamente in diversi dipinti. Anche il testo di Vignola, o meglio di Vignola e di Ignazio Danti, che recupera gli appunti su incarico del figlio del Vignola, è un testo che non fugge dallo schema dei testi precedenti. È interessante proprio per la sua diffusione e perché è lo stesso autore che ha scritto un illustre trattato di architettura e architetto egli stesso. è molto chiaro, molto semplice, con delle incisioni molto efficaci e molto suggestive.
E vedete, vengono illustrate le due regole, che una è quella albertiana, ormai vengono ad acquisire questo nome, e la seconda, considerata più comoda, quella con le diaronali, o anche, se volete, punti della distanza, anche su questo c'è un po'. po'di dibattito. Una manifestazione architettonica è quella che riguarda la prospettiva cosiddetta solida.
La prospettiva solida è manifestata ad esempio in quest'opera del Bramante che è chiamato a costituire una porzione della chiesa di Santa Maria presso San Satiro non avendo a disposizione il terreno retrostante. che avrebbe permesso di costruire un coro profondo per andare a costruire una croce latina completa. Questa che invece viene ad essere una configurazione planimetrica diversa raccoglie in 40 cm tutta la profondità di un finto coro, quindi questa disposizione che a noi può apparire più profonda è in realtà molto ridotta.
E questo qualche suggerimento per eventuali approfondimenti. riguardanti i temi appena illustrati. Si possono vedere tantissimi trattati di ottica e prospettiva e anche delle contestualizzazioni su tematiche più ampie legate alla storia dell'arte e alla rappresentazione dell'architettura.
Un cenno deve essere fatto però anche circa lo sviluppo della disciplina della rappresentazione prospettica nel Seicento che va verso una sua trasformazione e elaborazione in campo matematico, ma anche avrà poi degli elementi curiosi che sembrano in contrasto col primo, ma che invece si basano senz'altro su una padronanza finora mai raggiunta sulla disciplina prospetti. Allora lo citiamo soltanto perché è importante, siamo in realtà... nel Cinquecento, ma è una premessa fondamentale per il Seicento, quella della presenza di Federico Commandino appunto in questa trattazione che va a recuperare dei testi antichi e poi crea un commentario di Tolomeo appunto quel testo del secondo secolo dopo Cristo.
recuperato pochi anni prima del 1400 e di questo lui ne fa un trattato di prospettiva in cui illustra due metodi e si fa un primo riferimento al piano geometrale, riferimento a P1 ma anche al piano laterale di profilo e lui illustra al comandino la prospettiva come un ribaltamento del piano prospettico pi greco su un piano adesso perpendicolare e effettua delle costruzioni che hanno un grande interesse dal punto di vista matematico ma non applicativo e questo si vede e quindi un altro matematico si propone proprio come scopo quello invece di creare un testo utile e pratico per i pittori e gli artisti figurativi senza grande successo perché comunque Il suo linguaggio è molto difficile, le sue spiegazioni molto interessanti, ma poco pratiche per essere utilizzate. È importante per tanti motivi. Cogliamo l'occasione di Guido Baldo, Bourbon del Monte, per spiegare che cosa significa punto di fuga. Lui li chiama punti di concorso.
Sono i punti in cui in effetti concorrono visivamente le rette. parallele tra loro. E quindi vediamo come una retta, in questo caso perpendicolare al piano geometrale, che trova un suo punto di fuga, in questo che è il punto centrico, vada a trovare la sua prospettiva attraverso la congiunzione di quella che poi chiamiamo noi traccia del piano con il punto di fuga stessa.
e man mano che i punti si allontanano dalla traccia, questi vanno ad avvicinarsi sempre più al punto di fuga. Cita il punto centrico, ma anche i punti della distanza e soprattutto effettua una generalizzazione sul tema. Si occupa di tanti soggetti legati alla prospettiva e in particolare è ricordato per le tematiche legate alle ombre e alla scenografia.
