Durante l'era quaternaria, all'interno dell'ordine dei primati, compaiono le prime scimmie antropomorfe, da cui sarebbero discesi scimpanzè, gorilla e oranghi da un lato, e l'uomo dall'altro. Il nostro progenitore è l'Australopithecus, dalla postura eretta, anche se instabile ed episodica. La prima specie del genere Homo, però, è l'Homo habilis, dotato di una scatola cranica più grande e capace di costruire armi e strumenti in pietra, grazie alle mani prensili.
Con lui inizia la preistoria, detta anche Età della Pietra. Successiva è la comparsa dell'uomo ergaster, detto anche erectus, che riesce a produrre armi e utensili più raffinati dei suoi predecessori e ad accendere il fuoco. Poi è la volta dell'uomo di Neandertal, dalla capacità cranica ancora maggiore, l'organizzazione sociale strutturata e, molto probabilmente, capace di utilizzare il linguaggio. A prevalere sull'uomo neandertalensis è una specie più recente, l'uomo sapiens, poi evoluta. nell'Homo sapiens sapiens, a cui noi stessi apparteniamo, postura perfettamente retta, fronte alta e dritta e mandibola allineata all'osso macellare.
Tutte queste specie si diffusero durante la prima fase dell'età della pietra, il Paleolitico. Appartengono a questo periodo le prime testimonianze di forme di pensiero religioso e di culti sciamanici, insieme alle prime espressioni artistiche che nel Mesolitico divengono autonome dalla sfera rituale. Nel Neolitico, infine, avviene una trasformazione cruciale. Il passaggio da società nomadi di cacciatori-raccoglitori a società stanziali di agricoltori-allevatori. Gli uomini si stabiliscono in protocittà, dove si creano le condizioni per una prima divisione del lavoro e dove fanno la loro comparsa importantissime invenzioni tecnologiche.
Successivamente, l'uomo imparerà a lavorare il rame, il bronzo e il ferro e il suo sviluppo è destinato a proseguire.