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I movimenti della Terra e le loro conseguenze

Ciao a tutti, in questo video parliamo dei movimenti della Terra. Anticamente, come ben sappiamo, si pensava che la Terra fosse immobile, al centro dell'universo. Noi oggi sappiamo che non è al centro dell'universo, innanzitutto, e sappiamo anche che non è immobile. ma è animata da tutta una serie di movimenti nello spazio, dei quali due sono quelli principali e che ci influenzano direttamente e sono il moto di rotazione e il moto di rivoluzione. Partiamo subito vedendo. una simulazione video. La Terra, qui vediamo intanzitutto il moto di rotazione, che la Terra compie intorno al proprio asse, che è una retta immaginaria, qui disegnata in rosso, che taglia la Terra in due punti che sono i due poli. Contemporaneamente però la Terra gira anche intorno al Sole e questo secondo movimento si chiama moto o movimento di rivoluzione. Io d'ora in poi... Poi nel corso di questo video dirò che la Terra ruota per indicare la rotazione intorno al proprio asse, mentre invece, anche se è un termine un po' disusato, dirò rivolve per parlare, quando parlerò del moto invece, di rivoluzione della Terra intorno al Sole, per non usare due volte il verbo ruotare per indicare due movimenti diversi e quindi per non creare confusione. Quindi, come detto... Iniziamo studiando questi due movimenti uno per volta e iniziamo parlando del moto di rotazione. La Terra, nello spazio, ruota intorno a se stessa. Noi, durante il corso del giorno, tra poco vedremo le varie definizioni del giorno con il quale si intende il periodo di una rotazione completa, dalla Terra, dal sistema di riferimento della Terra, vediamo il Sole che sorge ad est e tramonta ad ovest. questo è un effetto della rotazione della Terra. In realtà non è il Sole che si muove nel cielo spostandosi da est verso ovest, ma è la Terra che ruota intorno al proprio asse da ovest verso est. L'asse terrestre, come si è detto, è una retta immaginaria che taglia, che passa attraverso il pianeta e incontra la sua superficie nei due poli geografici, il polo nord e il polo sud. Questa è un'immagine che ci fa vedere in maniera schema. che cosa si intende per rotazione terrestre. Questo moto di rotazione, anche se ci concentriamo sulla Terra, non è esclusivo della Terra, ma anche la Luna, gli altri pianeti, il Sole stesso hanno un'asse di rotazione intorno a cui ruotano, ma tutti quanti hanno un diverso periodo di rotazione. Ci sono corpi a rotazione veloce e altri a rotazione più lenta. Per cui una delle prime caratteristiche che vengono date nell'identificazione antichitte di un pianeta, quindi a partire dalla Terra, è il periodo di rotazione, cioè il periodo che il pianeta, in questo caso la Terra, impiega per compiere una rotazione completa intorno al proprio asse. Il periodo di rotazione, quindi il tempo impiegato dal pianeta per ruotare completamente di 360° intorno al suo asse, è chiamato giorno. Però c'è giorno e giorno. Il giorno si può definire in due maniere diverse e da questo vediamo che risultano addirittura due durate del periodo leggermente diverse. Tutto scioda che cosa dipende? dal punto di vista, già si è parlato nelle video lezioni di fisica, dell'importanza del sistema di riferimento per studiare un moto e se noi osserviamo e tentiamo di determinare il giorno il periodo di rotazione stando sulla Terra otteniamo un risultato. Se invece immaginiamo di determinarlo vedendo la Terra ruotare dallo spazio in mezzo alle stelle otteniamo un risultato diverso, tanto che infatti si parla di giorno solare medio o semplicemente giorno solare e giorno siderale. Il giorno solare medio o semplicemente giorno solare è quello che possiamo misurare stando qui sulla Terra. e osservando il moto apparente o per meglio dire relativo del sole nel cielo il giorno solare è semplicemente osservando qui da terra l'intervallo di tempo che trascorre tra due passaggi consecutivi della nostra stella nel suo moto apparente per lo stesso punto del cielo e si misura nel tradizionale periodo che tutti quanti conosciamo di 24 ore se però noi facendo uno sforzo d'immaginazione ci mettessimo, ci trasportassimo al di fuori del nostro pianeta e lo vedessimo ruotare nello spazio, bene, dallo spazio in mezzo alle stelle, quindi osservando il tutto dall'esterno, noi andremmo a misurare un periodo di rotazione leggermente più breve, che è di circa 4 minuti più breve rispetto a quello misurato da Terra. Misureremmo quindi un periodo che è il vero periodo di rotazione della Terra, il quale si chiama giorno siderale o sidereo, da un termine latino che vuol dire stelle, quindi osservato dalle stelle, il quale è pari a 23 ore 56 minuti e 4 secondi. Potremmo chiederci come mai ci sia questa differenza, come mai ci sia questo scarto, piccolo ma significativo, di 4 minuti. Per capire perché il giorno solare e il giorno siderale non coincidono, dobbiamo considerare brevemente, ne parleremo meglio dopo, il moto anche di rivoluzione terrestre perché i due moti di rotazione intorno all'asse e rivoluzione intorno al Sole la Terra li compie in contemporanea nel senso che nel momento in quell'intervallo di tempo in cui il Sole visto da Terra occupa per due volte consecutive lo stesso punto del cielo la Terra ha nel frattempo compiuto un pezzettino della sua orbita si è spostata lungo la sua orbita Vediamo dalla posizione P in quest'immagine alla posizione P'. A seguito di ciò, il Sole, di giorno in giorno, è leggermente in ritardo, cioè impiega quei 4 minuti di più rispetto al periodo vero di rotazione della Terra per ritornare nella stessa posizione. Ecco perché il giorno solare misurato da Terra è leggermente più lungo del giorno siderale che è il vero periodo di rotazione della Terra. C'è comunque, in ogni caso da dire, che per gli effetti pratici non c'è alcun problema se consideriamo come giorno terrestre la durata del giorno solare misurato da Terra, ovvero le nostre tradizionali e rassicuranti 24 ore. Ovviamente è stato difficile per l'uomo, per l'umanità, accettare l'idea di un movimento della Terra, perché è contro l'evidenza dei nostri sensi. Noi, stando sulla Terra, non vediamo la Terra che gira, non la vediamo che ci scappa da sotto. semplicemente perché noi, essendo ancorati a Terra, partecipiamo del suo moto. Quindi, relativamente a noi, la Terra è ferma. Nonostante questo, anche senza