Dalle ombre sembra dedicata totalmente questa opera di Simon Steving, belga, che propone anche dei metodi molto particolari che ci interessano proprio perché hanno un'affinità con quel metodo che poi nell'Ottocento prenderà il nome di restituzione prospettica. E anche... ci permette di affacciarci ad una modalità di costruzione prospettica che non è necessariamente quella a quadro verticale, cioè al quadro perpendicolare al piano geometrale. E definisce per primo la linea d'orizzonte come allineamento di punti di fuga diretto-orizzontali. Questa è una trasposizione in termini moderni di alcune di queste sue osservazioni, quindi vediamo.
Il punto di vista, cioè l'occhio o anche centro di proiezione, il quadro prospettico, l'oggetto da rappresentare, questo quadrato bianco, e la sua prospettiva, il trapezio, così come appare. grigio. Quando si va a ribaltare il piano prospettico sul geometrale questi elementi vengono ad allinearsi cioè quadrato originale e quello in prospettiva e ribaltando inoltre il punto principale sempre sul geometrale.
Va questo ad allinearsi in maniera di diventare quello che noi chiamiamo i punti corrispondenti al centro dell'omologia, quindi il ribaltamento del punto di vista diventa il centro dell'omologia, un'omologia che si crea tra prospettiva e disegno e oggetto originale. Lui osserva che con tutte queste rotazioni... L'immagine prospettica non cambia ed è questo il suo interesse, questa è la trasposizione grafica e impianta in un'immagine bidimensionale di questi ribaltamenti che noi conosciamo dalla nostra pratica prospettica e che usiamo per la restituzione prospettica e lo studio del rapporto di omologia appunto tra le diverse rappresentazioni. Dagio, Gesuita.
belga, scrive una monumentale opera in sei libri sull'ottica. Ne abbiamo una copia anche conservata a Genova, è Reca, questa bellissima edizione, frontespizzi redatti dallo stesso Rubens. Si parla di tantissime cose, di nuovo ritorniamo a quell'ampiezza di significati legati all'ottica che vanno ben oltre la prospettiva. sulla prospettiva non è che abbiamo delle grandi novità in realtà la grande novità che si può offrire al lettore di quest'opera monumentale enciclopedica è la generalizzazione delle proiezioni che ci interessa molto dal punto di vista proiettivo perché le proiezioni ortografiche cioè ortogonali vengono accomunate nella loro genesi proiettiva alle stereografiche cioè quelle prospettiche con punto di convergenza su un polo o le scenografiche che corrispondono alla prospettiva. Avrebbe dovuto redigere anche testi su cartotriche e diotriche questo non avendo questa qui una raffigurazione molto interessante che riguarda un problema di proiezioni di ombre applicato sulla sfera armillare.
e veniamo al protagonista del secolo XVII, Gérard Desargues. Dapprima matematico e non accettato dalla comunità scientifica, si rivolgerà all'arte dell'architettura. Ma in realtà sempre i suoi scritti hanno un'attenzione applicativa che fanno comprendere come la sua vocazione non sia casuale, originario di Lione e svolge la sua attività tra Lione e Parigi. La sua storia è molto affascinante, potrete trovare approfondimenti nella bibliografia indicata.
Nel 1636 Desart pubblica il suo primo testo che è la maniera universale per praticare la prospettiva. Questa teoria generale che lui formula ci permette di comprendere molti tratti non solo della prospettiva ma dell'intera teoria proiettiva. Infatti... Nonostante questa sia storicamente catalogata come un'innovazione ottocentesca, è interamente contenuta nell'opera di Dessart.
Quindi la geometria proiettiva nasce con lui, ormai è riconosciuto. Ad esempio, una teoria generale dei punti di fuga viene offerta proprio da lui, sulla scorta, bisogna dire, degli studi che abbiamo appena visto di Guidobaldo del Muro. e quindi abbiamo la teoria dei punti di fuga come teoria di fascio di rette parallele che viene trasformato in fascio di rette convergenti. Abbiamo questo allineamento di punti che via via vanno a convergere nei punti di fuga esattamente come in Guido Valle. Come secondo punto che...
