Allora oggi vediamo il capitale, affrontare il capitale che è veramente un'impresa, è una delle opere di filosofia, di economia, di sociologia, di antropologia più importanti dell'Ottocento, proprio capolavoro della filosofia economica e della filosofia politica, è l'opera che Karl Marx... scrive negli anni 60, all'internazionale dei partiti socialisti, i movimenti operai a Parigi nel 64 porterà la bozza del primo capitolo e sarà subito un successo anche dal punto di vista di adesione critica e intellettuale, sbaraglierà anche gli altri filosofi, intellettuali o economisti del movimento operaio perché è un'analisi del capitalismo. Critica, come prima non ce ne sono mai state e, come vi ho detto in un'introduzione, ancora oggi l'analisi marxiana del capitalismo è un punto di riferimento in quanto rappresenta un po'la coscienza critica dello stesso capitalismo, il marxismo e soprattutto l'analisi del capitale, perché mostra i meccanismi di accumulo del capitale e anche le crisi e le contraddizioni interne del capitalismo.
È un'opera composta da tre libri, il primo, vi dicevo, è già scritto nei primi anni Sessante, Marx lo porta alle 64 all'Internazionale di Parigi e verrà pubblicato alle 66. Gli altri due volumi saranno pubblicati postumi alla morte di Marx, il secondo e il terzo volume, e saranno pubblicati da quel suo grandissimo amico, nonché compagno di opere filosofiche, che pubblicherà il secondo e il terzo volume del Capitale a nome integralmente autonomo. di marcia, ancora ribadire questo forte rapporto di amicizia. Il primo libro del capitale è probabilmente quello più importante ed è quello su cui noi oggi lavoreremo.
Allora, innanzitutto il capitale è un'opera non solo di economia, ci tengo a capire questo, è un'opera di politica, di economia, è un'opera che ha degli elementi di sociologia, è un'opera che poi parlerà dell'uomo, è un'opera che ha anche elementi di antropologia. È un'opera filosofica a 360 gradi, come è Marx un filosofo a 360 gradi. Il Marx appieto sull'economia è un Marx importante, forse predominante, ma Marx è un filosofo poi dell'uomo, un filosofo della libertà, dell'uguaglianza, è un filosofo della società. E il Capitale è un'opera che vi porta proprio dentro la legge del Capitale. Il cristianismo a 360 gradi, va bene?
E'uno filosofo della globalità, della rosa borghese, della modernità e nel capitale questo afflato, questa visione complessiva del sistema economico borghese è ben presente. Cerchiamo di vedere insieme alcuni aspetti, almeno in questa prima lezione, poi eventualmente mercoledì ci ritorno. Il capitalismo secondo Marx è un'economia che va storicizzata, abbiamo già visto, è un'economia eterna, è un'economia che si è formata a partire dai mercanti. Il capitalismo segue un processo di sviluppo diverso dall'economia feudale.
L'economia feudale è un'economia che parte dalla merce, la merce ha un valore di scambio per poter acquisire. recuperare una merce, vi ricordate la lezione è m di m primo, m vuol dire che io ho una merce immaginate dunque io vado al mercato con delle uova, vado al mercato con delle uova, con delle galline le venderò, questo guadagno mi permetterà di comprare un po'di scarpe, una bagna dunque la merce che io possiedo, che io ho prodotto, che io ho coltivato, il fieno, il merce, un valore può essere un denaro passato, e questa merce che ha un valore, questa è l'economia. si protrae non soltanto nel medioevo ma si protrae anche in quella che considera la modernità, 500, 600 ed è ovvio che se voi vi presentate appunto regionale con delle uova difficilmente anche se ne avete centinaia porterete a casa un maiale, una merce, poi ogni merce ha un valore di scambio su cui tra poco è m denaro o una merce ha un valore io userò questo valore per acquisire un'altra merce questo tipo di economia precapita è un'economia agli antipodi del capitalismo, agli antipodi dell'economia in cui vivete voi ragazzi e ragazze oggi, perché è un'economia di sussistenza, concetto chiave, l'economia precapitalistica è di sussistenza.
Io produco per poter acquisire quello che mi manca, ma non produco per accumulare un sistema di produttivo tendenzialmente di bassa produzione, perché la tecnologia non lo supporta, una grande produzione. ma anche come organizzazione di proprietà dei mezzi di produzione, di conoscenze, di forze di lavoro produttive è un'economia di bassa produzione, un'economia di sussistenza. MDM primo è quello di sussistenza.
