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Storia e Eredità degli Spartani

All'epoca erano temuti e riveriti, antichi guerrieri che hanno inventato il centro ad estramento regrute, l'attacco frontale, l'educazione civica, uno stile di vita e un'estetica che da allora porta il loro nome. Erano gli Spartani e questa è la loro storia. 480 a.C. In un angusto passo di montagna, le Termopili, circa 140 km a nord-ovest di Atene, in Grecia, si sarebbe cristallizzata per sempre l'essenza di Sparta. Un singolo evento che, per le future generazioni, continuerà a rappresentare un punto di svolta della storia antica. Ciò che si è manifestato alle Termopili è rimasto impresso nella memoria collettiva della civiltà occidentale. La battaglia delle Termopili è una sorta di mito trasformatosi in realtà. Shakespeare stesso non avrebbe potuto concepire una storia più classica. Una falange di 7000 guerrieri greci avanzava per opporsi agli invasori. Esercito persiano, composto da migliaia di soldati. I greci, seppure in netta inferiorità numerica, erano convinti che i 300 uomini valorosi schierati in prima linea li avrebbero condotti alla vittoria e ne erano convinti semplicemente perché erano guerrieri spartani. Un soldato spartano preso singolarmente non era più valoroso di qualsiasi altro, ma questi soldati messi assieme componevano il migliore esercito mai esistito al mondo. Nel secolo dell'esercito spartano, la lambda impressa su quel muro di scudi che avanzava, spesso era sufficiente a garantire la vittoria. Non esisteva nulla di simile al mondo. Fu la prima cultura guerriera nella società civilizzata, la migliore di tutti i tempi. seppur schiacciati dalla forza del nemico i greci riuscirono miracolosamente a resistere agli assalti dei persiani nel corso di due lunghi giorni di feroci combattimenti ma alla fine il re spartano Leonida si rese conto che la sconfitta era inevitabile ordinò alle migliaia di soldati greci sopravvissuti di ritirarsi mentre i 300 spartani rimasero al proprio posto combattendo fino all'ultimo uomo perché erano spartani grazie L'episodio delle termopili galvanizzò il morale dei greci, minando invece quello dei persiani, i quali capirono che il nemico non andava sottovalutato. La resistenza degli spartani alle termopili divenne il classico esempio di come si può perdere una battaglia, ma vincere una guerra. La battaglia delle Termopili è rimasta scolpita nella storia, diventando una grande metafora del concetto di sacrificio estremo, quello della propria vita, anche di fronte ad una sconfitta inevitabile. Quei soldati combatterono una battaglia ormai persa, solo per mantenere alto l'onore militare del proprio paese. Divennero la forza bellica più tenibile del mondo allora conosciuto. E la società che li aveva creati eroi doveva essere altrettanto unica, se composta da uomini disposti a combattere fino alla morte sicura. Gli spartani personificano un elemento fondamentale della natura umana, la spinta verso la purezza. L'ordine e l'armonia. Quell'istinto che ci dà il coraggio di affrontare la morte e la spinta a combattere per un ideale come la libertà a qualsiasi costo. Mentre oggi, quando si pensa all'antica cultura greca, greca viene subito in mente Atene come luogo di nascita della civiltà occidentale, durante il periodo aureo della Grecia erano in molti ad ammirare invece soprattutto Sparta. Incarnava l'essenza stessa della civiltà greca, si trattava di una sorta di utopia in quanto si ispirava a ideali di virtù, di altruismo e di unità che dovevano essere al servizio della comunità. Le cose più importanti per le città stato greche erano la libertà da ogni intervento straniero, il servizio di un'unità di città, il servizio il senso di appartenenza e soprattutto il successo in battaglia. E Sparta naturalmente eccelleva in tutti e tre gli aspetti. All'epoca del regno di Sparta, l'antica Grecia era composta da oltre mille comunità autonome, chiamate città-stato. Una città-stato è una città che in tutto e per tutto svolge le funzioni di uno stato o di una nazione. Ha un proprio governo, un proprio esercito. una propria marina e proprie leggi. Nell'antica Grecia molti di questi stati erano davvero degni di nota per il loro livello culturale. Le origini di Sparta risalgono al XII secolo a.C., un periodo di profondi cambiamenti nel mondo antico, quando la civiltà egiziana era in declino e il secondo impero babilonese in ascesa. Secondo la leggenda greca, Sparta nacque tra violenze e conquiste, quando nel 1150 a.C. gli invasori provenienti dal nord, che si proclamavano discendenti di Ercole, migrarono verso sud, reclamando quella che ritenevano fosse la loro terra ancestrale. Quando il re Lacedemone conquistò la penisola centrale, le diede il proprio nome, Laconia. Alla capitale, invece, situata nel centro della regione, diede quello della sua regina, Sparta. Per quasi 400 anni, fino al 750 a.C., Sparta era nota per i suoi splendidi cori femminili. Gli spartani, inoltre, commerciavano in ceramiche tibregenti. e erano famosi per la lavorazione del