Dei sei che ho voluto sottolineare nell'opera di Desarga abbiamo sempre all'interno di questo scritto del 1936 illustrazione di un nuovo metodo prospettico. Questo metodo prospettico riguarda le scale prospettiche. Lui suggerisce di usare e di sfruttare quello che è il birrapporto, la cui conservazione si può osservare in tutte le proiezioni e quindi anche nella prospettiva accidentale.
E quindi quel rapporto che abbiamo studiato, le parti geometriche, che va a... legare i vari segmenti compresi fra quattro punti si ritrova uguale uguale nella prospettiva di questa successione di punti così come si trovava nella retta originale. Nel 40, non andiamo in ordine cronologico, scrive un testo che riguarda le applicazioni alla gnomonica e alla stereotomia.
Quindi il suo metodo viene applicato a questi due campi che sono pertinenza dei matematici ma anche degli architetti. La stereotomia è l'arte di configurare gli elementi in pietra prevalentemente ma anche di altri materiali e andarli a configurare in maniera da creare dei sistemi staticamente validi. È qua che lui riprende un tema che abbiamo già visto enunciato da Ghion, che dice, enuncia in maniera esplicita, con l'identità di genere, di prospettiva e proiezione, come chiamiamo noi, ortogonale. Il terzo punto che vorrei sottolineare è esposto... nel testo forse il più importante, quello del 1639, che riguarda le intersezioni del cono con il piano.
Lontano da ridursi ad una illustrazione di coniche delle sue proprietà, è proprio il testo che battezza la geometria proiettiva. E infatti la teoria delle coniche è costruita sulla proprietà degli invarianti, cioè quelle proprietà che permettono ai... agli elementi di non essere alterati dopo che sono stati sottoposti a operazioni di proiezione e sezione.
Le sezioni coniche, ricordo quali sono, potete trovare vari materiali su questo tema, che sono degeneri e proprie. Le degeneri sono quelle che sono generate dall'intersezione di piani che passano per il vertice del cono stesso. Ricordo anche con l'occasione le proprietà focali delle sezioni coniche stesse e che sono quelle che permettono di individuare la direzione ad esempio dei raggi riflessi in uno specchio parabolico e della loro concentrazione nel fuoco, un tema molto legato anche agli specchi ustori e alla possibilità di creare.
calore e concentrare energia come sappiamo benissimo anche oggi grazie a queste configurazioni geometriche. Altre proprietà analoghe si possono avere con l'elisse ma non tanto la concentrazione quanto la possibilità di andare a reperire sempre utilizzando una sorgente luminosa e la superficie riflettente ellittica il passaggio del raggio riflesso nell'altro fuoco. delle ellisse stesse, le cosiddette proprietà focai, da qui il nome di fuochi delle sezioni coniche, un fatto tecnologico, materiale, di antichissima tradizione. Archimede di Siracusa finalmente viene a essere citato anche lui in questo filone di studi.
Il quarto punto di Desarg, molto importante, è quello che riguarda gli elementi impropri. L'abbiamo illustrato così con la possibilità di parlare di una retta e di un centro esterno ad esse e di un fascio di rette che ha come centro appunto questo punto esterno e la possibilità di individuare punti successivamente lontani a ruotare della retta o considerare altri punti. elementi dell'altra retta di questo stesso fascio fino a individuare la retta S che è parallela a R e che dobbiamo supporre abbia un punto in comune con la stessa all'infinito, così come tutte le altre o altre.
