Dove eravamo rimasti? Sì, avevamo lasciato Dante nel nono canto all'ingresso della città di Dite. Ora, nel canto 10, ambientati in una distesa di sepolcri infuocati, Dante incontrerà le anime degli eretici. Analizziamo insieme il canto, ma prima, se avete idee o suggerimenti, scriveteli qui sotto. Il canto 10 dell'inferno si svolge nel sesto cerchio nella città di Dite.
Dopo aver incontrato le anime punite per lussuria, gola, avarizia, ira e acidia, Dante prosegue il suo viaggio per incontrare le anime colpevole e dannate per eresia. Qui Dante si incontra con Dante, il suo amico e il suo amico. si concentra sull'epicoreismo, una corrente filosofica che nega l'immortalità dell'anima.
A questa corrente poi avevano preso parte i due grandi protagonisti di questo canto, ovvero Farinata degli Uberti e Cavalcante dei Cavalcanti. Ma chi sono questi? questi due dannati. Beh, Farinata degli Uberti era il capo ghibellino della Firenze del 300. Egli ha un ruolo molto importante in questo canto, ma il perché lo vedremo più avanti.
Cavalcante, invece, è il padre di Guido Cavalcanti, poetas in novista, nonché amico di Dante. Ma cosa accade nel dettaglio in questo canto? Ebbene, Dante e Virgilio arrivano nel sesto cerchio dell'inferno e si ritrovano di fronte a una distesa di sepolcri infuocati in cui giacciono Epicuro e i suoi seguaci. Virgilio spiega a Dante che e dopo il giudizio universale queste anime saranno costrette a vivere in eterno chiuse nella loro tomba. La punizione quindi per queste anime colpevole di eresia ha una duplice valenza.
La prima, nel medioevo gli eretici erano messi a rogo e così lo sono anche in questo canto. La seconda è che gli eretici non credevano nella immortalità dell'anima, pertanto dopo il giudizio saranno costretti a vivere in eterno chiusi nella propria tomba. Dante incuriosito chiede a Virgilio di poter parlare con una di queste persone.
queste anime ed è così che incontra il protagonista di questo canto 10 dell'inferno, ovvero Manente degli Uberti, detto Farinata. Tra lui e Dante si sviluppa un dialogo che dura ben 78 versi ed è diviso in due parti ed è anche uno dei più lirici di tutta la Divina Commedia. Il 2 febbraio 1248 il ghibellino Farinata, grazie all'aiuto dell'imperatore Federico II di Svevia, riesce a sconfiggere tutti i Guelfi e li condanna all'esilio.
Successivamente però i Guelfi riescono riescono a riprendere il potere così nel 1251 saranno loro ad esiliare i Ghibellini, compresa la famiglia degli Oberti. Ma la guerra tra Guelfi e Ghibellini non è ancora finita, infatti nel 1260 ci sarà la celebre battaglia di Montaperti tra i Ghibellini senesi e Guelfi di Firenze a cui partecipa lo stesso Farinata. In questa battaglia Farinata avrà un ruolo molto importante, infatti dopo la propria vittoria e quindi la sconfitta dei Guelfi, Farinata si opporrà estremamente a alla distruzione della città di Firenze da lui tanto amata. Morirà proprio in questa città nel 1264. Successivamente, dopo la morte di Farinata, i Guelfi riescono a ritornare al potere.
Per questo motivo Farinata e sua moglie furono sottopossi a un processo postumo per eresia, che li dichiarò colpevoli. Quindi le spoglie di Farinata e di sua moglie furono dissepolte dalla chiesa di Santa Reparata e furono disseminate in un terreno non consagrato, mentre ai loro eredi furono Sono confiscati tutti i beni. Quando incontra Dante, Farinata mostra tutta la sua ferezza e chiede a Dante perché i fiorentini lo abbiano ancora così tanto in odio. Dante allora risponde che purtroppo il ricordo della battaglia di Montaperti è ancora vivido. A questo punto allora Farinata non può far altro che rivendicare il suo ruolo in tutta quella faccenda.
È grazie a lui che la città di Firenze è stata risparmiata dalla distruzione. Ma adesso veniamo all'altro personaggio del canto 10 dell'inferno. Cavalcante a differenza di Farinata. era un guelfo.
Le loro casate erano rivali e lo furono anche durante la celebre battaglia di Montaperti. Successivamente, proprio a causa della sconfitta dei guelfi, Cavalcante fu esiliato a Lucca, le sue case furono incendiate ed egli poteva tornare a Firenze soltanto nel 1266. Ma perché Cavalcante si trova nel cerchio degli eretici? Ebbene Cavalcante era un epicureo, così come suo figlio.
Questo gli provoca non pochi turbamenti. Cavalcante infatti è preoccupato per le sorti dell'uomo. l'anima di suo figlio Guido. Questo canto è molto importante perché qui Dante ci mostra due personaggi completamente opposti, calandoli però nei loro aspetti più umani. Se Farinata mostra con fierezza tutto questo suo amore per Firenze e per le battaglie politiche, Cavalcante manifesta invece il suo amore paterno per il proprio figlio Guido.
Cavalcante non è preoccupato per le proprie sorti, piuttosto per quelle del proprio figlio. Ma il passo più importante di questo canto arriva dopo il verso 99. momento in cui Dante affronta il tema della chiaroveggenza dei dannati tema già affrontato con Ciacco nel sesto canto. In questo canto Cavalcante non sa se suo figlio sia ancora vivo o meno e Dante ci spiega che ciò accade perché i dannati possono vedere il futuro lontano ma non il presente o gli eventi imminenti. È proprio Farinata a dare a Dante prova di questo potere affidandogli una profezia lontana che lo riguarda quella del suo esilio.
Il canto si conclude con Virgilio che che consola Dante, sconvolto da queste parole della profezia, e lo esorta a chiedere spiegazioni a Beatrice una volta giunto in paradiso. I due proseguono il loro viaggio finché non si ritrovano in una valle dalla quale giunge un terribile odore. Bene, siamo giunti al termine di questa spiegazione.
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