bronzo. Ecco i primi esempi di arte laconiana. Non sono stati mai ritrovati oggetti d'arte di origine spartana successivi al VII secolo a.C. È come se, di colpo, la popolazione di Sparta avesse smesso di realizzarli. Il rifiuto totale di ogni tipo di arte visiva che abbiamo riscontrato fu chiaramente una decisione attuata in totale coscienza. Questa decisione coincise con un'importante svolta nella storia di Sparta, un periodo noto come quello delle guerre messeniche. Tutto iniziò con un'esplosione demografica che costrinse gli spartani a cercare nuovi territori e nuove fonti di approvvigionamento. Risolsero il problema annettendo al proprio stato un intero paese, più ampio e popoloso di Sparta stessa. E fu questa fatale combinazione a cambiare per sempre il corso della storia spartana per i successivi 300 anni. La terra che scelsero di conquistare si chiamava Messenia e apparteneva a una comunità dorica separata situata ad ovest. Fino alla conquista della Messenia non c'era assolutamente nulla che facesse di Sparta uno stato particolare e distinto dagli altri. La Messenia possedeva ricche fattorie e una fiorente economia agricola, nella regione in cui oggi vengono prodotte le famose olive e calamata, ed era anche caratterizzata da ricchi giacimenti di ferro, la materia prima più preziosa dell'epoca in Grecia per l'equipaggiamento militare. Sparta doveva assolutamente conquistare la Messenia, ma i suoi abitanti non si arresero docilmente. Fu una guerra lunga e difficile. Gli spartani non riuscirono a sottomettere i messeni, né con facilità né con rapidità. La difficoltà è la difficoltà. La difficoltà iniziale fu esclusivamente geografica. Per superare il monte Taigeto, a cui cima raggiunge i 2400 metri, occorreva girarli attorno. Questo obbligava ad una deviazione e a una lunga marcia, lontani dai propri accampamenti. I messeni, che stavano cercando di creare una cultura autonoma per la propria città-stato, opposero una fiera resistenza, ma alla fine gli spartani li sconfissero. Ma ci volle circa un secolo prima che Sparta riuscisse a scendere. a sottomettere completamente i messeni. Alla fine del VII secolo a.C. comunque, Sparta controllava ormai ben 8.000 km2 di territorio, diventando la città-stato più potente di tutto l'impero greco. I messeni furono costretti a lavorare la terra come servi della greba, i cosiddetti iloti. La condizione a cui erano sottoposti gli iloti ricorda in un certo senso il concetto di mezzadria. Un ilota possedeva un terreno ed era obbligato a destinare una certa parte, del raccolto annuale al suo padrone spartano. Il padrone spartano, a sua volta, era responsabile del terreno affidato all'ilota, che non era però uno schiavo nel vero e proprio senso della parola. Non poteva infatti essere né comprato né venduto. Nessun'altra città-stato cercò mai di assoggettare un'intera popolazione greca. Gli abitanti della Messenia erano circa 250.000, mentre Sparta poteva contare solo su 10.000 guerrieri. Dobbiamo pensare a Sparta come a uno stato sotto assedio. In un certo senso esiste un'analogia con la moderna Israele. Naturalmente sono molte le differenze, ma spartani e israeliani hanno certamente un punto in comune. Non possono permettersi il lusso di abbassare la guardia per quanto riguarda le misure di sicurezza. La nuova situazione obbligò gli spartani a rifondare completamente la propria situazione. società. Svilupparono nuove regole per controllare ogni minimo aspetto della vita dei suoi cittadini. Fu l'unica popolazione greca a dedicarsi esclusivamente alle arti della guerra. Secondo Plutarco, lo storico greco, il grande architetto di questa nuova città-stato guerriera fu un legislatore spartano di nome Licurgo, il quale, così si narra, viaggiò attraverso tutto il Mediterraneo, raccogliendo a Creta, a Ionia e in Egitto utili informazioni sui metodi di organizzazione militare. Usufruì anche della guida divina, la quale attraverso l'oracolo di Delfi, così si narra, gli trasmise direttamente, impartiti da Apollo, i criteri guida sulla disciplina. Fu così che Sparta si trasformò in una grande società militaristica. Gli eserciti dell'epoca erano formati da semplici milizie. Si trattava di agricoltori che nel momento del bisogno staccavano le spade da sopra il caminetto e si recavano a combattere. Licurgo, il fondatore di Sparta, decise di formare un esercito di professionisti e l'intera società, volente o nolente, si omologò a questa sua decisione. Le sue leggi si imposero facilmente tra la popolazione perché provenivano direttamente dall'autorevole voce dell'oracolo di Delphi, il quale stabilì che dovevano essere rispettate in quanto volere divino. Se Licurgo fosse un uomo o solamente un personaggio leggendario, non è dato sapere. Qualunque sia la verità, gli spartani credevano che Apollo gli avesse trasmesso la saggezza per creare un grande futuro per Sparta. La loro società era strutturata da un'unica società, la Sparta. in forma essenzialmente piramidale. In cima si trovavano i circa 10.000 appartenenti all'elite di Sparta, i cosiddetti