andare nello spazio e vedere tutto da un'astronave, è possibile ottenere delle prove della rotazione terrestre stando proprio sulla Terra, senza spostarci da Terra. E queste prove sono di vario tipo. Una... è costituita da un esperimento molto molto famoso che è quello del pendolo di Foucault che qui vediamo in una riproduzione perché è un esperimento storico che fu fatto addirittura utilizzando il Panthéon di Parigi e sospendendo una sfera metallica di 30 kg di massa direttamente al tetto di questo edificio monumentale tramite un cavo metallico lungo decine di metri e poi questo pendolo fu fatto oscillare se ne trovano però delle riproduzioni in picco in molti musei e laboratori. Ed è la prova principale, vedremo ce ne sono anche altre per la dimostrazione della rotazione terrestre. In che cosa consiste l'esperimento del pendolo di Foucault? Consiste nel sospendere questa massa tramite un cavo e farla oscillare, a mo' appunto di pendolo. Nell'esperimento originale fatto al Pantheon di Parigi, questa massa appunto era libera di oscillare. oscillando durante il giorno chiaramente aveva sotto un'estremità era attaccata alla sfera un'estremità puntita che era a contatto con della sabbia che ricopriva il pavimento e nell'arco del giorno si vedeva che questa la punta diciamo attaccata a questa sfera tracciava delle linee sulla sabbia queste linee inizialmente inizialmente si trattava soltanto di una linea dopo un po però si è visto lasciando passare il tempo e lasciare trascorrere delle ore, che questa linea si spostava e quindi di conseguenza si generavano diverse linee che iniziavano a formare tra di loro un angolo, arrivando poi a disporsi in un periodo di circa 36 ore secondo una circonferenza completa e tornando al punto di partenza. Perché questo esperimento è considerato come la prova dell'esistenza del moto di rotazione? Perché noi sappiamo, fin dall'epoca di Galileo, che il piano di oscillazione di un pendolo è fisso. Quindi adesso vediamo un'altra immagine che spiega tutto quanto meglio. Ecco, il piano dell'oscillazione del pendolo sul suo filo, sul suo cavo, non cambia. Quindi, se la Terra fosse ferma, dovremmo vedere semplicemente una linea, quella che collega i due punti 1, e non dovremmo vedere questa linea che va a deviare di un angolo. Dal momento che invece questo è quello che noi osserviamo, e sappiamo che il piano in cui oscilla il pendolo non cambia, l'unica conclusione che possiamo trarre è che la Terra gli sta ruotando sotto. Cioè che si formano queste linee ad angoli regolari che ad un certo punto compiranno tutto il giro e tutta la circonferenza. Dalla posizione 1 passeremo alla linea che unisce le due posizioni 2 e le due posizioni 3 e l'unica spiegazione plausibile, non potendo sovvertire le leggi fisiche del pendolo, è che sia la Terra che gli ruota sotto. e di conseguenza il pendolo arriva a descrivere con le sue linee, alla fine, nella sabbia, una circonferenza completa. Come detto, questo esperimento storico è stato poi riprodotto, lo troviamo in molti musei, lo troviamo in molti laboratori, chiaramente con dimensioni più piccole. Ed ecco quello che vediamo. Ecco, qui vediamo il pendolo lasciato libero di oscillare, vediamo che c'è una punta attaccata alla sfera, non ci so, non c'è la sabbia sotto. però ci sono queste aste di gomma. Vediamo che in questo momento la punta del pendolo ancora non riesce a toccare quell'asta di gomma che vediamo davanti, però a mano a mano che lo lasciamo oscillare gli si avvicina fino a sfiorarla, segno che la Terra piano piano gli sta ruotando e quindi gli si sta muovendo sotto. Ad un certo punto la punta si riesce ad avvicinare a sufficienza, vediamo che la tocca sempre di più. Alla prossima oscillazione. Con un altro piccolo movimento che gli ha fatto la Terra sotta, vediamo che riesce a buttarla giù. Ecco qui. Le altre aste di gomma sono ancora in piedi, ma se le osserviamo oscillare nel corso delle ore, vedremo piano piano, andando a deviare questa linea lungo cui si muove, vediamo che le butta giù, che le abbatte tutte quante, nell'arco di un tempo che... non è detto corrisponde esattamente al periodo di rotazione terrestre perché non è detto che corrisponde esattamente perché prima ho detto che nel pantheon di parigi per tracciare la linea completa la circonferenza completa sulla sabbia impiegò 36 ore e non 24 che il periodo di rotazione terrestre per un motivo piuttosto semplice e il motivo adesso andiamo a riprendere la nostra presentazione è che i vari luoghi sulla superficie terrestre hanno un'inclinazione più o meno grande rispetto all'asse terrestre. Parigi, che ha una latitudine che possiamo vedere corrispondente grossomodo alla seconda immagine in alto a destra, mette il pendolo in una posizione che non corrisponde esattamente a quella dell'asse di rotazione terrestre. Parigi si trova in una posizione inclinata rispetto all'asse di rotazione. rotazione. Per eseguire questo esperimento con il filo del pendolo allineato esattamente con l'asse di rotazione terrestre dovremmo andare al polo nord, che è la situazione che vediamo in alto a sinistra. A quel punto l'esperimento del pendolo di Foucault farebbe un pochino ovviamente freddo, ma riusciremmo a vedere che il giro si completa esattamente nel periodo di rotazione terrestre, quindi nelle 24 ore. A latitudini intermedie come quella di Parigi l'inclinazione diversa rispetto all'asse, quindi il fatto che il pendolo non sia esattamente parallelo all'asse, fa sì che tutto il giro si completi in più di 24 ore, abbiamo detto circa 36. In basso vediamo invece qual è il luogo dove non dobbiamo assolutamente andare a fare quell'esperimento perché non vedremo nulla, cioè non dovremmo assolutamente andarlo a fare all'equatore perché lì questo esperimento non funziona, perché lì il cavo di sospensione del pendolo si troverebbe ad essere esattamente perpendicolare. esattamente a 90° rispetto all'asse di rotazione terrestre, e quindi il pendolo traccerebbe sulla sabbia una semplice linea che non ruota, perché la Terra non ruota in quella direzione perpendicolare all'asse. Quindi questa è un'importante prova della rotazione terrestre. Nel corso del tempo ce ne sono state anche altre, ce n'è un'altra che potrebbe essere interessante vedere, che arriva da un fisico italiano, parliamo del fisico... Guglielmini, il quale fece un esperimento che ci ricorda quello di Galileo sulla