Carlo Lucarelli Carlo Lucarelli presenta Di Giallo Il radiodramma di Radio DJ Salve a tutti, siete su Radio DJ? Questo è Di Giallo, io sono Carlo Lucarelli qui per raccontarvi un'altra delle nostre strane, misteriose e incredibili storie Questa è una storia d'amore, una bellissima storia d'amore che fa quello che le storie d'amore da sempre fanno, una rivoluzione. Ma siccome avviene in un momento particolare, e soprattutto in un posto particolare, ecco che la rivoluzione non riguarda soltanto una o due persone, ma un intero paese.
Il posto è la Sicilia, il periodo sono gli anni 60, e il paese è l'Italia intera. Perché questa è la storia di una ragazza che si chiama Franca Viola. Franca Viola è una bella ragazza, di più, è una ragazza molto bella. C'è una foto molto intensa che la ritrae di fronte, un bel primo piano in bianco e nero come si usava negli anni 60, un ritratto insomma.
Mostra una giovane ragazza mora, con i capelli raccolti dietro la testa, come appunto si usava allora, ma si vede che sono lunghi. Indosso un maglione a collo alto, sempre nero, e sulle labbra piene, molto mediterranee come suoi lineamenti, ha un sorriso appena accennato. Ma soprattutto lo sguardo, molto intenso e allo stesso tempo molto dolce.
La ragazza della foto si chiama Franca, ha 17 anni e vive ad Alcamo, in provincia di Trapani, in Sicilia. È molto bella, ma è anche una ragazza molto semplice e molto tranquilla. Siamo a metà degli anni 60 ed Alcamo è un piccolo paese della Sicilia di quegli anni. Le folie del 68 devono ancora arrivare.
Franca è molto bella appunto, è un fidanzato, Filippo, un giovane di 21 anni, sempre di Alcamo, conosciuto un paio di anni prima. Le cose però non funzionano e neanche i genitori di Franca Filippo piace. Intanto è parentato con la famiglia mafiosa che regge Alcamo, quella dei Grimi, e poi anche lui non ha una bella fama.
Sarà anche ricco Filippo, sarà anche un buon partito, i viola soltanto una famiglia di mezzadri, ma sono brava gente. Secondo loro quel fidanzato non va bene ed è d'accordo anche Franca, per cui arrivederci, grazie e amici come prima. Invece no, a Filippo Franca piace proprio, o forse gli dà fastidio l'essere stato respinto, non importa.
Filippo emigra in Germania, torna, finisce in caggia per un po'e non riesce a levarsi Franca dalla testa. Insiste con il signor Bernardo, il padre di Franca, che continua a rifiutare di dargli la figlia. Filippo insiste ancora, fa pressioni che arrivando dal nipote dei Rimi fanno anche parecchia paura, ma signor Bernardo è irremovibile.
Allora Filippo fa una cosa, che fa capire che sia il signor Bernardo che Franca ci avevano visto giusto quando hanno respinto il ragazzo. Il 26 dicembre del 1965 prende una dodina di amici, va a casa di Franca, spacca tutto quello che trova e si porta via la ragazza e anche il fratellino di Franca, che le si era attaccato alle ginocchia e non la voleva mollare. Il ragazzino lo lasciano andare subito. Franca invece la tengono sequestrata in un casolare nella campagna e poi in una casa di Alcamo per otto giorni, durante i quali Filippo maltratta la ragazza, la umilia e poi la violenta.
Quando la polizia scopre il nascondiglio e libera Franca riportandola alla sua famiglia, Filippo non si preoccupa più di tanto. Certo, richiede un'accusa di sequestro e anche una di violenza carnale, ma che importanza ha? Siamo in Sicilia, siamo in Italia, a metà degli anni Sessanta.
C'è una cosa che mette a posto tutto. C'è il matrimonio riparatore. Articolo 544 del Codice Penale, il cosiddetto matrimonio riparatore. Se qualcuno violenta una ragazza illibata, cioè vergine, compromettendone l'onore e quindi condannandola a restare zitella tutta la vita, basta che se la sposi.