homoioi, che in greco significa gli uguali. In teoria ognuno di essi possedeva le medesime ricchezze e gli stessi diritti nell'amministrazione della città. Lo scopo era quello di creare una società di uguali, un potente esercito in cui non esistesse alcuna forma di dissenso e una politica organica e unitaria. Tutto puntava all'omogeneità o alla similarità ed è questa una delle chiavi fondamentali del sistema spartano. La necessità di stabilità, di massimo ordine e obbedienza totale. Al di sotto degli omoioi o sparchiati c'erano gli uomini liberi, circa 50 o 60 mila. Mila, che vivevano sparsi per tutta la Laconia, ma principalmente alla periferia della capitale, la città di Sparta. Erano chiamati perioicoi, perieci o coloro che vivono ai margini. Era concessa loro l'indipendenza, ma non potevano prendere parte alla vita politica. Erano anche obbligati a seguire gli spartani in ogni loro decisione. I Perieci erano essenzialmente una classe media senza diritto al voto che permetteva agli Omoioi di prepararsi alla guerra. Il commercio, l'industria artigianale, manifatturiera, di fondamentale importanza per il mantenimento della società spartana, erano affidati ai Perieci. per i eci. Qualcuno, dopo tutto, doveva pur fabbricare le armi. Erano il vero e proprio motore della nazione in quanto permettevano agli spartiati di avere il tempo libero necessario per prepararsi atleticamente per ogni esigenza di guerra. Tutti gli aspetti superflui alla nuova macchina da guerra spartana vennero eliminati. Penso sia facilmente comprensibile che il prezzo che gli spartani pagarono per questa soluzione dei loro problemi fu l'enorme povertà culturale che imposero a se stessi. La creatività artistica infatti richiede un certo grado di libertà che gli spartani non avrebbero certo tollerato. Al fondo della piramide sociale c'erano gli iloti, la classe più popolosa di tutte. Mogli e figli dell'elite spartana svolgevano le faccende domestiche. Questo sistema permetteva agli uguali di occuparsi esclusivamente della polis, la città-stato greca. Erano disposti ad arrivare fino alle misure più estreme per forgiare una tipologia di stato mai vista fino ad allora e suppongo che mai più si vedrà in futuro. Nei decenni successivi Sparta elaborò un nuovo sistema di governo per controllare la vita di ogni cittadino, dalla culla fino alla tomba. Nel VII secolo a.C. Sparta si distinse tra le diverse centinaia di città-stato sparse in tutto l'Egeo. In ogni città greca lo Stato assumeva un ruolo fondamentale nel determinare la vita dei singoli cittadini, molto più di quanto saremmo oggi disposti ad accettare. E Sparta in questo andò ben oltre. Nessun governo delle città-Stato, infatti, era altrettanto invadente nel decidere della vita dei suoi cittadini dalla culla fino alla tomba. E infatti era proprio nella culla che veniva deciso per la prima volta il futuro degli uguali spartani. Ogni neonato dell'elite era esaminato da un sovrintendente del governo per stabilire se si dovesse o meno consentirgli di vivere. I meno forti tra i neonati, infatti, venivano esposti. Un eufemismo spartano per dire che i bambini imperfetti venivano lanciati nel vuoto da un precipizio. Tutto ciò può sembrare straordinariamente brutale, ma occorre pensare che il loro fine era quello di allevare guerrieri ed era questo lo scopo di quegli esami accurati sui neonati. Avevano bisogno di individui selezionati e per questo era erano inflessibili, andavano allevati al solo scopo di renderli più forti e resistenti e trasformarli in veri guerrieri. Anche le bambine dovevano sottostare all'approvazione di una commissione che decideva chi dovesse vivere e chi essere lanciata giù dalla rupe. Il destino delle femmine era quello di madri, mentre i ragazzi venivano allevati per diventare spartiati, i guerrieri incaricati di governare la città-stato. Il governo di Sparta era del popolo e per il popolo, ma solo se si faceva parte del popolo. degli Omoioi, gli uguali. Tutti gli altri, per i eci e i loti, erano cittadini senza diritti. Gli spartani elaborarono con successo un modello politico davvero unico, talmente particolare da durare per molti, molti anni e capace di attirare l'interesse di Machiavelli ed altri storici. A capo del governo spartano c'era una monarchia ereditaria, ma del tutto originale. Il punto essenziale, anche l'aspetto più ancestrale e tradizionale della loro costituzione, è il fatto che avessero non uno, ma due re. Ciò era davvero molto strano. In molte città greche c'è memoria di un tempo in cui erano governate dai re. e molte tra loro mantennero una carica religiosa ufficiale spesso definita come il re. Gli spartani, a ogni modo, erano governati da due re, dotati di grandi poteri sulla società, come quello di guidare gli eserciti e di rappresentare le maie. le massime autorità religiose. Il motivo era chiaro, ognuno avrebbe controllato e bilanciato la personalità dell'altro, impedendo al contempo che assumesse poteri eccessivi. La doppia monarchia e 28 spartiati ultra sessantenni formavano il consiglio degli