gravità, però dimostrò qualcosa di diverso. Anche in questo caso i protagonisti sono una torre piuttosto alta, che in questo caso è la torre degli Asinelli di Bologna, e una sfera metallica che viene lasciata cadere. Andando a far cadere la sfera metallica dalla cima della torre degli Asinelli, questo ricercatore osservò che toccava terra in un punto che non corrispondeva esattamente alla verticale del punto di caduta, ma che era spostato verso est. E questa è considerata un'altra prova della rotazione terrestre. Perché? Perché salendo in quota... I punti che sono in quota, che sono più alti della superficie terrestre, essendo più distanti dal centro della Terra, ruotano ad una velocità maggiore. E quando io lascio cadere la sfera, conserva la velocità di rotazione che io ho a quella quota. Di conseguenza è come se cadesse a Terra in anticipo rispetto a quella che è la rotazione della superficie a livello del suolo. Ecco perché non cade esattamente sulla verticale, ma presenta uno spostamento significativo. Qual è la principale conseguenza osservabile del moto di rotazione terrestre? Sicuramente l'alternarsi del giorno e della notte, perché la Terra, tutte le varie zone della Terra, durante il giorno, durante il periodo di rotazione, si trovano alternativamente esposte al Sole e quindi illuminate, e questa è quella fase del giorno che viene chiamata periodo di illuminazione, oppure di Poi nel corso della rotazione ad un certo punto si vengono a trovare in ombra, quindi nella parte del pianeta che vediamo a sinistra, e quindi abbiamo una fase buia che è la notte in cui non vediamo il sole. Quindi ogni giorno terrestre si divide in due fasi, una fase in cui abbiamo luce, in cui vediamo il sole, che si chiama D, e tante volte chiamiamo giorno soltanto la fase illuminata del vero giorno, in realtà è più corretto chiamarlo D, il quale si alterna con la notte. Tra poco, considerando il moto di rivoluzione, vedremo perché queste due durate relative cambiano nel corso delle stagioni, ovvero perché abbiamo delle fasi in cui il dì dura più della notte e altre in cui succede il contrario. Ovviamente sempre, questo già lo dico da ora, ad emisferi alternati. Nell'emisfero sud succede il contrario di quello che vediamo nell'emisfero nord. Quindi la più importante conseguenza della rotazione terrestre è l'alternanza del giorno e della notte. Un'altra conseguenza è lo schiacciamento polare. La Terra non è una sfera perfetta. Quando un corpo inizialmente sferico viene posto in rotazione intorno ad un'asse, come per l'appunto la Terra, i suoi vari punti subiscono una forza. apparente diretta verso l'esterno di cui si è parlato nelle lezioni di fisica e che si chiama la forza centrifuga. Questa forza centrifuga, che sembra come tirare il nostro pianeta verso l'esterno, non è uniforme su tutto il globo, ma è maggiore all'equatore e poi diminuisce salendo verso i poli. Quindi i luoghi della Terra che sono a latitudini equatoriali sono tirati verso l'esterno dalla forza centrifuga in maniera più intensa rispetto... alle latitudini più elevate e rispetto ai poli che invece coincidendo con l'asse, con le intersezioni dell'asse, non subiscono nessuna forza centrifuga. Di conseguenza questa forza che agisce in maniera diversa a latitudini diverse fa in modo che la nostra Terra non sia perfettamente sferica, la forza centrifuga tira più all'equatore e quindi presenta uno schiacciamento a una forma si dice di ellissoide più allungata in corrispondenza dell'equatore. Siccome adesso abbiamo dei metodi precisi per misurare le lunghezze nella Terra, i raggi, i diametri, eccetera, questo dovrebbe portarci a concludere che il diametro equatoriale, cioè la distanza dal centro della Terra, anzi parliamo del raggio equatoriale, cioè la distanza dal centro della Terra a un punto sull'equatore, sia maggiore rispetto al raggio polare, cioè la distanza di uno dei poli dal centro della Terra. Effettivamente, da quest'altra immagine, vediamo che è così. Però si tratta di un ellissoide molto poco schiacciato. In realtà questo schiacciamento polare nella Terra è poco accentuato. Possiamo considerarla di forma quasi perfettamente sferica perché è poco accentuato ed è ridotto ad una differenza di una ventina di chilometri su oltre i 6.000 che formano il raggio medio. C'è il raggio equatoriale, supera quello polare solo di una ventina circa di chilometri. Perché succede questo? Perché la Terra è un corpo rigido, denso, formato di materiali rocciosi e quindi l'entità di questo maggiore allungamento in prossimità dell'equatore rispetto ai poli per la forza centrifuga è minima. Vedremo che nel Sistema Solare ci sono dei pianeti fatti di materiali gassosi, quindi che non sono corpi solidi, e di conseguenza in pianeti di quel tipo ... Oltre che hanno dei periodi di rotazione molto più rapidi della Terra, hanno uno schiacciamento polare che è molto molto più accentuato, una forma un po' più allungata e meno sferica. Nella Terra questo fenomeno esiste, ma si vede poco. Questa è un'altra interessante conseguenza, che poi vedremo ne porterà anche delle altre. Quindi un punto che sta sull'equatore è più lontano dal centro della Terra rispetto a un punto che sta al polo nord. Un'altra caratteristica che noi vediamo, questa è una foto a lunga esposizione, e qui vediamo che le stelle le vediamo come punti. Se però lasciamo aperta una macchina fotografica con un'esposizione lunga, vediamo che le stelle si muovono nel cielo notturno, proprio perché la Terra ruota, descrivendo delle circonferenze che sono centrate sull'unica stella che rimane fissa, che nel nostro emisfero nord è la stella polare, la quale perché rimane fissa e perché indica il nord? perché se noi andiamo a prolungare idealmente l'asse terrestre, vediamo che in direzione nord incontra proprio esattamente il punto dove c'è quella stella che è la stella polare, che come già si è detto è un importante riferimento. poi ci sono alcune stelle che descrivono delle circonferenze complete con questo tipo di tecnica fotografica non sorgono e non tramontano mai e saranno circumpolari ce ne sono altre più lontane dalla polare che invece a un certo punto scompaiono sotto l'orizzonte Ecco, altra interessante conseguenza, ce ne sono delle altre che sono anche di rilievo ai fini pratici, i quali derivano dal fatto che la velocità lineare, ovvero in chilometri orari di rotazione, cambia secondo