La rivoluzione francese è un fatto fondamentale della storia europea. Essa inizia nel 1789 e finisce nel 1799 con la proclamazione a primo console di Napoleone Bonaparte. La Francia, verso la fine del Settecento, era una monarchia assoluta governata ancora secondo il modello dell'anzian regime da un re, Luigi XVI. che concentrava tutti i poteri dello Stato nelle sue mani.
Il re, pronipote del famoso re sole Luigi XIV, viveva nella sontuosa regia di Versailles nel lusso e nello sfarzo. Luigi XVI era sposato con la regina Maria Antonietta e fu l'ultimo sovrano assoluto per diritto divino. La Francia, verso la seconda metà del Settecento, contava 26 milioni di abitanti.
Era infatti uno dei paesi più popolosi d'Europa, tuttavia la società era arretrata e divisa in rigide classi sociali. Questa divisione è rappresentata da una piramide, il cui vertice è occupato dal re, subito dopo dalle due classi privilegiate chiamate il primo stato, cioè il clero, composto da religiosi nobili, come cardinali, vescovi, monsignori e alti prelati. E il secondo stato è composto da nobili come principi, conti, signori, duca e marchesi.
Il resto della popolazione era il terzo stato, cioè tutti i cittadini francesi non nobili. Le persone che facevano parte del primo e del secondo stato erano ricchissime e privilegiate, non solo perché non pagavano le tasse, ma perché avevano un grandissimo... potere basato sul controllo dei latifondi, cioè dei vastissimi appezzamenti di terreno, direttamente lavorato dai braccianti, operai agricoli pagati veramente poco o affittato a mezzadri, cioè contadini che oltre alle tasse dovevano anche cedere una parte cospicua del raccolto e dei prodotti agricoli.
All'interno del terzo stato vi erano delle differenze distinte in base alla ricchezza, al potere e alla posizione sociale. Verso il basso, alla base della piramide sociale, c'erano i mendicanti, i braccianti e poi i contadini. Salendo vi era la borghesia, che era a sua volta suddivisa in piccola borghesia, che era composta da mercanti artigiani e media alta borghesia composta da persone molto ricche, cioè banchieri, armatori, imprenditori e infine vi era la borghesia delle professioni composta da medici, avvocati, notai, i quali poi saranno i promotori.
della rivoluzione. La situazione finanziaria della Francia non era affatto buona, infatti le casse dello Stato a cui attingeva il re come se fosse denaro personale erano vuote a causa di un sistema fiscale inefficace e ingiusto. Inoltre erano gravate da debiti per sostenere le c***e. costosissime spese di corte per finanziare le guerre e i debiti di gioco del re, oltre che i capricci della regina Maria Antonietta soprannominata dai malversatori Madame Déficit. La situazione economica era inoltre gravata da una carestia che aveva ridotto notevolmente i raccolti costringendo alla fame una larga parte della popolazione più povera a causa della scarsità e del costo elevato del cibo.
La rovina finanziaria dello Stato, la carestia e l'immensa miseria del popolo furono le cause immediate della rivoluzione francese, perché i tentativi di Luigi XVI di riforma fiscale furono resi vani dall'ostilità dei nobili e della corte. Il Ministero delle Finanze Necker, di fronte alla gravità della situazione, nel 1788 indusse il re a convocare gli stati generali, che fin dal 1614 non erano più stati convocati, per cercare di risolvere la gravissima situazione finanziaria estendendo la tassazione anche alle classi nobiliari. Necker ottenne anche che il terzo stato, in rapporto alla sua preponderanza numerica, avesse un numero di rappresentanti proporzionalmente più corrispondente alla popolazione rappresentata, portandolo a 578 contro i 270 appartenenti alla nobiltà, 291 al clero. Gli stati generali, formati da 1139 rappresentanti, si adunarono a Versailles il 5 maggio del 1789 e furono caratterizzati da un aspro dissidio fra i tre ordini sul modo di votazione, perché i rappresentanti del clero e della nobiltà sostenevano la necessità di votare per stato, assicurandosi la maggioranza, due contro uno. mentre i rappresentanti del Terzo Stato, numericamente superiori, sostenevano la votazione per testa.
Dopo un mese di dissidio, i rappresentanti del Terzo Stato, accogliendo la proposta dell'abate Sieyé, il 17 giugno 1789, costituirono l'Assemblea Nazionale e poiché il re, per impendire all'Assemblea Nazionale di riunirsi, fece chiudere la sala delle adunanze, essi occuparono la sala dove si giocava la pallacorda, una sorta di tennis. E lì, il 20 giugno, fecero il giuramento omonimo della pallacorda, con il quale si impegnarono a non separarsi fintanto che non avessero dato alla Francia una costituzione. Pochi giorni dopo, di fronte all'atteggiamento risoluto del Terzo Stato, si costituì l'Assemblea Nazionale Costituente, che aveva il compito di dare alla Francia una costituzione.
Ai primi di luglio si sparse la notizia che il re voleva far intervenire l'esercito per disperdere l'assemblea e ristabilire il proprio governo. Per questo il popolo il 14 luglio 1789, si pose in difesa dell'Assemblea Costituente e dopo aver saccheggiato gli arsenali assali la Bastiglia, una vecchia prigione di Stato considerata come il simbolo dell'assolutismo monarchico dove il re rinchiudeva gli oppositori politici. La presa della Bastiglia, il 14 luglio 1789, dette inizio alla Rivoluzione Francese.