anziani, noto come Gerusia. Questo consiglio stabiliva la politica governativa e fungeva anche da suprema corte di giustizia. Quella spartana era in un certo modo una società gerontocratica dove governava I spartani erano gli anziani, ai quali erano riservate gran parte delle cariche pubbliche. E la spiegazione era semplice. Bisognava essere individui davvero forti per riuscire a sopravvivere fino in età avanzata nella società spartana. Al di sotto della gerosia c'era l'assemblea dei cittadini, composta da tutti gli spartiati che avevano compiuto il trentesimo anno di età. Si trattava dell'organo dotato di meno poteri del governo spartano. L'assemblea spartana non aveva poteri. Il potere di delibera, ma si limitava a ricevere ordini da chi era delegato a prendere le decisioni più importanti per la nazione. Non poteva far altro che limitarsi a ratificare decreti già approvati. A un livello ancora superiore si trovava una commissione composta da cinque uomini, gli efori, che gestiva l'esercito, che sovrintendeva al sistema educativo e aveva il potere di veto praticamente su chiunque, potenzialmente. anche sui re. Esisteva comunque una forma di controllo in quanto la carica poteva essere ricoperta solo per un anno, al termine del quale dovevano rendere conto del proprio operato all'assemblea. Tutti gli efori, al termine del loro anno in carica, venivano sottoposti automaticamente a processo. È come se ogni presidente degli Stati Uniti subisse l'impeachment una volta concluso il suo mandato ogni 4-8 anni e sia costretto a rispondere a delle accuse. Scopo della Costituzione era evitare che chiunque, anche una singola istituzione all'interno della società, assumesse troppo potere. E penso di poter affermare che nel loro caso funzionò davvero alla perfezione. Il sistema era stato inventato perché nulla si potesse fare. Il suo scopo non era quello di cambiare, ma di impedire il cambiamento. E in questo centrò sicuramente il proprio obiettivo. Infatti, per quasi 400 anni, Sparta ebbe il governo più stabile nella storia dell'antica Grecia, ma si trattava di tutto fuorché di una democrazia. La libertà del cittadino, la libertà di parola e la libertà di votare secondo coscienza sono gli elementi essenziali di una democrazia. E la libertà non era certo una caratteristica della società spartana. Per gli spartani, infatti, non si poteva neanche considerare un concetto positivo e non faceva neanche parte di quel gruppo di virtù che lo spartiate doveva imparare a rispettare. Ma la preoccupazione principale per il governo spartano era mantenere il controllo sugli iloti. Sapevano che gli iloti li odiavano profondamente. Vi mangerebbero volentieri vivi, disse loro un ateniese che conosceva molto bene entrambi. All'inizio di ogni anno la priorità per il governo spartano era quella di dichiarare guerra agli iloti. Era come dire che un uguale spartano era autorizzato ad uccidere in qualunque momento e per qualsiasi motivo un ilota. Tucidide narra una storia ghiacciante. Gli spartani misero in giro una voce. Tutti gli iloti che ritenevano di aver servito degnamente gli spartani durante la guerra dovevano farsi avanti per essere liberati. Ben duemila iloti si presentarono all'appello. Gli spartani coprirono loro il capo di Tirlande come simbolo di libertà e li scortarono fino al tempio. Oino si seppia. Non si sapeva più nulla di loro. Oltre a mantenere una guerra formale e continua contro gli iloti, la preoccupazione maggiore del governo era di stabilire ogni minimo aspetto della vita nella Laconia. Ogni giorno facevano sempre le stesse cose, si sposavano tutti quanti alla stessa età, vestivano e parlavano in modo del tutto simile e si comportavano tutti alla stessa maniera. Per garantire l'uguaglianza il governo creò un sistema secondo il quale nessuno spartano poteva essere più ricco degli altri. Una grande differenza in ricchezze o in comfort sarebbe stata di certo disastrosa per l'intera società. Fecero in modo che i terreni grazie ai quali ogni famiglia guerriera si sosteneva fossero tutti delle stesse dimensioni. Ciò era possibile solamente di... distruggendo un sistema basato sul libero mercato. Non poteva esistere dunque il denaro, né un mercato aperto. Erano proibite anche esportazioni e importazioni. Per impedire inoltre la possibilità di festeggiamenti indebiti, tutte le case spartane per decreto governativo vennero strutturate allo stesso modo. Tutto era funzionale e del tutto sfoglio di fronzoli e orpelli. Quella spartana era una cultura rigida. E' per questo che oggi utilizziamo la parola spartano per indicare austero oppure tenace. A Sparta era severamente vietato vestire in modo eccessivamente sgargiante. Vigevano l'austerità e l'eguaglianza più totali. In molti indossavano le vesti di tela repubblicana e tipiche di Sparta, un'esigenza molto simile, se vogliamo, ai movimenti contemporanei a favore delle uniformi scolastiche, che seguono il concetto per cui i vestiti non sono più necessari. non devono in alcun modo esprimere disuguaglianza. Anche nel parlare, le elite