Gli elementi impropri sono all'infinito, possono essere punti, ma anche rette, che sono le intersezioni di piani paralleli. E questo di nuovo l'abbiamo illustrato parlando della geometria proiettiva, questi non sono, avete capito, disegni originali di Desarg, ma sono così un'interpretazione attuale di questo e soprattutto per farvi vedere che cosa significa poi ottenere diversi disegni. Allora l'invarianza del birrapporto l'abbiamo citata, la rivediamo qua, l'abbiamo citata a proposito delle scale prospettiche, viene trattata e ripresa in generale nello scritto del 39 e che cosa comporta?
Che appunto si conservi questo rapporto di cui abbiamo parlato di segmenti individuati da quattro punti allineati. Quando andiamo a proiettare su un piano gli elementi di una direzione che è parallela ad esso e con un fascio di raggi perpendicolari ai due elementi, bene, qua non dobbiamo scomodare neanche le proporzioni, abbiamo l'identità di ciò che si verificava all'inizio e che andiamo a stabilire dopo la proiezione. Alla stessa maniera se la proiezione è inclinata e quindi...
Non parliamo più di proiezioni ortogonali o assonometrie ortogonali, ma di, ad esempio, assonometrie oblique. Quando abbiamo un centro finito di proiezione, che cosa succede? Abbiamo la prospettiva, intanto, come metodo di rappresentazione, se originariamente i quattro punti hanno delle caratteristiche di un certo tipo, se la direzione è parallela al piano, proiettante stesso, bene, si deve pensare anche solo ad un rapporto di proporzioni semplici e possibile dimostrarlo geometricamente. Quando invece il caso si fa ancora più generale, quando le due direzioni non sono parallele, bene, questa qui è l'unica legge che vale e la scoprì Pappo d'Alessandria nel IV secolo d.C.
Desarci parla di altre proprietà invarianti che di... cui non trattiamo in questa sede. Queste sono quelle che riguardano i nostri metodi di rappresentazione e quindi sono interessanti perché ci permettono di comprenderli, accomunarli sotto un'unica specie, la proiezione. Sesto e ultimo punto è proprio l'enunciato del rapporto di omologia.
Qua vedete due triangoli che sono tra loro omologhi, vedete un asse U dell'omologia e un centro dell'omologia. Quello che dice Desarghe è che se due triangoli hanno i vertici allineati su rette che concorrono in un punto, e noi sappiamo che questo punto può essere anche all'infinito, sempre da Desarghe, i lati corrispondenti o i bocci andandoli a prolungare si incontreranno su una stessa retta, cioè sono allineati. E questo vale anche per le altre figure, quindi n lati, ebbene questo si verificherà. l'allineamento su una stessa rete.
E questo invece è il modo inverso di vedere la questione. Se io devo costruire a partire da ABC una figura omologa mi basta un suo punto corrispondente per andare a individuare gli altri grazie al fatto che io conosco l'allineamento rispetto al centro di omologia e l'intersezione delle rette corrispondenti sull'asse dell'omologia. È stato quindi questo un ripasso sulla geometria proiettiva attraverso l'opera di Desartes. Curiosità, strumenti ottici, abbiamo lasciato la camera oscura ai tempi degli antichi scritti, ebbene ora vediamo cosa ci propongono i tempi moderni, diciamo.
La camera lucida, che non ha niente a che vedere con la camera oscura, si occupa di fatti legati alla diota. cioè alla rifrazione e il primo a descrivere la camera lucida è Kepler, ci sono dei giocattolini che per bambini che permettono di avere questo visore e poter quindi vedere allineato l'immagine dell'oggetto da rappresentare con il foglio da disegno e la punta della matita per disegnare, quindi praticamente il disegno appare come un ricalco. dello stesso disegno, dello stesso contorno apparente del soggetto da rappresentare. E questo qui viene brevettato poi nell'Ottocento.