Così torna tutto a posto. La ragazza ha trovato marito, il violentatore si è assunto alle sue responsabilità, l'onore della famiglia è salvo, tutti sono soddisfatti e va bene così. Il matrimonio, insomma, ripara tutto e per legge cancella anche il reato.
è un concetto aberrante, indegno di un paese civile che parte dall'idea che la violenza carnale sia un delitto contro la morale e quindi ecco che il matrimonio rimette tutto sulla careggiata della morale comune e non contro la persona. Non è l'unico articolo del codice penale di allora ad essere così infame. C'è il 587, per esempio, il cosiddetto delitto d'onore. Chiunque avesse ucciso il conige, la figlia o la sorella, nel momento in cui ne avesse sorpreso l'illegittima relazione carnale, dice così il codice penale, e nello stato di ira determinato dall'offesa recata all'onore suo e a quello della sua famiglia, aveva una pena ridotta dai 3 ai 7 anni, di solito 3, che significa più o meno niente. Insomma, ad ammazzare per difendere l'onore, non si andava in galera e tutto sommato si faceva anche una bella figura.
C'è un bel film di Pietro Germi, di voce all'italiana, che lo racconta, con la mare ironia della migliore commedia all'italiana. Insomma, siamo nell'Italia di allora, siamo nella Sicilia di allora che è stata, ed è tante altre cose, ma è stata anche quello, per cui Filippo si sente tranquillo. Non solo non va in galera, ma si sposa anche Franca, e lei lo voglia o no. Articolo 544, matrimonio riparatore.
Ma Filippo non ha previsto una cosa. Franca dice no. Eccola qua la rivoluzione.
E a compierla è una ragazzina di 17 anni, semplice e tranquilla figlia di contadini. Lei e la sua famiglia, perché dietro fin dall'inizio Franca ha sua madre e suo padre Bernardo, che come lei non vuole sottomettersi ad una tradizione assurda, che per difendere un arcaico concetto di onore dovrebbe consegnare Franca ad un uomo che non ama. Un uomo come quello, che va bene, è un buon partito, è ricco, gira con la Spider, ha un cognome importante, anche troppo, ma è un uomo come quello. Ma come? Franca non sposa l'uomo con cui ha avuto la prima vita?
prima relazione sessuale, non importa se non conseziente, dettagli, articolo 544. Franca resta sola e non più illibata, rischiando di restare zittella per sempre, sì. Di più, se non sposa Filippo, Franca lo manda in galera, perché senza matrimonio riparatore l'accusa di violenza carnale resta. E attenzione, non è che rifiute manda in galera uno qualunque, perché quello è Filippo, il nipote dei Rimi.
Sì, la rivoluzione. Il caso di Franca Viola, la ragazza che dice no, come la chiama la stampa, diventa un caso nazionale e finisce sulle pagine di tutti i giornali. Provo con acceso dibattito che si traduce in numerose interpellanze parlamentari. C'è chi lo considera uno scandalo, un'offesa alla morale e alle sue leggi, e chi invece lo considera un atto di libertà e ribellione contro usanze e leggi assurde. Filippo intanto finisce in galera assieme ai suoi complici e sotto processo.
Filippo e i suoi avvocati cercano di compromettere l'immagine e la credibilità di Franca. Intanto affermano che la ragazza era consenziente, mettendo in gioco un'altra usanza locale, quella della fuitina. Se due ragazzi non possono sposarsi perché i genitori non vogliono, allora scappano, stanno via un paio di giorni, fanno quello che devono fare e quando tornano, visto che ormai si sono compromessi, alle famiglie non resta che lasciarli sposare per cancellare l'offesa all'onore. A meno che il padre e il fratello non li becchino prima e li ammazzino tutti e due, per cui articolo 587 delitto d'onore. Non regge come strategia difensiva.