laconiane dovevano mantenersi austere. Gli spartani venivano educati ad essere uomini di poche parole, caratteristica molto adatta a guerrieri con la loro semplicità e la loro forza. Essere laconici è positivo quando si devono prendere decisioni rapide, ad esempio in battaglia, non è altrettanto utile quando si... si deve discutere in un'ottica più ampia ed è stato questo uno dei grandi problemi degli spartani. Per mantenere inviolato questo sistema la politica estera degli spartani fu parimenti laconica. Mai mescolarsi con gli stranieri. Non volevano che trapelasse più di tanto al mondo esterno su Sparta. Allo stesso modo non si voleva che gli spartani venissero a sapere molto sul resto del mondo. Volevano conservare i propri costumi, il proprio orgoglio nazionale. e questo non può avvenire se si hanno troppi contatti con l'esterno. Di norma non si allontanavano mai da casa e nelle poche occasioni in cui erano costretti ad operazioni militari più lunghe del previsto erano frequenti i casi in cui i posti di fronte a situazioni del tutto nuove cedessero a comportamenti inappropriati. E se questo sistema politico vi sembra eccessivo, occorre ammettere che lo era, anche se nell'antica Grecia il controllo sociale era un fatto universalmente accettato. Quando i greci parlavano di politica, non si riferivano esclusivamente a un concetto ristretto di costituzione, a un accordo politico, ma intendevano un regime che forgiava ogni singolo aspetto della vita sociale e culturale, lo stile di vita in generale, proprio come nel sistema spartano. Il mezzo principale per indottrinare gli spartani e renderli schiavi di questa nuova forma di società era un sistema educativo che preparava i bambini, sin dall'età di 7 anni, a diventare macchine da guerra. Il successo di Sparta si basava su un controllo rigido della società. In un periodo di oltre 100 anni, a partire dal VII secolo a.C., Sparta inventò e mise a punto il primo sistema di rinforzamento. sistema di ingegneria sociale della storia, un controllo che lo Stato esercitava a partire dalla nascita. I bambini più gracili venivano uccisi, quelli più forti invece indottrinati, forgiati e addestrati a quel tipo di forza brutale necessaria per tenere soggiogati gli iloti, la popolazione originaria della Messenia. Quando una popolazione relativamente ristretta riesce a schiavizzare un'altra popolazione molto più numerosa, come avvenne con Sparta, per forza di cose i dominatori si sentono superiori in tutto e per tutto, ma per raggiungere la disciplina e la forza militare necessaria bisognava addestrare i ragazzi secondo un procedimento standardizzato. All'età di sette anni i ragazzi spartani venivano strappati alle loro case e presi sotto l'ala protettiva dello Stato. Andavano a vivere in una sorta di accademia militare chiamata Agoghe. A sette anni i giovani spartani intrappositi nel mondo degli adulti, che sarebbe rimasto tale per tutto il resto della loro esistenza. All'inizio venivano arruolati in quello che amo definire l'esercito dei lupetti dell'inferno. L'agoghe era una sorta di adunata permanente della durata di 15 anni, dove gli spartani si preparavano alle future battaglie. E qui mi viene in mente una frase di Patton, il quale rivolto è... i suoi uomini sembra abbia detto non vi voglio pronti a uccidere ma disposti a morire per me. Era lo stesso per gli spartani, dovevano essere pronti a morire. Durante i primi cinque anni all'agoghe, dai 7 ai 12 anni di età, un istruttore incaricato dal governo chiamato Paidonomus insegnava loro le nozioni culturali di base e li introduceva all'educazione fisica. Ma la disciplina e soprattutto le punizioni venivano spesso inflitte da ragazzi poco più grandi di loro. Per comprendere appieno il concetto, è come se i ragazzi più forti di tutto il liceo diventassero responsabili di quelli del primo anno. Credo che questo sistema sfruttasse coscientemente. la potenziale crudeltà reciproca tra giovani, in modo da afforgiare le loro menti sin dalla più tenera età all'obbedienza cieca a qualunque ordine di un superiore. Si trattava di una visione delle persone l'esistenza dai contorni terrificanti. Ma la lezione principale per i ragazzi dell'ago che sin dal primo giorno era prepararsi alle difficoltà della vita da guerrieri che li attendeva. Il sistema di addestramento spartano era certamente rivolto ad una eliminazione selettiva di ogni tipo di debolezza. Per tutta la vita il guerriero spartano doveva passare costantemente al vaglio dei suoi concittadini e sapendo di essere sotto il suo controllo. il loro sguardo, dimostrare di essere all'altezza del proprio ruolo. Le domande principali nell'agoghe erano puoi farcela? Ti senti abbastanza forte? Riuscirai a diventare un vero guerriero spartano? Era un duro sistema di sfida reciproca nella sua forma più ostica. Anche le ragazze spartane venivano addestrate, ma in casa. Dovevano imparare, sin dalla più tenera età, ad essere forti, fisicamente all'altezza in ogni occasione e in una certa misura anche autosufficienti. La loro ragion d'essere era generare