care amiche e cari amici di marmo sofia per la rubrica confronti filosofici che spero possa essere utile anche per l'esame di stato vi presento un confronto tra schopenhauer e chi legga un confronto a partire dal concetto di sofferenza che cos'è la sofferenza per su pen auree cos'è la sofferenza per chi riga cominciamo con l'autore del pessimismo cosmico del dell'irrazionalismo ma secondo che chopin hauer la sofferenza è tipica di tutti gli esseri viventi tutti gli esseri viventi soffrono in modo particolare gli individui gli esseri umani per voi percepiscono questo dolore percepiscono questa sofferenza e il dolore la sofferenza degli esseri umani secondo schopenhauer dipende dalla volontà di vivere e la volontà di vivere che schiaccia gli individui dentro la sofferenza dentro il dolore noi dunque esseri umani spacchiamo soffriamo perché c'è una volontà di libere che ci porta a desiderare ci porta costantemente a volere quello che poi di fatto non riusciamo ad ottenere dunque la sofferenza è determinata da una volontà di vivere assoluti ingenerati infinita appunto senza scopo che vuole per volere e una volontà ceca e desiderio per desiderare noi schiacciati da questa legge dell'universo schiacciate da questa volontà di vivere che permea la vita delle piante di animali che per me ha soprattutto poi la nostra vita l'esistenza di esseri umani che più che mai un esistenza proiettata di desideri in desiderio bene noi determinati schiacciati da questa volontà di vivere siamo permanentemente in sofferenze dunque la sofferenza non dipende gli individui individui sono strutturalmente gettati nella sofferenza non è una questione individuale gli individui sono all'interno di una volontà di vivere assoluta universale solo solo la faticosa via dell'anno l'unità solo la faticosa via dell'annullamento della volontà di vivere può portarci progressivamente pacatamente lentamente fuori dalla dalla sofferenza dunque l'ascesa il culmine di questa liberazione che poi difficilissima perché il mondo è dominato dalla volontà di vivere la vogliamo in ambito lavorativo obito sociale culturale emozionale in ambito politico economico voler abolire volere carbonera problema per volere in questa diciamo dimensione di volontà di vivere la sofferenza è la norma siamo esseri umani sofferenti siamo individui sofferenti siamo dunque nelle mani di una volontà di vivere uscire da questa volontà di vivere e molto e molto faticoso dunque la sofferenza è da ricondurre proprio una volontà di vivere universale per quanto riguarda invece soren kierkegaard la prospettiva è diversa non è un pessimismo così radicale così assoluto prima il teorico del pessimismo cosmico il pessimismo storico di un pesto il pessimismo assoluto tutto soffre per supera invece perde kirk e gare la prospettiva è diversa la sofferenza è collegata agli individui agli uomini che non sanno che non lo vivere pienamente la vita che non sanno scegliere che rimangono nella paralisi dell'esistenza la disperazione la la sofferenza per sole chicca è figlia della mancata consapevolezza degli esseri umani che non sanno trovare la giusta strada che non riescono a trovare la fede che sono dentro una paralisi esistenziale senza riuscire appunto ad uscirne senza luci a trovare un senso una consapevolezza e dunque c'è l'impossibilità dell'io dell'io individuali di essere diverso da ciò che è di essere diverso da ciò che è nel senso diverso dalla dimensione in cui si è anche arenato in cui è crollato in cui si è anche in parte auto imprigionato cioè la sofferenza è collegata proprio alla caducità limite dell'individuo la debolezza dell'individuo siamo esseri umani deboli non in grado di ritrovare consapevolezza autenticità non in grado di saper fatto uscire da queste paralisi esistenziale dunque la disperazione è uno stato esistenziale e caratterizza noi individui perché perché non riusciamo a scegliere una vita autentica che poi andò caro ad heidegger non riusciamo a sceglierli fatto pienamente noi stessimo sempre parziali no la parzialità del marito la partita dell'amante la parzialità delle nostre esistenze ci porta alla sofferenza soffre o perché siamo una piccola parte di quello che dovremmo essere noi siamo quello che vorrei con esse non abbiamo la consapevolezza di cosa vorremmo essere non riusciamo a trasformarci da riuscire non riusciamo ad essere autentici andare in profondità non riusciamo dunque ad acquisire le possibilità del io ma cadiamo prigionieri delle impossibilità dell'io e dunque è dunque l'angoscia esistenziale individuale una condizione dell'esistenza umana per circa invece presso pena per l'angoscia una condizione dell'individuo dentro la volontà di vivere assoluto universale cieca e irrazionale senza scopo dunque subiamo la sofferenza presso pena poiché la il dna dell'universo la sofferenza perché la volontà di vivere chi porta la sofferenza a non realizzare i desideri ad essere costantemente frustrato teso lacerato invece è la precarietà e la fragilità di noi esseri umani a portarla sofferenza essendo fragili essendo nell'impossibilità di espandere il nostro io cadiamo appunto nei dolori dell'io chiediamo dunque nelle tante impossibilità che portano lio a soffrire ecco vuoi in confronto tra il concetto di sofferenza in schopenhauer e chi archivi