Invece la camera oscura stessa ha una lunga storia, molto articolata, nel Cinquecento la troviamo illustrata da Gemma Frisius, quindi avete visto per la Zen andavamo a illustrare delle descrizioni, questa invece è la prima raffigurazione originale che ci giunge, e poi nel Seicento assume dei caratteri fantastici, ad esempio camera oscure a scala umana. oppure portatile e reflex con quell'aperfezionamento che abbiamo visto essere stato introdotto dello specchio che permette di raddrizzare il ribaltamento e introdotto appunto da Bacon. Gli stessi autori si occupano di quelle che sono cosiddette le prospettive curiose, abbiamo visto un'anteprima con Leonardo e le anamorfosi, andiamo a definirle quindi immagini. che sono configurate in maniera apparentemente distorta ma in realtà molto calcolata perché possono essere lette correttamente da un punto di vista non frontale ma laterale.
Allora se la fate voi una prospettiva paramorfica sappiate che è sbagliata perché appunto non si tratta di prospettiva ma di anamorfosi. Ma è un gioco interessante che ha una lunga tradizione che continua. tuttora vi faccio solo dei cenni perché è un argomento molto affascinante ma devo dire la verità è esulata questa sintesi che stiamo compiendo ci sono delle illustrazioni cinquecentesche di questa che ancora non è chiamata anamorfosi e che riguardano delle scatole che possono essere viste quindi da un punto di vista laterale e questi elementi, disegni molto allungati, vanno a ricostituirsi all'occhio come maggiormente proporzionati.
Benissimo, questa non è esattamente un'anamorfosi corretta, perché in realtà deve avere la configurazione della prospettiva. Io prendo la prospettiva, la ruoto di 90 gradi e quindi con tutti gli elementi allungo tantissimo, aumento la distanza tra quella che... chiamavo LTLO ed ecco che ho costruito un'anamorfosi che quindi non ha l'aspetto di un rettangolo quadretta ma semmai di un trapezio allungato, così come ci illustra correttamente Ludovico Cardi, detto cigoli pittore e trattatista di prospettiva. Una delle anamorfosi più famose è quella che è contenuta e illustrata nel quadro degli ambasciatori di Anselm Wein conservato a Londra e vedete che c'è questo elemento molto strano all'interno di una illustrazione dettagliata di figure, di personaggi illustri e dei loro strumenti, dei tendaggi, dei tappeti, dei loro quaderni appunti e poi questa raffigurazione che si è vista di lato al contrario di tutto il dipinto che abbiamo visto frontalmente, si rivela essere un teschio, quindi è un monito sulla caducità della vanità, delle cose terrene. Questi erano dei temi principali trattati nelle raffigurazioni anamorfiche insieme anche a temi scabrosi o religiosi.
Questo ovviamente appartiene alla seconda categoria. ed è il famosissimo San Francesco da Paola di Jean-François Nisseron che si trova nel convento di Trinità dei Monti a Roma. Quindi un dipinto parietale, ampio, che sembra un paesaggio e che lo è perché in effetti ha la doppia raffigurazione, va a rivelarsi essere come la rappresentazione del santo San Francesco da Paola che attraversò appunto così. dice la storia della sua vita, lo sfretto di Messina su un suo mani.
Quindi questa è la caratteristica dell'anamorfosi, deve essere visibile e avere un doppio significato, un segreto, se no che gioco è? Soltanto un allungamento prospettico della rappresentazione, invece è interessante questa doppia raffigurazione. Ancora più interessanti sono le anamorfosi cattoliche. diottriche, ce ne sono anche di diottriche, cioè quelle che si vanno a ricostruire, questa è una ricostruzione che abbiamo effettuato sulla base di un'incisione originale e mancava quello che era il cilindro. speculare che è andato perduto e andandolo a ricostruire virtualmente si è rivelata la rappresentazione di questa incisione che è un ritratto di una persona, di un personaggio illustre così come appare anche nel trattato e nel frontespizio del trattato di Jean-François Nysseran stesso.
E ora vediamo un'applicazione contemporanea. It's not therapy Questo ha solo scopo di sottolineare l'attualità di molte modalità che usiamo nella rappresentazione e la grande potenzialità espressiva che possiamo ottenere ancora oggi. Vi ringrazio per l'attenzione.