Chiaro a tutti? Il mercante introduce nell'Europa e poi nell'altro mondo, perché i mercanti saranno anche tra i misti della scoperta dell'America, dei conquisti dell'America. Todorov, che da poco è scomparso, la conquista e poi il saccheggio anche della... perché sono anche molti mercanti i progetti di questa epopea.
L'economia dei mercanti, che è una cosa proto-capitalistica, invece si fonda su un'altra dinamica, un'altra equazione che ben la rappresenta, ed è di denaro, va bene, capitale, attraverso cui io compro. o produco delle merci M per avere di primo, per avere più denaro. Dunque, denaro, capitale iniziale, per comprare, produrre merci M, freccia di 1, di più.
Il capitale di Marx si incentra intorno a quel di 1. Come faccio io ad avere di? Acquistare merci e avere più denaro, più valore. Il plusvalore. Il capitale di Marx è un'opera che innanzitutto ruota attorno a questo concetto chiave. Il plusvalore.
Da dove deriva il plusvalore? Che cos'è il plusvalore e da dove deriva? Perché un'economia capitalista è un'economia in cui all'atto di partenza Il capitalista, il mercante, possiede il denaro, l'ha avuto per eredità dai nonni, ha vinto la lotteria, va bene, l'ha accumulato guadagliando con i paperoni dei paperoni, risparmiando.
Lui ha un capitale iniziale, ma questo capitale iniziale di, attraverso la produzione e produzione di merce, M, non è un mago che lo moltiplica, non è. Topolino, apprendista, stregone in fantasia, se l'avete visto, che allora moltiplica. Sai che se il capitalismo è magia, vabbè, io sono l'orio del denaro, quella bella cosa 100 euro, ne ho 200, 300, cosa ho fatto? L'ho moltiplicato. Nel capitalismo, a un capitale iniziale, vi è, segue un capitale che può essere moltiplicato, non di una volta, può essere quintuplicato, centuplicato.
Come avviene all'interno? del capitalismo il meccanismo di accumulo di capitale e di aumento di esso che adesso andiamo a vedere. Farò un esempio del mercante medievale Tardo medievale aveva di vivi, produceva dell'olio, lo imbarcavano in Toscana lo imbarcavano lo trasportava via Nafisia o su dei carri d'Occigena, quando aveva un penziale cui ha costruito quel campo di olivi, lo ha lavorato pari a 100, al fine di questo suo viaggio avrà avuto 1000. Da dove arriva quel nome 100? In più questa erotica.
Il capitalismo è una economia che, come vedete, si fonda sul capitale di... ma che ha un fattore di mezzo che ci porta di più, perché l'equivalenza è di M e c'è di più. Vuol dire che l'aumento del capitale, la sua moltiplicazione, la sua crescita, avviene attraverso la merce.
Dunque il capitalismo è un'economia che si fonda, ruota intorno alla merce e la merce il fattore di moltiplicazione, il fattore di accumulo, perché altrimenti avremo D di più, D1, no? E DM di più. Vuol dire che intorno alla merce, intorno alla produzione, l'acquisizione delle merce, la distribuzione, avverrà quell'accumulo e quella moltiplicazione.
Dunque, il capitalismo è un'economia di crescita e non di sussistenza ed è un'economia che ruota intorno alla merce. Rotalmente intorno alla merce che voi oggi avete una società, vivete in una società della mercificazione totale, perché tutto è la tua merce, la cera di profitto. E'già molto con lo discorso della mercificazione di tutti gli aspetti della vita, quella artistica, quella sportiva. E ci sto arrivando lì, perché?
Perché è la merce che ti permette di realizzare il tuo profitto attraverso più svolore. E c'è. La merce, che tipo di valore può avere?
Una merce ha due tipi di valore, un valore d'uso e un valore di scambio. Se una merce ha un valore d'uso, una merce, se non ha un valore d'uso, non viene prodotta. Se una merce non serve a niente valore d'uso, non viene prodotta.
Questo tratto PEN è prodotto perché ha un valore d'uso. Il valore d'uso è scrivere. È assurdo se questo tratto pen avesse un valore d'uso, quello di tirarlo in testa alla gente, e io li compro per tirarlo in testa alla gente, verrebbe comunque...