Allora passano ad altro. Franca non era inlibata. Filippo aveva avuto rapporti con lei quando erano fidanzati in casa del padre quando la famiglia era fuori. Non regge neanche questo. Franca tiene duro nonostante insinuazioni, offese e minacce, nonostante gli attacchi di certa stampa che la dipinge come una svergognata.
Il signor Bernardo tiene duro nonostante le minacce, nonostante gli taglino gli alberi nel campo e gli ammazzino le bestie, e nonostante la necessità di una camionetta dei carabinieri davanti a casa, che obbliga tutta la famiglia a vivere come in prigione. E tiene duro anche l'avvocato di Franca, Ludovico Corrao. Franca va tutti i giorni ad assistere alle udienze accompagnata dalla polizia. E alla fine.
ci riesce a far condannare Filippo, che si prende 11 anni. All'inizio ho detto che questa era una storia d'amore e non mi riferivo a Filippo, che magari amava davvero Franca o forse la voleva solo per sé come una cosa che per diritto di nascita gli era dovuta, non è lui che ci interessa. È una storia d'amore, tanto per suo padre Bernardo, che ama la figlia così tanto da sfidare le usanze e anche peggio.
Nel film che è stato tratto da questa vicenda, la moglie più bella, Damiano Damiani, Con una giovanissima Ornella Muti al suo esorgio cinematografico a fare il personaggio ispirato a Franca, la famiglia della ragazza sta dalla parte del fidanzato stupratore. Ma nella realtà non è così. Il signor Bernardo che conosciamo noi è un padre che davvero ama sua figlia. Ma soprattutto è una storia d'amore per Franca, che nonostante i giornali e la gente l'abbiano ormai condannata a restare sola e svergognata per tutta la vita, invece un paio d'anni dopo si fidanza con Giuseppe, un ragazzo che già conosceva, e nel 1968 si sposa.
Lei non voleva. Non perché non le piacesse, ma perché aveva paura che Filippo una volta uscito di galera si sarebbe vindicato, come aveva minacciato durante il processo. Allora lui le dice una frase da film, di quelle però che a volte nella realtà ci sono davvero, e dice preferisco vivere dieci anni, la condanna di Filippo, con te che tutta la vita con un'altra.
Si sposano, in chiesa, in bianco. Ricevono un telegramma dal presidente della Repubblica Giovanni Saraga. Un biglietto ferroviario valido un mese dal ministro dei trasporti Oscar Luigi Scalfaro. Sembra niente. Ma Franca e Giuseppe non sono ricchi e il viaggio di nozze costa.
Il papa Paolo VI li riceve in udienza privata e hanno anche tre figli. Nonostante le minacce nessuno li tocca. Neppure Filippo, che esce di galera nel 1976, viene mandato in soggiorno obbligato a Modena, come succede ai sospettati di mafia, e lì viene ucciso da ignoti con un colpo di lupana.
Franca Viola vive ancora in Sicilia, ha avuto tre figli ed è anche nonna. Nonostante sia diventato un simbolo dell'emancipazione femminile e non solo, anche della difesa dei diritti umani in genere, Franca Viola è rimasta la ragazza della foto di allora, anche perché non si è praticamente più fatta vedere. rilasciando pochissime interviste solo quando lo riteneva estremamente importante e necessario.
Avrei voluto intervistarla anch'io per raccontarne la storia in televisione, ma so che ha sempre detto di no a tutti e non voglio disturbare la sua scelta di riservatezza. E va bene così. che hanno già fatto abbastanza a fare quello che hanno fatto, dire di no, senza bisogno di parlarci sopra. E fare la rivoluzione è già abbastanza, soprattutto in un paese come il nostro.
Un paese in cui, per abolire l'articolo 544 e l'articolo 587, il matrimonio riparatore e il delitto d'onore, due cose medievali, incivili, una barbaria, come diceva il difensore di Franca, l'avvocato Corrao, bisogna aspettare un sacco di tempo. Bisogna aspettare il 1981. 1981 non è tanto tempo. tempo fa, ma se è avvenuto finalmente è anche merito di Franco e della sua famiglia.
Ciao