i paralleli. Per l'esattezza è massima all'equatore ed è minima ai poli, anzi ai poli addirittura si riduce a zero. Quindi questo vuol dire che un punto che sta sull'equatore, nello stesso intervallo di tempo, supponiamo un'ora, percorre una distanza in chilometri superiore rispetto ad un punto che sta ad una latitudine intermedia. Il polo, i punti che corrispondono esattamente coi poli, addirittura percorrono una distanza pari a zero e danno velocità pari a zero. Questa differenza nella velocità di rotazione tra i vari punti della Terra produce un effetto un po' particolare quando noi tentiamo di spostare un oggetto, in questo caso è rappresentata una mongolfiera ma poteva essere anche una nave, l'uomo. lungo un meridiano, nel senso che gli oggetti che si muovono lungo i meridiani, quindi che cambiano di latitudine, che si spostano cioè dall'equatore ai poli o dai poli verso l'equatore, subiscono una deviazione nel loro moto. Ad esempio qui vediamo un corpo che dall'equatore si sta spostando verso il polo nord. Quando era all'equatore aveva una determinata velocità di rotazione che era, diciamo così, corrispondente a quella della Terra in quel punto. Quando si sposta verso nord mantiene quella velocità di rotazione del punto di partenza all'equatore, ma la Terra che trova via via sotto, compresa la massa d'aria atmosferica, ruota a velocità minore. Di conseguenza, nell'emisfero nord, risulta in anticipo rispetto alle latitudini più settentrionali Anziché muoversi esattamente lungo il meridiano, subisce una deviazione verso destra. Anche in movimento contrario, cioè anche se nell'emisfero sempre nord si sposta dal polo verso l'equatore, subisce sempre, per lo stesso motivo, stavolta perché si trova in ritardo, una deviazione verso destra. Se al contrario lo stessimo è in ritardo, subisce una deviazione verso destra. stesso movimento avviene nel polo sud, la deviazione rispetto alla linea perfettamente che segue il meridiano è verso sinistra anziché verso destra. Questo effetto, legato strettamente alla rotazione terrestre e alla differente velocità di rotazione, lineare ai vari paralleli è chiamato effetto di Coriolis dal nome dello scienziato francese che lo definì per primo ed ha delle conseguenze piuttosto rilevanti per ciò che riguarda ad esempio la circolazione delle correnti marine che non vanno e che non si muovono esattamente lungo i meridiani ma subiscono questa deviazione e soprattutto sulle correnti aeree atmosferiche. Ad esempio è la causa della differente rotazione tra i due emisferi delle formazioni di di alta e bassa pressione, ma soprattutto genera questi venti che spirano costanti fra l'Equatore e l'Equatore, di cui già si è parlato nei video sull'atmosfera, questi venti che si chiamano alisei, molto importanti ai tempi della navigazione velica, che sono dei venti diretti lungo i meridiani, dal Tropico del Cancro all'Equatore verso sud, dal Tropico del Capricorno all'Equatore verso nord, i quali però non si muovono perfettamente in verticale lungo il meridiano, ma subiscono proprio questa deviazione. a causa dell'effetto prima descritto di Corioli. Per l'esattezza, nell'emisfero nord, dal tropico del Campcro all'equatore deviano verso sud-ovest. Dall'emisfero sud, dal tropico del Capricorno verso l'equatore, non spirano perfettamente a nord, ma deviati a nord-ovest. Andiamo adesso, dopo aver visto le varie prove e le conseguenze principali della rotazione terrestre, andiamo a presentare l'altro moto fondamentale della Terra, che è il moto di rivoluzione. La Terra compie un percorso intorno al Sole, che ha un suo periodo distinto da quello di rotazione. Il moto di rivoluzione avviene lungo una traiettoria che non è una circonferenza perfetta, ma Keplero, tramite le sue famose leggi del moto planetario, di cui riparleremo anche il seguito, ha definito a inizio 600 come un'orbita ellittica, prima parlando degli altri pianeti, dopodiché vediamo che tutto ciò si può applicare anche alla Terra. A questo punto, prima di andare avanti nell'analisi del moto di rivoluzione, vediamo che caratteristiche ha. questa curva, perché non è semplicemente una circonferenza un po' tirata da una parte, ma è proprio una curva che ha delle caratteristiche ben particolari, non è che ogni curva chiusa allungata sia un'ellisse. Per fare questo apriamo una nostra simulazione di GeoGebra. Allora, innanzitutto, non basta dire che l'orbita terrestre o traiettoria è un'ellisse. Occorre aggiungere un altro dettaglio. Il Sole occupa uno dei fuochi. Infatti qui abbiamo indicato all'interno del percorso il punto P che io posso spostare, dopo sposterò, rappresenta la Terra che si muove intorno al Sole. I due punti sono i due fuochi e in uno dei due ho messo una piccola immagine del Sole. Che cosa sono i fuochi di un'ellisse? Sono due punti particolari che hanno una proprietà, ovvero un punto, la proprietà è che tutti i punti che stanno sul contorno dell'ellisse hanno la distanza dai fuochi costante, o per meglio dire la somma delle distanze dai fuochi costante. Ora io qui a destra ho aggiunto tre numeri, ho preso una particolare posizione del punto P che può essere la Terra intorno al Sole. Ho chiamato PF e PF' le distanze dai due fuochi e poi in basso, con un carattere di colore diverso, ho rappresentato la somma delle due distanze. Visto che GeoGebra ci consente di dinamizzare tutto questo, io adesso spostando il punto P, tenendo d'occhio i numeri, io noto una cosa. Che nel corso dell'orbita le distanze del punto dai due fuochi cambiano continuamente. ma la loro somma rimane costante. A un certo punto si avvicinerà ad un fuoco e si allontanerà dall'altro. Nel punto di massima vicinanza a F' è quello di massima lontananza dal fuoco dove ha messo il Sole, ma la somma di queste due distanze rimane costante per ogni punto del contorno. E queste sono le caratteristiche geometriche delle ellisse che ci consentono di identificare una curva come ellisse e anche, chiaramente, l'orbita. della Terra ha questa forma particolare. Quindi il Sole è presente in uno dei due fuochi, l'altro fuoco è semplicemente vuoto. Ora, un'ellisse può essere più o meno allungata, i due fuochi possono essere più o meno vicini o più o meno lontani. Ora, in questo caso, ecco qua, e adesso farò apparire un'altra cosa, esiste un parametro che si chiama eccentricità che quantifica quanto un'ellisse sia allungata o poco allungata. Quando