Perché il valore d'uso del tratto pen è quello di tirarlo in testa alle persone che passano sotto dalla scuola. Tendenza, non è questo il valore d'uso. Il valore d'uso invece è scrivere. Allora, il valore d'uso di una penna è scrivere.
Il valore d'uso di una sedia è sedersi. Se poi la sedia serve ai lottatori di... Spaccarla sulla schiena nel ring, perfetto, la posso produrre.
Ma deve avere un valore d'uso. Se non ha un valore d'uso, una merce non è in circolo. Un valore d'uso, ragazze e ragazzi, non vuol dire che sia un serva per soddisfare un bisogno primario.
Il pane, il tessi, può essere i trucchi. Valore d'uso per avversi, essere più belle, piacere, la moda, va bene, può essere la playstation, giocare, dipende, deve avere un valore d'uso, è chiaro? Che poi può essere un valore d'uso per soddisfare un bisogno primario, pane, latte, può essere un valore d'uso per soddisfare un bisogno secondario, terziario, anche se vi ho detto nel mondo di oggi, quelli che consideriamo beni, che soddisfano bisogni secondari o terziari, sono in realtà diventati primari, perché per l'identità spesso di un ragazzo...
Il non possedere una playstation diventa quasi un materiale. Non dovrebbe esserlo, però anche sul cos'è il bisogno primario dovete sempre usare quella lente che si chiama la storia, la storicizzazione. Ogni merce ha un valore d'uso, serve a qualcosa.
Ve lo ribadisco, se non serve a nulla non viene prodotto. Poi dopo la pubblicità servirà per dire guarda che ti serve, guarda che ti serve, guarda che ti serve, guarda che ti serve, esco da questa porta e lo vado a comprare. magari non mi serve niente perché lo metterò lì e prenderà polvere, ma nel momento in cui qualcuno lo domanda vuol dire che serve, allora c'è la produzione, è chiaro, valore d'uso.
Ma c'è un secondo valore che è il valore di scambio, il valore di scambio non è dato dal fatto che una merce serva, ma è il valore attraverso il quale noi utilizziamo quella merce per scambiarla con altre merce o con un medium che si chiama denaro. Io se vado al mercato con una, dicevo prima, dita grande di uova, non le potrò barattare con una m... perché il valore di scambio di 100 uova equivale a quello di una m... esattamente come se io adesso qua ho una panda qua sotto e dico, senti... Gaia, la cambiamo con la tua BMW.
Sono due auto che hanno un valore d'uso, ci trasportano scuola. Il valore d'uso è uguale, mi servono per spostarmi, ma non so perché Gaia non la mia. Perché il valore di scambio è diverso.
Guarda qua, ho un Samsung 1, mi dai tu un 7. Te lo do, ma scusami, facciamo più o meno... Eh no, perché facciamo le foto. Più alta qualità, ma guarda che...
Cosa dà il valore di scambio? Tante cose, ma la cosa primaria, dice Marx, che dà il valore di scambio è la quantità di lavoro, che poi dovremmo dire che è un costo, la quantità di lavoro necessario a produrlo. Il valore di scambio che non è il prezzo. Il valore di scambio una Audi rispetto alla Panda ci sarà un lavoro di ingegnerizzazione, studio e poi di produzione più alta. La quantità di lavoro del progettista, dell'ingegnere, del tecnico specializzato dell'operaio è superiore alla quantità di lavoro dell'ingegnere, del progettista, dell'operaio e lo stesso potrà dirsi per una Mont Blanc penna sfera, stilografica e magari un tratto.
La quantità di valore lavoro necessario a produrre una merce è diversa, le merci che richiedono quantità. valore, lavoro, superiore, avranno un valore di scambio. Da lì partite a fare il prezzo, se non capite.
Il prezzo non è il valore di scambio. Si parte dal valore di scambio, che è differente, per poi fare il prezzo, perché il prezzo risente di altre cose. Risente, ad esempio, della domanda. C'è più domanda di quel bene? Prende prezzo, è chiaro?
C'è poca domanda, perde prezzo. La moda, è chiaro? Avere quello è un desiderio, lo vogliono in tanti, prende prezzo.