figli forti e sani che un giorno avrebbero difeso la comunità e per questo mangiavano bene, partecipavano ad attività atletiche ed erano in tutto e per tutto dei figli forti. gli esemplari da riproduzione. A 12 anni per i ragazzi spartani cominciava la seconda fase dell'addestramento all'agoghe con condizioni ben più dure. Ognuno aveva a disposizione solo un mantello di tela e un'altra spazzatura. Era l'unico indumento che erano autorizzati a indossare per tutto il corso dell'anno. E per fortificarne maggiormente la resistenza fisica e mentale erano anche costretti a camminare a piedi nudi. Chi è stato in Laconia in inverno sa quanto sia rigido il clima. Chiunque oggi morirebbe solo all'idea di andare a piedi scalzi o vestito di un mantello di tela. Stanchi e infreddoliti, i ragazzi soffrivano anche la fame. Il pasto serale veniva cucinato, se questa è la parola. la giusta dagli inservienti iloti. Pare che il cibo fosse davvero ricugnante. Il piatto più famoso, infatti, era la cosiddetta zuppa di sangue, maiale servito in abbondante salsa al sangue. I visitatori rimanevano tutti disgustati dalla dieta spartana. Una sua descrizione è registrata da un turista sibarita proveniente dal nord. Quando ebbe occasione di assaggiare quella zuppa disse testualmente che finalmente capiva come mai i soldati spartani, che erano F ero pronti a morire. E non solo la zuppa era disgustosa, ma era anche scarsa. Venivano nutriti il tanto che bastava per sopravvivere, ma non a sufficienza da saziarsi. In tal modo imparavano che se volevano ottenere il cibo di cui avevano bisogno, dovevano necessariamente rubarlo. Ciò serviva a renderli ancora più resistenti e insegnare loro le tecniche di sopravvivenza. Tutto ciò era necessario per diventare un vero guerriero spartano, un uomo in grado all'occorrenza di provvedere al sostentamento della nazione e a sopravvivere anche in condizioni proibitive. Un ragazzo spartano colto a rubare il cibo veniva punito, ma d'altro canto chi fra loro non si comportava allo stesso modo veniva considerato un inetto. Solo chi era in grado di ricorrere ad astuti stratagemmi per non farsi cogliere sul fatto, avrebbe fatto strada. E fino a dove un ragazzo poteva spingersi per non farsi scoprire a rubare ci viene descritto da Plutarco. Secondo il suo racconto, un ragazzo molto affamato rubò un piccolo di volpe. Un suo superiore insospettito lo chiamò e il ragazzo, per non farsi cogliere in fallo, nascose l'animale sotto il suo mantello. Piuttosto che rivelare il furto, il ragazzo si lasciò mordere le carni dall'animale fino a morirne. Fu uno dei classici esempi divenuti famosi nell'antichità per simboleggiare la tipica forza spartana. Quel ragazzo sapeva di dover resistere con determinazione al dolore e al contempo mostrare rispetto e deferenza verso i propri superiori. Rendere più forti gli adolescenti spartani era considerata una necessità per il tipo di battaglie che un giorno si sarebbero trovati ad affrontare. La falange è forte quando lo è anche il suo anello più debole. Era cruciale che tutti fossero più o meno dotati della stessa forza. I deboli dunque erano destinati all'eliminazione. Sparta si diceva che fosse l'unica città-stato che solo in tempo di guerra si trovava del tutto a proprio agio. La vita all'interno dell'Agoge era un processo continuo di selezione. I ragazzi venivano costantemente sottoposti a prove di forza, agilità, resistenza e astuzia. Ogni fallimento era punito con severità. Al festival annuale che si svolgeva nel tempio di Artemide, gli spartani si radunavano per assistere a una prova che potremmo definire scherzosamente del ruba formaggio. I giovani spartani erano divisi in due gruppi. Uno cercava di rinforzare la sua vita, l'altro cercava di rinforzare la sua vita, e l'altro cercava di rinforzare la sua vita. L'uomo cercava di rubare il formaggio ammassato sull'altare, mentre l'altro, armato di fruste, tentava di impedirglielo. E nelle mischie furibonde che si formavano, non era infrequente che qualcuno di loro perdesse la vita. Le prove a cui venivano sottoposti i giovani speranzieri sono le stesse. e sembrano una sorta di fosca anticipazione di quello che sono i moderni riti di iniziazione di stampo prettamente maschile. Erano molti i ragazzi che non riuscivano a superarle e che nel tentativo perdevano la loro vita. Era una competizione infinita in cui tutti venivano giudicati e selezionati e in cui ai vincitori erano tributati onori e vantaggi di varia natura. Questo significava essere onoriati. essere spartani. L'addestramento a subordinare qualunque aspetto della vita al senso di comunanza, ma cercando al contempo di superare gli altri in ogni aspetto. Per fornire loro una guida sicura nel corso dell'addestramento, ogni ragazzo spartano veniva seguito da un mentore. Il legame stabilito con questo anziano sarebbe durato per tutta la vita. Era responsabilità del mentore controllare il giovane a lui affidato, fare in modo che ricevesse la sua vita. l'addestramento più consono, che i suoi modi e il suo carattere si forgiassero