è 0 vuol dire che è una circonferenza perfetta, quando è 1 vuol dire che si apre e si riduce ad un segmento. Ora, l'orbita della Terra e degli altri pianeti non è così allungata. Qui è talmente allungata, questo l'ho messo così semplicemente per far notare meglio che cos'è un'ellisse, ma qui abbiamo un'eccentricità che si misura in che non è assolutamente quella della Terra. L'orbita della Terra è un'ellisse molto poco pronunciata, addirittura ha un valore di eccentricità intorno a vuol dire che è una circonferenza quasi perfetta. Ecco qua. Quindi in realtà è questa la situazione della Terra. I due fuochi, uno dove c'è il Sole e l'altro è vuoto, sono molto molto ravvicinati. Quindi l'orbita della Terra, come quella dei pianeti principali, la rappresenteremo allungata per farlo vedere meglio. però è un'ellisse molto poco allungata, è quasi una circonferenza perfetta e i due fuochi sono quasi coincidenti. La distanza media della Terra dal Sole è di 150 milioni di chilometri, ma lo scarto tra il punto più vicino e quello più lontano è di al massimo 5 milioni di chilometri. Naturalmente, però, il fatto che sia un'ellisse, per quanto poco pronunciata, chiaramente 5 milioni di chilometri di differenza, non è una distanza poi così piccola, implica che ci sia un punto della sua orbita in cui la Terra è più vicina al Sole, in cui raggiunge la massima vicinanza al Sole. Questo punto si chiama perielio. Esiste poi un altro punto della sua orbita, quello esattamente opposto, in cui si trova alla massima lontananza dal Sole durante il periodo di rivoluzione e quel punto si chiama Afelio. Andiamo a vedere adesso qual è il periodo di rivoluzione, perché la Terra impiega molto più tempo per rivolvere intorno al Sole di quello che impiega per ruotare intorno al proprio asse. Il periodo infatti è di... 365 giorni e 6 ore. Quindi la Terra impiega per compiere un giro intero intorno al Sole 365 giorni e 6 ore. Questo costituisce il cosiddetto anno solare che siamo abituati a ripartire in 365 giorni. Nonostante questo, però, non possiamo dimenticare quelle 6 ore di eccedenza e del resto sarebbe complicato contarle singolarmente ogni anno ovvero far durare la mezzanotte dell'ultimo dell'anno 6 ore. Allora si è optato per un'altra soluzione. Dato che 6 ore, quelle 6 ore eccedenti, moltiplicate per 4 fanno 24 ore, ovvero la durata intera di un giorno solare medio, si è ovviato a questo scarto aggiungendo non 6 ore ogni anno, ma aggiungendo 24 ore, ovvero un giorno intero ogni 4 anni. Perché ogni 4 anni quelle 6 ore di scarto diventano 6 per 4 che fa 24. Così, un anno ogni 4 ha un giorno in più, 366 anziché 365, quell'anno che ha il giorno in più viene chiamato anno bisestile e si è stabilito, secoli fa, che il giorno in più vada in quel caso aggiunto al più corto dei 12 mesi, ovvero al mese di febbraio. Quindi, febbraio ha 28 giorni, tranne negli anni bisestili, in cui bisogna pareggiare quelle ore eccedenti, e negli anni bisestili... Un anno bisestile è stato il 2016, nel momento in cui viene realizzato questo video, il prossimo è il 2020, ogni quattro anni esiste la data 29 febbraio. C'è un'altra cosa importante da dire, ed è un'altra legge formulata da Keplero, che vale per l'orbita della Terra e di tutti i pianeti, e che ci dice che la Terra cambia anche velocità durante la sua orbita. cioè ci sono dei tratti dove va più veloce e dei tratti dove va invece più lentamente. Qui infatti abbiamo ripartito bene la durata dell'anno terrestre, cioè l'intera orbita, in 12 spicchi, ciascuno corrispondente al percorso che compie in uno dei nostri mesi. Ora, se noi congiungiamo con il Sole tutte le varie posizioni occupate a intervalli di un mese, noi dividiamo tutta l'area interna all'orbita ellittica in... 12 spicchi che abbiamo colorato alternativamente di azzurro e di bianco. Ora, la seconda legge di Keplero, di cui vi parleremo nel corso delle lezioni sui pianeti e sui moti planetari, la seconda legge di Keplero ci dice che tutti questi spicchi bianchi e azzurri sono equivalenti tra di loro, ovvero hanno la stessa area, perché presi a intervalli di tempo uguali, prendendo le posizioni della Terra a intervalli di tempo uguali. Esattamente ci dice che questo raggio vettore che unisce il Sole con le varie posizioni compie aree uguali in tempi uguali. Quindi questi spicchi bianchi e celesti sono tutti equivalenti, hanno tutti la stessa area. Vengono percorsi in tempi uguali. A questi però, spostandoci sul perimetro, corrispondono dei tratti di orbita diversi. Cioè, ad esempio, nel periodo fra dicembre e gennaio, in quei 30 giorni circa lì, 31 giorni, Vediamo che compie un tratto di orbita più lungo rispetto a quello che compie tra agosto e luglio. Questo vuol dire che la velocità di un pianeta come la Terra intorno al Sole cambia continuamente. È massima al perielio. Noi oggi sappiamo cose che Kepler non sapeva. È massima al perielio perché è più forte l'influenza della gravità del Sole che è più vicino e l'accellera di più. Ma Kepler non lo sapeva. Viceversa alla felio è minima. Ci può sembrare strano, e qui c'è una cosa che vi rivedremo tra un po' e che ci può sembrare strana, ovvero che d'estate, quando nel nostro emisfero è estate, noi siamo più lontani dal sole. Perché dice come è possibile che faccia più caldo nel momento in cui siamo più lontani dal sole? C'è una spiegazione che prenderemo in esame tra un po' quando vedremo l'inclinazione dell'asse terrestre. Prima di andare però a vedere quello, che avremo anche delle belle animazioni, vediamo un po'. po' alcune prove della rivoluzione, questa è un po' complicata e riguarda lo spostamento apparente delle stelle sulla volta celeste, nel senso che per osservare una stella noi non dobbiamo puntare il telescopio direttamente nella posizione che sappiamo, ma un pochino spostato. Perché la Terra si è spostata di un pezzettino di orbita nel momento in cui la luce proveniente dalla stella attraversa il tubo ottico del nostro telescopio. Lo so che è una prova un pochino strana, un po' difficile da capire, ma è considerata una di quelle prove che la Terra rivolve intorno al Sole. Ancora ci sono dei periodi dell'anno in cui osserviamo delle stelle cadenti. le stelle cadenti sono dei frammenti rocciosi lasciati da passaggi di comete ad esempio che si incendiano a contatto con l'atmosfera terrestre e un'altra prova possiamo dire della rivoluzione è il fatto