Oppure io ne produco volutamente poche, quelle merci, per far tenere un prezzo tutto, perché io voglio una niente. ad esempio di mercato. Il prezzo lo costruite a partire dalla quantità di lavoro necessario a produrre una merce, da lì, ma dopo di che sono altre le dinamiche. Ad esempio aveva grande quantità di lavoro necessario alle spalle per essere prodotto questo oggetto, ma sono passati tanti anni, per tanti motivi è rimasto invenduto. e questo oggetto oggi ha un prezzo molto basso perché è rimasto invenduto, perché è passato di moda.
Invece questo, che ha una quantità di lavoro molto bassa, è accaduto che per tanti motivi che l'abbia usata Brad Pitt e questa penna per i feticisti di Brad Pitt ha assunto un valore prezzo più alto, dunque il valore di scambio è necessario, ma i prezzi oscillano perché ci sono tanti fattori, la moda, chi l'ha posseduto, la quantità di prodotti, di quelli che sono rimasti, è chiaro? Quello è flette, perché un oggetto potrebbe anche avere un valore di scambio molto basso. in una società opulenta, dopodiché filietta d'acqua nel deserto assume un valore di scambio diverso dalla filietta d'acqua ovviamente qua a Torino.
È chiaro? Siete arrivati a fare la vostra gitta in montagna, siete arrivati a 3500 metri, andate nella baita senza acqua, 10 euro, ma scusi, ho 10 euro se vuoi. Il valore di scambio in quel caso lì è ben lontano dal prezzo, perché?
Perché la condizione... in cui stai chiedendo, quell'acqua, quel paio, quel caffè, fa sì che il prezzo sia nettamente... è chiaro dunque la quantità di valore di scambio, ma poi sui prezzi intervengono altri. E qua mi permette di introdurre quel concetto che vi avevo già presentato qualche mese fa, ma qui è perfettamente ad hoc, ed è il concetto elaborato da un marxiano, da un marxista del Novecento, che è Lukács, che è un filosofo marxista ungherese, Lukács, che elaborava il concetto di feticismo delle merci. All'interno del capitalismo Le merci assumono tra l'altro un altro valore, un valore autonomo e di per sé, cioè sconnesso dal ciclo produttivo, cioè si assiste all'interno del capitalismo all'autonomia, all'autonomizzazione, alla indipendenza della merce dal ciclo produttivo.
Cosa vuol dire? Vuol dire che una merce è diventata talmente, talmente di valore sociale, estetico, di moda, che le persone la adorano, la perseguono, la vogliono senza neanche più collegarla a un ciclo produttivo, senza più collegarla al valore lavoro, senza più collegarla dunque al lavoro, senza neanche più quasi collegarla al valore di scambio e neanche al valore d'uso. Alcuni oggetti, alcune merci diventano feticcio, il loro uso diventerà magari esporla, è chiaro, diventerà sfoggiarla.
Il valore delle merci si trasforma in un vero feticcio, vuol dire che l'uomo operaio, l'uomo lavoratore, si aliena rispetto alla merce che ha prodotto, in che modo ad esempio adorandola e qua mi dovete fare un'altra domanda. fare i collegamenti con Egel, con Feuerbach. Feuerbach, l'uomo aliena fuori di sé, una parte di sé, produce Dio e si inginocchia di fronte a Dio. L'uomo lavora, estranea il prodotto del proprio lavoro.
Questo lavoro oggettivato diventa la macchina, la borsa, la scarpa. La scarpa è lavoro oggettivato, la macchina è lavoro oggettivato. Il mio lavoro esce da me, si oggettiva, diventa un ente e io lo adoro. Io metto dei soldi per avere quella borsetta, per avere quella borsetta, ma questo non mi va bene perché devo possederla.
Io mi sono inchinato all'altare di quella borsa, di quelle scarpe, che diventano dei feticci, vuol dire delle divinità, che noi adoriamo, a cui noi molliamo le nostre vite, cioè risparmio per avere quello. Tutto deve avere un altro paio di scarpe e costano molto di meno. Su un'altra cintura, un'altra automobili, a quell'oggetto diventa, ok?
Da frutto di un lavoro, a un oggetto che esiste di per sé, come se fosse l'iperuraneo di Platone. L'iperuraneo di Platone, lo sapete, come tutte le divinità, è prodotto da noi. Noi abbiamo dentro noi il bello, idealizziamo il bello, dentro noi la bontà. Noi abbiamo il lavoro... Poi queste merci sono iperurane, oggetti del desiderio verso cui noi tendiamo, che noi alleviamo, che noi desideriamo e che diventano il nostro domino.