secondo i canoni più idonei e appropriati. Gli studiosi moderni discutono se ciò comprendesse anche una qualche forma di relazione sessuale. Quando, come accadeva a Sparta, le donne finivano per essere escluse dalla maggior parte delle attività, da quelle militari a tutte le altre, la possibilità che avessero luogo relazioni omosessuali, credo... sia molto più alta. Ci si aspettava, ad ogni modo, che qualunque forma di relazione sessuale il ragazzo avesse durante l'adolescenza fosse interrotta nel momento in cui entrava in età adulta. Il rapporto sarebbe proseguito solo sotto forma di un'amicizia molto stretta. Questo modello di forte legame tra mentore e allievo era il collante che teneva unita la relazione. la società spartana. Durante la battaglia I guerrieri che componevano l'esercito spartano si ritrovavano fianco a fianco in prima linea ed era in quei momenti che veniva fuori quel senso profondo di coesione, di salda unione, che li avvicinava maggiormente. Questo sentirsi parte di un unico organismo è essenziale in battaglia e si può forse immaginare un esercito più unito di quello composto da uomini di quella tempra? Con la crescita, il maschio spartano veniva introdotto a due nuove attività, ben distinte fra loro, ma dai fini esclusivamente pratici. Il matrimonio e l'assassinio a sangue freddo. La grande eredità di Sparta sta non solo nella creazione, ma nel perfezionamento dell'idea stessa di disciplina militare, attraverso una struttura sociale e un programma di addestramento che iniziava sin dall'età di sette anni. A 20, il maschio spartano usciva da un sistema per entrare in un altro, quello che avrebbe determinato il corso della sua vita fino alla fine dei suoi giorni. Ma prima di ottenere questo diploma, i ragazzi spartani dovevano superare un ultimo test. I più promettenti fra loro venivano selezionati per entrare a far parte della Cripteia, una forza segreta di sicurezza dedita espressamente al massacro degli Iloti. I membri della cripteia vivevano fuori Sparta, senza fissa dimora, e sfruttavano il buio per tagliare la gola agli loti. La cripteia può essere considerata una sorta di rivisitazione del mondo di un'epoca in cui la cripteia era una cosa di più. del rituale dell'accesso nel mondo adulto. Sappiamo che in molte società, anche moderne, per dimostrarsi uomini occorreva superare prove eccezionalmente dure. La versione spartana comportava l'omicidio di un nemico interno. Attraverso la cripteia e scegliendo i propri giovani migliori, gli spartani si assicuravano che quelli che sostenevano l'intera società spartana con il proprio lavoro vivessero in condizioni davvero infernali. Tutti gli... piloti dotati di qualche particolare pregio, come la bellezza, l'ingegnosità nelle tecniche di lavoro e gli individui che in ogni caso erano superiori alla norma, vivevano nel timore costante che la cripteia li scoprisse e trovasse il modo, prima o poi, di ucciderli. Dopo aver fatto parte della cripteia, i maschi spartani si univano a piccoli reggimenti di 15 soldati. Queste unità, le cosiddette sussitia, sarebbero diventate la loro casa per gran parte della vita futura. Si trattava di un momento cruciale nella loro vita. Praticamente tutto quello che avevano sopportato fino a quel giorno aveva un solo scopo, farsi accettare all'interno del reggimento. Nonostante il dovere più importante, fosse nei confronti del proprio reggimento, al guerriero spartano si chiedeva anche di sposarsi e di procreare. A un osservatore esterno forse questo potrebbe sembrare il momento più gioioso della loro vita, in quanto le donne spartane avevano fama di essere tra le più belle nel mondo dell'epoca. Non a caso Elena di Troia era di origine spartana. Ma per uomini e donne che durante tutta l'infanzia non avevano avuto alcun contatto, il corteggiamento e il matrimonio erano solo un dovere richiesto dallo Stato, articolato secondo un rituale tra i più bizzarri di tutta la società spartana. Stiamo parlando di due entità del tutto separate e i rituali di corteggiamento riflettevano necessariamente questo stato di cose. I matrimoni erano combinati, non si svolgevano cerimonie nuziali e tutto veniva espletato sotto forma di una sorta di rapimento rituale. Alla sposa venivano tagliati i capelli e le si facevano indossare abiti maschili. Quindi lo sposo doveva introdursi segretamente nella sua casa. a casa, col favore del buio, per poter consumare i doveri coniugali. Era così che iniziava la loro vita matrimoniale. Un rituale davvero singolare, espletato senza gioia e di particolare significatività. L'unico momento in cui lo sposo era autorizzato a visitare la propria casa era durante la notte e al solo scopo di mettere incinta la propria moglie. Era una delle tante leggi promulgate da Licurgo. In un certo senso serviva a mantenere viva la passione. a renderla più avventurosa attraverso il furtivo accesso in casa col favore dell'oscurità per incontrare in gran segreto la moglie. Una volta consumato l'atto d'amore, l'uomo doveva immediatamente far ritorno alla sua casa comune. Si