che proprio questi sciami di meteore o stelle cadenti li vediamo in momenti ben precisi dell'anno famose sono quelle della prima metà di agosto che sono le perseidi questa è una prova che la terra occupa punti diversi dello spazio intorno al sole e che proprio in quel periodo dell'anno in cui vediamo le stelle cadenti si trova in un punto della sua traiettoria d'orbita particolarmente ricco di polveri cosmiche. Ora, conoscendo anche la rivoluzione, possiamo anche capire perché il dì e la notte hanno una durata relativa diversa nel corso dell'anno e anche le varie latitudini ad emisferi, diciamo così, alternati. Perché ai poli abbiamo sei mesi consecutivi di luce o di buio mentre invece all'equatore abbiamo un equinozio perpetuo con 12 ore sempre di giorno e 12 di notte il motivo di tutto ciò sta nell'inclinazione dell'asse terrestre la terra l'ellisse che forma la terra nella sua orbita la possiamo considerare come parte di un piano che si chiama piano dell'eclittica l'asse di rotazione non è perfettamente perpendicolare a questo piano ma è inclinato di un angolo di 23 gradi e mezzo E a questo, combinato con il moto di rivoluzione, deriva la differenza, l'alternarsi delle stagioni, la differenza tra la durata di illuminazione e quella di buio delle nostre giornate. Se l'asse fosse esattamente perpendicolare a quello che lì viene chiamato piano orbitale o piano dell'eclittica, noi non avremmo stagioni. Avremmo in ogni punto della Terra, per tutto l'anno, 12 ore di dì e 12 ore di notte. potreste dire che è bello, no, in realtà probabilmente in un pianeta con l'asse di rotazione dritto lo sviluppo della vita senza differenza alcune stagioni sarebbe stato molto difficile o addirittura impossibile. Adesso andiamo a vedere un video dove vediamo che cosa succede durante l'anno e perché abbiamo questa diversa durata del dì e della notte. Ecco qui vediamo una simulazione, partiamo dall'equinozio di primavera. C'è dai quattro giorni che segnano l'inizio delle stagioni. La primavera inizia con un equinozio, in cui i raggi solari, a seguito dell'inclinazione dell'asse, arrivano perpendicolari all'equatore. Quindi a mezzogiorno di questo giorno abbiamo all'equatore il sole allo zenith, in alto nel cielo e non proietta ombre. Chiaramente nell'altro emisfero, non lo dico più, sarà l'equinozio di autunno. Qui vediamo i paralleli principali, l'angolo con cui arriva il sole. Nell'emisfero nord, in tutto il mondo, in questa giornata particolare, ce ne sono solo due in tutto l'anno, abbiamo il dì e la notte della stessa durata, 12 ore di illuminazione e 12 ore di buio in tutto il mondo. La Terra percorre circa un quarto della sua orbita e inizia la stagione successiva. La stagione successiva alla primavera, come ben sappiamo, è l'estate. E tra poco vedremo che cosa succede in questa posizione. Quando la Terra arriva al sostizio estivo, che è tra il 21 e il 22 giugno, i raggi solari arrivano stavolta non perpendicolari all'equatore, ma più a nord, sul tropico del Cancro. A mezzogiorno abbiamo il sole allo zenith, senza ombre, nei punti che sono lì. Di conseguenza l'emisfero nord gode di una maggior durata di illuminazione rispetto al buio, e il contrario nell'emisfero sud. Da noi è il giorno dove l'illuminazione ha la durata massima in tutto l'anno. Che cosa succede in quel giorno? Adesso vedremo la durata relativa. Ecco, vediamo che a nord dell'equatore abbiamo più di 12 ore di illuminazione, a sud dell'equatore di meno. In questa fase il polo nord è completamente illuminato, quindi abbiamo 24 ore consecutive, in realtà in tutto il semestre primavera-estate, e il polo sud invece... come nei sei mesi bene successivi e nei tre mesi anzi successivi perché già sta a metà del ciclo in questa fase è completamente al buio quindi nei poli abbiamo situazioni estreme dopodiché le giornate iniziano di nuovo ad accorciarsi come illuminazione nell'emisfero nord e allungarsi nell'emisfero sud finché arriviamo all'equinozio d'autunno in cui abbiamo la stessa situazione dell'equinozio di primavera raggi solari perpendicolari all'equatore e In tutto il mondo 12 ore di illuminazione e 12 ore di buio. come vedete all'equatore la situazione non cambia vedete che all'equatore abbiamo 12 e 12 tutto l'anno all'equatore non abbiamo stagioni all'inizio dell'inverno 21 dicembre i raggi solari sono perpendicolari a sud dell'equatore sul tropico del capricorno Quindi abbiamo la massima durata dell'illuminazione nell'emisfero sud e la minima, e quindi massima, durata del buio nell'emisfero nord. Vedete nell'emisfero nord, a nord della linea rossa dell'equatore, quanto è piccola la zona illuminata. Al polo nord siamo nel cuore dei sei mesi consecutivi di buio. Quindi a nord dell'equatore abbiamo un angolo molto ridotto e quindi giornate come illuminazione molto molto brevi. A sud è esattamente il contrario. Adesso... Andiamo a vedere un quadro riassuntivo di questa situazione, dove andiamo a vedere tre ferme immagini fatti dal video, dove vediamo la situazione al... Ai due equinozi chiaramente ho riportato soltanto quello di primavera in alto perché la situazione è analoga. Poi abbiamo il solstizio d'estate in basso a sinistra e il solstizio d'inverno in basso a destra. Per ognuna delle tre immagini vediamo dov'è che il Sole arriva perpendicolare, qual è il parallelo su cui arriva perpendicolare, e gli angoli che forma con le altre latitudini. Quindi in basso a destra vediamo che anche se noi siamo più vicini al Sole quando è inverno, nei mesi di gennaio e febbraio siamo al perielio, però i raggi del Sole arrivano in maniera così obliqua, nell'emisfero ovviamente nord, che vengono assorbiti dall'atmosfera e non vanno a riscaldare la superficie. Ecco perché fa più freddo anche se siamo più vicini al Sole. Se andiamo invece a vedere a sinistra, in basso a sinistra, d'estate, che cosa succede? Succede che siamo più lontani dal Sole, ma i raggi solari arrivano più diretti, meno inclinati, quindi arrivano direttamente a Terra e riscaldano molto di più. Consideriamo oltretutto che, essendo l'orbita terrestre un'ellisse molto poco pronunciata, quasi perfettamente circolare, l'effetto dello scarto di distanza tra Perielio e Afelio è veramente minimo. Quindi è soprattutto l'inclinazione, l'effetto dell'angolo formato dai raggi solari supera quello della distanza. All'equatore, come abbiamo detto, viviamo in un perpetuo equinozio, 12 