Nel nostro mondo, e vi ripeto, non ha visto il mondo di questo nuovo inizio di secolo, le merci domineranno gli uomini che le hanno prodotte. E le merci che hanno un valore... Un valore di scambio più elevato, cioè le merci che costeranno anche di più poi, le merci che per produrre serve più lavoro, diventeranno delle dignità più alte. Zeus è superiore ad Ares, va bene? E sa perché?
Perché c'è un ordine negli dèi dell'Olimpo, qui ci sarà un ordine nelle merci, e le merci che sono più dominanti Sono le merci che hanno alle spalle una quantità di lavoro necessario per produrre superiore. Poi saranno anche le merci ovviamente di moda, perché quello che fa la moda è ovviamente un'alterazione del normale. Oggi molti imprenditori in paesi dove il costo del lavoro è molto basso e questi ricevono un salario molto basso. Sono comunque lavoratori che producono poi delle merci che, avendo un marchio di moda, sul mercato assumono un prezzo molto.
E'chiaro? Dunque, anche se la quantità di lavoro... Ok, e il costo del lavoro non è altissimo, se poi c'è un logo, un marchio che è diventato esso stesso feticcio, diventerà ovviamente il dominio, questa merce sull'uomo, ancora più forte, ok, nonostante il lavoro sia appunto, anche il lavoro sia appunto basso.
Ed eccoci qua, chiusura, poi lo sottopremo bene la prossima volta, da qui possiamo arrivare al concetto di plusvalore. La merce è una merce. che mi permette di produrre plus valore. Cosa vuol dire?
Vuol dire che io che sono il capitalista, che ho un capitale, che ho del denaro, voglio produrre delle merci, voglio produrre le borse di prima classe, voglio produrre le scarpe di Tony, io voglio produrre automobili, voglio produrre pizze da pizzate o il caffè di Starbucks, io voglio fare questa roba qua, bellissimo, fondo la mia... fabbrica, ma per produrre queste merci ne devo comprare, perché altrimenti quelle merci, la pizza, l'automobile, il caffè, non nascerebbero, non si autogenerano. Chi produce quelle merci? Un'altra merce, che è il lavoratore. Dentro il caffè...
C'è una merce che riesce a produrre plus valore, questo è il lavoratore. Io devo comprare una merce che, lavorando sulle materie prime o su semi lavorati, me le trasformo in prodotti finiti. Una merce che lavori al computer, che mi faccia il caffè, che metta la pizza in forno, che porti il caffè al...
al tavolo, al banco, o che scorrazzino tra un magazzino e l'altro di Amazon e mi prenda i DVD, i CD o i giocattoli, li metta in un pacco, li spedisca e li faccia arrivare a casa nostra. Se non c'è l'uomo che fa questo, che si chiama lavorare, le merci non nascerebbero e non verrebbero distribuite. Ma questo soggetto, uomo, è quello che permetterà al capitalista che possieda i mezzi di produzione.
di moltiplicare il iniziale ed ecco l'esempio. Io sono un lavoratore e lavoro dieci ore in una fabbrica di spilli, vedi Adam Smith, in una fabbrica di spilli. Per dieci ore produco dieci spilli.
Dieci spilli prodotti sono il valore lavoro prodotto. Dieci ore, dieci spilli. Cioè io ho una produttività oraria di uno.
Ad ogni ora produco uno spillo, va bene? Io in salario ricevo l'equivalente di sei valori lavoro, cioè io in sei ore, producendo sei spilli, mi sono pagato quanto il busta paga, cioè al raggiungimento della produzione del sesto spillo io mi sono guadagnato, ho realizzato quello che avrò il busta paga. Cosa accade?
Che il restante quattro che io produco delle altre cose, Sarà quello che io dono, do gratuitamente al mio, il quale non è un buon samaritano, un francescano che ha voluto donarmi ma vuole realizzare denaro, vuole realizzare capito. Dunque, in sei ore mi produco quanto io ho in salario, le restanti quattro ore io lavoro padrone. valore se io chiaramente abbasso il salario a 5 a 4 il plus valore aumenta chiudo poi ci riprendo il ritorno al mese valore la quantità di lavoro che un livello vedremo il saggio sul profitto