dice che gli spartani non riuscissero a vedere la propria moglie di giorno fino al trentesimo anno di età. Controllare anche i più naturali istinti umani faceva parte del bizzarro quadro complessivo della società spartana, che era però pienamente organico e funzionale. Lo scopo del matrimonio nelle città stato era qui. quello di concepire. preferibilmente dei maschi. L'unico modo perché un guerriero spartano avesse diritto ad avere il nome sulla propria tomba era morire in battaglia. Per le donne spartane invece l'unico modo era di morire durante il parto. Il processo di riproduzione era così importante da spingere gli spartani a comportamenti davvero singolari per far sì che le proprie donne concepissero. Si narrano strani episodi. Pare che alcuni mariti arrivassero ad invitare i giovani che ritenevano più idonei ad avere rapporti sessuali. sessuali con la propria moglie nella speranza che la prole fosse migliore e più selezionata. Questa tendenza eugenetica, l'idea che solo i veri spartani potessero generare individui sani per mantenere intatti i tratti genetici fondamentali e garantire dunque una continuità alla società tutta, era assolutamente al centro delle loro preoccupazioni. Ma tutti questi controlli sul matrimonio e sulla famiglia avevano un solo obiettivo, impedire di distrarre gli uomini dallo scopo principale della loro vita. tenersi addestrati, terrorizzare gli iloti e difendere ad ogni costo la superiorità spartana. Se gli spartani credessero ciecamente, anche nel fondo della loro coscienza, alla propria purezza e virtù, non è dato sapere. Non scopriremo mai se in cuor loro qualche volta si dicessero ogni tanto vorrei avere un weekend libero per andare ad Atene a divertirmi un po'. Quello che sappiamo invece è che gli spartani crearono un'immagine di felicità. capacità assoluta, vivendo una vita perfettamente virtuosa. L'aspetto più ironico, forse, è nel fatto che nonostante disponessero dell'esercito più potente e meglio addestrato al mondo, gli spartani non erano abituati a combattere contro altri eserciti. La loro era un'imponente macchina bellica, ma l'atteggiamento sembrava volto più che altro a non utilizzarla, a non metterla a rischio. Sembrava dicessero, lucidiamo questi scudi ma non usiamoli, a meno che non sia strettamente necessario. Fu un sistema che funzionò alla perfezione nel corso di due secoli di storia. Ma poi, per ragioni ancora non del tutto chiare, Sparta iniziò a guardare al di là dei propri confini, alla ricerca di nuovi territori da conquistare. Forse perché la loro perfetta macchina da guerra correva il rischio di arrugginirsi o perché sentivano l'impellente esigenza di misurarsi concretamente in battaglia. Gli spartani ritennero di poter sottomettere facilmente i loro più grandi avversari, gli Argivi e i Tegei. Erano pronti ad espandersi e a esportare il proprio sistema politico anche su altri territori. Nel frattempo aveva fatto la sua comparsa all'orizzonte una seria minaccia alla supremazia spartana, una nazione con oltre un milione di guerrieri decisi a conquistare la Grecia. I persiani. All'inizio del V secolo, secondo i loro piani, avrebbero cominciato assoggettando i greci ionici in Asia Minore per poi proseguire in direzione dell'Europa e questo spiega gli avvenimenti che caratterizzarono i successivi due secoli della storia greca. Le generazioni che seguirono in tutta la Grecia dovettero fare i conti con la minaccia persiana. La reazione di Atene e Sparta avrebbe al contempo diviso e unito l'intero mondo dell'antica Grecia. Alla fine del VII secolo a.C. la Grecia era una confederazione composta da oltre mille città-stato indipendenti, ognuna con proprie caratteristiche e un proprio governo. Atene era la più importante fra queste, con una sofisticata vita culturale, una grande architettura e una potentissima flotta a disposizione. Ma Sparta, che era tenuta anche più di Atene da tutte le città-stato dell'Egeo, non possedeva nulla di tutto ciò. Al contrario, la sua cultura si era sacrificata sull'altare della guerra. Sparta era un vero e proprio campo armato. sistema educativo era focalizzato esclusivamente sull'addestramento militare. Era stato creato un corpo segreto di polizia e Sparta si era sganciata, almeno temporaneamente, da tutto il resto della Grecia. Non si era mossa in cerca di colonie all'estero, ne aveva costituiti e ha sostituito una flotta perché a lungo ossessionata dal problema del controllo della Messenia. Sin dalla fine dell'VIII secolo a.C. Sparta aveva sottomesso la Messenia, una regione la cui popolazione era almeno dieci volte più numerosa di quella spartana. Gli spartani li avevano costretti a lavorare in condizioni simili alla schiavitù. I suoi guerrieri perfettamente addestrati mantenevano l'ordine sui cosiddetti iloti con la forza. Sparta fu la prima a ideare e sviluppare la Messenia. quella che sarebbe diventata la tradizionale disciplina militare occidentale. I moderni metodi di marcia, esercitazione, rango, la tecnica dell'assalto di una falange furono tutti inventati dagli spartani.