ore di giorno e 12 di notte, 12 di dì e 12 di notte in tutto l'anno, quindi non abbiamo differenze stagionali, mentre invece ai poli abbiamo la situazione estrema. Al polo nord, come anche a quello sud, chiaramente a poli alternati, 6 mesi consecutivi di illuminazione e 6 mesi consecutivi di buio. Alle latitudini intermedie abbiamo quelle variazioni che siamo abituati a vedere. Ah, video equinozio e solstizi, perfetto. Un'altra, diciamo, delle conseguenze della rivoluzione terrestre, oltre all'alternarsi delle stagioni con i cambiamenti che noi andiamo a vedere nella diversa durata del dia e della notte, ecco, torniamo alla presentazione. e anche che vediamo durante l'anno, durante la rivoluzione, dei cambiamenti nel moto apparente del Sole. Infatti a noi sembra, visto da Terra, che il Sole descriva un arco. Quest'arco però, sempre riferendoci all'emisfero nord, cambia di ampiezza. nel corso delle stagioni. È più ampio d'estate e il Sole arriva ad un'altezza maggiore, quella massima è sempre raggiunta a mezzogiorno, situazione che vediamo a destra, mentre invece d'inverno, con il minimo possibile la situazione opposta proprio nel solstizio, d'inverno la situazione che vediamo a sinistra, l'arco percorso dal Sole sopra l'orizzonte è più breve, quindi abbiamo meno di 12 ore di illuminazione, e alle ore 12 l'altezza massima raggiunta dal sole sull'orizzonte è inferiore rispetto agli altri momenti dell'anno. Qui vediamo a sinistra l'arco che descrive il giorno del sostizio d'inverno, al centro durante uno degli equinozi e a destra durante il sostizio d'estate, in cui l'ampiezza e l'altezza sono massime. Negli altri periodi abbiamo tutte le possibili situazioni intermedie. Quello che si è detto vediamolo adesso anche con una... simulazione che ci fa vedere prima la Terra che ruota intorno al Sole, oltre che intorno al proprio asse, e poi la situazione che noi vediamo da Terra. In giallo vediamo l'arco del Sole sopra l'orizzonte corrispondente al di sotto è notte. Qui partiamo da una situazione equinoziale d'autunno. Vedete l'inverno che succede? Il piano immaginario del Sole si abbassa e il Sole descrive un arco. Più breve, le ore di illuminazione, qui vediamo che sono addirittura in questa fase ridotte ad 8 su 24, e arriva più basso, si muove più basso sull'orizzonte. Piano piano si comincia ad innalzare, arriviamo all'equinozio di primavera, in cui torniamo alla situazione iniziale. L'arco apparente del Sole è esattamente per metà sopra l'orizzonte, 12 ore di illuminazione, l'altezza piano piano sale e nuovo equinozio. Inoltre, agli equinozi il Sole solge esattamente ad est e tramonta esattamente ad ovest, sono gli unici giorni in cui questo succede. Perché invece d'estate, dove l'arco è più lungo, sorge a nord-est e tramonta a nord-ovest. Le ore di illuminazione qui diventano addirittura 14 ore da 12 e l'altezza raggiunta a mezzogiorno è maggiore. Quindi questo è quello che succede durante una rivoluzione terrestre però visto da terra, quello che possiamo vedere osservando il tutto da terra come moto apparente del Sole. Adesso abbiamo un ultimo video riassuntivo dei quattro... punti più importanti dell'orbita che sono quelli che da un punto di vista astronomico danno proprio inizio alle quattro stagioni, i due quinozzi e due solstizi. Vediamo anche un'altra cosa nel modo apparente del Sole, cioè nel corso dell'anno il Sole visto da Terra, adesso vedremo prima l'orbita terrestre e poi vedremo che cosa succede. All'orbita terrestre abbiamo detto che sta su un piano, questo piano immaginario si chiama eclittica o si chiama piano orbitale. Sullo sfondo lontano si proiettano le stelle di 12 costellazioni particolari e famose, che sono le 12 costellazioni dello Zodiaco. Quindi la Terra ha una di queste 12 sullo sfondo in ciascun momento dell'anno, le attraversa tutte 12. Ma noi, stando sulla Terra, vediamo che in realtà quello che noi vediamo dalla Terra è che è il Sole nel suo moto apparente, partendo dai pesci in primavera, è il Sole che noi vediamo da Terra attraversarle tutte. tutte 12. Quindi quando la rivoluzione sarà completa, qui vediamo dal sistema di riferimento della Terra il Sole che attraversa queste 12 costellazioni, talte lo stesso piano su cui vediamo muoversi anche la Luna e i pianeti, ecco perché queste costellazioni sono diventate famose. Le costellazioni non sono raggruppamenti reali di stelle, ma le vediamo vicine per un effetto di prospettiva soltanto da Terra ed ecco che al successivo equinozio ha completato il giro e torna. con la costellazione dei pesci sullo sfondo. Molto bene. Adesso vediamo una piccola simulazione che si può fare con, diciamo così, dei materiali semplici, cioè con un semplice mappamondo, e che ci consente di vedere la Terra da Terra come se la vedessimo da fuori. utilizzando un semplice mappamondo. Voi dite, come è mai possibile? Facendo l'esperienza del cosiddetto mappamondo parallelo, il quale è un mappamondo che non gira, che dobbiamo portare all'aperto, ovviamente dobbiamo scegliere delle giornate di sole, e poi... va orientato in una maniera particolare. In quale maniera? Va rigirato, ovviamente fissandolo su un supporto, in modo che il punto più in alto sia quello che corrisponde al luogo in cui si fa l'osservazione. Ad esempio, se la facciamo dall'Italia, dobbiamo porre il mappamondo sotto al sole in modo che la parte più alta del mappamondo sia quella dove c'è l'Italia. In questo modo, per quanto possa sembrare strano, è come se non riuscissimo a vedere la Terra da fuori. fuori, nel senso che la parte che vediamo illuminata è la parte dove effettivamente è giorno, quella che vediamo buia è dove effettivamente è notte. Vediamo, proseguendo l'osservazione per varie ore, il circolo di illuminazione che separa luce e buio che si sposta, quindi vediamo i punti della Terra dove realmente il Sole sta sorgendo e tramontando nel momento in cui svolgiamo la nostra osservazione. Come detto, è come osservare la Terra da fuori utilizzando un mappone. mappamondo disposto in questa maniera, così inusuale. Sul mappamondo parallelo si possono fare tantissime osservazioni. Ad esempio possiamo attaccare, come in questa immagine, dei chiodini con della plastilina. I chiodini rappresentano gli osservatori perpendicolari alla superficie. Questi chiodini proiettano un'ombra che rappresenta realmente la lunghezza e l'inclinazione dell'ombra nei punti del globo che noi vedremmo se andassimo realmente in quei punti della Terra dove abbiamo un'immagine. messo i chiodini. In questo modo, ad esempio, noi possiamo individuare su quale meridiano terrestre è mezzogiorno esatto. nel momento in cui svolgiamo la nostra osservazione. Perché se in una riga di chiodini noi vediamo l'ombra perfettamente in posizione verticale, vuol dire che su quel meridiano, in quel momento, è mezzogiorno. Laddove su quel meridiano ci sia un chiodino che addirittura non proietta ombra, vuol dire che abbiamo individuato il punto del globo terrestre in cui il Sole è esattamente allo zenith. cioè se noi fossimo esattamente, fossimo veramente in quel punto della Terra e non sul nostro mappamondo, vedremmo il Sole allo zenith e sarebbe veramente mezzogiorno. Quindi rispecchia con un semplice mappamondo possiamo tenere d'occhio la situazione di illuminazione e di ombra locale su tutto quanto il pianeta. E chiaramente, come abbiamo detto, è possibile qui, sicuramente andandolo a cercare, il punto dello zenith lo riusciamo a vedere. Ricordo che il sole non può essere mai allo zenith alle nostre latitudini, da noi c'è sempre l'ombra proiettata. Il sole può essere allo zenith solo tra i due tropici. Nel tropico del Cancro, il 21 giugno a mezzogiorno, al sostizio d'estate. Sul tropico del Capricorno, al sostizio d'inverno. nell'equatore e allo zenith a mezzogiorno nei due equinozi, quindi due volte l'anno, in giornate intermedie nella fascia compresa. Dove siamo noi non lo è mai. Adesso vediamo un altro contributo video in cui vediamo un professore che fa fare l'esperienza del mappamondo parallelo ai suoi studenti. Ecco qui vediamo il professore con il mappamondo in mano. Questa osservazione ovviamente si è svolta in Italia e adesso vediamo che si chinerà per posizionare. il mappamondo con l'Italia rivolta in alto sul suo supporto con il luogo dell'osservazione, perché per funzionare questa esperienza bisogna porre in alto il luogo dove si sta facendo l'osservazione e non il polo nord, quindi come siamo abituati, a meno che non decidiamo di andare a fare questa esperienza proprio lì. Ecco, vedete, c'è una parte illuminata e una parte in ombra. In quelle zone del mondo che sono sotto l'ombra, con il mappamondo disposto così, in quel momento è veramente notte. Nella fascia di confine fra luce ed ombra, vediamo tutte quelle località dove nel momento esatto, in quel momento esatto il Sole sta davvero sorgendo. Adesso vedremo l'altra estremità, l'altra metà, ecco vedete il professore indica la zona di confine, quindi vuol dire che nel momento in cui ha svolto l'osservazione una mattinata prima, scolastica in quel momento in sudamerica in una parte del brasile al confine in alcune zone dell'argentina occidentale il sole sta sorgendo ora il professore gira dall'altra parte e fa vedere l'altra metà del circolo nell'altra zona di confine che attraversa ad esempio la cina sono tutte quelle località dove in quel momento esatto il sole sta tramontando ad est procedendo ulteriormente ad est e ancora notte procedendo ad ovest per esempio in india invece è già giorno anche se saranno qualche ora più avanti come ultima cosa questo era un video dove c'erano veramente tante cose da dire andiamo a vedere i moti secondari della Terra, ma non secondari perché siano meno importanti, perché però sono dei moti che hanno dei periodi millenari, bene, e quindi di conseguenza non influenzano particolarmente la nostra vita, non li percepiamo. Uno di questi moti, che ha la durata della bellezza di 26.000 anni per compiere un giro completo, è il cosiddetto moto di precessione dell'asse terrestre. l'asse terrestre non è fisso ma ruota intorno al centro della terra descrivendo in ventiseimila anni un doppio cono quali sono le conseguenze che nel corso dei millenni la stella polare cambia perchè attualmente è in una posizione che punta verso la stella polare Ma nell'arco di mezzo periodo, quando si sposterà nella posizione a sinistra, la nuova stella polare sarà Vega. Molti, molti millenni fa, seguendo il verso di rotazione che ci dà la figura, era una stella poco luminosa, la stella alfa del Drago. Quindi anche la stella polare cambia nel corso di quei 26.000 anni. Attualmente è quella che... Chiamiamo appunto stella polare, ma tra molte migliaia di anni sarà Vega, la stella brillantissima che vediamo allo zenith nei ciali estivi. Anche il punto equinoziale, cioè dove si trova il sole il giorno dell'equinozio di primavera, cioè la costellazione zodiacale che gli fa da sfondo, anche quella cambia nell'arco dei 26.000 anni. Tradizionalmente consideriamo l'ariete, ma in questo momento è nei pesci e già si sta spostando in acquario. Nell'arco dei 26.000 anni il punto equinoziale attraverserà tutte e 12 le costellazioni dello Zodiaco. Qui vediamo la Terra, vediamo meglio il moto a doppio cono, qui vediamo che per due estremi la stella polare vega, quindi vediamo il doppio cono centrato nel centro della Terra, la Terra paragonata ad una trottola. Anche l'asse di una trottola ad un certo punto descrive, se proprio la osserviamo mentre ruota, una forma a cono. Questo moto si va a combinare con altri moti di periodi millenari, ce ne sono svariati altri, prendono il nome da Milankovic, questo studioso che se ne occupò. Gli altri moti con periodi millenari sono per esempio quello al centro, ovvero quello che vede cambiare l'inclinazione dell'asse terrestre. Attualmente è 23° e mezzo, ma con periodi della durata di decine di migliaia di anni, varia da fino a Un altro cambiamento a livello millenario è quello a sinistra dell'eccentricità. C'è l'orbita della Terra con cicli millenari, varia da un'orbita più circolare a una più ellittica. Ora chiaramente non hanno un'influenza sulla nostra vita, però possono aver determinato, secondo alcune ipotesi, combinandosi insieme in vario modo, quei grandi eventi di cambiamento climatico a livello globale, come possono essere state decine di migliaia di anni fa le grandi glaciazioni. Se avete trovato questo video interessante, se vi è piaciuto, iscrivetevi al canale che presto, probabilmente nel momento in cui lo state guardando, ha già cambiato nome, si appresta a chiamarsi La Scienza in un click e condividete, fate pubblicità, commentate, iscrivetevi al canale dell'amico e collega Stefano Panigutti da cui ho tratto il video sull'esperienza del mappamondo parallelo. Alla prossima!